lunedì 31 maggio 2010

L'EBREO ABERRANTE


Sono un pò in ritardo.
Ci sono periodi in cui la vita reale prende - e fortunatamente direi - il sopravvento e allora il computer resta spento o s'accende solo per mettere frettolosamente in campo le squadre di Hattrick e Sokker, cioè gli ultimi due trastulli che mi sono lasciato dopo che il calcio vero mi fa sempre più vomitare.

Nel frattempo quello che succede in Italia, visto dalla prospettiva dell'uomo che corre dietro alla propria vita, appare sempre più un circo tragico dove i clown sanno solo mettere una profonda, incommensurabile tristezza. Niente è cambiato, niente che valga la pena di essere commentato, niente che lasci uno spiraglio di ottimismo almeno alla nostra individualità?

Cosa deve pensare un normale individuo che apre il giornale e trova la notizia di una nave con aiuti per un popolo martoriato come quello di Gaza viene attaccata dall'esercito israeliano in acque internazionali il quale non contento massacra anche una ventina di volontari?

Che sarebbe il caso di lasciare mano libera ad Ahmadinejad?
Che sarebbe il caso di iniziare a chiudere i rubinetti ai quali questi assassini si sono voluttuosamente attaccati dal dopoguerra ad ora?
Di sicuro i nostri media, ignobilmente da sempre appecoronati ai desiderata ebraici sono in grossa difficoltà. E ben gli sta.
Se non ci rendiamo conto della dirompenza dell'effetto che gli stati e le cricche a sfondo religioso come Israele, come il Vaticano, come l'Arabia Saudita e via dicendo sono una metastasi per l'umanità non faremo un passo avanti che è uno.
Sono forze antidemocratiche, oppressive, opprimenti, ma soprattutto antiumane che si nutrono del sonno della ragione. Questi sono i fatti che chiunque abbia occhi può tranquillamente vedere e senza sottotitoli.
Bene faceva Stalin a sbatterli a pregare i loro Dio, Allah, Yahvè e quant'altro nelle steppe siberiane, tra l'altro fra sofferenze e privazioni ci si avvicina a Dio, non è così?

In questo senso sono insospettabile.
Israele mi è sempre stata potentemente sul cazzo, e me ne sono allegramente sciacquato le palle delle accuse di "antisemitismo" che puntualmente arrivano ogni volta che si osa mettere davanti alla faccia dell'opinione pubblica cosa è veramente Israele: uno stato nazista, assassino, arrogante e parassita.

Ma la summa direi che, come al solito, l'ha fatta il Venturi sul suo blog.
Ecco, magari un giorno Berlusconi farà una legge per cui dovrò pagare a Riccardo un fracco di diritti d'autore.
Pazienza.
Spero di cavarmela con una cena dal Piulle.


mercoledì 5 maggio 2010

VIVERE NON SOPRAVVIVERE


In realtà dei massimi sistemi della politica non me ne frega un cazzo.

Ossìa, non ho il tempo necessario per fregarmene nella misura necessaria a capirne abbastanza per esprimere pareri meditati e circostanziati sulle manovre e sui temi istituzionali che il Buongoverno delle Libertà ci propina e sulle barricate che quei facinorosi dell'opposizione tentano di mettere di traverso alla strada verso il Benessere.

Devo lavorare, quando posso, dato che sono un precario istituzionalizzato che saltella lungo la linea dei 12.000 euro l'anno e quindi concentrarmi nel fare della mia vita qualcosa di significativo invece di star qui a lamentarmi.

Quindi il problema degli Scajola, dei Cosentino, dei Bertolaso, dei Cuffaro, dei Berlusconi, insomma di tutta quella banda di delinquenti che legifera e vorrebbe rifare la Costituzione con la stessa allegra approssimazione con cui farebbero il decalogo della fabbrichetta brianzola ereditata dal nonno l'ho superato da un bel pò.

Me la meno insieme ad altra gente che come me prenderebbe tutti questi bei personaggi e li menderebbe a sperdere imbarcati su una gabbianella nei pressi di Capo Horn. E si fa quel che si può.

Sto scrivendo un pò meno. Siamo nel pieno della stagione teatrale con la scure che quel verme untuoso di Bondi (leggi Tremonti) ha abbassato sulla testa dei lavoratori dello spettacolo così come in altri e meglio conosciuti settori. Sto registrando qualcosa che dovrebbe diventare un disco. Sto sbattendomi per mettere in piedi un lavoro da fare quest'estate. Sto vivendo con le persone che ho vicino nella vita e nel lavoro quest'epoca infame.

Vorrei avere il tempo per pensare a una settimana di vacanza, ma non sono il tipo da andare in banca a chiedere un prestito per andare una settimana a sciacquarmi le palle in qualche posto da finto ricco. Piuttosto li regalo a mia madre così stacca anche lei da lavorare per un mese e se ne va a trovare le sorelle a Roma.
Non è difficile immaginare quanto, in ambiti di ristrettezze, tante persone stiano coraggiosamente portando avanti vite, famiglie, amori, interessi, sogni e bisogni. A me interessano queste persone, è con loro che sento di avere qualcosa da condividere. Quelli che, nonostante tutto, vanno avanti.
Vanno avanti però sanno. Proprio come Pasolini.
Perchè Pasolini ebbe il - non unico - grande merito di mettere su carta tutte le inquietudini dell'uomo comune con il linguaggio del letterato ma in una forma che anche l'uomo comune, l'Ultimo, potesse comprendere. In questo stava la sua "pericolosità".

E ci potete giurare che in molti "sanno".

Come potete giurare sul fatto che gli effetti manifesti che vediamo nell'Italia di oggi dicono che la maggior parte o non sa o fa finta di non vedere.
Ma oggi, in Italia, nel 2010 e dopo 15 anni dalla discesa in campo di Berlusconi, chi ha una visione della politica e del vivere comune come la mia su questa gente che non vede o fa finta di non vedere ha perso ogni speranza aumentando contemporaneamente la percezione di un degrado irreversibile che l'Italia intesa come comunità umana sta attraversando ad ogni livello.

Spero vivamente che la Grecia, così come ai tempi antichi, riassuma un ruolo guida mostrando la passione, la forza e la convinzione nel non volersi rassegnare alla solita criminale logica per cui dopo che pochi satrapi si sono fumati soldi, risorse e lavoro di milioni di cittadini vorrebbero che fossero gli stessi a pagare il conto.

Qui in Italia sono felicissimi di pagarlo perché ai nostri ebeti concittadini basta avere un demiurgo spacciato sotto forma di venditore attempato di Folletto, quindi la misura di come siamo messi non è necessario neanche calcolarla.
Sono felicissimi di pagarlo anche con una ulteriore scimmia sul groppone vestita in abito talare che continua a succhiare soldi nonostante il suo patrimonio immobiliare, le sue banche fantasmatiche, i suoi vecchi bavosi pedofili protetti amorevolmente finché qualcuno della società civile non ha cominciato a spiattellare tutto in piazza e soprattutto in Rete.

Sono tra quelli che non si rassegna alla miseria umana, morale e politica che questi signori vorrebbero impormi con il loro precariato, con la loro miserevole informazione, con i loro pietosi ninnoli tecnologici. Vengo da quella schiera di italiani che costruisce sempre e comunque quel qualcosa che vorrebbe vedere e che non c'è, come nel dopoguerra.

E non si sente mai solo.

I miei tre lettori mi scuseranno quindi se ho allentato coi post.
Verranno tempi più proficui, immagino.