lunedì 30 novembre 2009

DELLA SINISTRA DEL CAZZO E DI BANDIERE DA BRUCIARE


Essere di sinistra non vuol dire solo fare la guerra a quel mafioso delinquente di Berlusconi ed alla sua cricca.
Cosa che sarebbe comunque parziale e probabilmente strategicamente poco produttiva, visto che la malattia sta soprattutto nella gretta ignoranza annidata nelle teste di quegli italiani che, una volta visto Colui che si proclama Unto dal Signore e finalmente trovato il Paladino della Crociata contro i Comunisti gli si è buttata davanti in ginocchio implorante ed adorante.

Berlusconi ha fatto il suo lavoro e una decina di milioni di coglioni indegni di vivere in una democrazia e del diritto di voto gli ha consegnato il paese, non c'è molto da girarci d'intorno.

Ma c'è un'altra parte d'Italia che è altrettanto malata.
Molto malata.

Prendiamo 'sta storia del crocifisso.

La Corte Europea tenta di riportarci agli standard dei paesi laici civili scatenando le ire dei nostri ducetti della minchia strappona che hanno quindi, in un crescendo rossiniano, risposto invadendo le gazzette con le proposte più imbecilli che mente umana possa concepire e non a caso sono venute dal sottobosco leghista, la più grande fucina di cercopitechi ancora funzionante dall'alba dell'uomo.

E siamo arrivati a Castelli che vuole il crocefisso sul tricolore.

Dichiaro qui nel pieno delle mie facoltà mentali (i leghisti si astengano dal commentare, sono cose troppo grosse per loro) che se mai un abominio del genere dovesse mai realizzarsi la prima bandiera crocifissomunita verrà bruciata in Piazza Goldoni a Livorno dal sottoscritto.
La prima, poi passo a tutte le altre che mi capitano davanti.

Non permetterò ad una masnada di razzisti xenofobi e delinquenti (sono o non sono compagnucci di merende di Berlusconi? E quindi....) di mettere un simbolo religioso identitario sulla bandiera del paese dove sono nato. Non ho nessuna intenzione di far passare la cosa senza conseguenze.

Queste merde che col tricolore ci si volevano pulire il culo, che "chi non salta italiano è!", non devono azzardarsi a menzionare la bandiera italiana neanche per scherzo. Figuriamoci sentenziare su cosa debba contenere o meno.

E questo premesso che
"we draw lines, stand behind them
that's why flags are such ugly things that
they should never touch the ground"
come canta Ian Mc Kaye dei Fugazi in uno dei loro pezzi più belli ("facet squared")

E questa ultima uscita leghista valga da esempio ai signori benaltristi che si dichiarano di sinistra e che invece farebbero bene a fare le persone serie e levarsi dai coglioni, che un Rutelli ed un Casini che se li mettono nella gabbietta li trovano senza problemi. Se ci si dichiara "di sinistra" e non si capisce come quel pezzetto di legno con un pupazzo attaccato è solo un mezzo per imporre una cultura dominante assolutamente agli antipodi con qualsiasi cosa che possa anche lontanamente essere definita "di sinistra" credo proprio sia il caso per loro di lasciar perdere il ragionare ed il disquisire di politica e di società ed andare a farsi turni di 18 ore al giorno al mercato ortofrutticolo, non sia mai possano rendersi utili a qualcosa.

Stesso richiamo lo potete trovare presso un altro amico blogger, Riccardo Venturi, del quale mi pregio di condividere ogni riga del suo post. Non sono il solo, a quanto pare, ad aver individuato certa sinistra del cazzo, snob e completamente funzionale a questa destra la cui icona potrebbe essere, che so, un Sansonetti, ma a far le pulci verrebbe una fila lunga da qui a Donoratico.

Richiedevo, tempo fa, una durissima presa di coscienza degli errori fatti dalla sinistra italiana negli ultimi vent'anni e la ricompattazione in un unico grande partito della sinistra (credo che sia esemplificativa oltre ogni chiarezza la figura meschina fatta da Sinistra e Libertà, tanto per citare l'ultima porcheria partorita dai nostri leaderini del cazzo) che inizi a mostrare agli italiani la volontà di ricostruire sulle macerie cerebrali degli italiani un paese laico, improntato sui diritti e sull'equità sociale.

Seguo con una certa ilarità i primi passi del PD bersaniano, che in questa vicenda sta dimostrando l'agile elasticità di un lungodegente ospedaliero. Ma è ormai ovvio non aspettarsi una sola azione degna di nota da un partito che non vuole neanche mescolarsi ad una manifestazione nata dal basso, quella del 5 dicembre, un'altra occasione persa per rendersi conto di CHI sono gli elettori di sinistra. Gente che, probabilmente a loro non interessa.

