martedì 14 giugno 2011

SENZA NOME

Siamo ancora un paese dove i rappresentanti del governo all'indomani di una roncolata nelle gengive hanno la faccia di cercare di farsi passare quasi per vincitori, vedi ieri quel fardone di casino vestito a festa della Santanché; ormai dovrebbe partire il classico coro "scemi, scemi" ogni volta che aprono bocca, col cazzo che sciupo le monetine.

C'è un fondo di Lidia Ravera che parla di "popolo senza nome".
E che questo "popolo senza nome" ha deciso di far sentire la propria voce, decidendo il risultato del Referendum.
Non so se l'osservazione può apparire capziosa, ma questo "popolo senza nome" è il secondo partito d'Italia a tutti i giri elettorali e mi risulta strano che soltanto quando le voci "istituzionali" dell'opposizione istituzionale se ne accorgono e quando questi è messo in condizione di poter dire una parola chiara, questo popolo abbia un riscontro mediatico.

Quel popolo la propria voce la sta usando da anni, non facendosi rappresentare da questa classe politica e scegliendo di non votare nessuno dei partiti che si presentano alle elezioni.

Guardatevi le percentuali di astensione, bianche, nulle, invalidate e graffitate.
Mai andati sotto il 30%. Siamo una potenza.

Allora, al di là delle sofisticate analisi di mezzibusti, politicanti, sondaggisti, figurine e portieri del Benevento la realtà è che l'unico messaggio incontrovertibilmente chiaro dato dalle ultime due consultazioni elettorali é.

VI DOVETE LEVARE DAI COGLIONI.

Ma non solo questo governo di pagliacci, tutti. Opposizione compresa.
Perché é ora di cominciare a fare due conti. Il Buffo Omino di Arcore comincia a sentire sul collo il fiato della Storia. Ma ai suoi sodali travestiti da oppositori non penso vada riservato un trattamento migliore.

Senza andare troppo lontano a cercare finanziamenti Fininvest al giornalino dell'area migliorista del PCI (alla cui testa c'era un certo Giorgio Napolitano), o bicamerali-burletta che hanno di fatto rafforzato in modo decisivo il Buffo Omino, o Veltroni (basta la parola): vorrei far notare al gaudente popolo del referendum che il signor Bersani, prima di fiutare l'aria che tirava, pontificava di privatizzazione dell'acqua col suo solito pacato eloquio da parroco brillo di Sangiovese.




Che la corrente dei nuclearisti nel PD è tutt'altro che sparuta, che al concerto del Primo Maggio gli artisti hanno dovuto firmare una liberatoria affinché non pronunciassero discorsi in cui si facesse riferimento ai referendum, che la RAI (cioè il servizio pubblico pagato dagli utenti) ha conclamatamente  ed ignobilmente sabotato questi referendum senza che nessuna delle bocche ad idrovora in quota PD si sentisse in dovere di fare alcunché. Che i messaggi arrivati dai media di fonte PD vedono le solite trite richieste di dimissioni alle quali perfino il Berlusconi attuale risponde a pernacchie mentre prima D'Alema si stizzisce perché c'è chi vorrebbe elezioni subito ("primitivismo politico" dice), poi un'altro figurino piddino di cui ho rimosso il nome ieri in TV che ha la faccia di affermare che "Berlusconi deve governare fino al 2013 perché deve arrivarci logorato". Non da voi, sicuro.

E' un dato di fatto che questi qua non rappresentano nessuno se non il giro di interessi delle loro cricche.
E' un dato di fatto che gli interessi di questa gente e delle loro cricche non coincidono MAI con quelli dei cittadini.
In tema di energia, in tema di lavoro, in tema di servizi, in tema di politiche sociali.

Allora se veramente il popolo senza nome può avere una voce, e se quando questa voce si alza immediatamente altro popolo si aggrega perché ha finito di tapparsi il naso e finalmente vuole urlare, è il momento di prendere il coraggio a quattro mani e dire a questi signori che devono andarsene. E pagare il conto.
I Berlusconi, i Tremonti, gli Alfano, i La Russa, i Gasparri e tutto il circo Mediaset
ma anche
i D'Alema, i Veltroni, le Finocchiaro, i Letta e i Bersani.
Via. Raus. A lavorare.
Proprio ora che la sedicente opposizione sta già guardando voluttuosamente quelle poltrone su cui sono seduti i culi dei servi del Buffo Omino di Arcore.

Non serve un comitato d'affari che ne sostituisce un altro.
Questo non è il momento di sedersi a festeggiare, è il momento di urlare più forte.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio l'altroieri andando a votare mi sono accorto che sulla mia tessera elettorale ci sono già 7 bolli (in 4 anni), davvero troppi. Quanti voti sprecati... quelli di ieri però sono stati i più importanti della mia vita

Minerva ha detto...

Eh, già, chi comincia? Come si fa? E, soprattutto, io e te si è anarchici, ma pure con un gran bel senso di responsabilità mentre quel 30% annovera pure qualunquisti di ogni sorta, così come rappresentanti dell'ignoranza, dell'opportunismo e dello squallore stanno pure tra gli elettori di qualsiasi schieramento. Che ne facciamo di tutti questi? Loro hanno bisogno ancora di uno stato, oppure dici che - da quei pochi che siamo - riusciremo a portarli alla convivenza civile? Perché io ne dubito...

