domenica 11 marzo 2012

CHE PENA LA VIOLENZA, CHE PENA ALLA VIOLENZA

La mano che si alza e si abbatte sull'inerme.

Non credo ci possano essere manifestazioni della natura umana più vigliacche di questa.
La violenza della guerra porta gli umani a nefandezze inenarrabili, ma quello che succede in tempo di pace e al chiuso di quattro mura è un'altra cosa; la vittima è lì ed il carnefice é pronto a riversare su di lei tutto il suo bagaglio di frustrazione e cattiveria.
La settimana scorsa la TV è rimasta accesa su un programma, "Sirene". Mai coverto e mai sentito nominare.
La puntata è iniziata inquadrando una badante di una persona anziana ospite della casa di riposo "Villa Borea" di Sanremo che denunciava alla locale Guardia di Finanza il sospetto che nella suddetta clinica avvenissero dei maltrattamenti.
Ora qua sotto c'è la puntata. divisa in tre parti.
La pubblico qui e non per spettacolarizzazione del fatto ma per la semplice ragione che il seguito del post è strettamente connesso con le reazioni che si possono avere guardando una cosa del genere.

Però, seriamente, pensateci un attimo prima di guardare i due video perché le immagini sono parecchio, ma parecchio pesanti:





Ora, sfido chiunque a non avere i brividi, soprattutto per l'impatto emotivo delle immagini registrate con le telecamere nascoste.
E poi arriva la rabbia.
Che persone possono essere quelle persone che al sicuro delle quattro mura si comportano in quella maniera con degli anziani non autosufficienti?
Oppure con dei bambini, come documentato nel famigerato asilo "Cip & Ciop" di Pistoia.
O comunque contro chi non si può difendere.

E parte la rabbia per cui si invocano pene di morte, squartamenti in piazza, depilazioni al napalm e altre amene trucidezze come se Beccaria avesse scritto un trattato di cucina irlandese o che l'ordinamento giudiziario prevedesse pene assolutamente inadeguate per crimini del genere.

Beh, dipende.
La direttrice sanitaria della clinica sanremese, Rosalba Nasi, è già stata scarcerata ed ha i domiciliari revocati.
Ora, che sia la moglie di un senatore PDL, tale Boscelli, e che dalla sua pagina Facebook si dichiari di "orientamento cattolico" sicuramente non c'entrerà per nulla, ma se permettete io invece qualche sospetto ce l'avrei.

Ci sono diversi punti da affrontare: non passa delitto efferato nel quale non salti fuori qualcuno che invoca la pena di morte, in certi casi si invoca la tortura o il linciaggio di piazza.
Insomma, cose truci. Altrettanto e forse più.
Come invece ci sono i giustificazionisti in servizio permanente effettivo. Troppo stress. Vite di merda che si sfogano su gente inerme. I metodi di lavoro. Il prezzo della benzina. Le cavallette. L'Inter che perde.

Allora cominciamo a vederla prima di tutto con la prospettiva di chi rifiuta il detto "Not in my backyard" e pensiamo un attimo se in questa situazione si trovasse qualche persona cara.
Vedo gente che già lustra la colubrina.

Scegliete voi. Anziani che vengono trovati con ecchimosi e segni di violenza, bambini che iniziano a comportarsi in maniera innaturale e che cambiano radicalmente maniera di comunicare.
Ed è qualcuno di casa vostra.

Oppure. Una donna, che ciclicamente si presenta con lividi, graffi, segni e altre amenità perché ha un uomo violento che la picchia. Ed è qualcuno di casa vostra. O un'amica.
Qui ovviamente non si parla di strutture private finanziate con soldi pubblici e dove il controllo dello Stato é inesistente, ma di mura private di quell'enclave chiamato "famiglia" e che tanto fa sospirare i cattolici cuori dell'italietta borghese. Ma il nesso c'è e non serve faticare molto per trovarlo.

Si parla di gente che per un qualche motivo decide di assurgere al rango di carnefice in tempo di pace e non avendo un nemico da combattere sceglie la via più facile, quella degli indifesi.
Davanti alle immagini di Villa Borea difficilmente si ha la lucidità di soffermarsi in analisi sociologiche, il riflesso é generalmente il solito: occhio per occhio e se possibile anche peggio.

