domenica 30 ottobre 2011

DISTRAZIONI DI MASSA FOR DUMMIES

Le tecniche di distrazione di massa non colpiscono solo i poveretti che ancora voterebbero centrodestra.
Escludendo chi concretamente ne trae benefici economici - e provate a convincermi che votare il Buffo Omino di Arcore abbia una qualche altra ragione plausibile - i suoi elettori stanno già abbondantemente fregati nella struttura cerebrale per poter impegnare un qualsiasi staff in operazioni di marketing che vedano al di là della squacquarella che cola ogni giorno dalla televisione.
E difatti queste tecniche funzionano invece in maniera formidabile con quella categoria che in nome di una supposta (e mai termine fu più appropriato) superiorità etica si rivolgono al Partito Democratico.
Il quale si è distinto in questa legislatura per l'attivismo nel salvare questo governo ogni volta che l'occasione si è presentata salvo tentare uno scattino adesso che i buoi sono scappati e vagano allegramente in terre sconosciute, oltretutto prendendosi sonori razzi nel posteriore da quelle macchiette umane che sono gli attuali Radicali.
Perché quando si è geni dentro non c'è niente da fare, bisogna prenderne atto e togliersi il cappello.
E rifilargli una testata sul naso, aggiungerei.
Ma non divaghiamo; non si può negare il fatto che in quanto a convention, riunioni e kermesse i Piddini di questi tempi non si siano dati da fare: Vendola dice "Ora tocca a noi", Civati e Serracchiani dicono che è "Il nostro tempo", Renzi da buon fiorentino evoca addirittura il Big Bang mentre il capobranco Bersani porta le sue truppe Finalmente Sud.
Queste le chiacchere.

I fatti invece sono affidati ad una nostra vecchia conoscenza, Piero Ichino.
E lui i fatti sa benissimo come farli.
Si appoggia al noto organo rivoluzionario meglio conosciuto come "Libero" e chiede udienza.
Prontamente concessa da Sacconi. Che, naturalmente non perde l'occasione per rilanciare l'allarme terrorismo.

Perché le chiacchere stanno a zero quando i fatti dicono che se vogliamo proprio andare a vedere come è stato instaurato in Italia questo sistema di precariato selvaggio il timbro a secco delle teste d'uovo del PD risalta  come quello di nessun altro.

E non bastano le cortine di fumo dei Grandi Raduni per farcelo dimenticare.








sabato 29 ottobre 2011

NON CI SONO PARAGONI

Giuro, avrei voluto esserci anch'io a Ponte Milvio.
Di sicuro non avrei fatto nessuna fila, non me ne frega una beneamata cippa di fava schiappona dell'I-Phone 4 perché l'uso del mio telefono è strettamente limitato, per mia scelta, a quelle funzioni che si chiamano chiamata e risposta. Per fare le fotografie ho una fotocamera e per navigare in rete ho un PC a casa. Il mio televisore è un normale 32 pollici LCD comprato dopo che il MIVAR di quasi 30 anni ha iniziato a trasmettere ologrammi psichedelici (non che la cosa mi dispiacesse, ma erano sempre gli stessi) e in tutto ciò non sento il bisogno di allietarmi la vita con altre amenità tecnologiche. E mi rendo conto di essere già quasi un reperto archeologico rispetto al trend dell'italiano medio, ma francamente ho abbastanza cose di cui occuparmi quando sono in giro invece di trastullarmi con tablets, I-Pad, I-Phone e cosecosì.
Questo sicuramente non inficia il fatto che chiunque è libero di trastullarsi come vuole, o semplificarsi le sue cose come meglio crede.
Ma sfido chiunque sia provvisto di quel che rimane del termine buonsenso a giustificare 25.000 assatanati che si menano e spaccano vetrine per degli sconti su un telefono o su delle televisioni.
Certo è che le considerazioni sulla cosa escono in automatico e sono considerazioni che non fanno stare per niente tranquilli.
La prima è che la divisione in classi non esiste più.
C'è chi preferisce andare a spaccare vetrate di banche ed agenzie interinali e c'è chi preferisce andare a fare il teppista da Trony per avere un I-Phone scontato.
E potete giurarci che non è il reddito che divide i due gruppi.
Ed all'inaugurazione di Trony sarebbe stato carino mettere le due realtà a confronto.
E' che i black bloc sono come i vigili urbani, quando servono davvero non ci sono mai.

venerdì 28 ottobre 2011

SOLO UNA FERROVIA

Fin qui tutto bene all'ex-caserma Del Fante occupata.
E benissimo è andato il presidio al centro per l'impiego dopo un annuncio di una ditta in cerca di persone "inclini alla subordinazione", notizia ampiamente ripresa da altri blog.

Fine dello spot.

Oggi c'è stata una assemblea per discutere del 15 ottobre ma sono a casa con un principio di febbre e se domani voglio uscire meglio che me ne stia tappato; però sarebbe interessante capire.
Perché come scrissi in precedenza ero parecchio interessato a quello che sarebbe stato il 16 ottobre e il 17 e così via.
Siamo al 28.
E dal 15 al 28 è successo che licenziare sarà più semplice, perché si sa che nel capitalismo il concetto di sviluppo e togliere soldi a chi ne ha pochi e metterne in mano a chi ne ha già; è successo che una pacifica manifestazione NO TAV ha provocato scomposte rosicate da parte di "Repubblica" e "L'Unità" (favoloso per quest'ultima il titolo "il cantiere è rimasto inviolato"). E' successo che il patetico circo che al momento governa questo paese ha continuato a dare spettacolo a modo suo, cioè con la solita arroganza e la solita volgarità alle quali col cazzo abbiamo intenzione di abituarci. E succede che in quanto ad arroganza e volgarità il segretario della sedicente opposizione cominci a tentare di emulare i dirimpettai di emiciclo.
Cioè, che la posizione del PD sulla TAV fosse chiara, una volta tanto e guarda caso, non è cosa nuova; ma una simile compilation di stronzate da parte di Bersani è ben più che un campanello d'allarme.
E' solo una  ferrovia. Si parla di treni.
Come magari in Liguria si parlava di case. O sarcazzaltro fatto di cemento.
A questi del nostro territorio, della nostra terra, non gliene frega una turbominchia. Uscirsene con frasi del genere due giorni dopo che mezza Lunigiana è venuta giù e due paesi delle 5 terre sono in ginocchio, questa è arroganza, questa è volgarità, questo è pensare solo alle proprie mazzette.
E significativa è la sbroccata di tal Esposito che dopo la puntata di "Mi manda RAI 3" conclusasi con il solito risultato di ogni volta che i SI TAV espongono le loro ragioni, cioè con un bagno di sangue per gli stessi, parla di "agguato" e dà lezioni di democrazia degne di uno che la parola "democrazia" l'ha imparata leggendo un biglietto scartato dai Boeri.
I poveretti sanno benissimo che noi sappiamo, che il movimento sa, che i valligiani sanno. E l'unica arma che rimane loro per imporre quella cosa non solo inutile ma dannosissima sono i soldi con cui vogliono riempirsi le tasche.
Come se non avessimo già visto questo film qui a Livorno con il nuovo Ospedale, ad esempio e tanto per puntualizzare che sia piccola o grande scala, per loro l'importante è fare cassa per se.
E quando qualcosa va storto, come nel caso della discarica di Limoncino invece di ricorrere ad un seppuku di massa come sarebbe normale, strepitano dalle colonne del giornalino locale. Suscitando risate crasse, che almeno attutiscono il dispiacere di non vedere questi signori testare le comodissime celle delle Sughere. Come sarebbe normale che sia.

