lunedì 31 gennaio 2011

LIBERAZIONI

Fra le migliaia di opinioni riguardo il castro di Arcore mi aspettavo una risposta decisa da parte di una categoria, quella delle donne, che provvidenzialmente é riuscita ad alzare la voce ad esempio
con le manifestazioni di ieri, il cui intento era semplicemente quello di definire la propria estraneità ed il proprio orgoglio davanti al mercimonio in nome del potere di un ometto squallido circondato
da cortigiani/e ancora più squallidi.
Manifestazioni che però non risolvono uno dei noccioli fondamentali del problema: cioè come mai esistono ancora le condizioni affinché sia ancora e sempre la donna al centro del mercimonio costruito
attorno a siffatta compagnia, visto che non è che devo stare qui a descrivere quanto ed in che modo il modello berlusconiano sia un vero e proprio laboratorio di avvilimento della dignità della donna sin dai
suoi primi passi.
E questo in un paese dove già la figura della donna nel suo percorso di liberazione sia individuale che di genere in sè ha delle controparti come la Chiesa che storicamente ha sempre considerato la donna
come una mera appendice dell'uomo partendo da Adamo e la sua costola.

C'è però, un "ma" ed è un "ma" grosso come una casa, riguardo lo sfruttamento di giovini virgulti in fiore da parte del Potere brutto, cattivo e perverso.

Il "ma" riguarda la possibilità da parte delle signorine in questione di poter scegliere o meno, rispetto ad altre "colleghe" le quali questa libertà di scelta non ce l'hanno o almeno non è assolutamente paragonabile
a quella delle signorine in questione.

E quando leggo articoli come questo e questo pubblicato da "Femminismo a sud" sinceramente mi cadono le palle. Senza se e senza ma. Semplicemente mi cadono, e con gran fragore.

Riepiloghiamo:

scrive l'autrice dell'articolo:

"Qui si sta legittimando – e la maggior parte delle persone non mi sembra esserne consapevole – la contrapposizione “donne per bene, donne per male”, qui si sta giocando il gioco del nemico,
qui si sta dicendo che il problema sono veline e sex workers e non una classe politica corrotta, autoritaria, oligarchica fino al midollo, maschilista e patriarcale da sempre. "


Nessuno vuole mettere in dubbio la natura di questa classe politica, la quale però, è bene precisare, è composta anche da un nutrito numero di donne, donne che si sono guadagnate un posto di
privilegio rispetto a quello di molti altri cittadini e non solo facendo carriera così come Berlusconi insegna. Si può quindi disquisire quanto si vuole sulla struttura oligarchica e patriarcale del potere ma
mi si faccia il favore di ricordare che in questa struttura patriarcale ed oligarchica a sguazzare c'è un bel numero di signore e signorine che non sono arrivate colà per colpa di un sistema patriarcale ed oligarchico
ma semplicemente perché le stesse HANNO SCELTO CONSAPEVOLMENTE di entrarci, collaborarci e farsene all'occorrenza fedeli vestali.
Negare questa cosa sarebbe solo segno di malafede e volontà di mistificare.
Questo, oltre ad essere un sistema patriarcale ed oligarchico, è un sistema che tende ad emarginare prima di tutto gli individui delle classi meno abbienti ed è chiaro che se sei donna la lotta per affermarsi come persona
e come individualità risulta assai più faticosa e più estenuante a livello psicofisico, ma a maggior ragione mi sembra arrivato il momento di distinguere ed in maniera netta, ad esempio, quella che è la condizione
delle signorine dell'harem di Silvio (veline, meteorine e gheddafine comprese), cioè quelle che vanno ai festini accompagnate da Lele Mora ed Emilio Fede o che vanno ad esibire tette e culi rifatti in TV,
con quelle che vengono prese e sbattute su un marciapiede, vessate e picchiate perché quando poi si vanno a confrontare i conti in banca e molte ragazze e ragazzine in ragione di questo fanno 2+2 e cercano di
seguirne le gesta, non credo proprio che sia perchè per queste non esista un'alternativa per affermare la propria dignità di individuo al di fuori dell'harem del sultano.
Oppure mi si vuole raccontare che una Minetti, una D'Addario, una Macrì o una Ruby sono vittime del potere patriarcale e maschilista e allora la sensazione che mi si voglia pesantemente prendere per il culo
si fa certezza e quindi mi sento obbligato a mandare affanculo l'interlocutore, prendere la giacchetta e tornarmene a cose più serie.
La realtà, ed è una realtà che le articoliste di "Femminismo a sud" fingono di non vedere o non vedono per pura cecità ideologica, è che una differenza strutturale fra individui, siano anch'esse solo donne, esiste.
E che ad una parte non esiziale di queste i soldi ed il potere PIACCIONO. E non si fanno nessuna remora nel caso si presenti l'occasione di arrivarci, quale che sia la natura del potere.
Sono donne che scelgono scientemente di agevolare questo sistema, perché semplicemente appaga la parte più pragmatica dei loro desideri. Apparire, conquistare, compiacere, avere una fonte di guadagno usando
la propria bellezza o la propria scaltrezza.
Non sono donne che vengono da famiglie disagiate, proletarie o povere.
Hanno avuto dalle famiglie mezzi, possibilità e soldi.
Hanno avuto a disposizione tutti i mezzi per essere messe nelle condizioni di scegliere, così come hanno scelto diversamente tante donne che a caro prezzo lavorano e vivono la loro dignità di donna nonostante
le difficoltà che questa società oligarchica e patriarcale pone a chiunque non faccia parte del sempre più ristretto club dei benestanti.
Ed il drago continuerà a mangiare finchè ci sarà carne fresca che si offre spontaneamente ed in modo così zelante.
Capisco che andare a pulire le scale o starsene in un call center 8 ore al giorno come fanno tante altre donne (e uomini, nei call center e nelle imprese di pulizie ce ne sono tanti ed altrettanti) è faticoso e poco appagante,
ma per favore anche il ruolo della vittima per veline e zoccolette impastate di silicone a botte di 5000 euro alla volta no, speravo proprio che questa mi venisse risparmiata.

Sarà perchè di donne ne conosco abbastanza e che la stragrande maggioranza, davanti a questo puttanaio, sente prima di tutto il bisogno di ribadire con orgoglio le proprie scelte, scelte fatte di duro lavoro,
scelte dolorose che le pone in situazioni anche di grande disagio economico e non solo come quando ci si deve separare da un compagno che non è più in sintonia con la loro vita (e, nonostante le catastrofiche
statistiche no, noi uomini non siamo tutti mostri che rincorrono con armi ed  oggetti contundenti le proprie ex, sappiamo anche accettare certe scelte) e nonostante ci siano dei figli da crescere e di certo non venderebbero
mai neanche un fotogramma del proprio culo per compiacere un vecchio satiro.
E oltretutto, lavorando nel settore spettacoli ed avendo avuto esperienze sia in teatro che nel cinema e nella televisione, posso affermare con assoluta certezza che non è necessario aprire sempre le cosce
per lavorare e conquistare stima e rispetto, sono necessari anche talento e capacità. Anzi, fondamentali. Incredibile, eh? Sì, esiste anche un contesto artistico e spettacolare al di fuori di quello berlusconiano nel
quale si può SCEGLIERE di apparire e addirittura come.

Quindi, care amiche di femminismo a sud, è normale che molte donne non si pongano in modo primario il problema del se e quanto il potere sia patriarcale ed autoritario, lo sanno e lo sappiamo da sempre e da sempre lo combattono e lo combattiamo, ma agli occhi di chi vive insieme a loro queste rappresentano esattamente l'andare oltre questo sistema grazie al fatto che hanno capito, a differenza vostra, che non esiste una liberazione di genere se prima non si stabilisce la centralità della liberazione degli individui, perché il fossato che divide le donne che incontriamo nella vita di tutti i giorni dalle cortigiane di Silvio, che siano ministre o semplicemente zoccole arriviste, sono le stesse che dividono un lavoratore dal ruffiano infame che fa la spia in fabbrica.

Se pensate che a molti di noi maschi questo sistema faccia comodo o che vogliamo trovare ogni artificio dialettico per sostenerlo siete fuori strada.
Per quelli come noi significa semplicemente mettere a disposizione di chi esercita un potere, sia quello della politica che quello della brutalità e della forza fisica, sia quello della pressione e della vessazione psicologica,
sempre più potere con sempre più arroganza, ignoranza e soprattutto ragioni per continuare ad esercitare questa variegata gamma di sopraffazioni del forte sul debole.
Non è questa la società che vogliamo, nè voi nè noi.

