venerdì 25 marzo 2011

CARITA' E RIVOLUZIONE

"Ricorrerò a San Paolo: nella prima lettera ai Corinti si legge questa stupenda frase (non tutto in San Paolo è stupendo, spesso parla in lui il prete, il fariseo): "Restano  fede, speranza e carità, queste tre cose; di tutte la migliore è la carità"
La carità - questa cosa misteriosa e trascurata - al contrario della fede e della speranza, tanto chiare e d'uso comune, è indispensabile alla fede ed alla speranza stesse. Infatti la carità è pensabile anche di per sé: la fede e la speranza sono impensabili senza la carità: e non solo impensabili , ma mostruose. Quelle del nazismo (e quindi di un intero popolo) erano fede e speranza senza carità. Lo stesso si dica per la Chiesa clericale."
(Pier Paolo Pasolini, Il Caos)

Non so in questa Italia governata da ladri ed assassini ci sia ancora spazio per cercare di recuperare un minimo di senso riguardo al termine "carità".
Non lo so e credo che giunti a questo punto non mi interessa più di tanto.
Certo è che se il termine è ancora preda dell'imprinting affibbiatole dalla Santa Romana Chiesa Cattolica Football Club siamo lontani anni luce dal comprenderne correttamente il significato.
C'è una interpretazione del termine da parte di alcune scuole buddiste giapponesi che a mio parere è la chiave di volta per riflettere su quanto siamo lontani dall'aver capito quale abissale differenza separa il nostro mondo occidentale ed evoluto dalla messa in pratica di questa cosa, come la definisce Pasolini, "misteriosa e trascurata".
La parola è "Jihi", composta da due caratteri, per l'appunto "Ji" e "Hi".
Il primo significa "togliere sofferenza", il secondo "dare gioia"; è la virtù fondamentale del bodhisattva, colui che dedica la propria vita agli altri per propagare la Legge; ma non mi addentro in questioni dottrinali perché voglio rimanere sul significato del termine, che è quello che mi interessa.

Nella nostra lingua e nell'interpretazione che i buddisti italiani ne hanno dato il termine diventa "Compassione", e per quel che gli italiani hanno identificato con quel termine nel linguaggio comune mi viene da dire che la traduzione è veramente pessima. Anzi, forse la peggiore possibile.

"Togliere sofferenza" vuol dire offrire gli strumenti per superare una condizione che crea profondo disagio interiore, "dare gioia" vuol dire aprire nell'altro una condizione per andare oltre la propria sofferenza costruendo uno stato vitale più alto.

Altro che "compassione".

Detto ciò trovo inappuntabile quanto il poeta di Casarsa scrive nella citazione riportata. Quello in cui viviamo è un mondo di fede e speranza senza carità.
Ed è un mondo mostruoso al quale l'unica a ribellarsi è la Natura, probabilmente avendo constatato l'inettitudine dell'uomo nel contrastare quanto i poteri hanno ormai stabilmente costruito.
In Italia la cosa è talmente sudicia, incancrenita e spudorata che probabilmente la Natura interviene solo per dare il segnale di quanto ci stiamo fottendo da soli con le nostre stesse mani; a fronte di un governo che deve avere quantità industriali di fede e speranza, ci troviamo a vivere una nemesi per cui dopo aver disseminato l'intero pianeta di "Pizzamandolinispaghettimafia" ora stiamo qui ad ascoltare dei babbuini in camicia verde strillare perché ci viene chiesto il conto, perché il fatto che il pianeta Terra è di tutti e che le loro patetiche bandierine son buone solo per ficcarsele in culo partendo dalla cima dell'asta, visto che il loro concetto di identitarismo parte da un presupposto abbastanza ridicolo, basti guardare le facce suine che si ritrovano, darle in pasto ad uno studente al primo anno di antropologia e concludere che la probabilità che la loro ROTFLrazza sia inconfutabilmente mescolata ad africani, sassoni, germanici e pecore della Val Brembana.

La carità non è ammassare disperati nei CIE ed andare a bombardare un dittatore al quale fino al giorno prima s'è leccato ogni orifizio. E non è nemmeno scendere per l'ennesima volta in piazza a scoreggiare nel simoun "contro la guerra". La carità è azione.
E questo, per quanto mi riguarda vuol dire che in una corretta accezione del termine i signori BerlusconiTremontiLaRussaMaroniPrestigiacomoCicchittoecc.ecc. vanno messi in condizione di avere PAURA.

