venerdì 20 gennaio 2012

POST QULTURALE

Quando il Buffo Omino di Arcore cominciò ad espandere per tutto il Paese il suo potere mafioso e mediatico questa destra proclamò che avrebbe cambiato culturalmente il paese.
Dopo vent'anni si fatica a trovare qualcosa che possa rappresentare una evoluzione, di qualsiasi direzione si parli, di modelli culturali, movimenti, filosofie, idee, arte e insomma tutte quelle belle  cose che dovrebbero elevarci dalle forme di vita animale, vegetale ed inerte.

Solo rimasticamenti in salsa cafona di concetti talmente obsoleti e sciatti per cui la ragione di tanto attecchimento fra una vasta popolazione economicamente benestante fa molto dubitare della capacità dell'essere umano di sapersi godere l'intelligenza avuta in dono.

Chi sono i "pensatori", gli "artisti", i "filosofi" e gli intellettuali" di questa destra?

Vuoto.

A meno che non si voglia assurgere a ranghi del genere gente tipo Giuliano Ferrara, Luca Barbareschi, Marcello Veneziani, Renzo Martinelli, Vittorio Sgarbi, i cinepanettoni e tutta quella pletora di personaggi sparati ad alzo zero eche dovrebbero  tentare l'impresa di legittimare culturalmente la dismissione del patrimonio culturale cosiddetto "di sinistra" ma che invece a mio avviso andava letto come il patrimonio culturale dell'Italia dal dopoguerra fino alla fine degli anni '70.
Dopodiché abbiamo avuto la pretesa di vivere di rendita in modo talmente sfacciato che il pupazzetto che avevano lì pronto col compito di sotterrare tutto il possibile è saltato fuori da un tubo catodico col sorriso a 32 denti a dire che avrebbe dato un milione di posti di lavoro.

Ancora peggio si è lasciato crescere nelle periferie il fenomeno identitario che fa capo a fascismo e derivati senza muovere un dito. Anzi, guardando spocchiosamente ed allontanandosi sempre di più da quelle fasce che da più deboli diventavano precarie e poi disperate.
Anche ora col neonato movimento dei Forconi, sembra che a tirare le fila ci siano personaggi di formazioni politiche come Forza Nuova che sono cresciute ben protette e nella totale indifferenza delle forze "progressiste".

La nostra base culturale dal dopoguerra in poi ha, a mio avviso, la sua espressione più alta nel campo dell'arte.
Letteratura, cinema, musica e tutto il resto.
Ma qui viene il bello.
E' tutto quello che è stato abbandonato.
Non siamo andati avanti, l'arte è stata sempre più confinata fra i surplus non necessari alla civiltà tecnologica.
Ormai non si parla di integrare ma di sostituire.

E non abbiamo più chi racconta l'Italia come tutto il filone cinematografico del dopoguerra riuscì a fare dandoci sì un'identità, ma era un'identità che apparteneva a tutti. Ora i "poveri" sono rappresentati in maniera macchiettistica ma col marchio dei semplici sfigati. I "Brutti, sporchi e cattivi" devono sparire.
Puzzano anche al cinema.

E in questo carrozzone quella che qui in Italia viene identificata come "sinistra" ci ha sguazzato alla stragrandona.
Ma se avete tempo e voglia fate un giro su Google con ben puntato in mente i risultati attuali e cercate di farvi un'idea di come la politica, e quest'ultima stagione culturalmente egemonizzata dalla destra in particolare, ha ridotto questo settore.
Grazie anche ad un ministro dell'Economia per cui "con Dante non si mangia".

Campare di rendita con queste cose non si può.
I partiti sono entrati con la loro proverbiale delicatezza in questo settore più di quanto fosse loro umanamente legittimato. Non si è protetto abbastanza il cinema ed il suo patrimonio di scuola attoriale, non si è protetto il patrimonio musicale, quello che permetteva agli artisti di essere più importanti del mercato, che c'era e funzionava a meraviglia. Non si proteggono le strutture dei cinema, dei teatri e degli studi di posa che vengono dismessi per fare perlopiù posto a megafranchising o centri commerciali di cui si sente l'utilità allo stesso modo di un grappolo di emorroidi.