Infine la chiosa:

"L’Italia va in pezzi per colpa delle “malefimmine” quindi?
Stiamo per guardare le donne intorno a noi impersonare tutte la comare di bocca di rosa? E tutto questo senza fare nulla?
No, non lo accetto. Le lucciole vorrebbero andare in piazza, e noi dovremmo andare con loro, e farlo in modo da ottenere l’attenzione, per poter dire quello che vediamo succedere oggi, qui, in questo paese.



Non mi pare che si dica che "L'Italia va a pezzi per colpa delle malafimmine".
Questa è una patetica esibizione di vittimismo fuori luogo, visto che il Sultano e la sua coorte è e rimane il centro del problema, basta farsi un giro non solo tra i blog dei maschi, ma anche chiedere un poco in giro fra coloro che, ovviamente, verso questo governo mantengono un minimo di senso critico. E' comunque vero che le scelte - ripeto - consapevoli e ben ponderate, delle signorine citate nelle inchieste (e anche di quelle che hanno aiutato a creare questo scenario ed a definirne forme e metodi di comunicazione) sono assolutamente funzionali a questo sistema e che a loro va benissimo così e se possibile i loro sforzi si concentrerebbero nel cercare di farlo durare il più possibile.
E ripeto, dare esclusivamente la colpa al sistema patriarcale ed oligarchico per queste scelte è semplicemente una mancanza di assunzione di responsabilità nei confronti di signorine che hanno avuto mezzi e condizioni ben prima di incontrare il Sultano per "liberarsi" che la stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici non può sognarsi neanche la notte.
L'autobiografia di se stessa che la Minetti ha fatto in una delle sue ultime interviste è assolutamente sintomatica in questo senso. 


Ci penserei su, se certe posizioni aiutino veramente il movimento femminista o nella furia iconoclasta dell'attacco tout-court al maschio rischi di ritrovarsi con le Palin, le Santanché e le Gelmini e spazzatura umana simile dalla stessa parte della barricata.
Ho il sospetto che perfino molte donne non le condividano con le mie stesse motivazioni.

(nella foto: lasciamo perdere)

sabato 29 gennaio 2011

#italy #????

Sto seguendo ininterrottamente da ieri sera (salvo pausa sonno) quello che sta succedendo in Egitto sia su twitter che su Al Jazeera che sta coprendo l'evento come nessuna rete della nostra ipertelevisionata penisola si sognerebbe mai di fare, tanto per chiarire quanto ancora ci crediamo il fulcro dell'universo agitandoci da una gora di melma fetente facendo ridere il restante globo terracqueo.

E' un'esperienza completamente nuova per me seguire i commenti in diretta e le informazioni che fluiscono ininterrottamente in tempo reale di un evento epocale come questo, tuttavia non credo che la Rete sia uno strumento indispensabile per una rivolta, anche se ovviamente può aiutare.
Credo invece che una determinazione incrollabile nel rovesciare uno stato di cose nel quale il popolo non si riconosce più sia principalmente uno stato d'animo che non può essere delegato in esclusiva a nessun mezzo ed a nessuna altra istituzione.

L'Italia ne è una dimostrazione perfetta.
Difatti la situazione è che gruppi sparsi saltellano di piazza in piazza, ieri lo sciopero FIOM ed i precari dello spettacolo oggi il corteo delle donne, il 13 Santoro & c. a difesa dei P.M., come se una piazza al giorno levasse il Buffo Omino di torno.

Allora sarà bene ricordare alle anime belle cosa succede quando si vuole togliere un figlio di puttana dalle balle, in modo che fra un aperitivo ed una partita di calcio su sky magari qualcuno si renderà conto come siamo messi e come si intende levarci le gambe, che in Egitto i morti sono già un centinaio e passa, che la gente sta sfidando un coprifuoco dopo l'annuncio governativo per cui chi violerà la disposizione si espone al pericolo, che 3 persone sono state uccise proprio davanti al ministro dell'interno, che in realtà quello che la rete trasmette al mondo è sempre una parte di quello che succede veramente e quello che succede veramente non è in alcun modo riproducibile.

Queste eccezionali foto sono comunque impressionanti nel loro realismo

Quando ci agitiamo ed invochiamo la piazza contro un ducetto squallido quanto si vuole ma che ha gli artigli ben saldati sui beni del paese, se pensiamo che basterà scendere in piazza semplicemente ad intimargli di andarsene possiamo tranquillamente risparmiare fiato, energie e soldi del viaggio.
Quello non se ne va.

Figuriamoci con una piazza radunata da Veltroni (contrordine compagni, la notizia è già sparita addirittura dall'home page dell'Unità).

Tutto come previsto invece in casa CGIL, la Camusso s'è guardata bene dal nominare lo sciopero generale, svelando in pieno la sua funzione di rabbonitrice e vera e propria stampella di questo governo durante il quale il mondo del lavoro ha subito gli attacchi più pesanti e violenti della storia della Repubblica.


Quindi.

La strada che ci porterà per strada è già bell'e pronta.

Consiglierei però di dare prima una bella ripassata con striscio & busso proprio alle sedicenti formazioni di sedicente opposizione.

E' grazie soprattutto a loro se non ci resterà altra strada che quella praticata oggi, sabato 29 gennaio 2011, in Egitto.

venerdì 28 gennaio 2011

#jan25 #egypt







(Cliccate sulle foto per ingrandire)


HANNO LA FACCIA COME IL CULO

"Siamo di fronte a un disastro antropologico: fermiamoci in tempo prima che degeneri ancora di più". E' l'appello lanciato dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, che invita "a superare le risse, le guerre di tutti contro tutti", senza cadere in "partigianerie".
(Fonte: RAInews 24)

Può darsi che a qualcuno possa sfuggire il perché dopo questa dichiarazione la migliore interpretazione della frase "Fà la cosa giusta" possa essere quella di prendere il suddetto Mons. Crociata a pesciate sul collo.

Ma in un paese dove un quotidiano facente riferimento al presidente del consiglio se ne esce a 9 colonne con un magistrato che nell'81 faceva franella con un giornalista di sinistra probabilmente sfuggono parecchie cose, anche se credo che questo, insieme ai calzini turchesi, sia uno dei punti più bassi toccati da qualsiasi imbrattacarta dai tempi dell'invenzione dei segni.

Dicevamo, Monsignor Crociata vive nel paese dei Commissari Manganelli, degli agenti Spaccarotella e delle signore Mussolini e lo sa benissimo. E sa benissimo che non stiamo parlando di Paperopoli.

Come altresì sa benissimo che esistono anche cittadini che di questo consorzio affaristico-mafioso-puttanesco ne avrebbe anche piene le palle e che se non siamo ancora scesi a prenderli tutti, da Montecitorio a San Pietro e al Quirinale, è perché la maggioranza della popolazione ancora fatica ad elaborare che tutto ciò che si sta svolgendo sotto i loro occhi è tutto vero.

Ma c'è un ma.

Il sottoscritto, ad esempio, ha imparato il linguaggio della comunicazione televisiva quando i canali erano 2.
Primo canale e secondo canale.
VHF e UHF.
E un cretino come Masi non lo avrebbero fatto entrare in RAI manco come usciere.
La RAI era gestita da faine democristiane che conoscevano l'Italia di quei tempi molto meglio di quanto la conoscano gli Strategy Communicators dell'esercito del Buffo Omino di Arcore.
La generazione degli attuali trentenni ha avuto il battesimo dell'adolescenza con Drive in e tutta la paccottiglia protocafona anni '80 per la quale il concetto di cultura era bere un aperitivo con un flute piantato nel culo di una figurante che poi nel linguaggio collettivo avremmo identificato come "velina".

