mercoledì 29 dicembre 2010

FIGURINE DEI CALCIATORI

Di Lucarelli a giro ce ne sono tanti, ma di famosi a livello nazionale ce ne sono almeno 3:

Carlo "bubusettete" Lucarelli, giornalista e scrittore, esperto di casi truci & altre zozzerie da politici


poi c'è Selvaggia Lucarelli, una con la quale mi intratterrei volentieri per testare le di entrambi capacità amatorie in assenza di gravità (anche se ho sempre pensato che una nottata di sesso satanico & selvatico non sia MAI una cosa grave)


(Ah, cosa fa la signorina? Ma cosa ne so, leggetevi il suo blog, dal titolo "Pensatoio", non so se rende l'idea)

Il terzo, oioi, si chiama Cristiano e fa il calciatore del Napoli.
O l'imprenditore portuale.
O l'(ex) editore di giornale
O il presidente della Carrarese.
Insomma, è una persona parecchio occupata.
Ed é, mi spiace per il buffo omino di Arcore, livornese.



E a questo giro tocca a lui. Purtroppo.
Avrei preferito scrivere di una mia nottata di ripasso di tecniche sessuali sumere ed assiro-babilonesi con Selvaggia piuttosto che delle imprese di Cristiano, purtroppo la realtà é un semplice ologramma del disincanto che alberga rapace nelle nostre vite, pronto a rovinare anche una possibilità del genere che espanderebbe energie positive per l'universo a beneficio dell'intera umanità. Bah.

E dunque c'è questo calciatore, bravo eh, che se la cava con qualche campionato di serie A dignitoso, qualche golletto, squadre di medio-basso rango come Torino e Lecce, e che pur essendo un sano e possente ragazzone non frequenta veline ma la bimba di vicino casa e gli amici ultras.
Del Livorno.
Da giovane era salito agli onori della cronaca perché avendo segnato un gol con la nazionale Under21 proprio nella sua Livorno, s'era tolto la maglia rivelando sotto la maglia della nazionale quella degli ultras del Livorno raffigurante Che Guevara. Apriti cielo. E c'era ancora un clima più tranquillo rispetto a quello attuale.

Sta di fatto che San Igor Protti infila quel gol a Treviso e dopo qualche decennio il Livorno torna in serie B.
Lucarelli è di Shangay, quartiere ultrapopolare della periferia nord e smania di venire a giocare con la maglia amaranto. E' del Torino e ancora sotto contratto.
Il presidente del Livorno è Aldo Spinelli, uno che nel portafogli non tiene carte di credito ma un allevamento di scorpioni.
Ma la volontà di un giocatore di calcio è inversamente proporzionale a quella di un operatore precario di call-center, quindi il bimbo torna a casa, rimettendoci di suo - dice - un miliardo. E ci scrive su un libro.
Cioè, il libro lo scrive il suo procuratore, immagino dopo gli ammonimenti dell'Accademia della Crusca, quella dè Rozzi e quella degli Intronati.
Da lì tutto un tripudio: gol a catinelle, la serie A dopo 55 anni, dichiarazioni di fiera appartenenza di curva e di credo politico a sinistra, saluti a pugno chiuso e l'episodio in cui tocca l'apice pagando il pullman che riporta a Livorno i tifosi andati - ahiloro - in trasferta a vedere Lazio-Livorno ricevendo dalle Forze dell'Ordine romane un trattamento stile Genova G8, con celerini che all'arrivo dei treni sfoggiavano fazzoletti degli "Irriducibili", provocazioni continue e reiterate, ma d'altra parte elencare le pagine d'infamia di certe divise prenderebbe un'enciclopedia quindi inutile infierire.
Vince il titolo di capocannoniere della serie A.
Il Livorno va in Coppa Uefa (o come caspita si chiama ora).
Lui viene chiamato da Lippi in nazionale e per poco non viene portato ai mondiali in Germania. Non va.
Dicono per via del credo politico. Comunque gli viene preferito Iaquinta.

Poi succede che la serie A, per Aldo Spinelli, costa.
E lui, genovese, non è venuto a Livorno per fare beneficenza. Dice sempre che è stanco. Che vuole vendere.
Pare che dagli affari che voleva concludere in porto si aspettasse di più. Come se non sapesse con chi aveva a che fare.

Insomma succede che la bandiera amaranto firma un bel contrattone con una squadra ucraina piena di soldi e sicuramente gestita da un benefattore del popolo insignito a suo tempo della Croce Lenin al merito.
Voi dite di no, eh.
Sta di fatto che per una cospicua cifra Lucarelli se ne va allo Shaktar Donetsk.
Apriti cielo.
Verguenza y tradimiento.
Insomma, già qualcuno non la prende bene, diciamo che la città si spacca in due.
Però lui che fa?
Investe.
Diciamo che in onore al suo credo communista, crea benessere e posti di lavoro. O li conserva accollandosi le spese della cooperativa di lavoratori portuali Unicoop della quale il padre assume la presidenza.
E fonda un quotidiano locale, "Il Corriere di Livorno", a sua detta super partes e fuori dai giochi di potere.

Apperò, dice qualcuno.

Nel frattempo Lucarelli torna in Italia, nel Parma.
Fa a tempo a contribuire alla retrocessione del Pisa in C1 (quando si dice togliersi tutte le soddisfazioni), quindi viene riparcheggiato a Livorno, per un'annata in cui mostra disincanto, poca voglia di correre e un buzzetto quadrato buono per studi fisiognomici avanzati sull'incidenza della panza negli atleti professionisti.