Una paura lovecraftiana, verso non si sa cosa ma che sanno che prima che abbiano la percezione della sua vera identità li avrà colpiti ed affondati.
La paura che hanno cercato di instillarci per governare.
Ed è una paura che non sarebbe difficile cominciare a far provare loro tramite delle semplici azioni quotidiane, senza orario e senza bandiera (anche se i New Trolls non è che mi facciano impazzire).
Le azioni di chi non ha bisogno di una mentalità "movimentista" per fare una rivoluzione perchè la rivoluzione la fa partire ogni mattina davanti allo specchio del bagno. E la traduce in carità.
Quella vera che crea fede e speranza.

venerdì 18 marzo 2011

RADIAZIONI, PLAYSTATION E FAVE SCHIAPPONE

"E allora?
Come pensate di far funzionare i vostri frigoriferi, lavastoviglie, microonde, televisori, computer, playstation ecc. ecc.?"

Ficcandoteli su per il culo.

Questa è quella che si dice una risposta sensata.

Nessuno si chiede COME venga usata l'energia che abbiamo a disposizione, nessuno che inizi ad indagare su come (un popolo a caso) gli italiani siano più o meno "intelligenti" nel consumare un bene così fondamentale e prezioso.
No, pensano a come far funzionare la playstation.
Ditemi voi se quella sopra non è una risposta sensata.

Non è questione di parsimonia, la questione è: stiamo portando avanti un modello sostenibile o no?

La risposta è no. E non da oggi.

Non ce lo possiamo permettere. Ma ce lo permettiamo lo stesso.
Spendiamo zillioni in megacazzate che non servono a un megacazzo e poi frignamo perché il petrolio va alle stelle e il gas te lo danno a gocciole e milioni di coglioni devono fare finanziamenti e debiti per pagarsi il pieno al SUV, l'i-phone nuovo, la playstation e un branco di stronzate che, tante volte non ce ne rendessimo conto, sono nient'altro che il risultato di quanto andiamo a rubare togliendo il pane dalla bocca di quei popoli che manco riescono a mettere insieme pranzo e cena e questo riguarda migliaia di beni per noi "fondamentali", quelli da status, cioè.

D'altra parte che il sistema capitalistico sia un sistema comodo per assassini e deficienti (dove i primi dicono cosa fare e i secondi eseguono) non è storia di oggi.
Direte: al comunista!
Fermi lì.

Dico. ma proprio non ci si levano le gambe da questa gabbietta da criceti dove si continua a girare sulla ruotina che ci hanno messo per farci occupare le giornate?
Capitalista/comunista
Comunista/fascista

E' mai possibile che nell'A.D. 2010 ci siano ancora individui così sfacciatamente tendenti al subnormale che ancora annuiscono contenti meglio dei peluche con la testa semovente che a volte si vedono dal finestrino posteriore di certe auto quando il Buffo Omino di Arcore dice di non voler lasciare il paese in mano ai comunisti?
E' possibile.
E' possibile quando, ad esempio, svariate generazioni dell'alta Italia (tronchi di betulla freschi da rosica per gli amici leghisti, prezzi modici e scaricabili dal 740)



sono cresciute col mantra dei comunisti che requisiscono le proprietà, stangano di tasse e mangiano bambini bolliti come se "Il capitale" fosse stato scritto da Swift invece che da Marx (e se non altro sarebbe stato più divertente).
E guardate che fine hanno fatto. Fans di Borghezio.
La morte è troppo poco per loro.
Meritano uno Stato Padano governato dalla Lega. Questa sì che sarebbe una punizione.

