lunedì 11 maggio 2009

WAITING ROOM


Chi c'è rimasto a raccontare sogni, speranze e rabbie di chi vorrebbe vedere questo mondo cambiare? Chi c'è rimasto a farci da menestrello cantando le nostre disillusioni e la voglia di non mollare?
Mah. Cosa dire. Ho amato i Beatles ed i Rolling Stones, i Doors e Jimi Hendrix perchè raccontavano un mondo allora nuovo, e speranze che ancora percepiscono quelli che non si sono arresi. Ma anche la debordante fisicità degli Stooges, la drammatica opera in nero dei Velvet Underground, il lirismo soffocato e distante del miglior Neil Young, la possente epica rock degli Who, i versi taglienti cantati con quella voce di "sabbia e colla" di Bob Dylan, il genio consapevole di Frank Zappa. Questi artisti sono stati la colonna sonora di un mondo che voleva cambiare e tuttora vivono come inamovibili icone nei cuori di chi sapeva che rabbia e speranza camminano insieme e che avranno sempre il potere di portarci altrove; quando l'aria si fece pesante arrivò il punk e tutto quel che ne conseguì.
No, non i Sex Pistols e la Grande Truffa. I Clash del primo disco, i Ramones, i Damned dal germe gotico, ma anche i Dead Kennedys ed altri grandissimi gruppi come Germs, Black Flag, Bad Brains, Bad Religion, Circle Jerks e Minor Threat; ecco, questi gruppi hanno cantato quello che ci aspettava e cosa avremmo potuto fare. Era l'epoca in cui iniziarono le autoproduzioni, si creò una scena indipendente efficente ed articolata su scala mondiale. L'etica punk (o quel che diventò) contaminò altri generi, aprì milioni di strade, cambiò il mercato alla radice; esaurito il compito la scena si autodistrusse ed i Nirvana ne furono i perfetti esecutori.
Il lascito fu "create il vostro mondo, usate la vostra coscienza, la rabbia e la speranza sono la vostra forza". 
A me i punkabbestia attuali stanno potentemente e solennemente sui coglioni.
Non sono punks. Non hanno capito un cazzo del punk. Non servono a nessuno se non a loro stessi. Il nichilismo sbandierato dal primo punk era un mezzo per rompere con l'establishment, ma dal punk sono nate scene vive e piene di energia collettiva; qui in Toscana c'era il Granducato Hardcore, ma in tutta Italia in quegli anni ci sono stati gruppi eccezionali, nati dal fervore creativo che il punk aveva instillato.
Ora non c'è nessuno che abbia raccolto il testimone di quella scena, e forse è giusto così; ma al momento non c'è più nessuno capace di interpretare la volontà di cambiamento di chi non vuole arrendersi, non c'è più un poeta, non c'è più un menestrello, non c'è più un dannato credibile.
E allora tocca tornare al passato per riascoltare parole di rabbia e di grande forza, di speranza e di consapevolezza. Ad uno dei più grandi gruppi di sempre (mera opinione personale, naturalmente).

FUGAZI
WAITING ROOM 

I am a patient boy
I wait, I wait, I wait, I wait
My time is water down a drain

Everybody's moving
Everybody's moving
Everything is moving,
Moving, moving, moving

Please don't leave me to remain
In the waiting room

I don't want the news
(I cannot use it)
I don't want the news
(I won't live by it)

Sitting outside of town
Everybody's always down
(Tell me why)

Because they can't get up
(Ahhh... Come on and get up)
(Come on and get up)

But I won't sit idly by
(Ahhh...)
I'm planning a big surprise
I'm gonna fight
For what I want to be

And I won't make the same mistakes
(Because I know)
Because I know how much time that wastes
(And function)
Function is the key
Inside the waiting room

I don't want the news
(I cannot use it)
I don't want the news
(I won't live by it)

Sitting outside of town
Everybody's always down
(Tell me why)

Because they can't get up
(Ahhh... Come on and get up)
Up from the waiting room

Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)
Sitting in the waiting room
(Ahhh...)

(Tell me why)
Because they can't get up  





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