sabato 30 gennaio 2010

MI CHIEDEVO


Che uomini di merda bisogna essere per aver bisogno di vedere delle ragazze piangere per aumentare l'autostima.

E che società di merda deve essere per mercificare anche il pianto ad uso e consumo di questi uomini di merda.

Ora, i campi di lavoro sono una cosa che fa inorridire tutti i "democratici" però se qualcuno di questi "democratici" è così gentile da venire qui e spiegarmi perché dei coglioni che hanno bisogno di "Crying girl" per sentirsi più uomini non dovrebbero stare 14 ore al giorno a fabbricare cubetti di ghiaccio a Novosibirsk colla piccozza mi farebbe un riveritissimo favore.

martedì 26 gennaio 2010

IO NON CREDO


Quando la morte mi chiamerà
(parapapappa parapapà)
ho, come comprensibilmente ogni individuo, la speranza di non soffrire troppo.
Non sono precisamente a secco di esperienze indirette in materia, ho avuto lutti di amici che avevano malattie piuttosto impietose come l'AIDS, mio padre è morto di tumore ai polmoni e se qualcuno ha mai visto come se la passa un malato terminale credo si sia chiesto semplicemente che senso ha far passare ad una persona i suoi ultimi giorni annegato nella sofferenza atroce, ultima ed unica compagna di ogni cazzo di secondo che ti divide dalla morte.
Quando le tue difese immunitarie sono definitivamente andate, quando il tumore ti ha talmente riempito i polmoni che vai a cercare ogni filo d'aria come se fosse l'unica cosa importante al mondo di domande te ne fai.
E poi ti dai qualche risposta; tipo che speri che i dottori accompagnino adeguatamente la persona ad una morte il più possibile serena, non una morte che sopraggiunga mentre chi muore ti guarda con gli occhi sbarrati senza più riuscire a tirare fuori un suono ma che ti fa leggere solo un'implorazione rivolta chissà dove affinchè questo patimento finisca, e subito.

I più smaliziati tra chi legge le mie svagellate a questo punto saprà già dove voglio andare a parare e non ho certo intenzione di deluderli.

Credo semplicemente che lenire le sofferenze di un malato terminale accompagnandone la dipartita in modo che soffra meno possibile è un atto estremamente meritevole, coraggioso e pieno di vera compassione umana, forse la più alta. C'è già abbastanza gente al mondo che muore soffrendo atrocemente: di fame, ad esempio. O di freddo. Oppure a causa di violenze, magari reiterate e continuate con l'aggiunta di qualche tortura.
A maggior ragione quanto più è meritoria l'azione di chi risparmia all'individuo il "vivere" le sue ultime ore piegato in smorfie di dolore insopportabile, rendendogli almeno la serenità della morte.

Non so, sembrerebbe tutto così semplice. Così umano. Così pieno di amore.

Ma ovviamente non siamo capaci di farci mancare un MA neanche per questo.
E il MA, tanto per cambiare, ce lo mette la solita Santa Romana Chiesa Football Club.
Quella che per il Papa polacco certe delicatezze le ha avute, eccome.
Ma noi poveri disgraziati peccatori e miscredenti nati col peccato originale e quindi sudici come una porcilaia di Cenaia no; dobbiamo soffrire, fino in fondo e sentendola tutta, perchè la vita ce l'ha data Dio e solo Dio ce la può togliere.

Ora, il discorso è altrettanto semplice quanto quello della morte dolce: sono cattolici, hanno le loro cazzo di credenze, hanno i loro valori. Benissimo: prenderei ad esempio quello che altri culti fanno regolarmente, cioè lo mettono per scritto nero su bianco; quindi viene data loro una tessera che certifica la loro appartenenza al culto cattolico e da lì si evince che NON vogliono certi trattamenti in punto di morte, che NON vogliono sposare persone dello stesso sesso, che NON vogliono usufruire di cure derivanti dalla ricerca sulle staminali, che NON vogliono divorziare, nè, se sono donne, abortire, che insomma NON hanno intenzione di trasgredire nessuna delle linee guida che dal Vaticano quotidianamente impestano le nostre cronache.
Io non la prenderei quella tesserina, ad esempio.
Perché NON credo in Dio, perchè penso che la Chiesa sia un problema e non una soluzione, perchè non voglio seguire in nessun modo i suoi insegnamenti, perchè ritengo i suoi valori profondamente inumani, vecchi, stantìi se non putrescenti.

E' semplicissimo: in rispetto agli insegnamenti che si dichiara di professare ogni individuo può scegliere come regolarsi rispetto a questioni che, alla fine trovano per l'appunto l'individuo solo con la propria coscienza.

Troppo facile.

Ora, che le zecche vaticane, non contente della marea di privilegi assolutamente immotivati che il pavido Stato Italiano continua a concedergli, non concepiscano il semplice guidare il PROPRIO gregge (mai termine fu coniato più adeguatamente) è così palese che solo un cattolico può non accorgersene, il problema con la Chiesa è lo stesso che si pone con ogni aggregazione autoritaria, antidemocratica ed assolutista e questo tipo di aggregazioni si combatte in un modo solo: isolandole. Iniziando a contestarne in maniera inequivocabilmente netta l'autorità, e quando parlo di inequivocabilmente netta parlo di togliere loro ogni autorità morale sulle nostre vite e sui nostri cuori.

Negli anni '70 l'Italia è riuscita a scardinare due leggi morali carissime alla Chiesa, il divorzio e l'aborto: dominavano i democristiani, tanto per capirci, eppure la Chiesa prese due bastonate di proporzioni epiche.
E' questa una delle ragioni per cui predico l'assoluta necessità di una sinistra unita, compatta, granitica, laica, decisa ed incompromissoria prima di tutto sui temi etici. Ed è per questo che mi incazzo come un muflone quando qualcuno se ne viene fuori con l'importanza dell'elettorato cattolico. Vedremo nelle elezioni regionali in Lazio, ad esempio, quanto contano i cattolici e quanto sia decisivo il loro peso. Io sto già provando qualche sghignazzata feroce allo specchio da esibire.

Questo corpo, questa vita, me l'ha dato l'amore tra due persone, la capacità di curare il mio spirito me l'ha data la mia intelligenza, aiutata da alcuni miei simili che ritengo straordinari, più una moltitudine di persone ordinarie come me, più le amorevoli cure di alcune rappresentanti del gentil sesso che mi hanno fatto scoprire la Bellezza e il Tormento dell'amore terreno. Nessuno aveva una tonaca.

Ed essendo ragionevolmente soddisfatto del mio bagaglio di valori non vedo la necessità di abbracciare forzatamente quelli di gente con cui non sento nulla da spartire.

Sembra facile, siamo in democrazia.

Dicono.

lunedì 25 gennaio 2010

DICONO SIA ROMANISTA


Ecco, manco una vittoria contro la Juventus a Torino è riuscito a godersi. Vendola gliel'ha strozzata subito.
Succede, quando si è perdenti dentro.

