domenica 14 febbraio 2010

LE DOMENICHE POMERIGGIO


Spesso le domeniche pomeriggio sono il terrore delle coppie.

Gli uomini se non hanno la possibilità di seguire le partite sono per metà degli androidi semideficenti con la mente impallata su un solo unico pensiero fisso: quanto fa (squadra a piacere); le donne, alle quali mediamente frega un cazzo delle partite se non in funzione delle ricadute umorali del partner, sono per metà dei semiandroidi in quanto preoccupate di un eventuale risultato negativo della squadra tifata dall'androide semideficente che rischierebbe di trasformare a tempo non determinabile il suddetto androide in un (sub)umano molto incazzato per via di un arbitro becco, un attaccante fuori forma o un portiere sbadato.
Tanto sono capaci di sopportare le nostre donne.

Il sottoscritto la domenica pomeriggio generalmente se ne sbatte i coglioni di cosa fa chi se non ha giocato 3 euro alla SNAI al fine di arrotondare lo stipendio da precario dello spettacolo e quindi risparmia alla sua donna il martirio delle domeniche pomeriggio pallonare.

Ma non sono migliore degli androidi semideficenti.
No, io sono un vero autentico pezzo di merda DOCG certificato ISO 9000.

Oggi sono ancora convalescente da una febbre stagionale così ho chiesto alla bimba di venire a casa mia a vedersi che so, un film.
Tranquilli, senza impegno, sono ancora indebolito e poi stiamo attenti che può attaccare ancora e via così.

Due chiacchere, due facezie, la bimba - gattara - che ancora deve sbollire la genialata di Bigazzi (vedi post precedente) e che in mattinata ha inondato RAI, Striscia, Iene, Mi manda raitre e qualsiasi diffusore di notizie di mail alla nitroglicerina per non parlare delle sbroccate dalla sua pagina di facebook. Manco mezzora su Pet society l'hanno calmata.
Il sottoscritto, che di facebook non ne vuol sentire manco parlare, gongola.
Mi piaci tanto quando ti inacazzi e tutte queste cose qua.

E io non sono come gli androidi semideficenti. Sono peggio, molto peggio.
Vieni qua che ti calmo.

Ti faccio vedere uno bravo, ma bravo davvero. Chi?
Marco Paolini.
Ah. Sì è bravo, ma che.
Vajont.
Dai è un mattone.
Fidate.
Si fida.

Parte Paolini.

Ora, io non so se avete visto la diretta che Paolini fece proprio dalla diga del Vajont in un teatro improvvisato, un 9 ottobre del 1997 e che fu trasmesso da RAI 2.
(1997. No, al governo c'era un altro. Cambiava qualcosa? Sì, no, forse, fanculo.)

Beh, se non l'avete visto vi consiglio di trovarlo - al più presto - mettervi comodi e guardarlo a luci spente. E' l'unico modo di poter anche minimamente ricreare un minimo dell'atmosfera consona ad una performance teatrale che, lo dico da subito, è di livello ASSOLUTO.

Ovviamente quello che sapeva la bimba era la stessa cosa che Paolini descrive all'inizio per raffigurare la vulgata propinata all'Italietta di quel tempo: il sasso è caduto nel bicchiere e l'acqua ha sporcato la tovaglia.
Poi Paolini tira fuori il libro della Merlin: "sulla pelle viva: come si costruisce una catastrofe".

