martedì 26 maggio 2009

CHE PRETESE


Il mio lavoro è sottoposto alla direzione di un ministero,
il cui attuale ministro é Sandro Bondi. Proprio quella macchietta umana che ho avuto modo di vedere stasera a Ballarò, e che ha sbroccato schiumando bava dalla bocca nel tentativo di difendere il suo padrone. Diciamo che siamo al punto che davanti a spettacoli del genere, con un ministro che viene dileggiato dalle risate del pubblico (e si accontenti perchè a pensarci su due volte sarebbe da mani nel viso), riusciamo ancora a catalogare certe performances come folklore nostrano, ma anche quel senso di rassegnazione dovuta al fatto che il popolo catodico neanche davanti allo spettacolo penoso di servi ignobili come Bondi e Belpietro può riuscire a riprendere quel barlume di coscienza individuale necessario a riconoscere il baratro civile in cui questi signori vogliono cacciarci.
Belpietro che sbrocca quando Franceschini gli ricorda che è un dipendente di Berlusconi non è patetico, è solo falso, perchè un essere che fino a ieri ha diretto un giornale il cui editore si chiama Paolo Berlusconi e che oggi dirige "Panorama", e soprattutto che ha citato tra le sue medaglie da direttore lo scoop di Sircana che va a trans ed in ragione di ciò si dà arie da cronista impavido e libero vuol dire voler prendere per il culo chiunque lavori onestamente ed onestamente si guadagna il pane.
Da cittadino pretenderei che gente simile venga presa per quel che è, un servile cronista di partito arrogante e cafone e non ci venga ammannito come opinionista in ogni trasmissione a tema politico e di costume perchè per la Voce del Padrone ci sono già le sue televisioni;
pretenderei anche, ad esempio, che Bondi la piantasse di rompere i coglioni ad ogni servizio riguardo a come si fa o non si fa televisione e soprattutto la pianti di prendere a soccorso delle sue tesi "tutti gli italiani" perchè io non ho nessunissima intenzione di essere rappresentato da lui e tanto meno dal suo padrone, e gli ricordo che se è vero che prenderanno il 40% il restante 60% non li voterà e probabilmente gradirebbero non essere messi di mezzo.
Non sto particolarmente seguendo la vicenda di Papi&Noemi, ritengo che la sentenza Mills dovrebbe essere trattata molto di più e molto meglio della vicenda da Cronaca Vera, perchè più che la scomposta reazione dell'ometto di Arcore preoccupa il fatto che l'opinione pubblica per prima si rifiuta di veder rispettate le leggi. E preferisce parlare di topa; trattata al Viagra, oltretutto.
So solo che far ricorso al casellario giudiziario dell'ex-fidanzato di Noemi è il più grosso boomerang giornalistico che il vivace direttore di "Panorama" potesse usare; innanzitutto i pregiudicati che dobbiamo mantenere in Parlamento e che lui difende un giorno sì e quell'altro anche avrebbero in questo modo la credibilità di Loredana Bertè vestita da Lamù, eppoi non è che la limpidità delle frequentazioni della signorina Noemi ne esca rafforzata.
Oddio, una volta conosciuto Berlusconi posso far passare per rispettabile anche la mia eventuale frequentazione del Mago Do Nascimiento Maestro di Vita, che oltretutto a lui per ingropparsi quella bellezza mediterranea della Marchi jr. non gli serviva di sicuro alcun aiuto farmacologico esterno. Solo un gran fegato.
Ora, che i comunicatori del PdL non passino universalmente come dei pacati filosofi recanti con sè l'aura delle Perfetta Trascendenza credo sia cosa nota ai più, ma potrei pretendere da questi qua un comportamente che eviti almeno di evocare burrascose immagini primitive da guerra tribale? A prescindere dall'appartenenza vorrei cominciare a sentire qualcosa di concreto sulla crisi in corso e invece Franceschini è stato l'unico a ricordare cose come il sussidio garantito.
Oggi ho dovuto sentire Tremonti invocare un allentamento della stretta creditizia. Per le imprese. Delle famiglie strozzate non se ne ha notizia, anche perchè la gestione dei fondi per le imprese è in mano a gente che ha provocato questa crisi in prima persona, al pari dei mutui subprime, al pari di Cirio e Parmalat, al pari di Lehmann Brothers, al pari di Mafia e Camorra e qualsiasi altra Mafia di cui lo Stato è impestato.
Non fa male ogni tanto distrarsi con dell'ottimo sesso consumato con passione, o anche con consapevolezza e rispetto, poi ognuno ha i suoi gusti e li esplica come meglio può; quindi largo anche alle perversioni ed alle trasgressioni perchè non credo sia mai esistito governo capace di frenare la naturale propensione dell'uomo al piacere (anche se la Chiesa ci ha provato anche con metodi poco cristiani), però qui siamo a ragionare di operai che votano Lega e pacchetti-sicurezza che sembrano fatti apposta per creare altra insicurezza.
Chissà che la Rivoluzione non possa essere fatta godendo.
E che, mica ce l'ha solo lui.
(nella foto: Paris Hilton, Bellezza del Popolo)

sabato 23 maggio 2009

THE SHOW MUST STOP


I lavoratori della Videotime hanno scioperato.
- Esticazzi? - Diranno i tre lettori di questo blog. Tra cassintegrati, licenziati, disoccupati e precari non è che la notizia sia tutto questo scoop; in effetti non lo è, perché tra l'altro non è questo il tema del post.
La Videotime è la società licenziataria di Mediaset-RTI che si occupa di quei programmi che vengono registrati nei Centri di produzione Palatino ed Elios, quindi "Matrix", "Uomini e donne", il TG5 e "Forum", ad esempio.
Monnezza, tanto per capirci.
Sull'articolo linkato in cima si legge comunque che i lavoratori della Videotime (tecnici, macchinisti, sarte, parrucchiere, insomma tutto il personale che occorre per mettere in scena un programma) hanno scioperato per via dei tagli della produzione, per i propri salari che vengono pagati da un'azienda il cui fatturato non combacia minimamente con la crisi economica in corso, essendo la creatura del nostro Buffone del Consiglio reduce dall'ultima ed ennesima marcia indietro dopo le immani cazzate sparate sull'argomento Parlamento.
Posso testimoniare che chiunque lavori nel settore dello spettacolo è tutto fuori che un miracolato. Non vorrei infatti che qualcuno pensi che lo stare a contatto con ambienti di cinema, teatro, televisione e di tutto quanto fa spettacolo sia una specie di privilegio divino piovuto da chissà dove grazie a potenti amicizie o sltri tipi di spintarelle, gollettoni, calci in culo etc.etc.; non sempre è così, anche se figuriamoci se il settore spettacoli è scevro da questo tipo di fenomeni; siamo in Italia, dopotutto.
Ne consegue che i lavoratori di Videotime sono lavoratori a tutti gli effetti, gente che si guadagna il pane duramente e chi ha mai avuto modo di vedere cosa succede dietro le quinte di uno spettacolo non potrà che darmi ragione. E soprattutto chi lavora in questo settore non è tenuto a preoccuparsi quale sia lo spettacolo che sta mettendo in piedi, perchè le preoccupazioni sono altre. Chiedete però ad un macchinista o ad una sarta o ad un elettricista cosa ne pensa dello spettacolo a cui a lavorato: la stragrande maggioranza risponderà che lo spettacolo non lo guarda nemmeno, una volta finita la preparazione la maggior parte va a riposare o a decantare lo stress di ore ed ore fatte a ritmi serratissimi, di urli, vaffanculi e sbroccate varie perchè tutto deve essere perfetto e tutto nei tempi stabiliti, se possibile anche prima.
Insomma, Videotime ha fatto sciopero ed "Il Manifesto" è l'unica testata ad essersene occupata; non hanno trasmesso neanche il comunicato di solidarietà dei colleghi del TG5, tanto per dire a che livelli siamo. Ma veniamo a quello che più mi interessa di questa faccenda: prendo dai commenti all'articolo del "Manifesto" queste perle:

"Giusto segnalare questi fatti che possono dare fastidio al Cavaliere e che altrimenti passerebbero sotto silenzio. Quanto alla mia solidarieta, la conservo per gli operai metalmeccanici delle RSU e della FIOM -CGIL che devono lottare sia contro la Confindustria che contro i venduti e traditori della CISL e UIL che hanno firmato il contratto."

"embè e allora? questi sono i servi di B che protestano un po' - poi andranno a baciargli le mani- sono servi sciocchi non vi illudete, non faranno nulla per danneggiarLo - lo amano alla follia- prende l' dentro il 90% dei voti- o no?"

"Una volta consolidato il potere il Silvio la farà pagare anche alla propria servitù"

"Sono d'accordo con Zin Zin i servi del padrone sono penosi, vedono il conto del parrucchiere dei divi, applaudono, masticano amaro e poi corrono a baciare la veste dell'imperatore. Il loro sciopero non ha valenze di classe è solo lo strepitio dei servi che chiedono un osso in più dalla tavola del padrone. Quella stessa tavola che servono sgomitando tra loro."

Io mi chiedo: ma questa gente qui sarebbe la sinistra?
Cioè, ma veramente io dovrei condividere una qualsiasi lotta accanto a dei deficenti del genere?
Ma perlamordiddio.
Ed ho il vago sospetto che tali posizioni non siano affatto isolate in quell'area politica.
L'equazione gli viene facile: lavora per le TV di Berlusconi = Servo di Berlusconi.
Ecco, se per far vincere la sinistra bisogna affidarsi a minus habens di questo genere meglio rimanere all'opposizione perchè quindici anni di Berlusconismo ha fritto il cervello non solo agli elettori del Cialtrone Maximo ma anche a diversi sedicenti appartenenti all'area della sinistra.
Vorrei vedere se gli stessi avranno il coraggio di dire che i metalmeccanici FIAT sono dei leccaculi di Marchionne quando e se il piano del losco figuro dal quale verranno tagli e licenziamenti verrà messo in pratica.
Vorrei vedere questi discorsi riferiti a chiunque abbia dovuto ingoiare contratti-capestro con il beneplacito dei sindacati confederali grazie ai quali ogni sciacalletto aderente a Confindustria dorme sonni tranquilli.
Ragionare nei termini di cui sopra significa non riconoscere la dignità di lavoratori che fanno esattamente quello che fanno tutti gli altri lavoratori: si guadagnano da vivere, lottano per i propri diritti e per la propria dignità. Se sono servi, lo sono al pari di metalmeccanici, edili, agricoltori e camerieri.
Oltretutto sarebbe il caso di ricordare a questi comunisti da pollaio che le maestranze del settore spettacoli sono per la stragrande maggioranza schierate a sinistra, mentre a quanto pare il fenomeno degli operai che votano a destra è ormai endemico; non sia mai che si sono resi conto di quali teste di cazzo si ergono a paladini dei lavoratori?
Oggi il teatro dove lavoro è chiuso, doveva esserci Berlusconi a fare campagna elettorale ma come si sa il Buffone ha preferito il basso profilo ed ha preferito restare a sparar cazzate tramite proclami davanti a platee acquiescenti come quelle confindustriali; ovviamente avrei fatto il lavoro richiestomi così come ho già fatto a suo tempo quando è venuto Veltroni e quando venne Bertinotti; è il mio lavoro, a prescindere da cosa poi succede sul palcoscenico. E non mi sento affatto un servo. Sono un lavoratore serio, punto.
Domani da noi c'è Morgan, che dovrei fare? Irrompere sul palco mentre suona urlando a squarciagola "We don't care what you say, fuck you!" come i D.O.A.?
La sinistra è in crisi, lo sappiamo tutti.
Prima si libera dei suoi cretini, prima la crisi si risolve. Me lo sento.

martedì 19 maggio 2009

BIRBA BIRBA BIRBA.........


Il Presidente del Consiglio dei ministri, nonchè il titolare di tre reti televisive a diffusione nazionale, nonchè il Presidente dell'A.C. Milan, nonchè l'uomo a cui fanno riferimento banche, giornali, concessionari di pubblicità e riviste di grande diffusione, insomma l'uomo più potente d'Italia è un corruttore.
Sai che notizia.
Il suddetto uomo più potente d'Italia si rifiuta di rispondere a dieci domande che riguardano le sue frequentazioni private.
Sai che notizia.
Qualche italiano comincia a svegliarsi e ritenere immorale che il paese sia in mano ad un figuro del genere.
Ecco, questa non sarebbe una notizia.
Sarebbe un miracolo.