Detto ciò siamo al 28.
E la mia impressione è che la protesta sia implosa dopo il 15 ottobre e che stiamo qui a tirarcela.
Come la penso l'ho scritto più e più volte.
Sono orgoglioso dei ragazzi della mia città, studenti, precari e disoccupati che due giorni dopo i fatti di Roma hanno ridato alla gente del quartiere uno spazio, e che spazio, lasciato nella più totale incuria per 7 anni, ma siamo ancora alle schermaglie. Ho constatato di persona ad esempio quante richieste di aiuto hanno avuto i ragazzi proprio da chi ha bisogni ai quali la politica non vuole, non sa e non dà risposte.
Qui c'è da cambiare un sistema, non solo un governicchio di mediocri ed incapaci, nonché di ladri e mafiosi  quale è quello italiano.
E non vorrei che siamo ancora all'ormai stereotipato: "Manca l'analisi, compagni".
Come ho già comunicato su altro blog i primi sampietrini sarebbero per loro perché non c'è più un cazzo da analizzare, c'è solo da andare a riprenderci il nostro, e alla svelta perché come ho già avuto modo di ricordare questi qua non fanno passare un giorno senza fare altri danni.
E restare fermi al 15 ottobre non è solo inutile. E' criminale. E di criminali bastano ed avanzano quelli che stanno sui seggioloni.

Compresi quelli per cui la TAV è solo una ferrovia.



domenica 23 ottobre 2011

NONVIOLENTI, SORPRENDETECI!

Non so come i nostri emeriti rappresentanti del Parlamento Italiano, i nostri raffinati politologi, i nostri analisti arrembanti dalle pagine dei quotidiani ancora convinti di fare una qualche opinione, quale interpretazione daranno di questo video

Anzi, andando direttamente al cuore del problema sarei tentato di aprire una ditta produttrice di ventose, che avrei lavoro assicurato quanto basta per garantirmi una dignitosa pensione.
Sarei comunque curioso di sentire dare una spiegazione diversa dal dato di fatto che qualsiasi essere senziente può trarre da questo siparietto: siamo nelle mani di un buffone, di una persona assolutamente inadeguata a guidare un paese, una persona che sta trascinando nella merda tutta una nazione per pararsi i cazzacci suoi.

E c'è ancora un più del 20% del paese che lo rivoterebbe.

Ora, a me di quel più del 20% del paese comincerebbe ad importarmi una sega. Oltretutto dicono siamo in democrazia, cosa altamente opinabile visto che da qualche annetto siamo soprattutto in un regime che si occupa principalmente di evitare che il Buffo Omino Di Arcore finisca al gabbio.
Ora, non è che un nuovo governo raffazzonato e messo lì a cercare di salvare baracca e burattini sarebbe qualcosa che mi indurrebbe a tornare almeno cautamente ottimista rispetto al pericolo di finire a zampe all'aria, ma comincerei a pormi il problema del COME finiremo a zampe all'aria, cioè con un tonfo nel girone dei dannati che ci porterà in breve tempo a ridurci ad una nazione di schiavi, nel senso più schiettamente pratico del termine.

Credo che l'urgenza di toglierci di torno il Buffo Omino di Arcore sia ogni giorno più grave, a qualsiasi condizione ed a qualsiasi costo.

E credo che ogni giorno che passa si allontani sempre di più la possibilità che questo avvenga grazie ad un naturale processo democratico, come vorrebbero i nostri bravi giovanotti che ancora stanno inveendo contro quei cattivi che a Roma hanno fatto tutto quel macello.
Signori belli, se volete che la gente non cominci a spaccare tutto dovete dimostrare di essere capaci di portare a casa qualche risultato concreto, non la solita sfilata al termine della quale il Buffo Omino prende atto col solito "M'IMPORTA UN SEGONE A TRE MANI" col quale ha sempre accolto le istanze di chi non la pensa come lui.
Allora, sorprendeteci.

Levatecelo di torno con le buone, una volta per tutte.
Non è abbastanza ma è un bel passo. Magari si comincia a pensare che non c'è bisogno, la prossima volta, di mettere a ferro e fuoco un corteo; perché non è dello scontro che si ha paura, ma del protrarsi di questa situazione.
Io credo che la vera violenza al paese è quella che questo sistema fa quotidianamente al popolo ed ai lavoratori, ma è anche il mantenere un elemento del genere ogni giorno di più a rappresentarci ed a guidare una crisi come questa.
Perché nel caso vi sfugga il senso del video qui sopra, vi avverto che questo duo si sta preparando a farci un alesaggio al culo che manco vi immaginate. Vedrete come si corre poi, altro che il Bravino della Piaggio.

Ogni giorno che passa farà crescere la reazione quando sarà il momento di fare i conti.
E sì che gli esempi non cessano mai di manifestarsi.

domenica 16 ottobre 2011

#16OTTOBRE

Proprio quello che intendevo col post precedente.
Il #15O è passato, oggi è il #16O e tutti ancora parlano del #15O.
Mentre dovremmo parlare del #17O.
Francamente del copione rispettato di ieri (pacifici, black block, polizie e gente che straparla) ero già a conoscenza il #14O, in queste situazioni quello che non ci manca è la certezza che certe dinamiche siano normalità.
Sta di fatto che ieri mi son fatto 15 ore di lavoro - nuovo record annuale - comprensive di trasloco del Maestro Lindsay Kemp dal quinto piano di un bel palazzo sul viale a mare al quinto piano di un altro palazzo nella zona del mercato centrale.
Squadra: io, un ultras del Livorno che avendo 3 anni di DASPO doveva andare a firmare all'inizio della partita del Livorno di ieri ed un altro ragazzo che ancora ha i segni di un lacrimogeno preso in faccia in Val di Susa.
Dico solo che sarebbe stato faticoso anche per una squadra di 6.

Gli dèi hanno deciso che questi tre tizi era meglio che se ne stessero a casa a lavorare, immagino.

Dopodiché alle 17 mi iniziava il turno di servizio in teatro in occasione del Premio Ciampi, che è durato fino alle 3 di notte.

