
Un ferro da stiro con quattro ruote. In quattro ci stavi non bene ma quasi. Lanciata in discesa, con vento di bora a favore e le gomme nuove potevi vedere il tachimetro toccare quota 95 Km/h. Se il ferro da stiro si sentiva in forma, ovviamente.
Dai primi anni '80 si convertì in carne da macello per tutte le pattuglie di qualsivoglia Forza dell'Ordine. Viaggiare su una AMI 8 con due canne in tasca significava offrire il valoroso petto al nemico con ardimento, sprezzo del pericolo ed invitta fede nell'ideale supremo, che poi era quello di riuscire a passare indenni la perquisizione, spesso blanda e rassicurante visto che dopotutto non s'era dei delinquenti bensì bravi ragazzi che si divertivano come tanti ragazzi della nostra età, andando a ballare, ad ascoltare musica, bere e soprattutto scoprire la parte di mondo che di solito ha dei nomi che finiscono per A.
I più saggi partivano direttamente dai night club.
Io sono da sempre stato orgogliosamente povero e quel poco che avevo lo sputtanavo in dischi, libri, riviste e monumentali mangiate al ristorante.
Quindi niente night e pene d'amore ad intervalli regolari che altro effetto non hanno che migliorare la qualità e la componente creativa della Nobile Arte dell'Onanismo.
Poi trovai. Ma non trascendiamo.
Quanto alle mangiate al ristorante, quelle hanno avuto un'importanza fondamentale in tutta la componente folclorica di ogni livornese: il Monte di Pietà era invaso, in anni anche non sospettabili, di "spose" che andavano ad impegnarsi qualche oro di venerdì in modo da farsi una solenne "ribotta" il sabato, spignorare il lunedì reimpegnare il venerdì e così via.
Figuriamoci gli uomini cosa potevano essere capaci di fare.
E Livorno si conosce soprattutto zompando con regolare puntualità da un ristorante all'altro.
Essendo per parte di madre trasteverina e con famiglia numerosa ed amante del vino non mi è stato difficile ambientarmi.
Così ho udito:
Uno dei segreti della felicità in questa terra è avere dei buoni ristoratori per amici.
Se riusciamo a diventare gente che sa stare bene a tavola e sa far stare bene chi sta intorno siamo destinati al Nirvana.
Ve la dò così a gratis, d'altra parte il Budda quando ha un'illuminazione sente automaticamente il desiderio di condividere.
Vabbè, la pianto subito.
E passo alla:

Bella macchina, davvero.
Solo che io avevo il modello base, mi pare 900 di cilindrata. Blu notte. Usata.
Un camioncino in manovra mi prese la fiancata dalla parte del passeggero, avevo ragione piena ed andavo a 30 all'ora per trovar la bimba mia, ma la feci fare ad un mio amico che me la ripresentò con la fiancata bianca di stucco e uno sportello arancione. Decisi che era meravigliosa così e la tenni com'era per un'altr'anno, poi la feci ritingere color crema pasticcera. Aveva più scatto delle caffettiere tipo AMI 8, non che ci volesse granchè, ma aveva pur sempre un motore che ti metteva in condizione di non andare oltre i 120 e con grande eccitazione ed agitazione fra tutte le componenti del mezzo, dal cofano ai tappini delle gomme.
A parte quell'episodio col camioncino in manovra, mai un incidente in 5 anni in cui ho viaggiato su questa versione poco più larga ed aerodinamica della Mini Minor.
Ma c'erano ben altre perle:

In ginocchio, infedeli!
La Perfezione.
Come dovrebbe essere un'automobile se il mondo fosse una cosa seria.
Se un moscone si spiaccicava sul frontale faceva 200.000 lire di danni. Se controsterzavi violentemente, per quanto il termine riferito ad una 2cv va sempre inteso in maniera MOLTO elastica, imbarcavi neanche come su una gabbianella col mare forza 8.
In salita era possibile arricchire il catalogo di preghiere e/o bestemmie, a seconda delle abitudini ma soprattutto poco dopo l'uso assumeva sempre e comunque sinistramente i connotati del proprietario. Gli interni sembravano progettati per diventare il bar del quartiere. Anfratti ovunque per riporre ogni tipo di cosa, specialmente bottiglie vuote.
La percentuale di tetraidrocannabinolo assorbite ormai nel DNA da parte delle 2cv e dell'altra regina della strada che andrò a presentare subito dopo ha fatto sì che ci siano ancora in giro esemplari funzionanti nonostante siano fuori produzione da molto tempo.
Ma vanno con calma, con moooolta calma.

