martedì 31 agosto 2010

CIVILTA' IN TRASFORMAZIONE


Allora, arriva Gheddafi e fa il cazzo che gli pare.

Conoscendo il buffo omino di Arcore trattasi di incontro fra mafiosi, nè più nè meno, solo alla luce del sole e con le telecamere della tv di Stato sulla scia.
Spottone per l'islam con tanto di femminame di contorno perchè porchilcristo siamo in Italia e noi alle nostre tradizioni ci teniamo e quella per cui la donna è un mezzo e/o una merce la teniamo ben stretta e vai di sgancino.

E questo è uno di quegli extracomunitari che preferirei se ne stesse a casa sua.
Che siamo già abbastanza rincoglioniti di nostro.

Ora, per gli identitaristi che, come Furio, paventano invasioni di culture non gradite voglio dire innanzitutto che le loro paure son giustificate per i seguenti motivi e non giustificate per altri.
Totale: state preoccupati.

I fattori di preoccupazione, però, risiedono innanzitutto in quelli che dovrebbero "difendere" l'italianità, i suoi valori e tutto quello che questa terra rappresenta, perché il popolo italiano sta sprofondando in un abisso di miseria soprattutto morale, e per morale intendo quel minimo di regole collettive che gli individui si danno per permettere ad una comunità di prosperare in pace.
Lo stereotipo dell'italiano sta diventando una maschera tragica, un veleno senza antidoto e tutto questo mentre continuiamo a dileggiare e distorcere culture delle quali fino a ieri non sapevamo una beata sega, eccetto i viaggi da turisti.
In questo momento la risposta degli italiani allo stato dei valori morali e dell'identità in piena decadenza si chiama Berlusconi e Lega.
La controrisposta si chiama PD. Un altro circolino del cucito con una identità forte, direi brutale.
La Chiesa è sopportata a malapena dai cattolici. E non vedo come il Vaticano abbia titolo per concorrere ad uno scontro di civiltà che sia degna del nome che nell'A.D. 2010 possa risultare credibile.

In ragione di questo é vero, l'italiano cambierà.
Cambierà perché il fetore che emana l'Italia berlusconiana fra poco sarà così insopportabile che il tappo salterà.
In quel momento dobbiamo ripartire per distruggere quel modello.
Quello culturale, intendo.
 Ne abbiamo i mezzi senza dover dar agio a riciclati, preti & cardinali, servi e servetti di sparire dalla scena?

L'italiano cambierà, l'Italia cambierà ed ognuno dovrà trovare la sua Zona Autonoma da dove levare la sua voce, imparare a riaggregarsi spontaneamente e ritrovare innanzitutto la sua radice di essere umano.
Questa Italia può avere qualche buon combattente ma sarebbe un esercito tragicamente perdente.

Non diamo la colpa agli altri se poi vengono qui e trovano le macerie che gli facciamo vedere.

Lo Stato si è fatto anch'esso mano armata contro i propri concittadini e anche contro i propri servitori quando c'è stato bisogno di assestare il proprio potere, nessun politico ha il coraggio di andare a Bologna il 2 agosto,
abbiamo perpetrato una cultura servile, vigliacca, forte coi deboli e debole coi forti, servi degli americani, servi del Vaticano, servi, servi, servi.
A nessuno è interessato fare l'Italia, alla fine l'Italia é questa: un palcoscenico di quart'ordine senza balaustra e la recita é di quelle che non hanno la comica finale.

I motivi per cui non preoccuparsi troppo sta nello zoccolo duro della cultura libertaria ancora presente in Italia: in questa categoria ci metto chiunque ha ormai definito nella società comportamenti non reversibili come la libertà di espressione che pure ha subito sotto questo governo non poche noie.
Su questo valore siamo ancora in grado di far retrocedere alla svelta censori & affini di qualsiasi parrocchia.
Perché dei veri combattenti su questo fronte ci sono e pronti non solo a scrivere.
La rete è uno dei fattori, ma l'onda creata dalla comunicazione in rete è stata una semina per molte coscienze che si ripercuoterà lentamente anche nel quotidiano.
Molto lentamente eh.
E comunque anche questo è un processo irreversibile.

Buon ultimo preparare la società dello spettacolo del dopo-berlusconi.
Qui ne vedremo delle belle.
Ma è quasi un altro argomento.

domenica 29 agosto 2010

6 ANNI FA VENIVA UCCISO ENZO BALDONI


Credo che una volta messo sul tavolo l'argomento del giornalismo e su cosa significhi essere giornalista in Italia il pensiero corra subito ad epiteti perlopiù innominabili, questa è una delle poche certezze che il nostro paese porta in dote con sè e che con l'avvento del berlusconismo si è fatta sempre più granitica fino a diventare un assodato e giustificatissimo luogo comune.

D'altra parte quando le cronache sono dominate dagli strumenti cartacei del Padrone e del loro uso come mezzi di ricatto e di pressione, non importa se con notizie vere, false, costruite o sottratte dai cassetti di poteri amici, datosi che gente come Betulla è tutt'ora a libro paga ed a nessuno viene il sospetto che lasciare a giro per fare i suoi comodi uno del genere significa lasciar trasudare coscientemente veleno stantìo e puzzolente nel dibattito politico e sociale (oppure devo mettere mano a Google e cercare una qualche alzata di scudi della sedicente opposizione? Ho il sospetto che perderei meno tempo se decidessi di costruire un transatlantico di stuzzicadenti).

Ma ormai le due fanzine ben finanziate anche da soldi pubblici dei due lacchè Feltri & Belpietro possono essere considerata stampa giusto da quegli inguaribili buontemponi per cui ogni foglio di carta con dell'inchiostro buttato lì sopra a mò di riempitivo può essere considerato un giornale. Quindi non li calcoliamo.

Parliamo degli altri.
Mi aspettavo, ad esempio, che in occasione del 26 agosto qualcuno avrebbe avuto la buona creanza di ricordare Enzo Baldoni, ucciso in Iraq giustappunto ed esattamente il 26 agosto 2004, 6 anni fa.

Se qualcuno si è imbattuto in una nota, due righe, un ricordo, un saluto o un semplice cenno alla cosa mi farebbe un graditissimo dono nel segnalarmela.

Altrimenti sarei costretto a pensare che siamo messi ancora peggio di quanto la pur pessima classifica sulla libertà di stampa dove siamo sovrastati da nazioni come l'Alto Volta ed il Burundi, abbia la decenza di dirci.

Fra i bloggers ho trovato questo post di Alberto Pulafito, il quale si premura anche di ricordarci come i giornalisti che fanno il mestiere di giornalista come Baldoni sono stati trattati dalla razzumaglia  berlusconiana.
Quella razzumaglia che crede - potere delle facce toste - di essere superiore alle forme di vita animale e che invece, e gli scritti su Baldoni lo confermano, non sarebbero degni neanche di condividere un recinto nel quale i nobilissimi animali chiamati maiali sguazzano ogni giorno.