Anonimo ha detto...

Minerva ha ragione. C'è molta gente che non ha votato o ha lasciato le schede bianche semplicemente perchè non aveva capito nulla (per i motivi di cui hai ben parlato) o per mancanza di interesse verso i temi dei quesiti. Io so di tanta gente, l'ho visto e sentito, che è andata a votare senza sapere...

sassicaia molotov ha detto...

I voltagabbana.
Gente che quando gli hai fatto mettere insieme pranzo e cena smette di interessarsi al mondo circostante.
Il punto è la partecipazione di chi ha capito non solo che questa classe politica ha fallito, ma che ha fallito questo sistema e che rischiamo tutti di fallire con esso.
Chi ne è consapevole ha il compito di tirare la carretta, pochi cazzi. Non è un momento in cui si può rimanere a grattarci sperando che un rimpasto generazionale (che pure non esiste) risolva le questioni.
E' un compito per il quale chiunque secondo le sue possibilità e secondo le sue attitudini deve erigere un muro invalicabile nei confronti di questo sistema: il furto legalizzato, la dittatura delle banche, le lobby economiche, la precarietà del lavoro che tutti stigmatizzano a parole ma che nessuno osa mettere in discussione, la necessità dell'affermazione dei beni pubblici come valore collettivo.
Non bisogna lasciare spazio a nessun manipolo di "Ci penso io".
Quello dei referendum è un primo timido passo verso questa consapevolezza e potete giurarci che faranno di tutto per ostacolarla.
Ma in questo momento c'è una brutta aria per questa classe di parassiti e zecche quindi finché c'è terreno per muoversi non è il caso di stare ad aspettare. Parlare, comunicare e condividere è un metodo che può dare effetti.
La rete, e non solo, insegna.

Marisa ha detto...

sono copletamente d'accordo con te!!! tutti affanculo bilateralmente!!!!!

Eva Aiko ha detto...

Ti ho fatto un'applauso nella solitudine della mia camera.Grande post,grandi parole. Ne parlavo ieri sera col mio amato collega,TUTTI a casa,destra,sinistra centro. Potere al popolo,quello vero,potere alle liste civiche. E stipendi di 2.000 euro al massimo,così chi sale non si monta la testa.

Anonimo ha detto...

Stavo pensando: potrei rebloggare questo post su Fuori dal Coro (ovviamente citandone la fonte)? CRedo che non avrei trovato migliori parole per esprimere quel che penso

sassicaia molotov ha detto...

@Inneres auge: ovviamente fai pure ;-)

mario fiammenghi ha detto...

Complimenti per il blog. Una vera isola felice, tornerò a farti visita.

sassicaia molotov ha detto...

@babago: guarda chi si vede ;-)

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Sono d'accordo, bisogna urlare più forte. Ma per farlo ci vuole la politica, intesa come mediazione tra istituzione e società civile, che oggi (a meno che non la si voglia confondere con i soliti squallidi personaggi) è assente. Qui secondo me sta il limite dell'attuale fase.

Unknown ha detto...

"fora dai ball' " (cit.)

sassicaia molotov ha detto...

@Humani Instrumenta Victus: Diciamo che i cittadini stanno cercando di essere parte attiva nella politica, ma dato che ciò non si verifica dal '77 c'è un pò di ruggine da smaltire....

@il cesco: Se si sono incazzati perfino a Parma qualche speranza c'è ;-)

Bob Bulgarelli ha detto...

Il repulisti andrebbe fatto il più velocemente possibile, ma è come dici: l'ingranaggio è ostruito da decenni di inutilizzo. Siamo parte del meccanismo anche noi, ma essendo all'inizio della lotta, c'è il pericolo concreto che il meccanismo si inceppi ancora, anche perché chi butta sabbia invece di olio non manca di certo. Ognuno è essenziale nel produrre l'effetto lubrificante necessario, soprattutto in un'ottica di necessario rigetto di "leaderismi" che non fanno responsabilizzare i cittadini: sta a tutti noi, che sappiamo cosa significa, boicottare con ogni mezzo il neoliberismo che ci sta sprofondando nel peggior futuro possibile.
Devo dire che l'incoerenza e l'inettitudine di chi dovrebbe rappresentarmi, mi fa incazzare molto di più dell'incapacità e della disonestà della cricca berlusconiana.

sassicaia molotov ha detto...

"Devo dire che l'incoerenza e l'inettitudine di chi dovrebbe rappresentarmi, mi fa incazzare molto di più dell'incapacità e della disonestà della cricca berlusconiana."

E difatti hai usato il condizionale "dovrebbe".
Non ti/ci rappresentano. Al pari di un PDL qualsiasi. E' un passo fondamentale, quello di togliere loro ogni legittimità di rappresentare un'alternativa. Più il numero di persone che prenderà questa consapevolezza crescerà prima riusciremo a superare questo momento disgraziato.