mercoledì 30 marzo 2011

ARRIVANO I NOSTRI

Allora, mi baso su quel poco che ho sentito sulle tv locali e preso dal sito dell' Innominabile; A Coltano arrivano 500 profughi che verranno messi in una tendopoli.

Non ho capito bene a quale distanza dal campo Rom poco distante dal cavalcavia nè a quale distanza dalla base americana di Camp Darby (oh, sono extracomunitari anche loro e son venuti già armati, un se ne potevano anche loro stà a casa sua?) ed a quale dall'insediamento di trans brasiliani dalle parti del Mortellini e lungo la pineta.

Casa mia è a Stagno dista circa 1 km da Coltano. Se devo dire che la cosa mi fa piacere, chevvedevodì.
Un pò di movimento fa bòno, "a Livorno un c'è mai nulla" (cit.)

Mi piacerebbe sapere come li sistemano, in che condizioni li tengono o se si deve fa le figurette anche noi, ad esempio.
E siccome pare che il governo abbia scelto la location senza filarsi di pezza le autorità locali, ho la vaga impressione che sia al Filippeschi (Sindaco di Pisa) che al Cosimi (sindaco di Livorno) sia entrato un discreto giramento di coglioni, così come al Bacci (Collesalvetti) che è un altro comune confinante, il mio per la precisione.

Ora, se devo dire la verità a me qui la gente mi sembra dimolto tranquilla, ma aspetto che domani mia madre torni dal lavoro perchè l'autobus dello speaker's corner se lo becca lei.
In teatro saranno preoccupati per l'inflazione di facchini, anche se i tunisini capitati ultimamente mi hanno convinto che probabilmente hanno altre facoltà antropologiche rispetto allo scarico dei bilici pieni di attrezzature da concerto.

Insomma, vada per la raffineria, gli inceneritori, la centrale Enel, la base americana, il campo Rom, i trans sull'Aurelia, ma se fanno un qualcosa tipo CIE credo sarà il caso di andare a fare un bel "51 per me libera tutti" e scioglierli a giro per le campagne pisane, ci si pensa noi livornesi a dargli le indicazioni.

Ora, portarli verso la raffineria mi pare brutto.
Quelli di Camp Darby hanno detto che danno noia ai caprioli e alle gazzelle che scorazzano nella pineta recintata che arriva a Tirrenia e che, spiace, lì è territorio americano e lororlì la carta verde non ce l'hanno.

Vorrà di che se a Coltano non ce li vorranno si faranno venì a Livorno.

D'altra parte a Livorno siamo avanti: ai banchi del mercato centrale hanno aperto dei banchi di frutta anche dei tunisini e dei cinesi e da un pò i livornesi urlano ancora più forte e più sguaiati tanto per fargli imparare prima come funziona la faccenda: i tunisini urlano già abbastanza bene e sanno la formazione del Livorno e che Spinelli si deve frugà.
 I cinesi paiono appena tornati dal Carnevale d'Ivrea. Son pieni d'aranci e dicono sempre "veldula".
Li vedo tutti i giorni perchè vado in pausa pranzo in un'osteria proprio nella Piazza Cavallotti, dove c'era la casa nativa di Mascagni, il primo compositore lirico imitato da Little Tony (maluccio, eh; col ciuffo alla Mascagni ci si nasce) e lì c'è il mercato della frutta & verdura.

Se qualcuno malauguratamente sapesse giocare a pallone verrebbe preso da Spinelli al volo, appena il poveretto è in grado di comprarsi le scarpe, fatto giocare per forza dopo tre cambi d'allenatore, venduto tre volte al Crotone e due al Siena e poi ricomprato aggratis più due giocatori di resto.

Ma almeno, come Danilevicius, mangerebbe.

Invece di lavoro non se ne parla.

I napoletani, i siciliani ed i calabresi ci schifano.

I fiorentini vengono in Borgo Cappuccini o nelle solite osterie di nome a mangià i'ppesce.