In attesa di rimettere insieme cocci e macerie di un'idea di politica affossata prima dai propri leader e poi dalla carenza di civiltà dell'italiano medio godiamoci quindi gli spot nei quali delle specie meno evolute (o devolute) mostrano ad un'attonita umanità come si governa un paese facendo ridere il mondo.

venerdì 27 novembre 2009

AVVERTENZA


Leggo in qua e in là che la polizia carica.

Carica le donne e carica gli operai, ovviamente.

Allora il promemoria è bell'e fatto.

I poliziotti, i tutori dell'ordine formato fiction su RAI 3, stanno per l'appunto lì. Nelle fiction e nella testa di "io c'ho un amico poliziotto, è tanto bravo".

C'era brava gente anche nella Gestapo, ci metterei la mano sul fuoco.

O nell'NKVD. Cos'é? Intanto cos'era. Se siete anticomunisti e non lo sapete andate a fare telline a Courmayeur e non rompete i coglioni con la politica.

Quindi sappiate che quando si va a tirare la somma, quando un governo non riesce a garantire nei fatti NULLA di quanto sia indispensabile affinchè ci si possa sentire in un paese realmente democratico, avrete modo di constatare che i poliziotti ed i Carabinieri delle fiction sono per l'appunto delle fiction.

Quelli veri menano.

Forte.

No, sennò sembra che in rete non si fa abbastanza informazione.

Quindi se siete donne, operai, omosessuali, maomettani, nuomettani, precari e post cari, sappiate che le manganellate, le transumanze in Questura, i contatti epidermici con qualsiasi divisa da fiction, possono portare irritazioni anche gravi alla cute.

E soprattutto che gli "eroici ragazzi in divisa" quando andrete a reclamare in piazza perchè v'hanno lasciato senza lavoro o perchè siete stanche di essere le vittime sacrificali di un sistema vecchio e stantìo quanto le credenze teistiche, loro saranno sempre lì, accanto a voi.
A sconocchiarvi di legnate.

E, ovviamente, "prendono ordini".

mercoledì 25 novembre 2009

LOTTA POLITICA E PAUSE PRANZO


Avete presente quei tipi fastidiosissimi e petulanti che quando gli fai notare quanto la loro presenza sia piacevole quanto un'emorroide non trovano di meglio che agitarti le mani a due centimetri dal viso sibilando "c'è tuo qui?".

Ecco, questo governo a tali livelli sta arrivando.

Ora c'hanno da rompere i coglioni anche con la pausa pranzo.

Questa banda di delinquenti mangiapane a ufo che lavorano 8 ore a settimana e per uno stipendio che è una scoreggia vestita in faccia alla miseria hanno anche voglia di andare a rompere i coglioni a quei pochi che la pausa pranzo possono ancora permettersela.

Spero che tutti ricordino con immutato affetto l'operaio Chaplin di "Tempi moderni" e si chieda se non è vero che stiamo tornando indietro.
Stiamo qui a ragionare del rapporto lavoro/alienazione magari, ma dimentichiamo un principio fondamentale che oltretutto smaschera i pietosi difensori della Vita a costo di ogni barricata, quelli che si preoccupano che la vita ci sia sempre e comunque per potertela rendere il più di merda possibile una volta che sei venuto al mondo.
Non è una questione di ideologia ma di concetto: quanto si può pretendere, in nome del profitto, dalla vita di una persona? Questo sistema è migliorabile o ncessita di una revisione radicale se non di un rivoluzionamento per non chiamarlo rivoluzione?

Siamo ancora nel diritto di reclamare un sistema che guardi all'uomo e non alla produzione? Quanto accrescerebbe il tempo e la possibilità di gestire la propria vita in modo differente? Quanto il mondo sarebbe migliore?
Da ragazzo mi colpì molto un saggio di Bertrand Russel, "Elogio dell'ozio", nel quale il rapporto lavoro/qualità della vita veniva esaminato in maniera molto stringente e chiara, senza analisi politiche di sorta ma, appunto, mettendo l'uomo e la sua vita come fulcro della problematica.
Mi colpì il fatto che se è vero che in Italia il dolore e la costrizione degli onesti a scapito di furbacchioni, ladri e delinquenti è da considerarsi una radice ben più salda del cristianesimo, è anche vero che liberarsi dal senso di colpa per essere venuti al mondo è sì, questo un segno tangibile dell'influenza cristiana sul nostro paese.