Ma allora questo "paese civile" quando cazzo lo facciamo?

Io di risposte non ne ho, io faccio solo rock 'n roll, diceva un noto - ah ah - caaantautore.
Però se non mi fermo alla pancia posso intuire l'inferno che cova nella testa dei carnefici.
E' la componente di legge della jungla rimasta dentro di noi. Quella che trasforma in macchine di odio e che spesso uccidono.
Queste persone non sono in grado di vivere in una comunità. Spiace dirlo ma questo prescinde da posizione sociale, razza, credo e numero di scarpe. Sono un pericolo per i più deboli. Sono malati. Sono sopraffatti da un istinto di dominazione che non sanno dove convogliare. Sono plagiati da una mentalità di massa che ha resistito fino a poco tempo fa e secondo la quale a chi è sottomesso non è dato da ribellarsi.

E allora chi ha in mente di costruire una società civile ha il dovere di fare da muro. In qualsiasi maniera e con qualsiasi mezzo.
La pena di morte è un mezzo giuridico aberrante e per me lo resta anche dopo aver visto quelle immagini.
E non essendo un giurista ma un individuo che viene dalla strada non ho l'illuminata concezione della Giustizia con la quale è costruito il nostro codice penale. E poi ripenso se succedesse a qualcuno di casa mia.

Però, quanto sforzo per poterci ancora chiamare umani.

martedì 6 marzo 2012

OVUNQUE PROTEGGI

Come dice quello che si tromba la Kate Moss "Ci torno volentieri sopra".

Oggi sono stato a Firenze.

Succede che una delle due band in cui canto sia formata da componenti distribuiti tra Pisa, Livorno e Firenze quindi ogni tanto si prova nella città del giglio in modo da dividerci gli spostamenti.

Finite le prove io e l'altro livornese che era con me, il bassista Padre Gianni (così denominato perché dal vivo si esibisce con una bella tonaca da prete) siamo passati da un amico a ritirare una muta di corde da basso, in Via dell'Argin Grosso.
Penso fra me e me "mò chiamo il Venturi e passo a vedere come sta". Se guardate l'intestazione del suo blog vedrete che la via dove risiede è proprio quella.

Padre Gianni, però, doveva essere assolutamente e velocemente a Livorno entro una quarantina di minuti perché era atteso dall'altra band in cui suona che era in piena sessione di registrazione. Merda, dico, vabbè farò lo stesso giro alla prossima.

Poi torno a casa e mi ritrovo il suo post.
Huhuhuhu, ma guarda i casi.

E così prima che torni a Firenze e vada comunque a trovarlo butto giù due righe al riguardo. Ma proprio due.
Innanzitutto vorrei tranquillizzare Riccardo e chiunque abbia ravvisato nelle parole del mio precedente post una qualsiasi "pace interiore". Quella che ho nominato mi serve per rimanere lucido.
Nessuna pace passiva di nessun tipo in vista. La guerra voglio vincerla e se non la vinceremo noi, ora, devo mettere chi verrà dopo di noi nelle condizioni di essere loro, i vincitori.
Però voglio vincerla.

Quando parlo di metodi vecchi di 100 anni parlo di metodi che hanno avuto e - non so per quanto ancora - probabilmente hanno in qualche caso ancora del valore, ma a mio parere qui siamo in una situazione completamente nuova e che presenta delle condizioni strutturalmente differenti da qualsiasi altro periodo storico.
Me lo fa pensare sia la lotta NOTAV che le situazioni locali che vedo coi miei occhi qui dove vivo.
All'ex - Caserma Del Fante Occupata, ad esempio. Un enorme casermone che un gruppo di ragazzi che nel migliore dei casi hanno una ventina d'anni meno del sottoscritto ha ripulito da 7 anni di abbandono ed incuria, dove sono sistemate famiglie sfrattate in assenza di un qualsiasi piano di riqualificazione degli spazi abitativi in funzione popolare da parte di istituzioni ceche, sorde e mute davanti al dramma continuo di famiglie con bambini che vengono sfrattate e sbattute in mezzo alla strada.
Oddio, tanto sorde le istituzioni non si sono dimostrate quando i ragazzi sono andati a ricordarlo al Sindaco piazzandosi sotto la sua abitazione.
Tanto che son partite 25 denunce. Manifestazione non autorizzata.