Che posso dire?
Che siamo stati in contatto tutto il giorno per telefono con chi era a Roma. Che una volta rientrato in teatro c'era il portiere che ci teneva aggiornati dal PC della postazione mentre nel retropalco c'era Controradio accesa che faceva la cronaca.
Che i pompieri in servizio facevano discorsi più incazzati di qualsiasi "indignado" a gazzosina.
Che Paola Turci è sempre una bellissima donna.
Che verso le 22 ho cominciato ad avere le traveggole dalla stanchezza.
Che una volta a casa mi sono fatto un trombone Lindsay Kemp Size (non avete idea) e poi - come si dice a Roma - sò ito lungo.

Ma oggi è un altro giorno e domani un altro ancora.
E il messaggio che dovrebbe passare è: se qualcuno pensa che la cosa finisca il #15O sarà bene che si ricreda alla svelta. Altrimenti tutto rimarrebbe fine a se stesso, vuoto, inutile e soprattutto darebbe modo a quelli che BISOGNA ASSOLUTAMENTE LEVARE DI TORNO DEFINITIVAMENTE di riprendere fiato.

Quando si parte con una protesta di questa portata si va a dritto, violenti o non violenti, buonisti e cattivisti, anche perché - mettiamo il caso - è difficile fare l'infiltrato violento per più di due giorni di fila, signori geni del Ministero Maroniano, specie in un momento come questo in cui siete un pò sulle spese.
E chi è veramente incazzato potrebbe cominciare a mirare sempre più al centro del problema.

Insomma, una volta tanto cerchiamo di emulare il Buffo Omino di Arcore:

NOI ANDIAMO AVANTI

Da parte mia appena scendo a Roma ho già una meta: il Valle Occupato.
Colleghi first, eh.

giovedì 13 ottobre 2011

#OCCUPIAMO IL CALENDARIO

Un sistema economico gestito dal basso.
Un sistema economico capace di distribuire equamente le ricchezze.
Un sistema economico basato sull'armonizzazione con il pianeta.
Un sistema economico che impedisca le grandi concentrazioni.
Un sistema economico che permetta ad ogni individuo di poter scegliere.

Ho sempre pensato che coloro che fanno gran sorrisini di scherno parlando di "utopia" siano in realtà dei vermi senza coglioni, interessati al loro meschino metro quadrato e del chilometro quadrato di chi ha soldi e potere con grande ammirazione per come se l'è conquistato; generalmente sfruttando un sistema che sfrutta.

Francamente non so quali siano gli obiettivi di chi andrà a manifestare il 15.
So le ragioni della protesta, ma non sono così sicuro che tutti i partecipanti condividano gli stessi obiettivi.
Poco male, intanto ci sarà un 15 ottobre.
Ma poi dovrà esserci un 16, un 17, un 18, un 19 e così via.

Andrò a Roma, questo è sicuro. Ma non il 15.
Una ragione è semplicissima, sono di turno al lavoro (17/fine spettacolo, c'è il Premio Ciampi).
L'altra è che penso comunque che il 16, il 17, il 18, il 19 e così via sono altrettanto importanti.
L'altra ancora è che, facendo un lavoro che ho scelto e che mi piace voglio dimostrare che il mio lavoro è un valore proprio a quella gente ed a quel sistema che sta cercando a tutti i costi di avvilirlo e non è prendendo un giorno di festa magari simulando una malattia che rafforzerei le ragioni di chi vuole un mondo migliore.
E quindi ho preso con la dovuta sportività il turno lavorativo, con il vantaggio di avere accurati report da tutti i miei amici che scenderanno in forze a Roma sabato.
Poi, figuriamoci, mi unirò alla festa.

Dicevo di chi parla di utopie.
Lasciateli parlare.
C'è un sistema che sta implodendo su se stesso; un sistema che più di ogni altro ha portato, tanto per fare una citazione colta "Miseria, Terrore e Morte".
E ce n'è un altro più becero, più cattivo, più oppressivo, pronto a prendere il suo posto.
E questo processo va fermato. Il 15, il 16, il 17, il 18, il 19 e così via.
E' da qui che si parte, se qualcuno pensa ancora che il 15 sia una partenza. In realtà c'era già da parecchio qualcosa in moto. Da Seattle? Da Genova? Da Berkeley? Da Valle Giulia? Dalla Comune di Winstanley?
Che importa? QUALCOSA è in moto da sempre ed è il desiderio dell'uomo di liberarsi delle catene di chi vuole potere per esercitare una oppressione.

Oggi le catene si chiamano Banche Centrali, si chiama Unione Europea, si chiama Stati Uniti d'America, si chiama Vaticano, si chiamano Sionismo, si chiamano Ayatollah, si chiamano Stati.

Cercare di rompere queste catene è seminare la libertà di domani; che questa arrivi il 15 o il 16 o il 20 o fra un anno o fra cent'anni dipende da quanto è buono il seme che verrà gettato. Ma un seme comunque va gettato.

Io spero che tutta - e quando dico tutta dico TUTTA - la gente che andrà sabato 15 a Roma sia prima di tutto consapevole di questo.
E che sia consapevole che tutto ciò non avverrà pacificamente.
Perché chi ha i lucchetti di queste catene ha le armi, ha le forze dell'ordine, ha le sue leggi - non le nostre - che hanno imposto con democrazie finte come il Chianti fatto nello Zimbabwe, comprando, minacciando, circuendo, sfruttando.

Sta cominciando un'altra lotta? Secondo me sta continuando.
Sta continuando e non ha mai avuto degli svolgimenti pacifici. Perché è normale che chi ha un potere non ci rinuncia solo perché gli viene chiesto.
Guardate come nel nostro paese ci siamo ridotti ad una terra ridicolizzata da tutto il mondo, quarto mondo compreso, grazie alla merda nel cervello che parecchi nostri connazionali hanno zelantemente coltivato non appena s'è manifestata la prospettiva di Grande Benessere operata da un pagliaccio come il Buffo Omino di Arcore.
Ora stanno bruciando anche tanti di quei culi. E verrebbe voglia di buttarci una tanica di benzina.
Ma adesso va fatto un passo, quello di unire le forze con tutte quelle piazze dove si vuole mettere un paletto invalicabile a questo sistema ed a queste catene. E vedere dove si arriva. Ricordandosi che una lotta si inizia per vincerla.

Con la Non - violenza? Con la violenza?
Intanto fatevi servire da Venturik che due paroline da prendere parecchio in considerazione ce le ha messe.

Un grazie a tutti quelli che saranno presenti a Roma sabato, ci vediamo prestissimo.

P.S. Non provate a farmi perdere il carattere dicendo "Tutte scuse, parolaio da tastiera"; ho mangiato una frittata di cipolle ed il ruto con cui vi investirei vi precluderebbe ogni velleità dialettica.

lunedì 10 ottobre 2011

UE AR EPPI PIPOL

Bene, vedo che quasi ogni categoria di gente che lavora è incazzata nera.

