A volte la fortuna di alcuni gruppi musicali arriva grazie ad altri gruppi che magari reinterpretano un loro brano, è una legge dello spettacolo normalissima e vale ancor di più per i musicisti.
I Nirvana, ad esempio, hanno interpretato brani di gruppi semisconosciuti ponendoli all'attenzione del grande pubblico, ad esempio i Vaselines dei quali coverizzarono la celebre "Molly's lips".
Tra i loro lati B, outtakes ed inediti (oppure sul loro "Incesticide") spiccava un pezzo che all'epoca catturò l'attenzione di molti fans del gruppo di Kurt Cobain il cui titolo era "D-7", un pezzo molto, ma molto bello che dopo un inizio sussurrato cresceva d'intensità mirabilmente orchestrato dalla disperata voce di Kurt.
L'autore era Greg Sage, leader degli Wipers; un gruppo ampiamente sottostimato prima dell'avvento del ciclone Seattle e rivalutato proprio grazie ai continui e deferenti attestati di stima dei musicisti dell'onda grunge.
E ne avevano ben donde. Gli Wipers sono un gruppo solido, senza alcun fronzolo ma guidati da un talento cristallino ed ammaliante come quello di Greg Sage e l'ascolto di uno qualsiasi dei loro dischi può tranquillamente fugare ogni dubbio sul perchè di tanti riconoscimenti da parte di colleghi più famosi che alle costruzioni armoniche degli Wipers devono qualcosa di più di un semplice grazie.
"Youth of America", cupo ed inquietante è il mio preferito tra i lavori degli Wipers, questa è la title-track.
Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre
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Intriso di struggente nostalgia per un'epoca che appartiene a un passato
sempre più remoto, irripetibile e irriconiscibile (vedi i commoventi
inserti orig...
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