La fanzine "Libero" ci informa che i terremoti fanno aumentare il PIL.
Aspettiamo intanto di sapere quanti punti in più ci ha procurato il sisma in Abruzzo (e io che mi preoccupavo della crisi), intanto cerco di farmi un'idea di quello che è successo in Giappone da questa distanza e, per quanto possa informarmi in rete, sulle tv e sui giornali so già che non c'è figurina che possa minimamente rappresentare cosa significhi un disastro del genere.
Diventa quasi avvilente commentare un fatto del genere da un paese che ha visto nella gestione del terremoto abruzzese una delle più squallide esibizioni di volgarità umana e disprezzo dei cittadini fatta da questo governo che pure quotidianamente non ci fa mancare mai la sua perla.
Ci sono dei momenti in cui la Storia bussa alle porte e reclama dei cambiamenti e ci sono momenti in cui insieme alla Storia bussa pure la Natura e così ci ritroviamo noi italiani eredi dell'Impero Romano, del Rinascimento e della commedia all'italiana del dopoguerra a guardare i sommovimenti che animano il mondo arabo e le grandi catastrofi naturali aiutate con beni & servizi dalla mano dell'uomo (parlo del nucleare, e colgo l'occasione per mandare un caloroso VATTI A IMPICCARE a Chicco Testadicazzo) dalla prospettiva di un paese nel quale il Primo Ministro sta preoccupandosi di non finire in galera e deve velocemente riformare l'ordinamento giudiziario cominciando con l'esibire il disegnino delle bilance.
Ma la catastrofe giapponese pone innanzitutto una problematica.
Anche se è presto per dare riscontri in questa situazione è nota l'attitudine del giapponese a considerare l'onore del proprio paese come sacro e come sia radicata l'attitudine a gestire collettivamente le situazioni di grandi emergenza, e sto parlando di un paese che s'è beccato due atomiche sul groppone e che su terremoti e tsunami non deve imparare niente da nessuno.
Questo articolo di Zucconi in merito l'ho trovato piuttosto calzante.
Ora torniamo a noi, in Italia.
Immaginiamo una situazione d'emergenza nazionale anche lontanamente meno seria di quella giapponese, per cui ci ritroveremmo ad essere gestiti dalla squadra pidielleghista.
Se L'Aquila non avesse ancora dato un'idea, intendo.
L'impressione è che faticheremmo a capire, nel caso, se la vera tragedia sia stata quella naturale o quella di ritrovarsi in tali mani.
Dimenticate lo spirito di solidarietà e di profonda presa di coscienza che la parte migliore del paese tirò fuori nel dopoguerra, dimenticate gli italiani brava gente, dimenticate la parola gente, ecco.
Perché ora siamo in mano ad una banda di criminali, accerchiati da mafie, 'ndrine, massonerie, consorzi, famiglie e troupes da circo che qualsiasi cosa succeda ha deciso di lasciare solo qualche insignificante briciola.
Quanto basta per avere una TV, un telefonino e un cetriolo da infilarsi nel culo quando la TV e il telefonino non bastano più.
Stiamo vivendo in un paese nel quale ai terremotati abruzzesi è stata data la squallida solidarietà di un giorno dai media biscionati (quindi RAI compresa) per poi lasciarli soli anche davanti ai manganelli della polizia: lì non le hanno raccontate le storie dei peluche ritrovati fra le macerie. Un paese che abbiamo visto svelarsi anche qui in rete, bastava vedere nel sito di Anna Colasacco (Miss Kappa), nei mesi successivi al terremoto il proliferare di berlusconiani decerebrati (mi scuso per i due aggettivi di fila che poi sono lo stesso sinonimo) pronti ad infamare, mistificare, trollare, infangare pur di difendere l'onore del Buffo Omino di Arcore.
A tale miserevole livello qualcuno è riuscito a scendere.
Ad ogni modo sembra che ce la stiamo chiamando, perché quando il livello morale, sia pure di una parte della nazione, scende al livello in cui i fans del Buffo Omino sono riusciti ad arrivare prima o poi accade QUALCOSA. E quel qualcosa non è mai simile al Carnevale di Rio de Janeiro.
Intanto, là nel paese del Kamikaze (che altro non sarebbe che il Vento Divino che la dea Amaterasu scatena contro i nemici della Nazione per purificare il paese) ci stanno dando un'occasione per mettere in moto qualche rotella.
Senza contare quella che ci stanno fornendo dai paesi arabi.
(nella foto: due catastrofi della natura umana attualmente in corso in Italia)
AA.VV. - Musica concreta. A cura di Stefano Ghittoni
-
*Stefano Ghittoni* si è premurato di raccogliere le testimonianze di una
quarantina di musicisti, artisti e "affini" in relazione al concetto di
musica ("...