(P.S. Esilarante la sua dichiarazione di ieri a chi gli faceva notare la possibilità della sconfitta: "Siete lontani dal sentire reale della gente". Ovvia, la colpa non è nemmeno sua; c'è una generazione di babbei che l'ha addirittura preso per un leader)

sabato 23 gennaio 2010

DOVE SONO I DELINQUENTI


Le Sughere di Livorno sono un carcere piuttosto rinomato per quanto riguarda vicende poco chiare.
Ci sono stato, dentro.
Ma non come carcerato - sono più incensurato ed immacolato di qualsiasi parlamentare in attività - bensì per allestire l'annuale spettacolo teatrale che si svolge all'interno della struttura.
Non dico nulla dell'impressione avuta dall'interno, o almeno nulla che non sia scontato per uno che dentro un carcere non c'è mai stato e desidera ardentemente continuare a starsene fuori di lì se non per lavoro.
Una vicenda "poco chiara" è stata quella di Marcello Lonzi.
Poco prima di essere arrestato Marcello, che qualche problema di inserimento nella società lo aveva ben avuto, era seguito anche dai ragazzi del Centro Sociale "Todo Modo", un centro sociale istituzionale e non autogestito, basato sul volontariato e ben collegato ai servizi sociali; Al "Todo Modo" i ragazzi allestiscono spettacoli teatrali, oltre ad altre attività creative grazie alle quali soggetti con difficiltà di inserimento sociale insieme ad altri che, diciamo, coordinano le attività ed altri che frequentano il centro perchè effettivamente è un'ottima palestra per testare le proprie capacità artistiche.
Tanto per fare un esempio la Karima di "Amici" è passata anche di lì.
Per farla breve, visto che uno dei coordinatori più attivi è anche mio collega di lavoro, non mi risulta che Marcello avesse le stimmate dell'irrecuperabile; tutt'altro.
Anche se il solo nominare il cognome Lonzi a Livorno è un pò come nominare il confetto Falqui: basta la parola, e da ben prima che nascesse Marcello.
E i marchi che questa società sa mettere vanno ben più in profondità di qualsiasi tatuaggio.
Sabato scorso, grazie alla tenacia della mamma di Marcello, Maria, c'è stata una manifestazione dove i genitori di tutti coloro che hanno avuto un proprio caro UCCISO, AMMAZZATO, ASSASSINATO mentre era nelle mani dello Stato, una manifestazione blindata e passata il più possibile sotto silenzio dai vergognosi media nazionali e locali ma che nell'area che il ministrello Brunetta vede come un vulnus, un'erbaccia da estirpare, ha girato a dovere.
Una manifestazione che esigeva risposte dallo Stato.
E la risposta a Maria lo Stato l'ha data.
Ora, cosa ci si può aspettare da QUESTO Stato, il cui Presidente della Repubblica si affanna a slinguazzare un conclamato LADRO come Craxi perdendo ogni credibilità presso coloro che ogni giorno, onestamente, si arrabattano lavorando per stipendi a volte manco di 1000 euro al mese?
Di quelli appena sotto Napo non ne parlo nemmeno, qui.
Dicevo, che risposta poteva aspettarsi Maria, ora che ha cercato di riaprire il processo che doveva far chiarezza sulla morte di Marcello?

Una risposta degna di questo stato di mafiosi, intrallazzatori, delinquenti ed assassini, ovvio.
E voilà, ecco la nuova perizia sulle cause del decesso di Marcello.

Che, tanto per cambiare, fa ridere le telline pari pari come la prima

A questo punto le speranze di Maria hanno subìto un bel colpo.

E a questo punto, ancor più di chi ha ammazzato materialmente Marcello, direi che è la coscienza di chi tuttora briga e lavora per mantenere l'omertosa situazione sulla linea della prima sentenza a puzzare di sterco.
A Livorno anche i sassi lo sanno che Marcello è stato ammazzato. E sanno anche che gli autori dell'omicidio di Marcello Lonzi hanno la divisa.
Il balletto squallido col quale hanno cercato di metterla in culo perfino al compagno di cella, dopo la tesi dell'infarto e della caduta su un secchio che avrebbe causato i tremendi segni sul corpo di Marcello è degno di teste per le quali i cittadini che chiedono verità hanno l'anello al naso.
Le foto del corpo di Marcello, oltre a quella che si vede nel link di sopra, le saprebbe interpretare anche un ragazzino. In rete ci sono. Io, scusatemi, non ce la faccio più a vederle quindi non le metto.
E proprio non mi va che le istituzioni di una Repubblica, seppure di una Repubblica governata da malviventi come questa, vogliano prendere per il culo perfino una madre che ha perso un figlio.
Ci consideriamo un paese civile, ma come vogliamo chiamare infamità come questa? Come classificare una classe politica che dello sberleffo, della mancanza di rispetto, dell'arrogante supponenza verso i familiari delle vittime della propria delinquenza (in un precedente post l'ho presa alla vicina partendo dal 1963 coi familiari del disastro del Vajont) ne ha fatto una regola imprescindibile?
Non si classifica, la si tratta per quel che è. Da delinquenti. Quelli veri.
Non come Marcello, non come Federico Aldrovandi, non come Stefano Cucchi, non come - beh, diamo il via all'ennesima lista o ci siamo capiti?
Lo Stato italiano ha perso troppe occasioni per meritare rispetto.
Il sottoscritto non è persona adatta a manifestazioni e cortei, l'ho detto più di una volta.
Quello che credo sia cosa buona e giusta sarebbe il costruire uno Stato degno del rispetto di TUTTI, cosa che nelle condizioni attuali significherebbe più o meno fare una strage.
Quindi meglio per me continuare a lavorare e vivere onestamente, per me, per i miei cari e per tutti quegli individui di questa comunità che meritano rispetto.
Ma il disprezzo (e non l'odio, che è sentimento sfiancante e faticoso) non è cosa che i nostri Signori Che Possono hanno facoltà di poter cancellare semplicemente ignorando che esista.
Esiste.
Ed ogni causa ha SEMPRE E COMUNQUE un effetto.

venerdì 22 gennaio 2010

LA GUERRA DI PIERO


Sono passati trent'anni che Piero Ciampi è andato a scolarsi vinaccio al metanolo all'inferno.
Me lo fece conoscere Bobo Rondelli quando ci capitava di fare qualche schitarrata in compagnia; lui non aveva ancora formato gli Ottavo Padiglione, era ancora alla incarnazione precedente, "Les Bijoux" coi pezzi in inglese, però Ciampi l'aveva preso di petto e così ci faceva ascoltare "Tu no", "Lungo treno del sud" o "Il vino" con la sua voce piena e rotonda così andai a raccattare tutto quello che potevo trovare di questo livornese di cui avevo solo sentito parlare e che, da vero outsider qual era, aveva perso la stagione "impegnata", la stagione intimista, la stagione dei poeti e la stagione degli amori.
A quei tempi si trovava pochissimo. Un cofanetto triplo della RCA tipo "Il meglio di"; poteva bastare.
Poi ne lessi le gesta in un libro che riportava fedelmente tutti i testi, la storia e un CD con 4 inediti, tra cui "Il giocatore", un capolavoro assoluto.
Piero Ciampi ha trasformato la sua vita in un massacro poetico contro un mondo che rifiutava l'ipotesi di concedere ai poeti il proprio angolo di cielo. Intascava gli anticipi della casa discografica e spariva senza lasciare traccia. Non si presentava ai concerti lasciando come messaggio agli organizzatori disperati un "Non sono potuto venire". Ha trascinato la sua voce impastata di vino, sigarette, amori finiti e sogni spezzati in canzoni che aprono ferite in ogni cuore che sappia quanto la vita sia prima di tutto disillusione e rimpianto e che il resto è un contorno che dà solo qualche sprazzo di felicità.
Ha sempre rifiutato le mani tese dell'industria discografica, i suoi tempi, le sue regole.
E' salito sul palco del Premio Tenco ubriaco fradicio e ad uno spettatore che lo aveva fischiato consigliò di comprarsi un sassofono.
Ci provo a cantare "Disse non Dio, decido io"; perché voleva morire di cirrosi o andare in coma etilico e non svegliarsi più; negli ultimi tempi viveva senza luce né gas ma con l'immancabile fiasco sempre accanto. Ma un cancro alla gola arrivò prima e se lo portò via, per l'appunto 30 anni fa.
Piero Ciampi non ha avuto, né avrà mai, i riconoscimenti e le schiere inestinguibili di ammiratori dei De André, dei Guccini, dei Battisti, neanche dei Tenco.
C'è un premio a lui intitolato che si svolge al Teatro Goldoni di Livorno, e mi rendo conto della immane fatica che gli organizzatori devono fare per cercare di non allontanarsi dallo spirito con cui Piero affrontava il mondo della musica; probabilmente non avrebbe neanche apprezzato l'idea di un premio a suo nome.
Avrebbe preferito chiudersi in qualche bettola, a vuotare fiaschi di vino con Ugo Balboa, il Maestro Palazzi e qualche altro briào caricato a Tavernello per poi fare una scazzottata e tornarsene su una qualche branda a prepararsi per la bevuta del giorno dopo.
O forse no.
A noi resta il suo slogan "Andare camminare, lavorare" e il vaffanculo più solenne e poetico mai pronunciato, quello di "Adius".
Ma il testo che voglio riportare è quello che meglio esemplifica Piero ed il suo esser rimasto livornese nonostante le rapidefugherapidefugherapidefughe:

TE LO FACCIO VEDERE CHI SONO IO

Una regina come te in questa casa? ma che succede?
ma siamo tutti pazzi? ma io adesso sai che cosa faccio?
che ore sono? le undici? io fra - guarda - fra cinque ore

sono qua e c'hai una casa con quattordici stanze,
te lo faccio vedere chi sono io. E che sono quei cenci
che hai addosso?! ma che è, ma fammi capire...
ma senti... ma io... ma come! Tu sei... sei la mia...
e stiamo in questa stamberga coi cenci addosso!
Ma io adesso esco, sai che cosa faccio? ma io ti porto...
una pelliccia... di leone... con l'innesto di una tigre.
Te lo faccio vedere chi sono io.