Oppure potrei pensarlo per quanto riguarda le manifestazioni fatte contro il rigassificatore OLT e l'impatto che hanno avuto sul percorso che dovrebbe portare alla realizzazione di quest'opera che in quanto a possibilità di danni ambientali può tranquillamente tirarsela con la TAV.

E potrei andare avanti. Discarica del Limoncino, spazi culturali, centrali a biomasse, contratti post-manovra e via e via ancora, una lista che potrebbe tranquillamente durare fino a domattina.

E comunque, la TAV.
Oggi è sceso in campo nientepopodimeno che Napo Orso Capo a dire che questo buco s'ha da fare.
Urca che determinazione. Manco il povero Buzzino, storico tossico della Livorno che fu nonché uno dei miei più cari amici, ne aveva altrettanta quando asseriva lo stesso concetto.
Ora Buzzino non c'è più e Napo invece sta dove sta.

Alla famosa manifestazione dell'anno scorso, quella dei primi scontri, un altro mio amico tornò dalla Val Susa con la faccia griffata da un lacrimogeno preso, come si dice per in qua, tra moccio e bava. Niente da fare, ogni volta qualcuno riparte. O, come l'altro ieri, si bloccano i binari alla Stazione. E tanto prima o poi andrò pure io, senza però cambiare una virgola di quanto scritto in precedenza.

Ma io ho altro per la testa.
Ne discutevo con Padre Gianni mentre andavamo verso Firenze sotto una grandinata che levati.
Perché c'è qualcos'altro.
Innanzitutto uno spazio dove tornino a parlare i volti e non i caratteri digitati.
In Val Susa ad esempio parlano i corpi, ma su quei corpi pende non solo la repressione dell'apparato politico e mediatico (e nel politico includo le minacce ricevute da Perino, in perfetto stile 'ndrangheTAV) ma,  purtroppo anche quello di chi da sempre ha rinunciato a mettere in discussione questo apparato. Quei cittadini che preferiscono oggi, come nei giorni di Genova, come in questi anni di perdita secca dei diritti sul lavoro, sulla casa, sul futuro, rassicurare se stessi parteggiando per il più forte o quello che loro credono lo sia. D'altra parte 10 milioni di elettori di Berlusconi non spariscono da un giorno all'altro, neanche se cambiano casacca. Figuriamoci se ci aggiungiamo una bella fetta di elettori PD.
E allora certi corpi devono farsi invisibili, o più che invisibili, inafferrabili.

Da lì quello che può andare oltre i metodi vecchi di 100 anni.
Oltre i gas CS, i lacrimogeni, i droni e la gendarmeria europea.
Qualcosa che li renda inutili.
Se vado con una mazza contro un robocop quello mi spiana. Io voglio vincere e il robocop può e deve starsene tranquillamente a casa.
Non sono tra quelli che ha i mezzi per usare la Rete come strumento di cambiamento e di lotta, vengo dalla strada e lì sono abituato a muovermi e continuerò a farlo.
Voglio 100 in strategia. Anzi 110 e lode.
Mi fermo qui.

Avevo detto ad un'amica, prima di scrivere il precedente post, che "se sbaglio qualche termine stavolta finisco in galera".
Mi sa che l'ho scritto troppo bene, invece.

Forse non altrettanto bene ho scritto questa canzone, (dal link la potete ascoltare) della quale trascrivo anche il testo:

Worms

Maybe it's not what we thought it should be
Maybe 'round my island there are too many seas
I travel around the world and still we're not free
And the masked race owns the screens 'n watching you bleed all your tears

I don't care what's real if I can't handle your love
So find me a guru who's not always on the phone
A natural change turns to a natural pain
So why change a world with this summer so silver and gold

'cause maybe we're all terrorists
and our mothers are all terrorists
and our neighbors are all terrorists
But no one wants a war we keep dance in the dark
Everything passes by and we keep obey to the same worms

To the same worms




Ci vediamo presto, Riccardo. Un abbraccio forte.