Ora ci si sveglia riguardo le potenziali noie che potrebbe apportare l'avere delle centrali nucleari in casa.
ORA.
Ma che roba, dice, avete visto in Giappone.
Qua non c'è problema, dicono i sicari del governo; o almeno l'hanno detto fino a quando non hanno percepito che rischiavano di finire rincorsi da cittadini incazzati pronti a fargli ingoiare raudi fischioni all'uranio impoverito.
E la Fata Turchina Prestigiacomo, seppur non marginalmente coinvolta nell'affaire nucleare, s'è cacata nel perizoma e ha detto "Lasciamo perdere, o perdiamo le elezioni"
Non "lasciamo perdere che qui rischiamo di mandare al creatore qualche milione di gente".
Perché qui, in Italia abbiamo col colpo sempre pronto in canna terremoti, esondazioni, frane, smottamenti, lobby del mattone e lobby dei rifiuti.
Cioè quanto appena sufficiente a mandare i nuclearisti precisi fra le famose 27 crespelle (per i/le vergini)del buco del culo e farglici prendere la residenza.

Non sono esperto di energie nè intendo diventarlo.
Ma sono disposto a rivedere i miei consumi, le mie abitudini e le mie esigenze (già pesantemente parche) in base alla possibilità reale che grazie a TUTTI si possa vivere con un modello sostenibile in armonia con quanto la natura ci ha messo a disposizione.
So solo che chi ritiene PROVVIDENZIALE l'incidente di Fukushima vorrei riflettesse su cosa sarebbe successo in Italia se a Fukushima la gente fosse ancora occupata a distillare sakè e costruire computerini in santa pace e la centrale nucleare fosse ancora tranquillamente in funzione.
E che l'unica cosa provvidenziale è il prendere coscienza che per la gang del Buffo Omino la preoccupazione del benessere energetico dell'Italia è pari più o meno a quella del fabbisogno alimentare dei pellicani dello zoo di Pistoia. E regolarsi di conseguenza.

Pensando ad esempio a chi sarebbero andati i voti dei giocatori di playstation.
E regolarsi un'altra volta di conseguenza.

Ad ogni modo: per il sottoscritto, as usual, scheda bianca/nulla/imbrattata con una fava schiappona gigantesca (ultime politiche) alle elezioni ma al referendum ci vado.
Eccome.

lunedì 14 marzo 2011

ITALIANI E CATASTROFI

La fanzine "Libero" ci informa che i terremoti fanno aumentare il PIL.

Aspettiamo intanto di sapere quanti punti in più ci ha procurato il sisma in Abruzzo (e io che mi preoccupavo della crisi), intanto cerco di farmi un'idea di quello che è successo in Giappone da questa distanza e, per quanto possa informarmi in rete, sulle tv e sui giornali so già che non c'è figurina che possa minimamente rappresentare cosa significhi un disastro del genere.
Diventa quasi avvilente commentare un fatto del genere da un paese che ha visto nella gestione del terremoto abruzzese una delle più squallide esibizioni di volgarità umana e disprezzo dei cittadini fatta da questo governo che pure quotidianamente non ci fa mancare mai la sua perla.

Ci sono dei momenti in cui la Storia bussa alle porte e reclama dei cambiamenti e ci sono momenti in cui insieme alla Storia bussa pure la Natura e così ci ritroviamo noi italiani eredi dell'Impero Romano, del Rinascimento e della commedia all'italiana del dopoguerra a guardare i sommovimenti che animano il mondo arabo e le grandi catastrofi naturali aiutate con beni & servizi dalla mano dell'uomo (parlo del nucleare, e colgo l'occasione per mandare un caloroso VATTI A IMPICCARE a Chicco Testadicazzo) dalla prospettiva di un paese nel quale il Primo Ministro sta preoccupandosi di non finire in galera e deve velocemente riformare l'ordinamento giudiziario cominciando con l'esibire il disegnino delle bilance.

Ma la catastrofe giapponese pone innanzitutto una problematica.
Anche se è presto per dare riscontri in questa situazione è nota l'attitudine del giapponese a considerare l'onore del proprio paese come sacro e come sia radicata l'attitudine a gestire collettivamente le situazioni di grandi emergenza, e sto parlando di un paese che s'è beccato due atomiche sul groppone e che su terremoti e tsunami non deve imparare niente da nessuno.
Questo articolo di Zucconi in merito l'ho trovato piuttosto calzante.