Senti, intanto però c'è un problema: siccome devo uscire,
mi puoi dare mille lire per il tassì in modo che arrivo
più in fretta a risolvere questo problema volgare che
abbiamo? Te lo faccio vedere chi sono io, lascia fare
a me, lascia fare a me, lascia fare a me perché... ti
devi fidare.

Ma che cosa ti avevo detto, una casa? ma io sai che cosa
faccio? ma io ti compro un sottomarino. Perché? se qui
davanti a casa nostra quelli c'hanno la barca e rompono
le scatole, io ti compro un sottomarino! così, sai, li fai
ridere tutti, questi, hai capito? Intanto facciamo una cosa,
che fra cinque ore sono qua: tu metti la pentola sul fuoco,
ci facciamo un bel piatto di spaghetti al burro mentre
aspettiamo il trasloco, poi ci ficchiamo a letto e te lo faccio
vedere chi sono io: ti sganghero! Te lo faccio vedere
chi sono io! Te lo faccio vedere chi sono io,
sono un uomo asociale ma sono un uomo che ti...
Io non ti compro il sottomarino: ti compro un transatlantico.
Basta che tu non scappi, stai attenta che... se scappi
col transatlantico ti affogo nel... nell'Oceano Pacifico.
Dai, dai, coricati, vai che ti sganghero,
te lo faccio vedere chi sono io!


E sentite anche voi le palme......




giovedì 21 gennaio 2010

GLI IMPUNITI


Non parlerò del processo breve.
Questa legge ignobile ha comunque una sua precisa ragion d'essere in uno Stato come l'italia, che dell'impunità per i potenti e della persecuzione dei deboli ne ha fatto una ragione di vita fin da tempi insospettabili.
Ho ritrovato sul tubo il finale di un bellissimo e spettacolare monologo dell'attore Marco Paolini sulla tragedia del Vajont: ve lo ripropongo.



Come si comportò lo Stato italiano davanti ad una tragedia con quasi 2000 morti accaduta esclusivamente per imperizia, faciloneria, avidità, e codardia da parte di una società PRIVATA col culo ben parato dallo Stato stesso?

Leggete pure questo articolo apparso su Liberazione nel 2002

Impossibile non rimanere agghiacciati.
Epperò è impossibile non notare che la puntuale torma di ladri ha potuto impunemente sciacallare e speculare sulla pelle dei 2000 morti e dei loro familiari proprio in combutta con lo Stato italiano.

Berlusconi viene da lontano, molto più da lontano di Bettino e della sua sciagurata stagione. Viene da una società educata dallo Stato stesso al ladrocinio incondizionato, all'impunità ad ogni costo, anche davanti ad una strage di quelle sulle quali giornali e TG piangono per giorni a gettone salvo poi non proferire verbo sulle porcherie, quelle vere, che ogni tragedia italiana ha portato con sè.
Ladri, assassini, sciacalli, mistificatori, circondati da una corte di servi che da giornali e televisioni impongono la loro legge, quella dell'impunità dovunque e comunque.
Sulla pelle dei 2000 morti del Vajont come sulla pelle delle vittime delle stragi di Stato, sulla pelle di chi entra in carcere per reati comuni e ne esce a gambe in avanti perché, inutile specificarlo, non fa parte della casta di ladri ed assassini della parte giusta. O peggio, non fa parte di nessuna casta di ladri ed assassini.
In Italia sono rimasti impuniti coloro che hanno abbattuto l'aereo dell'Itavia sopra Ustica, sono rimasti impuniti perchè i rappresentanti eletti dei cittadini italiani hanno così voluto, così come hanno voluto che in ogni tragedia i responsabili rimanessero al sicuro e ben coperti. E quando c'è da lucrare su una catastrofe naturale eccoli lì, in prima fila, come in Abruzzo, con la loro vomitevole corte di puttane mediatiche al seguito pronti a distribuire soldi e prebende agli amici degli amici.
Sappiamo chi ci governa, non da oggi.
L'attuale governo è solo una versione più volgare, sguaiata e rumorosa di quelli che gli italiani hanno mantenuto al potere per 50 anni nella speranza che la casta di ladri, assassini e corrotti assisi in Parlamento facesse cadere qualche briciola. L'abbiamo coltivato così Berlusconi.
E quando è apparso - non c'erano dubbi - gli italiani hanno fatto la conta.
Ladri, assassini, corrotti e corruttori, iene e sciacalli, questo hanno scelto un'altra volta.
E ora ci si scandalizza per il processo breve, senza ricordarci che dal dopoguerra in poi siamo stati governati da una pattuglia di delinquenti senza pari nel mondo occidentale per quantità ed efferatezza.

martedì 19 gennaio 2010

TROVATE L'INTRUSO











DALL'ALTO

RONALD BIGGS

BERNIE MADOFF

DIABOLIK

LA BANDA BASSOTTI

MASSIMO CECCHERINI

KRIMINAL

BETTINO CRAXI

IL CONTE OLIVER

LUPIN III

lunedì 18 gennaio 2010

VOLTI NUOVI 1 - MATTEO RENZI (SERIE DI POST POCO SERI)

E' un pò che cerco di individuare almeno una faccia nuova degna di nota sulla quale fare attenzione.
Non necessariamente in positivo, visto il disincanto che ormai mi si è attaccato addosso più della nicotina delle 40 sigarette che fumo quotidianamente.
Dopo un rapido excursus ed un vasto consulto con le persone con cui lavoro, suono, frequento ed ascolto e visto che una buona parte vive o lavora (o entrambi) a Firenze (ad esempio il responsabile tecnico del teatro dove lavoro, il mio chitarrista che invece lavora al teatro Comunale di Firenze, il mio batterista location manager per il cinema, un amico ingegnere informatico consulente all'Unione Camere di Commercio ed altri animali simili) è venuto fuori questo tizio qui:



I'ssindaho.
A me quest'uomo mi inquieta un pochino.
Ma nonostante tutti i discorsi che sento fare riguardo il suo operato ho il sospetto che trattasi di un portentoso figliodibuonadonna. Alcuni dicono di no. Che è la nuova avanguardia politica di centrosinistra, che farà strada, che ha carattere, che ne sentiremo riparlare anche quando il suo mandato sarà scaduto. Che anzi, ha già la strada spianata a livello nazionale.
Discorsi.

Visto da fuori, e nello specifico da Livorno, sembra uno che ha stampato in faccia il saluto tipicamente fiorentino: "di do' vvu venìe/quanti vu' sséè/e soprattutto/come vvù pparlahe" che chiaramente si intende per "da dove venite? quanti siete? e soprattutto come cazzo parlate?(chiedo scusa per lo scritto ma io oltretutto sò de Centocelle) e sinonimo di estrema umiltà e sottomissione al forestiero che si reca in visita nella città che fu patria di nobili figure che hanno fatto la Storia e che ora pende dall'operato di un certo Pantaleo Corvino.
Ma soprattutto mi dà l'impressione del Perfetto Piddino, capace di tutto e del suo contrario, ma magari sbaglio.
Non so nemmeno se ha finalmente fatto mettere quella disgrazia umana di Cioni al posto che gli spetterebbe, cioè nei film-panettone nella parte del marito cornuto. O allora, per me c'ha la faccia fatta apposta.
A chi il Renzi lo conosce o ne subisce l'operato ( e quindi parlo dei fiorentini frequentatori di queste pagine) chiedo umilmente delucidazioni più dettagliate ponendo un test:

COSA FARA' MATTEO RENZI DA GRANDE?