Mi sono bastati pochi giorni di lavoro appena rientrato per l'inizio della stagione teatrale che ho subito percepito la peggior aria percepibile da 40 anni a questa parte. Anzi, forse negli anni di piombo non c'era questa rabbia.

Ottimo.

Ora vedrete se con due briciole non ci rimettono a cuccia.

Intanto per mia fortuna non è dal mio posto di lavoro che ho percepito questa rabbia, ma non avete idea di che termometro sociale siano i bar e le trattorie di un centro pieno di gente che lavora in zona.
Mettete una di queste trattorie nella piazza del Mercato, circondate la piazza del mercato di banche, metteteci qualche rappresentante itinerante, qualche ragazzo più giovane e dei timidi accenni di turismo e vedete se la fauna non è completa.

Credo che qualsiasi classe sociale così come stupidamente si credeva che fosse, è al limite del collasso cardiocircolomotociclettorio dal giramento di coglioni.
E la ragione è una, semplicissima: ci stanno levando un sacco di soldi che non abbiamo più.
E la nostra economia non era preparata a questo salasso, soprattutto quella categoria di persone che da sempre viene sistematicamente salassata.
Ed era una cosa che poteva tranquillamente essere messa in conto dando il paese in mano ad un imprenditore.
Poi quell'imprenditore lì.

Questo da parte di quella parte politica che si fregiava del titolo di "sinistra".

Ed anche questa è una consapevolezza che vedo finalmente anche in gente che avrei detto insospettabile.

Ora, il punto è: lasciamo perdere chi si sveglia ora.
Anzi, sia mai che dopo aver dato fiducia al Buffo Omino di Arcore mentre noi ci si sgolava e nemmeno 15 anni di piazzate gl'hanno fatto un graffio, siano proprio loro ad entrare a Montecitorio con le torce e i forconi.

Ci stanno levando dei soldi con dei mezzi da veri e propri strozzini autolegalizzati.
E  quando alla gente gli svuoti i portafogli gli altri discorsi stanno a zero.
Il brutto dei proletari è che i nostri portafogli li stanno svuotando da 40 anni e nessuno fa finta di ricordarsene.

No, sennò sarebbe carino andare negli archivi storici dei quotidiani e leggere cosa dicevano di bello le "finanziarie" dei governi Andreotti, Moro e democristianume vario.
E' che dovevano darsi una regolata perché c'era un'opposizione vera, anche se stiamo sempre parlando di logiche politiche assai lontane dal mio concetto di opposizione.

"Però si mangiava"

E quando cominci a sentire "però si mangiava" cominci a pensare che qualcosa di grosso è stato intaccato.
Quando cominci a vedere che a chiederti soldi per strada non sono solo stranieri ma anche concittadini che conosci e che non sono tossici ma sono senza lavoro e senza casa la sensazione è che queste son gocciole e che sta arrivando il temporale.

Ci stanno levando dei soldi ancora oggi perché i loro mercati esigono degli schiavi.
E tanti poveri da evangelizzare.
Ma l'inganno sta per essere scoperto anche da chi questo sistema l'ha sostenuto finora.
Perché ci stanno levando i soldi che guadagniamo oltre ai soldi che potremmo guadagnare in più se non avessimo questa classe politica infame. E questo sistema infame.

E poi dato in mano a quell'imprenditore lì.

La ggente, oh come amo le ggente.





domenica 9 ottobre 2011

4 EURO L'ORA, TSK,TSK!

Il crollo del palazzo di Barletta ha scatenato un'ondata di indignados di quelli che la prima cosa da chiedere loro è: buongiorno, dormito bene? caffè e brioche?
Oppure: bentornati da Zeta Reticuli, avete portato qualche droga interessante?
No, perché sentire 'sto coro per le 4 euro l'ora a me personalmente ha fatto ridere.

Soprattutto quando ho intravisto due giorni dopo Vendola e Cota rispondere alla domanda di Formigli se per caso è una cosa che potrebbe succedere anche in Piemonte (i 4 euro l'ora non il crollo di una palazzina).

Chissà se qualcuno li avesse informati che proprio al piano di sopra della sede della CGIL di Livorno c'era un call center dove si lavorava a 3  (TRE) euro l'ora.
Non ci credete? Per carità, ecco qua l'articolo. E il cosiddetto "lieto fine" a cui si è arrivati grazie all'intervento di un collettivo autonomo.

E pensate che sia un problema dei soli call center?
Una mia amica ha fatto la commessa per un negozio di abbigliamento per due anni, a 3 (TRE) euro l'ora.
Finché non ha trovato un lavoro migliore, fare le pulizie in un ospizio.
C'è gente che fa facchinaggi a 3 euro l'ora.
C'è gente che va a pulire le scale nei condomini a 3 euro l'ora.
E immagino che per i 3 lettori l'ora di questo blog la cosa non sia assolutamente una sorpresa.
Quindi un pò di ragione gliela darei, a quelle signore di Barletta che sbraitavano di non rompere i coglioni per i 4 euro l'ora delle povere donne e di pensare al PERCHE' la gente va a lavorare a quelle cifre.

Il punto è che queste "meravigliose riforme" del mercato del lavoro le hanno fatte sia la destra che questa sedicente opposizione che di sinistra ha solo la mano con cui copre finchè può questo mercato degli schiavi.

Nessuno, dentro quei palazzi, ha in mente di far cambiare le cose.

Traiamone le dovute conseguenze, finchè siamo in tempo.

giovedì 6 ottobre 2011

GLI OTTANTA NERI 9



Non si sa quanto volesse essere punk, Jefferey Lee.
Sicuramente non voleva fare l'americano. Non ne aveva bisogno. Lui ERA americano.
Lui era, lo sentiva dentro, battere come un tamburo di guerra nativo, come una corda scordata della chitarra di Robert Johnson, come la polvere che frullava nella testa di Steimbeck, come il lamento di ogni cuore spezzato dal dominio bianco nonostante lui, Jeffrey Lee, fosse bianco.
Forse il punk era semplicemente l'ultima frontiera possibile da raggiungere col suo urlo, portando con sè il suo fardello pieno di blues, di country, di suoni nativi americani, di danze macabre e lascive, di alcool e droghe e di tutta quella "Bad America" che canterà più tardi, nel terzo disco di quell'ennesimo miracolo americano chiamato Gun Club.

Quando una storia comincia, quando il piede si muove per fare il primo passo, non è detto che si sappia dove e quando verrà fatto l'ultimo.
Ma quando il primo passo si muove invocando il fuoco dell'amore ("Fire of love" è il titolo del primo LP dei Gun Club) sai già che non ci sarà lieto fine.

E così brucia, brucia e si muove in un SEX BEAT, tanto per fare un primo passo che almeno metta in chiaro da dove si parte:





 "we can fuck forever, but you'll never get my soul" ok?