Ora torniamo a noi, in Italia.
Immaginiamo una situazione d'emergenza nazionale anche lontanamente meno seria di quella giapponese, per cui ci ritroveremmo ad essere gestiti dalla squadra pidielleghista.
Se L'Aquila non avesse ancora dato un'idea, intendo.
L'impressione è che faticheremmo a capire, nel caso, se la vera tragedia sia stata quella naturale o quella di ritrovarsi in tali mani.
Dimenticate lo spirito di solidarietà e di profonda presa di coscienza che la parte migliore del paese tirò fuori nel dopoguerra, dimenticate gli italiani brava gente, dimenticate la parola gente, ecco.

Perché ora siamo in mano ad una banda di criminali, accerchiati da mafie, 'ndrine, massonerie, consorzi, famiglie e troupes da circo che qualsiasi cosa succeda ha deciso di lasciare solo qualche insignificante briciola.
Quanto basta per avere una TV, un telefonino e un cetriolo da infilarsi nel culo quando la TV e il telefonino non bastano più.

Stiamo vivendo in un paese nel quale ai terremotati abruzzesi è stata data la squallida solidarietà di un giorno dai media biscionati (quindi RAI compresa) per poi lasciarli soli anche davanti ai manganelli della polizia: lì non le hanno raccontate le storie dei peluche ritrovati fra le macerie. Un paese che abbiamo visto svelarsi anche qui in rete, bastava vedere nel sito di Anna Colasacco (Miss Kappa), nei mesi successivi al terremoto il proliferare di berlusconiani decerebrati (mi scuso per i due aggettivi di fila che poi sono lo stesso sinonimo) pronti ad infamare, mistificare, trollare, infangare pur di difendere l'onore del Buffo Omino di Arcore.
A tale miserevole livello qualcuno è riuscito a scendere.

Ad ogni modo sembra che ce la stiamo chiamando, perché quando il livello morale, sia pure di una parte della nazione, scende al livello in cui i fans del Buffo Omino sono riusciti ad arrivare prima o poi accade QUALCOSA. E quel qualcosa non è mai simile al Carnevale di Rio de Janeiro.

Intanto, là nel paese del Kamikaze (che altro non sarebbe che il Vento Divino che la dea Amaterasu scatena contro i nemici della Nazione per purificare il paese) ci stanno dando un'occasione per mettere in moto qualche rotella.

Senza contare quella che ci stanno fornendo dai paesi arabi.


(nella foto: due catastrofi della natura umana attualmente in corso in Italia)

martedì 8 marzo 2011

8 MARZO: BE ITALIAN

Sarà anche la festa della donna ma io oggi c'ho il dentista e quando c'è di mezzo un dentista che deve cavarti un dente  il resto della giornata passa in secondo piano.

Ciononostante da queste parti hanno pensato bene di festeggiare attaccando in varie zone della città il seguente cartello:



Sotto la sigla "Terror" si firmano gli stessi che avevano in precedenza stampato degli adesivi con un uovo al tegamino (dopo le uova tirate contro le sedi CISL e Confindustria che avevano provocato le scomposte e patetiche accuse di "terrorismo" da parte delle facce da culo e della stampa locale e non solo) seguiti dagli adesivi delle stelline dipinte di vernice rossa attaccate sempre davanti a CISL e Confindustria.

Riporto inoltre il comunicato seguito al manifesto:


“Be Italian. L'altra faccia della tv
Cosa si nasconde dietro lo share?
La scelta di questa immagine "forte" in primis è stata dettata per suscitare reazioni immediate e, volendo, estreme. L'abbiamo scelta perchè rappresenta l'Italia di oggi, quello che c'è dietro la società dello spettacolo e quel sistema che alimenta l'uso e la rappresentazione del corpo femminile in modo sessista. Inoltre, l'immagine è quella di un uomo nudo perché riteniamo il sessismo un problema maschile. I media non si limitano a rappresentare modelli femminili desiderabili ma alimentano una società dove esistono un soggetto (maschio, comunque passivo) e un oggetto (la donna, per come viene rappresentata).
"Be italian" è la tagline della campagna pubblicitaria Intimissimi 2011, azienda che fa un chiaro sfruttamento del corpo femminile ad uso e abuso maschile, ed allo stesso tempo richiamo alla situazione generale italiana, fatta di spettatori passivi incapaci si scegliere."