Un'ultima cosa: Violante, tappati quella fogna, sdoganatore di fascisti, pezza da piedi di Berlusconi, dovresti seppellirti da solo. E ancora hai la faccia di parlare.

domenica 4 marzo 2012

VA TUTTO BENE,SIAMO IN GUERRA

Non è che non ho scritto per ignavia per più di un mese.
E' che mi sono sinceramente stufato di ululare alla luna. Vedere che alla fine della giostra stai a cantartele e suonartele con chi già la pensa come te e con quelli con cui puoi dividere solo rabbia, frustrazione e cinismo.
Cinismo.
Devo ringraziare quella componente di pace interiore e di capacità introspettiva che mi portano innanzitutto a cercare di migliorare costantemente i miei comportamenti e le mie attitudini - ancorché assai lontane dal poter essere definite "sane", se non ho ancora mandato affanculo il resto dell'umanità.
Non ho bisogno di credere - io - negli individui. Chi merita sa benissimo badare a se stesso.
Ho perso le parole perché non sono riuscito a mettere insieme per un pò parole che potessero farmi sentire utile comunicare qualcosa.

C'è una guerra mondiale in corso e l'unica fortuna che abbiamo noi che la stiamo vivendo è quella di vederci risparmiati gli odori del napalm e delle bombe, i cadaveri lasciati per strada con le budella di fuori, i rifugi, le fughe, gli sfollamenti, le squadracce mercenarie. Perché questa è la guerra 2.0 e non è quella delle bombe intelligenti; queste panzane le lascio a quella fetta di umanità ancora convinta che tra un'i-pad, un SUV e un abbonamento al centro benessere sia ancora possibile ballare una qualche danza senza sentire l'approssimarsi di un futuro nel quale verrà portato a compimento il progetto di un mondo dominato da un'oligarchia liquida, eterea, impalpabile e feroce come mai nessuna dittatura è stata in tutta la storia dell'umanità.
L'attacco finale dei ricchi contro il popolo.
L'attacco finale contro ogni possibile rivendicazione di una vita migliore, contro ogni possibilità di riscatto sociale, contro ogni ipotesi di coscienza e di consapevolezza di massa.
Mai più Rinascimento, mai più illuminismo, mai più favolosi anni 60.
Ora. Nell'era dell'informazione e di internet.

Questa è un'epoca dove sono cresciuti gli status e sono cominciati a sparire i diritti. Quelli per cui gli individui potevano e sapevano gestirsi le libertà possibili senza che regole di qualsiasi tipo fossero necessarie. Dalle piccole cose. Fino, ovviamente, a quelle fondamentali.

Il lavoro, ad esempio. Se un lavoro, quando c'è, non ti permette di avere un tetto sulla testa non è un lavoro.
Se un tetto sulla testa é in continua discussione perché ci sono spese e tasse e cazzi e mazzi e la voracità di un apparato dove sguazzano ed hanno sguazzato ladri, mafiosi, assassini ed ogni genere di delinquenti fa in modo che anche le priorità di base di un essere umano siano sotto una continua spada di Damocle significa non essere cittadini ma ostaggi. E questo è solo uno degli effetti di questa guerra.

C'è l'istruzione, la ricerca, la cultura, la sanità. Cioè quello che una comunità ha diritto a vedersi garantite, perché il gettito fiscale in relazione alle retribuzioni deve garantirle. Perché é per garantirsi un paese in evoluzione economica, culturale e della qualità di vita che un cittadino versa una consistente parte del suo stipendio allo Stato.
Siamo nel 2012 e da più di un secolo il sistema capitalista impera e si propone come migliore espressione del vivere comune, specialmente dopo il crollo del sistema comunista; ma ora i nodi vengono a galla e scopriamo che se il sistema comunista é imploso su se stesso, quello capitalista rischia di far esplodere il pianeta e - sì, stavolta trascinarlo in un'orda di miseria, terrore e morte.
I poteri che guidano questo sistema reclama schiavi. Reclama ignoranti. Reclama teste basse e obbedienti. Reclama sconfitti. Reclama morti viventi. Reclama un futuro indefinibile fatto di paura ed instabilità per chi lavora.
E così ha dichiarato guerra, perché la naturale evoluzione del pensiero e della coscienza dell'individuo, di contro, reclama esattamente l'opposto.

