lunedì 12 dicembre 2011

FACCHINI

Nel mio settore lavorativo la transitorietà è regola.
Chi lavora nel settore spettacoli sa benissimo cosa vuol dire essere precari anche da prima che Marco Biagi sospettasse minimamente dell'esistenza del termine.
Io ho la fortuna di lavorare in un teatro con contratti da 15 giorni al mese, ma nel tempo libero è di norma mettersi a disposizione per altri spettacoli; ad esempio i concerti dei Palasport.
Un pò perché facendo questo lavoro da anni io ed i miei colleghi siamo pratici in carico e scarico di TIR con materiale elettrico e scenografico e possiamo evitare ai novizi guai derivanti dalla poca esperienza, dato che il materiale è sempre pesante e pericoloso.
Un pò perché con 15 giorni di contratto è difficile farsi uno stipendio mensile decente, quindi qualsiasi occasione capiti va presa al volo.
Capita in queste occasioni di fare squadra con ragazzi che normalmente vengono a lavorare per pagarsi gli studi all'Università. Non sono degli scansafatiche. Son ragazzi che macinano, che non si tirano indietro e che non creano assolutamente problemi.
Hanno 20 anni, a volte qualcuno in più; quando trovano la loro strada passano sempre a trovare quelli di noi che lavorano in teatro perché si affezionano a quei vecchi incarogniti che urlano, smadonnano, ridono, prendono per il culo e però forse qualcosa che all'università non apprendono lo imparano davvero anche da noi.
Quando andiamo a lavorare nei Palasport prendiamo tutti 5 euro l'ora. Ci chiamiamo facchini.
Si scarica e poi si va sul palco a dare una mano a macchinisti ed elettricisti finché il palco non è pronto.
Si rischia sempre.
Si rischia quando si scarica, quando si prepara e quando si monta.
E, come in migliaia di altri lavori, basta un attimo o una distrazione e sono cazzi. Cazzi veramente grossi.

Non che in teatro sia meno pericoloso, anche se lì sono addetto ai servizi di palcoscenico.
Anzi, proprio in teatro per due volte m'è andata di extralusso per pochi centimetri sennò non sarei qui a raccontarla.
E ci sono situazioni in cui non c'è legge sulla sicurezza che tenga.

Ma quando viene giù un intero palco, quella sì, è un'eventualità che delle responsabilità precise le ha. Che non mi si vengano a raccontare storie.
E oggi a rimanerci sotto è stato uno dei bimbi come quelli che vengono, ormonici e rumorosi ma con le braccia che girano a 2000, a scaricare e montare nei Palasport e che magari portiamo con noi in teatro quando arrivano le opere liriche e servono tante braccia in più e io ci sto di merda.

5 euro l'ora, non voglio neanche stare a sentire chi si scandalizza, come per le 3 euro l'ora delle sarte di Barletta.
Questo sistema lo conosco dal 1995, dal primo lavoro fatto per il teatro La Gran Guardia di Livorno.
Non c'è assolutamente nulla da dire.
Un ragazzo è morto e domani lo spettacolo continua.
Anche perché una squadra di facchini scaricherà i TIR ed i furgoni a 5 euro l'ora.

7 commenti:

Io Non Sto con Oriana ha detto...

Esperienza fatta da universitario, a metà anni Novanta. La descrizione è sobria, esatta e completa.

SCIUSCIA ha detto...

Eh sì, di solito (sempre, ovviamente) un palco ha dei calcoli strutturali e delle istruzioni di montaggio... e non vorrei essere nei panni di quello che li ha firmati per quello di questo concerto.

Marisa ha detto...

the show must go on, ma a parte l'aspetto poetico che evoca questa frase il problema è che gli interessi economici vengono prima dell'uomo.

Conte di Montenegro ha detto...

Guardati la pagina Facebook di Jovanotti... Gente che commenta, che si perde dietro puttanate di ogni sorta! Tralasciando il vero problema! Questo è ridicolo!

sassicaia molotov ha detto...

@io non sto con oriana: hai visto? Ora dicono 6 euro e 50. Ti sei perso la pacchia ;-)

@sciuscia: di solito è un ingegnere del Comune che deve riscontrare le irregolarità. Qui successe che ad un concerto di Massimo Ranieri l'ingegnere ebbe da ridire e poco prima di cena tutta la ditta e tutto il personale sparì misteriosamente lasciando il palco montato alla cazzo di cane. Rimanemmo solo noi e il povero camionista. Ovviamente concerto annullato. Ma è un fatto sintomatico su come vadano certe cose.

@Marisa: riguardo ciò mi son fatto un'assemblea dell'ATIT (Associazione Teatri Italiani di Tradizione) semplicemente allucinante. Abbiamo un patrimonio artistico e culturale costruito lungo i secoli e dove mi risulta che la parola "profitto" non avesse cittadinanza. Nessuno chiedeva a Verdi o a Vivaldi o a Puccini dei "profitti". E questi invece non parlano d'altro. Così si muore, mi spiace dirlo.

@Conte di Montenegro: e meno male che non c'ho l'account su facebook. Potrei diventare una persona molto spiacevole ;-) i bimbiminkia, specie quelli che hanno passato la trentina, sono oltre la mia sopportazione.

Spazzolone ha detto...

Magari il proprietario del service con quel concerto ci si sarebbe comprato,fai conto,una bella audi no? ed il lavoro di quel ragazzo avrebbe contribuito alla materializzazione dell oggetto del desiderio,per un alzacristalli,OK?
Quindi un ragazzo è morto in cambio di un alzacristalli per la macchina di un pezzo di merda!
Adesso vorrei dirti una cosa personale.

Alla prima edizione del tevere expo,sono andato con alcuni miei amici a montare gli stand e ci pagavano 120 000 lire al giorno,e valevano moolto di più delle cinque misere monete l'ora che danno oggi a questi neo schiavi.

sassicaia molotov ha detto...

@spazzolone: anche questa non l'ho mai capita: è vero, a montare gli stand alle fiere si guadagna molto di più. Sicuramente i service sono altri e si lavora più ore, ma il dislivello è enorme. Non so che dire, forse alle fiere girano più soldi.