Mattinata, verso le 11.
In teatro c'è poco da fare.
Stiamo aspettando che arrivino i responsabili del Teatro del Giglio di Lucca per definire il premontaggio del "Candide", l'opera-studio in cartellone la settimana prossima.
Il mio responsabile mi chiama e incarica me ed il mio collega Pippo di prendere il furgone ed andare a prendere del materiale di scena in magazzino (quartiere Stringi-Stringi) quindi a ritirare un cavo da elettricista in un negozio lungo il Viale Petrarca.
Il mio collega Pippo non ha la patente, ma è il compagno di viaggio ideale per quelli come me che rischiano le coronarie ogni volta che si immergono nel traffico del centro. Difatti ha una tolleranza verso coloro che non osservano le regole della strada paragonabile a quella di Stalin verso i kulaki durante le grandi purghe.
Quindi non appena un automobilista compie una manovra o qualsiasi cosa non confacente ad un corretto uso dell'automobile si sporge fino alle gambe dal finestrino ed inizia una sequela di insulti, contumelie e minacce.
Capirete che girando con un furgone cassonato di 4 metri per il centro le occasioni per le esibizioni del mio collega vanno dalle 3 alle 6 per ogni metro.
Il viaggio: esco da via Maggi per prendere gli Scali Olandesi, quindi i "fossi".
Due auto in doppia fila subito dopo la curva.
A passo d'uomo, con gli occhi che giocano a ping-pong coi due specchietti retrovisori laterali passo avendo circa 2 cm dalla parte delle auto in doppia fila ed altrettanti dalla parte del parcheggio a pagamento.
Fiuuu.
Non faccio in tempo ad accellerare, uno scooterista mi taglia la strada ma avendo cura di mettermisi davanti, in mezzo alla corsia, a 10 km/h.
Dalla fisionomia mi sembra una persona anziana.
Arrivo quasi in cima, dove c'è l'autoscuola, c'è un'auto ferma che sta aspettando che due signore sistemino la spesa nel portabagagli e lascino il posto del parcheggio libero avendo cura di stare ben bene nel mezzo della strada. Lo scooterista, ovviamente, passa.
Le signore sistemano tutto con calma olimpica, la fila dietro si ingrossa a vista d'occhio ma l'aspirante parcheggiatore non sente ragioni.
Alla fine - alla fine - le due signore informano il tipo che non hanno nessuna intenzione di andarsene e che - suppongo - continueranno il loro shopping.
Dietro i clacson ricordano già una di quelle partite dove il pubblico scava il cazzo 90 minuti con quelle trombette immonde.
Imbocco Via de Larderel, dove c'è il tribunale. Due corsie. Con semaforo in fondo.
Chi deve poi immettersi in Via Galilei rimane sulla corsia di sinistra, chi va verso la Stazione sta a destra. Lo stronzo che sta in mezzo occupando entrambe le corsie è puntuale come la cartella delle tasse. E questo ha pure il SUV.
Quando riparto devo frenare a secco perché un altro scooterista mi taglia la strada però per continuare sulla mia destra e questa è una di quelle ragazzine col parabrezza pieno di scritte che se le stempi e ci fai del macinato grosso il giorno dopo sul "Tirreno" devi pupparti i pianti affranti di genitori, parenti e amici.
Entro in via Galilei che, appena passata la chiesa di Sant'Andrea si restringe.
E lì, splendida, sublime ed immancabile, c'è lei.
La tipa.
Che sta cercando di parcheggiare a spina di pesce laddove non potrà mai entrare, bloccando l'intera corsia. Ma non sta tentando una qualche manovra. No, sta parlando al cellulare.
Dalla corsia opposta arrivano auto ed autobus in rigorosa fila indiana.
Suono il clacson. Non mi si fila.
Provvidenzialmente mi immetto nell'altra corsia di prepotenza prima che Pippo scenda, le spacchi il cellulare nella testolina e le usi violenza col crick del furgone, ma a questo punto l'urlo "ALLA 'ONCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!" è perfino doveroso.
(trad. con "alla conca" si invita una qualsivoglia gentile sposa a tornare alla conca del lavandino a lavare i piatti, lo so è una battuta sessista & maschilista ma evidentemente non conoscono l'alternativa nel caso si fosse trattato di un uomo).