lunedì 18 maggio 2009

BOBO RONDELLI
















Ieri Livorno ha vissuto una giornata niente male.
Nella cornice di Villa Corridi si svolgeva la seconda delle due giornate di festa organizzata a sostegno della gente d'Abruzzo con concerti e spettacoli teatrali dal primo pomeriggio a tarda sera ed alla quale ho partecipato con il mio gruppo.
Nel frattempo i ragazzi del movimento antagonista accoglievano il deputato de "La Destra" Teodoro Buontempo detto "er pecora" andandolo ad omaggiare prima alla "Baracchina bianca", un noto bar del lungomare, quindi in circoscrizione 2. Da quanto riferiscono le gazzette locali il noto deputato fascista (credo che il buon Pecora non si adirerebbe di certo della definizione) ha dato vita ad un discreto show cercando di aggredire la scorta per poter venire a contatto con i contestatori (e cazzo, c'è una foto sul Tirreno di oggi col Pecora che prende per il colletto un agente, roba da Pulitzer), poi ha inscenato un teatrino con tanto di saluti romani & tutto l'armamentario del perfetto giullare della politica, con dichiarazioni alla stampa locale da sganasciarsi dal ridere.
Come provocatore sta perdendo punti, comunque. Non è riuscito nemmeno a farsi prendere a schiaffi come mi capitò di vedere all'EX-SNIA di Roma (sulla Prenestina) dove arrivò in visita suscitando le ovvie reazioni degli occupanti, visto che si trattava di un centro sociale piuttosto tendente a sinistra.
In serata, invece, in barba alle ronde ed alle pruderie leghiste di controllo del territorio, alcuni baldi giovani livornesi hanno inseguito con spranghe e bastoni un tunisino che qualche giorno fa aveva avuto una lite in un locale nel quartiere La Venezia ed aveva tirato fuori una pistola (poi rivelatasi una scacciacani) e che si era allontanato all'arrivo della Polizia. Il malcapitato si è ripresentato in zona ed è stato quasi linciato, poi ha cercato di fuggire ma si è dovuto gettare nei fossi che costeggiano il quartiere, dai quali poi è stato fatto uscire e quindi messo al sicuro dalla Polizia.
Se qualcuno vedesse delle contraddizioni in tutto questo (la contestazione a Bontempo ed il quasi linciaggio del tunisino) faccia pure. Anche qui, ad esempio, c'è una discreta fioritura di tunisini non molto graditi alla popolazione in ragione di ripetuti comportamenti che in una città come Livorno, piccola e dove più o meno tutti conoscono tutti, non sono per così dire bene accetti.
O almeno non bene accetti come ad esempio i senegalesi che vendono la loro mercanzia in giro per la città e sul lungomare, proprio dove pochi giorni fa una pattuglia di vigili urbaniarrivata con l'intenzione di fare una retata s'è ritrovata accerchiata ed insultata da passanti, coppie con figlioli e anziani a passaggio.
Per quanto mi riguarda, dopo aver suonato col mio gruppo al benefit per l'Abruzzo sono andato nel teatro dove lavoro, una volta tanto da utente, a vedere la serata di Bobo Rondelli, preceduta dalla proiezione del film-documentario di Paolo Virzì a lui dedicato: "L'uomo che aveva picchiato la testa". Bobo fa parte anche della mia storia personale, ci siamo frequentati nello stesso locale per qualche anno, poi veniva spesso a farmi compagnia nel negozio di dischi che avevo vicino casa sua e lì distribuivo il primo demotape dell'Ottavo Padiglione, quel "Vi si dà Fòo" che in tanti dei suoi primi ammiratori considerano ancora il suo lavoro migliore.
Poi, carriera musicale a parte, abbiamo avuto vite piuttosto movimentate e diversificate, ma Roberto è comunque una persona che per molte ragioni porto nel cuore perchè rappresenta un periodo molto importante della mia vita, lui come tutte le persone con cui ho avuto ed ho tuttora amicizia che ho frequentato in quel periodo. Artisti, cantautori, punks, compagni di strada e di danni, tutti aggregati in posti diversi: quando il centro sociale, quando la birreria o il locale in un seminterrato, quando il vinaio, quando il lungomare dove ululare stornelli da ubriachi col mare di fronte. Qualcuno non c'è più, qualcuno fa tutt'altro, qualcuno ancora cerca una risposta.
Bobo era quello col talento più grande, quello che quando imbracciava la chitarra catturava gli sguardi e le emozioni senza quasi che chiedesse di essere ascoltato. Timido, introverso, filosofo da cantina senza particolare bisogno di uditori qualificati, la voce profonda e tormentata, ha iniziato a scrivere canzoni che erano pennellate del suo mondo, del nostro, quello in cui il troppo talento e la troppa sensibilità raramente viene perdonata. Ma lui è sempre stato ad un passo dal farcela; fare cosa, poi. Poter vivere delle proprie canzoni? No, che non è facile tenere le briglie ad uno come Bobo. E allora è diventato quello che ha scelto di diventare, un musicista per pochi, smarriti cuori nella tempesta, ma a mio parere ha scritto alcune delle più belle canzoni italiane degli ultimi vent'anni.
E ieri sera, dopo la presentazione del documentario di Virzì (un buon lavoro, più ciò di cui Bobo ha bisogno che il vero Bobo, ma va bene così) ha cantato le nuove canzoni che compongono il CD in uscita "Per amor del cielo": bellissime, poesie soffiate da un angolo in penombra pervase da un tormento che sembra non voglia andare più via. Pelle d'oca. A batuffoli.
Ci si sente il senso della rivolta contro e l'amore per la vita, il cinismo di chi nonostante tutto sa benissimo che se stai prendendo una stella in mano vuol dire che sei, per l'ennesima serata, BRIAO DI STRIZZO e che va bene così. Perchè quella, la poesia, non ce la possono rubare nè politici infami, nè preti arroganti, nè quei subumani che della poesia della vita non sanno che farsene e che stanno cercando di farci vivere un'altra barbarie.
Poi si ride e si piange.
Senza rimpianti e senza vergogna.
Avercene di Bobo.

venerdì 15 maggio 2009

RISPOSTE


Ordunque: alle domande del quotidiano "Repubblica" Berlusconi risponde come sempre a modo suo: cioè non rispondendo affatto bensì insultando e minacciando.
In cuor mio spero che i giornalisti di "Repubblica" sapessero benissimo che la reazione non potrebbe essere mai stata diversa: perchè se è vero che c'è una parte di paese che ormai ha messo definitivamente il cervello sotto formalina e che probabilmente nemmeno il più perverso degli emuli del Dott. Frankenstein s'azzarderebbe ad usare per il suo più folle esperimento, ce n'è un'altra che da tempo ormai immemorabile chiede a questo figuro:

"COME HAI FATTO I SOLDI?"

Basta questa domanda per innescare la più leggendaria delle fughe.

mercoledì 13 maggio 2009

MULTICULTURALISMO


Prendere atto che l'Italia è un paese praticamente fottuto sembrerebbe un'esagerazione allarmistica degna di uno sfascista. Magari.
Purtroppo il percorso di imbarbarimento di questo paese non sta conoscendo ostacoli degni di nota, specie se viene delegata alla cricca vaticana la difesa di un fondamento civile come il diritto d'asilo con la colpevole accondiscendenza dei giornali cosiddetti "progressisti" come Repubblica mentre da sinistra non si riesce a far pubblicare neanche un trafiletto tanto per sapere cosa fa quella nullità ambulante di Ferrero oltre a comporre liste elettorali inutili.
Non tacciono, anzi strombazzano, i due organi di stampa che trasmettono al popolo bue la weltaanschaung dei berluscones. E naturalmente ci mostrano il volto di quell'Italia con la quale una persona che si voglia chiamare civile non ha nessuna intenzione di aver niente a che fare.
Leggetevi ad esempio questa lettera che l'ambasciata giapponese ha ritenuto di dover inviare al direttore del "Giornale" Mario Giordano.
Roba da radiarlo dall'ordine dei giornalisti e sbatterlo a raccogliere riso nell'Hokkaido.
Ma ai berluscones piacciono queste dimostrazioni di ignoranza crassa: riflette quello che credono il virile spirito italiano che usa trattar con disprezzo tutti coloro che manifestano caratteristiche antropologiche diverse da non si sa bene cosa visto che in quanto ad imbastardimento siamo un popolo che non è secondo a nessuno; basterebbe studiare un pò di storia.
Il problema è che da quando i berluscones hanno accumulato abbastanza ricchezza per potersi permettere un falegname che costruisca loro delle zeppe per le zampe del tavolino i libri sono diventati un'inutilità di cui si sono presto liberati, quindi ha avuto gioco facile il grugnire di popoli padani, quelli praticamente inventati dalla Lega mentre in realtà le loro mamme sono state zifonate da qualsiasi popolo abbia messo piede nello stivale, direttamente o meno, compresi i siciliani già accomunati con gli arabi.
Il sobrio quotidiano di Feltri invece si è inventato un test che farebbe vergognare un macaco, tanta è la sciatteria e la grettezza con cui è stato compilato. A supporto, sempre nella prima pagina, un articolo di Marcello Veneziani, uno di quelli che anche in aree politiche diverse veniva definito "un intellettuale" mentre personalmente l'ho sempre considerato un cretino di proporzioni epiche. Leggete l'articolo accanto al test e vediamo chi aveva ragione.
Ora, non credo che per chi voti quella discarica di liquami che ha dimostrato di essere la destra italiana ci sia più giustificazione alcuna. Ce ne sono poche o punte anche per chi vota PD, intendiamoci, ma il punto è: se è vero che il malessere verso questo governo e verso i babbuini della Lega esiste, se è vero che ci sono ancora abbastanza italiani che non hanno messo il cervello in formalina e che il semplice principio di rendere questo pianeta un posto meno orrendo di quello in cui questa manica di delinquenti ci vorrebbe far vivere mi chiedo cosa cazzo stanno aspettando le opposizioni ad incanalare questo malessere in un unico partito forte, buttando a mare i frammentatori che hanno preso in ostaggio la sinistra, i Rutelli & c. che spaccano puntualmente laddove si cerca di costruire, i cattolici per cui la carne da macello è da sempre manna dal cielo, e non si cerca di riunire la società civile che non ne può più di questi primati in giacca e cravatta, mafiosi collusi e razzisti dentro.
Leggo che la Finocchiaro s'è candidata a prossimo segretario, e così pure questo Zingaretti di cui finora si ignorano le gesta. E vedo che per queste elezioni ci sono ancora TRE (DICO 3) partiti di sinistra fuori dall'arco costituzionale che se raggiungeranno il 4% grideranno al miracolo.
Le stanno usando tutte per far dimettere da italiani le persone civili.
Per ora ce la faccio ancora a ribellarmi. Non so quanto potrà durare.