Jeffrey Lee wants to preach the blues.
E Jeffrey Lee prende uno dei salmi del blues antico, uno dei pochi lasciati da quel nero che si narra abbia venduto l'anima al diavolo ad un incrocio e che si narra sia morto per averlo voluto insegnare alla donna sbagliata. "Preachin' the blues" di Robert Johnson (o, dicono altri, del suo primo maestro Son House) in mano a Jeffrey Lee diventa un uragano di passione nera come la notte senza luna nel deserto. Un blues-punk dove ad affacciarsi dalla voce di Jeffrey Lee è il Blues in persona e pochi cazzi.




Uno - Due e il Fuoco dell'amore è già un incendio.
E più il disco va vanti più ci si sente bruciare. Il fuoco dell'amore implora ("Promise me"), divora ("She's like heroin to me") va a toccare passioni proibite ("For the love of Ivy" è il tributo della fissa del chitarrista Kid Congo Powers per la inimitabile chitarrista dei Cramps, Poison Ivy Roarscharch forse la donna più figa che abbia mai messo piede su un palco con una chitarra in mano), ballad nervose e demoniacamente "roots" come "Fire spirit" o ancora la "bad america" di "Jack on fire" e "Ghost on the highway", squarci di country e blues sporchi e polverosi, elettrici come i lampi sui canyon. Jeffrey Lee viaggia su un "Black train", d'altra parte, ormai chiunque abbia un cuore se n'è accorto e quando riprende il tradizionale "Cool drink of water" reimmergendosi nell'anima più nera del blues ti ritrovi a pregare per l'anima di Jeffrey Lee. Chiude "Goodbye Johnny" e Jeffrey Lee sembra salutare veramente allontanandosi verso un'orizzonte antico dove dormono gli spiriti.
Jeffrey Lee canta il blues suonando come un punk, Jeffrey Lee non ha una voce nera, Jeffrey Lee ha una voce sgraziata le cui note alte sembrano tigri affamate in gabbia vogliose di schiantare le sbarre per venire a mangiarci il cuore. Jeffrey Lee sembra piangere ad ogni acuto. Probabilmente Jeffrey Lee non vuole morire adesso.
Jeffrey Lee viene dai sobborghi di Los Angeles e giovanissimo si trasferisce dalle parti della San Fernando valley, conosce cosa vuol dire avere un cuore di lupo, è affamato e disperato, il fuoco dell'amore non si può certo estinguere nell'arco di un disco.
E così segue il secondo "Miami".
E ora perdonatemi, ma questa che apre il secondo disco dei Gun Club è, a modesto parere del sottoscritto, una delle più belle canzoni di sempre. Poche cose fra canzoni, libri, quadri, danze o rappresentazioni o metarappresentazioni dell'anima mi hanno toccato a fondo come questa cazzo di canzone.

Carry home, I have returned
Through so many highways
And too many tears

Oh but I didn't change, I just had to work
Yeah but I didn't change I just had to work
And now I'm home and now I'm home
Do you still want me, now that I'm home?



Dov'è tornato Jeffrey Lee?
La casa di Jeffrey Lee è ancora lì?
Jeffrey Lee vaga ancora sulla strada, è ancora in cerca dello spirito, è ancora divorato dal fuoco.
Non si spiega altrimenti una "Like calling up thunder" che eleva la sua voce lassù a cercare una qualsiasi cazzo di risposta.
Detto senza perifrasi "Miami" è il picco del Club del Fucile.
Capolavoro è un termine troppo abusato per riferirlo a questo disco. Ma chiunque voglia respirare l'aria e lo spirito di quei "generi" ma meglio sarebbe dire "espressioni dell'anima" provenienti dalla radice dell'Uomo e che nelle varie scansioni temporali si sono manifestate sotto la forma del blues, del rock 'n roll, del country, del punk, ebbene accenda le luci su "Miami".
Tuttora non sono sicuro di amare questo disco quanto merita.
E' un disco le cui scintille possono far male. E' una sbronza di tequila, rum e bourbon, è un viaggio allucinato e popolato di fantasmi, di droghe e mostri invincibili. E' un disco che cresce con gli anni e che continuerà a crescere ancora finchè la furia degli spiriti traditi dall'Uomo spazzerà via ogni cosa.



"Brother and sister", la "Run through the jungle" che i Creedence Clearwater Revival non avevano potuto fare, gli ululati da coyote triste di "A devil in the woods" che sfumano nei fraseggi acidi del finale, una "Texas serenade" dalla slide mortifera e poi quella che ha tutti i crismi per sembrare un rito nativo americano mescolato ad una maledizione voodoo, quella che Jeffrey Lee non riesce a scacciare dal suo corpo:




 E poi il "Bad indian" che cavalca un country-punk ansiogeno, il puntuale traditional "John Hardy", il "Fire of love" che stavolta brucia nell'omonima canzone, "Sleeping in blood city" e la bellissima "Mother of earth" che chiude un "Miami" che dell'omonima splendente città della Florida non ha nulla, ma proprio nulla.
Jeffrey Lee probabilmente sa di aver realizzato due grandissimi dischi, ma guai se questo placasse i demoni di Jeffrey Lee.
Non troverete, neanche tra i fans più accaniti dei Gun Club, qualcuno che ritenga il terzo disco, "The Las Vegas story", superiore a "Miami". Probabilmente neanche io. Ma c'è un però.
Ed il però è che "Miami" è un disco che non poteva non sfociare in "The Las Vegas Story".
Che è anche questo un grandissimo disco, sottovalutato proprio per colpa (o grazie, dipende dai punti di vista) di "Miami".
Intanto la formazione: Kid Congo Powers finalmente entra direttamente in scena dopo aver firmato con Jeffrey Lee "For the love of Ivy" nel primo disco. E al basso una delle mie icone sessuali femminili - ho gusti un pò così - Patricia Morrison, ex-Bags e successivamente nei Sisters of mercy e nei Damned, mentre Kid Congo Powers avrà una breve stagione con i Bad Seeds di Nick Cave, tanto per non farsi mancare nulla.

Patricia Morrison è Lei, per essere precisi.



Quindi, tanto per fare una breve digressione, mi scuseranno gli utenti appassionati di belle fighe, visto che già in questo blog ne metto poca o punta e quando ne metto come ora, ci piazzo 'sta vampirella.
Potete comunque rivolgervi a Sciuscia, o all'irrinunciabile Sei un idiota ignorante oppure farvi rellare un qualsiasi link da Free.it. enkey (col cazzo che vi linko un newsgroup). Se poi volete andarci ancora più pesi saprete di sicuro dove andare. Fine della digressione.

Dicevo, "The Las Vegas Story".