A) I'ssindaho. Di Montelupo.
B) Torna nei ranghi. E' troppo fiorentino. Lo segano da Roma.
C) Sarà il prossimo segretario del PD dopo che avrà pubblicamente sputato in faccia a D'Alema al prossimo congresso.
D) Il giocatore di calcio in costume. Coi bianchi.
E) Con un'ordinanza comunale intricatissima ed anni di maneggi con CL, l'Opus Dei e Corvino introdurrà una norma che toglierà il governo, le reti televisive ed il resto del Suo impero a Berlusconi in favore dei Della Valle e sposterà a Firenze la Capitale d'Italia; senonchè non avendo nessuna intenzione di accollarsi gli uffici ministeriali, palazzi di governo e simili manderà tutto questo delinquentame a Livorno, proprio come i suoi progenitori Medici.
F) Introdurrà un cambiamento epocale nelle abitudini dei fiorentini, i quali la pianteranno di rispondere "Tettuppigli i viali" ogni volta che si chiede loro una qualsiasi informazione stradale.

Concludo questo breve post semicampanilista evitando, da solito becero livornese, di chiosare anzi neanche col nominare l'ormai abusato, retorico ed ormai pateticamente macchiettistico


domenica 17 gennaio 2010

ALLA TU' ETA' ARRICCIOLAVO I PICCONI


E' un modo di dire.
Di quelli che i vecchietti delle mie parti usano dire ai giovanotti che non fanno sfoggio di resistenza alla fatica, e dato che le condizioni di lavoro in uso prima del boom economico (perchè c'è stato, una volta, non l'ho letto su Urania) erano ben diverse da quelle attuali ci si potrebbe anche credere.

Ho fatto istantaneamente un collegamento tra QUESTA NOTIZIA e QUESTO POST di Satira Sciusciesca, poi ho fatto 2+2 e mi sono detto: cazzo, ho 46 anni, non ho figli, ho una ragazza bellissima che ha 15 anni meno di me e che di figliare non gliene può fregare di meno, per quale stracazzo di ragione dovrei mettermi a vuotarmi i coglioni per allevare magari un* stronzetto/a che dopo aver passato l'adolescenza a zoccolare o a coattare mi va pure a denunciare per mancato mantenimento quando a quell'età dovrebbe già tenere su il PIL nazionale quasi da solo/a?

Questi sono coloro che al prossimo giro saranno genitori, a meno che una provvidenziale epidemia di vajolo modificato non scongiuri una tale immane tragedia, roba che in confronto il terremoto di Haiti diventerebbe un toga party.

Ho idea che mi godrò lo spettacolo di questa società che crolla e va in putrefazione da vecchio, con una quantità abnorme di alcoolici a tiro, una quantità altrettanto abnorme di haschish pronta all'uso e l'i-pod sparato nelle cuffiette con "Careful with that axe, Eugene" a palla immaginandomi questa parata di subumani esplodere come la casa di Zabriskie point.
O magari senza scomodare troppo l'immaginazione e andando sul pratico dando un modesto contributo all'accellerazione del processo. Tipo piazzando qualche carica nel posto giusto.

(P.S. : il post è volutamente iperbolico, ho anche due nipoti in gambissima che non rappresentano in alcun modo la generazione descritta, però OCCHIO, SONO TRA NOI)

(P.P.S.: il bambino della foto non potrebbe mai essere mio figlio; il mio portrebbe una T-shirt dei Dead Kennedys e non quel ridicolo cappellino reggae)

sabato 16 gennaio 2010

REQUIEM FOR A DREAM


All'inizio ho seguito con ostentata indifferenza la mazurka del PD per le prossime regionali, dato che il mio interesse per quel partito è sceso sotto la soglia della decenza, anche se così non dovrebbe essere perchè alla fine, diocristo, a fare da cane da guardia a Berlusconi in Parlamento dovrebbero essere loro, e questo dovrebbe interessare tutti.

Di primo acchito però una domanda me la sono fatta, e cioè: "Ma Bersani che dove cazzo è finito?"
Pronta risposta: la campagna la sta facendo D'Alema.

E questo è il primo segnale che al momento dei risultati difficilmente vedremo bandiere del PD fuori dalle sezioni.

La seconda domanda è stata: "Ma cosa cazzo vogliono fare questi?"
Ok, non è cambiato nulla, ossia sì, in peggio. Vedi Bresso, ad esempio, ma peggio del peggio con l' inverecondo balletto delle primarie pugliesi tra Vendola e Boccia.
Nel Lazio, tanto per dare la misura della pochezza degli uomini a disposizione di baffino, sono dovuti ricorrere ad Emma Bonino, una radicale storica. Una donna onesta benchè su alcuni argomenti non di futile importanza la pensiamo agli antipodi.
La credibilità di questo PD ormai rasenta quella del "Giornale" di Feltri ma baffino non se ne dà per inteso, è troppo affezionato al suo progetto di smembramento di qualsiasi cosa possa ancora puzzare di sinistra per rendersi conto che, oltre a qualche povero disgraziato non meno lobotomizzato di un berluscones e di qualche ancor più disgraziato ancora attaccato alla filosofia del "meno peggio", di italiani che abbiano anche il minimo afflato di considerazione per questo partito-marchetta perfettamente funzionale ai voleri di Silvio Berlusconi ne rimangono sempre meno.

D'altra parte se si viene da una formazione politica laica e si passa il tempo ad elucubrare strategie per annettersi quanto più possibile le zecche cattoliche non è che si possa sperare di ottenere risultati soddisfacenti.
La conferma che tutto questo peso nel PD l'elettorato cattolico non ce l'ha nemmeno per scherzo viene proprio guardando gli effetti della candidatura di Emma Bonino nel Lazio.
E la Bonino viene data appaiata alla Polverini nei sondaggi nonostante il cosiddetto elettorato cattolico la veda come il fumo negli occhi.
Ma come?
Il Lazio, proprio dove la destra ha fatto un lavoro massacrante per riuscire a conquistare centri e periferie, dove le Coop nere hanno già la strada spianata, dove ferve ancora la fiamma dei nostalgici del ventennio e dove Veltroni e Rutelli per avere la carica di sindaco hanno dovuto fare per due mandati pompini al Vaticano, proprio nel Lazio andiamo a scoprire che l'elettorato cattolico non conta un cazzo se si hanno i candidati giusti?
Figuriamoci in altre regioni.
E' evidente che la disperazione dei vertici piddini deve essere allo Zenit se hanno coinvolto una persona integerrima ma lontanissima dai metodi politici che il PD predilige, e qui può esserci il primo segnale forte in una precisa direzione: FUORI I CATTOLICI DAI PARTITI DI CENTROSINISTRA. Presumo che la frase sia quantomeno auspicativa, più che realista, presumo anche che i vertici del PD tenteranno acrobazie degne di una contorsionista pur di ammettere che l'elettorato del PD reale e quello potenziale farebbe caroselli per le strade se la cricca teodem transumasse verso lidi a lei più consoni, ma a giudicare dalle rincorse affannate in cerca di Casini per quanto riguarda altre regioni sembra che la linea politica del partito sia ancora improntata alla più allegra e cialtronesca approssimazione in materia.
Cosa auspico?
Che il PD prenda una batosta epocale, che la sinistra rientri in gioco con altri e più capaci uomini di quelli che attualmente cercano di guidarla e che l'elettorato di sinistra, dopo aver accolto con un bieco sorriso le macerie sotto le quali verrà sepolto il Partito Democratico, faccia due più due e riscopra che la politica si vive da protagonisti e non delegandola a personaggi come D'Alema o Veltroni (Bersani ancora non mi sembra degno di considerazione).
Perchè, tante volte qualcuno non se ne sia accorto, mentre nel PD dopo la battaglia delle primarie per la segreteria, mentre è in corso la battaglia per le regionali, Berlusconi e la sua cricca di malviventi continua allegramente con le sue porcherie e le sue proposte di legge degne di uno stato delle Banane: in materia di giustizia, con la tassa sui supporti dotati di memoria (Hard disk, cellulari, chiavette), con la ulteriore raccolta pubblicitaria a favore di Mediaset, con le rivoltanti abbaiate leghiste, il tutto nel più fragoroso silenzio dei marchettari piddini troppo occupati ad annodarsi nelle candidatura centellinando i possibili avversari di leghisti e mafiosi in grado almeno di non uscire con fratture multiple dal verdetto delle urne.