lunedì 11 maggio 2009

WAITING ROOM


Chi c'è rimasto a raccontare sogni, speranze e rabbie di chi vorrebbe vedere questo mondo cambiare? Chi c'è rimasto a farci da menestrello cantando le nostre disillusioni e la voglia di non mollare?
Mah. Cosa dire. Ho amato i Beatles ed i Rolling Stones, i Doors e Jimi Hendrix perchè raccontavano un mondo allora nuovo, e speranze che ancora percepiscono quelli che non si sono arresi. Ma anche la debordante fisicità degli Stooges, la drammatica opera in nero dei Velvet Underground, il lirismo soffocato e distante del miglior Neil Young, la possente epica rock degli Who, i versi taglienti cantati con quella voce di "sabbia e colla" di Bob Dylan, il genio consapevole di Frank Zappa. Questi artisti sono stati la colonna sonora di un mondo che voleva cambiare e tuttora vivono come inamovibili icone nei cuori di chi sapeva che rabbia e speranza camminano insieme e che avranno sempre il potere di portarci altrove; quando l'aria si fece pesante arrivò il punk e tutto quel che ne conseguì.
No, non i Sex Pistols e la Grande Truffa. I Clash del primo disco, i Ramones, i Damned dal germe gotico, ma anche i Dead Kennedys ed altri grandissimi gruppi come Germs, Black Flag, Bad Brains, Bad Religion, Circle Jerks e Minor Threat; ecco, questi gruppi hanno cantato quello che ci aspettava e cosa avremmo potuto fare. Era l'epoca in cui iniziarono le autoproduzioni, si creò una scena indipendente efficente ed articolata su scala mondiale. L'etica punk (o quel che diventò) contaminò altri generi, aprì milioni di strade, cambiò il mercato alla radice; esaurito il compito la scena si autodistrusse ed i Nirvana ne furono i perfetti esecutori.
Il lascito fu "create il vostro mondo, usate la vostra coscienza, la rabbia e la speranza sono la vostra forza". 
A me i punkabbestia attuali stanno potentemente e solennemente sui coglioni.
Non sono punks. Non hanno capito un cazzo del punk. Non servono a nessuno se non a loro stessi. Il nichilismo sbandierato dal primo punk era un mezzo per rompere con l'establishment, ma dal punk sono nate scene vive e piene di energia collettiva; qui in Toscana c'era il Granducato Hardcore, ma in tutta Italia in quegli anni ci sono stati gruppi eccezionali, nati dal fervore creativo che il punk aveva instillato.
Ora non c'è nessuno che abbia raccolto il testimone di quella scena, e forse è giusto così; ma al momento non c'è più nessuno capace di interpretare la volontà di cambiamento di chi non vuole arrendersi, non c'è più un poeta, non c'è più un menestrello, non c'è più un dannato credibile.
E allora tocca tornare al passato per riascoltare parole di rabbia e di grande forza, di speranza e di consapevolezza. Ad uno dei più grandi gruppi di sempre (mera opinione personale, naturalmente).

FUGAZI
WAITING ROOM 

I am a patient boy
I wait, I wait, I wait, I wait
My time is water down a drain

Everybody's moving
Everybody's moving
Everything is moving,
Moving, moving, moving

Please don't leave me to remain
In the waiting room

I don't want the news
(I cannot use it)
I don't want the news
(I won't live by it)

Sitting outside of town
Everybody's always down
(Tell me why)

Because they can't get up
(Ahhh... Come on and get up)
(Come on and get up)

But I won't sit idly by
(Ahhh...)
I'm planning a big surprise
I'm gonna fight
For what I want to be

And I won't make the same mistakes
(Because I know)
Because I know how much time that wastes
(And function)
Function is the key
Inside the waiting room

I don't want the news
(I cannot use it)
I don't want the news
(I won't live by it)

Sitting outside of town
Everybody's always down
(Tell me why)

Because they can't get up
(Ahhh... Come on and get up)
Up from the waiting room

Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)

(Tell me why)
Because they can't get up  





domenica 10 maggio 2009

GLI OPERAI CHE VOTANO LEGA. (POST PESANTEMENTE OFFENSIVO)