Altrove non la si pensa così.

Il lavoro è quanto necessita all'uomo per il sostentamento di sè, del proprio nucleo familiare e del paese.
Attualmente è fondato sull'accumulo di profitti per una elìte sempre più ristretta a scapito dei mezzi concessi a chi produce e della sua qualità di vita.

Senza andare troppo nello specifico direi che la questione diventa più complessa visto il potere di cui dispone il mercato con le sue infinite lobbies e centri di potere, quindi le lotte democratiche che partono dal basso troveranno sempre il muro invalicabile non appena il sistema deciso altrove, tanto dai Bilderberg quanto dall'Opus Dei, quanto dai massoni, dal Rotary, dal Circolo Canottieri Lazio, dall'Arci Gay e dall'Associazione Solidarietà Italia/Colombia, nonchè in sperduti casolari nelle aspre terre calbresi o in appartamentini proletari dalle parti di Palemmo.

E questi vengono a rompere i coglioni sulle pause pranzo.

Ora, se qualcuno del centrosinistra avesse un minimo di palle andrebbe dal ministro Rotondi e dovrebbe piazzargli un manrovescio tra collo e colletto, di quelli che t'arrovesciano in terra di carpiato.
Bello pieno, a cinque dita e palmo aperto.
La testa gli deve fare sissì per dieci minuti, come quella dei cagnolini che spuntano dai vetri posteriori di certe auto.

E non dirgli altro se non "cretino!".

Una lotta politica paterna per un'Italia migliore.

Ma ce lo vedete Letta a fare una cosa del genere?

(Nella foto: La Rivoluzione è stata vinta! Berlusconi e Bossi vengono portati alla macellazione pubblica, seguirà bisteccata in piazza e cotenna col lardo)

lunedì 23 novembre 2009

ROCKSTARS


Ammetto che l'accezione "rock'n roll" oltre che abusata si presta ad infinite interpretazioni.
Elvis, il Re del rock 'n roll, fu presto ridotto ad entertainer lustrinato ad uso della middle-upper class americana, ma aveva già dato, uh se aveva già dato; dopo il servizio militare diciamo che è stato un ispiratore dei nostri Bobby Solo e Little Tony, mentre prima aveva "inventato" il mestiere di rockstar col suo bacino e il suo ciuffo imbrillantinato.
Ho sempre pensato che se Chuck Berry non fosse stato nero il rock avrebbe avuto un'altra storia (oppure se l'America non fosse stata razzista), ma va bene lo stesso.
Una rockstar è tale non quando si limita ad avere folle osannanti che sanno le sue canzoni a memoria e torme di bimbiminkia in adorazione solenne e sciamante in ogni angolo del web (ora) o delle riviste per ggiovani (prima) ma quando rompe dei canoni, apre nuovi mondi, mostra altre prospettive ed in ragione di questo conquista un seguito fedele ed indistruttibile.
David Bowie, ad esempio, è una rockstar.
La rivista italiana Rolling Stone (epigone della sua più celebre versione americana) ha eletto Silvio Berlusconi "Rockstar dell'anno".

Non so (e francamente non me ne frega un cazzo) se l'intento della redazione fosse ironico, provocatorio, caustico, riverente, convinto o deferente: se di beffa si tratta, è la solita beffa all'italiota tipo il credersi trasgressivi mettendo il culo fuori dal finestrino del treno lasciando la stazione. Sporco.

Quindi mi limiterò a spiegare perchè, oltre ad avere ottime possibilità di far presa verso un certo pubblico (che è comunque la perfetta antitesi del rock 'n roll vedi il TG1), la geniale intuizione della redazione di Rolling Stone non coglie nessun tipo di iperbole ma accosta una forma d'arte come il rock' n roll che in sè contiene tutte le altre forme d'arte che in qualche modo hanno dato un contributo fondamentale all'apertura delle menti di svariate generazioni con ripercussioni piuttosto pesanti anche a livello sociale e politico.

Il rock 'n roll ha una caratteristica fondamentalmente sublime che è quella di rovesciare ogni visione puramente politica del quotidiano. Lo fa attraverso la forza delle parole, che possono essere poesia, freddo anatema o urlo primale guidate dalla melodia e dal rumore; instilla una gamma di sensazioni, siano esse positive o negative, dalla gamma infinita e dallo spettro ultraesteso; il rock 'n roll rinasce sempre da se stesso perchè permette ogni tipo di contaminazione, da destra e da sinistra.