Terror

venerdì 4 marzo 2011

CORPI LIBERI E GRATUITI

Per un pò ho seguito con un certo distacco le diatribe su corpi e libertà sessuale con le quali i paladini del Buffo Omino di Arcore cercavano di rovesciare a sinistra l'accusa di ipocrisia, visto che ci si ritrovava a stigmatizzare le bravate ed i festini con contorno di giovini virgulti pronte ad intascare soldi, regali, prebende e posti su ambiti seggioloni in cambio del sollazzo del Buffo Omino e dei suoi cortigiani.

Ora, non é che parlando di TROIE nel senso più dispregiativo possibile mi riferisco alle papi-girls, o almeno non solo.
Se parlo di TROIE sto parlando proprio di quegli esemplari che a malapena riesco a definire umani che in tutta questa faccenda hanno avuto la buona idea di liquidare la cosa con "ognuno a casa sua fa quello che gli pare", tanto per cominciare.
E continuando, o scavando, come preferite, quella squadra di subumani che pur di salvare dal processo il Buffo Omino hanno passato in rassegna sotto lo sguardo attonito del mondo intero ogni cazzata concepibile, dall'abbassamento della maggiore età alla (ultima ed addirittura disconosciuta da Ghedini, quindi pensate al livello) presentazione della prescrizione breve.

Quelle sono TROIE.
A prescindere  dal sesso, naturalmente.
E nessuno ha lottato per permettere a qualcun altro di diventare delle TROIE, o almeno non di quel genere.

Chiaramente dei minus habens come i berluscones non ne sanno un beneamato cazzo a tortiglione di cosa sia stata la lotta per la liberazione sessuale partita negli anni '60 ed attualmente ferma al monitoraggio dei femminicidi e dei casi di stalking molesto che ancora caratterizzano in larga scala la nostra società fondata sui "valori cristiani" così duri da scardinare perché sia chiaro, se c'è da scendere in piazza contro il potere politico si timbra con piacere il cartellino di presenza, ma se si chiedesse una volta per tutte di contarci nel caso si decida di scendere in piazza ESCLUSIVAMENTE per dare alle zecche in tonaca un bel segnale che il loro gradimento presso una consistente fascia di popolazione è classificabile precisamente fra il mal di denti ed una visita dell'ufficiale giudiziario ci sarebbe un fuggifuggi da parte (soprattutto) di coloro che millantano d'essere il principale partito di opposizione - in realtà sono il partito della disperazione, quella di chi non riesce a concepire un modo di fare opposizione diverso dal grattarsi i coglioni mentre l'altra parte devasta il paese salvo poi uscirsene con la genialata dei 10 milioni di firme; immagino il tremore del culo flaccido del Buffo Omino, mah. - ma sulla volgarità e sulla schifosa ipocrisia cattolica dimostrata anche in questo frangente ci vorrebbe un post apposito.

Immagino che spiegare ai berluscones che la liberazione del proprio corpo e del proprio piacere che era alla base della lotta di liberazione dei bei tempi che furono era riferita alla riappropriazione del diritto di decidere al di là di qualsiasi condizionamento imposto dai poteri sia pateticamente inutile.
Spiegare la possibilità della libertà di decidere del proprio corpo a chi s'è venduto in tutta la sua essenza ad una "cosa" ridicolmente sciatta e volgare come il Buffo Omino è come tentare di spiegare ad un ippopotamo un diagramma di Venn.
La differenza sta nel fatto che uno con la forma mentis del berluscones ha assoluta necessità di vendersi per dimostrare a se stesso che un qualche cazzo di qualcosa a questo mondo è pur venuto a farlo.
Si creano così casi umani da tragicommedia, tipo Sgarbi, che in un qualsiasi paese provvisto di una dose minima di etica farebbe l'ambulante ai mercati urlando "Non ve lo dò per mille, non ve lo dò per cento ma per DU'EURIDU'EURIDU'EURI", o come Ferrara che finalmente ha potuto sguainare il panzone e tornare alla carica iniziando a pontificare sull'argomento sul quale verosimilmente ha la stessa competenza di un cesto di insalata contornandosi di mutande tanto per ribadire quale dovrebbe essere il copricapo dei seguaci che intende salvare dall'ipocrisia sinistroide.
Ma si creano anche casi umani di "normali" cittadini per cui il farsi alesare ogni orifizio (o quello delle figlie) in cambio di un qualsiasi tipo di beneficio significa per l'appunto avere scelto.
E' lì che il berluscones o chiunque ragioni in questa maniera si allontana, rispetto alla liberazione sessuale messa in moto nei decenni scorsi, verso altri universi.