Intanto cerco di farmi un'idea di come stanno messi i loro colleghi nel caso davvero NON mi fosse sfuggito alcun articolo di commemorazione, di ricordo o almeno di saluto.

P.S. Avrei potuto caricare almeno 5 PRIME PAGINE di "Libero" (allora diretto da Feltri) ma non voglio assolutamente dare l'idea che quel tipo di scrittura su carta di giornale meriti spazio su questo blog.
Feltri può solo sperare di non incontrarmi per strada o  nel caso di avere una scorta nutrita, massiccia ed armata.

mercoledì 25 agosto 2010

CON QUESTI GIOVANI NON VINCERANNO MAI




SERVIRE IL POPOLO
di Chiara Valerio

Mi è sembrato strano imbattermi in rete in messaggi d’odio concomitanti al ricovero di Francesco Cossiga. Penso sia di pessimo gusto e penso sia l’ennesima dimostrazione di quanto siamo più tifosi che cittadini. Io non mi auguro mai la morte di nessuno. Ma in special modo non mi auguro mai la morte di un uomo al quale, per la storia personale e politica e per la «fede civile» che ha professato pure nelle lettere di saluto alle Istituzioni, non dovrebbe essere concesso di morire fin quando il suo operato non sia stato valutato con le regole della Repubblica. Innocente o colpevole. Io avrei tenuto in vita Cossiga, in quanto uomo pubblico, prima per Giorgiana Masi e poi per capire.

Sono nata nel 1978, appartengo quindi a una generazione che ha vissuto, da Chiambretti in poi, con un Cossiga che da un supposto Silendo libertatem servo mi s’è presentato mediatico, accortamente abbigliato, vieux terrible, brillante e guastatore. Un Cossiga immaginato al centro di tutti i complotti, da Moro a Gladio alla strage di Ustica, un Cossiga sul quale la K e la doppia S nazista proiettavano ombre troppo flebili per spaventare ma buone abbastanza per giocare alla lanterna magica di una Prima Repubblica in odore di braci, e una Seconda Repubblica che sarebbe stata (ed è) anche il luogo del rimpianto agro per politici che, esprimendosi in italiano e abbigliandosi accortamente, potevano essere giudicati per il ruolo ricoperto e non per la simpatia o l’odio personale.

Così adesso che, uno e quel, Cossiga è morto mi viene in mente che non abbiamo bisogno di leader spirati o venturi, non abbiamo bisogno di tifosi pro o contro, abbiamo bisogno di cittadini che possano valutare il lavoro di altri cittadini, ed eventualmente democraticamente, mandarli a casa. Prima di odiarli da morituri o da morti.
24 agosto 2010
(da L'Unità)

Vorrei davvero non commentare tanta superficialità, tanta mancanza di rispetto per la Storia, tanto vuoto veltroniano (la sua lettera di ieri al Corriere è un vero museo degli orrori) e soprattutto tanto disprezzo per chi ha dovuto vedere Kossiga IN AZIONE (da ben prima di Chiambretti, il cui ruolo di spartiacque definisce correttamente la weltaanschaung dell'autrice).
Assieme all'imperativo categorico lanciato oggi dal Bersani il Terribile ("Si ascolti Napolitano", dopodiché Marchionne avrà sicuramente ordinato un nuovo stock di pannoloni) ed all'esplicita ammissione di incapacità e di cialtronismo buttata lì dalla Serracchiani ("Il vero vincitore del confronto é Fini"), direi che anche per oggi la sedicente opposizione ci ha sufficientemente provvisto del materiale necessario per caricare la cavità orale del quotidiano catarro da 25lb. scaricabile nel muso al primo propagandista porta-a-porta che ci capiterà a tiro.
nella foto: l'entrata della "Festa Democratica" di Riparbella (LI)

CONFEDERAZIONE INFAMI SEMPRE LIGI

Non vorrei sciupare neanche una riga sul caso FIAT-Pomigliano.
Vorrei solo che questo signore qui




avesse la decenza di presentarsi ai cancelli della fabbrica e tenere il suo comizio dicendo le stesse cose che va dicendo a radio e giornali.


Lama a suo tempo andò a prendersi le biglie di ferro alla Sapienza.


Anche l'essere servi, gli andrebbe spiegato, comporta delle responsabilità.

POEMA E/O POST POST-FUTURISTA ANTIGOVERNATIVO DA LEGGERE VELOCISSIMO ED A VOCE ALTISSIMA PRIMA DELL'ARRIVO DEL PONYPIZZA

TUM.

MMMtadatuuuuuuuuu M DDUUMMDUUUUMMM !
oioi

Lara
LALLLLLAAAALLLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAvaffanuclocloffavanoloffavuclohahahaoooooeh! non ti pago.

PE'MMMMMMMMMMMMMMMMM!

KIO'KIO' (APRI)
DZDZDZDZ

PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
Auu uAAAAAAAAA

ZTZTZTZTZTZTZ
VELOCCEVELOCCEVELOCCEVELOCCESTOOOOOOOOOOOOOOP!


(PRR!)


M.SSIE'LEPRESIDENTC'ESTUNPEZZODIMERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
!!!!!!!!!!!!!!!!!!


piripi'mpu'mpham! SonounribellemammaSANTISSIMA


GNIK.
SHKO NE PUNE RUGAç!






(weBbw@ijb!sonoleottosonoleoreottoSONOLEOTTOOOOOOOOOOOOOOOO!HHHHHHHHHHH!svegliailreèmorto)


ZANG!ZING!ZENG!PETTOINFUORI.EH?
(STANCO)COMEFRECCIAFRADICIAALVENTO
OH.
L'ANKOU/L'ANKOU!L'ANKOU!££££££!QUANTOVUOI????
NONSIDELEGA!-FUOCOFUUOCODILEBBRAEBBRAHEROEROROROROROORRORREEEEE!!!
VAMMAZZOVAMMAZZOVAMMAZZOWLATAGLIA.


Ho finitograziefuoridaicoglioni.

lunedì 23 agosto 2010

IL TEMPO DEI VIGLIACCHI


Oggi, mentre stavo riposando a casa, è suonato il campanello. Sono andata ad aprire stanca per il caldo e per una giornata di lavoro appena terminata. La stanchezza per me è pericolosa perché la stanchezza uccide l’adrenalina e l’adrenalina è quella che ti fa vivere giorno per giorno cercando di dimenticare il fatto che Federico non c’è più.

La stanchezza è la mia vera nemica. e purtroppo sono molto stanca.

Ho aperto la porta e c’erano due ufficiali di polizia che si sono subito qualificati e mi hanno “identificata”. Tanto ormai tutti sanno chi sono.