Il modello comunicativo del rock 'n roll era altamente sconsigliato ai puristi della politica al di fuori dell'Italia nell'epoca degli anni di piombo, eppure il rock ' n roll è riuscito a sfuggire anche alla codificazione politicizzata che i "compagni" avevano intelligentemente creato intorno al rock ' roll manifestando allegramente a partire da un famoso tentativo di concerto dei Led Zeppelin al Vigorelli di Milano nel 1969 per chiudere con Lou Reed al Palasport di Roma devastato a causa del prezzo del biglietto a £3500.

Personalmente ho avuto a che fare con queste illuminate visioni quando uscì fuori il punk rock, anni fine '76/primi '77.
Ebbi così modo di constatare già giovanissimo che l'essere un "compagno" non dava l'esenzione automatica dall'essere una sfolgorante, enorme e turgida testa di cazzo.
Gli anarchici mi stavano più simpatici: meglio tre ore di Leo Ferrè che dieci minuti di Ivan Della Mea o Pino Masi (con rispetto parlando); ma il fenomeno punk fu recepito da una fascia di persone che proprio con i troppi dogmi voleva dare un bel taglio, rimettere tutto all'aria e ripensare anche il modo di aggregarsi; i Centri Sociali mi sembra stiano resistendo con grande coraggio e grande dignità ed in qualche caso hanno addirittura marchiato un preciso riferimento sociale e culturale di città enormi come Milano e Roma, così come a Pisa e Padova e così via in una rete non sempre collegata ma comunque fondamentalmente solidale.

L'offerta spettacolare ha dato modo ad un numero incredibile di realtà culturali ed artistiche di esprimersi, di confrontare situazioni differenti dal rituale bar-amici-lavoro-discoteca, dove è richiesto il ruolo passivo della commedia umana di fronte all'evolversi del tempo, dei tempi, della vita che ci scorre addosso e che nessuno ci renderà indietro.

Il rock 'n roll può essere una fonte di illusione come una fonte di salvezza. Attraverso i suoni e le parole si parla il linguaggio dei frammenti dell'anima, l'infinito puzzle che compone l'universo.

Un esempio assai banale: c'è un pezzo meno conosciuto di Lou Reed che si intitola "Magic and loss"; è un pezzo che conclude un album a tema dallo stesso titolo e il tema è la perdita di due amici a causa del cancro.
E' un testo che ha praticamente riassunto venti anni di vita, succede, a volte trovi quel testo, quella frase e quella poesia che non può essere stata scritta appositamente per te.
Fosse stata "Walk on the wild side" ci sarebbe stato da ridere.

E poi ci sono i Ramones che "Now I wanna sniff some glue" o "Commando" dove si dice che "Third rule is: Don't talk to commies", non parlare ai comunisti.
I Germs, invece, con "Communist eyes" la presero decisamente sul paranoico. Johnny Rotten nelle prime foto agiografiche su Ciao2001 aveva stampata sulla t-shirt un'enorme svastica.
Basta simboli.
La grande truffa del rock 'n roll.
E la truffa continua: ora le rockstar sono gli U2 che non sfasciano gli alberghi mentre gli Oasis ancora qualche problemino lo danno. Springsteen sembra lo zio di Ligabue. Le nuove rockstar durano il refolo di un paio di dischi: l'industria spadroneggia senza tirare fuori neanche un accenno di respiro non dico sovversivo ma anche solo riformatore; l'arte cresce e si sviluppa fuori dal mercato, quello indipendente è ancora in via di riforma dopo che le esperienze di distribuzione più coraggiose hanno subito la mutazione dei tempi (leggi: fallimenti a rotta di collo) ma essendo del settore e del mestiere in quanto pure musicista (leggi: perdere due laringi a concerto latrando nel microfono) devo constatare che il livello medio dei gruppi che ottengono produzioni soddisfacenti comincia a ricrescere di livello dopo l'irreparabile perdita degli One dimensional man.

La nostra rockstar, Vasco, veleggia vanesio verso vincenti vaffanculo, ripete se stesso non per lo specchio ma pè vizio e tutto sommato una rockstar lui lo è davvero pure se fra un pò lo dovranno portare in giro col transpallet.

Ma Berlusconi no.

Lui è proprio l'italiano medio gretto e bifido, signùr milanès e guappo napoletano di cartongesso, parla un linguaggio da far apparire mio nonno un guru saccente,ha i comportamenti tipici di un figlio di imprenditori con la paghetta di 5000 euro a settimana, è mediocre, untuoso, bugiardo e volgare senza essere veramente trasgressivo, anzi, è lui che rincorre il peggio degli italiani per perfezionare il suo modello, che è quello della mediocrità fatta potere.
Se permettete Pol Pot e Hitler erano più rock 'n roll.