Io sbarellavo quando vedevo le minigonne di Mina, che era una cosa immensa e meravigliosamente femmina al 100%





quindi è ovvio che l'apparire delle cosce & culi mediasettiani l'abbia in qualche modo percepita da subito come una volgarità non necessaria.
Capiamoci: un buon porno è un buon porno. La combinazione di eros e seduzione che certe donne sapevano trasmettere da uno schermo in bianco e nero è un'altra faccia di tutto quanto fa alzare la temperatura corporea, che invita ad aprirsi qualsiasi orizzonte erotico perchè quando c'è un bellissimo titolo ed una storia stimolante il racconto te lo scrivi da te e meglio di quanto possa fare qualsiasi esegeta dell'eros.  .
La raffigurazione femminile del desiderio e della seduzione ha subito, grazie alle reti del biscione, una volgarizzazione simile a quella di chi, tanto per farti incazzare, ti versa un bicchiere di gazzosa nel Brunello di Montalcino.

Oltretutto appiattendo verso il basso la rappresentazione del desiderio maschile che, a quanto pare, per essere scatenato in uno tsunami di desiderio di POSSESSO abbisogna meramente di un culo scoperto e della sagoma di due tette superiori alla prima misura.

Nondimeno si è parallelamente assistito ad un crescendo rossiniano di bombardamenti a tappeto di messaggi che invitavano a PERFEZIONARE il proprio corpo al punto che mezza umanità ha iniziato a sentirsi a disagio nel proprio e perdere qualsiasi equilibrio critico nei confronti della bellezza reale, quella che si emana dalla propria interiorità e dona splendore a qualsiasi forma fisica si abbia.

E via di anoressie, bulimie, attacchi di panico, sensi di inadeguatezza, MORTI.

E tutto ciò per incasellare in modo compiacente il Maschio Latino, derivazione comica del Maschio Bianco Occidentale.

Ecco, noi uomini non saremmo così. Potenzialmente, dico.

Però c'è una cultura, quella che nel nostro allegro paesino a forma di stivale viene invocata come baluardo contro l'infidele saracino, che per secoli ha fatto di tutto, di più e di troppo affinchè il ruolo dell'Uomo nelle comunità umane fosse quello di un muflone arrapato e comunque frustrato, che concepisce la donna come una sua proprietà e che ne nega finanche la proprietà del suo corpo.

E di questa cultura Monsignor Crociata ne è diretto portavoce.

Se qualcuno fatica a ricordare la girandola di benedizioni all'ascesa del Buffo Omino di Arcore fin dalla sua apparizione alternati a vacui moniti papali contro l'edonismo ed il "cattivo uso" della televisione può bastare il continuo e convinto appoggio che la Banda Berlusconi ha avuto dal Vaticano fino ad oggi, periodo in cui li inviterei a scendere in piazza con un nuovo Family day, in modo che finalmente ci spieghino quale cazzo di concetto di famiglia hanno nelle loro teste bacate.

Ora Crociata ci invita a superare il "tutti contro tutti".
Ma quale "tutti contro tutti".
Ce l'abbiamo con voi.
Voi ed i delinquenti che avete appoggiato così entusiasti coi vostri Bagnasco, coi vostri Ruini, coi vostri Fisichella e coi vostri umili vignaiuoli.
Quindi quali tutti.
Ce l'abbiamo con voi perché vi consideriamo un cancro per la società.
Perchè col vostro amico immaginario avete avvelenato secoli e secoli di Storia e ancora vi siedete comodamente in sedie damascate accanto a ladri, assassini, profittatori, sfruttatori, puttanieri ed affamatori distribuendo le briciole con le vostre Caritas che se niente niente i soldi che ciucciate dallo Stato Italiano fossero in mano a chi di solidarietà e di aiuto concreto ne fa davvero e senza amici immaginari di mezzo il problema della povertà mondiale sarebbe semplicemente molto, ma molto meno drammatica.

E ce l'abbiamo con voi non solo per quello che per colpa anche vostra sono costrette a subire milioni e milioni di donne, ma anche come maschi per come avete cercato di ridurci, lasciando intendere che le nostre pulsioni sessuali siano roba da scimmie ingrifate e quindi da costringere ed avvilire salvo lasciarci macerare nel peccato quando ne perdiamo il controllo e, non avendo la fortuna di indossare una tonaca, non possiamo espiare semplicemente venendo trasferiti ad altra parrocchia.

Avete tenuto mano alla vera catastrofe antropologica in atto in questo paese ed ora vorreste anche cento lire di resto, Monsignor Crociata.

Quindi no, non è un "tutti contro tutti".
Ce l'abbiamo proprio con voi.

(Nella foto: la scrittrice Isabella Santacroce, una delle donne grazie alle quali SO che la Santanché non è una donna)

mercoledì 26 gennaio 2011

DONNE E UOMINI

DONNE


Dopo sfiancanti e durissimi test rimangono solo tre partecipanti alla  selezione per un posto da agente segreto sotto massima copertura alla CIA.
Due uomini ed una donna.

Il pool di esaminatori decide di sottoporli ad un'ultima prova per decidere chi sarà affiliato.

Viene chiamato il primo aspirante agente:

"Vedi quella porta? La tua ultima prova consiste nell'entrare lì dentro. Noi ti diamo una pistola, eccola qua."
Gli porgono una Magnum 44.

"Che devo fare?"
"Dietro quella porta c'è tua moglie seduta su una sedia. Per la sicurezza del Paese e per essere sicuri che nulla sarà mai divulgato sui tuoi compiti e sulle tue azioni devi entrare ed uccidere tua moglie con un colpo solo"
"Cazzo"
"Fallo e il posto sarà tuo".
L'esaminato tentenna, prende la pistola ed entra.

"Dici che lo farà?" dice un esaminatore ad un altro.
"Non lo so, ma tanto la pistola è scarica" risponde l'altro.

Dopo un quarto d'ora la porta si riapre e l'aspirante agente esce a testa bassa tenendo la pistola verso il basso:
"Mi spiace, non ce la faccio. Non sono degno di questo incarico....."
"Ci spiace, abbiamo bisogno di gente pronta a tutto. Avanti il secondo candidato!"

Entra il secondo candidato.
Anche a lui viene data una pistola a sua insaputa scarica e gli viene chiesto di sparare alla moglie che si trova seduta in una stanza chiusa che gli viene indicata.

Il tipo sembra più deciso, ma una volta chiusa la porta non si sente alcuno sparo fino a che la porta si riapre ed il candidato esce sconsolato:
"No, non ce la faccio, è troppo anche per me, mia moglie è tutta la mia vita......" e scoppia a piangere.

Gli esaminatori lo congedano e chiamano la terza candidata.

"Dietro quella porta c'è suo marito seduto su una sedia, lei deve entrare e sparargli un colpo in testa, sa la sicurezza, la segretezza...." e bla, bla,bla.

La donna senza proferire verbo apre la porta, appena richiusa si sente uno sparo, poi un altro, poi uno schianto e poi uno sbattere ed urlare per un buon quarto d'ora.

La commissione comincia a preoccuparsi, ma poco dopo la donna esce dalla porta ansimante:

"Non si fa mica così, però. La pistola era scarica e l'ho dovuto ammazzà a seggiolate!"



UOMINI

Una nave da crociera naufraga nei pressi di Capo Horn.

Solo due superstiti riescono a raggiungere un lembo di terra assolutamente selvaggio e che ha tutta l'aria di un'isola sperduta e sconosciuta.

Lui è Alessio, mozzo livornese ancora aitante e lei è l'attrice Megan Fox.

Dopo una inziale ritrosia di lei i due cominciano a fare amicizia, a condividere i metodi di sopravvivenza e, passa che ti passa il tempo, a sviluppare una simpatia reciproca che li porta in breve tempo a delle sane e furibonde scopate.

Passa un mese, due mesi, tre mesi, un anno ma la passione fra i due, complice il lungo isolamento, non si placa.
Ma dopo un paio d'anni Alessio comincia ad intristirsi.
"Che c'è ammorey, non stai bene qui con la tua Megan?"
"Boia dè, di stralusso e in guazzetto, ma sento che mi manca varcòsa.....quarcosa di 'mportante, fondamentale...."
"Cosa c'è che posso farey per te, ammore?"
"Una 'osa la potresti fà"
"Dimmi, ammorey, farò thuttho per tey..."
"Ti ricordi che a qualche centinaia di metri sulla riva più in là c'erano dei bauli arrivati a riva dalla nave?"
"Sì"
Vanno a prendere quei bauli ed in uno ci sono dei vestiti da uomo.

