lunedì 6 agosto 2012

OUT OF THE BLUE INTO THE BLACK

Ad un certo punto arriva l'impasse.
Non che uno esaurisce le cose da dire ma ha l'impressione di dire sempre le stesse cose. O la stessa cosa. Da venirsi a noia da solo.
Così riparte per un'altra tangenziale piena di vicoli, sterrati, tornanti, saliscendi e curve a parabola per vedere se riesce almeno a sentirsi ancora utile a se stesso scrivendo, avendo sempre accolto con sincera quanto stupita curiosità il fatto che anche qualcun altro trovasse utile il contenuto di questo blog.
Succede che il senso di ostinata dedizione a trovare risposte, quale esse siano, comporta talvolta il comportarsi in modo strano e posso dire ultimamente di avere allegramente abusato dell'opzione.
Chiaramente we can change the world all togheter peace and love ma a mio parere siamo decisamente sulla traiettoria opposta, o sulla trattoria opposta e poco cambia.
In poco più di 7 mesi dall'allontanamento a calci in culo del Buffo Omino di Arcore e della sua schiera di tristi scherani/e da Palazzo Chigi siamo rimasti lo stesso coacervo di retroposti in nome di altre ineluttabili entità nel nome del quale si reprimono volontà popolari che sarebbero ben più condivise se una buona parte di umanità non avesse deciso di recitare la parte dei Bravi Cittadini del Mondo Nuovo o dell'ormai usurato scenario orwelliano senza che nessuno glielo abbia chiesto.
I cittadini che fanno la spia sono protetti dall'anonimato per legge, chi è pentito di mafia ha la scorta, chi sa scegliersi gli amici ha bisogno di nemici, l'Italia è un feudo dai pochi Signori e dai troppi vassalli e chi ha inventato la panzana che è la maggioranza a concedere di governare brucerà nel girone dei pallonari per l'eternità.
A un certo punto le parole non bastano più per descrivere l'oscura rassegnazione al Brutto-Nell-Anima che sta caratterizzando ciò che succede sul Patrio Lagrimato Suolo che si chiama Italia.
Purtroppo quello che meglio riesco a fare per andare oltre è suonare, o meglio, cantare.
E constatare che nei confronti di chi si azzarda ad intraprendere un simile percorso pende una discreta opera di costante criminalizzazione dalle più svariate componenti sociali, come in tutto l'alveo che comprende le manifestazioni dell'ingegno raccolte sotto il termine Arte.
Chiariamoci, non sto assolutamente parlando di contributi ed agevolazioni da parte di non richieste autorità.
Nè di spazi che i media, QUESTI media in particolare, dovrebbero concedere o garantire a determinate realtà artistiche.
E' probabile che il concetto stesso di Arte sia tuttora in evoluzione, soprattutto per colpa del solito, onnipresente "mercato" ma è in momenti come questi che mi sfugge come si possa dimenticare come sono stati e cosa l'ingegno umano abbia potuto sviluppare in questi campi prima dell'avvento delle civiltà industriali e del capitalismo. E quindi della televisione, lo strumento passivo per eccellenza e sul quale avrà scritto anche qualche sociologo esquimese improvvisato sul momento.
Ci sfugge che l'Arte e chi ne gode sono proprietà degli stessi due soggetti. Non di chi ti dice cosa deve piacerti. E attenzione che il passo è breve.
Chi ha le leve in mano ha tagliato negli ultimi anni risorse e contributi alla cultura e allo spettacolo in maniera selvaggia ma questo riguarda, oltre al mio lavoro, leggi e convenzioni.
Se mi chiudi i teatri e nei locali fai spegnere la musica a mezzanotte, ad esempio, ci vuoi tutti a casa.
Giovani e meno giovani.
I tentativi di proporsi in contesti autonomi significa andare incontro come minimo a disastri strutturali perché avere uno spazio anche microscopico per un laboratorio, per uno studio, per una sala prove, per un minimo di una qualsiasi attività si deve andare ad attaccare il Sacro Moloch del Patrimonio Immobiliare, che come sappiamo in Italia è gestito dalle mafie più zozze e delinquenziali nei confronti del Bene Pubblico.
Quindi si occupa. E quando si occupa non ti stendono precisamente un tappeto rosso.
E a queste legislazioni devono rispondere quelle che regolano le attività di locali e punti di aggregazione che in qualche modo promuovano messaggi relativi all'Arte. Nonché al ricatto di quell'Ordine Pubblico per cui quattro briai su una spalletta fanno "Movida" e polemiche alimentate soprattutto da politici locali, privilegiati e stampa cittadina.
E tutto ciò ha un suo pubblico, quelli che si adeguano.
O si divertono a fare petizioni, accorati appelli, servizi giornalistici e articolesse pseudiosociocoglionologiche.
L'ignoranza e l'abbrutimento fanno tuttora da ago della bilancia.
Chi legifera su arte e spettacoli non ha nessuna capacità, nessuna competenza e nessuna voglia che l'Italia continui a produrre Arte come ha fatto durante il resto della Storia dell'Uomo.
Altrimenti parliamo di come viene valorizzato il nostro Patrimonio Artistico e dell'ingegno.
Una volta tolti i diritti sul lavoro, una volta stuprata la Natura si vogliono mangiare anche l'Arte.
Le manifestazioni estive sembrano una concessione al popolo, quella di scendere per strada nel giorno della festa, non che invece dovrebbe essere la gente a riprendersi le strade, i luoghi, le piazze, i parchi e le passeggiate. E' tutta roba nostra.
Dicevo che non bastano più le parole.
Forse cominciare a comportarsi in modo strano può essere un punto di partenza.

4 commenti:

brazzz ha detto...

ciao carissimo che piacere rileggere qualcosa di tuo!!!mi erano mancati i tuoi post...

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Comportarsi in modo strano, imprevedibile, non lasciarsi codificare... un'idea che dovrebbe impadronirsi delle masse... quando accadrà sarà fatta!

Spazzolone ha detto...

Senti,la mia famiglia è strana mia moglie è strana,mio figlio è strano io sono strano,abbiamo uno strano tenore di vita,strani concetti,strane ottiche,strane reazioni.E siamo artisti e d'arte campiamo (pochi mezzi eh? non credere che siamo artisti ricchi)
Risultato:elogi,complimenti ammissioni di colpa da parte di quelli che"non sono strani",ma sono tutti coscienti di essere quello che sono,però riconoscono anche di non potere fare a meno dello stile di vita che i "signori" ed i loro "vassalli" gli hanno riservato.
Il farsi piacere le cose imposte come piacenti,il pensare comunque con una deriva fascistoide,è un modo di vivere,in piena coscienza
"tappandosi il naso"dicono loro.
Con questa espressione,coloro che hanno votato che so,uno a caso D'alema,si lavano la coscienza(?)
così come quando dicono:"ecco dovremmo fare tutti così come fai tu,vedi che le cose cambierebbero!"
e un secondo dopo sono li a fare sforzi assurdi per far si che le cose rimangano tali e quali.
Sinceramente mi sono rotto il cazzo di vedere un intero popolo fregarsene scentemente di se stesso e pigramente assistere alla morte della propria libertà.
E poi che ti danno in cambio?Il cancro,la certezza di un futuro fatto di miseria e un presente fatto di dio e di speranza.
ehy ehy my my

sassicaia molotov ha detto...

@brazz ciao, un onore averti ancora qua ;)

@HIV: seminando seminando

@spazzolone: rock'n roll can never die