Insomma, si dice che siano tanti.
Anzi, a destra se ne stanno facendo una bandiera.
Magari è vero che sono stati praticamente lasciati soli nelle fabbriche (poi succedono cose come quella successa nella Thyssen-Krupp e scoprono che a destra stanno cercando in tutti i modi di farla sfangare ai responsabili, e noi scopriamo che per molti operai la scoperta dell'acqua calda è ancora una novità); magari questo centrosinistra ma-anchista e inciucista farebbe incazzare anche Gandhi, magari si sono visti sfilare sotto il naso diritti fondamentali senza che nessuno muovesse concretamente un dito, magari hanno dovuto vedere manifestazioni di 3 milioni di persone senza che cambiasse di un capello la miseria di uno stipendio col quale arrivare a fine mese è un miracolo.
Sì, magari è giusto sentirsi traditi.
Ma (scusate la metafora) quale abnorme cretino per fare rabbia alla moglie che l'ha cornificato andrebbe a farsi mettere venti tosti centimetri di fava nel didietro?
Trovati.
E ho idea che gli piaccia pure.
E adesso che la vera natura della Lega è talmente chiara ed alla luce del sole e come se non fosse bastata a queste incredibili teste di cazzo andarsi a riparare sotto una coalizione guidata da un imprenditore stracolluso con la peggiore feccia mafiosa in circolazione, che ancora nessuno sa dire come abbia fatto i soldi e che ha dato prova manifesta che la sua capacità imprenditoriale è credibile quanto un maiale in tight (vedi Alitalia), abbiamo una classe operaia orgogliosamente xenofoba, razzista e pure parecchio fascistoide.
Ci credo che CISL e UIL firmano anche le cambiali in bianco.
Ma non mi risulta che sia scritto da nessuna parte che un operaio, nell'anno di grazia 2009 d.c. debba ancora farsi imboccare la pappa dal partito o dal sindacato per sapere quali siano i propri interessi.
Non mi risulta che se i Bertinotti ed i Cofferati (scelti a caso ma neanche tanto) si dimostrano degli incapaci sia vietato cacciarli a calci in culo facendo sentire il peso della propria forza, che non è quello del sindacato o del Partito, ma quello della classe operaia stessa.
Non mi risulta che nell'era di internet, della comunicazione globale e soprattutto con 150 anni di lotte operaie scolpite nella storia chi lavora in fabbrica non ha gli strumenti per capire cos'è una lotta di classe.
Di conseguenza non mi risulta che sia obbligatorio, premesse tutte le condizioni succitate, che un operaio abbia il diritto di ficcarsi le sinapsi su per il buco del culo e sostenere proprio coloro che con le vite di chi sta in catena di produzione ci fa il frullato per la colazione del mattino.
Queste merde (scusate il termine troppo languido ma oggi mi sento buono) pensano, no scusate il termine è troppo accondiscendente, grugniscono concetti secondo i quali sono proprio gli imprenditori i garanti del proprio lavoro, quindi se ne deduce che proprio quella classe che ha ridotto della metà il potere d'acquisto dei loro stipendi, che delocalizza a piacimento infischiandosene bellamente se centinaia di famiglie rimangono col culo per terra, che li tratta da pezzenti se solo provano a lamentarsi se non arrivano in fondo al mese, che ha elevato il precariato a modus operandi "normale" senza qualche straccio di ammortizzatore sociale decente, QUESTI sono il loro punto di riferimento.
Verrebbe da dire loro: ok, tenetevelo. Schiattate coi vostri stipendi da fame, mandate le vostre mogli a battere se queste non si sono rotte prima i coglioni di stare con dei deficienti che per paura di quattro africani si lasciano tagliare il potere d'acquisto del proprio lavoro della metà, e guai se osate lamentarvi.
Vi aspettiamo fuori dalla fabbrica e giù bastonate. Perchè quelle solo meritate.
Purtroppo non ci si può fermare ai deliri di qualche povero imbecille in tuta blu, ci sono ancora operai con una coscienza, che sanno benissimo quanto sia difficile riconquistare la dignità del proprio lavoro soprattutto oggi che la dignità del lavoro sta scivolando nelle fogne in compagnia delle camicie verdi e di quella banda di pagliacci che è mirabilmente rappresentata dalla destra italiana.
Qualche tempo fa (mi pare ad Anno Zero) trasmisero i pianti degli operai sardi ai quali stanno chiudendo la fabbrica nonostante le promesse di Berlusconi durante la campagna elettorale, e questi cercavano di muovere a compassione il giornalista interlocutore dichiarandosi delusi ed amareggiati nonostante avessero dato il voto al centrodestra perchè "BERLUSCONI HA PROMESSO CHE LA FABBRICA NON SAREBBE STATA CHIUSA".
Onore al giornalista che non gli ha risposto con uno scaracchio di 3 kilogrammi nel viso.
Io non sarei riuscito a trattenermi.
Mi sono fatto il culo facendo il facchino nelle cooperative per la grande distribuzione alimentare per anni, da quando me ne sono andato per tornare a fare il mio lavoro ripartendo dal gradino più basso e per evitare di non avere più la schiena entro pochi anni, i miei ex-colleghi non riescono più non solo ad arrivare a fine mese, ma anche alla metà; i capannoni sono stati delocalizzati ancora più fuori provincia, non c'è più diaria nè rimborso spese, niente più tredicesima o quattordicesima, sul lavoro le restrizioni sono diventate insopportabili, le medie di produzione da tenere sono aumentate (e se non ce la fai resti a casa o addirittura buttato fuori senza tanti fiocchini), i sindacati sono conniventi al massimo grado, nessuno osa fiatare. E l'andazzo sembra peggiorare: non bastano le fabbriche che chiudono a frotte, non basta quanto sta prospettando Marchionne con l'ultima trovata delle fusioni che faranno perdere migliaia di posti di lavoro.
Votano Berlusconi e votano Lega, quegli operai nuovo fiore all'occhiello della destra nostrana antioperaia ed anti-multietnica. Perchè, è chiaro, il nemico viene da fuori ed ha la pelle scura.
Ecco, spero vivamente che prima o poi i più consapevoli comincino a ringraziare quei colleghi entusiasti di votare Lega.
Con tanti applausi.
Direttamente sul viso.

sabato 9 maggio 2009

LE VITTIME DEL TERRORISMO E LA MEMORIA INDOTTA.


A quella parte di persone che probabilmente ha guardato compiaciuta la stretta di mano tra la vedova Pinelli e la vedova Calabresi mi viene d'istinto di dire che non è il caso di farsi fregare.
Certo è che i gesti di conciliazione sono sempre emozionanti e rassicuranti, almeno quanto tendono a tirare un bel rigo sul passato con l'obbligo d'ora in poi di guardare avanti.
Riconosco nella mossa di Napolitano un lodevole richiamo a riportare alla luce quei morti, come Pinelli, la cui storia si compenetra perfettamente nel clima in cui l'Italia ha vissuto nelle stagioni più calde del dopoguerra e che hanno visto gran dispendio di vite umane; è ovvio che lo Stato ricordi le vittime di quelle stagioni, i suoi poliziotti, i suoi magistrati, tutte quelle persone che fecero le spese di un clima "democratico" irrespirabile.
Ma guardando l'Italia di oggi, normalizzata, xenofoba, razzista, priva di ogni dignità davanti ad un ducetto di plastica, ci chiediamo se non sia il caso di ricordare altri morti. Perchè ai morti per mano di quegli stessi organi di Stato, alle loro famiglie, nessuno ha mai pensato.
Faccia pure lo Stato quando ricorda il commissario Calabresi: in questo articolo di Ulisse Ognistrada dal sito di Senza Soste che riporto integralmente c'è qualche nota che anche nel ricordo è bene non dimenticare:

LUIGI CALABRESI, IL "COMMISSARIO FINESTRA"