Naturalmente non ha fatto fatica a trovare sostenitori, perché l'ignoranza, l'avidità, l'egoismo, l'ottusità e la stupidità non conoscono classe, sono semplicemente componenti dell'essere umano che non aspettano altro di venire stimolate e chi guida le sorti dei governi e dell'economia sa benissimo come scatenare.

La TAV della Val di Susa è uno dei - piccolissimi - campi di battaglia di questa guerra.
Ora, io vi inviterei ad informarvi con la massima precisione, così come ha fatto chiunque sia partito da una posizione neutrale, su cifre, dati e fatti riguardanti quest'opera sulla quale c'è una lotta delle popolazioni valligiane da quasi vent'anni. Vent'anni, non da sabato scorso. Fatelo.
E fatevi un giro per leggere le ragioni di chi invece ritiene opportuno sventrare una montagna strapiena di amianto per far passare una linea inutile.
Sembra di risentire le stesse menzogne e le stesse fanfaluche di chi riteneva imprescindibile la costruzione della diga del Vajont. Com'è andata a finire, purtroppo, lo sappiamo.
Come sappiamo che quando sono in gioco certi interessi mascherati sotto la parola "progresso" l'idea che questo significhi un lento ed inesorabile omicidio di massa non smuove di un centimetro certa gente.

O peggio.

Perché se cominciamo a parlare di ambiente e di come certa gente si relaziona alla Madre terra consiglierei la lettura di questo articolo pubblicato dall'impagabile Senza Soste, visto che - ahimè - riguarda la mia città.

Parla del caso dei bidoni tossici dispersi in mare e delle ultime ondate di paraffina arrivate sulla costa, ma non solo; parla dell'insofferenza delle autorità verso chi chiede conto, dell'inefficienza e dell'inettitudine di certe autorità alle quali, com'è normale che sia, consegue un'altrettanto poderosa volontà repressiva a prescindere. I manovratori non si disturbano. Neanche attaccando uova al tegamino adesive sui muri.

Ma c'è ignoranza. Tanta. E paura. E ignavia.
Altrimenti certa gente avrebbe dovuto fuggire dalla città inseguita da cittadini furibondi.
E però anche questo è uno dei - piccoli - campi di battaglia di questa guerra. Che frammentati bene vengono meglio controllati. Ma chi ha dichiarato guerra é ben piazzato dappertutto. Specialmente nell'Italia che frana, nell'Italia che sparge veleni e rifiuti e diossine ed Eternit e qualsiasi zozzeria mortale. Chiedete a Taranto quanto se ne sono battuti i coglioni del benessere portato dall'ILVA le centinaia di morti di tumore.

Lo scrissi tempo fa, qui. Quelli che non diventano zombi assuefatti a questo potere globalizzato schiantano lentamente di veleno produttivo.

Siamo in guerra. Spiace dirlo, ma anche se col cuore sono vicino a chi ancora crede nei cortei, negli scontri con la Polizia, nei comunicati, non ci sto più.
Sento parlare di droni, di gendarmeria europea mercenaria con diritto all'impunità e statene certi che ci arriveremo. Sento parlare di scenari da Minority report. Arriveremo anche a quelli, forse.
Non possiamo, non dobbiamo restare fermi alle forme di dissenso vecchie di quasi 100 anni.
Serve solo a mandare cittadini inermi al massacro e a differenza dei decenni precedenti i sistemi di controllo e repressione sono già nel futuro.

Ho vissuto occupazioni, manifestazioni, lotte belle ed utili, bellissime ed inutili ed ora vedo che c'è un potere che ha deciso di andare avanti senza fermate intermedie.
C'è una guerra, porcoddio.
Una guerra che mira ad annichilirci.

Per ora chi si ribella ha 100 di cuore e praticamente ZERO strategia.

E da ora in poi, a parte le coloriture folcloristiche della povertà umana di questo potere e di chi lo sostiene e legittima credo proprio che in questo blog parlerò prevalentemente d'altro.

Quello che dovevo dire su questa guerra l'ho detto qui, con tutto quel che ne consegue.