Spero veramente che del PD non restino che macerie: non sarò certo io ad andare a rimuoverle, semmai a saltarci sopra in modo che coloro che son rimasti sepolti non ci facciano preoccupare di dover prima o poi riaverceli fra i coglioni.

Requiescat.

I MISERABILI


Dubito che nel resto del mondo libero esista un corrispettivo alla secchiata di vomito che qui in Italia, sotto il nome di Vittorio Feltri, dirige un giornale: e non un giornale qualsiasi ma addirittura il giornale controllato dal fratello del Presidente del Consiglio, nonchè l'uomo più potente d'Italia.
Tralasciando le ultime recenti imprese del liquame bergamasco, abbiamo avuto in occasione del terremoto successo nella già disgraziata Haiti (agli zoppi, pedate negli stinchi si dice da queste parti) l'ennesimo titolo (e relativo articolo firmato Nicola Porro) per il quale è inutile sprecare ulteriori aggettivi.

Dice a nessuno qualcosa il fatto che un conclamato mistificatore come Feltri abbia voce in capitolo addirittura nel nostro panorama politico, invece di essere preso, impacchettato e mandato nel Darfur come cibo scaduto? A me dice molto.
Dice molto di cosa sia il loro Partito dell'Amore e di quale materia sia fatto il cervello di coloro che leggono e si fanno un'opinione da quello che scrivono Feltri ed i suoi bravi; ormai non c'è più fondo alla volgarità della destra al governo, mentre per quanto riguarda i suoi elettori ed in particolare gli ammiratori di Feltri, non vedo cosa ci sarebbe di sbagliato nel catalogarli, metterli in delle comode gabbiette ed esporli in un qualsiasi zoo, a meno che gli altri animali non se ne giovino sia per il miserrimo livello morale ed intellettuale, sia perchè - eccheccazzo - dopotutto gli animali hanno una dignità assolutamente sconosciuta ai forzidioti.
Sciacallare su una tragedia come quella di Haiti - laddove il capitalismo le sue colpe le ha, eccome - non spaventa di certo la tribù berlusconiana nella sua concezione berluscocentrica dell'Universo, quindi al limite potremmo anche fare la solita cosa che faremmo coi titoli del "Giornale" se non fosse che almeno per quanto mi riguarda, la scorta di carta igienica in casa è sempre ben fornita.
Ma non credo sia una buona cosa abituarsi al peggio. In Italia, invece, se c'è una cosa in cui siamo veramente Campioni del mondo, è questa.
Nel dibattito politico abbiamo lasciato entrare la feccia della nazione senza battere ciglio. Ci ritroviamo degli omuncoli, poveri servi dei servi, con il roboante titolo di "giornalista" senza neanche prendere in considerazione il fatto che proprio queste - ripeto - secchiate di vomito come Feltri vorrebbero una Giustizia sotto il controllo del governo mentre dai loro fogli sparano sentenze senza che nessun organo costituzionale si preoccupi di verificare la portata delle menzogne, delle mistificazioni, dello sterco che quotidianamente questi braccianti del Potere riversano con tanto di contributi pubblici, ai cittadini italiani.
Chiaramente niente di nuovo, comunque. I Feltri ed i Belpietro sono nient'altro che un ingranaggio ben oliato che muove la macchina del consenso in ragione del fatto che una buona fetta di italiani ha perso ogni dignità e non è assolutamente differente da quelle ragazzine che fanno pompini nei bagni delle scuole in cambio di una ricarica del telefonino.
Perchè ragzzi, finchè la destra si riconosceva nell'inchiostro versato da Montanelli potevamo sperare che la borghesia italiana conservasse un minimo di sembianza umana; coi Feltri & c. abbiamo a che fare con dei rumorosi bulletti coatti di periferia, spavaldi solo in quanto consci di aver il culo ben coperto.
Ops, ho detto un'ovvietà.
Quella schiera di gente lì il marchio di infame l'ha tatuato direttamente nel cuore.

lunedì 11 gennaio 2010

LA PAURA DEI DEBOLI


C'è un punto fondamentale in questa situazione che vede la contrapposizione fra migranti e bwana italiani che mi fa riflettere: i valori.
Vedo che l'affanno dei crociati e dei difensori della razza cresce a dismisura fino a raggiungere punte di panico e probabilmente presto avremo veri e propri fenomeni di terrore nei confronti dell'uomo nero: "i nostri valori sono in pericolo" dicono da più parti. Chi?
Cominciamo con le zecche vaticane: apro il sito di Repubblica e quello dell'Unità e in massima evidenza sull'occhiello dell'articolo principale c'è l'immancabile proclama "graziealcazzo" del Papa.
Poi.

Poi però saltano fuori figuri come QUESTO QUA che a ben vedere rappresenta l'italietta cattolicuzza molto più di Sua Ovvietà, cosa che il figuro sa benissimo, perchè il migrante, il povero e l'emarginato va bene quando Santa Madre Chiesa può tenerlo tra le sue caritatevoli grinfie, ma se tantotanto chiede dignità, quella vera, allora guai.

C'è però un problema per i cattolici. Il mondo, la vita stessa, si evolve e si trasforma, come ogni cosa e com'è naturale che sia per tutto e tutti eccetto, ohimè, per i divoratori di soldi pubblici facenti capo a Piazza San Pietro. Ne ebbero già un irriverente esempio quando venne resa pubblica la scoperta che la Terra non era piatta e che girava intorno al Sole e non viceversa.
Oddio, prima che ne prendessero atto passò del tempo, molto tempo, durante il quale non fecero mancare agli studiosi del moto dei pianeti ogni sorta di vessazione e di persecuzione, purtroppo non è stato necessario spedirli in massa nello spazio per fare in modo che se ne rendessero conto de visu perchè i nostri scienziati sono riusciti a dimostrare la cosa con dei volgarissimi telescopi.

Ora c'è da far fronte ai movimenti migratori di una fetta di mondo che ha scoperto quanto le risorse del pianeta siano appannaggio di una sparuta schiera di satrapi che la distribuiscono in maniera affatto equa, che molte di quelle risorse vengono, anzi sono state depredate dalle loro terre, con la benedizione dell'Accogliente Santa Romana Chiesa Cattolica Football Club e che c'è un costante e preciso lavoro che l'occidente continua a svolgere affinchè la situazione non si smuova da quella attuale; purtroppo molti di quelli che hanno capito l'andazzo e vorrebbero rovesciare questo sistema si sono schierati sotto le insegne di un altro potere religioso, mettendosi così in una ulteriore gabbia, perché sia chiaro che l'Islam ha caratteristiche pari pari a quelle che hanno decretato certe forme di cultura che a noi atei e/o agnostici o comunque laici e libertari fanno orrore nè più nè meno di quelle cattoliche; spogliare i poteri religiosi della loro capacità di cavalcare le naturali esigenze dell'uomo nel corso della Storia dovrebbe essere la vera lotta di Liberazione, ma siamo ancora lontani da una tale, epocale rivoluzione.