Via, vi metto su qualche esempio di rockstars di quelle vere.
Sennò stiamo qui a farci pugnette.
















E mai sarà abbastanza rivalutato questo signore qui:



Rockstars, mica Berlusconi qualsiasi.

(Nella foto: Lux Interior dei Cramps, recentemente scomparso: una rockstar)

giovedì 19 novembre 2009

L'ITALIA CHE VOGLIONO COSTRUIRE


Un paese dove chi non si conforma non si sente più nel suo paese.
Ecco che Italia vogliono.
Cominciamo con le iniziative dei poveretti che ritengono il crocifisso il simbolo nazionale, dopo che hanno permesso che questo potere si pulisse il culo sulle più elementari regole di civile convivenza; crocifissi nei bar, bibbie nelle case (ma che cazzo volete, in casa mia ci tengo cosa mi pare), le solite ordinanze di sindaci che, non avendo tempo di occuparsi di problemi veri visto che non hanno un euro in cassa si preoccupano di esibirsi a mò di pagliacci da circo con le loro alzate d'ingegno.
E il popolo del crocefisso, gli amici di questi delinquenti (ci tengo a chiamare le cose col proprio nome) che pur di non farsi processare sarebbero capaci di provocare il vero caos sociale, bevono avidamente e gongolano perchè così verrebbe difesa l'identità nazionale.

Identità nazionale che è solo loro, ma non appartiene ad un numero così elevato di italiani che se non è maggioranza poco ci manca.

La cosa, infatti, che non viene MAI spiegata neanche dai giornali di sinistra, è che la Chiesa non se la fila più nessuno.

Quei pochi andate a leggerli nei loro blog, o quando commentano nei blog altrui: poveretti patetici e senza un minimo fondamento di dottrina cristiana, incarogniti a difesa di una religione morta, inutile, superata, tenuta in vita da un'orgia di soldi e potere ma completamente priva di qualsiasi autorità morale presso chi appena appena si rende conto che siamo nel 2009 e non nel tardo medioevo.
Una religione che è ormai rivelata per quello che è, uno strumento di odio, di divisione e di conquista del potere; e di questi tempi, in Italia, la Chiesa sta lavorando molto.
Ne sanno qualcosa le solite vittime: omosessuali, donne, diversi in generale, ma anche chi semplicemente non è cattolico: laici, musulmani, buddisti ecc..
C'è chi dice che la Chiesa sta travisando il messaggio di Cristo: palle. Non sta travisando un bel nulla. Attraverso le parole del Vangelo e della Bibbia ha invece messo in pratica la più feroce struttura di potere, la più inumana, la più repressiva e la più opprimente mai vista nella storia dell'uomo; perchè le parole per farlo ci sono.
La Bibbia è un concentrato di vendette ed anatemi, scritti ad uso di pastori di migliaia di anni fa; il Vangelo è la raccolta di scritti di semianalfabeti da propagare per gente che manco sapeva leggere e scrivere; il valore di quei testi sta nella interpretazione che si riesce a dare per rendere positiva la nostra vita ed il potere salvifico di quelle parole sta negli effetti che riescono ad apportare nel mondo reale: funziona così da sempre, anche per una sola frase.
Dagli effetti si direbbe che i profeti e Cristo fossero piuttosto dei guerrafondai autoritari; e tralasciamo il "lasciate che i bimbi vengano a me".
D'altra parte si capisce tutto lo strillare al "simbolo dell'identità nazionale" da parte dei leghisti: gente che di identità nazionale se ne intende.
E che siano questi ominidi ad essere in prima fila nel rivendicare il copyright sull'esibizione della cristianità chiude il cerchio.
Una religione che viene veicolata da una schiera di cercopitechi filonazisti non ha più un cazzo da dire.

Gesù, se mai sei esistito guarda chi fa battaglie in tuo nome oggi.
E vergognati.

domenica 15 novembre 2009

SOLO IPOTESI


Se, mettiamo il caso, Berlusconi ci portasse a nuove elezioni da qui a poco e, mettiamo il caso, le opposizioni vincessero scommetto che in molti stapperebbero bocce di Krug o di Tavernello, a seconda delle disponibilità (non ci provate, il Tavernello esiste anche in vetro);

Ma, quali problemi sarebbero da considerarsi risolti una volta rimesso il buffo omino di Arcore all'opposizione?

Uno: che l'agenda politica vedrebbe passare i guai giudiziari dell'attuale Presidente del Consiglio in secondo piano.
E non metterei la mano sul fuoco neanche su questo.