Contrariamente a quanto si pensi, l'opera di falsificazione e repressione, compiuta da Calabresi. non inizia con le indagini su piazza Fontana e con l'omicidio Pinelli, ma alcuni mesi prima.
Sono tre anni che Calabresi è nella squadra politica, ma già si mette in evidenza quando deve fronteggiare le manifestazioni e lo fa con rara rabbia, da buon figlio della borghesia artigiana, riuscendo a procurarsi alcune denunce per ATTENTATO AI DIRITTI DEI CITTADINI contraddicendo le voci che (oggi) lo dipingono come un “moderato”.
Il 25 aprile 1969 scoppiano due bombe alla Fiera di Milano ed alla stazione centrale, Calabresi indirizza le indagini in una sola direzione, sui gruppi extraparlamentri di sinistra e sugli anarchici, indagini che portano al fermo di 15 militanti di sinistra; si aspettano mesi per interrogare gli arrestati, ma nonostante la cocciuttaggine del commissario aggiunto, dopo sette mesi i fermati vengono rilasciati per mancanza di indizzi, alzando un caso politico che finirà davanti al tribunale dell'Aia per i diritti dell'uomo.
Il 12 dicembre 1969 alle 16:37 in piazza Fontana, nel centro di Milano, esplode una bomba provocando diciassette morti e ottantotto feriti, ma in quel giorno non sono le sole: una seconda bomba fu rinvenuta a Milano nella Banca Commerciale, successivamente fu fatta brillare distruggendo elementi importanti per risalire a chi avesse preparato gli ordigni. Altre tre esplodono a Roma causando 17 feriti. Cinque attentati nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati in un lasso di tempo di soli 53 minuti.
Le indagini milanesi guidate dal Commissario Calabresi si indirizzano, immediatamente e senza dubbi, su anarchici e gruppi di sinistra portando al fermo, senza prove o accuse, di centinaia di persone tra cui un ferroviere anarchico: Giuseppe Pinelli.
Per smentire le ciarle di chi ancora oggi sostiene la storia del buon commissario, Pinelli racconta ad un fermato di sentirsi perseguitato da Calabresi e di avere paura di perdere il posto alle ferrovie, inoltre lo stesso fermato, sbirciando i fogli d'ordine lasciati su una scrivania legge del “trattamento speciale” riserbato a Pinelli: non farlo dormire e tenerlo sotto pressione per tutta la notte.
Il 15 dicembre nelle stanze al quarto piano dell' ufficio politico ci sono ancora un centinaio di fermati che, dal venerdi' delle bombe, sono sottoposti a continui interrogatori e pestaggi. Aldo Palumbo, cronista dell'Unita' di Milano, muove i primi passi per attraversare il cortile ed è l'unico a sentire il tonfo della caduta di Giuseppe Pinelli dalla finestre dell'ufficio del commissario Calabresi, lo vede a terra, morente. Il giorno dopo troverà la sua casa sotto sopra in segno di chiaro avvertimento nel caso che Pinelli, morente, avesse rivelato qualche cosa. La mattina dopo tutti i quotidiani escono a grossi titoli con la notizia del suicidio del Pinelli.
Perché Pinelli avrebbe dovuto suicidarsi?
Tutti quelli che lo conoscevano sapevano che disprezzava i suicidi e li condannava, diceva che erano vigliacchi. Non solo: era anche un veterano degli interrogatori (oltre 20) e conosceva bene i sistemi della polizia. Il trucco della confessione di Valpreda (il maggiore indiziato come esecutore della strage) con lui non poteva funzionare.
La storia di Pinelli suicida non regge perché chi si butta nel vuoto fa un salto e non sfiora il muro, come accadde a Pinelli e non rimbalza su due cornicioni. Pinelli è stato gettato dalla finestra dell'ufficio di Calabresi.
Tralasciando le incongruenze, le menzogne ed i depistaggi sulla morte di Pinelli, è utile ricordare, per capire chi era Calabresi, che nel 1971, dal processo sugli attentati del 25 aprile, saltano fuori particolari umilianti per la polizia, verbali spariti, altri falsificati, biglietti messi in tasca ad un imputato. Le accuse crollano, Calabresi viene fischiato in aula e gli sono accollate tutte le responsabilità. In quei giorni la stampa rinfocola le accuse a Calabresi, anche giornali notoriamente non di sinistra lo accusano.
Nonostante queste premesse, la polizia premia Cabresi nominandolo commissario capo. Un modo per dire : “bravo hai fatto un buon lavoro”.
A questo punto la figura del commissario capo Calabresi è chiara.
Torture in interrogatorio, depistaggio di indagini, verbali falsificati e uccisione di Pinelli.
Come sappiamo la realtà giudiziaria è una, spesso pilotata, molte volte di parte.
La realta storica ha, di contro, fatto il suo processo ed emesso la sua sentenza.

(Ulisse Ognistrada tratto da Senza Soste n°33)

Allora, quando si parla di memoria, mettiamo in tavola tutti coloro che sono rimasti uccisi nella strage di Piazza Fontana, nel treno Italicus, a Piazza della Loggia, alla Stazione di Bologna; tutti coloro che sono rimasti uccisi durante manifestazioni per mano della Polizia, leggete pure il link e non spaventatevi del numero così alto; accipicchia, eh? Un bel numero di ragazzi e un bel numero di autoassoluzioni, non c'è che dire. E questi morti di quale memoria fanno parte? Chi dà loro la dignità del ricordo?

Allora andiamoci piano: i nostri governanti vogliono equiparare repubblichini e partigiani, cioè chi ha contribuito a fare dell'Italia uno Stato democratico e chi, attraverso torture, massacri e rastrellamenti in cui ha steso il tappeto rosso alle belve naziste, hanno cercato di difendere una dittatura infame che ha portato l'Italia alla sconfitta in guerra lasciando solo morti e macerie.
E non se la sente ancora, gesto di Napolitano a parte, di rendere dignità a quelle persone ed a quei ragazzi che sono morti affinchè l'Italia non diventasse quel paese di merda che è diventato, dove dei babbuini in camicia verde dettano legge in materia di etica e gestione del territorio insieme al sunnominato ducetto di plastica.

Costa poco ricordare a questo Stato che la memoria di un popolo ha molte sfaccettature e non necessariamente è quella iconografica che si cerca di imporre mediaticamente o con leggi infamanti. Costa poco ricordare allo Stato che tra i tanti suoi integerrimi servitori si annidano cancri malefici di cui il popolo italiano farebbe volentieri a meno. Costa poco ricordare allo Stato che tanti morti chiedono proprio a questo Stato non tanto riconoscimenti quanto Giustizia.

Ricordiamoci di farlo, ogni tanto.

LA SERVA SERVE, LA SERVA E' CONSIGLIABILE!


E finalmente anche questa qua è diventata ministro:



Oddio, non è che il suo ministero nasca sotto i migliori auspici, visto che il Mentore Maximo le ha assegnato il dicastero del Turismo e subito abbiamo rimandato a casa circa 200 turisti africani che probabilmente volevano visitare i nostri accoglienti resort 5 stelle nei quali accogliamo questi opulenti fratelli "abbronzati", come simpaticamente insegna il nostro premier.