Ma il bello viene ora.

Il quotidiano, dopo svariate e prevedibili difficoltà, chiude; e chiude malissimo, con dipendenti che avanzano svariate mensilità e senza alcuna tutela.
Inoltre viene accertato che la famiglia Lucarelli è ancora assegnataria di un alloggio popolare nel quartiere di Shangay ed intestato alla madre.
A metterci un bel carico da undici ci si mette anche il padre del giocatore, ora presidente dell'Unicoop ma che ha conservato intatte le origini ruspanti e di chiaro stampo popolare, il quale alla domanda se non gli sembrasse incoerente continuare a tenere un alloggio popolare con un affitto di 13 euro risponde che lui non ne ha bisogno perché lui ora mangia cèe a colazione e aragosta a desinare visto che vive nel lusso.

A   Livorno non la prendono bene.

Il più frequentato (e più migliore) forum di tifosi amaranto commenta dando fondo al sarcasmo ed all'ironia, senza omettere che se si dovessero togliere tutti gli alloggi popolari dati a membro di schnautzer ci sarebbe una strage. Ma tant'è. Lucarelli è un calciatore famoso che ha fatto del suo essere "di sinistra" un tratto distintivo. Difatti anche quella fogna de "Il Giornale" non perde tempo a darci di mannaia.

Insomma, lui che fa?
Querela i tifosi.

Che gli rispondono. E gli risponde anche quello che é (per me) l'unica fonte di informazione credibile in città.

Selvaggia, dove sei?
Vieni qua che c'è da ridare credibilità ad un cognome.


Oh, ecco, mi piace quando rispondi con celerità, aspetta che finisco di scrivere e mi metto al tuo fianco.

Dicevo.
Ora, il sottoscritto è un tifoso molto tiepido rispetto alla media cittadina.
Innanzitutto perché essendo romano de Centocelle sò tifoso daa Roma (sempre tiepido perchè il sistema calcio m'ha avvilito ogni ormone della passione) e poi esser parte di un laboratorio della repressione come lo stadio è fuori da ogni mio desiderio passato, presente e futuro.

Ma non posso non cogliere un grande insegnamento da questa storia.

E' meglio essere Selvagge che Cristiani.

Tutto questo pippone per chiosare col solito anticlericalismo relativista, lo so, ma a me mi piace tanto.

(nota per i non autoctoni: i livornesi appena hanno due soldi in più vengono immediatamente resi partecipi di uno strano fenomeno simile alle stigmate, che si manifestano sotto forma di voragini che si aprono sui palmi delle mani e che, una volta fatto finire di scorrere soldi iniziano a grondare debiti, questo tanto per puntualizzare)

STEMPIA LA STAMPA

Com'era quella frase di Voltaire (o di chisarcazzaltro)?
"Non sono d'accordo con quello che dici ma darò la vita affinché tu possa dirlo"

Ecco, questa sì che è una stronzata.

Fa parte di quelle frasi ad effetto da citare quando mettiamo la maschera della tolleranza verso qualcuno che dice cose che ci fanno andare il sangue al cervello, mentre nello stesso momento il nostro concetto di felicità sarebbe ben rappresentato da un cornicione che si stacca e piomba in pieno cranio dell'interlocutore.

Io non dò la mia vita per quelli che dicono cose con le quali sono d'accordo, figuriamoci per quelli che la pensano all'opposto.

E ancora più oscuro mi risulta il perchè dovrei dare la mia vita per difendere quello che dicono e scrivono i due carcinomi della carta stampata italiota, Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, seguiti dai vari codazzi di Farina, Sallusti e metastasi varie.

Se potessi darei volentieri la LORO vita affinché in quei due giornalihihihihi possano lavorare persone serie ed oneste, ma datosi che i proprietari sono quelli che sono inutile espiantare dei cancri se poi vengono rimpiazzati da altri cancri.

Il punto è che i due paladini della disinformazione berlusconana (la i è omessa di proposito) altro non sono che il braccio armato della classe dirigente italiana prona al buffo omino di Arcore ed ai suoi referenti ed in ragione degli interessi di questi danno fondo ad ogni infamia possibile a mezzo stampa certi di una sostanziale impunità.

Che un cialtrone come Belpietro, ad esempio, abbia ancora facoltà di dirigere un quotidiano e che un uomo di merda come Vittorio Feltri sia nelle condizioni di diventare editore è sintomatico del fatto che coloro i quali dovrebbero vigilare sulla deontologia professionale dei giornalisti italiani o è colluso, o è un incapace o non conta un cazzo ed a quel punto farebbe meglio a togliere il disturbo e piantarla di rubare lo stipendio.

Non credo sia necessario star qui a trascrivere il campionario delle nefandezze, delle infamità e delle patacche sbolognate da "Il Giornale" e "Libero" da quando i pasdaran del buffo omino di Arcore li imbrattano.
E neanche credo sia necessario puntualizzare quali siano i "collaboratori" di queste due veline azzurre nei palazzi del potere, nè star qui a stilare la lista dei risarcimenti elargiti - naturalmente - dal buffo omino di Arcore a chi si sentiva danneggiato dai servetti imbrattacarta dei due quotidiani.
Sai quanto gliene fotte al cainano spendere quattro soldi per infamare gli avversari, di sicuro saranno già messi a bilancio dall'anno precedente.