8 ore fa
14 commenti:
Quello che è stato fatto in Abruzzo è IMBARAZZANTE!!!! Fosse successo qua quello che è successo ai poveri giapponesi non sarebbe rimasta in piedi nemmeno una casa...E lo psiconano probabilmente liquiderebbe gli italiani con una frase tipo "Rimboccatevi le maniche e ricostruite,io ho cose più importanti a cui pensare,come l'indulto".
ogni paese si da il destino che merita.
mi preme far notare come un grande uomo che conosceva e bene l'Asia come Tiziano Terzani, che oltre tutto univa all'intelligenza e alla cultura anche l'onestà intellettuale (accoppiata rara e non sempre garantita), si trovava a disagio con il Giappone e i Giapponesi. Le memorie più tristi e meno sentite sono quelle legate al suo periodo nipponico.
Nei suoi libri Terzani, altrove lucido, non riesce a rendere conto della distonia fra lui e i nipponici se non con considerazioni interessanti ma che non vanno alla radice della cosa.
Io sono convinto che - libertario e comunista qual'era - avesse in antipatia il modo giapponese di affrontare le cose, fatto di onore, disciplina, sacrificio e bellicismo, in una parola una mentalità fascista. Era quella mentalità a urtarlo e a non permettergli di entrare dentro il cuore di un popolo, cosa che gli riuscì splendidamente con i popoli cinese, indiano, dell'indocina, della russia e degli asiatici in genere.
fascismo (quello vero, quello duro che non è la pagliacciata messa in scena da questi miserabili al governo da noi), signori, che vi piaccia o no, è quello che produce un popolo come quello nipponico.
da noi siamo bravi inventori ma pessimi esecutori. e soprattutto cose come coesione, disciplina e obbedienza sono considerate merda da 60 anni a questa parte.
come osiamo anche solo pretendere che si possa resistere in Italia al minimo urto della terra. all'Aquila la terra ha ballato a una potenza trentamila volte inferiore a quella giapponese.
Oramai qui in taja siamo così avanti che tutto è contemplato nei codici e nei regolamenti e la vita scorre fluida.
Tu pensa che quando finì la 2° guerra credo che qui stessimo molto ma molto peggio che il giappone di oggi, però ancora non c'era la perfezione dei codici tajani.
Infatti bastò la promessa di un rimborso per danni da guerra, per sistemare il tutto.
Mio nonno riuscì ad avere quel rimborso dieci anni dopo, per questo ne ho memoria, però per ricostruirti la casa non avevi bisogno dei 30 timbri che ti servono oggi grazie alla magnificienza luminosa dei codici che servono a bloccare le persone oneste e favorire la corruzione, per questo che campano alla grande sia a destra che a sinistra per non parlar del centrum
Da aquilano non posso non essere d'accordo con te
@Violet: da vigliacchetto quale è ha già fatto dire ad uno dei suoi che L'Aquila era un peso morto. Pensa un pò.
@Furio: i giapponesi sono storicamente un popolo che davanti alle guerre non s'è mai tirato indietro. Hanno sempre fatto un sacco di caciara. L'ultima volta per zittirli ci son volute due atomiche e vent'anni dopo ce n'era ancora qualcuno nella giungla ad aspettare l'ordine di arrendersi. Se ci dichiarano guerra io mi consegno prima di subito.
@fracatz: embè, vedi che stanno tutti bene? dx, sin e centro. A parte noi, ovvio.
Sassi... sai a volte penso che qui da noi per cambiare davvero ci sia bisogno di qualcosa di catastrofico, qualcosa che spazzi via tutto e che ci costringa a ripartire da zero. Così come siam messi il riformismo non ha storia, non ha possibilità di successo, nella rivoluzione non credo, nella guerra nemmeno. Una epidemia, ecco, ci vorrebbe una epidemia che si porti via tutti dai cinquant'anni in su (e io ne ho appena compiuti cinquanta). Solo così ci sarà spazio per i giovani e il loro entusiasmo, l'unica cosa che potrebbe salvarci.
@venerdi sushi: pensavi a un affare tipo "L'esercito delle 12 scimmie"? No, perché con l'esasperazione che c'è in giro mi aspetto anche che qualche saggio folle s'inventi una cosa del genere.
E comunque adesso non riesco a immaginarmi i nuovi spot pro nucleare. Quali panzane spareranno.
quando uno pensa che le aziende italiane hanno speso 150 millioni di euri per una questione di rifiuti ancora in sospeso e che questi euri sono finiti a chi ha i cantieri edili in umbria, sembra un scenario catastrofico no ?
Scusa Venerdì Sushi...mi darei una solenne grattata sull'azzeramento degli over 50....non ci basta già Matteuccio Renzi??....e lasciamo fare alla natura, no!!!!:)
Io amo i ggiovani.
Almeno quelli che non scrivono con le k.
@Chica: hai risposto a sushi ma io ho molto riso :-)
visto che nessuno riesce, potremmo mandare i "nostri" a sparare cazzate sui reattori giapponesi. Magari funziona. lorella
@Helga: Ecco, quella di mandarli lì mi sembra una buona idea. Ma tutti, eh.
Sassicaia..,non credo saremo così fortunati.
Di qusti tempi, mi basterebbe che loro cazzate fossero biodegradabili. lorella
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