Mi immetto in via Palestro sospettoso, e ne ho ben donde perchè da Piazza Due Giugno esce a razzo un Suvvino che incurante dello Stop si immette senza chiedere permesso.
Stessa storia con un'altra automobile che arriva da Via Solferino verso Piazza San Marco.
Riesco ad evitarla ma per poco non sbatto fuori strada uno scooterista che nel frattempo mi sta sorpassando da destra. Arriviamo in magazzino, prendiamo il materiale e ci dirigiamo verso la Ferramenta San Marco, che è situata in Via Cestoni, quartiere Shangai.
Arrivo al parcheggio della ferramenta. Sulla porta c'è un gurgugnau (un senegalese) che vende cd tarocchi e occhiali da sole tarocchi. Di fronte una macchina della Guardia di Finanza. Il gurgugnau sta seraficamente leggendo non so che libretto, io gli passo davanti e gli indico la macchina della Guardia di Finanza coi due finanzieri che beatamente stazionano fuori e chiaccherano con un gesto come a dire "L'hai visti lorolì?" il gurgugnau mi fa segno di sì e spiana un sorriso a 32 denti.
Rido anch'io.
Pippo deve ancora finire le porchemadonne di Via de Larderel quindi non fa testo.
Il viaggio dall'elettrofornitore ed il ritorno in teatro praticamente mantengono il solito canovaccio, con la simpatica variante di una vaporosa bionda che, avendoci visto fermare all'altezza delle strisce pedonali di Piazza della Repubblica ci ha sorpassato da destra rischiando per un pelo di stempiare una signora dai tratti africani con una carrozzina che per l'appunto s'era messa in testa di attraversare tranquillamente sulle strisce.
Arrivati davanti al cancello del parcheggio del teatro due motorini messi al termine di una lunga fila ci impediscono di poter entrare.
Ora, come ben saprete, questo è un normalissimo racconto che ognuno di noi che vive o lavora in un centro città potrebbe fare.
Mi chiedo quanto ci rendiamo conto, in primis, quanto può costarci in energie nervose un quotidiano del genere. Se tutto questo è umano.
La questione è che ce ne battiamo le palle delle regole, e la strada non fa eccezione. Tutti citano Napoli come esempio di circolazione anarchica.
Ma manco per il cazzo.
A Napoli sanno come guidare, alla napoletana. Ma lo fanno benissimo.
L'ultima volta sono stato dal centro a Fuorigrotta, m'è bastato guidare senza ansia, tranquillamente e sono venuto via sembrava m'avessero accompagnato a braccetto.
A Livorno non c'è una guida alla livornese. C'è Gino che guida alla Gino, Mario che guida alla Mario e ognuno che guida come cazzo gli pare.
Ogni tanto qualche motorino salta e con lui il padrone.
Vedendo l'uso che se ne fa la cosa mi rimane abbastanza indifferente.
Uno scooter non è un Ciao, nè un Garellino o un Dingo MM o un Motobecane.
Prima erano le Vespe 125, ET3 o PX in genere a fare i danni grossi, ma a Pontedera c'era un sacco di lavoro da fare e la gente era contenta.
Ora ci sono degli scooter sembrano Shuttle. E rompono i coglioni. E non li sanno guidare.
E c'è pieno di SUV, non anche ma SPECIALMENTE in centro.
Perchè se un popolo è governato da una testa di cazzo, il motivo è molto semplice, perchè c'è pieno di teste di cazzo.
Manco uno chiedesse di andare solo con auto elettriche, ecologiche o al massimo a batteria.
Nelle città c'è un movimento innaturale e continuo di aggeggi che non servono a un cazzo rispetto il motivo per cui vengono usati: il muoversi per andare da un punto A ad un punto B.
Ci è stato imposto un modello che non appartiene alla natura umana, ci sono case viaggianti usate per gironzolare per le enoteche del centro all'ora dell'aperitivo e gente che dorme sotto i ponti.
Design finto-ricco-mapperò-di-plastica impestano pure l'estetica delle file cittadine con una mostruosa esibizione di linee ultramoderne vuote come una medusa battuta sugli scogli, fari da guappetto del bar Veloce e uma vaga sensazione di piattezza ed inutilità perchè neanche le automobili esprimono più un qualcosa di poetico. Conte ha cantato "La topolino amaranto", Dalla ha cantato un intero album in lode all'automobile, LLoyd Cole ha cantato una bellissima 2CV, insomma, voi come la vedreste una canzone dedicata alla Fiat Multipla (c'è ma non vi dico chi è il malfattore) o alla Smart?