I sardi che ci sono son tutti in pensione e fanno da arredo alle case del popolo. E sono i peggiori giocatori di stecca del pianeta.

I senegalesi continuano a vendere accendini, i dominicani, i cubani, ecuadoregni, i peruviani e simili si zombano fra loro in un locale che si chiama Appendàun e, tanto per terminare questo excursus sulla geografia umana, i pisani devono andà in culo.

venerdì 25 marzo 2011

CARITA' E RIVOLUZIONE

"Ricorrerò a San Paolo: nella prima lettera ai Corinti si legge questa stupenda frase (non tutto in San Paolo è stupendo, spesso parla in lui il prete, il fariseo): "Restano  fede, speranza e carità, queste tre cose; di tutte la migliore è la carità"
La carità - questa cosa misteriosa e trascurata - al contrario della fede e della speranza, tanto chiare e d'uso comune, è indispensabile alla fede ed alla speranza stesse. Infatti la carità è pensabile anche di per sé: la fede e la speranza sono impensabili senza la carità: e non solo impensabili , ma mostruose. Quelle del nazismo (e quindi di un intero popolo) erano fede e speranza senza carità. Lo stesso si dica per la Chiesa clericale."
(Pier Paolo Pasolini, Il Caos)

Non so in questa Italia governata da ladri ed assassini ci sia ancora spazio per cercare di recuperare un minimo di senso riguardo al termine "carità".
Non lo so e credo che giunti a questo punto non mi interessa più di tanto.
Certo è che se il termine è ancora preda dell'imprinting affibbiatole dalla Santa Romana Chiesa Cattolica Football Club siamo lontani anni luce dal comprenderne correttamente il significato.
C'è una interpretazione del termine da parte di alcune scuole buddiste giapponesi che a mio parere è la chiave di volta per riflettere su quanto siamo lontani dall'aver capito quale abissale differenza separa il nostro mondo occidentale ed evoluto dalla messa in pratica di questa cosa, come la definisce Pasolini, "misteriosa e trascurata".
La parola è "Jihi", composta da due caratteri, per l'appunto "Ji" e "Hi".
Il primo significa "togliere sofferenza", il secondo "dare gioia"; è la virtù fondamentale del bodhisattva, colui che dedica la propria vita agli altri per propagare la Legge; ma non mi addentro in questioni dottrinali perché voglio rimanere sul significato del termine, che è quello che mi interessa.

Nella nostra lingua e nell'interpretazione che i buddisti italiani ne hanno dato il termine diventa "Compassione", e per quel che gli italiani hanno identificato con quel termine nel linguaggio comune mi viene da dire che la traduzione è veramente pessima. Anzi, forse la peggiore possibile.

"Togliere sofferenza" vuol dire offrire gli strumenti per superare una condizione che crea profondo disagio interiore, "dare gioia" vuol dire aprire nell'altro una condizione per andare oltre la propria sofferenza costruendo uno stato vitale più alto.

Altro che "compassione".

Detto ciò trovo inappuntabile quanto il poeta di Casarsa scrive nella citazione riportata. Quello in cui viviamo è un mondo di fede e speranza senza carità.
Ed è un mondo mostruoso al quale l'unica a ribellarsi è la Natura, probabilmente avendo constatato l'inettitudine dell'uomo nel contrastare quanto i poteri hanno ormai stabilmente costruito.
In Italia la cosa è talmente sudicia, incancrenita e spudorata che probabilmente la Natura interviene solo per dare il segnale di quanto ci stiamo fottendo da soli con le nostre stesse mani; a fronte di un governo che deve avere quantità industriali di fede e speranza, ci troviamo a vivere una nemesi per cui dopo aver disseminato l'intero pianeta di "Pizzamandolinispaghettimafia" ora stiamo qui ad ascoltare dei babbuini in camicia verde strillare perché ci viene chiesto il conto, perché il fatto che il pianeta Terra è di tutti e che le loro patetiche bandierine son buone solo per ficcarsele in culo partendo dalla cima dell'asta, visto che il loro concetto di identitarismo parte da un presupposto abbastanza ridicolo, basti guardare le facce suine che si ritrovano, darle in pasto ad uno studente al primo anno di antropologia e concludere che la probabilità che la loro ROTFLrazza sia inconfutabilmente mescolata ad africani, sassoni, germanici e pecore della Val Brembana.