Ma quando mi identificano capisco che sono sottoposta a procedimento penale, ormai sono esperta in materia per tutte le querele che mi hanno fatto per il solo fatto che mi sono ribellata al silenzio, alla mistificazione, agli insulti e alle intimidazioni. Ho pensato: sarà una delle solite querele che coloro che hanno causato la morte di Federico hanno avuto ed hanno il coraggio di farmi.

Non hanno ancora capito, ho pensato, che queste querele non mi fermano, non mi fanno paura, anzi mi aiutano perché mi fanno tanta rabbia e mi restituiscono quell’adrenalina che sto purtroppo esaurendo e che mi consente di non fare i conti col mio dolore, o quantomeno di avere qualche sconto.

Ma questa era una querela diversa, perchè chi si è preso la briga di denunciarmi è proprio la dottoressa Maria Emanuela Guerra, il pm che ha condotto quelle che io ritengo essere le non-indagini fino all’apertura di questo blog.

In tutta sincerità io ho sempre portato rispetto per il magistrato e per la madre, però non capisco perché lei ce l’abbia tanto con me. Non sono bastate due sentenze, le risultanze di tutte le indagini successivamente fatte dal dott. Proto a farle capire che comunque, sia pure in buona fede, gli errori che sono stati commessi durante la conduzione di quelle prime  indagini sono stati contro di me, contro la mia famiglia e contro la verità.

Ora lei mi querela, e immagino che vorrà da me i danni che io le ho causato. In tutta sincerità e con tanta franchezza mi sembra veramente grottesco.

Guardi io proprio non capisco. Avevo appena finito di parlare con Ilaria Cucchi, dalla quale avevo raccolto un accorato sfogo per il fatto di avare letto dalle intercettazioni del suo processo che uno degli imputati anzichè ricredersi, o comunque esprimere dispiacere per la morte di Stefano, lo definiva in una conversazione tossico di merda. Francamente non ci si aspetta, da servitori dello stato, da persone che comunque portano la divisa o hanno un ruolo importante e delicato, una tale mancanza di sensibilità e di violenta ignoranza.

Poi suonano e mi dicono che il primo pm del processo per mio figlio mi ha querelata e vuole da me dei danni. Io non ho mai offeso nessuno ma ho solo preteso verità e senso di responsabilità da coloro che hanno sbagliato.

Il pm vuole da me i danni. Dopo che non si è recata sul posto quella mattina, dopo che non ha sequestrato subito i manganelli rotti, dopo che non ha sequestrato l’autovettura contro la quale si sarebbe fatto male Federico e sulla quale c’era il sangue di mio figlio, dopo tutto ciò adesso vuole da me i danni alla sua immagine.

L’unica cosa positiva è che mi è tornata l’adrenalina per la rabbia di fronte a tutto questo. la rabbia perché si vuole mettere a tacere la verità, la rabbia perché si vuol mettere a tacere coloro che della verità danno prova, la rabbia perché si vuol far tacere coloro che denunciano il sopruso e che protestano in modo civile contro l’ingiustizia.

Finchè dura va bene così. se ho sbagliato pagherò, tanto che cosa volete che mi interessi…

Patrizia Aldrovandi





Come si vede i vigliacchi sono sempre in agguato.


Vigliacchi sono coloro che, forti di una posizione, evitano di confrontarsi con la forza delle proprie convinzioni con coloro a cui vogliono contrapporsi, faccia a faccia, individuo con individuo.
La PM Guerra è una di queste vigliacche.
Ci vantiamo di vivere in un paese dove - dicono - c'è libertà di opinione? Bene. Una PM che conduce le indagini nel modo in cui l'ha fatto, venendo poi sculacciata non da una ma da DUE sentenze e che, cercando una bambinesca rivalsa su UNA MADRE ALLA QUALE E' STATO AMMAZZATO UN FIGLIO si attacca a dei termini per vessare psicologicamente ed ulteriormente la suddetta madre 


IN MY HONEST OPINION 


appartiene ad una categoria fra le più spregevoli che si possono concepire: quella di coloro che non sanno prendersi la responsabilità delle proprie azioni e cercano anzi di colpire là dove la controparte è conclamatamente più debole.


Non vedo come e perché questa persona debba ritenere di avere più dignità di un assassino.
Sicuramente non più degli assassini di Federico.
Anzi.
Coloro che hanno ucciso Federico Aldrovandi, pur essendo degli assassini hanno agito in un contesto turbinoso, in un vortice nel quale c'è stato un crescendo violento che è arrivato alle estreme conseguenze per Federico. Chiaro, nessuna giustificazione ed ogni disprezzo per chi rappresenta lo Stato e si macchia di un tale delitto. 
Ma progettare scientificamente un ulteriore attacco ad una madre privata del proprio figlio in quella maniera e che ha dovuto intraprendere una battaglia sfiancante per avere giustizia pone chi lo fa su un gradino ancora più basso ed infame.


Sono queste le persone che rischiamo di trovare nei tribunali?
Sono queste le persone che dovrebbero sovrintendere a qualcosa che abbiamo l'ambizione di chiamare Giustizia?
Gesti di questo spessore umano lasciano adito, al comune cittadino, ad una profonda riconsiderazione di quello che è il suo diritto  a sentirsi tutelato nei propri diritti in quella che ci ostiniamo a chiamare democrazia, visto che il messaggio è chiaro, da parte dello Stato e dei vigliacchi che ci si pongono davanti quando andiamo a reclamare giustizia al momento in cui lo Stato calpesta in modo assassino le nostre vite.


L'unica nostra sincera compagna sarà sempre e solo la nostra rabbia.


Succede, è successo con le stragi, con i pestaggi e con le prevaricazioni fuorilegge di gente che dovrebbe rappresentarci.


Succede quando i boia di Genova vengono promossi, succede quando le indagini sulle stragi vengono depistate, succede quando dei PM negligenti quando non disonesti perdono il banco e cercano di vendicarsi su persone più deboli.


Vedremo se mai una forza politica qualunque saprà farsi carico di questo schifo e mettere nel suo programma una vera e concreta vigilanza sulle nostre vite al fine di evitare che i vigliacchi possano impunemente continuare ad operare indisturbati.



sabato 21 agosto 2010

IL DIVINO E LA COLLA ANALE - DIAMANDA GALAS

IL DIVINO E LA COLLA ANALE -
(In risposta alla Tortura e Uccisione di Omosessuali in Iraq: www.towleroad.com)
di Diamanda Galàs


Religione

Ligare: legare, annodare

Religare: legare velocemente, allacciarsi dietro

Monoteismo: la fede in un solo dio, nel linguaggio corrente significa credere nel Dio della PROPRIA tribù di appartenenza, in opposizione al dio di un’ALTRA.