E parte la ricostruzione: e parte l'appassionata, partecipata narrazione e che svela in un crescendo rossiniano le sciatterie burocratiche, la compiacenza, il clientelismo, l'arroganza, il completo disprezzo di qualsiasi cosa si frapponesse fra il Progetto e la sua realizzazione.
Le perizie geologiche che fin dall'inizio avevano segnalato il gravissimo pericolo, le denunce della giornalista dell'Unità Tina Merlin, una bellunese capatosta che si era beccata anche la denuncia dalla società costruttrice della monumentale diga, la SADE. Allora le società idroelettriche erano tutte private e la SADE era potente, molto potente.
Una società privata. Dice nulla? No?
Ok vado avanti.
La costruzione va avanti, la montagna comincia a dare i primi segni di disagio, ci sono perizie che non autorizzano a pensare niente di buono, vengono ignorate, boicottate, nascoste.
I lavori vanno avanti mentre in segreto vengono effettuate prove tecniche del disastro. Che, detto per inciso, saranno oltretutto sbagliate nelle dimensioni, ma plausibilissime nella dinamica.
Anzi quasi certe.
E comunque nascoste.
Intanto la popolazione viene costantemente tranquillizzata. Nonostante una prima frana, il 4 novembre del 1960. 800mila metri cubi. Una bazzecola.
La tragedia del Vajont accade il 9 ottobre 1963.
Quasi tre anni dopo.
2000 morti, circa perché il numero esatto non è mai stato possibile calcolarlo.
Il processo seguito per accertare le responsabilità, il suo esito, il calvario dei superstiti e dei parenti delle vittime, per favore andatevi a vedere il link perché vorrei smettere altrimenti vomito sullo schermo.
E anche perché, al di là del bellissimo, emozionante e coinvolgente spettacolo dell'immenso Marco Paolini ho preso a pretesto ancora una volta la tragedia del Vajont come in un precedente post per andare a parare ai giorni nostri.

Ancora non vi dice niente la sciatteria, la connivenza, la corruttela, lo spregio dei cittadini, l'arroganza del potere, i gruppi che si fanno, come dice Paolini, stato nello stato più potenti dello stato?

Non vi dice niente il continuare "grandi opere" (o il progettarle) mettendo a repentaglio la vita di migliaia di persone senza tenere minimamente conto dei pericoli che corrono, in nome del loro profitto? Dell'evitare di avvertire dei pericoli anche quando questi sono conclamati e presenti a occhio nudo, anzi di minimizzarli, di negarli?

Comincio a conoscere chi frequenta questo posto e sono sicuro che ci siamo capiti.

Tra l'altro il processo sulla tragedia del Vajont si svolse - non scherzo - a L'Aquila.
Lo fece notare anche una commentatrice sul mio post precedente.

Dal 9 ottobre 1963 sono passati quasi 47 anni. Lo so senza fare i conti, nel 1963 sono nato.

Alla fine dello spettacolo la bimba non riusciva quasi a parlare e aveva qualche litro di lacrime agli occhi.
Perchè Paolini, che è di quelle parti, ti fa rivivere ogni attimo di quella tragedia, perchè è un mostro di bravura di suo, è venuto anche da noi con un altro spettacolo e ha confermato di essere di un altro pianeta rispetto alla media nazionale.
Ma la bimba oltre ad essere una ragazza sensibile è anche una ragazza con una coscienza civile e non piangeva solo per il fattore emozionale della tragedia in sè.
Anch'io ogni volta che vedo Vajont sono sopraffatto dal pianto e anche stavolta non ha fatto eccezione, ma io l'avevo messo in preventivo.

Si piange perchè si ha la certezza precisa, inconfutabile ed inequivocabile che non siamo governati da politici.
E nemmeno da dei semplici corrotti. E nemmeno da dei disonesti, sciatti, avidi e gretti capitalisti.

Siamo in mano a degli assassini.
A dei criminali.
A gente disposta a sacrificare migliaia di vite per quattro palazzine, un ponte, una diga, un appalto.
A gente alla quale del nostro benessere, del progresso, del bene di noi poveri stronzi che ci arrabattiamo a vivere meglio che si può non gliene fotte un beneamato cazzo a tortiglione.
Se qualcosa va storto e frana una montagna e schiantano in qualche migliaio pazienza.
Anzi.
Come documentato, ridono e si fregano le mani.
Ci hanno mandato nonno Letta a rassicurare il gregge ieri in Abruzzo.
Perchè oltre che assassini, vigliacchi come sono non sanno nemmeno metterci la faccia quando c'è da rendere conto anche solo di un sospetto.