Tra un inghippo e l'altro che le fertili menti degli avvocati berlusconiani partoriscono un giorno sì e l'altro pure faremmo bene a focalizzare l'attenzione su di un semplice fatto: questo paese è ostaggio di un delinquente che pur di non farsi processare sta occupando il Parlamento della Repubblica insieme ad un esercito di trogloditi vestiti di verde e di personaggi che per la poltroncina che stanno occupando scotennerebbero madri e figlie, dato che la dignità ormai l'hanno sepolta sotto qualche banco vuoto di Montecitorio (parlo dei patrioti La Russa, Gasparri, Lupi,Bocchino, Meloni & c., i quali un gesto di solidarietà al pluriprescritto non la negano mai anche quando il ridicolo comincia a sovrastarli come una nube tossica).

Nel nome dei problemi giudiziari di un farabutto tutto il sistema Italia è fermo, scosso ogni tanto dalle uscite dei suoi scherani come la mai troppo vituperata Gelmini o il mai troppo fanculizzato Brunetta, ma è ormai conclamata la volontà di questo governo di rendere praticamente legale l'illegalità per specifiche categorie di cittadini ed al contempo sospendere ogni garanzia costituzionale per altri.
Se qualcuno ha visto con quale passione i militanti di governo hanno difeso a spada tratta il loro amico Cosentino direi che c'è poco da girare intorno ai discorsi.

Ma i pesi e le misure sono variabili, ovviamente.
Sintomatica è la situazione in cui si sono trovati i ragazzi del Movimento Antagonista dopo un assalto a Casa Pound in quel di Pistoia che presenta non tanto dei punti oscuri nel teorema della Questura pistoiese quanto palesi e pretestuose incongruenze da ritenere ridicole se non stessero costando gli arresti domiciliari a quattro ragazzi.


Ma, tornando alla risoluzione dei problemi che una eventuale ascesa al governo delle attuali opposizioni (e non ridete, cazzo, sto solo facendo delle ipotesi) sarebbe interessante sapere come e con quali mezzi queste sarebbero in grado di contrastare l'imbarbarimento sociale e culturale in atto, quella mentalità che la spazzatura mediatica made in Berlusconi ha completamente sdoganato presso il suo Spett.Le pubblico; pubblico che, in mancanza di meglio per sopperire ad una merdosissima vita di frustrazioni ed umiliazioni ha completamente sposato l'archetipo dell'italiano più deteriore, gretto, volgare, ladro e disonesto quando non proprio infame e disposto a qualsiasi artificio dialettico pur di giustificare l'affermarsi di questo merdaio.

Perché l'Italia, tante volte non ce ne siamo accorti, è diventato un vero e proprio merdaio.

Stiamo qui ad aspettare di sapere, ad esempio, le responsabilità di alcune cosucce da poco conto che hanno dato una svolta alla storia d'Italia, ossia le stagioni delle stragi di Capaci e Via D'Amelio e quelle di Roma, Firenze e Milano, e le indagini a quanto pare non sono precisamente tra quelle per cui l'attuale Presidente del Consiglio possa dormire tra quattro guanciali. Questo mentre sta facendo carte false (letteralmente) per non incorrere in una condanna per aver corrotto un magistrato e mentre contemporaneamente ha in corso una condanna di risarcimento verso il gruppo De Benedetti per il modo in cui gli ha rubato la Mondadori.

L'uomo che sta per essere chiamato a rispondere di tutto questo probabilmente è ancora l'uomo che gli italiani rimetterebbero al governo.

Dietro, come avvoltoi, volteggiano strani esseri dalle lunghe vesti, i quali non lesinano energie per far tornare ulteriormente indietro di qualche centinaio d'anni la nostra società strepitando su temi che nelle società civili non sono ormai neanche quasi più in discussione: i famosi temi etici.
Qui in Italia la setta cattolica si rende conto che questo paese è l'ultimo lembo di terra dove possono esercitare potere ed autorità e, fateci caso, l'unico paese dove sono trasversalmente infilati in tutte le formazioni dell'arco costituzionale e da lì rompono allo stesso modo i coglioni da destra e da sinistra.

Ai comunisti, agli zingari e ai negri ci pensano Berlusconi e la sua coalizione, mentre l'appalto per laici, omosessuali e donne ce l'ha la Chiesa.

E, ripeto, se si andasse ora alle elezioni c'è un buon numero di probabilità per cui sul seggiolone rimarrebbe il solito satrapo.