Una voce alterata introduce "Walkin'with the beast" e già Jeffrey Lee mette in chiaro che lui è ancora in giro, a camminare con la Bestia. E poi "Eternally is here" che sembra presa di pacco da "Miami" con un Kid Congo alla slide PERFETTO. e poi "The stranger in our town"; questo pezzo è il sintomo.
Di cosa, basta sentire la voce di Jeffrey Lee. Come sempre sgraziata, come sempre APPARENTEMENTE stonata, come sempre ASSOLUTAMENTE viva e straziata.




Jeffrey Lee ha intuito che qualcosa sta per rompersi. La ruvidezza punk di "Fire of love" e "Miami" è scomparsa, anche se pure i pezzi più sottotono, se così si può dire di bellissime canzoni come "Moonlight motel" e "My dreams", non si discostano dalla radice e dal marchio Gun Club.
Da brividi l'interpretazione della gershwiniana "My man's gone now" laddove la voce di Jeffrey Lee è alcoolica come mai ma soprattutto il finale, "Give up the sun".
Spegnete il sole, Jeffrey Lee si sta perdendo.




 E difatti la band, dopo un tour con Siouxsie and the banshees, si rompe.

Jeffrey Lee vaga sotto una cattiva luna annebbiata dall'alcool e dall'eroina, ma trova il tempo di dare alle stampe il suo primo album solista: "Wildweed".
Disco controverso ma amatissimo dal sottoscritto, dove Jeffrey Lee rispolvera l'acustica e ricerca la sua anima ripartendo dalla radice. Ma l'inquietudine sale fino a fargli riprendere le briglie dei Gun Club, che riforma l'anno successivo. E' il 1987 quando esce "Mother Juno", prodotto da Robin Guthrie dei Cocteau Twins (!) e con una formazione comprendente la compagna di Jeffrey Lee, Romi Mori, il redivivo Kid Congo Powers e l'ex- Clock DVA Nick Sanderson.
Kid Congo termina le registrazioni di "The good son" con Nick Cave & the bad seeds e torna definitivamente a casa di Jeffrey Lee. Il disco pare funzionare, ma passano tre anni prima di "Pastoral hide and seek" seguito dall'ep "Divinity".
Personalmente non ritengo i lavori successivi a "The Las Vegas Story" all'altezza dei precedenti, nondimeno gli episodi più che degni di menzione non mancano. Ma Jeffrey Lee vaga. Alterna le sue attenzioni sul suo materiale solista alla sua creatura Gun Club, cambia rotta cercando di sconfiggere i suoi demoni senza riuscire a trovare una qualche specie di pace, forse perchè sa che coloro che accendono il fuoco dell'amore la pace non la troveranno mai. Escono l'ep "Death party" e, nel 1993 l'epitaffio, "Lucky Jim".
La sua compagna Romi Mori lo lascia, Jeffrey Lee rimette il suo corpo all'alcool ed all'eroina, nel frattempo si concede un lungo soggiorno londinese, chiede breve asilo al palco di Nick Cave, mette su qualche show con il fido Kid Congo ed altri valorosi, poi torna a Los Angeles.
I Gun Club sono un ricordo sempre più lontano.
Mark Lanegan lo sente per telefono nel marzo 1996, sembra stare meglio, sta per andare a trovare il padre, parla di progetti anche se la sua salute è molto, molto peggiorata. Jeffrey Lee parte e lì, nella casa paterna, il 31 marzo 1996 viene colpito da emorragia cerebrale e muore.
Jeffrey Lee ha finalmente fatto l'ultimo passo prima di riposare con gli spiriti rincorsi una vita.

Do you still want me, now that I'm home?




EL PUEBLO UNIDO JAMAS SERA VENCIDO (FORSE)

Devo dare atto a Uolter Ueltroni di rappresentare perfettamente l'opposizione.

No, che avete capito. Non sto parlando del PD. Sto parlando dell'Opposizione.
A sinistra della sinistra. A sinistra del partito comunista cinese. A sinistrasinistrasinistra. Talmente a sinistra che neanche la bussola ci arriva.
Quelli che stanno con Cesare Battisti e con Al Queda. Insomma, quelli che dicono che l'opposizione la fanno per davvero.
Che ce n'è eh.
Dite di no?
Ce n'è, ce n'è.
Una lista breve: Popolo Viola, Movimento 5 stelle (che non è di sinistra ma è anche di sinistra), Social Forum (ARCI, Cobas, Fiom, UDS, Uniti per l'alternativa), rete Precaria, Movimento Antagonista, Disobbedienti, No global ...- FERMA OH NON T'HO CHIESTO L'ELENCO DEL TELEFONO! - vabbè, insomma, dovrebbero fare già un bel pò di gente.

Troppi gruppi, dite?

Ohè, Uolter poche ore fa ha appunto sentenziato che non è mai esistito al mondo un partito con una sola linea dove tutti la pensano allo stesso modo, eh.
Figuriamoci una opposizione extraparlamentare.
Sennò cosa hanno insegnato gli anni '70. Cioè, quando sparavano a qualcuno dovevi prendere la lista di gruppi, gruppetti e gruppuscoli, invertire le sigle, moltiplicarle per 8 elevato alla radice quadrata di 12 e allora forse venivi a capo di chi aveva sparato a chi e perché.
Ovviamente in capo a qualche anno li hanno spianati come un'aristina sotto uno schiacciasassi.

Ora, in che condizioni siamo fortunatamente non devo star qui a dirvelo.
Gli unici gesti di un certo peso li hanno fatti degli anonimi, cioè i responsabili di Wikipedia che hanno chiuso per protesta, ed un imprenditore, Diego Della Valle che ha dato a quella macchietta umana di Sandro Bondi la paga con TFR incluso dandogli del "ragazzo di bottega", cosa che può sconcertare solo gente come gli italiani attuali ed infatti anche fra chi dice d'essere di opposizione c'è chi ha avuto la faccia tosta di scandalizzarsi. Magari non quando lo stesso Bondi andò in TV su una rete pubblica a dire che il rapporto del Buffo Omino di Arcore con Noemi Letizia era improntato sulla più assoluta purezza e candore.

Ma non divaghiamo.

Parlavamo di gesti di un certo peso. E siamo non ad una qualche azione violenta che so, un assalto alla Questura (pare che il brand sia tuttora detenuto dai tifosi daa Lazzio) ma di una autocensura da parte di anonimi e ad una battuta di un industriale.

Quindi, dopo la seconda edizione di "Se non ora quando?" (e ce lo stiamo chiedendo pure noi a 'sto punto), dopo lo sciopero generale della CGIL - MA - ANCHE - NO - MA SI' DAI - SENNO' DICONO CHE SIAMO SERVI DEI PADRONI (tranquilla Susanna, lo diciamo lo stesso), dopo "Ora tocca a noi" di S&L che non si capisce se erano in fila col numerino per manifestare o volessero direttamente assaltare Palazzo Chigi - ovviamente era la prima che ho detto - e dopo le centinaia e centinaia e centinaia di dichiarazioni di guerra al governo finanche da gente che solitamente manganella chi contesta il governo, arriva la manifestazione del 15 ottobre, cioè fra una decina di giorni.