La carità non è ammassare disperati nei CIE ed andare a bombardare un dittatore al quale fino al giorno prima s'è leccato ogni orifizio. E non è nemmeno scendere per l'ennesima volta in piazza a scoreggiare nel simoun "contro la guerra". La carità è azione.
E questo, per quanto mi riguarda vuol dire che in una corretta accezione del termine i signori BerlusconiTremontiLaRussaMaroniPrestigiacomoCicchittoecc.ecc. vanno messi in condizione di avere PAURA.

Una paura lovecraftiana, verso non si sa cosa ma che sanno che prima che abbiano la percezione della sua vera identità li avrà colpiti ed affondati.
La paura che hanno cercato di instillarci per governare.
Ed è una paura che non sarebbe difficile cominciare a far provare loro tramite delle semplici azioni quotidiane, senza orario e senza bandiera (anche se i New Trolls non è che mi facciano impazzire).
Le azioni di chi non ha bisogno di una mentalità "movimentista" per fare una rivoluzione perchè la rivoluzione la fa partire ogni mattina davanti allo specchio del bagno. E la traduce in carità.
Quella vera che crea fede e speranza.

venerdì 18 marzo 2011

RADIAZIONI, PLAYSTATION E FAVE SCHIAPPONE

"E allora?
Come pensate di far funzionare i vostri frigoriferi, lavastoviglie, microonde, televisori, computer, playstation ecc. ecc.?"

Ficcandoteli su per il culo.

Questa è quella che si dice una risposta sensata.

Nessuno si chiede COME venga usata l'energia che abbiamo a disposizione, nessuno che inizi ad indagare su come (un popolo a caso) gli italiani siano più o meno "intelligenti" nel consumare un bene così fondamentale e prezioso.
No, pensano a come far funzionare la playstation.
Ditemi voi se quella sopra non è una risposta sensata.

Non è questione di parsimonia, la questione è: stiamo portando avanti un modello sostenibile o no?

La risposta è no. E non da oggi.

Non ce lo possiamo permettere. Ma ce lo permettiamo lo stesso.
Spendiamo zillioni in megacazzate che non servono a un megacazzo e poi frignamo perché il petrolio va alle stelle e il gas te lo danno a gocciole e milioni di coglioni devono fare finanziamenti e debiti per pagarsi il pieno al SUV, l'i-phone nuovo, la playstation e un branco di stronzate che, tante volte non ce ne rendessimo conto, sono nient'altro che il risultato di quanto andiamo a rubare togliendo il pane dalla bocca di quei popoli che manco riescono a mettere insieme pranzo e cena e questo riguarda migliaia di beni per noi "fondamentali", quelli da status, cioè.

D'altra parte che il sistema capitalistico sia un sistema comodo per assassini e deficienti (dove i primi dicono cosa fare e i secondi eseguono) non è storia di oggi.
Direte: al comunista!
Fermi lì.

Dico. ma proprio non ci si levano le gambe da questa gabbietta da criceti dove si continua a girare sulla ruotina che ci hanno messo per farci occupare le giornate?
Capitalista/comunista
Comunista/fascista

E' mai possibile che nell'A.D. 2010 ci siano ancora individui così sfacciatamente tendenti al subnormale che ancora annuiscono contenti meglio dei peluche con la testa semovente che a volte si vedono dal finestrino posteriore di certe auto quando il Buffo Omino di Arcore dice di non voler lasciare il paese in mano ai comunisti?
E' possibile.
E' possibile quando, ad esempio, svariate generazioni dell'alta Italia (tronchi di betulla freschi da rosica per gli amici leghisti, prezzi modici e scaricabili dal 740)



sono cresciute col mantra dei comunisti che requisiscono le proprietà, stangano di tasse e mangiano bambini bolliti come se "Il capitale" fosse stato scritto da Swift invece che da Marx (e se non altro sarebbe stato più divertente).
E guardate che fine hanno fatto. Fans di Borghezio.
La morte è troppo poco per loro.
Meritano uno Stato Padano governato dalla Lega. Questa sì che sarebbe una punizione.