Ma il vero scandalo sta da un'altra parte.
Perchè se è vero che in nome della libertà e della civile convivenza tutte le redazioni dei due quotidiani dovrebbero essere chiuse ed i loro mentori deportati a Novosibirsk a cesellare cubetti di ghiaccio 14X14 con la piccozza per 14 ore al giorno senza pausa pranzo, qui nell'allegra Italia sono in studio norme per rompere i coglioni ai bloggers, che sono normali cittadini che esprimono opinioni così come succede nei paesi dove è permesso esprimere opinioni, ma soprattutto che non vengono foraggiati da cospicui fondi statali così come i due rotoli di carta igienica in quota PdL.

Ed inoltre, a parte quella congrega di rubbastipendi che è l'ordine dei giornalisti, piace vedere che nè opposizione nè tantomeno la maggioranza (figuriamoci) hanno intenzione di ridare al mestiere di giornalista quel minimo di etica professionale e di decenza atti a riportare il suddetto mestiere almeno una linea sopra quello di puttana.
Non ci pensano proprio.
E allora chi applica il metodo Boffo, chi si inventa attentati a sè stesso ragliando poi riguardo un avversario politico sbandierando la stessa cosa in modo preventivo, chi usa sussurri, si dice, calunniette, menzognine, infamiucce prese di peso dal repertorio da strapaese tanto caro alle comari italiote, ma ripassate in salsa "servizi poco segreti", ecco questa gente viene lasciata libera di continuare a spargere sudiciume per la nazione, mentre, si sa, è su internet che si aggira il Pericolo.

Se poi continuate a pensare che questa classe politica non meriti una Nuova Piazzale Loreto Collettiva, sappiatelo, il problema è solo vostro.


Nota Off topic: Fassino, continua a chiederti perché ogni volta che aprite bocca ci tocca palleggiare di tacchetto con lo scroto, mi raccomando. (come mai la dichiarazione del pennellone è sparita da tutte le home page dei siti della stampa di opposizione?)

domenica 26 dicembre 2010

ONE WAY NIGHT

Si parte per scrivere qualcosa di personale, purtroppo sono troppo abituato a guardare negli occhi chi ho di fronte quando scavo le mie superfici, quindi volendo trasmettere lo stato d'animo di queste feste lascio parlare, come spesso mi capita di fare, la musica.
Sono con la testa indietro di anni per cercare di non perdere quello che ho avuto di buono, succede quando il futuro comincia a restringersi, forse.
Non ci ho messo molto a trovare una canzone che mi rappresenti in questo momento, trattasi di un pezzo che fa parte di un disco (a proposito di pop) tanto bello quanto dimenticato. Un disco che aveva come unica pecca le facce dei suoi autori, assolutamente antipatici.
A volte rompere un piccolo muro spalanca tesori inestimabili.
Oggi sono questa canzone:

giovedì 23 dicembre 2010

TEENAGE WASTELAND

In poco più di una settimana gli italiani sono stati edotti su chi sono e cosa vogliono questi giovani che manifestano.
Naturalmente i propagatori del Verbo sono stati i soliti pupazzi-megafono tanto delle meraviglie di Berluscolandia quanto parte integrante permanente dell'arredo di scena del teatrino mediatico ad uso e consumo del popolo.

Quando ero giovane cercavo di vedere lungo, ma non ero il solo, lo facevano in tanti e presumo sia un'esercizio ben noto anche ai ragazzi che oggi si stanno preoccupando per il loro futuro.

Non voglio darmi patenti divinatorie, ma il futuro che si è realizzato sotto i miei occhi era più o meno come lo avevo immaginato da ragazzo nei miei peggiori incubi.
E difatti ricordo di non essere mai stato un ragazzo felice e spensierato, ma un ragazzo molto preoccupato.

Preoccupato di non finire in una routine imposta da un sistema di cose a cui bisognava per forza adattarsi, di potermi tenere più strade aperte possibili davanti, di condividere spazi di espressione, di fare una vita che mi permettesse di continuare a crescere e soprattutto cercare che più persone possibili potessero beneficiare di questo.
Ovviamente il modo andava da tutt'altra parte e tuttora continua in quella direzione galoppando come un purosangue impazzito.

Credo che questa sia la base di ogni rabbia giovanile che si rispetti.
Il bambino si sveglia, si accorge di come va il mondo e si incazza.
Ma soprattutto si accorge che se vuole cambiare questo mondo, toglierlo dalle mani di chi lo sta distruggendo fisicamente e nell' anima, nella mente dei suoi abitanti e nel fisico di chi soffre per guerre, fame e carestie, se vuole cambiare questo stato di cose deve prepararsi ad una battaglia che durerà una vita e di cui non vedrà sicuramente la fine.

Quando la festa dell'insurrezione è finita si contano i cadaveri.
Ma non subito.
Quelli di chi ha abbandonato il campo alzando bandiera bianca, che sia bianco-eroina, bianco-cocaina o bianco-pasticca o bianco-con-campari.
La lista di chi s'è spiaccicato contro il risveglio alla realtà degli anni '70 è stata peggiore di una guerra.
Fra le mie conoscenze ci sono morti per overdose, AIDS, infarti & amenità simili tutte in doppia cifra, ed io non frequentavo ambienti di tossicodipendenti per il semplice fatto che non ho mai usato eroina.
Ci vedevo lungo.

Chi parla dei "ggiovani", della violenza, delle manifestazioni, di "ascoltare", di potenziali assassini, di DASPO, di interlocutori, chi dallo schermo crede di poter pontificare ad una torma di vecchi rintronati che dall'altra parte dello schermo bevono qualsiasi puttanata, NON HA CAPITO UN CAZZO.