Beh, mi dicevo, almeno questa sarà una manifestazione unitaria, DI TUTTI, dove a prescindere dalla propria (sia sempre stramaledetta) bandierina, spilletta, tesserina e sarcazzaltro di identitario si andrà in massa a dare un segnale concreto di quali e quanti siano la rabbia e lo schifo che questa classe politica è riuscita ad instillarci. E magari succede qualcosa. Non so che cosa ma QUALCOSA. Tipo stiamo sotto Montecitorio a sbranarci coi pulotti finchè il Buffo Omino di Arcore non si leva dai coglioni.

Ora vi passo un link.

Mi raccomando, non fatevi prendere dallo sconforto, non piangete e non battete la testa nel muro.

C'è una speranza. Magari un asteroide cadrà sull'Italia distruggendola completamente.

http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/3796-15-ottobre-%E2%80%9Cla-squadra-non-fa-la-quadra%E2%80%9D

Buon divertimento.


lunedì 3 ottobre 2011

ULTIMA CHIAMATA

Ok, non dovrei nemmeno farlo questo post.
Ma la mia componente utopista che mi ha portato nel corso della vita perlopiù in situazioni simili a quanto successo al povero Sisifo non sa trattenersi neanche stavolta.
So che c'è tanta brava gente che vorrebbe sinceramente cambiare le cose ed in ragione di ciò non vede l'ora di catapultarsi nella cabina elettorale brandendo una matita per mettere una bella croce sul simbolo del PD.

A loro vorrei rivolgere un appello.

NUN CE PROVATE, ORCODDIO!

Capisco che la natura strutturale prettamente democristiana del partito, il suo rincorrere col fiatone ogni genere di elettorato moderato, le sua avances continue e reiterate alle gerarchie cattoliche, i suoi interessi con certa imprenditoria per niente illuminata e la completa incapacità di prendere una posizione decisa in ragione di un programma ricordi le teporose stagioni pentapartitiche quando essere un contestatore significava "porsi fuori dalla storia" e di conseguenza siano un fattore ammaliante per chi ama discettare di politicamente corretto, di lotte per i diritti e di dignità del lavoro standosene comodamente seduto su un divano B&B con un White russian in mano. Ma qui i tempi sono cambiati. E sarebbe il caso che anche dei Guerrieri del Valium come voi elettori del PD cominciaste a fare quattro passi nel mondo reale.

Innanzitutto la ricerca effettuata da openopolis

Provate a giustificare questa, possibilmente senza farmi ridere perché le labbra screpolate fanno apprezzare di meno il Greco di Tufo.
Quando le cifre reali son lì, nero su bianco ed inchiodano spalle al muro milioni di parole tirate fuori a vanvera dai papaveri piddini, ci vogliono argomenti ben più convincenti di quelle ascoltate finora se ci si vuole presentare come un'alternativa al presente regime senza suscitare un concerto brandemburghese per pernacchie e scoregge in Fa# allegretto vivace con brio andante e con finale a calci in culo.

Perché quando si guardano tabelle come QUESTA viene da chiedersi innanzitutto se veramente pensavate di far parte di un partito d'opposizione. Ed in quel caso possiamo contattare delle strutture di sostegno che possono pian piano agevolare il vostro reinserimento nella società reale, quella dove vivono quelle persone che ancora non si sono fatte fregare le parole e credono che "libertà" associato al partito del Buffo Omino di Arcore sia semplicemente una fregnaccia ad uso dei tonti, che "Radio Londra" con Ferrara che parla meriti un bombardamento dalla RAF direttamente sugli studi televisivi da dove trasmette il Falsomagro e che "opposizione" in bocca a qualsiasi politico PD abbia lo stesso effetto della parola "tolleranza" in bocca a Borghezio.

Questo mentre il partito ha tentato una campagna di marketing sfoderando via via il "nuovo" (Serracchiani) ed i "rottamatori" (Renzi e Civati) col risultato di continuare a vedere in giro le solite facce di Veltroni, D'Alema, Bersani, Letta e Finocchiaro.

Ora,  considerato che fondamentalmente anche gli zerri del Molonovo hanno capito che nessuna lotta al precariato  partirà dal PD, che nessuna lotta contro la privatizzazione dell'acqua partirà dal PD (penosi, patetici e pure un pò infami in occasione dei referendum, piace sottolinearlo), nessuna lotta contro la deregolamentazione sulla costruzione di discariche, inceneritori e qualsiasi altra opera inutile se non ai soliti intrallazzatori  (TAV su tutte) partirà dal PD, che nessuna lotta per il riconoscimento dei diritti per le persone GLBTQ partirà dal PD, che nessuna lotta per l'autodeterminazione delle cure e per il testamento biologico partirà dal PD, che nessuna lotta per una legge sul conflitto d'interessi che eviti un prossimo Buffo Omino partirà dal PD, che nessuna lotta contro i Marpionne partirà dal PD, che non partirà dal PD nessuna lotta per la depenalizzazione delle droghe leggere che tengono in carcere migliaia di persone assolutamente innocue mentre.....riandate a vedere sulla tabella che leggi di merda avete contribuito a far passare.....ecco, quello che sarei curioso di sapere é: COS'E' CHE GIUSTIFICHEREBBE IL FARVI CHIAMARE OPPOSIZIONE?

C'è - pare - una lettera che a giudicare dall'articolo di Paolo Flores D'Arcais  potrei aver capito essere un falso. QUESTO falso.
Ora, avrete un minimo di cognizione dei danni fatti da quest'uomo ogni volta che una sfortunata ed improvvida congiunzione astrale provocava una sua uscita. Una a caso delle sue, una "lettera aperta", un accorato appello, un monito. Bastava aprisse bocca.
Siamo in parecchi ad avere un'altra concezione del termine "laico".
Chi mi garantisce che grazie ai vostri Liderz Nulli non dobbiamo ritrovarci a difendere ancora una volta la 194, tanto per dirne una? Ma non avete ancora capito che i vaticani coi vostri culi ci si puliscono il cazzo dopo averlo abbondantemente e con gran soddisfazione fatto girare nelle sue sedi di competenza, quindi i grandi industriali, i potenti, i fascistoidi e rannata del genere. E' così da 2000 anni, ce ne ha messi meno la Chiesa a capire che la terra non è piatta. Se volete anche solo avvicinarvi alla parola "sinistra" siete lì per fare altro, desiderare altro, combattere per altro. Ma poi. Almeno aveste fra le vostre fila qualche personalità intellettuale di una qualche credibilità vecchio stampo, che so, un Bobbio, capace almeno di muovere il dibattito su livelli più alti di "la sinistra col tacco 12", macché. Bisogna aggiornare il repertorio di Rutti Molesti all'indirizzo del Solito Uolter, l'Uomo che il giorno che il PD raggiungerà nei sondaggi la maggioranza assoluta dichiarerà ad "Avvenire" di essere la reincarnazione di Maometto e che ci farà un culo così.