Hanno semplicemente promosso un concetto di scelta che in realtà è asservito più che mai al potere.
Quindi niente di più lontano da quella che era la vera lotta di liberazione dei corpi.

Non c'è stata traccia, nella difesa da buzzurri impomatati degli amici del Buffo Omino, dei sentimenti che necessitano per guidare il proprio corpo alla libertà di decidere il proprio piacere.
Che poi la vera lotta di liberazione consisteva per l'appunto nell'imparare a gestire proprio le pulsioni sessuali scavalcando degli schemi imposti che nascondevano giusto quegli abomini sui quali siamo ormai arenati da qualche decennio.

E l'invereconda mercificazione del corpo che il Buffo Omino promuove con l'avallo delle gerarchie ecclesiali è la strada più sicura affinchè una restaurazione degli antichi valori riprenda piede il più velocemente possibile.

Libertà sessuale illimitata per chi può permetterselo, pubblica gogna per tutti gli altri.
Perché dietro si allunga paterna la mano di chi fa finta di incazzarsi ma che non aspetta altro che il lavoro sia portato a compimento, vale a dire la mano di quelle zecche contro le quali sembra non siano ancora maturi nemmeno i tempi per una manifestazione non dico di protesta ma di dissenso tutta per loro.

Detto ciò, se un'altra lotta per liberare i corpi ed il piacere deve proprio iniziare - e lo dovrebbe - non è detto che non sia proprio da qua che debba partire.

Ma in quanti ci ritroveremmo per manifestare contro la Chiesa?

P.S. Non ho mai usato l'epiteto di "pedofili" per le zecche, stavolta. E comunque ne hanno appena beccato un altro.
P.P.S. Ma perché il correttore di blogspot mi segna la parola "femminicidi" come errore?

martedì 22 febbraio 2011

COME CRAXI

Potrebbe sembrare una lamentela oziosa quella di prendere atto di come siano cambiati i rapporti con le autorità e le cosiddette FF.OO. (no, non le Fiamme Oro, parlo delle forze dell'ordine), specialmente ora che nelle piazze del Nord Africa si ammazza gente come fossero zanzare, ma oggettivamente parlando credo proprio che la discussione abbia invece un senso.
Anzi, che abbia un suo perché proprio alla luce di quanto successo in Egitto prima ed in Libia ora (senza contare Yemen, Bahrein e chissà cos'altro dopo).
Lo spunto principale me lo ha dato QUESTO POST di Venturik che mi sono letto nella portineria del teatro mentre attendevo che lo spettacolo di ieri sera andasse in scena.
I vigili, la Polizia Municipale. Parliamone, anche se sull'analisi di Riccardo ci sarebbe ben poco da aggiungere.
Se ne deduce che è stato allargato il solco fra cittadini ed autorità, che ormai parlare di divise "al servizio del cittadino" con questo governo in carica suona come una pietosa presa per le natiche, che i cosiddetti municipali sono semplicemente gli ulteriori spremitori per le tasche disastrate dei cittadini, quando non gli inquisitori secondo leggi fatte apposta per trovare ad ogni giro di giostra la maniera di renderci la vita un inferno.

Provate ad avere il posto di lavoro in centro a Livorno, ad esempio.
ZTL, zona pedonale, zona a lettere, zona riservata ai falsi invalidi (sì, perchè dopo quello che ho visto i possessori di parcheggi privilegiati per disabili sono in buona percentuale disabili solo nell'arte del parcheggio), ma nessuna zona per chi in centro ci viene non per cazzeggiare o shoppettare ma a LAVORARE.
Parcheggi a pagamento che dopo 2 ore dovresti tornare fuori e rimettere altri 2 euro di parchimetro, oppure parcheggi custoditi che mi costerebbero 10 euro al giorno.
E di solito all'ora in cui stacco non c'è NESSUN mezzo pubblico che mi può riportare a casa (10 km dal centro).