L’attuale valuta di scambio del “monoteismo” si fonda su una stretta di mano manipolatoria fra un governo e il proprio clero. Questa è una forma di paganesimo prevaricatorio, nel quale l’unico dio GIUSTO è quello della TRIBU’, e tutti gli altri dèi sono gli dèi degli INFEDELI.

Il monoteismo è adottato da sovrani atei (fondamentalmente tutti i sovrani sono atei, dal momento che sostanzialmente tutti credono di essere dèi, o non credono affatto in dio) al fine di acquisire potere su persone che REALMENTE credono in un determinato dio. Di conseguenza l’atto di seguire il proprio sovrano è facilmente associato all’obbedienza al proprio dio. Un buon esempio può essere trovato nella Turchia, la quale si promuove presso l’Unione Europea come stato laico, ma che è monoliticamente Mussulmana, e punisce tutti i non credenti in quanto “nemici dell’Essere Turchi”. Qualunque Armeno, qualunque Greco, qualunque Assiro, qualunque Turco che pubblichi materiale considerato “un insulto all’Essere Turchi” potrà dirvi questo dalla cella della sua prigione. Dove sono i luoghi di culto dell’Ortodossia Orientale? Questo mi ricorda la scatola di un puzzle fotografico di Duane Reade intitolato “La Sacra Moschea di Sant’Aghia Sofia,” un’opera di propaganda piuttosto affascinante, senza dubbio mandata giù per intero dalla maggior parte degli Americani, se non fosse stato per un adesivo di avvertimento che diceva “Si prega di non mangiare i pezzi del puzzle.”

La punizione di un infedele, un non credente, per esempio, una donna o un omosessuale, che per definizione sono “nati infedeli,” in certe religioni è ricompensata in paradiso con venti vergini. Un premio piuttosto nobile per aver punito i fiacchi nella Fede.

In libri sapienziali più antichi, libri di gran lunga più antichi di quelli appartenenti a Giudaismo, Cristianità o Islam, ad esempio, il buon senso civico o persino il martirio è considerato un semplice atto di giustizia, e in casi estremi, eroismo. E tale azione è ricompensata solo dalla consapevolezza del protagonista che la propria anima non è stata separata dal proprio corpo dalle tentazioni dell’ipocrisia, codardia, o avidità.

Nelle grandi religioni pagane che precedono cronologicamente il Monoteismo, compreso quando quest’ultimo già esisteva, l’eroe faceva ciò che gli comandava il proprio spirito al fine di morire una morte onorevole. Egli non credeva in una vita dopo la morte. Egli non si attendeva per le proprie azioni altra ricompensa che la pace mentale. Perciò coloro i quali sono reputati martiri da religioni che lusingano i propri confratelli per indurli a compiere azioni sotto la falsa promessa di beatitudine paradisiaca, non sono che ciechi strumenti di sedicenti monoteisti, che spesso sono tiranni e dittatori.

A un livello più prosaico si potrebbero citare le manipolazioni di Jim Jones; su scala più ampia, George Bush e il suo ricorso alla tortura- interrogatori di infedeli d’interesse; Shimon Peres, uno dei più grandi negazionisti del genocidio di qualunque gruppo etnico ad eccezione del proprio; Ariel Sharon, l’omicida di massa di Mussulmani Palestinesi e Libanesi, fra gli altri; od Osama Bin Laden, uno dei più grandi performance artists del nostro tempo, che nella suite dell’attico dell’Hyatt Regency, in completa tenuta da deserto – con sacchi di sabbia – che senza dubbio furono trascinati attraverso il sotterraneo dell’hotel a caro prezzo – impersonò ispiratori atti di inedito eroismo. Inedito e mai visto da altri che dalla videocamera.

(La NYU Film School ha ispirato molti artisti, per quanto la nostra grande città non sia stata generosa nei confronti della povera sorella di OBL, la cui carriera nel rock ‘n roll è stata praticamente cancellata dal fratello, come lo è stata la sua faccia per mano di qualche miscredente anti-saudita proveniente dal mondo della chirurgia plastica.)

Tutto questo ci conduce alla colla anale, il “hum” Americano, creato in Iran, si dice. Il “Hum” è stato giusto utilizzato questo mese dalla Milizia Irachena per incollare l’ano di “infedeli froci” in modo da sigillarlo prima di forzarli a bere lassativi: il risultato consisteva nell’annegamento o nell’esplosione del tratto gastrointestinale. La sadica soddisfazione con la quale i video telefonici sono stati poi fatti girare deve aver fatto davvero una buona impressione ad Allah.

Suppongo Lui sia stato a guardare.

Dopo tutto, così deve essere stato, se questo è ciò che accade agli infedeli. E’ colpa Sua o colpa di coloro i quali, avendo letto un unico libro, lo leggono in modo scorretto? E’ possibile immaginare le intenzioni di un uomo che abbia letto uno libro, uno soltanto? Può questi essere considerato un uomo in circostanze così ignobili?

E’ possibile immaginare le intenzioni di un uomo che abbia letto solo il Vecchio e/o il Nuovo Testamento? E la cui religione, come l’estremo Giudaismo Ortodosso, oscura le donne da tutte le fotografie e le relega alla condizione di cittadini di seconda classe per via del “libro”?

Proprio no. Questi sono i Varvaroi contro i quali i Greci antichi si mettevano in guardia a vicenda con grande disdegno e non poca paura. Tali uomini sono in grado di giustificare qualunque azione intendano compiere, proprio come fanno i bambini.

Perché l’umiliazione sessuale, utilizzata per torturare e interrogare tutti gli infedeli continua oggi a essere una pratica diffusa, come lo è stata per secoli? Non semplicemente l’uccisione ma lo stupro del nemico sembra imperativo. Sarà forse un voler piantare il seme nell’ano o nella vagina dell’infedele? Sarà forse lo stupro del nemico di dio? Così sembrerebbe.

Datemi un uomo che abbia letto 400 libri, e chiedete a LUI se incollerebbe l’ano di un “infedele”! Quell’uomo riderebbe alla parola e direbbe, “Intendi il tipo in fondo al bancone che beve la Guinness? Quello è a posto – solo scommette su una squadraccia di Baseball.”

Un uomo che abbia letto un solo libro si fa strumento di un dio selvaggio – se stesso. Non è neppure un animale perché gli animali uccidono per mangiare, non per torturare. Un uomo che sia a capo di un governo deve aver ricevuto nella propria vita un’istruzione tale da consentirgli di conseguire tale posizione. Anche se fosse un idiota, deve aver letto più libri di molti dei suoi sottoposti. Perciò il fatto che non UNO dei presidenti o monarchi o capi di stato di NESSUN PAESE abbia parlato contro la tortura e l’esecuzione degli omosessuali, tortura così oscenamente coperta in Iraq, mi rende certa di una cosa: il Monoteismo può essere palesemente additato come paganesimo prevaricatorio.