L'urgenza che, oggi più di ieri, i ragazzi sentono è quella di evitare che il loro culo venga venduto prima che possano fare una qualsiasi scelta.
Non gli stanno rubando i sogni.
Gli stanno dicendo che non possono neanche sognarsi di sognare.

Quelli che in TV pretendono dai rappresentanti degli studenti una presa di distanza dalla violenza sono degli schifosi servi che si sono semplicemente venduti il culo e che non hanno alcun titolo per interloquire con chicchessia.
Non hanno diritto di parola.
Hanno fatto la loro scelta, al sogno hanno preferito lo status quo, rafforzandolo, rendendolo più vorace, più aggressivo, più cattivo.
Ma sono comunque pupazzi. E quando si chiede un cambiamento non si parla coi pupazzi.

Se questi ragazzi hanno visto veramente lungo come è successo a tanti della mia generazione?
Non parlo di chi s'è annientato nell'attivismo politico con fede, passione e cecità, parlo di chi si faceva il suo percorso preoccupandosi di non dare via il culo, neanche ai gruppi politicizzati perchè, per sogni del genere le sette, i gruppuscoli, le confraternite ed i clubs di vips sono nient'altro che un ulteriore intralcio.

Ma ai giovani piace non farsi mancare nulla.

I giovani di oggi non hanno più interlocutori diretti, solo pacchetti già preparati da scartare.
E che sai benissimo cosa contengono.

Non funziona così, non deve funzionare così.

Forse se ne stanno accorgendo.

IL PRESEPE DEL TAFFERUGLIO



Tanto Giuseppe non serviva.

mercoledì 22 dicembre 2010

FORZA VOGON

Ho visto un frammento su RAInews 24 della leghista Rosi Mauro che approva emendamenti ad una velocità che neanche le avessero chiesto di approvare i candidati alle finali  camerunensi di Mr. Cazzoduro, e tutto il teatrino derivante.

Ma questi sono dei deficienti globali, totali e marchiati DOCG.

Pareva di essere in classe mia al primo anno di Istituto Tecnico Industriale, anno '77/78, sezione I.

Io vorrei proiettare quegli splendidi momenti in tutte le scuole di ordine e grado.

Ecco, guardate chi vi sta costruendo il futuro.

Quelli che non inizieranno a farsi d'eroina all'istante diventeranno anoressici e chi non diventerà anoressico prenderà la spranga.

Quelli che, nonostante l'anoressia, prenderanno la spranga sarà bene che pensino bene a cosa vogliono fare.

Quelli che si fanno d'eroina hanno già la spada quindi non c'è problema.

Quelli che penseranno che è un fake postato su youtube dall'utente Sarcazzello vorrei tanto avessero ragione.

E oggi ho visto poliziotti amichevoli, tanto che avevo paura spuntasse fuori il Tenente Colombo a parlare di sua moglie da un momento all'altro, ho visto Bondi passare dalla poesia intimista alle scale in SI minore, ho visto per l'ennesima volta parrucche e zombi svagellare sui ggiovani e sulla violenza con dei portafogli con sole carte di credito a bandoneon, insomma sono ufficialmente arrivato a tifare per i Vogon.

martedì 21 dicembre 2010

FORZA NUTRIE

Facendo una accurata disamina delle differenze fra l'uomo e gli animali trovo che abbiamo ben poche ragioni di sentirci superiori; il fatto che l'uomo abbia usato la sua intelligenza per ridurre il pianeta nello stato in cui lo sta progressivamente riducendo è un effetto e non una causa.
Credo che la razza umana sia fondamentalmente imbecille e dare la colpa ai potenti della terra non ci solleva di un micron dalle nostre responsabilità, in primis quella di non prendere i potenti della terra e squartarli, appenderli ai lampioni più a portata di mano e giocarci alla pentolaccia.
Ma hai voglia prima di arrivare ai potenti. Si può cominciare da molto più in basso.
E' una questione di igiene, di dignità per la razza a cui mio malgrado appartengo. Non ci crederete ma sarei felice di veder riscattato almeno per quella piccola parte possibile, l'uso assolutamente criminale che l'uomo ha fatto del pianeta.
Ovvio che la gente del popolo come il sottoscritto ha già il suo da fare per cercare almeno di condurre una vita coerente con la convinzione che il pianeta è il bene più prezioso che abbiamo ed agire di conseguenza e con tutti i tormenti del caso: ad esempio proprio non ce la faccio a diventare vegetariano.
Ma questo sarebbe un altro argomento.
L'argomento è iniziare da più in basso.

E quando parlo di "basso", come in questo caso, sto parlando del basso assoluto, di forme di vita che provano la non-esistenza di Dio, perché nessuna entità dotata di una qualche forma di intelligenza avrebbe avuto il fegato di permettere ad uno come l'ex-sindaco di Treviso Gentilini di appestare un pianeta, nè alle altre forme di vita che lo hanno votato di metterlo là dov'è. 

Non me la sto prendendo con le sue solite, patetiche uscite sugli extracomunitari a cui sparare dopo averli vestiti da leprotti, nè sui suoi ridicoli divieti ai migranti di sedersi sulle panchine, nè sulla sua omofobia nè sulla sua ignoranza crassa su qualsiasi scibile che riguardi la convivenza fra umani.
Da un leghista non mi aspetto niente che abbia a che fare con una mente che segue il naturale corso dell'evoluzione.