Ora ci si sveglia riguardo le potenziali noie che potrebbe apportare l'avere delle centrali nucleari in casa.
ORA.
Ma che roba, dice, avete visto in Giappone.
Qua non c'è problema, dicono i sicari del governo; o almeno l'hanno detto fino a quando non hanno percepito che rischiavano di finire rincorsi da cittadini incazzati pronti a fargli ingoiare raudi fischioni all'uranio impoverito.
E la Fata Turchina Prestigiacomo, seppur non marginalmente coinvolta nell'affaire nucleare, s'è cacata nel perizoma e ha detto "Lasciamo perdere, o perdiamo le elezioni"
Non "lasciamo perdere che qui rischiamo di mandare al creatore qualche milione di gente".
Perché qui, in Italia abbiamo col colpo sempre pronto in canna terremoti, esondazioni, frane, smottamenti, lobby del mattone e lobby dei rifiuti.
Cioè quanto appena sufficiente a mandare i nuclearisti precisi fra le famose 27 crespelle (per i/le vergini)del buco del culo e farglici prendere la residenza.

Non sono esperto di energie nè intendo diventarlo.
Ma sono disposto a rivedere i miei consumi, le mie abitudini e le mie esigenze (già pesantemente parche) in base alla possibilità reale che grazie a TUTTI si possa vivere con un modello sostenibile in armonia con quanto la natura ci ha messo a disposizione.
So solo che chi ritiene PROVVIDENZIALE l'incidente di Fukushima vorrei riflettesse su cosa sarebbe successo in Italia se a Fukushima la gente fosse ancora occupata a distillare sakè e costruire computerini in santa pace e la centrale nucleare fosse ancora tranquillamente in funzione.
E che l'unica cosa provvidenziale è il prendere coscienza che per la gang del Buffo Omino la preoccupazione del benessere energetico dell'Italia è pari più o meno a quella del fabbisogno alimentare dei pellicani dello zoo di Pistoia. E regolarsi di conseguenza.

Pensando ad esempio a chi sarebbero andati i voti dei giocatori di playstation.
E regolarsi un'altra volta di conseguenza.

Ad ogni modo: per il sottoscritto, as usual, scheda bianca/nulla/imbrattata con una fava schiappona gigantesca (ultime politiche) alle elezioni ma al referendum ci vado.
Eccome.

lunedì 14 marzo 2011

ITALIANI E CATASTROFI

La fanzine "Libero" ci informa che i terremoti fanno aumentare il PIL.

Aspettiamo intanto di sapere quanti punti in più ci ha procurato il sisma in Abruzzo (e io che mi preoccupavo della crisi), intanto cerco di farmi un'idea di quello che è successo in Giappone da questa distanza e, per quanto possa informarmi in rete, sulle tv e sui giornali so già che non c'è figurina che possa minimamente rappresentare cosa significhi un disastro del genere.
Diventa quasi avvilente commentare un fatto del genere da un paese che ha visto nella gestione del terremoto abruzzese una delle più squallide esibizioni di volgarità umana e disprezzo dei cittadini fatta da questo governo che pure quotidianamente non ci fa mancare mai la sua perla.