Qua a Livorno vogliono mettere un rigassificatore offshore.
Questi qua.
Per favore non mi venite a dire che l'avere un'amministrazione del PD cambia la cosa.
Non porto anelli, tantomeno al naso.
Non sono Senza Soste (che Zoroastro ce li conservi), nè il Vernacoliere nè il solito livornese boiadèganzocomunistavivastalicèghevara.
Sono di Roma. Quartiere Centocelle. Di padre marchigiano e madre trasteverina. Cresciuto a Stagno.
Non c'ho identità folcloriche da difendere e non me ne frega un cazzo.

Sono uno che dice semplicemente che Cosimi il suo rigassificatore se lo può scordare.
Fidatevi.

Perchè la storia è chiara, almeno a me, alla bimba e a un altro pò di gente, mai troppa, mai abbastanza cosciente, mai abbastanza incazzata.

Sì, la storia è chiara.

O noi o loro.

Si tratta solo di accettare la cosa.
E regolarsi di conseguenza.

Un'ultimo appunto.
La bellissima donna nella foto è Tina Merlin.
Una donna che, da sola, ha denunciato dall'inizio quanto accadeva.
Quando, anche dopo la tragedia del Vajont, penne come Montanelli, Buzzati, Bocca spergiuravano sulla fatalità e, nel caso di Montanelli, tacciando di "sciacallaggio" chi osava mettere in dubbio la cosa.
Una donna.
50 anni fa.
Segna anche questa, vai.

Oggi è San Valentino.
Sono un bel pezzo di merda, eh.

14 commenti:

Riccardo Venturi ha detto...

Posso dirtela una cosa?
No, non sei per nulla un pezzo di merda. Sei invece uno che, per questo post, vorrei abbracciare seduta stante. E te lo dico apertisse verbisse (io sono il mago degli ablativi). A te e alla tu' bimba. Che Iddio vi conservi; peccato che non esiste, oppure che se non esistesse ci farebbe una figura migliore.

Unknown ha detto...

Standing Ovation. Questo pezzo è da urlare per strada con il megafono.

Anonimo ha detto...

Cielo. Mi ricordo di averlo visto. Avevo tredici anni.

Anonimo ha detto...

Tutto vero quello che dici (sì, sei stato un po' stronzo, la prossima volta falla ride) ma: è veramente ora di scegliere da che parte umanamente stare...
il Paolini l'avevo visto ma la Merlin me l'ero dimenticata; abbiamo anche esempi di giornalisti che per le loro inchieste sono stranamente morti (Ilaria Alpi, ma anche Mauro Brutto per Fausto e Jaio, De Mauro per Mattei, Siani... quelli che adesso mi ricordo)

...però, anche se sono abbastanza schifata da quello che rappresenta oggi il calcio, è stato uno sport che mi appassionava nonostante mi trovassi in compagnia di boys ai quali non poteva frega' de meno (questo, per onestà, dovevo dirlo: anch'io sono un po' stronza!)

Harmonica ha detto...

da brividi. sei un grande.

jesup ha detto...

Guardo l'orizzonte dal lungomare della nostra ex-bella città e vedo a poche miglia un mostro di piattaforma posatubi.I lavori per il "bombolone"del rigassificatore sono iniziati
http://www.senzasoste.it/livorno/rigassificatore-il-comitato-potrebbe-ricorrere-a-strasburgo
La finta emergenza gas sbandierata da destra a sinistra farà di Livorno un nuovo "hub",un centro di smistamento, per speculare sulla vendita del metano.Per non farci mancare nulla saranno costruite anche 2 centrali elettriche ad olio di palma,(proveniente dal sudamerica)
http://www.senzasoste.it/interventi/convegno-su-centrali-a-biomasse-e-inquinamento-il-resoconto-dellincontro
le cui polveri sottili emesse in quantità industriali daranno il colpo di grazia all'aria appestata che respiriamo,(centrale enel ad olio combustibile minerale,raffineria,inceneritore ecc ecc...)non solo noi in città ma,portate dal vento,anche nell'entroterra toscano.E buonanotte alla festa ambientalista del pd che c'è stata quest'estate,nella quale i politici locali blateravano delle loro vocazioni ecologiste.
PS.Paolini è un grande

allelimo ha detto...