La stagione del velinismo rimarrà una delle più avvilenti della storia di questa terra che, in tempi di guerre civili sfornava i Totò e i Petrolini, quello che prendeva le medaglie e proclamava "Il Duce mi ha dato questa onorificenza e io me ne fregio!"

Se un primo passo dobbiamo davvero farlo è il riprenderci lo spettacolo.
Le strutture. E rimettere in moto la forza che portava nelle periferie il messaggio della rappresentazione popolare, quella che resisteva nei film della nostra commedia e che risuonava nelle corde dei nostri menestrelli, che fossero di nylon o di ferro non importa.

Se solo guardo alla mia città vedo una forza d'urto impressionante, ad esempio; il problema nasce principalmente dalla dipendenza, soprattutto dalla misura della dipendenza nei confronti della politica.
E dalla legislazione in materia, che è l'arma della politica.

Ora, credo che il discorso sia sufficientemente vasto e quindi lo riprenderò in più post e senza l'intenzione di scomodare Debord nè le attuali correnti controculturali  che continuano almeno a tenere viva qualche fiammella con tutte le opinabilità possibili (ad esempio WuMing) partendo da un'idea di base situazionista, corrente in cui noi italiani dovremmo eccellere ma sulla quale spesso cadiamo in contraddizione proprio sul versante politico.
Troppo pensiero compresso da ritmi non nostri, a mio avviso.

Intanto come primo semplicissimo punto metterei il riappropriarsi delle strutture esistenti frequentandole.
La osa potrà sembrare incredibile, ma è probabile tenere ben allenata la testa uscendo a vedere un qualsiasi spettacolo che piazzarsi davanti alla TV. Anche un puzzolentissimo spettacolo nel teatrino del laboratorio di quartiere. O il musicista nel pub vicino casa. Anche per parlarne male dopo. Lo so che costa e appunto, vediamo se poi si può bussare a certe porte riguardo certo modo di legiferare sullo spettacolo.

Dicevo, la destra voleva cambiare culturalmente il paese.
Vediamo se ci riusciamo prima noi, quelli a cui questa destra e "questa sinistra" non hanno niente da comunicare se non la loro avidità e la loro miseria.

mercoledì 18 gennaio 2012

RESPONSABILI E L'ARTE DI DARE ARIA ALLE CARIE

La cosa dovrebbe essere semplice nella sua tragicità.

Una nave da crociera passa troppo vicina alla costa per salutare, becca in pieno uno scoglio e naufraga a mezzo miglio dalla riva.

Capita che il comandante di bordo semplicemente non sia adeguato.
Ed anche questa non è una novità. Fino a poco tempo fa c'era un cialtrone al governo che ci ha fatto ridere dietro perfino dalle colonie di pinguini dell'Antartide, e ce lo ha messo una bella porzione di questo paese.
Quindi non è che davanti alla prodezza del Comandante Schettino ci sia da farsi venire lo sgomento derivante dalla sorpresa, in Italia un posto qualsiasi in mano a gente adeguata e competente di solito è il risultato di svariate coincidenze, perlopiù fortuite.

Ma c'è una cosa che peggiora la situazione.
Il però.
Nel senso che anche quando tutto sembra chiaro e limpido, quando anche i fatti suffragano le ipotesi con il più indelebile dei marchi e con le più limpide prove c'è sempre il genio che salta su col suo però.

E nel caso del naufragio della Costa Concordia i geni non hanno tardato ad elargire il loro Verbo.
Tanto per fare un esempio quel navigato lupo di mare che è Massimo Cacciari ma volendo e girando per social network o commentari vari si possono incontrare vari emuli di Magellano che ci deliziano coi loro distinguo.

Fateci caso: l'Italia delle raccomandazioni, dei tengofamiglia, dei braviguaglioni, degli ecchessaràmmai, dei benaltristi, dei fatalisti e della Provvidenza che ci penserà Lei, l'Italia nepotista e della delega delle responsabilità è e sarà sempre il primo partito. Maggioranza assoluta. Cresciuta a pane e PadrePio da Mamma DC e consegnata in pacco regalo con tanto di fiocchino alla classe politica post-tangentopoli.
E lì quell'Italia è diventata adulta, vincente dietro le spalle di uno come il Buffo Omino di Arcore, quello che rassicurava le turbe sulla crisi incombente mentre si spupazzava carrettate di signorine-buonanotte con la sua corte di piattole e di - uh pure loro - incapaci e pure malavitosi.
Giova ricordare che nel frattempo un'altra buona fetta di paese non sapeva più come rigirarsi fra precari, nuovi poveri, disoccupati e - ricordiamo pure questo - gente che lavora onestamente e paga regolarmente le tasse.