Non sono tra quelli che si scandalizza, almeno non ora e non a questo punto. O almeno non per la Brambilla ministro e neanche per il barcone riportato in Libia. Questo fa parte delle cose che uno si aspetta da questo governo e da un ministro come Maroni ed i suoi degni compari leghisti; se si analizza la fredda cronaca vediamo come negli ultimi giorni Berlusconi è stato esautorato dal ruolo di marito dopo l'ennesima esibizione di cafonaggine all'italiana rilanciata subito dalla richiesta di palpeggiamento ad una assessore trentina diffusa in video ed in piena discussione sul suo divorzio, dopo lo spottone passato da Bruno Vespa, ha pensato bene di piazzare il ministro autoreggente tanto per affrontare con più ottimismo la crisi.
Gli spunti di riflessione sono vari e molteplici: pensiamo al partito di opposizione.
Le donne del PD.
Nell'immaginario globale dell'italiano dovrebbero essere rappresentate più o meno da questa qui:







Si dice sia una brava donna ed una politica seria. Sarà.
Ma una politica seria dovrebbe conoscere bene chi è Fabrizio Corona e tutto l'apparato di "ciarpame senza pudore" che gira intorno a questi personaggi; c'è poco da fare gli snob. L'Italia di oggi ha proprio nei Corona la sua espressione più degradata eppure un numero incredibile di persone ne subisce il fascino. Sarebbe il caso di chiedersi perchè e reagire di conseguenza. La Turco dovrebbe rivendicare il suo diritto personale di rappresentare dei valori contrapposti visto che di quanto fatto in politica ha poco da vantarsi, ma se non si è in grado di ridurre ad un cencio uno zero come Corona, ci si alza stizzite e si scappa si ottiene proprio il risultato che i Corona & simili si auspicano.

Oppure ci sarebbe la Anna Finocchiaro, quella che non più di dieci giorni fa si è sdilinquita davanti all'autorevolezza, il carisma ed il sintomatico mistero del ministro Maroni e che è ben rappresentata da questa imitazione di Sabina Guzzanti.



Oppure ci sarebbe la Rosi Bindi, di cui vi risparmio la diffusione in video ma che addirittura è quella dialetticamente meglio preparata e sicuramente più combattiva.
E poi? La Melandri che fine ha fatto? Non s'è ancora ripresa dall'erba di Malindi? La Jervolino? Cosa farà dopo Napoli? Tanta professione di progressismo e poi ci ritroviamo con questa fuffa in gonnella?
Facciamo a capirsi: una donna in politica deve presupporre fascino e presenza, tutte doti che nelle figurine come la Brambilla, la Carfagna, la Carlucci & simili sono scandalosamente carenti. Si vede che non hanno i mezzi per costruirsi un minimo di personalità propria, però tanto è bastato al Nanoviagra per conquistarsi le platee di quei fini esteti che sono gli elettori italiani, perchè beninteso, anche le donne guardano con MOLTO interesse a questi modelli. Ed è qui che dall'altra parte, come al solito, hanno perso l'ennesima occasione. Berlusconi ha potuto allegramente perpetrare lo stereotipo della zoccola devota al padre-padrone senza incontrare resistenza, senza che dall'altra parte venisse proposto un modello femminile eticamente antitetico pur tenendo d'occhio la propensione degli italiani all' apprezzamento di chi dimostra una cura tutta femminile di sè; non si sono minimamente preoccupati di lanciare giovani capaci e che sapessero trasmettere, ad esempio, la freschezza e la feroce franchezza dimostrata dalla Sarracchiano, che dopo qualche intervista è ripiombata nell'oblìo. Nessuno del PD ha pensato bene di curare questo aspetto, nonostante si cianci di donne protagoniste da due generazioni e più. E quindi campo libero al mignottame berlusconista, via libera allo stereotipo del fare carriera dandola via, via libera all'immagine della donna ridotta a figurina e guai se non fai vedere un paio di cosce. D'altra parte dove si lascia campo libero la altrove improponibile radice culturale dell'italiano medio prende tutto lo spazio concesso, con la benedizione di Sua Santità al quale vedere donne capaci, combattive e propositive fa venire l'orticaria. Meglio qualche zoccola da diporto. Obbediscono ed ingoiano senza creare troppi problemi.
Ma, come al solito, nessuno è innocente.

venerdì 8 maggio 2009

VOGLIAMO DORMIRE!


Sembrerebbe cronaca locale, ma a ben guardare troppi comportamenti rimandano ad una strategia che non è assolutamente circoscritta alla realtà livornese, e questo è il dato interessante che dovrebbe farci riflettere.
Cosa è successo?
E' successo che a Livorno la struttura della Fortezza Nuova, uno dei luoghi più belli della città dove ci sarebbero parchi, giardini e strutture polifunzionali, è chiusa e lasciata marcire nel degrado da 12 anni. A cavallo tra il 25 Aprile ed il 2 Maggio una serie di associazioni e soggetti politici hanno organizzato un'iniziativa comprendente concerti e dibattiti  raccogliendosi nel "Comitato Fortezza dal basso", il tutto nell'area verde adiacente la Fortezza e lasciando lo spazio per i DJ set nella grotta all'interno dello spazio sotterraneo. 
Un'iniziativa pienamente riuscita e che ha visto la partecipazione di un grandissimo numero di persone data anche la qualità degli argomenti di discussione portati e che ha permesso ai cittadini che sono intervenuti di confrontarsi su temi fondamentali quali il diritto alla casa, la crisi occupazionale e la gestione del territorio.
Sono riuscito ad andare la sera del giovedì scorso finito di lavorare, verso mezzanotte e mezzo: luci spente sul piazzale e nella grotta musica a volume basso tanto che appena fuori dalla fortezza non si sentiva nulla, tanto che lì per lì io ed i miei colleghi abbiamo pensato fosse già tutto finito.
Ovviamente al termine della manifestazione qualche autorità cittadina ed il suo megafono, il giornale locale "Il Tirreno", hanno pensato bene di attaccare ad alzo zero la manifestazione; gli argomenti? I soliti. Musica alta fino alle 5, schiamazzi, intemperanze, perfino una sedicente aggressione (?).
Tutto, ovviamente e rigorosamente FALSO.
In prima fila il Presidente della Circoscrizione 2 Maurizio Paolini (PD), seguito a ruota dalla solita destra cittadina e da un oscuro segretario dell'Italia dei Valori, partito che qui a Livorno si sta segnalando più che altro per il costante sprezzo del ridicolo, come in occasione della mancata visita di Borghezio, ma d'altra parte la vetrina che offre l'abbaiare contro una iniziativa popolare scevra da qualsiasi lingua-in-bocca col potere locale è troppo ghiotta per questi incompetenti messi lì a rubare stipendi pubblici lasciando una città intera al degrado ed alla morte civile.
Sì, perchè provate pure a fare un giro per Livorno di sera.
La centralissima Via Grande già dopo le 21 sembra un set di un film sul dopobomba; e nelle zone adiacenti è anche peggio. Non solo una donna, ma chiunque passeggerebbe per il centro con un certo timore. L'unica zona in cui si vedono segnali di una presenza umana è quella di Piazza della Repubblica dove si riuniscono tutti gli stranieri comunitari e non visto che in quella zona hanno trovato appartamenti da affittare e comunque sono gli unici a scendere in strada dopo cena; chiaramente da molte parti in città la cosa viene vista come segnale di degrado, datosi che naturalmente non mancano scaramucce, risse e qualche coltellata tra i più facinorosi ma non si è ancora avuta notizia di violenze o stupri o insomma tutto l'armamentario dei babau atti a spaventare i bravi cittadini.
Ecco quindi che se qualcuno prende un'iniziativa per la collettività i responsabili della morte civile della città cominciano a strillare, ben supportati dalla stampa locale.
Il clima che vogliono è questo: tutti in casa, tappati ed impauriti, le strade lasciate alla feccia extracomunitaria in modo che si possa addossare loro ogni nefandezza nonostante Livorno resti una delle città più sicure ed a basso tasso di criminalità in Italia, mentre loro, gli amministratori di questo mortorio, speculano indegnamente sul patrimonio cittadino restringendo al minimo le possibilità di spazi per chi la sera vorrebbe vivere e non rinchiudersi in casa davanti alla TV.
E' una strategia semplice ed efficace perchè urlando "Al lupo" anche quando non ce n'è bisogno si trovano sempre i farlocchi che abboccano. 
E stavolta l'hanno fatto per colpire un'iniziativa popolare, nata dal basso e che proponeva temi non proprio comodi per l'amministrazione cittadina; è chiaro che il potere politico vede come il fumo negli occhi gli spazi di discussione dove lorsignori non possono usare le loro armi di disinformazione di massa e dove movimenti ed associazioni sono invece ben informati  sulle loro inefficienze e sulle loro incapacità di gestire il territorio. 
In questo articolo pubblicato da Senza Soste  sono raccolti i comunicati dei gruppi che hanno organizzato l'iniziativa e grazie ai quali si può capire il grado di arroganza e mistificazione che certe istituzioni raggiungono con la servile compiacenza della stampa locale; aggiungo che essendo testimone diretto dell'evento posso ribadire per conto mio che la festa organizzata in fortezza non poteva assolutamente costituire fonte di schiamazzi e rumori molesti per gli abitanti del quartiere adiacente, anche se ovviamente i politicanti con pruderie securitarie non hanno faticato a trovare i leccaculi di turno che si sono esposti per stigmatizzare l'evento.
Tutti zitti e tutti a casa, possibilmente davanti a Bruno Vespa, quindi?
Scordatevelo.
E prima i cittadini si riprenderanno le strade senza aspettare notti bianche, feste di partito e sagre parrocchiali, prima sarà possibile sgretolare alle fondamenta questa politica fintamente democratica e molto fascista e razzista che vorrebbero imporci.