"Ecco, Megan mettiti vesti pantaloni e questa camicia blu che sembri un controllore dell'ATL"
"Cosa vuoi fare, Ale?" chiede Megan preoccupata.
"Nulla, te mettiti quello che ti dico io, guarda queste scarpe a mocassino, ti stanno du' vorte, mettitele dài!"
"Ma cosa vuoi fare, non vorrai mica......." Megan è decisamente allarmata.
"Stai bòna, prendi una matita dall'artro baule da donna e disegnati dù baffi"
Megan esegue, ma si aspetta qualcosa di molto perverso e la sua preoccupazione sale.
"Megan, ti spiace se ti chiamo Gino?"
"Ale, io non......."
"Un ti preoccupà, un ti fò nulla, ti posso chiamà Gino?"
"Oh, Ale ma......ok, ok, chiamami Gino...."
"Gino!"
"Sì?......" risponde Megan aspettandosi il peggio.
"MALLOSAI HO TROMBATO MEGAN FOXSE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

I DUE LIDERZ

Bersani: l'uomo delle lenzuolate. Già da questa premessa si poteva capire che ne sarebbe venuto fuori un segretario fantasma. Le sue strategie per catturare l'elettorato piddino (sì perchè sono ancora al punto di doversi raccattare fra loro) sono andate dall'account twitter la cui gloria probabilmente NON sarà rappresentata in nessun cyberpoema futuro ma che ha sicuramente collezionato lazzi & frizzi in quantità sufficiente da determinare che il carisma dell'onesto faccia-da-norcino reggiano o di dovediavoloè, al momento è saldo nel cuore degli elettori fra quello di Minnie Minoprio e quello di Mario Riva.
L'altra strategia è stata quella di lanciare un grido di battaglia come "rimbocchiamoci le maniche"
Da seduto su uno sgabello.
Dice, allora le vuoi.
Le vieni a cercare.
E dillo.
Stai parlando ad un potenziale elettorato che son decinaia d'anni che s'è rimboccato le maniche e vi mantiene.
Guarda Bersani che ai tempi del CAF si stava meglio economicamente ma non ci regalavano mica nulla.
E sono decinaia d'anni che gli sgherri della gente come voi premia teste di legno, ruffiani, spalletonde e furbetti del condominio.
Ho lavorato nelle COOP rosse e in quelle nere, nei protettorati CGIL e in quelli CISL.
Detto da uno che col culo a sbadiglio che s'è fatto a cottimo era pure caposquadra esterno, Bersani, l'unica cosa che mi viene da dirti é VERGOGNATI.
Ma lui duro, s'è rimboccato le maniche e davanti al puttanaio in onda su TeleBerlusconia non ha trovato di meglio di bofonchiare qualcosa sulle dimissioni, coperto subito non solo dal ringhio vaticano ma finanche da Casini che ha subito sciorinato un torneino a 6 con semifinali e finale secca all'olandese e vedrete se gli danno tempo quante ne tira fuori.
Uniche mosse azzeccate: la foto mentre spalava a Firenze durante l'alluvione del '66. Lì s'era rimboccato le maniche per qualcosa di giusto. Ma non vorrei che aspettasse di ritrovarci tutti un'altra volta nella melma per ricominciare a spalare.
E poi la pagella alla Gelmini.
Ma lì avrei vinto pure io, ed ho la terza media.

In definitiva: un tonno.
Se non sapessi che i poteri ostili a Berlusconi possono fare di meglio sarei partito per Capo Verde in monopattino.

Sennò c'è:

Vendola: Innanzitutto è gay. E questo ha i suoi vantaggi. Intanto se lo beccano a fare orge e festini per lo meno cambia lo scenario. E vorrei proprio vedere quanto ci mette la giugulare della Santanché a scoppiare.
Basterebbe metterla in uno studio con Aldo Busi in acido e il gioco è fatto.
Ma il Nichi è persona seria, troppo seria anche per i Feltri & c. di turno, difatti non lo hanno ancora degnato di un dossier e la cosa sta facendo insospettire anche D'Alema.

Il nostro per ora vagheggia e poeteggia, ma in quanto a mobilitazione e supporto alle lotte contro la macelleria sociale in atto siamo ancora alle tre barrette sul quaderno a quadretti, altro che poesie.
Vendola fatica a darsi visibilità sui luoghi di lavoro e di produzione perchè SL è una formazione nata sulla politica e non sul lavoro.
Interpretate questa oscura frase come volete ma voglio sperare di essere stato chiaro.
Non hanno sfondato nelle università e meno che mai nelle fabbriche.
Il buon Nichi sta anche lui nelle retrovie mentre c'è una consistente fetta di paese che s'è già fatta le sue manifestazioni di quelle che ci si può anche far male, non quelle festose coi bambini, le famiglie e le bandierine, ma quelle di chi va a prendersi le manganellate per mantenere dei diritti già conquistati nonostante le manganellate.
Vendola, i discorsi sono finiti.
Manco un cazzo di sciopero generale sapete organizzare.
Lo fanno la FIOM e i COBAS il 28 gennaio.
Dove cazzo siete voi? Dove sono i tuoi interlocutori privilegiati del PD, i vostri amici della CGIL, voi che vi chiamate opposizione? Di cosa state ragionando? Ma cosa volete dalle nostre vite?
Il punto è che ci stanno rubando le vite presenti e future e voi state lì a pettinare le acciughe.

Questo è.

Fatemi il favore, nel caso che iniziasse qualche moto popolare stile Egitto, Albania, Tunisia, Grecia e chissà poi, prendetevi la vostra fetta di responsabilità davanti a TUTTO il paese, così come Berlusconi ed i suoi dovranno prendersi le loro.
Ma prendetevele, perché non sono poche e non sono meno gravi.

domenica 23 gennaio 2011

MAI UNA GIOIA

Dopo Pecorella anche Cicchitto ha ribadito che stanno prendendo in considerazione l'abbassamento della maggiore età in modo da salvare il culone flaccido del Buffo Omino di Arcore.

Dal mio punto di vista avrebbe fatto più bella figura a presentarsi ad Annozero vestito da suora in reggicalze brandendo un vibratore modello squartapaperi in neoprene verde acido ma evidentemente certa gente non si vergogna più di nulla.

A questo punto me la prendo con la contraerea antiberlusconiana nascosta fra i servizi deviati, massonerie e mafie varie: siete delle merde.

Ma di tutte le porcherie che potete tirar fuori riguardo i vizi e gli stravizi del signor Berlusconi Silvio, non potevate far uscire fuori una foto del nostro presdelcons con un bel tagarolo di skunk fumante e scoppiettante?

E dalle signorine lì presenti non mi aspettavo di certo colpi di genio rivoluzionario o situazionista visto che la più vispa sembra la sorella scema di Bondi, o nel caso delle gemelline napoletane le zie brutte della Santanchè, ma almeno un'anima buona (tipo i loro fidanzati o i loro babbi & mamme più svegli cazzo, almeno gli anni '70 li dovrebbero aver fatti!!!) che spiegasse loro come infilare in bocca un tapironte di nepalese con la promessa che al cospetto il Viagra ha l'effetto di una tictac e riprendere il tutto col telefonino in Odorama avrebbe risolto un sacco, ma un sacco di problemi all'umanità intera.

venerdì 21 gennaio 2011

STIAMO QUI

"Avete visto? Ora s'è incazzato anche il Vaticano!! E' proprio alla frutta!!"
Così urla giuliva la stampa di sinistra. E, ovviamente, non solo.

Ora, se c'è qualcuno o qualcosa con cui il metodo Boffo ha altissime probabilità di successo quello è proprio il Vaticano.

E per metodo Boffo non intendo i soliti triti argomenti storici, etici e politici che noi stupidi mangiapreti a gazzosina abbiamo usato fino ad oggi.

S'inchiappettano i bimbi? E cosa vuoi che sia?
In quei laidi lidi l'omertà verso il nonno che molesta i nipotini è tradizione inossidabile, figuriamoci se Don Daniele, detto Don Dan, non può favorire dei gioiellini di famiglia allo stesso modo in cui sarebbe gradito ospite a cena.

C'è tutto un background dietro, chevvecredete.
E' che pure noi mangiapreti fatichiamo a crederci.