Allora partiamo da questa tragedia del mare per fare un piccolo punto della situazione:

innanzitutto partiamo dal presupposto che Schettino è indifendibile.
Chi ci prova lo fa sulla pelle dei non-si-sa-ancora-quanti morti a causa della immane stronzata compiuta a pochi metri dalle rive dell'Isola del Giglio.
Perché un comandante ha il dovere di abbandonare per ultimo la nave in caso di naufragio.
Non ci sono se, ma o però.

Poi si possono fare congetture di ogni tipo: sui criteri coi quali la Costa nomina i comandanti delle sue navi, sulle pietose menzogne con le quali il Comandante Schettino ha cercato di difendersi e su qualsiasi altro scibile si abbia voglia di approfondire; ma quello che è emerso dalla ormai storica telefonata fra la Capitaneria di Porto ed il Comandante non si presta ad interpretazioni.
C'è da dire che i modi decisi di De Falco hanno un perché; il bruciaculo dopo la notte del Moby Prince non conosce Paste di Fissan e state tranquilli che da queste parti se lo ricordano bene bene. Anzi, c'è da scommettere che frizzi ancora un bel pò.

Non ricordo quella notte quanto siamo stati a guardare i bagliori del traghetto che bruciava dalla Terrazza Mascagni ma chiunque ricorda benissimo l'incredibile sequenza di errori, omissioni e negligenze costate la vita a 140 persone. E c'è da giurare che - di diritto o di rovescio - De Falco non volesse noie nella maniera più assoluta. E provate a dargli torto.

Senonché preso atto della inadeguatezza e della vile codardia del Comandante della Costa Concordia la cosa più naturale sarebbe attendere il corso della giustizia e le relative sentenze.
Ma sarebbe troppo facile.

Bisogna cercare tutte le attenuanti del caso. Ha cominciato proprio Schettino: "Qui è tutto buio" (qui ho quasi riso) "C'è un'altra lancia" "c'è gente che scende e non posso salire" e insomma, il poveruomo è andato completamente in palla e si è comportato da perfetto vigliacco.
Ora però arriva il 7° Cavalleggeri. "Il suo paese si schiera col Comandante" tante volte qualcuno dimenticasse l'arte di essere omertosi, si cercano responsabilità dell'armatore - che ci saranno anche ma ho proprio l'idea che non siano quelle di aver abbandonato 4000 persone in mezzo ad un naufragio semmai di aver messo in mano una nave del genere ad una persona inaffidabile e comunque la cosa esula dal fatto in sè;  ci si scaglia contro il processo sommario al Comandante dimenticando che stiamo parlando di un Comandante che - invece lui sì - ha abbandonato 4000 persone durante un naufragio quando avrebbe dovuto essere l'ultimo a scendere.

Beh però poveraccio.
Niente poveraccio e niente crocifissioni.
Però, PORCODDIO, il concetto di "chi sbaglia paghi" tanto caro a certi forcaioli a gettone e che si invoca col filo di bava alla bocca specialmente quando chi dovrebbe pagare ha la pelle un pò più scura o la nazionalità troppo malvista dovrebbe allora funzionare senza ulteriori escamotage, che invece nel caso della Moby Prince riuscirono a meraviglia.
Tanto il Comandante di quel traghetto maledetto era bruciato insieme a tutti gli altri passeggeri.

Perché a volte prendersi sulle spalle le proprie responsabilità significa anche questo.
E l'Italia questa immagine fatica penosamente a conquistarla.

P.S. Se qualche buontempone avesse voglia di confondere la mia descrizione di "responsabile" con quel liquame di Scilipoti sappi che assaggerà la punta del mio kriss.

sabato 14 gennaio 2012

LE DONNE E IL MARE

"Ogni uomo uccide ciò che ama"

Caro Oscar, felice per te che milioni di persone ti citano per i tuoi sapidi aforismi e che questo ti sia di sollievo per tutto quello che hai dovuto patire ma qui l'hai buttata di fuori.