mercoledì 6 maggio 2009

NEL FRATTEMPO


Il colpo sta per riuscire.
Il Divorzio d'Italia sta fagocitando ogni possibile discussione, grazie alle complesse trame collaterali esibite ad arte dall'establishment dell'informazione e così tra foto tarocche, richieste di scuse, palpate di culo e Vespa sempre più zerbinotto di peluche il saggio popolo italiano ha di che dare aria alle carie senza connettere i neuroni troppo faticosamente.
Nel frattempo......
nel frattempo c'è il piano del governo per la ricostruzione dell'Abruzzo.
Coperto dallo spottone settimanale perchè quelli giornalieri sono ormai un ricordo dei primi strazianti giorni del terremoto, quelli in cui ogni italiano bravaggente doveva sentirsi in dovere di frugarsi. A settembre avrete le case.
Quali.
Dove.
Mah.
Il piano del governo è qualcosa di molto vicino alla puntuale scatanfronata all'italiana: se non ci credete leggete pure qui.
Ma soprattutto leggete il solito blog di MissKappa.
Possibilità di subappaltare fino al 50% della concessione, fondi erogabili entro il 2030 o giù di lì, un tappeto rosso per le solite ganasce. Con questa gente non si rischia di sbagliare.
Nel frattempo tutti a pendere dal Capo Ferito che dal salotto del suo servo dà la colpa alla stampa di sinistra del suo divorzio, lui che per difendersi ha solo quegli esempi di sobrietà e correttezza professionale che rispondono a "Il Giornale" e "Libero".
Urgerebbe a breve altra visita-spettacolo in Abruzzo, ma probabilmente potrebbe tirare un'aria decisamente diversa se quanto si paventa è vero.




martedì 5 maggio 2009

CHE BELLA LA CAPPELLA

C'ho messo un pò per capire se fosse uno spot del PD o un video musicale. Però cazzo che risate.




lunedì 4 maggio 2009

UOMINI E TOPI


Che poi perchè tanti animali siano sinonimo di cose riprovevoli & abominevoli per noi umani, quando quegli stessi animali sono sicuramente migliori di tanti sedicenti esseri umani é una cosa che stento a capire.
Come quando si usa il termine "cane!" con l'intenzione di offendere; se più umani avessero il senso di lealtà e la dignità dei cani il mondo sarebbe sicuramente migliore.
Ad esempio quando si usa il termine "topo di fogna" l'intenzione è quella di indicare una persona fondamentamentalmente vile, un lurido essere che colpisce a tradimento in un attimo e che ritorna nell'ombra un secondo dopo senza avere la faccia di affrontare il nemico in faccia. Chi non usa metafore animali ha a disposizione il termine "infame", che a mio modo di vedere rende meglio l'idea.
Ecco, tolto tutto il circo di dichiarazioni e controdichiarazioni che ha contraddistinto il Divorzio d'Italia, resterà imperituramente scolpito negli annali delle vergogne del giornalismo italiano quella prima pagina di "Libero" con la signora Veronica Lario che si denuda il seno, la spudorata "soubrette" (che per gli oranghi della specie di Feltri sono la stessa cosa raffrontata ad un'attrice di teatro) esibita al pubblico ludibrio proprio come una qualsiasi vittima del represso di turno che pubblica su internet le foto della ex in pose eroticamente ineccepibili.
Tanto per chiarire, due settimane fa ho visto la Giuliana De Sio (che è ancora una bellissima donna) praticamente nuda nella versione teatrale de "Il Laureato". Ma spieghiamolo ai Telelobotomizzati delle Libertà ansiosi di tette di nullità con gli orecchi come la Arcuri, tanto per scomodare un archetipo.
E difatti sarebbe fiato sprecato tanto che Feltri, incurante dell'ennesima dimostrazione di belluina grettezza umana, ha inteso equiparare un nudo teatrale ai culi velinisti mediasetticemici.
E' ovvio che Berlusconi abbia usato il suo bodyguard mediatico, quel Vittorio Feltri che solo i Lobotomizzati delle Libertà continuano a considerare un giornalista, perchè ovviamente è il solo modo di rispondere ad una moglie che nonostante sia la donna di Sua Bassezza Silvio Berlusconi s'è comunque stancata di un pagliaccio che in una situazione economica e sociale come quella attuale riesce a far parlare di sè solo per le solite sesquipedali cialtronate con le quali sollazza il popolino di "Chi", "Visto" e tutto il ciarpame su carta stampata che costituisce uno dei valori fondanti di questa nazione.
Il lavoro sporco lo fanno i servi, da sempre.
E poi, via di complotto della sinistra, di oscuri sobillatori quando la pochezza morale ed umana dell'Omino di Arcore è ormai materia di crasse risate in ogni parte del globo, eccetto questo disgraziato paese dove eppure risiedono i Maestri Assoluti della Morale e della Verità, quei parassiti dipendenti da San Pietro che vedono in Berlusconi l'Uomo della Provvidenza, tanto per ribadire la loro caratura di Faro dell'Umanità.
Ecco, in tutto il can-can su un fatto di cui fondamentalmente m'importerebbe un segone a tre mani non si può non prendere atto che in tutto ciò spicca il solito teatrino in cui le donne ne escono trattate come spazzatura da un sistema ben ossidato e consolidato dal Grande Comunicatore, l'Uomo che milioni di italiani considerano il nostro orgoglio nazionale.
Stiamo diventando la barzelletta dell'occidente e ben felici di esserlo.
Tanto per gradire.