Attualmente l'Islam è comunque sinonimo di venti rivoluzionari nei confronti di un occidente che per secoli ha stuprato, depredato, colonizzato, distrutto e schiavizzato interi continenti per chi arriva da sud e da est dell'occidente.
In Sud America, invece, sembra che la stiano prendendo diversamente e personalmente vedo con molta più empatia ed affinità il cammino degli Chavez, dei Morales, dei Correa e dei tanti popoli che stanno rialzandosi dopo decenni di giogo imperialista, dittature e povertà.

Ma torniamo a noi. Dov'è il problema?
Beh, intanto lo vogliamo dire una volta per tutte che i Cattolici, i veri Cattolici, quelli che si fanno interpreti del messaggio del Vangelo, che praticano correttamente nella forma e con la loro vita stessa l'insegnamento di Cristo, sono una sparutissima minoranza e che la stragrande maggioranza di coloro che si definiscono cattolici sono una massa di ipocriti, ignoranti, gretti nello spirito quanto nella loro "imitazione di Cristo" (chissà quanti lo conoscono).
Un esempio? Dopo i fatti di Rosarno s'è aperto uno squarcio riguardo le condizioni in cui certi immigrati vengono fatti lavorare anche nel padovano: mi pregio quindi di riportare alcuni commenti trascritti dal sito del Gazzettino, molto, ma molto illuminanti riguardo alle denunce fatte da chi a pieno titolo può essere definito schiavo:

"chissà che sia la volta buona che i datori di lavoro capiscano che è meglio non fidarsi di certa gente.....così non troveranno più lavoro e magari per il bene di tutti se ne ritorneranno da dove sono venuti!"
(Lauretta TV)

io sono italiana qest'estate ho fatto stagione in una impresa di pulizie e prendevo 6.20 euro l'ora lordi al netto erano 5.60 euro e mi facevo 4 viaggi al giorno (25 km x 4)circa 200 euro di spesa ma avevo bisogno di lavorare. lo stesso stipendio lo avevano pure gli excomunitari e pure nn mi sono mai lamentata .
loro vengono qui e pretendono di prendere molto. Ora io sono a casa mentre 3 mie colleghe albanesi sono in fabbrica e guarda caso iscrtte sulla stessa agenzia di lavoro,ma x loro il posto c'era e x me no allora se io personalmente sono razzista un perchè c'è
(Antonella)

4 Euro all'ora non è affatto schiavismo.
Quanto vorrebbero?
20?
(Stufo)

Per onestà di cronaca va detto che la stragrande maggioranza dei commenti sono perlopiù indignati contro la corrotta ignavia di sindacati, politici ed ecclesiastici i quali poi saltan su come canguri quando il giocattolino comincia a dare noie grosse, ma sono tre commenti altamente indicativi di certa mentalità assolutamente da sradicare ad ogni costo, perché a volte non si fosse capito, non è come certi decerebrati vorrebbero dare ad intendere, e cioè che è stato sotto i governi di sinistra che abbiamo ricevuto la grande massa di migranti (e chi crede a stronzate come questa andrebbe immediatamente privato del diritto di voto in quanto incapace di intendere e volere), ma che il movimento migratorio è connaturato alla situazione sociale ed economica globale, la quale comprende guerre, territori dove lo sfruttamento e lo schiavismo viene praticato impunemente sorretto a due mani dal potere capitalista, dove gli occidentali scaricano le scorie del mondo ricco donando medicinali scaduti e ogni sorta di immondizia - provate a indovinare, ad esempio, dove vanno a finire tutte le batterie esaurite dei nostri telefonini, che sono sempre e comunque pericolosissime, per maggiori informazioni fate pure un viaggio sulle spiagge della Sierra Leone - quindi si capisce che i flussi migratori attuali sono semplicemente una conseguenza delle politiche occidentali fattesi via via più aggressive ed elitarie per quanto riguarda la distribuzione del benessere.

Chi emigra arriva qui in Italia dove trova un paese i cui valori sono stati per anni sotterrati in nome del profitto, dell'apparenza, del falso benessere, dell'ipocrisia, della falsità e del successo ad ogni costo. Questo è lo scenario che abbiamo presentato agli emigrati venuti qui a cercare maggior fortuna.
Dove sono i valori di un popolo che manda al governo un piazzista senza scrupoli che inonda l'Italia di culi scoperti, zoccole senza dignità, servi ignobili convinti di fare informazione?
Dove sono i valori di un popolo che si è messo a pecora davanti alla Mafia e ad una banda di mafiosi vestiti da politici?
Dove sono i valori di un popolo che, in mancanza di neuroni funzionanti, crede di risolvere la questione dei flussi migratori rispolverando le vecchie armi della discriminazione, del razzismo, del fascismo da operetta che abbiamo già assaporato nel ventennio uscendone sepolti dalle macerie?
Dove stanno i valori di un popolo che ancora vede nella Chiesa una guida spirituale mentre fa passare dalla sua banca la peggior immondizia dei peggiori assassini?

Ecco, quelli che gli italianuzzi stanno opponendo come Valori a coloro che vengono in Italia hanno un grosso problema: non sono valori.
Sono sagome di cartone usate come identità perduta; perduta per correre dietro alle sfavillanti luci del benessere capitalista, a suon di debiti & cambiali & rate da pagare pur di esibire i ninnoli della società dello spettacolo.
Ma è inutile cercare di recuperare in tempo: la mente è ormai corrotta, marcia, putrefatta.
Andatevi a sentire quanto i leghisti sono contenti del lavoro svolto dalla 'ndrangheta in Calabria.

Ecco, è per questo che hanno paura, è per questo che idee (?) ed ideologie (?) come quelle che cercano di propinarci come baluardo contro l'invasione barbarica attuale non sono NULLA e non possono NULLA contro il naturale desiderio dell'essere umano di progredire, di evolversi, di migliorare.

L'italianuzzo è stanco, è sfatto, ha perso l'anelito alla libertà, pensa di essere l'Imperatore del suo Metro Quadrato ma non sa più riconoscere il suo simile. E sa benissimo che i suoi valori non contano più un cazzo, perchè non sa neanche come usarli se non urlando per delle stronzissime icone come i crocifissi, perchè sa benissimo che i valori che sta invocando sono morti, sepolti e putrefatti, uccisi dagli italianuzzi stessi.
Che, giustamente, ora pagano con la PAURA.

E noi minoranza libertaria, naturalmente, tifiamo rivolta.

(grazie a Metilparaben e Daniele Sensi per i link e mi permetto di consigliare la lettura di questo articolo tratto da infoaut.org)

sabato 9 gennaio 2010

NASCITA (E DECLINO) DI UNA NAZIONE


Se qualcuno fosse rimasto sorpreso o addirittura impressionato dalle parole di Bwana Maroni si prenda pure il tempo che ci vuole per svegliarsi, magari intanto gli mando su cappuccino e pezzo.

Inoltre nel caso qualcuno avesse un momentaneo vuoto di memoria ricordo che il suddetto bwana Maroni fa parte della formazione politica che ha preso l'appalto della difesa dei valori cristiani del nostro paese. Tante volte non ci ricordassimo in cosa questi valori cristiani consistano.
E allora ricordiamocelo: consistono innanzitutto nell'intervenire con fare imperioso e tonante quando ormai non c'è più niente da salvare agitando il ditino e dicendo "nonnò, così non si fa" per bocca dei soliti tonaconi porporati mentre negli uffici dello IOR si contano i profitti che il sistema responsabile della rivolta di Rosarno garantisce a cadenza quotidiana.
Consistono anche nel tenere comodamente i piedi in tutte e due le scarpe garantendo cittadinanza ed identità ad un manipolo di schifosi razzisti e schiavisti ed intanto predicando accoglienza e carità, non sia mai che in ossequio all'insegnamento di Gesù ed ai valori del cristianesimo si proclami una solenne scomunica a chiunque istighi o propaghi l'odio razziale. Le Chiese, già provate dalla inarrestabile diaspora di fedeli, comincerebbero a svuotarsi del tutto.
Questo, chiaramente ed ineluttabilmente, è quello che la rivolta dei migranti a Rosarno insegna.