Il 2012 è iniziato da 14 giorni e in queste prime due settimane c'è già da fare un paio di resoconti:

Uno lo fa con la consueta puntualità "Femminismo a sud" e giusto per informarvi prima di aprire il link le donne uccise solo nei primi 14 giorni del mese sono 11.
Non stiamo parlando delle maquilldoras di Ciudad Juarez


ma di donne che vivono nella Repubblica Italiana, nel centro mondiale della Cristianità, abitato dagli "italiani brava gente" e dai santi, eroi, poeti e navigatori.

L'articolo di "Femminismo a sud" lascia pochi spazi ad ulteriori commenti se non quello che se abbiamo occhi per vedere e cervello per capire il muro omertoso creato dal giustificazionismo italiota di stampo cattolico dai media mainstream brilla per schifo e mistificazione.
Un nanogrammo di onestà intellettuale imporrebbe ai mezzi di informazione, che sbraitano caratteri cubitali di solidarietà pelosa per qualunque cosa salvo evaporare quando si fa presente una qualsiasi soluzione alla radice del problema, almeno un accenno alle cause reali di questi numeri da guerra.

Macchè: nessun accenno a secoli di società patriarcale che ha dato all'uomo facoltà di mettersi al ponte di comando dei nuclei familiari a prescindere dalla sua capacità, nessun accenno alla strumentalizzazione ed all'avvilimento se non al tentativo di annientamento dell'identità femminile operata da poteri e religioni di ogni colore e foggia, nessun accenno all'imposizione del concetto di POSSESSO che spettava all'uomo in quanto capofamiglia (o capobranco, fate voi) ed alla codificazione dei ruoli e dei compiti pena ludibrio, violenze o peggio ancora delitti tollerati, giustificati quando non agevolati da un tipo di società costruita dall'uomo in qualche millennio, degenerata ulteriormente con l'avvento delle grandi religioni teistiche che ora quando non fanno orecchi da mercante sui danni apportati al genere umano trovano ancora il tempo di rincarare la dose.
E nessun accenno, per parlare di qualcosa di relativamente più recente, ai danni che lo sfruttamento incondizionato del corpo delle donne sui mezzi di comunicazione basato sull'esibizione di modelli assolutamente fuori dalla natura del sentire femminile.

Facciamo a capirsi: ad esempio anch'io sono uno sfegatato ammiratore della bellezza femminile. Di un bel culo. Di fianchi armoniosi. Di labbra turgide ed invitanti. Di tette generose (non troppo, i seni troppo grossi mi irretiscono ma questo è un problema mio). Insomma, ci siamo capiti.
E di più: sono anche uno sfegatato ammiratore di tutte quelle belle cose con le quali tante donne adornano il proprio corpo. Il famigerato tacco 12, ad esempio. Ci sono donne che non lo sopportano a priori, altre che sembrano esserci nate sopra. Ma il tacco 12 di per sè non significa un cazzo.
Tra lo stare ai piedi di una donna che cerca una gratificazione dal maschio e quella che semplicemente vuole sentirsi appagata e felice di indossare qualcosa che le piace c'è una voragine. E questo vale per qualsiasi capo d'abbigliamento a disposizione nei negozi di abbigliamento e biancheria.
Di più. Un abbigliamento di quelli definiti "sensuali e provocanti" non legittima il maschio ad una beata cippa di cazzo. Tra uno sguardo di ammirazione ed uno stupro ci corrono almeno qualche migliaio di opzioni praticabili che non contemplano l'usare violenza fisica o psicologica che sia.
Ne ho tante di amiche alle quali gli occhi brillano davanti alle vetrine o che portano disinvoltamente abbigliamenti ricercati e/o suscettibili di ammirati commenti.
Ma, così mi è stato insegnato, guardare e non toccare se non sollecitati dal gioco della seduzione.
E un no è un NO.
Cosa c'è di più bello e sensuale ed appagante e rinascimentalebaroccocòfutrista di una donna che ti vuole?
Ed il voler possedere per forza e con la forza qualcuno che non ti vuole fino a ferire, fino ad uccidere é più sano di due persone dello stesso sesso che vogliono accoppiarsi in amore&armonia?
E il cos'è giusto e sbagliato in tutto ciò me lo devo far dire oggi A.D.2012 da una torma di tonaconi segajoli nel migliore dei casi quando non assatanati manipolatori di organi sessuali in via di sviluppo di ragazzini/e capitanati da quel bel tomo dell'umile vignaiuolo?
Scusate, nessuno vuol togliere loro il diritto di sparare padrinostri e avemmarie ma la situazione esigerebbe un minimo di serietà. Un minimo di contegno. E anche un minimo di ritegno.
Ma andiamo oltre.

