Alzi la mano chi non ha mai sfogliato quegli arredi da parrucchiera dove si narrano le gesta dei sedicenti VIPS e che le nostre donnicciuole amano consultare per aggiornarsi su chi si ingroppa chi e su chi, invece, detta le regole per sentirsi a posto tra la massa di wannabe che da sempre prolifera tra il consistente popolo dei frustrati. Ho ricordi ancora piuttosto nitidi dei settimanali Rusconi come "Gente" e "Oggi", dove tra rievocazioni di famiglie reali, eredi e parenti alla lontana del Duce, nobiluomini con tanto di stemma che sbattevano la loro opulenza fancazzista ed inutile in faccia alle servette ed alle casalinghe nostrali, davano spazio e colonne a firme come Montanelli, il quale ai tempi non era particolarmente gradito all'intellighenzia culturale ma aveva vivaddio il suo stile, sempre caustico e ficcante. Eppoi Novella 2000, che si occupava allora di star e starlette, quelle che allora avevano la buona creanza di fare le star e le starlette e non ambire a posti come quello di Ministro della Repubblica grazie ai buoni uffici di un delinquente mandato al governo da italioti la cui appartenenza alla stirpe italica è un'insulto alla genetica.
Difatti i tempi sono cambiati, ora non serve più neanche aver sgambettato dieci minuti sulle assi di un palco di periferia. Basta avere fatto mettere i ferri del chirurgo al posto giusto ed aver aperto le gambe nel luogo ancor più giusto.
Leggo di ampi dibattiti sul ruolo e la condizione della donna su "L'Unità" da parte di stimate signore quali Lidia Ravera, Nadia Urbinati, Benedetta Barzini e Livia Turco. Credo che sia assolutamente necessario che proprio le donne che si sono accorte quanto la situazione sia da allarme rosso debbano mettersi in moto e passare all'azione. Di argomenti ne hanno a tonnellate, di capacità anche. Se vogliono un appoggio concreto anche da parte di quegli uomini ai quali lo schifo per questo Barnum sta facendo tornare a gola anche la parmigiana di melanzane del Capodanno di sei anni fa, ci siamo.
Ma la Repubblica dei Gossipari va, almeno per qualche stagione (meglio sarebbe per sempre) messa da parte. E non sono sicuro che molte donne, seppur di alti ideali e di degni valori, pagherebbe un simile prezzo. Eppure è attraverso questo mercato, questo mercimonio di culi perizomati e fisici palestrati che dal piccolo schermo passano direttamente alle pagine di questa spazzatura, che Berlusconi ha reclutato l'immondizia che gli fa da coorte. E quello che il mercato chiede il Padrone, prontamente, fornisce.
Io ho praticamente smesso di seguire il calcio, sport che ho amato tantissimo e che ho letto decantato da penne come Gianni Brera, che ho praticato a livello semiprofessionale dopo essere passato dalla corsa di mezzofondo al salto in alto (cosa che con la mia statura ci voleva un bel coraggio a praticare); rinunciare costa, ma arrivi al punto che l'olezzo di putrefazione di certi ambienti e di chi li gestisce diventa insopportabile.
Sarebbe troppo sognare un sabba in cui tranquille signore medioborghesi bruciano copie di "Chi?" o di "Visto" inneggiando non alla Liberazione della Donna ma alla Liberazione di quei clichè che tanto quanto la cultura maschilista le rende schiave, sottomesse e frustrate?
O ci meritiamo davvero altre zoccole sulla sedia di Ministro?
No, perchè visto il proliferare del genere è giusto sapere che l'ultima in ordine di apparizione la
potete leggere QUI in tutto il suo splendore.
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