Il fatto su cui volevo attirare l'attenzione l'ho trovato in questo articolo

Ecco, credo che l'alluvione e le esondazioni che hanno colpito il Veneto siano una cosa seria, lì come in altre parti d'Italia dove il rischio è a livelli di allarme rosso ogni volta che vengono giù due gocce d'acqua e tra queste c'è anche la zona in cui abito.

Questo ominide ha trovato il capro espiatorio: le nutrie.
Non sto scherzando, leggete l'articolo se non ci credete.

Ora, tralasciando la vergogna eterna per gli altri ominidi (eh, i veneti lavoratori tuttunpezzo, ma andate a fare in culo, bestie da soma che non siete altro) che continuano a tenerlo sul seggiolone, stiamo parlando innanzitutto di un elemento che appartiene ad una razza che gradirei veder sterminata da subito, quella dei cacciatori; ma questo è ancora un altro discorso.
Gentilini si era distinto già per il tentativo di vietare ai cani l'ingresso nel centro storico di Treviso, A.D. 2004.
Fu spernacchiato prima dal TAR e poi dal Consiglio di Stato, e già il fatto che due organismi simili si siano dovuti muover per i deliri del cercopiteco trevigiano è già di per sè inquietante.
Poi si mise in testa di sterminare l'intera colonia di cigni che nidificavano sul fiume Sile.
E anche lì gli andò male.
Ora se la prende con le nutrie.

Bene, se qualche anima buona riuscisse ad aggregarsi al sindaco- sceriffo per una battuta di caccia e casualmente lo scambiasse per un cinghiale (non doverebbe essere difficile data la fisionomia piuttosto ributtante del soggetto) sono sicuro che avrebbe tutte le attenuanti possibili nonchè il plauso incondizionato di una buona parte dello stivale. 
E poi oh, sbagliare è umano.
Anche se in questo caso proprio di sbaglio non parlerei.

Per il momento auguro alle nutrie buon lavoro, anzi che il loro lavoro sia degno della nomea che i veneti si son guadagnati e che davvero facciano render conto agli ominidi fan del sindaco (ora vice, ma comanda lui visto che ha messo un pupazzo al suo posto) che se proprio vogliono accertarsi dei danni che possono combinare se gli fanno girare i coglioni, la recente alluvione sembrerà una sagra paesana visto che di interventi di messa in sicurezza e di gestione del territorio da parte dell'accozzaglia leghista non se ne parla proprio.

lunedì 20 dicembre 2010

POP!

Pop è un abbreviativo di popular, quindi si suppone ad uso e consumo di un largo pubblico, di massa perfino.

Quelli come me per cui parlando di massa non sopportano nemmeno la città (preferisco Carrara, culla di anarcoidi grezzi come il marmo), in genere davanti ad un prodotto POP assumono l'aria degli schifati puzzalnaso iniziando a declamare millanta di prodotti non-pop sicuramente di livello più "alto", lasciando intendere che quella monnezza la lasciano volentieri al popolino bue e così via.

Non sono di quella razza. Specialmente parlando di musica.

Intendiamoci, me la meno con qualsiasi genere, dall'hardcore punk alla musica concreta; fra i personaggi da me venerati ci sono gli Henry Rollins come Giacinto Scelsi Conte di Ayala Valva, i David Bowie come i John Coltrane, ma niente e nessuno potrà farmi cambiare idea sul fatto che l'impresa più difficile per un musicista sia scrivere una grande canzone pop.
Credo sia per questo che i Beatles sono oggettivamente immortali.

Ma soprattutto è per questo che degli artisti portati sul palmo di una mano dalla critica sono in realtà dei semplici canzonettari.
Una grande canzone pop ha IL POTERE.

Ti ritrovi a cantarla, conoscendo intere strofe, già dopo due ascolti. Ti cattura inesorabilmente. Sei suo.
Ha toccato qualche corda dentro di te che nessun altro può, perchè quella sequenza di note, quella frase cantata in realtà la stavi cercando, è quella cosa che ti cambia l'umore in un attimo, ti fa uscir fuori la voglia di cantare e quando canti una canzone pop in realtà ti stai rigenerando.
E, ovviamente, come per il libro, ognuno ha le sue.

Sono quelle canzoni che ad esempio vado a cercare dopo essermi ascoltato per intero "Einstein on the beach" di Philip Glass, gran lavoro eh, però si necessita di un attimo di relax prima di ricominciare a vivere.
Oppure dopo una giornata di lavoro durante la quale, oltre a scapicollarmi per lo spettacolo sul palco principale ho dovuto allestire il laboratorio nel ridotto, una conferenza stampa, un'incontro con l'autore, correre in giro a prendere qualche pezzo dall'attrezzeria di scena, andare in ferramenta e spazzare il laboratorio di falegnameria, fortunatamente non con la scopa in culo.
E solo certe canzoni hanno il potere di convincermi che, sì vabbè dài, la vita non è così una merda.

Ad esempio:




Dite cosa vi pare, ma a me 'sto pezzo mi cambia la giornata se lo sento a tradimento.
Credo sia un retaggio giovanile, così come questo:




Beh, questa è stata la colonna sonora delle prime apparizioni in discoteca (quindi risse, bevute epiche e tampinamenti a quelle belle cosine che finiscono per A e questa musica era PERFETTA)

Poi, ovviamente ci sono i professionisti del pop, quelli che non di rado tirano fuori cose incredibili come questa:



Credo che il trovare una donna alla quale cantarla sia per me quasi la missione di una vita.