UN SOLO DIO per il credente,

e per il non credente,

L’INFERNO IN TERRA E’ TROPPO POCO

(Traduzione di Luca Zanchi ed Erika Barrainculo)



Diamanda Galàs è un'artista di origine greca, pianista, cantante e sperimentatrice dai mezzi vocali incredibili, che è salita all'attenzione del grande pubblico attento al mercato indipendente con la trilogia della "Maschera della morte rossa" ("The divine punishment", "Saint of the pit" e "You must be certain of the devil"), dedicata all'AIDS dopo che il fratello, il poeta e drammaturgo Philip-Dimitri Galàs muore a causa della stessa malattia.
Qui un paio di estratti dalla trilogia:













Segue un eccezionale documento dal vivo, "Plague mass", registrato nella cattedrale di St. John the Divine a New York, una performance controversa e dall'impatto violentissimo che mette sotto accusa il comportamento e l'atteggiamento della chiesa cattolica riguardo l'AIDS.

Negli ultimi lavori, "Defixiones, will and testament" e "Song of exile" il tema affrontato è quello del genocidio e nello specifico quello armeno, assiro e greco da parte dei turchi, un tema ancora tabù anche per le nostre "illuminate" democrazie occidentali.
Se avete una buona infarinatura di inglese potete leggervi, comunque, questa ottima intervista dell'anno scorso in occasione del tour in cui Diamanda ha presentato il tour "Song of exile", nel quale ha eseguito pezzi dell'ultimo lavoro assieme a brani standard blues.

Credo che l'approfondimento del lavoro di questa grandissima artista può farci dimenticare il miserabile stato della discussione sull'arte in corso qui a Berluscolandia, fra preti che si strafanno dalle seghe sognando roghi per gli eretici, signori nessuno che eseguono direttive di rappresentanti di uno stato teocratico straniero e sindaci-burletta mano a mano con cialtroni in pieno autodafè.

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venerdì 20 agosto 2010

SI RICOMINCIA COL GIUOCO DEL CALCIO

E allora, visto che mi agitano lo spettro del derby col Pisa in LegaPro, ripropongo una perla assoluta di un personaggio che al mondo del calcio mancherà ancora per molto: guardate e godetene, poi andate a dire a giro che non vi voglio bene.




BUFFONI DI CORTE


Allora, ricapitomboliamo:

- Ad Alcamo un pretonzo tenta di proibire un festival metal, la cosa alza un polverone e alla fine (pare) il festival viene fatto.

- I Litfiba fanno quello che ogni artista rock fa da SEMPRE, cioè percula & sputtana certe "autorità" ed un oscuro coglione vuol dargli il foglio di via dalla Sicilia, ben sostenuto dai "giovani del PdL" che vorrebbero il rimborso del biglietto (non ho informazioni in merito, ma se i Litfiba han sempre Pirelli come manager fanno prima a stamparseli da soli)

- Il vescovo di Grosseto strepita perché uno uomo sessuale (tal Elton J0hn) gli suona davanti alla chiesa mapperò giù nel sud e allora un altro coglione, con la scusa della capienza, prende la palla al balzo ed esegue.
L'occasione per sequestrare alla Chiesa tutto ciò che è stato creato da altri uomini sessuali (che so, Leonardo e Michelangelo, tanto per andarci di cartina) é ghiotta ma figuriamoci se quei ferventi cristiani al governo ne approfittano.

- Il cantautore Morgan viene sculacciato da un leghista perchè si è drogato. Kativo. Non si fa. E qui a Verona non ci suoni. E lui si prostra perché no, lui è cambiato e l'ha strombazzato financo a Budella 2000 e anzi metà dell'incasso lo dà al comune.


Morale: i metallari sono andati nel culo al vescovo col riporto di sei, i Litfiba hanno incassato punti da tutta Italia, anche da chi (come il sottoscritto) poco li caga ed Elton John, che i soldi del Comune di Squaqquerapaperi se li strofina sul perizoma ha molto inglesemente ignorato il problema.
L'ultimo ha definitivamente gettato la maschera di cialtrone quale è.

C'è una cosa che si chiama dignità e che ogni artista degno di questo nome coltiva ancor prima della sua arte.
Il Piccolo Lord di X-Factor ha provatola strada dei 15 minutes of glory facendo una figura da caciottaro che neanche un Nino D'Angelo vestito da punk farebbe, visto che la sua musica non ha mai propriamente dimostrato qualità al di sopra del mediocre (e parlo anche per i sopravvalutatissimi Bluvertigo).
Brutto affare credersi maudit e ritrovarsi buffoni di corte.

Se rimette piede nel teatro dove lavoro e si azzarda a cantare qualcosa di Piero Ciampi giuro che gli arronzo un gavettone di acqua dei fossi del Pontino dalle quinte.

Così prova pure lo sballo della leptospirosi.


giovedì 19 agosto 2010

SULLA PELLE DELLA FEDE


I fans di Elton John sono notoriamente gente tranquilla.

Gente che, per fare un esempio, alza l'accendino con tanto di lacrimuccia se ascolta "Your song" (che nondimeno rimane una splendida canzone), che si guarda allo specchio in preda a tormenti indicibili ascoltando "Sorry seems to be the hardest word" e che prova il massimo dello scatenarsi con "Crocodile rock".

Facile prendersela con loro, vero Monsignor Babini?

Non credo sia il caso di indulgere oltre con la cricca vaticana.

Le attenzioni di chi veramente vuole lottare affinché si arrivi ad una revisione del concordato ed IMPORLA a chiunque si candidi ad essere una opposizione credibile, vanno portate in direzione di coloro che ancora continuano a considerare i dipendenti di Stramalidetto XVI quantomeno un male necessario.

Se volete un'immagine illuminante pensate al PD ed a cosa é diventata la sinistra a suon di rincorrere l'elettorato cattolico.

La Chiesa, i cattolici, le lobby religiose in genere NON sono un male necessario.
Sono un carcinoma. Maligno. E mortale.

Questa considerazione non viene da un ateo o un agnostico o un volgare mangiapreti bensì da una persona che il suo percorso spirituale lo ha fatto e lo fa tuttora. So cosa significa pregare, so cosa significa avere fede, so cosa significa espellere il male da sé.
La fede é una cosa troppo importante per l'individuo per lasciarla gestire da un clero.
E' una dimensione strettamente individuale, intima e profondamente cosciente, nella quale si deve essere pronti a mettere continuamente in discussione la fede stessa, che sia in qualcosa di terreno quanto di ultraterreno.

E' ai percorsi di fede degli individui, alla ricerca della verità e del senso della nostra vita che queste zecche recano una intollerabile offesa.

