venerdì 10 luglio 2009

DALLA PARTE DI CHI




Se vogliamo fare un punto sullo stato della repressione del dissenso in Italia c'è da fare innanzitutto una considerazione: l'ordine pubblico è gestito da persone che hanno tutto l'interesse ad alzare lo scontro sino alle conseguenze più estreme. Questo è il fine che si propongono di raggiungere.
Questo in una nazione dove mentre si sparge a piene mani solidarietà agli iraniani che si fanno massacrare per un figuro come Moussavi ed in nome di una maggiore libertà individuale, si assiste ad una progressiva imposizione di una cultura militarizzata e repressiva nei confronti di chi dimostra dissenso verso questo governo di buffoni ed incapaci.
Questo governo che non gode della maggioranza dei consensi del paese, è sempre bene ricordarlo.
Il livello di scontro è gestito in modo palesemente dilettantistico visto che in occasione della manifestazione dei "NO Dal Molin" i robottini malpagati ed in predicato di essere messi alla berlina dal comparire delle ronde si sono fatti sgamare istantaneamente mentre preparavano i soliti infiltrati da infilare tra i manifestanti






Ma ancora peggiore è il risultato degli arresti, dei fermi e nel suo insieme del tentativo di fermare le manifestazioni di dissenso partite dal G8 dell'Università a Torino; è di oggi l'ennesima "azione" nei confronti stavolta degli studenti fiorentini e le valorose gesta delle divise blu le potete leggere in questo articolo pubblicato su Senza Soste.
Chi siano i terroristi, quelli che non vedono l'ora di farci scappare il morto per poi darsi a cori e libagioni lo sappiamo benissimo da tempo, i più giovani probabilmente solo da Genova, quindi dal momento che il disegno dei tutori dell'ordine pubblico (eh, si incredibile ma li chiamano ancora proprio così) è cosa ormai arcinota va da sè che il rafforzarsi del dissenso coinvolge ora in maniera ancor più sentita anche cittadini che delle manifestazioni e dei presidi non sono precisamente degli habituè, tipo il sottoscritto.
Che spera vivamente di veder continuare la linea di "non-intoccabilità" iniziata con la sentenza del processo Aldrovandi e che in culo alla voglia di agitare manganelli & lacrimogeni continuerà a non andare in piazza ma a condividere il suo pensiero per la strada, sul lavoro e nei rapporti quotidiani con quella gente che sembra assopita da un regime che si sente forte di un consenso di cartone ma che in realtà cova sotto la cenere la volontà di levarselo dalle palle al più presto perchè farsi governare da un povero cialtrone puttaniere, mafioso ed in pieno delirio di onnipotenza prima o poi stanca anche il più tollerante degli esseri pensanti.
L'Onda si è fortunatamente risvegliata alla vigilia di una stagione in cui il mondo del lavoro promette un autunno bollente; speriamo che finalmente si crei un collegamento concreto e solido fra studenti e lavoratori in modo da poter affrontare la stagione che ci aspetta ben corazzati, visto che l'opposizione parlamentare sarà impegnata nelle solite e squallide lotte intestine in vista del congresso e che quindi non avrà nessuna voce in capitolo almeno fino a quando non avranno deciso di darsi non dico un segretario ma almeno una politica di opposizione di qualche tipo. Che poi sarebbe il motivo per cui vengono pagati (profumatamente) e per cui stanno in Parlamento.

Il fronte di chi sostiene coloro che stanno lottando per cancellare le nequizie a cui questo governo ci fa quotidianamente assistere è destinato a crescere ogni giorno di più ed è ovvio che l'auspicio è quello di non dare ai robottini in divisa ed ai loro capi la soddisfazione di brindare ad un altro morto.

Ho vissuto gli anni '70 ed il loro cupo e tragico svolgersi e non è un bello spettacolo il vedere corpi dello Stato cercare di rinverdire quei fasti, ma è uno spettacolo comunque già visto. Io sto dalla parte di chi creca di dare voce a quel 60 e coda% che NON ha votato Berlusconi e la sua banda, ed ancor di più dalla parte di chi vuole mandare questo governo ed i suoi innominabili lacchè a lavorare. Non è molto, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.

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