E allora il metodo Boffo alla vaticana non avrà come leit motiv l'attenersi o meno alle Sacre Scritture, ma l'attenersi o meno alle regole di un territorio dove il Dio da adorare non porta la barba e col dito indice non tocca quello di Adamo sulla volta della cappella Sistina.
Questo Dio l'indice lo tiene più facilmente tra le chiappe di qualche minorenne dopodichè se lo fa lustrare dalla lingua di Bondi.
E questo Dio ha una particolare propensione a far girare, così o cosà, SOLDI.

Quindi sarà bene nel caso dovessimo assistere a tale eventualità, che Fini & c. o chi per loro carichino l'artiglieria pesante ed a noi mangiapreti ci mandino un carico di birra e popcorn.

Anche perché se aspettiamo l'artiglieria pesante di Bersani possiamo anche prendere la giacchetta e andare al circolo a rifinirci di ponci.
Ora fa 10 milioni di firme.

O  testa a ginocchio, le dieci milioni di firme te l'hanno già messe col voto e proprio per quello!
T'hanno votato per levarcelo dalla poltrona, non per stare a cercare con quale cuscino ci sta più comodo.
E nel frattempo te e tutti i parlamentari ben saldati a 15.000 euri al mese avete riscosso più puntuali dei rutti dopo la cocacola.

E siamo ancora a dover spiegare a qualcuno che si definisce opposizione che strategicamente sta trovando una varietà infinita di soluzioni per farsi mandare affanculo.
A modo suo è un record.
Ed i restanti italiani che non votano Berlusconi hanno qualche remora nell'insospettirsi.

Ora, perfino in Albania cominciano a far vedere i sorci verdi ai poltronati.
Dico perfino perché a detta della nostra informazione sempresialodatahaha, l'Albania ha una ben definita rappresentazione, quasi che ancora ci sia qualche prurito irrisolto dalla seconda guerra mondiale.

E comunque stiamo qua.

C'è chi aspetta la CGIL e lo sciopero generale.
Chi aspetta Vendola.
C'è chi aspetta il corteo.
C'è chi aspetta Annozero.
C'è chi aspetta quello lo mette a posto lui.
C'è chi aspetta le Brigate Rosse.
C'è chi aspetta Veltroni (lo giuro, esiste!)
C'è chi aspetta l'Avvento del Profeta Nacchero.
C'è un sacco di gente che aspetta.

Se cominciano a calare ancora quelli che non aspettano altri che se stessi allora, solo allora, l'avremo definitivamente avuta.

lunedì 17 gennaio 2011

STADIO ITALIA, 17 GENNAIO 2010 ORE 22,38 TERRENO DI GIOCO IN PESSIME CONDIZIONI, ARBITRA IL SIGNOR NAPOLITANO DA NAPOLI

Il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ha da qualche giorno un'altra buona motivazione per una delle sue solite sbroccate contro la magistratura: sembra che si dilettasse in orge di varia estrazione e natura financo con zoccolette minorenni ma abbastanza mature da riscuotere cifre che per un operaio di Mirafiori potrebbero somigliare di più ai profitti della fabbrica al netto della Duna.

Vengono pubblicati i decreti di perquisizione nei confronti di Silvio Berlusconi e finiscono indagati il direttore del Telegiornale di una delle reti a diffusione nazionale di cui il detto Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana è proprietario ed il più famoso talent scout di icone ggiovanili per ggiovani della Repubblica.
Il quale è indagato pure per frequentazioni calabresi di dubbio gusto, mentre il Fido conduttore probabilmente deve aver rifilato al signor Medicinale Giuliani una bielorussa con l'herpes quindi è già nei problemi di suo (si pone qui una ideale lapide a memoria perenne del nobile gesto che l'invitto Cavalier Medicinale fiero e sprezzante del periglio fece in quel di Mediolanum nella pugnace lotta sul lagrimato suolo colpendo a manrovesci il conduttor tapino il quale ancor digrigna vendetta & maleficio).

L'Italia si solleva.
Si indigna.
Almeno credo.

La prima carica dello Stato è segnalata dalle parti dello scrittoio della sala grande in cerca di una Bic nero di china punta fine, la miglior penna mai esistita nelle varie ere geologiche.
Il Papa lancia un monito riempendo la Sala Udienze di un odore particolarmente sgradevole che gli ricorda tanto le fogne di Tubinga quando esondano in piena estate e quindi, come ha confessato a Padre George, "kvasi kvasi mi eccito".
In realtà le agenzie, se fosse per gli uffici stampa di Quirinale e Vaticano, potrebbero chiudere ed andarsene allegramente in vacanza alle Mauritius.

Bersani viene tirato per la collottola a commentare il videodiscorso del Presidente del Consiglio della Repubblica che in pratica dichiara di stare con una barista di Orzignano e che lui di andare in galera proprio non c'ha voglia, quindi muoia Sansone e tutti l'ebrei, al che ha dovuto subito rettificare perchè Frattini era stato  informato di un improvviso spostamento dei missili israeliani puntati un pò da tutte le altre parti, dirottati verso Casalpusterlengo e dintorni.

Il leader dell'opposizione











scusate, stavamo dicendo: niente da Quirinale e Vaticano.
Patria & famiglia.
I 150 anni dell'Unità d'Italia.
L'insegnamento dell'educazione civile e sessuale che limitano la libertà di religione.
Cosa stanno facendo alla figura della donna nell'immaginario collettivo.
L'immagine dell'Istituzione Famiglia (meraviglioso il padre della Minetti-boccasana, dice "Magari fosse lei la fidanzata")
I valori.
I portavalori.
Il MOIGE
Comunione & Liberazione
NO alle coppie di fatto
NO all'adozione alle coppie gay
NO a BDSM, LGBTQ, NWOBHM (una birra al musicofilo che si ricorda chevvordì) e RU486
Libero.
Un deficiente in quota PdL di nome Speranzon che vuole togliere dalle biblioteche venete i libri degli "Amici di Battisti".
Calderoli sta con gli adulteri e ci adultera tutti.
Stefania Craxi tesse pubblicamente sperticanti appelli a favore di un dittatore appena cacciato a calci nei denti dal suo popolo (dove l'ho già sentita, avrà detto).
La Gelmini che va a Ballarò per dimostrare che è degna della riforma che qualcuno ha concepito in sua vece.


E in tutto ciò:

a dichiarare lo Sciopero Generale, come sospettavo, non é la CGIL.
Eh no.
Vogliamo mettere in pericolo l'unico vero patto sociale esistente, quello fra sindacati confederali che fingono di contrapporsi e insieme ce lo stantuffano bene bene fra le 27 crespelle del buco del culo?
Proprio come hanno fatto paripari fra poli di destra e sinistra in politica?
Lo sciopero lo generale lo fanno quei cattivoni comunisti terroristi lanciatori di uova dei COBAS.
Chi si aspettava urli di guerra dalla Camusso può mettersi l'animo in pace.
Va in magistratura, lei.
Tanto per non perdere tempo.

E nel frattempo sono aumentate le RC Auto, è riaumentata la benzina, Tremonti non ha ancora lanciato un proclama ottimista, Renzi e Civati si son già scissi, Veltroni ancora non è andato a girare documentari sulla vita mondana di Yoaundé ed il Maestro Battiato minaccia di dare alle stampe un'altra lagna alla stregua di "Povera patria" e "Inneres auge" al fine di deprimerci ulteriormente gli ormoni della crescita.

Non mi posso più neanche rincoglionire col calcio perchè l'hanno trasformato in una sbrilluccicante imitazione di un laboratorio eugenetico dove si studia perlopiù la maniera di reprimere le aggregazioni spontanee e di creare mostri di laboratorio che scopano altri mostri di laboratorio di sesso femmina, quando invece sono ancora fermo ai tempi in cui una valletta televisiva non avrebbe mai scopato con uno che di cognome fa Pizzaballa o Longobucco, tempi in cui già tra le riserve delle squadre di serie A vedevi delle facce da cavatori di marmo incazzati, ed erano ragazzi di 20/25 anni.

Se mi trovano una canna devo pisciare per mesi nelle loro provette e andare dallo psicologo.
Io eh.
Se mi trovano 0,5 di alcool nel sangue mi levano la patente.
Se mi trovano l'accordatore pensano che sia un detonatore.
L'unica maniera di viaggiare tranquilli è mettersi una forma di pecorino scaduta da 3 anni sotto il sedile di guida.