Per ora qualcuna (una, lontana nel tempo) s'è guadagnata questa, un giorno:




Semplice, disincantata e sublime.
At least for now, I love you.
Così com'è.

Ma una, e una sola, riesce a concentrare dentro di me una gamma di emozioni troppo vasta per essere raccontata.

E non poteva scrivermela altri che Lui:





E gli italiani?

Ah beh.




Se qualcuno ne ha una migliore da propormi si faccia pure avanti (l'amico Marco Lenzi mi pone "Una musica" dei Ricchi e Poveri, si apra il dibattitoLol).
Poi certo, si torna a quelle altre cose per le quali il sangue mi ribolle (punk e hardcore), la testa mi si frantuma in due milioni di schegge impazzite (noise, industrial, concrete music, classica contemporanea, jazz), salto per aria (glam, rock 'n roll) divento un terremoto deambulante (metal. grindcore, doom) e un milione di altre cose.
Scrivo, sono pure musicista, fra poco tiriamo finalmente fuori 'sto cazzo di CD.........

ma probabilmente non riuscirò mai a scrivere una grande canzone pop.

Ma d'altra parte altrettanto probabilmente non riuscirò mai a diventare Granduca di Toscana.

domenica 19 dicembre 2010

COLD

Ero appena arrivato al lavoro venerdì scorso quando ha cominciato a nevicare.

Fortunatamente la sera sono riuscito a tornare a casa guidando piano e con calma britannica visto che non passo da nessuna grande arteria, poi addirittura sono riuscito la mattina dopo a tornare al lavoro senza troppi problemi anche se.........

Anche se in tutta la città e zone limitrofe non è stata vista nessuna fottuta macchina spargisale, la città è rimasta tale e quale come era finito di nevicare ed i mezzi delle Forze dell'ordine erano tutti a dirimere gli innumerevoli incidenti & affini capitati per via del ghiaccio.

Nella frazione in cui abito sono venuti giù i rami dei pini che sono piantati sotto casa mia ed abbiamo visto unicamente i vigili del fuoco, a mezzanotte circa, che sono venuti a rimuovere da in mezzo alla strada i rami caduti, sfilatini che se fossero caduti su una macchina l'avrebbero sbriciolata.

Ma mi rendo conto che tutto ciò è praticamente niente in confronto a quello che è successo a coloro che si sono ritrovati bloccati in autostrada ed in superstrada per ore senza sapere quando sarebbero usciti da una situazione che stava via via assumendo i connotati dell'incubo.

Ho seguito i racconti, gli articoli, le testimonianze e naturalmente ho anche sentito qualcuno che ci si è ritrovato in mezzo.

Ora Matteoli convoca i vertici di ANAS, Protezione Civile e sarcazzaltro ma sarà la solita buffonata nella quale nel migliore dei casi troveranno il modo di dare la colpa a qualcuno che verrà spostato a far danni ad un'altra sede non meno importante.
Quello che è successo è semplicemente inconcepibile.

E' una precisa fotografia di questo paese: incompetenza, sciatteria, assoluta mancanza di prevenzione, di mezzi per fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza, ma anche totale mancanza di coraggio nell'assumersi le proprie responsabilità, tipico di questa classe politica di vigliacchi ed assassini, che si sbraccia a cianciare di grandi opere quando abbiamo infrastrutture completamente inadeguate e strutturate in ragione degli interessi di una casta di pochi la quale con i cantieri s'è ingrassata per decenni.

Qui da noi c'è la FI-PI-LI. Chi la conosce sa.
E' un'arteria di quelle chiamate "superstrada" che congiunge Livorno e Pisa a Firenze.
E che NON E' ASSOLUTAMENTE POSSIBILE PERCORRERE SENZA IMBATTERSI IN ALMENO DUE CANTIERI, QUATTRO AUTOVELOX e almeno un vecchietto di Peccioli che l'ha imboccata contromano.
Il giorno dell'inaugurazione sprofondò subito nei pressi di San Miniato.
E da lì in poi è stata una festa, di quelle che la Salerno-Reggio Calabria ci fa una pippa (non è vero, ne ho fatto un pezzo ed è roba da farla mangiare metro per metro a tutti i governanti degli ultimi 40 anni, e senza cucchiaio, ma era per iperbolizzare).
La FI-PI-LI è lunga 90 chilometri e sono 90 chilometri di ansia, quindi non oso pensare cosa è successo venerdì scorso su quella strada disgraziata se sulla A1 erano in quelle condizioni drammatiche.

E non oso pensare cosa significhi essere lasciati in balia del nulla, al gelo e senza nessuna notizia che faccia presagire un intervento, un'assistenza, una qualsiasi cazzo di cosa che ti faccia sapere che l'incubo sta per finire. Io credo che darei di matto. Ma il peggio, ovviamente, è venuto dopo ed a realizzarlo ci hanno pensato coloro che di questo spettacolo indegno ne sono i responsabili.