Ieri allo stadio Armando Picchi di Livorno c'è stata un'invereconda pagliacciata in onore dei paracadutisti della Folgore festeggiati grazie alla ricorrenza di una battaglia in cui gli stessi vennero solennemente piallati sulle sabbie di El Alamein per pemettere all'esercito nazista di ritirarsi senza troppe perdite.
Fortuna che ero alle prese con la celebrazione di un eroe molto meno celebrato, seppure gli sia stato intitolato un premio musicale: Piero Ciampi.

L'imposizione della retorica militare, così come era successo dopo Nassirya laddove i nostri esibivano stendardi della RSI o dopo la strage di Kabul, era la ciliegina sulla torta che mancava a questo disgraziato paese.

Il merdaio, direi, è completo.

E ora sotto con le cifre di disoccupazioni, casse integrazioni, mobilità, precariato, sfratti e pignoramenti. Su quelli non ci saranno mai soluzioni ad personam.

Se dovesse cadere questo governo, date retta, fate finta non sia successo niente.
Quello che gravita nella testa di chi vota con entusiasmo questi delinquenti non si svuota in cinque minuti.

Il 5 dicembre c'è la manifestazione di Roma per chiedere le dimissioni di Berlusconi.
Sono scettico su questo tipo di manifestazioni ma credo che al solito, lavoro permettendo, ci andrò; vorrei capire se oltre alla monolitica inerzia Piddina c'è qualcosa di serio che bolle in pentola.

Vedremo.

martedì 10 novembre 2009

GUARDATE QUESTI UOMINI


E mentre li guardate cercate di capire perché a 60 anni di distanza può succedere che un pezzente chiamato Samuele Landi può permettersi di riportare all'attenzione pubblica i metodi delle squadracce fasciste pre-ventennio.

Leggetelo bene cos'è successo perché non c'è niente di più facile che la cosa abbia un seguito.

Il nocciolo della questione è uno e uno solo: chi lotta non fa più paura a nessuno.

Difficile da digerire per chi è abituato ad avere fiducia nelle mobilitazioni di piazza, nelle aggregazioni democratiche, non violente e basate su legittime rivendicazioni della propria categoria, qualunque essa sia.
I discorsi, alle riprove dei fatti, stanno a zero. Questi qua hanno deciso che fanno come cazzo gli pare e l'appellativo "Popolo delle Libertà" non ha altra accezione se non quella di raggruppare coloro che intendono usare le risorse del paese per fare i cazzi propri.

E non hanno paura di nulla perché i delinquenti più delinquenti sono al governo.

Ora, un passo avanti, se proprio si vuole fare, è uno solo: mettergli paura.
Si agiteranno, spianeranno tutta la loro potenza mediatica, strilleranno, minacceranno, rovineranno la vita a qualche innocente (cosa che comunque fanno allegramente lo stesso), mostreranno i loro muscoli.
Ma avranno paura. E cagheranno di fuori, perché quando si ha paura si fanno errori idioti.

Ricorrere a guardie private per sgomberare una fabbrica occupata è un fatto che rende assolutamente necessario riflettere non tanto sul contesto ma sulle strategie.
Il contesto l'abbiamo capito da mò; l'unica strategia da cui bisogna partire è quella che porta le belle facce al governo e gli amichetti loro, giù fino agli ominidi alla Landi ad avere paura.
Ma non paura così per dire.
Paura perché sanno che c'è chi non gli permette più di fare il cazzo che gli pare con le vite della gente.
Paura perché all'arroganza ed alla sopraffazione in nome della forza che stanno cercando di far passare come nuovo trend taumaturgico per una nuova società ordinata secondo i voleri di questo governo c'è una risposta che non è fatta di sole manifestazioni, una risposta dove non ci sono sindacati compiacenti a trattare, una risposta che può comprendere carte che questi giocatori tronfi del loro potere non avevano messo in conto che esistessero.

Il momento di cominciare a lavorare per mettere un sano e propedeutico terrore a questi delinquenti é arrivato. Dopo potrebbe essere troppo tardi.
Pensiamoci su.

(P.S.: Chi pensa a Brigate Rosse & simili sappia che è parecchio fuori strada: quella storia la conosciamo già. E anche loro)

domenica 8 novembre 2009

ANDATE TUTTI AFFANCULO


Gli Zen Circus del mio amico Ufo hanno avuto la splendida idea di titolare così il loro ultimo CD (che vi consiglio caldamente) e trovo la cosa sublime, anche se c'è un mezzo precedente quando Bobo Rondelli fece girare il primo demotape (tuttora tra le sue cose migliori di sempre) e sotto la voce "Ringraziamenti" c'era scritto "A nessuno, andate tutti affanculo".