Personalmente non trovo nessun gusto nell'importunare una donna che non ne vuole sapere di me.
Primo, perché se proprio ci si deve divertire la condizione necessaria e sufficiente è divertirsi in due.
Altrimenti non mi diverto neanche io.
Che ne venga fuori una sana & semplice scopata o una seduta BDSM di gruppo con grigliata finale.
E sarebbe l'ora di mettere in chiaro che il piacere derivante dallo stuprare (perché è bene chiamare le cose col proprio nome) una donna obbligandola a fare qualcosa di cui non ha nessuna voglia e cioè avere un rapporto sessuale che non è precisamente il preparare una frittatina con le zucchine, é una MALATTIA MENTALE PATOLOGICA.

In un momento in cui da più parti, oltre alle tristemente solite, ci si affanna a catalogare l'omosessualità come una malattia i nostri media evitano accuratamente di esaminare anche superficialmente i meccanismi che portano un numero orribilmente alto di maschi ad estremizzare la loro sindrome da possesso fino a commettere crimini orribili.

A me hanno ucciso un'amica. Si chiamava Paola ed era in Messico a fare l'animatrice in un villaggio turistico.
E' stata ritrovata a pezzi dentro una specie di fossa comune dopo che sua madre, da Livorno, ha implorato aiuto alle autorità perché il suo assassino, il suo uomo, aveva semplicemente confessato l'omicidio ed indicato un luogo sommario dove l'aveva seppellita.
Risposte zero. Collaborazione zero.
Dopo due (mi sembra) viaggi in Messico e pacchi di mazzette alle autorità da parte della madre Paola è potuta tornare a riposare in Italia (il suo nome è in fondo all'articolo del link).

Mia madre ha fatto per anni da confessionale/sfogatoio ad un'amica che veniva regolarmente gonfiata di botte dal marito. A volte questa povera donna veniva in casa col viso pieno di lividi nascosto da occhiali da sole le cui lenti avevano una superficie di poco minore a quella del Liechtenstein, ma a poco servivano.
Una donna che viene massacrata regolarmente di botte si vede da come si muove, da come parla, da come si guarda intorno.
Mia madre è una donna semplice, trasteverina e dura e tenace come il marmo che lavorava suo padre concludeva regolarmente con un "daje 'n carcio nee palle e mannejele ar cervello" ma figuriamoci.
Quando quest'uomo è morto ho visto quella donna rifiorire letteralmente. Un'altra donna. Io ho abitato per qualche anno un pò in giro e quando l'ho rivista s'è ripresentata lei altrimenti col cazzo che l'avrei riconosciuta.

Non parliamo di quello che ho sentito durante gli anni in cui praticavo buddismo e mi era stata affidata la responsabilità di seguire dei gruppi di persone.
La percentuale di donne che non avessero mai subito molestie pesanti (tolgo i casi di stalking solo per non allargare troppo il discorso) può essere tranquillamente considerata esiziale.
L'Italia, la famiglia italiana, é un porcaio.
E' un luogo strutturalmente malsano.
Mi spiace ma non ho elementi per giustificare minimamente qualsiasi obiezione.
Neanche l'essere cresciuto in una famiglia fondamentalmente sana, da due genitori di cui nessuno dei due ha potuto vedere la gloria delle scuole medie e con tutte le dovute idiosincrasie verso certe "modernità" che coloro cresciuti fra guerra e dopoguerra hanno faticato tragicamente a comprendere.
Perché ci sono anche famiglie sane, ma è la struttura patriarcale stessa a creare (non agevolare) le condizioni per scatenare un rapporto di predominanza.
Si fa fatica ad abbandonare quei meccanismi le cui degenerazioni sfornano bei soggetti quali le "donne che amano troppo", quelle categorie che partono di sgommata in un gioco al massacro vittima/carnefice dall'orizzonte sempre e comunque invisibile ed incerto, comunque mai sano e mai felice.