La Protezione Civile, che nell'era Berlusconi ha ormai trovato un posto stabile nell'immaginario collettivo come un'altro manipolo di pezzi di merda mantenuti a nostre spese dediti perlopiù ad agevolare gli affari del buffo omino di Arcore e dei suoi sodali oppure a gestire in maniera poliziesca ed inutilmente arrogante le emergenze gravi come è successo a L'Aquila.
Sono pronti anche loro per qualche randellata data bene.
E' assolutamente fuori dal mondo che una struttura come la Protezione Civile, una volta successo quello che è successo, scarichi addosso ai cittadini ed alle Autostrade la colpa del blocco coatto che gli automobilisti hanno dovuto subire su arterie come l'A1.
Casualmente, proprio venerdì, il padroncino della ditta di trasporti che è venuta in teatro con la scenografia della prosa in cartello mi ha raccontato che nei numerosissimi viaggi all'estero che ha fatto in tanti anni non ha mai visto una cosa del genere, e mi ha spiegato cosa succede in questi frangenti (tipo TIR intraversati, strade ghiacciate improvvisamente, cazzi e mazzi in qualsiasi situazione anomala): al massimo stai fermo mezz'ora.
La verità è che qui da noi mancano sì i mezzi , le menti organizzative ma soprattutto la volontà di dotarci di mezzi adeguati a fronteggiare una qualsiasi emergenza.

Parlano di allarmi non recepiti.

Buffoni. Cialtroni. Incapaci. Incompetenti.

Un autotrasportatore sa sempre benissimo a cosa va incontro, é il suo lavoro sapere cosa trova per strada, senza contare chi sulla strada c'è già e, come mi ha confermato l'autista della compagnia, non era stata annunciata nessuna situazione che potesse minimamente accostarsi a quella successa e questo andando a scandagliare qualsiasi meteoRAI passato sulla radio.
La nevicata è stata semplicemente sottovalutata.
Ora Matteoli convoca.
Ma convoca 'sto cazzo.

Una su tutte.
L'anno scorso di questi tempi piovve.
Il Serchio straripò e la costa toscana rimase praticamente spezzata in due. Danni non ne parliamo.
Parliamo dei risarcimenti avuti da chi aveva subito danni.            
Inutile dirvi che ammontano a zero.

E La Russa quando gli ricordano quanto abbiamo speso per i caccia diretti verso le nostre Gloriose Missioni di Pace sbrocca. Ha ha.

Ecco, quando addirittura i Saviano si muovono per dire "state buoni se potete" il segno è uno solo:

e' ora di picchiare, e di picchiare sempre più forte.

venerdì 17 dicembre 2010

I LIBRI DELL'ADOLESCENZA

Mi sono accorto che stavo trascurando la lettura, ultimamente.

Non che nel frattempo non mi sia fatto un ripasso di "Condominio" del sempre sia lodato James Graham Ballard e sperare che la realtà non lo superi (lui si è poi superato con "Millennium people", naturalmente), però andando a riscorrere la libreria per prendere in mano IL libro che intendi sviscerare, compenetrare, comprendere, capire etc. etc., quel libro dal quale ti aspetti di uscirne con qualche domanda, qualche risposta e la sensazione di essere un pò migliore, sono andato a smuovere soprattutto libri che ho letto per la prima e l'ultima volta fra i 10 ed i 20 anni.

Ora, col cazzo che mi metterò a spalare nei ricordi personali dell'adolescenza, vorrei invece parlare della sensazione che è in quegli anni ho trovato IL MIO libro, che non è necessariamente il più bello, il più interessante, il più sarcazzaltro. E' il mio. E' quel libro di cui hai interiorizzato interi paragrafi, che ti ha scosso qualcosa dentro tanto da far iniziare dei processi di trasformazione nel tuo modo di pensare, consci e no.
E' il libro che puoi aprire a qualsiasi numero di pagina e già hai stampata nella mente ogni scena precedente ed ogni scena successiva da tanto che l'hai interiorizzato. E dove ti riconosci. Non necessariamente nel protagonista, nè in un solo personaggio, nè necessariamente in un personaggio in particolare ma tu ci sei, sei lì, in quel libro ci vivi e lo rileggi cercando sempre una prospettiva differente e lo trovi sempre e comunque sublime e tuo, cazzo, il tuo libro.

I bordi delle pagine cominciano ad annerirsi, la copertina comincia a fare quelle righe verticali bianche, delle crepe di vissuto, le piegature per tenere il segno ormai prendono un quarto del totale delle pagine, c'è qualche sottolineatura a matita perchè quel punto del libro t'ha fatto l'effetto di un uppercut, insomma si vede pure di prim'acchito che quello non è uno degli altri libri a cui è accostato nella libreria.

E quel libro l'ho trovato quando ero adolescente.
Dopo è stato un fiorire di belle & immortali opere, libri sacri, trattati geopolitici, cazzi & mazzi & bla bla bla ma ormai la scansione temporale che segnava la riapertura della copertina del MIO libro aveva una costante regolarità che non accennava a scadere, nè si attenuava la voglia di condivisione con chiunque venisse a contatto col sottoscritto in pace & amicizia.
Ovviamente sapevo anche a chi NON  consigliarlo.

Il bello del TUO libro è che non è la bibbia.
Non sei tenuto a metterne in pratica lo spirito, l'idea, la posizione politica.
Sei tenuto soltanto a goderne. E goderne incondizionatamente, perché il tuo libro ti lascia libero di essere messo in discussione, di confrontarlo con qualsiasi altro libro, di stare anni senza essere riletto ma quando lo riapri ti trafigge di nuovo, magari in un punto dove credevi non ti avrebbe preso, perchè magari gli anni ti hanno cambiato e lui t'ha aspettato lì come il saggio cinese (ma perché i saggi son tutti cinesi? Ma che a Taiwan erano tutti babbei?) sulla riva del fiume.