Ci sono dei momenti in cui la Storia bussa alle porte e reclama dei cambiamenti e ci sono momenti in cui insieme alla Storia bussa pure la Natura e così ci ritroviamo noi italiani eredi dell'Impero Romano, del Rinascimento e della commedia all'italiana del dopoguerra a guardare i sommovimenti che animano il mondo arabo e le grandi catastrofi naturali aiutate con beni & servizi dalla mano dell'uomo (parlo del nucleare, e colgo l'occasione per mandare un caloroso VATTI A IMPICCARE a Chicco Testadicazzo) dalla prospettiva di un paese nel quale il Primo Ministro sta preoccupandosi di non finire in galera e deve velocemente riformare l'ordinamento giudiziario cominciando con l'esibire il disegnino delle bilance.

Ma la catastrofe giapponese pone innanzitutto una problematica.
Anche se è presto per dare riscontri in questa situazione è nota l'attitudine del giapponese a considerare l'onore del proprio paese come sacro e come sia radicata l'attitudine a gestire collettivamente le situazioni di grandi emergenza, e sto parlando di un paese che s'è beccato due atomiche sul groppone e che su terremoti e tsunami non deve imparare niente da nessuno.
Questo articolo di Zucconi in merito l'ho trovato piuttosto calzante.

Ora torniamo a noi, in Italia.
Immaginiamo una situazione d'emergenza nazionale anche lontanamente meno seria di quella giapponese, per cui ci ritroveremmo ad essere gestiti dalla squadra pidielleghista.
Se L'Aquila non avesse ancora dato un'idea, intendo.
L'impressione è che faticheremmo a capire, nel caso, se la vera tragedia sia stata quella naturale o quella di ritrovarsi in tali mani.
Dimenticate lo spirito di solidarietà e di profonda presa di coscienza che la parte migliore del paese tirò fuori nel dopoguerra, dimenticate gli italiani brava gente, dimenticate la parola gente, ecco.

Perché ora siamo in mano ad una banda di criminali, accerchiati da mafie, 'ndrine, massonerie, consorzi, famiglie e troupes da circo che qualsiasi cosa succeda ha deciso di lasciare solo qualche insignificante briciola.
Quanto basta per avere una TV, un telefonino e un cetriolo da infilarsi nel culo quando la TV e il telefonino non bastano più.

Stiamo vivendo in un paese nel quale ai terremotati abruzzesi è stata data la squallida solidarietà di un giorno dai media biscionati (quindi RAI compresa) per poi lasciarli soli anche davanti ai manganelli della polizia: lì non le hanno raccontate le storie dei peluche ritrovati fra le macerie. Un paese che abbiamo visto svelarsi anche qui in rete, bastava vedere nel sito di Anna Colasacco (Miss Kappa), nei mesi successivi al terremoto il proliferare di berlusconiani decerebrati (mi scuso per i due aggettivi di fila che poi sono lo stesso sinonimo) pronti ad infamare, mistificare, trollare, infangare pur di difendere l'onore del Buffo Omino di Arcore.
A tale miserevole livello qualcuno è riuscito a scendere.

Ad ogni modo sembra che ce la stiamo chiamando, perché quando il livello morale, sia pure di una parte della nazione, scende al livello in cui i fans del Buffo Omino sono riusciti ad arrivare prima o poi accade QUALCOSA. E quel qualcosa non è mai simile al Carnevale di Rio de Janeiro.

Intanto, là nel paese del Kamikaze (che altro non sarebbe che il Vento Divino che la dea Amaterasu scatena contro i nemici della Nazione per purificare il paese) ci stanno dando un'occasione per mettere in moto qualche rotella.

Senza contare quella che ci stanno fornendo dai paesi arabi.


(nella foto: due catastrofi della natura umana attualmente in corso in Italia)

martedì 8 marzo 2011

8 MARZO: BE ITALIAN

Sarà anche la festa della donna ma io oggi c'ho il dentista e quando c'è di mezzo un dentista che deve cavarti un dente  il resto della giornata passa in secondo piano.