Ho paura che quelli della mia generazione abbiano visto il momento in cui era ancora possibile fermarsi e invece non ci siamo fermati.
Ho paura che per sopravvivere dovremo rivedere tutti i nostri punti A e punti B.
Gli scooteristi, comunque, devono andare in culo.
E ci devono andà a piedi.(Max Greggio)
9 commenti:
Sono stato male.
Ho rantolato per ore e ho rischiato attacchi di epilessia.
"Alla concaaaaa" mi ha sderenato.
Era un pezzo che non ridevo cosi'.
Leggendario.
Abito a Pavia, e tutte le volte che mi ritrovo in mezzo al traffico delle 8, penso esattamente le stesse cose che hai scritto tu, per filo e per segno.
"Perché se un popolo è governato da una testa di cazzo, il motivo è molto semplice, perché c'è pieno di teste di cazzo." Una verità scolpita nella pietra.
Grandissimo!
Grandissimo, racconto esilarante! (ma non per il fegato di te che l'hai vissuto, immagino...) Arrivi a metà e ti chiedi: ma quando cazzo si scatena Pippo con le porchemadonne? Non l'avrai mica legato e imbavagliato proprio stavolta... Mitici il "gurgugnau" e il verbo stempiare. Concordo sul popolo di teste di cazzo: io sono mite e tollerante, ma con certa gente il mitra sarebbe d'obbligo, e poi niente becchini, basta la nettezza urbana. Battutozza di Zio Scriba per dare il mio piccolo contributo: SE SEI AL VOLANTE DA MEZZ'ORA E NESSUNO STRONZO IN SCOOTER TI HA ANCORA TAGLIATO LA STRADA DA DESTRA, E' ORA CHE TU TI DECIDA A USCIRE DAL BOX.
Che a Livorno ognuno faccia come cazzo gli pare è storia.E da un certo punto di vista può anche essere condivisibile,l'allergia a certe regole.Quello che è cambiato è la tolleranza e il rispetto.Cose che ci avevano insegnato da piccoli,rispettare il prossimo,le differenze,sono diventate me ne sbatto di te,faccio come cazzo pare a me.Per le strade delle città, di Livorno in particolare,vedo suv galattici nelle viuzze del centro e mi verrebbe da scendere e dirgli:ma dove cazzo devi andare con quel carrarmato se stai in via dell'oriolino (piccola via stretta del centro)??Devi fare un safari nella savana?Vai a capo nord in macchina?Poi parcheggiano in doppia fila bloccando il traffico quando a 2 metri c'è un posto libero e capisci che non c'è più scampo:abbiamo il governo che ci meritiamo.
A Perugia ci siamo evoluti grazie alle condizioni dell'habitat, fedeli al darwinismo.
In pratica, vivendo in una città costruita su per un monte, la massa dei cittadini detta "traffico" riesce ad autoregolarsi ed autofluidificarsi, dimodoché nessuno rispetta niente, epperò non si creano incidenti/ingorghi.
@Zioscriba: Pippo ha regolarmente timbrato ogni automobilista se descrivevo ogni sbroccata dovevo fare un post a parte. La battuta la rivendo immediatamente.
@jesup: tutti comunisti finchè non ci s'ha una lira. Storie vecchie, no?
@Alessandro Cavallotti
Salve concittadino! :-)
Allora: il traffico pavese segue leggi fisiche e sociologiche che non appartengono a questa dimensione.
Quando non c'era la tangenziale la citta' era intasata da autoarticolati e macchine.
Ora che c'e' la tangenziale ti si pongono essenzialmente due opzioni: o rimanere bloccato in un ingorgo citta', o rimanere bloccato per ore in un ingorgo sulla tangenziale.
@Sassicaia
Per la serie "Alla Conca" ti elargisco un video vergognosamente sessista sulla singolare percezione spaziale delle gentili signore e signorine al volante.
http://www.youtube.com/watch?v=rn0e6xA5G_8
@Yossarian: cos'è il genio? Una ventata di follia in mezzo ad un'oceano di vuoto cosmico.
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