Poi mi chiedo perché dopo quasi 30 anni non ne ho ancora trovato uno che possa prendere il suo posto ed essendo normalmente spietato con me stesso provo ad accusarmi di non essere cresciuto.
E no, il mio libro è cresciuto con me, cazzo.
Ed è sempre più il mio libro.
Poi invece penso a quale fortuna ho ad avercelo, il mio libro, ad averlo trovato.
Cazzo che mi sarei perso se non l'avessi trovato. Magari sarei ancora alla ricerca.

Ora ce l'ho qui davanti. Domani mi scade il contratto e rientro il 7 gennaio.

E queste feste le voglio inaugurare con l'ennesima, poco rassicurante, emozionante e commovente lettura di "Comma 22" di Joseph Heller.

Perché a questa età il mio libro è diventato un momento in cui mi voglio veramente bene.

(nella foto: il Texano ed il Maggiore Maggiori nella versione teatrale messa in scena al Signal Ensemble theatre)

giovedì 16 dicembre 2010

GOODBYE SON OF A BITCH

Sì, vabbè, La Pantera Rosa, Colazione da Tiffany, Hollywood party, grazie di essere esistito.

Però a me, in particolar modo era piaciuto un suo film a mio parere molto sottovalutato.
Si chiama "S.O.B.", cioè l'acronimo per "son of a bitch", figlio di puttana.

Su Youtube c'è, ma in lingua originale.
Su Emule, invece, si trova anche in italiano.

Un film che riduce Hollywood alla macchietta che é; non essendo votato alla critica cinematografica dirò solo che è una satira efferata al mito compunto del dorato mondo del cinema, fatto così garbatamente quanto incisivamente che presumo abbia ben più di una dedica.

E comunque, un grande regista di commedie brillanti. Uno dei più grandi, và.

TAFFERUGLI ESTERIORI

A differenza del mio, che è interiore, quello successo ieri ha Roma è stato abbastanza esteriore.

Eppure immagino sia niente al confronto di quelli che sono scesi in piazza pacificamente fiduciosi che sì, beh siamo nei colibatteri fecali fino alle orecchie, ma ci sarà una soluzione che verrà comunque partorita da questo sistema.
Quello di Berlusconi o quell'altro là, quello del PD e quello delle banche, con gli americani e i cinesi, i petrolieri ed i gassificatori, la mafia russa, italiana, cinese, giapponese, nigeriana, congolese e per favore ditemi che c'è anche una mafia esquimese formata da terrificanti Nanook che scolano ettolitri di Paraflu e che taglieggiano le gelaterie artiche.

La verità è che siamo un paese in piena decadenza ed i più saggi dovrebbero passare il resto dei loro giorni stravaccati sui tavolini dei pub esistenzialisti delle periferie urbane della provincia italiana e scrivere sulle tovaglie poemi innaffiati di Tavernello su quanto può essere oltre ogni orrore uscire di casa e trovarsi davanti una rotonda sovrastata in lontananza da un paesaggio di arterie e centri commerciali semivuoti di quelli che Ballard avrebbe passato la vita a fotografarli ed a scriverci su.
Ad esempio.

Oppure a spaccare Bancomat, automobili, camionette dlla Finanza e quant'altro.

Ma non vedo cosa ci sia da manifestare PACIFICAMENTE.

E' veramente uno spettacolo, ad esempio, vedere come Berlusconi ed i suoi abbaino costantemente su come loro siano stati "scelti dagli italiani".
Evitando costantemente di calcolare quanti italiani non li hanno votati. Che anche in un regime fondamentalmente idiota come quello democratico attuale significa LA VERA MAGGIORANZA.

Ed anche quelli che manifestano pacificamente si sottomettono consapevolmente o no a questa legge dei numeri nella libera interpretazione a membro di Yorkshire Terrier secondo la quale se non si è "maggioranza eletta dagli italiani" praticamente non si conta un cazzo. Di tapiro.

Nel senso che ci si rapporta sempre e comunque da sudditi quando mi risulta che un Popolo Sovrano è Sovrano pure se la pensa come Pannella. O come nessuno di quelli che siedono in Parlamento.
Tambroni dovette alzarsi dalla seggiola senza quasi neanche il tempo di vederla, ma per raggiungere questi risultati bisogna sporcarsi la giacchetta in parecchi.

Altro che numeri.

Dopo lo spettacolo dato da questo voto di fiducia e dalle sue conseguenze e dopo le sue ripercussioni sul cervello martoriato degli italiotti ho paura che ci attende un altro teatrino ancora più spettacolare, ancora più sguaiato ed ancora più vomitevole.

Tanto per ingrossare le fila di chi pensa che manifestare pacificamente non serve più a un cazzo.

Me la sento scivolare.

lunedì 13 dicembre 2010

DOMANI

Domani è il mio giorno di riposo settimanale.

Ho un pò di cose da fare, andare in ferramenta a fare le chiavi del nuovo fondo dove proviamo con la band, fare le ultime correzioni ortogrfiche allo spettacolo di teatro/danza su Nijinski che ho iniziato a scrivere due anni fa, mettere in ordine i contratti per trovarmi pronto in caso di vertenza a causa dell'entrata in vigore della legge sul collegato al lavoro il 23 gennaio, fare un giro per concessionarie d'auto e vedere se è conveniente cambiare la mia visto che consuma decisamente troppo e scrivere il testo per due pezzi che il mio chitarrista ha messo su registratore vocale.

Sono di ottimo umore e decisamente pieno di fervore creativo.

(E un bel sticazzi nun ce lo volemo mette?)

Il che significa che del voto di fiducia di domani m'importa una lussuriosissima sega.

Fosse per me, una spianata di Agent Orange e tutti a casa.

Saluti.