Insomma, vediamo se riusciamo a vederci pure il governo più migliore degli ultimi 150 anni buttato giù da una zoccoletta marocchina, poi nel caso potremo passare anche al numero di Napolitano che attraversa il Quirinale in monopattino vestito da arbitro di hockey.

Noi tanto siamo qui, eh.

(nella foto: l'Agenda di Governo)

ESCALATION

E' una escalation.

Ma mica riguardo quello che il buffo omino di Arcore combina un giorno sì e lo stesso pure.
Dài, ormai l'omino è cotto.
Deve ridursi a scovare seduta stante una fidanzata solubile e pronta all'uso perché stavolta rischia per davvero il gabbio e, cosa ancor più esilarante, grazie ad una legge voluta dal suo impareggiabile governo più migliore degli ultimi 150 anni.
E' già tanto che non è estate altrimenti avrebbe detto che stava con una fìa del Bagno Luana.

La capacità di bere cazzate dei suoi elettori sta raggiungendo quella di bere fiaschi di vino di Ugo Balboa.
Chi bazzica Borgo Cappuccini m'ha capito.

L'escalation riguarda quello che i suoi servi riescono a dire in sua difesa ogni volta che c'è da giustificare qualcuna delle suddette cazzate presso il popolo bue.
Ricorderete, ad esempio, Monsignor Fisichella che si apprestò a puntualizzare, in merito ad una bestemmia del premier che, "bisogna contestualizzare".

E da parte mia giù una serie di bestemmie a nastro perchè se non ti viene da bestemmiare davanti a tanta sfacciata ipocrisia e leccaculismo non so dove queste potrebbero essere meglio contestualizzate.

Ora il colpo di genio dell'avvocato Pecorella:

"Abbassiamo il limite della maggiore età così evitiamo altri casi Ruby"

Ora voi vi aspetterete un commento.

Seh.

Vorrei sapere cosa c'è da commentare qui.

A parte che il proporre un argomento sul limite della maggiore età per legge solo perché c'è finito di mezzo il
buffo omino di Arcore è cosa che parla da sè.
Ma io questa cosa non riesco proprio a commentarla.

Dico solo che prima ci liberiamo di questa gente con qualsiasi mezzo o la vedo buia, veramente buia.

giovedì 13 gennaio 2011

L'UMILE VIGNAIUOLO ED ALTRI AMICI/2

Il bambino comincia a concepire cosa sia una sessualità senza che nessuno glielo chieda, lo fa da sè.

Gioca, scopre, si fa delle domande,poi le fa ai genitori cosicchè iniziano i problemi, quelli veri.

No, dai, non voglio dire che il livello medio del genitore italiano nell'informare i figli riguardo il sesso e la sessualità sia scadente. Tutt'altro.
Dev'essere qualcosa dentro l'Estatè che rovina tutto.

Insomma, una delle cose più belle ed affascinanti fra quelle per cui vale la pena di essere al mondo è proprio la scoperta del sesso e della sessualità.
E c'è un discreto manipolo di gente che passa per la tua vita al solo scopo di rovinartela.

Ad esempio:



L'umile vignaiuolo.

Stramalidetto XVI per gli amici, forte dell'autorità del Magistero di Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana Football Club, ci informa che educare i ragazzi a quello che è la cosa più bella che può capitarci nella vita ci porta lontano dalla religione. Anzi, minaccia la libertà religiosa. Specie se insegnata nelle scuole. 
Se non è una dichiarazione di guerra questa non so cosa altro potrebbe esserlo. 

Si sta parlando del conoscere il proprio corpo. Si sta parlando di educazione civile, quindi di imparare a relazionarsi con gli altri, si sta parlando della vita intorno a noi e del nostro corpo che interagisce con questa.

Mi chiedo: si può promuovere l'immagine dell'uomo che si avvicina al Sacro in maniera così gretta, antiumana e, fondamentalmente, idiota?

Qui siamo ancora alle seghe che fanno diventare ciechi.

E' forse per questo che il percorso spirituale dell'Italia è in rotta di collisione con il concetto stesso di Fede?
Non parlo di cattolici, laici, buddisti, musulmani o testimoni di Geova, ma del contenuto spirituale e del nostro approccio alla Fede, quale essa sia.

Lungi da me l'imbarcarmi in digressioni teologiche, vorrei solo rilevare che il messaggio dell'Umile Vignaiuolo è ottimo per allontanare dalla religione qualsiasi essere  pensante.

L'uomo non è una marionetta nelle mani di un dio. Sa vivere confortevolmente sapendo di non esserlo. 
E per esperienza personale posso dire che l'assenza di un Dio nella vita di una persona é perfettamente ammortizzabile dato che è la percezione che sviluppiamo della Vita nel suo termine primordiale che ci avvicina a qualcosa che potrebbe somigliare al Dio di cui parla Stramalidetto XIV.
E si può fare questo percorso anche leggendo qualcosa di diverso da un "Libro sacro" che altro non è che una opera dell'umano ingegno, parapara.

Ma non ho nessuna remora nel dire che il percorso spirituale di ogni individuo non ha bisogno di mantenere il carrozzone ignobile che le religioni teistiche hanno messo su in questo pianeta.

L'infelicità, la sofferenza, il sangue innocente che le religioni hanno versato in tutti questi secoli possono dire tutto quello che c'è da dire riguardo la libertà religiosa anelata dall'umile vignaiuolo.

Sono disposto a combattere una guerra infame e cruenta per difendere il terzo piano del mio condominio dai venusiani e dai gormiti, ma non ho nessuna intenzione di farmi una guerra di religione.

Le anime morte viaggiano sicure in questo mondo alzando i propri simboli ed i propri oggetti di culto.

Quelle vive passano il loro tempo a sfuggire i loro inganni e contrastare le loro infamità.

E a vivere.

mercoledì 12 gennaio 2011

DI PAROLE E PRESIDENTI

Per l'amor del cielo, lungi da me l'idea del voler convincere qualcuno che il buffo omino di Arcore, meglio conosciuto come Silvio Berlusconi, sia un buffone oltre che uno sfacciato mentitore.
Chiunque, dalla sua apparizione ad oggi, non lo abbia da par suo categorizzato probabilmente versa - ahilui - in uno stato di coma difficilmente reversibile.
L'omino è quello, prendere o lasciare.
Io lascerei, ma così come in un sacco di altre cose, molti italiani non la pensano come me fermo restando che rimango irremovibilmente orgoglioso di non pensarla come quei molti italiani.

Sta di fatto che apro uno dei miei blog preferiti e cioè quello di Mazzetta e mi leggo questo post.
Nel precedente post avevo scritto che con questa gente le parole non servono più a niente.
Allora sapeste quanto godo quando ho ragione.

Poi, pur essendo reduce da una corroborante giornata di lavoro, ho pensato:
"Aoh, ma noi ce l'avremmo un garante per le nostre parole!"
Ed è vero, sta in posto dove l'hanno messo apposta, per fare proprio quello, ce l'hanno messo votandolo e sta in un posto che si chiama Quirinale.

Visto che non legifera, non decreta, non risolve e non - qualsiasi altra cosa - e visto che rappresenta tutti gli italiani dal 1860 ad oggi mi aspetterei che, non dico tre volte al giorno, ma una volta ogni tanto mi facesse sentire difeso nella mia volontà di mantenere i significati della lingua italiana così come la conoscevo e che ho perfezionato nelle scuole elementari pubbliche italiane grazie ad una bravissima maestra di nome Marcella Barbanti vedova Cini, che voglio ricordare con nome e cognome perché trattavasi di una vera, Grande Maestra elementare.

E c'era la foto di Saragat in classe.
Uno avrebbe cacciato il Buffo Omino a suon di rutti alla grappa e senza diritto di replica.

Insomma, quello che "tanto si sa da che parte sta" mi sembra che percepisca anch'egli una ricca prebenda per fare el sò mestè.

Allora, mi son detto, vuoi vedere che UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO può permettersi di non sapere che quello giudiziario non è un ordinamento ma UN POTERE? UNO DEI TRE, PER LA PRECISIONE? Dài, sarebbe troppo grossa.
Può permetterselo.
Oggesù.

Ma certo che lo sa, il buffo omino.