Allora: guardando la situazione in modo lungimirante ed ottimista, omettendo gli Ichino ed i Chiamparino, mi fareste il piacere di specificare dove state andando? Perché tutti quelli che vedrete in piazza incazzati nei prossimi mesi, quelli che avete trattato da facinorosi estremisti antistorici e principali alleati del berlusconismo non vedono l'ora di indicarvi la Via,

Fra due colline dalla vegetazione rada, declinanti in un pendìo ripido ma via via più fitto e che termina con una voragine ornata di piccole increspature e che si chiama BUCO DEL CULO.

Lo sapevo che non dovevo farlo questo post.

domenica 2 ottobre 2011

LA POLITICA NON SIAMO NOI

Aprire un qualsiasi giornale o sito di informazione di questi tempi è aprire le porte ad un mondo parallelo.
C'è una crisi mondiale in corso e dai nostri organi d'informazione viene messa in mostra una vetrina che indica più chiaramente di una gigantesca insegna al neon quanto, in mano all'attuale gente stanziata nei nostri palazzi del potere, ci stiamo avviando ad un moderno medioevo dove però mancano i fini letterati, i magnifici artisti ed inventori e soprattutto non c'è ombra di qualsiasi cosa che si possa lontanamente definire Rinascimento.
Attualmente, ad esempio, nessun segnale viene da nessuna parte politica riguardo il rimettere in moto un processo che ridia al lavoro un qualche crisma di dignità.
Trichet che straparla, sindacati confederati che in combutta fra loro si mettono a sedere sulla sedia accanto al padrone, forze lavoro sempre più impantanate nel sistema-precariato o con la mannaia delle esigenze dei "mercati" che partoriscono oscenità come il metodo-Marchionne che, a dire il vero, non sta dimostrando particolare fiuto quanto a strategie per la crescita economica delle aziende di cui s'è preso cura ma che tuttavia la nostra classe politica e sindacale, la "Incapaci & prezzolati s.r.l.", ha rapidamente adottato causa il vuoto pneumatico persistente nelle loro teste obnubilate da un inossidabile coacervo di potere e privilegi.
In questo bel quadretto, devo sentirmi dire dal Presidente della Repubblica che "la politica siamo tutti noi".
Eh no, caro Napo Orso Capo..
La politica, questa politica, siete voi. E nessun altro.
Per me questo Stato, questo sistema e questa classe politica sono morti.
"Morti" vuol dire che sono diventati un'entità che non riconosco, alla quale non concedo nessun tipo di autorevolezza, né - ovviamente - nessun tipo di autorità se non quella forzata della protervia con la quale si accanisce nel voler legiferare nonostante sia conclamatamente una classe politica corrotta, volgare, incapace ed attenta solo agli interessi di pochi altrettanto corrotti e volgari, palleggiandosi leggi, diritti e regole ad uso, convenienza e consumo di una casta inguardabile da chiunque abiti fuori dal Circo Italia.
E questo paese non l'ho voluto io, l'avete voluto voi.

Avete permesso che un cafone brianzolo abbia potuto fare strame di quella parvenza di regole democratiche che teneva insieme questo paese introducendo la regola che basta mettersi accanto una banda di delinquenti eversivi ben coperti come la P2, stringere patti con la mafia e servire il tutto con tre televisioni di cui una mai sbattuta sul satellite nonostante le sentenze, e puoi fare il cazzo che ti pare; avete lasciato scorazzare in lungo ed in largo delle bertucce in camicia verde, le avete lasciate sbraitare di fucili padani, di tricolori con cui pulirsi il culo, di secessione e di ogni voce del peggior catalogo xenofobo e razzista, ai loro diti medi e ad ogni coglionata capace di esaltare il peggior becerume, state permettendo ad uno zero assoluto come Scilipoti di scodellare in salsa governativa buffoni come Saya e questo mentre il potere d'acquisto dei nostri stipendi scende con la stessa rapidità con cui scendono i miei coglioni ogni volta che qualcuno di voi apre bocca su qualsiasi scibile.

E tutto questo lo avete permesso voi. Non io. Nè una sostanziosa fetta di miei connazionali.

Avete tradito la Costituzione Italiana, per quello che può interessarvi, permettendo che l'intreccio di interessi nato dai vostri maneggi e dai vostri compromessi calpestasse quelle regole di convivenza scritte da gente che aveva appena visto il paese uscire da una dittatura disgraziata grazie al sangue di migliaia di suoi giovani solo per tutelare gli interessi del cafone brianzolo di cui sopra.
Ed avete ignorato, quando non infamato, chi da ben prima della "discesa in campo" del Buffo Omino di Arcore vi ha avvertito quanto questo giochino fosse pericoloso per la nostra democrazia.

Ed ora le parole sono finite, caro Presidente della Srepubblica Italiana.
Non riconosco l'autorità di uno Stato che arresta due attiviste NO TAV e lascia a piede libero chi ha incarichi di governo ed incita alla secessione dai palchi.
Non riconosco l'autorità di uno Stato che permette ad un cafone brianzolo di ridurre ogni italiano che vive all'estero a vergognarsi del suo paese.
Non riconosco l'autorità di uno Stato che affida l'istruzione dei suoi figli ad una cretina che s'inventa dall'oggi al domani un tunnel fra Ginevra ed il Gran Sasso e che dichiara candida candida che "sua figlia non sente la crisi".
Non riconosco l'autorità di uno Stato che permette ad indagati per mafia di sedere in Parlamento e non riconosco l'autorità di uno Stato che dopo quanto successo a Genova ne promuove i responsabili.
Ed avrei una lista di cose per cui non riconosco alcuna autorevolezza, e di conseguenza alcuna autorità, a questo Stato, con la quale potrei riempire Gigabyte di fogli.

Le vostre risposte, ad oggi, si sono sempre chiamate manganello, nella migliore tradizione dei regimi autoritari.

E quando non potete usare il manganello mettete sul tavolo leggi liberticide come quella che sta per essere approvata ad uso e consumo del Buffo Omino di Arcore e che spero sia invece la vostra tomba.

Quindi ficcateveli in culo i vostri richiami, noi abbiamo parlato per anni ed anni, manifestato, urlato, qualcuno anche picchiato, sempre ed invariabilmente inascoltati, infamati e trattati da terroristi destabilizzatori.
Ora l'obiettivo è uno solo: cacciarvi come traditori della Repubblica Italiana.
Con ogni mezzo necessario.
Non c'è altro da dire.
Le parole, oggi, sono veramente finite.

(nella foto:effetti collaterali del sistema Gelmini)