Soluzioni? Un attimo, vorrei scrivere due righe su un'altra cosa e su un altro resoconto minimo di questi 14 giorni.

Pare che davanti alle coste livornesi ci sia una vera e propria discarica di materiali dannosi e/o tossici.
Pare che inizino a venire fuori guai grossi dai quali voglio sperare che il Sindaco della mia città se ne tiri fuori nel miglior modo possibile perché non sarebbe un bel servire i propri cittadini e dato per buono che in città comanda talmente tale e tanta gente, e di una tale portata (non per fare il puntiglioso ma ad esempio c'è praticamente una CITTA' MILITARE AMERICANA proprio al confine della città e a due passi dal porto) che probabilmente non sarebbe una notizia se qualcuno gli salta sulla testa ma qui credo che siamo sull'orlo di un bel casino. Non bastasse due giorni fa un giovane pescatore ha perso la vita proprio vicino alla costa. Costa che un pescatore livornese ha raccontato così.
D'altra parte per farsi un'ulteriore idea basta leggere questo articolo di Gianni Lannes pubblicato da "Senza Soste" (ci s'ha ir meglio giornale autofinanziato der mondo, Dome* segnati anche vesta visto che dici che noi livornesi siamo campioni der mondo di tutto).

(*Dome La Muerte, noto chitarrista rock'n roll e noto pisano)

Ora chi di noi non ama il mare.

Per tornare sull'argomento: "ogni uomo uccide ciò che ama"
Oscare, mavvainerculo e io no.

Possesso, distruzione, avidità, tutti elementi che chi ama non pratica ma trasforma.

Andiamo oltre e cominciamo a contarci oltre i sessi, le razze e i girivita per stabilire chi sta prendendo e dove porta quella direzione e chi invece vorrebbe invertire un ciclo che ci sta portando alla distruzione per manifesta stupidità.

Ce la possiamo fare, basta che non rimanga scritto qui e nel sottotitolo del blog di Mazzetta.
E negli sforzi di chi già da millenni si sbatte per lasciare ai posteri un minimo d'eredità umana.



domenica 8 gennaio 2012

CHIUDETE PDL E LEGA

Sembra l'altro ieri quando due ragazzi senegalesi vennero uccisi da un pistolero di Pistoia frequentatore ed attivista di Casa Pound.
E sembra ieri quando un articolo di "Femminismo a sud" scatenò un mare di polemiche in quanto segnalava tutto un substrato melmoso di gente che aveva contribuito a sdoganare il sistema di pensiero grazie al quale il fiorire di cani rabbiosi vogliosi di pallottole/forni/ceppi&catene ed altre amenità del genere verso negriebreicomunistiomosessualizingari e insomma la solita solfa che ha già mostrato al mondo le sue modalità d'azione, si è stabilmente radicata nell'immaginario collettivo grazie anche e soprattutto agli esegeti della libertà d'espressione, del dialogo ad ogni costo e della libertà di manifestare il proprio pensiero.
Premetto che le ragazze di "Femminismo a sud" hanno tragicamente tutte le ragioni e coloro che hanno polemizzato duramente con loro a mio parere non sono meno responsabili di questa situazione, senonché auguro loro di incontrare una di quelle squadracce di cani sciolti da soli ed al buio mentre indossano un maglioncino rosso per vedere se dopo hanno così tanta voglia di fare i paladini alla Voltaire di 'sto cazzo.
Ma all'epoca scrissi che prendersela solo con Casa Pound non bastava. Anzi.

E' bastato che iniziasse l'anno e già un paio di subumani con tanto di carica politica hanno pensato bene di elargire le proprie opinioni sul social network più in voga, trattasi

1 - del consigliere leghista di Albenga Mauro Aicardi che invoca I FORNI per gli immigrati.

