La mano che si alza e si abbatte sull'inerme.
Non credo ci possano essere manifestazioni della natura umana più vigliacche di questa.
La violenza della guerra porta gli umani a nefandezze inenarrabili, ma quello che succede in tempo di pace e al chiuso di quattro mura è un'altra cosa; la vittima è lì ed il carnefice é pronto a riversare su di lei tutto il suo bagaglio di frustrazione e cattiveria.
La settimana scorsa la TV è rimasta accesa su un programma, "Sirene". Mai coverto e mai sentito nominare.
La puntata è iniziata inquadrando una badante di una persona anziana ospite della casa di riposo "Villa Borea" di Sanremo che denunciava alla locale Guardia di Finanza il sospetto che nella suddetta clinica avvenissero dei maltrattamenti.
Ora qua sotto c'è la puntata. divisa in tre parti.
La pubblico qui e non per spettacolarizzazione del fatto ma per la semplice ragione che il seguito del post è strettamente connesso con le reazioni che si possono avere guardando una cosa del genere.
Però, seriamente, pensateci un attimo prima di guardare i due video perché le immagini sono parecchio, ma parecchio pesanti:
Ora, sfido chiunque a non avere i brividi, soprattutto per l'impatto emotivo delle immagini registrate con le telecamere nascoste.
E poi arriva la rabbia.
Che persone possono essere quelle persone che al sicuro delle quattro mura si comportano in quella maniera con degli anziani non autosufficienti?
Oppure con dei bambini, come documentato nel famigerato asilo "Cip & Ciop" di Pistoia.
O comunque contro chi non si può difendere.
E parte la rabbia per cui si invocano pene di morte, squartamenti in piazza, depilazioni al napalm e altre amene trucidezze come se Beccaria avesse scritto un trattato di cucina irlandese o che l'ordinamento giudiziario prevedesse pene assolutamente inadeguate per crimini del genere.
Beh, dipende.
La direttrice sanitaria della clinica sanremese, Rosalba Nasi, è già stata scarcerata ed ha i domiciliari revocati.
Ora, che sia la moglie di un senatore PDL, tale Boscelli, e che dalla sua pagina Facebook si dichiari di "orientamento cattolico" sicuramente non c'entrerà per nulla, ma se permettete io invece qualche sospetto ce l'avrei.
Ci sono diversi punti da affrontare: non passa delitto efferato nel quale non salti fuori qualcuno che invoca la pena di morte, in certi casi si invoca la tortura o il linciaggio di piazza.
Insomma, cose truci. Altrettanto e forse più.
Come invece ci sono i giustificazionisti in servizio permanente effettivo. Troppo stress. Vite di merda che si sfogano su gente inerme. I metodi di lavoro. Il prezzo della benzina. Le cavallette. L'Inter che perde.
Allora cominciamo a vederla prima di tutto con la prospettiva di chi rifiuta il detto "Not in my backyard" e pensiamo un attimo se in questa situazione si trovasse qualche persona cara.
Vedo gente che già lustra la colubrina.
Scegliete voi. Anziani che vengono trovati con ecchimosi e segni di violenza, bambini che iniziano a comportarsi in maniera innaturale e che cambiano radicalmente maniera di comunicare.
Ed è qualcuno di casa vostra.
Oppure. Una donna, che ciclicamente si presenta con lividi, graffi, segni e altre amenità perché ha un uomo violento che la picchia. Ed è qualcuno di casa vostra. O un'amica.
Qui ovviamente non si parla di strutture private finanziate con soldi pubblici e dove il controllo dello Stato é inesistente, ma di mura private di quell'enclave chiamato "famiglia" e che tanto fa sospirare i cattolici cuori dell'italietta borghese. Ma il nesso c'è e non serve faticare molto per trovarlo.
Si parla di gente che per un qualche motivo decide di assurgere al rango di carnefice in tempo di pace e non avendo un nemico da combattere sceglie la via più facile, quella degli indifesi.
Davanti alle immagini di Villa Borea difficilmente si ha la lucidità di soffermarsi in analisi sociologiche, il riflesso é generalmente il solito: occhio per occhio e se possibile anche peggio.
Ma allora questo "paese civile" quando cazzo lo facciamo?
Io di risposte non ne ho, io faccio solo rock 'n roll, diceva un noto - ah ah - caaantautore.
Però se non mi fermo alla pancia posso intuire l'inferno che cova nella testa dei carnefici.
E' la componente di legge della jungla rimasta dentro di noi. Quella che trasforma in macchine di odio e che spesso uccidono.
Queste persone non sono in grado di vivere in una comunità. Spiace dirlo ma questo prescinde da posizione sociale, razza, credo e numero di scarpe. Sono un pericolo per i più deboli. Sono malati. Sono sopraffatti da un istinto di dominazione che non sanno dove convogliare. Sono plagiati da una mentalità di massa che ha resistito fino a poco tempo fa e secondo la quale a chi è sottomesso non è dato da ribellarsi.
E allora chi ha in mente di costruire una società civile ha il dovere di fare da muro. In qualsiasi maniera e con qualsiasi mezzo.
La pena di morte è un mezzo giuridico aberrante e per me lo resta anche dopo aver visto quelle immagini.
E non essendo un giurista ma un individuo che viene dalla strada non ho l'illuminata concezione della Giustizia con la quale è costruito il nostro codice penale. E poi ripenso se succedesse a qualcuno di casa mia.
Però, quanto sforzo per poterci ancora chiamare umani.
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