E' alla ricerca di un mondo di armonia, amore e Salvezza che viene quotidianamente resa una tetra umiliazione da parte di questi seminatori di odio ed intolleranza in abito talare.

E' necessario riconoscere ciò che è veramente il Male e combatterlo di conseguenza, senza incorrere nel tragico errore che la Chiesa ha fatto nei secoli a suon di genocidi, massacri e Sante Inquisizioni; semplicemente si isola questa congrega di assassini dalla società civile cominciando noi per primi, noi cittadini.

Sbattezzo, nessun ottoXmille, denuncia continua delle ingerenze vaticane nella vita dei cittadini, aggregazione di un forte movimento di opinione che richieda la revisione del concordato al fine di togliere TUTTI i privilegi che la Chiesa ha dallo Stato e sottomissione della Banca Vaticana alle leggi ed ai controlli dello Stato. Ma soprattutto l'idea che questa gente abbia davvero un ruolo nel nostro rapporto con lo Spirito e qualsiasi manifestazione della spiritualità.

Nondimeno non sarà possibile accettare alcuna forza politica che abbia intenzione di integrare una qualsiasi componente o corrente cattolica. Sennò risiamo punto e da capo.

Nessuna limitazione alla libertà di culto, nessuna limitazione alla propagazione, ma spazi mediatici ristretti e gestiti dal solo clero.
Non bisogna aver paura dei loro proclami quando si crea un tessuto sociale nel quale esiste la libertà di esprimere il proprio pensiero.

Non è necessario neanche spingere troppo sull'acceleratore riguardo la loro perdita di credibilità.

Ci stanno meravigliosamente pensando da soli, tanto che l'unica statistica che qualsiasi giornale si guarda bene dal pubblicare è quella che riguarda l'opinione sulla Chiesa e sul suo diritto di partecipare alla vita politica del paese.
I risultati farebbero saltare sulla sedia anche parecchi laici.

Perché la Chiesa impone un linguaggio improponibile in un paese democratico e la notoria vigliaccheria italiana riguardo agli sfarzosi vestiti di vescovi e cardinali è la corda alla quale vorrebbero tenere impiccata la convivenza fra esseri umani e, cosa da non sottovalutare, fra esseri umani e le altre specie viventi.

Non ci sono più scusa per coloro che "ma non tutta la Chiesa é così": no, a maggior ragione tiriamo fuori i Don Gallo e i Don Ciotti, chiediamogli conto dell'abito che portano e per conto di chi, perché legittimare questa Chiesa significa perpetrare una sofferenza per una parte del genere umano in numero troppo superiore a quella che i volenterosi preti riescono a raggiungere.
La loro umanità ed il loro coraggio può esprimersi anche senza quella divisa, che non ha nessuna ragione di esser considerata più nobile di quella di un esercito sanguinario e totalitario.

Perché sta qui il grande inganno della Chiesa: la fede é innanzitutto conoscere e sapersi confrontare con le diversità. E' di queste che si nutre.
Una fede che sa accogliere e discutere con ciò che è diverso cresce, si allarga, si innalza ed infine splende arrivando al cuore delle persone quando riesce a compenetrare il mondo dell'altro con nient'altro che l'amore ed il distacco da dogmi e convinzioni transitorie.
E' un percorso che non ha termine, e non voglio andare oltre per ora.

Se non si ha il coraggio di riaffermare questo come base della convivenza e se questo non inizia proprio da noi "ultimi" sappiamo già cosa ci aspetta.

I Babini ed anche peggio.

mercoledì 18 agosto 2010

COCCODRILLIADI KOSSIGHIANE - PODIO


I cosiddetti elogi funebri sono una delle manifestazioni più interessanti dell'animo umano, in quanto ci pongono in una situazione privilegiata, quella di confrontarci con la Morte da vivi.
Inoltre ci permette di spaziare dal mistico, all'onirico fino al gossip senza barriere e senza legacci ideologici di alcun tipo tirando somme sul destinatario del coccodrillo così come sull'animo umano confrontando la nostra visione della vita con quella del morto.

Capita che le visioni siano in netta contrapposizione e si riesca a sfornare degli splendidi coccodrilli scevri da qualsiasi ipocrisia, diretti e sinceri nonché pieni di passione e riaffermazione delle proprie idee.
Questo esclude dal podio, casomai ci fosse bisogno di ricordarlo, i pezzenti dei media "ufficiali" che da ieri hanno reso le nostre televisioni ed i nostri "giornali" una melma puteolente di sproloqui ignobili su una figura assolutamente negativa della nostra Repubblica.

Vado quindi ad elencare i migliori elogi funebri letti fin qui:
(per elogi s'intende quelli fatti al Tristo Mietitore che se l'è portato via):

1° - Medaglia d'oro:


Motivazione: stacca la spina anche a quella parte antagonista a Kossiga negli anni caldi e che ora gli rende l'onore delle armi. Leggere attentamente il suo post fa inquadrare nella prospettiva più ampia e corretta il rapporto fra Stato e Cittadini teorizzato dal vecchio golpista sassarese. Ed è quello che, al di là dei distinguo possibili e/o impossibili, in pochi sono riusciti a fare per piaggeria verso la Morte più che verso l'uomo. E la chiosa rimane una verità inconfutabile: quando muore un pezzo di merda significa uno di meno.


2° - Medaglia d'argento:


Sarebbe bastato il titolo. Ma anche il resto mi ha lasciato col sorriso ebete di chi s'è appena sparato un cylom di nepalese.


3* - Medaglia di bronzo:


L'unico personaggio delle istituzioni che l'ha cantata come se la sentiva. E c'è andato direttamente col martello pneumatico.

Buona lettura, per chi non l'avesse fatto.

ARIDATECE ER NEMICO


Eh no.

Di tutta la galassia blogger l'unico che può dire di avergliela veramente tirata è il sottoscritto col post di ieri.

E non avevo molto altro da dire se non "vuota il sacco prima di tirare il calzino".

Figuriamoci.

Epperò, come fa notare giustamente infoaut.org l'uomo era tutt'altro che una mezzasega.

Era il Nemico.

Quello che fa pestare la gente e te lo viene a dire in televisione fra i sorrisi dei mezzibusti.
Quello che ti spiana a tutti Media che c'è il suo bell'esercito parastatale di mercenari pronto a qualsiasi evenienza perché capiate una cosa fondamentale, voi quattro pidocchiosi che vorreste scardinarci dalle poltrone da dove dirigiamo gli affari nostri:
che se volete veramente darci fastidio vi dovete armare, e armare bene.
E se Mamma Russia non vi dà un arsenale degno di essere preso in considerazione ci limitiamo a massacrarvi o pistolettarvi, ad infiltrare qualche ghigna di neoprene e far saltare qualche cristiano per aria.