Ma ancor peggio del sindaco Rosy Guarnieri che dopo l'usuale marcia indietro del subumano di cui sopra lo difende asserendo che trattasi di persona "briosa e genuina"

Allora mettiamo in chiaro: il signor Mauro Aicardi è una MERDA e dovrebbe essere immediatamente dimesso ed indagato per istigazione all'odio razziale.
La signora Rosy Guarneri altrettanto dovrebbe essere immediatamente rimossa dall'incarico per complicità non denunciando e non costituendosi parte civile contro un consigliere del suo Comune che ha commesso questo tipo di reato.

Questo sarebbe combattere il razzismo.

Ma a parte un oscuro peone di Futuro e Libertà (no, dico, se non avessimo abbastanza la misura di come siamo messi) e il solito "web che insorge" NESSUNO dei mangiapane auffa che percepiscono sostanziose prebende e meno che mai i feticisti degli embrioni ed i loro amichetti in tonaca ha sentito il dovere di porsi il problema.

2 - Il consigliere PDL Giuseppe Ripa, Leccese, si esibisce nel solito ritornello tanto caro, ad esempio, alla Santa Romana Chiesa Cattolica Football Club, cioè quello dei gay "anormali" ed "affetti da turbe psichiche" con bersaglio il Governatore della Puglia Nichi Vendola.

Ovviamente il partito che schiera questo genio s'è alzato come un sol uomo per difenderlo in quanto "bravo padre di famiglia".

Ed altrettanto ovviamente rispondo che stigrancazzi il bravo padre di famiglia. Trattasi di altra MERDA ed con l'aggravante, come SEMPRE fanno quelli della sua risma, di minimizzare e sviare l'attenzione dal fatto di essere una MERDA.

E quindi mettiamo in chiaro che un personaggio del genere va altrettanto sbattuto fuori da ogni carica politica a tempo indeterminato.
Sempre che si abbia VOGLIA di combattere razzismo, discriminazione, odio e violenza.

Ora, il punto è che di queste belle imprese mediatiche da parte di uomini che in un modo o nell'altro ricoprono cariche pubbliche negli ultimi anni ce ne sono state centinaia, anche e soprattutto da parte di cariche di un certo peso.
Parlando di leghisti - anzi, non parliamone - non c'è neanche bisogno di fare una lista di nomi. Si prende tutto il mucchio, che dove cogli, cogli bene.
Ma non va meglio neanche in casa PDL.
Si va dalle macchiette umane come il bolognese Garagnani al cyborg Gabriella Carlucci per tacer di quella miracolata della Gardini, quella col terrore di ritrovarsi Luxuria al bagno. Ma anche qui fare una lista di pezzi di merda bravissimi solo nell'arte di lanciare il sasso e poi nascondere vigliaccamente la mano (molto catholic style, ma non hanno i 2000 anni d'esperienza nell'intortare la gente, da lì le figure da pezzenti che puntualmente seguono).

Anni ed anni di battutacce, frasi ad effetto, insulti gratuiti, sbroccate inneggianti alla violenza poi minimizzate con la solita scusa della "veracità" e del "colore".
E intanto andatevi a vedere l'escalation di aggressioni verso quelle categorie che tanto stanno sullo stomaco a questi signori.

E non ho parlato delle donne, che lì ci vorrebbe un'enciclopedia a parte.

Ora, ok chiudiamo Casa Pound.

Ma in realtà quello che veramente è da chiudere, da subito, è il serraglio costituito da PDL e Lega Nord.
Chiudere.
Bastano due leggine. Brevi. Incisive e senza cavilli.

Oddio, ci sarebbero già ma ci si guarda bene dal servirsene.

L'importante è non aspettare che gli altri complici, quelli che si facevano chiamare "opposizione" (ogni riferimento al PD è assolutamente voluto) si muovano sul serio in questo senso.

Il segnale che questo tipo di goliardate portano dritti alla perdita di ogni carica pubblica ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici sarebbe un segnale che anche le attuali belve rabbiose con la bava alla bocca percepirebbero.
Un inizio, eh, non la soluzione.
E lo svuotamento di quelle due associazioni a delinquere ne certificherebbe la veloce ed auspicabile fine.
Che ci pensi, il signor Monti, se proprio vuole far tornare questo paese un paese degno di essere chiamato civile.

lunedì 2 gennaio 2012

COME IMPARAI A NON PREOCCUPARMI ED AMARE LA BOMBA

Non sono bombe come quella che esplose in Piazza Fontana.
Quella fece 12 morti.
E non è neanche come quella di Piazza della Loggia, nè come quelle messe sui treni o alle stazioni, o come quella messa in Via dei Georgofili o a Roma o a Milano.
Non sono bombe che possono spazzare via giudici con le scorte, nè cittadini innocenti.

