martedì 6 dicembre 2011

NOI LA CRISI MI SA CHE LA PAGHIAMO

Non vorrei tornarci sopra, come disse quello che pestò una merda di mucca con le infradito, però credo sia giusto approfondire il discorso sui vari movimenti Occupy e/o indignati, specialmente ora che non c'è la tensione dei fatti di Piazza Tarhir.

Il loro ruolo è ampiamente rivedibile alla luce del fatto che nemmeno uno dei poteri attualmente incaricati di alesarci le chiappe ha fatto il minimo sobbalzo da qualche mese in qua.
Ed il momento storico dice che se non si produce si va a casa.
Ora, se avete voglia di cazzeggiare ed intrattenervi con facezie varie possiamo parlare dei presidi permanenti presenti in Italia, naturalmente escludendo i centri sociali e le strutture occupate; altrimenti se vogliamo rimanere seri possiamo parlare di come la - ahem - moltitudine di scontenti che già si è assottigliata con la sola imposizione di un Monti, può concretamente diventare un motore di cambiamento.

Prendiamo l'ipotesi, ad esempio, che il movimento Occupy sia un grande laboratorio globale.
Non c'è tempo.
Sono in atto processi che andavano evitati anni ed anni fa.
Non ci sono tempi materiali per costruire un movimento forte a livello globale che raccolga almeno la messe di speranza, di entusiasmo e di vitalità vissuti come negli anni '60, qui non c'è la beat generation e la musica di San Francisco, il beat e William Borroughs, qui passiamo il tempo a cercare un pensiero che assomigli a qualcosa  che ricordi una poesia in un mare di volgari rappresentazioni di un impero in declino.

E nelle strade ci sono poliziotti sempre meglio armati, sempre più impuniti e sempre più pompati. In tutti i sensi.
Quindi lasciare allo scontro la solita - da ormai troppo tempo - manica di disperati delle periferie che non hanno più nulla da perdere parandosi dietro la scusa degli infiltrati non è cosa consona per gente dabbene.
Leggi commenti su commenti in rete e sembra che da un momento all'altro le Guardie Rivoluzionarie stiano per porre fine a questo regime fascista.
Poi qualcuno li prende sul serio e gli stessi lo prendono e lo consegnano alla Polizia.

Nel senso, qui bisognerebbe ripartire dall'ABC.

Quindi, la visione globale degli Occupy non si sposa con la contingenza europea, ad esempio, dove i tempi sono strettissimi e ci sono calderoni sociali già in piena ebollizione e dalle coste di fronte alle nostre son già parecchio avanti col lavoro.
La protesta Occupy risente dello stile americano, che ha il beneficio di potersi permettere una certa lungimiranza di obiettivi partendo da una prospettiva americanocentrica, mentre qui in Italia sembra che siamo già al "si salvi chi può".

Per quanto riguarda le fila nostrane, stavolta non mi ripeto perché sarei palloso, ma rispetto alla forza occorrente a provocare anche solo uno sbuffo di fastidio nei lorsignori proverei a sentire sul serio che hanno da dire quelli che le vetrine le spaccano davvero e non sono infiltrati.
Perchè anche quella del farsi portavoce unici del disagio e dello scontento popolare è una pratica tanto amata quanto resa ormai ridicola oltre ogni decenza.


Serve altro, serve ben altro.
Perché passando dai delatori del 15 ottobre agli Occupy americani ho segnato l'esatta distanza che c'è tra il dire ed il fare.

6 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Questa distanza tra il dire e il fare indica appunto un vuoto. Siamo ancora lontani dal riempirlo anche solo con una diagnosi, secondo me.

Bello il frattale;)

Conte di Montenegro ha detto...

Già cazzo! In più gli sbirri usano lo spray al peperoncino come fossero in una trattoria calabrese!

Chica ha detto...

Noi mi sa che non smetteremo mai di pagarla, crisi.....ho le palle fracassate e spappolate, ormai...:(

Anonimo ha detto...

Mi sa che i nostri giovani hanno preso i blog come un passatempo senza andare oltre....si scrive, si scrive per rimanere nero su bianco. Mbe almeno siamo passati dal 1982 quando l'Italia vinse i mondiali divenendo la maggior parte allenatori, fino ai nostri tempi blogisti dei miei coglioni. E' bastato quello che successe a Roma per rendermi conto in che paese viviamo..."da premettere che sono sempre contro la violenza" ma sono bastati quattro sfigati senza arte ne patria per riempire il web di foto, ad opera di gente che stava lì per protestare..mba? forse la festa che avevano organizzato "tarallucci e vino" è andata storta per via del fumo ehehehehehehehehehe...Comunque Sassi, la mentalità che c'è in Italia ha una distanza di anni luce da quella Americana o Europa del Nord....piano piano che non ci segue nessuno, su su andiamo avanti così: Trotta, trotta ciucciarello!Ps: Lu purpu se coce intra l'acqua sua stessa...i proverbi non falliscono mai, si vede che ancora non siamo cotti...Ps2: Vabbè...mi vado a togliermi il puzzo di alcol e poi mi taglio il callo che ho sulla mano destra.....se ci fossero più calli sul palmo invece di averli sui polpastrelli che sarebbe meglio per tutti!

sassicaia molotov ha detto...

@HIV: Non vale: con tre righe hai sintetizzato tutto il post e mi ci son volute quasi due settimane per cacciarlo fuori ;-)

@Conte di montenegro: io ho fatto scorta di spray all'aglio. Per l'olio ci penserà qualcun altro.

@Chica: io la lista delle cose che m'è rimasto da dare l'ho fatta poco tempo fa. Almeno Monti si regola.

@Primo Junior: troppi telefilm polizieschi. Il rapporto dell'italiano con l'autorità è stato sintetizzazato nel messaggio che ci ha lasciato la carriera di quel grandissimo attore che è stato Alberto Sordi.

Anonimo ha detto...

Me tocca spegnere la tv.... :-)