Non ho nessun moto di empatia o solidarietà con gli autoctoni attualmente impegnati nella caccia al migrante dopo che queste persone, umiliate, schiavizzate e tenute peggio delle bestie grazie prima di tutto ad un governo che permette questi scenari da terra schiavista e razzista e peggio ancora ormai completamente intrisa di Mafia tanto da costituire uno Stato nello Stato che, pur di vedere massacrare gli odiati musi neri, anche ai focosi elettori di Bwana Maroni, sta bene così com'è.

Quindi, alle ipocrite lamentele di Monsignor Bertone ed alle vergognose risposte del ministrello dell'interno, mi ritrovo a vedere quale sia l'Italia che vorrei veder costruire, quella in cui sarei ancora più orgoglioso di vivere; è quella di chi s'è semplicemente stufato di stare a guardare un mucchio di neurocarenti inamidati consumare quasi per intero le risorse del pianeta mentre svolgono lavori perlopiù parassitari quando coloro che producono a braccia benessere e profitti vengono tenuti come schiavi nelle condizioni che potete ammirare in qualsiasi sito d'informazione.

Questa è l'Italia che sta crescendo e che piano piano sostituirà la morente e putrescente genìa piccolo-borghese italiota nel giro di neanche vent'anni.
Tempo fa scrivevo che a questo governo non conveniva mettersi di fronte col petto in fuori perchè, oltre a contare perlopiù su un elettorato di poveretti convinti di dover difendere chissà quale Arcadia dal solito nero periglio, avrebbe dovuto confrontarsi con il naturale corso che tutte le migrazioni propongono, non ultimo quello di chi ha capito quale e quanta sia enorme l'occasione di crescita per il paese il riuscire ad integrare popoli diversi.
Che, sia chiaro, non stanno venendo A CASA NOSTRA, bensì stanno semplicemente venendo a chiedere il conto di quanto abbiamo preso a casa loro fino ad ora.
Degli italianuzzi imbevuti di retorica razzista, di bandiere, simbolini e confini e frontiere non me ne frega un cazzo: se ne rimane qualcuno steso in terra quando un'altra orda di schiavi dirà che è ora di basta la mia indifferenza sarà totale. E' uno spettacolo penoso vedere dei barbari ben protetti dalle mafie (quella di Stato e quella vera), andare a caccia di schiavi aiutati dai robottini di Maroni. Gente che si è fatta sottrarre il territorio dalle organizzazioni criminali facendo fiatare i soliti Don Chisciotte e magari facendoli ammazzare come cani senza alzare un dito, fosse anche il mignolo, e ora rivendica chissà quale titolo di proprietà su una terra che è di fatto in mano a dei criminali di ogni genere.
Vadano ad aiutare i migranti, piuttosto, vadano a manifestare con loro per far finire questa vergogna che è il caporalato, lo sfruttamento di esseri umani oltre il limite tollerabile dello schiavismo, ci facciano vedere come sono bravi a liberare la loro terra.
Direi che il tempo delle illusioni è finito: una nuova nazione è nata dopo la scomparsa dei partiti tradizionali nati col dopoguerra, la nuova Italia che gli italiani stessi hanno voluto sta implodendo su se stessa, sul suo razzismo, sulla sua incapacità di relazionarsi col resto del mondo se non in maniera untuosamente servile coi potenti e arrogantemente aggressiva con i deboli.
La rivolta di Rosarno è una scintilla che presto verrà spenta, ma è solo questione di tempo prima della prossima.
Nel frattempo possiamo ammirare le evoluzioni del nostro governo razzista e schiavista in questa bruttissima pantomima che sancirà - finalmente - il declino e la scomparsa dell'italiano medio e dei suoi puzzolenti e tristissimi valori cristiani.

giovedì 7 gennaio 2010

VOI SIETE UN PUBBLICO DI MERDA


Premetto che di calcio ne capisco, avendolo praticato a lungo, mentre poco ho frequentato gli stadi.
Le mie presenze variano tra le una e le due partite a campionato quando i soliti giovialoni mi convincono a passare una domenica pomeriggio nella bolgia della curva del Livorno.
Non sono interista, nè ho mai tifato per le grandi squadre. Discendo da famiglia romanista piuttosto accanita, ma ormai se devo tifare qualcuno preferisco il piccolo Livorno, più qualche simpatia sparsa per alcune squadre regolarmente bastonate dal Palazzo non appena alzano la testina (vedi Fiorentina), ma il calcio in generale e più che altro i suoi attuali protagonisti mi hanno dato la nausea da un pò. E sì che la poetica del giuoco del calcio nonchè l'arte prestipedatoria, come la chiamava Brera, è stata una delle mie più grandi passioni giovanili.

Ora anche il calcio è il perfetto specchio di questa Italia misera, ignorante, razzista e becera: e la giornata di ieri è stata la perfetta esemplificazione di quanto affermo.

Succede che in questo momento uno dei migliori giocatori in circolazione nel nostro campionato sia un simpatico negretto non ancora ventenne, e che il ragazzino sia di quelli con il carattere proprio di chi si irrita quando qualcuno cerca di mettergli i piedi in capo. Magari è un pò sopra le righe, ma di sicuro non abbiamo molto di meglio da mostrare ai prossimi mondiali.

Succede che il negretto venga bersagliato da fischi e buu di scherno per il colore della sua pelle nonostante sia italiano a tutti gli effetti. E succede che la cosa sia diventata un tormentone.
Ma succede anche che l'affanno dell'establishment calcistico nell'affermare che il ragazzo venga fischiato per il suo carattere per niente accomodante piuttosto che per il colore della sua pelle stia passando dal patetico al tragico.

A nessuno è vietato fischiare un avversario, specie se rappresentativo. Chiedete a Cristiano Lucarelli. Ma a nessuno è concesso di prendere per il culo la gente cercando di mascherare l'ormai per niente latente razzismo delle curve della stragrande maggioranza delle squadre di calcio, che in curva raccolgono quel sottoproletariato periferico ben inglobato e catechizzato dalla mentalità tribale e di branco nella quale scaltri infiltrati mandati per conto dei gruppi di estrema destra hanno potuto per anni fare il bello ed il cattivo tempo sotto lo sguardo vigile e compassionevole delle forze dell'ordine e ben foraggiati dalle società, mentre nel frattempo curve di sinistra e senza padrini politici venivano decimate a colpi di DASPO: la curva livornese, durante il primo anno di serie A dopo 55 anni aveva il record credo mondiale di diffide: circa 500.
Alla prima trasferta a Roma contro la Lazio vennero sequestrati in 300 dal treno che doveva riportarli a Livorno e tenuti in stato di fermo per una notte per aver risposto ad una sassaiola dei tifosi laziali alla stazione di San Pietro, circostanza comunque ancora molto dubbia visto che lo sparuto gruppetto laziale venne sostituito in meno di cinque minuti da un battaglione assai nutrito di celerini, gli stessi che avevano accolto l'arrivo dei livornesi sfoggiando al collo fazzoletti degli Irriducibili Lazio e provocando per tutto il giorno sperando in qualche reazione.

Ora si deve assistere al penoso spettacolo dei soliti masticabrodo che si affrettano a dire che la levata di scudi contro Balotelli è frutto del carattere del ragazzo che, ricordo, ha 18 anni.
A questi buffoni vorrei ricordare che non basta far togliere celtiche, fasci, striscioni in carattere runico, o inneggianti al duce o addirittura svastiche (non ve le ricordate, eh?) per pitturare di nuovo quello che è rimasto vecchio e stantìo, e cioè il colore nero di moltissime curve italiane.
Ciò significa che anche i soloni del giornalismo sportivo, una delle categorie più infami e parassite della nazione, preferiscono troncare e sopire sul fenomeno, nonchè non risparmiare ogni volta solenni tirate d'orecchi al negretto ogni volta che il suo carattere dà loro agio di esprimere il loro falso e spudorato moralismo a gettone.