Non ho scritto per qualche giorno perchè mandare per qualche giorno e/o settimana tutti, ma proprio tutti affanculo può essere un vero e proprio balsamo per l'anima. Chiaramente la vita scorre ed il quotidiano ti proibisce di mettere in pratica le buone intenzioni: finalmente inizia la stagione teatrale: questioni politico-amministrative hanno rimandato l'inizio di questa travagliata stagione 2009/2010 e credo che in un prossimo post descriverò un pò di cose ad uso di chi vuole comprendere cosa bolle nel pentolone della cultura e dello spettacolo. Niente di buono, ve lo dico in anticipo, e non ci vuole l'oracolo di Delfi per capirlo visto in che mani siamo.

L'unica buona notizia è che hanno rinnovato il contratto al Maestro Lindsay Kemp a tutto il 2010 e che quindi continueremo, noi tecnici, a bearci della Sua Soave Presenza ancora per un anno e mezzo, visto che è una persona con la quale lavorare è sinonimo di piacere.

Per il resto la nausea che questa classe politica è riuscita a provocarmi ha raggiunto livelli tali che ho staccato per qualche giorno con giornali, TV, blog, notiziari e annessi e connessi.
La vicenda del Crocefisso, ad esempio, sta solo a ribadire l'ottusità e l'intolleranza, la volontà di sopraffazione, la mancanza del più elementare rispetto e l'arroganza congenita che la cricca cattolica porta con sè nel DNA.
Il Berlusconi che non si dimette neanche dopo una condanna mostra la patetica statura umana di un ometto che senza il potere concessogli dai suoi mentori incappucciati e mafiosi sarebbe lo scemo del bar di fronte, per non parlare della statura morale dei suoi elettori, le metastasi del paese.
Bersani, dopo precongressi, manovre, primarie, post-primarie, congresso, acclamazioni e insediamenti è passato ai proclami: c'è fiducia sul fatto che prima o poi si accorga che è arrivato il momento di miracol mostrare e fare finalmente questa dannata opposizione.
Sulla quale ripongo più o meno la fiducia che ho sula possibilità che il Livorno si qualifichi per la Champions League.

Credo di non aver più la forza di scandalizzarmi: davanti ai Gasparri, ai La Russa, ai Cicchitto, ai Bondi, ai Bossi, ai Calderoli, ai Maroni, ai Bonaiuti credo che sia impossibile sperare in un ritorno ad una forma mentis che abbia una qualsiasi peculiarità civile. E quindi affanculo. Non sto più neanche a preoccuparmi di cosa velineggiano sui giornali e sulle TV.
In questi momenti preferisco rimettermi sulla strada e lavorare sodo in quello che è il mio campo, visto che si viaggia tra precariato e tagli e rimanere col culo per terra di questi tempi è vivamente sconsigliabile.
Qui a Livorno c'è ancora voglia di non arrendersi. Di mandare tutti affanculo sì, ma non di arrendersi.
C'è stata una manifestazione a favore dei ragazzi arrestati a Pistoia, tipica prestazione da Stato repressivo in stile sudamericano condotta senza prove e senza fatti alla mano, ma che frutterà sicuramente una promozione agli ideatori; c'è stata una grande manifestazione studentesca di cui potete leggere il resoconto qui; ma c'è anche da prendere atto del fatto che la stampa locale, nella fattispecie "Il Tirreno" che è un quotidiano del gruppo Espresso/Repubblica, si è reso protagonista della performance qui descritta, e visto che anch'io avevo letto tale delirio, mi chiedo fino a che punto si può usare un quotidiano come arma impropria per colpire senza mezzi termini bersagli che, per fortuna, hanno possibilità di replicare in proprio ma che sicuramente sono in mirini ben più importanti di quelli di qualche scribacchino locale.

L'attacco che le strutture adibite a centri sociali stanno subendo da qualche tempo a questa parte vede la necessità di costruire da subito un'altra strategia di lotta, che qui si sta esprimendo con un contatto sempre più diretto con la cittadinanza in questi tempi di crisi economica e abulia sociale.
Oggi ho sentito Michael Moore auspicare una partecipazione più attiva del popolo americano contro quelle strutture che il regista ha illustrati nei suoi documentari/film, qui in Italia sembra che per partecipare sia assolutamente necessario come minimo l'elmetto, altrimenti non c'è possibilità di far sentire la propria voce.

Intanto l'opposizione, quella parlamentare, deve ancora ripulire i bicchieri di spumante.

Cazzo c'avranno da brindare lo sanno solo loro.
Oppure lo so anch'io, ma preferivo non saperlo.

Ma che vadano tutti affanculo.