Al momento infatti, queste bombe, o come le volete chiamare, hanno per ora portato via due falangi ad un direttore di filiale ed annerito qualche suppellettile.
Eppure stanno creando allarme. E preoccupazione.
Sono le bombe che iniziano ad arrivare con cadenza sempre più regolare nelle sedi EQUITALIA.

Preciso subito: assieme alla rivolta ed alla lotta NO TAV questa è l'unico segnale che esiste ancora un'Italia che si ribella.
Chiuso.
Non parlatemi di altri, per favore, perché quando voglio ridere metto su un film di Totò.

Credo che la rete abbondi di materiale per chi vuole informarsi sulle modalità di azione di questa agenzia, che a suo piacimento, a tassi da strozzinaggio molesto e con metodi viscidi e truffaldini spoglia perlopiù gente del ceto medio-basso di tutto quello che può ed anche, spesso, di quello che non può.

Non mi parlate di grandi evasori beccati sul fatto: parlatemi di precari che sono obbligati ad andare a lavorare con il proprio mezzo e dell'uso che fanno i Comuni della possibilità di stangare chi possiede un'automobile.
Parlatemi degli effetti della precarizzazione se non della sparizione del lavoro e delle possibilità che questa situazione implica nelle possibilità che le persone possono avere nell'ottemperare alle spese quotidiane, ivi comprese le tasse comunali.
Parlatemi delle cartelle pazze.
Parlatemi delle case messe all'asta all'insaputa dei proprietari.
Parlatemi di aziende fatte chiudere, di attività estinte, di interessi sugli interessi.

Questo è terrorismo. Puro e semplice terrorismo.
E le vittime che sono e verranno colpite più dolorosamente sono sempre le solite.
Per la maggior parte gente che già farebbe fatica ad arrivare a fine mese con quello che ha.

Ricordo ai censori dei pacchi bomba che stiamo urlando riguardo gli effetti di questo sistema fin da quando il pacchetto Treu legalizzava lo sfruttamento precario e NESSUNO HA RITENUTO OPPORTUNO FARE UN BENEAMATO NODOSISSIMO CAZZO.
Avevamo avvertito che scaricare le "leggi di mercato" sulle spalle dei soliti avrebbe portato delle conseguenze. E come risposta Veltroni candidava Calearo e si metteva alla sua destra Ichino.

Avevamo avvertito che stava andando tutto a catafascio e che non avremmo accettato un'altra sporta, quella definitiva, che ci avrebbe messo definitivamente in ginocchio.
Non avremmo accettato lo status di poveri, cornuti e mazziati nonostante continuassimo a lavorare e pagare TUTTE le tasse.

Ma queste, come troppe altre, sono state voci che non hanno trovato nessun tipo di ascolto, se non i soliti puzzolenti pipponi dei balordi della Casta e dei loro maggiordomi che ci dicevano di stare zitti e buoni che il mercato ci avrebbe portato pace, benessere e prosperità.

ORA Grillo chiede di capire le ragioni delle bombe.
L'UDC, quello di Cosentino, gli dà del terrorista.
Il PD fa muro perchè considera la violenza "inaccettabile" (se diamo al termine lo stesso peso col quale lo ripetono a mò di mantra dal 2008 siamo a cavallo).

Siamo ancora a questo punto.

Ripeto: non sono bombe come quelle che ho citato all'inizio.
Quelle sono bombe di Stato.
Fanno morti, quelle.

Quindi non c'è da capire proprio nulla.
Rimettete il garage il carrozzone ed inventatevi alla svelta un sistema equo ed onesto.
Sul lavoro, sul fisco e sul potere d'acquisto.
Non abbiamo più neanche tanta voglia di veder scattare ogni giorno il loro tassametro da strozzini.
Quindi hop, alzare il culo o ad ogni bomba saltano tappi di spumante in tutta Italia.
A costo di rubarlo al discount.
Buon anno.