La mucchina.
L'inossidabile gioia di ogni meccanico.
Oddio, non che i risultati delle FIAT fossero già allora migliori, pensate alla FIAT Duna e ai contributi che gli Agnelli intascavano e quanto l'Avvocato fosse il sogno erotico di ogni aspirante vippettaro. Dignità per 'ste cose ne abbiamo sempre avuta poca, eh.
E la mucchina era un altro di quei mondi paralleli che fortunatamente ci veicolavano nell'altrove che settimanalmente ci sceglievamo.
Erano automobili socializaanti. Lente, talmente lente che ci si abituava alla loro lentezza, ai ringhi rabbiosi del motore quando provavi a pigiare più forte e che significavano inequicabilmente "Non rompere i coglioni" e quindi ti faceva tornare repentinamente alla velocità di crociera di 80 km/h in autostrada (no, dai 95 a volte le facevi).
Stesso discorso fatto all'inizio per L'AMI 8 e le forze dell'ordine.
Una 2CV o una Renault 4 con quattro e a volte cinque gonfi a bordo dava vita a siparietti degni della miglior commedia dell'Arte mai visti fuori da un palcoscenico.
Ho visto cose che voi umani e bla bla. Mai stato portato in Questura. Ma per i controlli stradali potrei scrivere un'intera commedia. L'unica volta che ho varcato la soglia di un posto di Polizia è stato perchè avevo due passeggeri a bordo, di cui uno dei buttafuori del locale dove lavoravo come DJ che prima che il poliziotto aprisse bocca gli mise in mano 2 grammi di fumo e gli disse che tutto quello che aveva gliel'aveva appena messo in mano.
Io e l'altro non sapevamo nulla (però ci speravamo, eh).
Mezz'ora a ridere nella sala d'aspetto e poi mandati via senza nemmeno la segnalazione.
Vano il tentativo di riavere indietro i 2 grammi. Gli occhi dei ragazzi della pattuglia erano inequivocabilmente espliciti su chi se li sarebbe tenuti.
Ora per una cosa così ti rovinano la vita.
Io so una cosa: di bombe a mano in giro ce ne sono state fra le persone che ho conosciuto e che guidavano. Tossici, alcoolizzati, impasticcati, fumati, in acido o di qualsiasi altra cosa.
Ne sono morti tanti.
Nessuno, e quando dico nessuno vuol dire nessuno, in un incidente stradale.
In Vespa o in moto sì, ma mai in automobile; quelle automobili che ho appena presentato.
Ora, vorrei sapere, visto che in altro post c'è stata una discussione in proposito, se sono più criminali quelli che si mettono alla guida dopo una canna o con un leggero stato di alterazione alcoolica o quelli che permettono, hanno permesso o permetteranno a dei gonfi di 20 anni o poco meno o poco più di mettere il culo su mezzi con cilindrate superiori alle 1100.
Se vuoi il brivido della velocità vai su una pista, paghi, affitti una monoposto a 200 euro per un'ora di corsa e ti sfoghi.
Non vedo perchè devo preoccuparmi di vedermi piombare addosso una BMW lanciata a 180 km/h con 5 cretini impasticcati ripieni di gel il sabato sera sulla FI-PI-LI o sull'Aurelia. Ce n'ho già tante di mio.
Sul Romito, il famoso lungomare del "Sorpasso" di Dino Risi, parecchi anni fa ne ho visti tirare fuori 3 da sotto un camion.
L'auto era entrata completamente sotto il mezzo pesante, un TIR.
Dovettero alzarlo con un argano della Bettarini per tirare fuori il mezzo coi tre ragazzi a bordo.
Avevano sui 25 anni e viaggiavano su una Wolkswagen Golf. E quando dico Wolkswagen Golf ho detto tutto. La Wolkswagen, la casa del Maggiolino, praticamente un blocco di ghisa a forma d'automobile, aveva concepito uno dei più perfetti strumenti di idiozia di massa.
C'è una bellissima descrizione dei proprietari di Golf da parte di Michele Serra in un suo "Che tempo fa", la striscia che aveva sull'Unità, risalente all'epoca del massimo fulgore di questa sfortunata berlina.
Credo di aver sfanculato più proprietari di Golf più dei capi di governo degli ultimi 40 anni.
Ecco, l'avvento delle berline veloci e "di moda" come le Golf hanno segnato un salto di qualità nel modo di concepire la guida sulle nostre strade. Non so se siete d'accordo, ma ho una quantità molto considerevole di chilometri sotto il culo. Proprio tanti.
E' anche, non del tutto, ma soprattutto, una questione di mezzi.
Credo che un dibattito serio potrebbe anche cominciare da lì