Ma avete presente quando si giocava a far irritare qualcuno nella maniera più fastidiosa possibile?
E cioè agitandogli le dita sotto il naso dicendogli "C'è tuo qui?"
Ecco, a lui piace giocare così.
Ed il nostro Garante che fa?
No, non interviene a reti unificate semplicemente per leggere senza commentare tutto il titolo IV sez.1 della  Costituzione Italiana, ci mancherebbe altro.
E nemmeno fa una qualsiasi dichiarazione, monito, esternazione, FIRMA. No, non firma.
Preoccupante, eh?

Un Presidente che facesse il suo lavoro, in queste condizioni create per volontà ed interessi di un marchio con un biscione stilizzato (non so se ci avete fatto caso ma ha rubato pure il simbolo all'Inter e se Moratti gli chiedesse i diritti gli verrebbe risposto col solito giochino delle dita davanti al viso), avrebbe avuto molto da fare per difendere la Costituzione e quello che contiene.

Lui firma e fa due borbottìi.
La riforma Gelmini passa in quel modo, mezza Italia s'infiamma e lui firma e borbotta.
Si cambiano in corse le regole ed i diritti per i lavoratori conquistati con anni di lotte e di sangue e lui borbotta perché non c'è niente da firmare. Per ora.

Borghezio insulta gli aquilani e gli abruzzesi tutti e lui si chiede se sia il caso almeno di borbottare.
Quando c'è da fare i festeggiamenti per l'Unità d'Italia manda la sua velina ai leghisti e si fa pure rispondere a male parole dell'emiparetico rantolante.

Sapete che c'è?

Io vorrei un normalissimo CAZZO DI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Se pò?

(nella foto: un'elettrice berlusconiana segue con malcelato entusiasmo il discorso di Capodanno del Presidente della Repubblica)

martedì 11 gennaio 2011

INTOLLERANTE SARA' LEI

Le parole con questa gente non servono più.

Anche le parole sono state svuotate di ogni significato da questa classe politica.
Pensate solo alla parola "Libertà".
Le parole sono importanti, ma Moretti lo diceva tanto tempo fa.
In mano a loro non contano più un cazzo.
E tu, popolo, dovresti interloquire con gente che non parla più neanche la tua lingua.


Se tre ragazzini bestemmiano doviziosamente ed istintivamente in uno di quei format di merda c'è la gogna, se lo fa il Buffo Omino di Arcore bisogna contestualizzare.
Neanche i termini "dissenso", "protesta", "terrorismo" o "valore" non significano più una cippa.
Il "dissenso" e la protesta ti pongono automaticamente "fuori" dai traffici ed i business che si svolgono allegramente sotto i nostri culi: c'è da fare un inceneritore, un rigassificatore, una centrale nucleare, un tratto di TAV, un nuovo ospedale inutile, un ponte tra Capraia e la Corsica, il tutto come, quanto e perché pare a loro; quello che importa, l'unica cosa che importa, sono i soldi che girano. I nostri soldi che amministrano come fossero i LORO soldi e solo i loro.
I referendum non li caga più neanche chi li promuove; è un istituto che ha perso significato, spinto all'eccesso dopo quelli storici su divorzio ed aborto.
Perché dovrebbe essere chi sta ben retribuito e ben assiso sulla sua poltroncina legiferare in nome di tutti gli italiani.
Quindi la classe politica attuale ha deciso che fa come cazzo gli pare e guai a chi fiata.
E allora quando le parole non servono più si passa ad altro.

Ad esempio, ieri mi leggo di come quella forma di vita su cui si dovrebbe studiare la curva parabolica ascensionale dell'involuzione del comportamento nei ceppi etnici suini e segnatamente Mario Borghezio, se n'è uscito con la solita favoletta del sud lavativo mettendo come icona i terremotati abruzzesi.

I quali, oltre  a vedersi tuttora la città ad uno spettro inquietante e desolato, con tutti i segni possibili ancora visibili, hanno dovuto sopportare imprenditori ridens, militarizzazioni, manganellate ed - en passant - lo sradicamento totale della propria vita, non senza il simpatico fardello di qualche tremendo lutto.

E allora sarebbe l'ora di farla finita con le parole.
Le loro, però.

Borghezio a Livorno non viene.
Non può venire.
Perché l'ultima volta che c'ha provato è finita così:





Io c'ero.
Non ero fra quelli che hanno avuto scontri con le forze dell'ordine ma c'ero.
Una giornata allucinante che, tanto per ribadire, dimostrò anche la gestione delinquenziale del coordinamento Comune-Questura, visto che l'incontro del suino leghista venne spostato ad un orario perfetto per accogliere gli ultras appena usciti da Livorno - Messina che si giocava alle 15.
Ma tant'è, ero all'imbocco degli Scali Finocchietti dove c'era una nutrita rappresentanza di gente che non aveva proprio l'aspetto del militante, anziani, famiglie con carrozzine al seguito, ragazzini, gente affacciata alle finestre, tutti ad urlare il proprio schifo verso quell'essere.
Ritorno sulla frase "Non condivido ciò che pensi ma darò la vita affinché tu possa dirlo".
Quello della città fu un fiero rigurgito di autodifesa, di distinzione alla marea nera di schifo che ci sta togliendo l'uso della parola e delle sue applicazioni.
E sarebbe una buona cosa se questi individui dovessero cominciare a non poter andare troppo in giro.
Perché Borghezio ha provato a tornare due anni dopo ma non gli è stato permesso di venire.
Motivi di ordine pubblico.
Ci va bene anche passare per intolleranti, nella loro lingua, o neolingua.
Se solo penso a cosa significa per loro libertà sono in una botte di ferro.
(nella foto: un livornese festeggia la cacciata di Borghezio nella piazza di un vicino borgo abitato da bifolchi che si muovono in curiosi barrocci)

sabato 8 gennaio 2011

HAPPY BIRTHDAY

Credo siano passati 36 anni da quando acquistai una copia di "Pin-ups" di David Bowie alla UPIM di Livorno.
Avevo 11 anni ed avevo iniziato da poco ad acquistare "Ciao 2001" mentre l'altra rivista musicale allora in giro ("Qui Giovani") aveva chiuso bottega da pochissimo.
Era il quarto LP che acquistavo dopo una preadolescenza passata ad infilare senza sosta 45 giri nel mangiadischi.
La ragione per cui acquistai quel disco fu il convincente articolo di presentazione di Ciao 2001 ma soprattutto quella copertina:


Due maschere aliene che mi dettero un senso di irrequietezza e.....completezza, ecco credo sia il termine giusto.
Inoltre faceva molto irritare i miei genitori, quindi doveva per forza di cose essere cosa buona e giusta.
A quell'età si ragiona così, almeno il sottoscritto aveva adottato entusiasticamente tale weltaanschaung visto i reiterati e pedanti tentativi dei miei di fare di me un ragazzo "con la testa a posto" e datosi che i modelli di "teste a posto" che mi venivano indicati mi facevano vomitare altra soluzione che andare esattamente all'opposto non mi rimaneva.
In breve tempo avevo la allora piuttosto scarna discografia di David Bowie per intero.
"Diamond dogs" non era ancora uscito quindi feci abbastanza presto.
Per farla breve nel giro di un mese diventai un fan bowiano fino al midollo e tale sono rimasto ad oggi, per l'appunto 36 anni dopo.
Perché David Bowie non è solo un cantante o un artista.
E' la quintessenza dell'arte.
E' un personaggio che ha trasmesso il suo messaggio cambiando continuamente pelle rimanendo profondamente e coerentemente se stesso.
Ha dato al termine "rockstar" un significato a 360°, il primo che ha veicolato l'immagine come un fattore importante allo stesso modo in cui è importante la musica. Perchè l'immagine è un veicolo del messaggio proprio come la musica che l'immagine produce.
Non era Lady Gaga. Niente di paragonabile, neanche a quei tempi.
La musica non era spazzatura commerciale da consumare in poche settimane per poi far posto ad un'altro video e ad un'altro tormentone simil-Madonna.
"Pin-ups" ad esempio è un disco di covers, e che covers.
Ascoltate la versione di "See Emily play" dei Pink Floyd, quell'uscita al limite dell'atonale sulla quale entrano gli archi a sfumare definitivamente.
O la decadente e sfibrata eppure pervasa da un vigore nascosto ed irrefrenabile "Where have all the good times gone" dei Kinks.
O la fumigante "Anyway, anyhow. anywhere" degli Who.
Tanto per mettere due puntini sulle i.
Ma è stato poi, con gli "Hunky dory", gli "Aladdin sane", i "The rise and fall of Ziggy Stardust", gli "Space Oddity" che mi esplose qualcosa dentro, qualcosa che sentivo assolutamente, profondamente ed ineluttabilmente mio.
Senonchè il mio preferito nonché quello che affettivamente mi è più caro resta "The man who sold the world", un disco oscuro, cupo ed anche abbastanza ostico rispetto ai suoi capolavori.
Chitarre acide, basso decisamente sopra le righe, drumming spezzato e nervoso, ballate che toccano i nervi scoperti dell'inconscio ("After all", "All the madmen"), capolavori pop che per fortuna Kurt Cobain ha dissotterrato dall'oblìo ("The man who sold the world"), la perfetta epica pop ("The widht of a circle"), cavalcate acide e corrosive ("She shook me cold") e ciononostante l'album non era mai segnalato dalla critica, era praticamente il fratellino minore, la Cenerentola della discografia bowiana.
A me faceva letteralmente strippare.
E quel senso compiuto di assemblaggio delle emozioni e dei segnali del rock 'n roll come lo conoscevamo allora.
Beatles, Rolling Stones, Dylan, il beat anglosassone, il rock americano: ci sentivi di tutto, ma soprattutto ci sentivi Bowie. Perché era fin troppo evidente che l'allora Ziggy Stardust aveva ben metabolizzato gli anni '60 in tutte le loro componenti e ne aveva fatto una rilettura personale e personalizzata, dandola in pasto al pubblico con sembianze mai viste allora.
Era l'uomo delle stelle, la star che apriva l'armadio dell'immaginario giovanile più nascosto, il vero simbolo della rivoluzione sessuale, la traccia da seguire per chi avesse ben inteso da sè, individualmente il concetto di Libertà, quella fuori dallo schema ideologico ed ideologizzato.
Puoi essere qualunque cosa, se lo vuoi. Era questo il messaggio.
Recepii.
Ovviamente non ho mai avuto la minima intenzione di scimmiottare il personaggio, quindi non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di imitarlo a livello di immagine. Non ho la stessa fisicità androgina, né il magnetismo di Bowie che per quanto vedo in giro rimane unico ed inimitabile.
Però ho lussuriosamente esplorato, conosciuto, assorbito e carnalmente metabolizzato qualsiasi cosa mi affascinasse, anche cose diametralmente opposte tra loro, rivestendo l'abito mentale adatto per accoglierle e dismettendolo per trasformarlo in altro quando mi sentivo pronto per esplorare nuove esperienze con un bagaglio in più. E senza porre limiti in partenza.
Questo è il marchio che ho ricevuto dall'artista e dalla sua musica.
Questo marchio mi è rimasto addosso tuttora.
Cambiare pelle, espressioni corporee, sensibilità, esplorare ed esplorarsi, sempre rimanendo se stessi.
Il Bowie americano di "Young americans" e "David Live" e quello berlinese della trilogia, quello svagatamente dandy di "Black tie white noise" e quello maturo ma ancora presente nel tempo di "Earthling" e "Outside" mi hanno accompagnato come una presenza rassicurante e familiare, soprattutto dopo che l'ondata punk di fine anni '70 e quel che ne ha conseguito ha costituito un altro caposaldo del mio modo di pensare.
E non è un caso se Bowie viene definito uno dei padri del punk.
E' certo che gli artisti che eleggiamo fra i nostri preferiti spesso, anzi quasi sempre, sono una espressione di nostri desideri inconsci e che specialmente in giovanissima età ci aiutano a instradare aspetti della nostra personalità e da qui parte un processo di identificazione che spesso sfocia in manifestazioni non proprio "sane", ma la mancanza di regole che il rock 'n roll ha da sempre promosso è un sintomo di come sta poi a noi individui gestire il proprio equilibrio e la propria crescita.
Bowie è stato un modello di liberazione individuale come mai più ne vedremo in questa società spettacolarizzata ed appiattita su modelli che non propongono, ma impongono l'essere ragazzi "con la testa a posto" e che semmai possono esternare se stessi in maniera bizzarra, sì, ma a fini di profitto per l'industria della musica e quindi da questa manovrati ed edulcorati.
Bowie è stata un'altra delle espressioni nate dalla cultura pop warholiana che era di per sè stessa industria e messaggio, che costruiva da sè l'immagine ed il suo contenuto, per questo credo che un artista come David Bowie sia oggi assolutamente irripetibile.
Tra l'altro ho la fortuna di frequentare quasi quotidianamente Lindsay Kemp che è stato il suo primo maestro di mimo e di espressione corporea nonché il coreografo e mentore dello show che portava in giro sotto le spoglie di Ziggy Stardust. Ora cura i laboratori di teatro e danza per i giovani virgulti livornesi che vogliono affacciarsi al mestiere di attore teatrale.
Quando per la prima volta l'ho visto apparire nel teatro dove lavoro ho quasi avuto un infarto.
Solo che dopo due secondi un macchinista mio collega, Bobo, gli ha appioppato una possente manata sulla schiena seguito da un giovialissimo "Vieni, Linziiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!" spoetizzandomi il tutto a tempo di record.
Ovviamente il Maestro preferisce il bacetto ma abbozza soavemente.
Vabbé.
Oggi David Bowie compie 64 anni.
Auguri.

mercoledì 5 gennaio 2011

LE PROVO TUTTE

All'unico visitatore di questo blog proveniente dalle Maldive (vedi contatore) chiedo:

Ce ne sono teatri da quelle parti?

E non è che nel caso potresti sentire se c'è bisogno di un bravo macchinista?

IN FILA PER TRE




Finite le feste l'anno nuovo riporta tutti ad una realtà che presuppone un 2011 molto interessante.
E per interessante intendo che siamo chiamati a fermare il massacro sociale a cui questo governo sta alacremente lavorando e dal quale i settori vitali del paese sono chiamati a difendersi e/o attaccare.


Quello che siamo chiamati a difendere però non è il solito nostro piccolo orticello, c'è un sistema di pensiero al quale va dato per l'ennesima volta l'assalto.
Quale?
Quello che - a grandi linee - coincide con quello descritto da Edoardo Bennato, che a mio parere era un signor cantautore prima di iniziare a inseguire gol nelle notti magiche.


Altri tempi. Forse.












IN FILA PER TRE


presto vieni qui ma su non fare cosi'
ma non li vedi quanti altri bambini


che sono tutti come te
che stanno in fila per tre
che sono bravi e che non piangono mai

e' il primo giorno pero'
domani ti abituerai
e ti sembrera' una cosa normale

fare la fila per tre
risponder sempre di si
e comportarti da persona civile

vi insegnero' la morale
a recitar le preghiere
e ad amar la patria e la bandiera

noi siamo un popolo di eroi
e di grandi inventori
e discendiamo dagli antichi romani

e questa stufa che c'e' e
basta appena per me
percio' smettetela di protestare

e non fate rumore
e quando arriva il direttore
tutti in piedi e battete le mani

sei gia abbastanza grande
sei gia abbastanza forte
ora faro' di te un vero uomo

t'insegnero' a sparare
t'insegnero' l'onore
t'insegnero' ad ammazzare i cattivi

e sempre in fila per tre
marciate tutti con me
e ricordatevi i libri di storia

noi siamo i buoni percio'
abbiamo sempre ragione
andiamo dritti verso la gloria

ora sei un uomo e devi cooperare
mettiti in fila senza protestare
e se fai il bravo ti faremo avere

un posto fisso e la promozione
e poi ricordati che devi conservare
l'integrita' del nucleo familiare

firma il contratto e non farti pregare
se vuoi far parte delle persone serie
ora che sei padrone delle tue azioni

ora che sai prendere le decisioni

ora che sei in grado
di fare le tue scelte

ed hai davanti a te
tutte le strade aperte
prendi la strada giusta e non sgarrare

se no poi te ne facciamo pentire
mettiti in fila e non ti allarmare
perche' ognuno avra'
la sua giusta razione
a qualche cosa devi pur rinunciare
in cambio di tutta la liberta'
che ti abbiamo fatto avere

percio' adesso non recriminare
mettiti in fila e torna a lavorare
e se poprio non trovi niente da fare

non fare la vittima
se ti devi sacrificare
perche' in nome del progesso
della nazione
in fondo in fondo puoi sempre emigrare