Concordo, parola per parola.
Lo spettacolo si trova fortunatamente abbastanza facilmente sul web, ad esempio su tnt village.
La registrazione è gratuita, poi potete scaricare ad esempio questa versione.

SCIUSCIA ha detto...

Sei raro.

sassicaia molotov ha detto...

Grazie dei complimenti, di cuore.
La storia del rigassificatore e delle centrali segnalate da jesup è altamente esemplificativa ma cercherò di illustrarla a dovere al più presto.
@Riccardo: ho rispolverato la fotocamera, se vuoi ti mando qualche treggia da Livorno appena ne trovo qualcuna degna del tuo blog però commentale te perchè la mia conoscenza della meccanica si ferma al fatto che le auto vanno in quanto le ruote girano.
@Angie: ci sono segnali positivi per un ritorno al calcio di una volta, stamani a sentire i miei colleghi di lavoro la Juventus ha ricominciato a rubare sfacciatamente come ai bei tempi.

jesup ha detto...

Mi piacciono talmente i tuoi post che volevo proporti come editorialista del Tirreno...Ma forse non ti farebbero nemmeno avvicinare in Viale Alfieri e comunque dopo il primo articolo andresti in galera o ti farebbero sparire..

Ernest ha detto...

un post fantastico che ti abbraccia parola per parola e ti conduce fino alla fine. Complimenti davvero!
un saluto

Gioia ha detto...

prima di tutto mi scappello per il cortese commento-incoraggiamento che hai lasciato sotto le mie lacrime, che nn solo dimostra quanto sei non-androide deficiente anche verso le bimbe degli altri.. ma fa anche da potente contraltare a questo post. Se no uno cosa fa, di fronte a queste lapalissiane verità, si uccide prima che una diga le crolli in testa? Ora, io quel film lo conosco molto bene ed è proprio a quello che ho pensato di fronte alla pazzesca notizia del crollo della diga in Etiopia - pochi giorni dopo l'inaugurazione in pompa magna, a cui era presente il nostro ministro Frattini (come sicuramente sono presenti, fra i bilanci che hanno portato lì -e poi allo sfacelo, molti ""nostri" altri). Notizia che per inciso, è incredibilmente sfuggita ai più, in un rapporto inversamente proporzionale fra la sua enormità e lo spazio zero che la hanno dato i media. Beh! Bah! boh!
Dal Vajont, all'Etiopia, al ponte sullo stretto.. sai cos'è, è come una nobile staffetta che instancabili "quelli lì" si passano, trasversalmente ai paesi, e alle epoche, ecc...
E ora scusa, un respiro profondo e torno a meditare su come operare, in ogni singolo istante della mia vita, per passare dal lato "soluzione del problema". Ma resta inteso che qui mi avrai tra i piedi sempre più spesso.
Ps- il post sui gatti nn ho avuto cuore neanche di approfondirlo.. schifosa codarda; ringrazio te e la bimba.

sassicaia molotov ha detto...

@Gioia: ti ho risposto nel tuo blog.....per il post sui gatti, sembra che l'amore che questi esseri danno agli umani e che riesce a coprire il vuoto che gli altri umani non sanno o non vogliono dare ai loro simili non sia molto apprezzato. Bigazzi a parte la maggior parte dei commenti riguardo la faccenda mi è parsa veramente avvilente.

Enrico ha detto...

La scelta operata dall'amministrazione comunale di Livorno e' nefanda e deleteria.Ha risulati nocivi non solo per il luogo dove sara costruita la piattaforma O.L.T,ma consuma nel tempo la sua tragica idea di risparmio energetico per la quale nessua delibera Comunale tende.