Regolatevi.

Era uno che potevi combattere frontalmente perché il gioco era sin troppo chiaro.

Personalmente ci pensò l'ottusità gruppettara a farmi recedere, in giovanissima età, da qualsiasi velleità o desiderio di intraprendere un qualsiasi percorso estremista.
Da amante dell'arte e della cultura mi si manifestò in brevissimo tempo che la smania di censurare e mettere in discussione con un gigantesco paraocchi delle opere dell'ingegno umano non prometteva niente di buono neanche per il resto.
E pensavo: "ma se vincono questi mi tocca perdavvero imparà a sparà?"

Ogni persona che ho conosciuto in quel periodo e che ricordo per il suo spessore umano é morta o ha messo su una panza da far paura.

Kossiga ha rappresentato l'entrata nella società dello spettacolo del Corpo di Ballo dei Celerini Robotizzati, dei Mercenari Patriottici e degli Stragisti Pragmatici.
Un corpo di ballo che si è trasformato in qualcosa visto a Genova ed a Napoli (padrino Ikarus D'Alema quella volta e scommetto uno zloty che Baffino un paio di dritte se l'è fatte dare), che s'è rivisto con gli studenti e i No-Tav, in Campania e coi terremotati, ma nella versione modello Cinepanettone di questo governo (vedi i manganellatori di dodicenni in Piazza Navona), il quale si giova dell'assoluta mancanza di PALLE di qualsiasi opposizione, compresi i 74 partiti a sinistra del centrosinistra.

Ovvio che ai Movimenti non resta di pensare strategie che sorpassino lo scontro su piazza, ma é altrettanto palese che la sinistra di strategie alternative alla piazza ne ha per ora trovate in numero pari a zero.

E Kossiga è stato l'uomo che più di tutti ha chiarito il rapporto di forze, gliene va dato atto.

Inutile dire che la rete parallela allo Stato funziona ancora e non ha pudore di svelarsi, vedi i signorini che gravitano sui giornali di famiglia Berlusconi; resta da capire come tutto ciò non trovi adeguata vigilanza fra i rappresentanti eletti da coloro che invece su queste questioni vorrebbero vederci leggermente più chiaro.

E, visto che le acque si stanno via via sempre più intorbidendo e che lo scontro fra potere politico e potere giudiziario è solo rimandato, sarebbe il caso di stringere ulteriormente questa vigilanza.

Oppure il Presidente della Repubblica non ha la sua rete di fidati collaboratori ed allora ditecelo: il Metodo Kossiga è stato sconfitto da se stesso ed ha partorito un pupazzetto capace di riportare il quoziente intellettivo dell'italiota medio al suo stesso livello.

Nient'altro.


lunedì 16 agosto 2010

LA NUOVA DESTRA SI FARA', ORCOCAN!


Il buffo omino di Arcore litiga con Fini.
Gli scatena contro i due carlini ammaestrati Feltri e Belpietro.
Ogni cagata che scrivono questi due é assurta, specialmente dalla stampa d'opposizionehehehe a sommario dell'agenda politica.
Fini ha qualche chihuahua nella fodera.
Uno ha un nome che mi piacerebbe fosse un programma: Bocchino.
Anche sigillo nero va bene lo stesso (sono un bevitore di grappa da far invidia ai friulani anche se oggettivamente la Bocchino non è granché).
Un altro é Fabio Granata, un siciliano vicepresidente della Commissione Antimafia e che tiene un blog sul "Fatto quotidiano", laddove i lettori del quotidiano di Travaglio & Padellaro puntualmente ricordano all'Onorevole la sua appartenenza & contiguità col peggior governo degli ultimi 1500 anni e che quindi sul "risveglio" dei finiani nutrono seri e circostanziati dubbi.

Cionondimeno i finiani rispondono a quelle leggi dell'Impermanenza così ben descritte da Siddharta Gautama detto Shakyamuni detto David Bowie.

La musica ha espresso grandissimi trasformisti, eppur sempre acclamati dalle menti più aperte; Brian Eno prima di essere il silenzioso & serioso professorale creatore di Ambient music, valido installatore multimediale e guru della Non-musica si vestiva di pime di struzzo e boots dalle zeppe improbabili in compagnia dei Roxy Music; il nostro Druido/Mistico/Curatore-Che-Ti-Viene-A-Cercare/Regista Franco Battiato in precedenza era stato ardito sperimentatore elettronico, nonchè ottimo incassatore di gattimorti/bucce di cocomero/cylom rotti (e chitarre, dal Grande Pierotti alla Gran Guardia di Livorno, anni '70) ad ogni festival "alternativo" dove gli sballati del tempo erano suscettibilissimi e spietati; il look non lo aiutava di certo, come si vede da questa pubblicità risalente ai tempi di "Fetus" e "Pollution".








Vi concedo un grappino per riprendervi.

Iggy Pop ha fatto un disco di cool jazz mentre il mese scorso era a Pordenone con i resti degli Stooges a dimenarsi per quanto gli permette la sua veneranda età e le droghe che riesce a sostenere.

I puristi sghignazzano, i più versatili applaudono.
In politica non siamo così duttili.
Gli italiani sono dei puristi a gettone.
Ma versatilissimi quando OK, IL PREZZO E' GIUSTO.

In Italia il Fenomeno dell'Impermanenza si applica a tutte le categorie di umani, esclusi alcuni politici figli di un determinato periodo storico, ad esempio, Giulio Andreotti che la rigorosa Legge Causale ha provvisto di un aspetto fisico repellente e di uno spirito da Bagaglino nonché di ficcanti mal di testa e che è nella sua monoliticità l'architrave del sistema di voltagabbanismo, trasformismo e riciclaggio nel quale i nostri politici sono ormai degne icone.
Intorno al Padrino della Repubblica sono vorticosamente ruotate mafie, chiese, pallottole ed armi di distruzione di massa e lui sempre lì a cercare le cento lire in terra.

Un giorno verrà ricordato come l'Andy Warhol della politica mondiale.

Ma oggi siamo oppressi dai Tonino Mutandari:







Così i lai dei lettori del "Fatto" così come quelli di altri blogger, seppur motivatissimi e giustificati, sono perlopiù destinati a disperdersi nella memoria storica perché la nuova destra si farà e sarà più bella e più potente che pria.

(Bravo!)

Grazie.

Ed il fronte della Nuova Destra è già ampiamente radicato anche nello scheletro di quel partito che dice di essere-dovrebbe essere-essere o non essere l'Opposizione.

Già vi sento. Qualunquista. Generalista. Superficiale. Pisano.

No, pisani sarete voi e lo Spett. Le Budello delle Vs. Mamme.

