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giovedì 9 aprile 2009

COSA VORREBBERO FARCI DIVENTARE


Domani sarà lutto nazionale.
Il rituale collettivo del dolore e della solidarietà sarà esposto dal gran carrozzone dei media più per cercare di non spezzare quell'esilissimo filo che ancora tiene uniti gli "italiani brava gente"; l'esercizio di per sè non presenta grandi difficoltà, credo che ogni italiano sia vicino e solidale con chi ha perso casa, averi ed affetti in questa tragedia.
Però mai come stavolta credo che sia il caso di approfondire il perchè questo sisma sia stato così devastante. In questi tempi di "piano casa", in questi tempi in cui si favoleggia di Ponti di Messina, in questi tempi in cui il cemento è visto come una possibilità di uscire dalla crisi.
E comincerei segnalando questo simpatico articolo che ci rende edotti in cifre sul perchè, ad esempio, l'Ospedale San Salvatore è venuto giù sbriciolandosi come un frollino.
Ora, visto che stiamo parlando del non-plus-ultra dell'imprenditoria edilizia nazionale, verrebbe voglia di andare fino in fondo e scoperchiare il vaso di Pandora che costituisce tutto l'assetto del lavoro edilizio in Italia: chi costruisce, come, in base a quali concessioni, con quali cifre e con quali garanzie.
Non sarei sorpreso se adattando il tutto ai termini di legge l'edilizia nazionale si ritroverebbe impegnata a costruire esclusivamente carceri dove alloggiare imprenditori edili grandi e piccoli.
Ma, giustamente, mi verrebbe fatto notare che non si può generalizzare.
Chi ha veramente generalizzato è chi ha costruito edifici, case, ospedali, scuole con materiali talmente scadenti tanto che (anche ora ad "Anno Zero") i soccorritori si ritrovano a sbriciolare il cemento come burro con due colpi di mazza.
Il carrozzone e le voci del Padrone si affannano a replicare se stesse (vedi video del TG1 riportato nell'apposito post), stando bene attente a non mettere in discussione i poteri taumaturgici di Re Silvio che, tanto per tenere alto il morale dei poveri terremotati ha cavato fuori dal cilindro la facezia della scampagnata. E giù servizi sulle storie di chi ora non ha più, interviste a chi in questo momento sente solo la morte dentro, il solito circo del dolore che vorrebbe dare una misura della tragedia ma che puntualmente provoca reazioni di ulteriore rabbia ed indignazione in chi ancora spera in una informazione etica. A parte l'apertura inneggiante allo share del TG1, la caccia alla lacrima facile, comunque, non raggiunge i vertici di schifo, ad esempio, che sta raggiungendo Mario Giordano ora, in questo momento, ad Anno Zero cercando di infamare lo studioso che aveva registrato i rischi di sisma durante una ricerca sul Radon.
Ecco, una cosa è sicura: i servi sono gli unici a non riuscire a tenere la bocca chiusa ed anzi ad urlare qualunque cosa possa affossare eventuali responsabilità dei loro padroni.
E così prima di arrivare al nodo della questione, e cioè che molti di quei morti sono vittime di imprese ed imprenditori senza scrupoli e che finchè si ruba senza conseguenze visibili è bene stare tutti zitti mentre quando la merda va nel ventilatore i servi si schierano come un sol uomo a difesa proprio di quegli stessi interessi.
E così vorrebbero farci diventare; muti ed addolorati. Mentre loro, al calduccio, continuano a farsi gli affari loro.
Nel blog di MissKappa la voce di chi sta vivendo sulla sua pelle questa tragedia dice cose che ancora non hanno il coraggio di dirci.
Possono risparmiarsi la fatica, ora.

domenica 28 dicembre 2008

SHALOM


L'articolo é questo, e descrive in maniera che ritengo sufficientemente chiara quale sia la reale situazione a Gaza, visto che il giornalismo nostrano non è capace di informare correttamente neanche su questioni come i genocidi. C'è una spaventosa differenziazione visibile a chiunque abbia voglia di accorgersene su quelle che sono le veline trasmesse dai nostri media istituzionali e quello che si viene a sapere semplicemente andandosi ad informare su siti dove i giornalisti fanno i giornalisti; resta da capire cosa ci guadagnino i nostri media a fare la figura dei peracottari ad ogni sommovimento politico internazionale, visto che in quanto a credibilità riguardo la situazione interna siamo ai minimi storici dai tempi dell'Agenzia Stefani.
Ad ogni buon conto dubito che Israele sarà chiamata a dar conto di questo massacro, come è già successo per altri massacri che impunemente ha commesso e come sarà per gli altri massacri che sicuramente non mancherà di commettere in futuro.
Da semplice cittadino l'unica triste impressione che rimane è che al di là delle parole a nessuno interessa veramente che tutto questo finisca e che sarà impossibile che chi deve pagare paghi.
E i nostri media continueranno a spargere panzane nelle nostre case col sorriso che solo i complici di efferati assassini possono avere.