Si capisce che ho un cospicuo numero di multe, e ok. Le pago e vado avanti, anche se per ora soluzioni al problema non ne trovo.
Però.

Quando si alzerà il primo refolo di vera rivolta, quando la gente comincerà ad andare in piazza incazzata come nel nord Africa, ecco, io quelli lì sono i primi che andrò a cercare, e potete metterci il timbro a secco che non sarò solo.

E già andata di lusso a quei municipali che l'estate scorsa volevano sequestrare con fare inutilmente protervo la merce dei senegalesi che stanno tranquillamente lungo il viale a mare senza importunare nessuno vendendo la solita merce che tutti i senegalesi di stanza qui a Livorno hanno da sempre.
Difatti i municipali vennero circondati da qualche decina di - teppisti? terroristi? delinquenti? - no, da cittadini, padri di famiglia, anziani e ragazzi.
E si sono presi anche qualche ceffone.
E gli è andata di lusso.
Avreste dovuto leggere l'articolo sul "Tirreno" traboccante di indignazione e scandalo. Come ci si permette di toccare un tutore dell'ordine.


Così come quando sono intervenuti durante la consueta occupazione di tre giorni da parte degli antagonisti della Fortezza Nuova a cavallo del primo maggio.
L'occupazione in genere è concordata con l'Amministrazione Comunale.
E i municipali vennero semplicemente a provocare.
E anche lì le hanno prese. Oh, qualche manata nel viso a fine propedeutico, niente di che.
Ma ormai ci siamo.
Hanno voluto i vigili militarizzati, le Equitalia & c.?
Bene, benzina sul fuoco che fra poco gli esploderà nel culo.

E uno dei perché é l'inutile protervia italiota grazie alla quale basta avere una mostrina ed una divisa per credere di potersi permettere qualsiasi mancanza di forma di rispetto, nonché traboccare di arroganza anche senza giustificazione.
E prima o poi, come la fisica quantistica insegna, qualcuno si fa girare violentemente le palle.
Allora diventa chiaro che ricorsi, petizioni, contestazioni etc. etc. non servono a nulla, quindi per forza di cose tocca andare allo scontro frontale.
Dicono che stiamo ancora troppo bene per arrivare a fare come in Maghreb e dintorni.
Io non la penso così.
Noi siamo un paese potenzialmente benestante e che la dignità del vivere la conosce, ci stiamo soltanto accorgendo increduli che vogliono togliercela.
Aspettate che si realizzi appieno quello che stanno combinando e vedrete che succederà.
E, bontà loro, i municipali sono una di quelle categorie che ce lo sta mostrando con encomiabile zelo.

Quello che vorrei fosse chiaro è che quando si alza a certi livelli la tensione sociale bisogna stare molto attenti nel calcolare a cosa si va incontro.
E l'impressione è che l'Italia sia una polveriera come e quanto la Tunisia, l'Egitto e la Libia, più lenta a carburare.
Solo che qua - ed è lì che sbaglia - il nostro Buffo Omino di Arcore pensa che Piazzale Loreto sia un incidente del passato.
Povero illuso.
Io però rimango dell'avviso che preferirei tenerlo in vita mentre il suo impero gli si sgretola davanti e tenerlo pedissequamente informato sul come e sul perché. Vivo e rosicante.
Tanto, come Ben Alì e Mubarak, questi come devono lasciare le leve di comando si ammalano o schiantano addirittura senza far sprecare pallottole.
Son fatti così, se non comandano si sentono morire.
Come Craxi.

Lasciamoli lavorare, quindi, si stanno scavando la fossa con le proprie mani.

sabato 19 febbraio 2011

NE HO FATTO UN ALTRO

Il simbolo massonico nella colonna a destra è il logo del gruppo musicale di cui faccio parte.
La scritta "punk is whatever you make out of it" é un link che porta al blog del gruppo.

Abbiamo preferito una piattaforma blog alla pagina su facebook perché nonostante ci siamo formati due anni fa abbiamo una storia e, speriamo, un futuro e preferiamo raccontare piuttosto che fare vetrina.
Ci sono delle canzoni, alcune in versione definitiva, altre in versione demo, canzoni di gruppi dei quali abbiamo fatto parte anni addietro, foto, aggiornamenti, storie ed altro che si aggiungerà man mano che andremo avanti.
Intorno ad una band musicale girano un sacco di cose, che hanno tutte come filo conduttore la musica; visto che di appassionati ce ne sono fortunatamente ancora, espongo al pubblico ludibrio quanto stiamo realizzando.
Dopo che alcuni di noi erano fermi da quasi vent'anni.