Però prima di darmi del quanto sopra trovate prima un aggettivo qualificativo punto due punti punto e virgola per questo signore qua, che non è il primo Rasponi Oreste di passaggio bensì il Giuslavorista Ufficiale del Partito Democratico, uno voluto fortissimamente voluto dalla segreteria Veltroni e ho detto quasi tutto.

Premetto che finchè ogni volta che apro un sito d'informazione, specialmente quelli cosiddetti d'opposizione, non passa giorno in cui non debba constatare quanto il PD meriti aspra ed incompromissoria campagna denigratoria nel rischio che ancora qualcuno si sogni di votarlo come opposizione.

Capirei chi cerchi una forza in qualche modo legata alla Forma Parlamentare e non al sultanato dei berlusconiani capace di interagire armoniosamente con l'operato del governo senza disturbare troppo, altrimenti credo che per la comprensione di termini arcani quali "lotta", "mobilitazione", "valore" e "coerenza" sia necessario per i piddini uno stage di un anno presso l'Accademia della Crusca.

Il tema del lavoro è e resterà il contatore Geiger di ogni politica.

Ichino ha detto cose che lo pongono alla stragua dei Bonanni. Prendiamo nota.

Anche se sulla CGIL e sui suoi metodi potrei essere altrettanto spietato, perché il Brunetta non s'è alzato la mattina e s'é inventato tutte le storture possibili del settore pubblico e statale, semplicemente gli é stata posto su un piatto d'argento un branzino di mezzo chilo già pulito e condito. E lui se l'è mangiato con le mani scoreggiando e bevendoci del Tavernello come accompagnamento.

Ma quello che dice Ichino non ha giustificazioni.

E neanche quello che millanta di essere quello che è il suo partito.

(nella foto: della CGIL comunque ne parlo, di quegli altri due ancora non riesco se non mettendo mano alla fondina)

PRESIDENTE NON CI LASCIARE



Prima devi vuotare il sacco.

domenica 15 agosto 2010

FROM BRIGHTON TO ARDENZA


Visto che è ferragosto e che l'età incalza quindi niente battaglie di gavettoni coi pisani, mi sono concesso un pò di relax ed ho ritirato fuori della musica che ben si combina con questa estate nella quale la mancanza di un mezzo a due ruote si sente più che in qualsiasi periodo dell'anno.

E non potevo non rimettere sul piatto un disco a mio parere sottovalutato da chi non segue quel nobilissimo stle denominato "MOD" che, per i profani, è stato ampiamente celebrato dagli Who in "Quadrophenia", sia il disco che il film.

Ovviamente non sono nè mai sono stato un mod nel modo di vestire (raramente ho indosso qualcosa che non sia nero) ma la musica, cazzo!.......gli Who, i Pretty Things, i Mojos e gli Yardbirds e poi i Jam, i Merton Parkas e poi il rhythm 'n blues dei sessanta, roba che se ancora ci fosse UN cazzo di locale che proponesse anche mezz'ora di quella roba andrei a fare il diavolo a quattro.

Uno dei miei dischi preferiti del genere negli '80 era "Beat boys in the jet age" dei Lambrettas ed il pezzo qua sotto é a mio avviso il migliore del disco.
Se poi volete dare un'occhiata al blog di un esperto del genere niente di meglio che scorazzare da Tony Face il quale sta portando in giro per l'Italia il Verbo tramite un suo libro di recente pubblicazione.

Merda, ora come ora potrei vendere il divano in cambio di una Lambretta.







(Oh, non sono io nella foto, eh)

sabato 14 agosto 2010

L'AMICO SFIGATO


Quando si parla del Partito Democratico attuale ormai è d'uopo assumere quel tono di voce che si ha quando si parla del parente a cui manca una rotella, dell'amico "sfortunato" al quale la ragazza ha fatto le corna con un muratore kossovaro, insomma il tono di voce si abbassa, le braccia si allargano e la testa si scuote al ritmo di tre tentennamenti ogni dieci parole.

Si ignora chi possa trarre beneficio da un partito come questo (a parte i muratori kossovari) e non passa giornata in cui ci si ritrova davanti al giornale/pc/tv a ripetere la solita pantomima sopra descritta ad ogni apparire e discettare di ogni personaggio di quel partito.

Prendete oggi: Napolitano in una intervista esprime "preoccupazione" per un eventuale vuoto istituzionale e ricorda la cosa più ovvia del mondo: che spetta a lui di sciogliere le camere.

Naturalmente i carlini del buffo omino di Arcore abbaiano subito come se gli avessero tolto la ciotola da sotto il naso, avviando l'ennesima diatriba (inutile e pretestuosa) fra governo e Colle.

La nota degli House organ dell'opposizione è il solito ruggente e combattivo urlo di guerra al quale la segreteria Bersani ci ha abituato:

"Il premier rispetti la Costituzione".

E questo significa che a Bersani & c. non hanno spiegato un paio di cose, peraltro fondamentali.

Una è che i berluscones ed il loro capo in primis con questi appelli/moniti ci si puliscono il culo da circa 15 anni, manco uscissero su carta igienica ovattata e profumata al sesamo.

L'altra è che se non si ha il coraggio neanche di difendere le prerogative istituzionali del Presidente della Repubblica sarebbe il caso di sbaraccare ed aprire un chiosco di grattachecca.

Ma questo è il PD, il partito che può competere con Berlusconi solo quanto a ghigna di culo.
Pensate che si definiscono d'opposizione.

A proposito di faccia tosta: oggi l'Unità pubblica un resoconto dell'attività parlamentare del PD in questa legislatura, presentandolo come un dossier che avrebbe il compito di dimostrare la pugnace ed incompromissoria attività del partito voluto da Veltroni e corredando l'articolo con toni quasi trionfalistici "oraquelli che dicono che il PD lavora bene ed a criticarlo ci si fa solo del male avranno un bel pò di argomenti a disposizione.

Beh, leggetelo pure.

Se il mal di stomaco non vi fermerà prima, inteso.

Perché c'erano anche tante altre cose da fare e che non sto più neanche a nominare visto che ogni volta la razione di calci in bocca presa anche dai propri elettori avrebbe dovuto risultare sintomatica dell'apprezzamento dell'attività parlamentare piddina.
E soprattutto sarebbe bene avere un resoconto di ciò che Berlusconi è riuscito a combinare in mezzo all'assordante silenzio della sedicente opposizione.

Ma no, loro si vantano pure, proprio come il buffo omino di Arcore con il libro di imminente pubblicazione sulle magnificenze dell'esecutivo.

A questo punto anche all'amico più sfigato, al parente più rimbambito non possiamo esimerci dal mandarlo categoricamente a fare proprio al centro delle 27 crespelle che adornano il buco del culo.

Di cuore.


(nella foto: un autorevole settimanale esalta le gesta del fondatore del partito)