Prendano atto i signori: l'Italia razzista esiste e la peggiore è quella che lancia il sasso e crede di togliere la mano con scuse patetiche da scuola elementare.
Quest'Italia è ben rappresentata nei nostri stadi, ma anche nelle annesse tribune stampa e nei programmi sportivi, dove si blaterano generiche parole di condanna per poi rovesciare subito il problema addosso ad un esuberante campioncino colpevole di essere italiano ed avere la pelle nera.

E' questo che ai signori non va giù.
Ed è a questo che, purtroppo per loro e per "le iene degli stadi", dovranno abituarsi.
Volenti o nolenti.

"Il pubblico di Verona mi fa schifo"

E cazzo, era ora che qualcuno lo dicesse.
10,100,1000 Balotelli.

domenica 3 gennaio 2010

RIFORME DEFORMI


E quindi non avevamo ancora finito di stappare gli spumanti che già l'affanno della nostra (ma che dico nostra: VOSTRA, io a questi qui il voto non l'ho dato) classe politica nel ripetere a mò di mantra la parola magica RIFORME m'aveva già fatto venire la nausea.
Nausea che si trasformerà prestissimo in vomito quando sarà chiaro quali saranno le riforme che verranno a propinarci.

Siamo seri: la Costituzione Italiana, con tutti i suoi imperfezionismi dettati più che altro dall'età, è stata concepita e scritta dai nostri padri costituenti, gente che aveva vissuto l'orrore del fascismo mussoliniano e si apprestava a ridare all'Italia una parvenza di vita civile in mezzo alle macerie ed alla miseria in cui il capoccione di Predappio aveva cercato di lasciarla scappando con la divisa tedesca, particolare che i giovani fans del suddetto capoccione o ignorano o probabilmente in quanto poveri vigliacchetti capaci di esprimersi solo in branco emulerebbero senza esitazioni.

Ora a mettere le mani sulla costituzione vorrebbero mettercisi questi qua di PD e PDL.

In un qualsiasi altro paese degno dell'aggettivo "civile" i personaggi che compongono la nostra classe politica farebbero al massimo la guardia ai cessi degli autogrill ma, signori e signore, qui siamo in Italia. Il paese in cui il boss che tace davanti ai giudici e non inguaia definitivamente il mafioso che siede alla Presidenza del Consiglio ottiene istantaneamente i suoi bravi benefici di legge, mentre in altre celle di altri carceri dove stazionano poveri signori nessuno si schianta senza ritegno: suicidi, pestaggi e vessazioni come regola di convivenza nei nostri istituti di pena, quelli concepiti come riabilitativi e terapeutici al fine di rendere alla società individui migliori.

Un Parlamento i cui frequentatori non hanno nulla da invidiare a quelli che frequentano le carceri visto il numero di delinquenti che si aggira nelle sue aule vorrebbe riscrivere le regole del nostro Stato. E magari chioamarle "RIFORME CONDIVISE".

Mettiamo in chiaro due cosine:
Una è che da questa gente non mi farei dettare neanche le regole della viabilità del viottolo tra il mio portone e la porta del garage. Ne consegue che delle riforme che questi maramaldi vorrebbero scrivere non me ne frega una cippa di cazzo, mi aspetto solo delle porcherie figlie di mercimoni tra delinquenti, quindi roba che è lontana anni luce dalla realtà di chi la mattina ha il pensiero di alzarsi, lavorare e produrre onestamente.

Se per loro il termine "condivise" significa far mettere mano alla Costituzione a razzumaglia come Cicchitto, Calderoli, Gasparri, Bonaiuti, Letta 1 e Letta 2 (la differenza tra loro è che il Letta 2 è pisano e ciò non depone assolutamente a suo favore perfino nei confronti di Letta-letta chupachups), a Bossi e la sua paresi, a Capezzone, a Brunetta o (sì, avrebbero la faccia di farlo) a Gabriella Carlucci vuol dire che gli unici italiani con cui intendono "condividere" le riforme sono loro stessi ed i loro decerebrati piccoli fans; i quali, sarà bene ricordarlo per l'ennesima volta, sono ben lontani dall'essere la maggioranza degli italiani.

Ma mettiamo il caso che i loro compagnucci della parrocchietta del PD agevolassero (e lo faranno, oh se lo faranno) le auspicate riforme che tanto i mafiodelinquenti razzoxenofobi del PDL vogliono sempre di mercimonio fra politici sarà, nulla che riguardi il benessere dei cittadini, la regolamentazione della vita politica e sociale con l'obiettivo di generare una crescita globale delle coscienze degli italiani, qualcosa che possa addirittura essere preso ad esempio nelle moderne democrazie come esempio verso un cammino di pace sociale e legalità, in cui TUTTI, e dico veramente TUTTI, possano sentirsi tutelati nei loro diritti e felici di adempiere ai propri doveri per il bene comune.

Questa classe politica ha un problema: oltre ad essere marcia alla radice è composta da elementi umanamente miserabili: gente cresciuta fra compromessi e leccate di culo, che si è fatta strada affidando la propria carriera alle lune dei padroni & padroncini di partito o dei loro tirapiedi, incapaci di connettere insieme due idee personali senza prima aver riflettuto se queste corrispondano ai desiderata dei loro Signori, refrattari ad ogni guizzo di individualità controcorrente all'attuale andazzo e con il solo fine di mantenere saldi e ben piantati i propri privilegi; gente meschina e senza dignità, pronta a sguainare la spada per un plurinquisito conclamatamente corruttore e mafioso che garantisce loro posti di potere, visibilità, successo: il tutto in culo a chi lavora.

Anzi: chi lavora o chi almeno vorrebbe lavorare ha la simpatica opzione di ricevere le amorevoli cure dello Stato nelle persone dei suoi referenti in divisa come, ultima in ordine di tempo, alla FIEGE di Brembio.

Non c'è più l'emergenza del dopoguerra, non c'è l'idea di ricompattare una nazione dopo una tragedia, c'è solo l'esigenza da parte di questa classe politica delegittimata e votata grazie alla pessimissima abitudine dell'italiota medio di entrare in cabina elettorale turandosi il naso o provvisto di benestare del suo padrino, di sentirsi vieppiù solida ed inchiodata là dov'è e che il copioso flusso di denaro (e quindi potere) continui ininterrotto e senza troppi intoppi.

Le roboanti stronzate di Brunetta sull'articolo 1, le pietose manfrine di Bonaiuti, i latrati di Bossi, queste sono le loro credenziali di statisti.

Non saranno le riforme di tutti gli italiani, non saranno le mie, non saranno le vostre.
Dovremmo essere consci che sarebbe il caso di impedire che questa classe politica metta mano su qualcosa che invece è almeno stato scritto PER TUTTI.
Che questo governo spiri il più presto possibile, che si faccia avanti una classe politica nuova che rada al suolo questo sistema Italia corrotto fino agli elettroni del midollo, marcio, composto da uomini da poco, ignoranti, miseri, incapaci e spinti da personaggi ancora più incapaci.

Non è possibile?
Certo che no. Gli italiani non lo vogliono.
D'altra parte, da un popolo che spende in un anno un bilancio di Stato in maghi e veggenti, che presenta a dei concorsi laureati che vengono presi in blocco a calci nei denti perché non sanno manco la sintassi della lingua italiana (è successo a Grosseto), in cui si inneggia al suo dittatore che tentava di scappare vestito da tedesco, mentre agli eredi di quell'altro coniglio del Re d'Italia vengono spalancate le porte degli show televisivi, da gente così cosa aspettarsi? L'ora di meditazione zen alle elementari?. E mille e mille altre pacchianate da impero di cartone dalle quali quotidianamente evinciamo che l'unica soluzione è il naturale corso della Storia, quello che rimette da sè a posto le cose.

Generalmente dopo il solito bagno di sangue.
Come l'altra volta.

Il nemico è già scelto, l'esercito sta finendo il suo praticantato in casa d'altri, resta da vedere quanto funzionerà ancora il Campionato di Calcio.

Ma riformatemi 'sto cazzo.