Ciononostante da queste parti hanno pensato bene di festeggiare attaccando in varie zone della città il seguente cartello:



Sotto la sigla "Terror" si firmano gli stessi che avevano in precedenza stampato degli adesivi con un uovo al tegamino (dopo le uova tirate contro le sedi CISL e Confindustria che avevano provocato le scomposte e patetiche accuse di "terrorismo" da parte delle facce da culo e della stampa locale e non solo) seguiti dagli adesivi delle stelline dipinte di vernice rossa attaccate sempre davanti a CISL e Confindustria.

Riporto inoltre il comunicato seguito al manifesto:


“Be Italian. L'altra faccia della tv
Cosa si nasconde dietro lo share?
La scelta di questa immagine "forte" in primis è stata dettata per suscitare reazioni immediate e, volendo, estreme. L'abbiamo scelta perchè rappresenta l'Italia di oggi, quello che c'è dietro la società dello spettacolo e quel sistema che alimenta l'uso e la rappresentazione del corpo femminile in modo sessista. Inoltre, l'immagine è quella di un uomo nudo perché riteniamo il sessismo un problema maschile. I media non si limitano a rappresentare modelli femminili desiderabili ma alimentano una società dove esistono un soggetto (maschio, comunque passivo) e un oggetto (la donna, per come viene rappresentata).
"Be italian" è la tagline della campagna pubblicitaria Intimissimi 2011, azienda che fa un chiaro sfruttamento del corpo femminile ad uso e abuso maschile, ed allo stesso tempo richiamo alla situazione generale italiana, fatta di spettatori passivi incapaci si scegliere."

Terror

venerdì 4 marzo 2011

CORPI LIBERI E GRATUITI

Per un pò ho seguito con un certo distacco le diatribe su corpi e libertà sessuale con le quali i paladini del Buffo Omino di Arcore cercavano di rovesciare a sinistra l'accusa di ipocrisia, visto che ci si ritrovava a stigmatizzare le bravate ed i festini con contorno di giovini virgulti pronte ad intascare soldi, regali, prebende e posti su ambiti seggioloni in cambio del sollazzo del Buffo Omino e dei suoi cortigiani.

Ora, non é che parlando di TROIE nel senso più dispregiativo possibile mi riferisco alle papi-girls, o almeno non solo.
Se parlo di TROIE sto parlando proprio di quegli esemplari che a malapena riesco a definire umani che in tutta questa faccenda hanno avuto la buona idea di liquidare la cosa con "ognuno a casa sua fa quello che gli pare", tanto per cominciare.
E continuando, o scavando, come preferite, quella squadra di subumani che pur di salvare dal processo il Buffo Omino hanno passato in rassegna sotto lo sguardo attonito del mondo intero ogni cazzata concepibile, dall'abbassamento della maggiore età alla (ultima ed addirittura disconosciuta da Ghedini, quindi pensate al livello) presentazione della prescrizione breve.

Quelle sono TROIE.
A prescindere  dal sesso, naturalmente.
E nessuno ha lottato per permettere a qualcun altro di diventare delle TROIE, o almeno non di quel genere.

Chiaramente dei minus habens come i berluscones non ne sanno un beneamato cazzo a tortiglione di cosa sia stata la lotta per la liberazione sessuale partita negli anni '60 ed attualmente ferma al monitoraggio dei femminicidi e dei casi di stalking molesto che ancora caratterizzano in larga scala la nostra società fondata sui "valori cristiani" così duri da scardinare perché sia chiaro, se c'è da scendere in piazza contro il potere politico si timbra con piacere il cartellino di presenza, ma se si chiedesse una volta per tutte di contarci nel caso si decida di scendere in piazza ESCLUSIVAMENTE per dare alle zecche in tonaca un bel segnale che il loro gradimento presso una consistente fascia di popolazione è classificabile precisamente fra il mal di denti ed una visita dell'ufficiale giudiziario ci sarebbe un fuggifuggi da parte (soprattutto) di coloro che millantano d'essere il principale partito di opposizione - in realtà sono il partito della disperazione, quella di chi non riesce a concepire un modo di fare opposizione diverso dal grattarsi i coglioni mentre l'altra parte devasta il paese salvo poi uscirsene con la genialata dei 10 milioni di firme; immagino il tremore del culo flaccido del Buffo Omino, mah. - ma sulla volgarità e sulla schifosa ipocrisia cattolica dimostrata anche in questo frangente ci vorrebbe un post apposito.

Immagino che spiegare ai berluscones che la liberazione del proprio corpo e del proprio piacere che era alla base della lotta di liberazione dei bei tempi che furono era riferita alla riappropriazione del diritto di decidere al di là di qualsiasi condizionamento imposto dai poteri sia pateticamente inutile.
Spiegare la possibilità della libertà di decidere del proprio corpo a chi s'è venduto in tutta la sua essenza ad una "cosa" ridicolmente sciatta e volgare come il Buffo Omino è come tentare di spiegare ad un ippopotamo un diagramma di Venn.
La differenza sta nel fatto che uno con la forma mentis del berluscones ha assoluta necessità di vendersi per dimostrare a se stesso che un qualche cazzo di qualcosa a questo mondo è pur venuto a farlo.
Si creano così casi umani da tragicommedia, tipo Sgarbi, che in un qualsiasi paese provvisto di una dose minima di etica farebbe l'ambulante ai mercati urlando "Non ve lo dò per mille, non ve lo dò per cento ma per DU'EURIDU'EURIDU'EURI", o come Ferrara che finalmente ha potuto sguainare il panzone e tornare alla carica iniziando a pontificare sull'argomento sul quale verosimilmente ha la stessa competenza di un cesto di insalata contornandosi di mutande tanto per ribadire quale dovrebbe essere il copricapo dei seguaci che intende salvare dall'ipocrisia sinistroide.
Ma si creano anche casi umani di "normali" cittadini per cui il farsi alesare ogni orifizio (o quello delle figlie) in cambio di un qualsiasi tipo di beneficio significa per l'appunto avere scelto.
E' lì che il berluscones o chiunque ragioni in questa maniera si allontana, rispetto alla liberazione sessuale messa in moto nei decenni scorsi, verso altri universi.

Hanno semplicemente promosso un concetto di scelta che in realtà è asservito più che mai al potere.
Quindi niente di più lontano da quella che era la vera lotta di liberazione dei corpi.

Non c'è stata traccia, nella difesa da buzzurri impomatati degli amici del Buffo Omino, dei sentimenti che necessitano per guidare il proprio corpo alla libertà di decidere il proprio piacere.
Che poi la vera lotta di liberazione consisteva per l'appunto nell'imparare a gestire proprio le pulsioni sessuali scavalcando degli schemi imposti che nascondevano giusto quegli abomini sui quali siamo ormai arenati da qualche decennio.

E l'invereconda mercificazione del corpo che il Buffo Omino promuove con l'avallo delle gerarchie ecclesiali è la strada più sicura affinchè una restaurazione degli antichi valori riprenda piede il più velocemente possibile.

Libertà sessuale illimitata per chi può permetterselo, pubblica gogna per tutti gli altri.
Perché dietro si allunga paterna la mano di chi fa finta di incazzarsi ma che non aspetta altro che il lavoro sia portato a compimento, vale a dire la mano di quelle zecche contro le quali sembra non siano ancora maturi nemmeno i tempi per una manifestazione non dico di protesta ma di dissenso tutta per loro.

Detto ciò, se un'altra lotta per liberare i corpi ed il piacere deve proprio iniziare - e lo dovrebbe - non è detto che non sia proprio da qua che debba partire.

Ma in quanti ci ritroveremmo per manifestare contro la Chiesa?

P.S. Non ho mai usato l'epiteto di "pedofili" per le zecche, stavolta. E comunque ne hanno appena beccato un altro.
P.P.S. Ma perché il correttore di blogspot mi segna la parola "femminicidi" come errore?