Via via spunterà qualche faccia nota, o almeno non sconosciuta.
E comunque per ora ci accontentiamo di questo blog per presentarci e vedere che succede.
Non aggiungo altro, il resto é e sarà lì.
Scusate l'automarchetta e chi ha voglia ci faccia pure un salto.
Oh, è solo rock 'n roll.

giovedì 17 febbraio 2011

PIDDISMI

Per pubblicare un commento sul sito dell'Unità devo accedere a Facebook.

Allora non hanno capito veramente un cazzo.
Ma veramente un cazzo.

Ne prendo atto.
Anche se trattandosi di piddini la cosa risulta un tantino scontata.

Peccato perché commentare il proclama di quell'infame vigliacco di Pansa (titolo: " Quasi quasi voto Berlusconi") sarebbe stato un piacere.

mercoledì 16 febbraio 2011

DOPO

Esplode in un tripudio di titoli e foto di corredo col Buffo Omino di Arcore in posa corrucciata, la gioia liberatoria dei giornali-canaglia di sinistra grazie al rito immediato col quale si processerà l'uomo più potente ed allo stesso tempo ridicolo d'Italia.

Cioè, roba che andava fatta come minimo venti anni fa chiedendo semplicemente al signor Berlusconi Silvio fu Luigi come avesse fatto i soldi.

C'è chi si accontenta lo stesso anche se nel frattempo il Buffo Omino ha avuto il tempo di fare dei danni che manco la somma dei tifoni degli ultimi 50 anni avrebbero potuto sognarsi di fare.

Fra poco ci sarà la resa dei conti.
O almeno così dovrebbe essere.

Perché una volta cacciato l'omino c'è tutta una schiera di cortigiani, ruffiani, lecchini, prezzolati e merdaglia simile che vorrà continuare a tenere la testina a giro facendo finta di pararsi dietro il solito "eseguivo gli ordini".
Difatti la vera occasione per il paese Italia dovrebbe esser rappresentata dalla possibilità di dimostrare al mondo, per una volta nella Storia, di non essere un paese che offre sempre e comunque la scappatoia ai suddetti lecchini, ruffiani, cortigiani etc.etc. di ripresentarsi col vestitino nuovo sul piedistallo a fare marameo al popolo bue con una nuova veste e nuove ottime prebende.

Non è questione di trasformismo, è questione di dignità di un paese.
Siamo un popolo che oltre a non imparare dai propri errori li ripete con slancio creativo trovando ogni volta la maniera di sbalordire anche le più scafate dittature dinastiche ancora in auge per la disinvoltura con cui danno a bere al popolo le più mirabolanti cazzate semplicemente cambiandosi lo stemmino sulla giacca.

D'altra parte da un popolo capace di cominciare una guerra da una parte e finirla dall'altra mi pare il minimo.
E' già tanto se De Gasperi non ha chiesto la restituzione dell'Istria e della Dalmazia nonché l'annessione del canton Ticino come danni di guerra, perché siamo anche di quelli che poi vogliono anche cento lire di resto.

Insomma, tutta quella marmaglia che ancora si affanna a propagare il Verbo del padrone, quest'omino ridicolo e buffonesco grazie al quale siamo diventati la barzelletta del mondo, dove li mettiamo?

I Gasparri. I La Russa. I Capezzone. I Bondi. I Brunetta. Le Santanché. I Feltri. I Lupi. I Belpietro. I Porro. I Sallusti. E più giù, scendendo nelle viscere del pianeta, i Quagliariello, gli Stracquadanio, le Santelli, le Bernini, le Prestigiacomo, i Masi, i Minzolini, i Paragone, insomma tutto quel serraglio di tentativi di individuo che strillano a pro di un simile buffone assiso da 15 anni nei gangli vitali della nazione col solo merito di aver dato mano a qualsiasi banda di criminali della penisola, non vorrete mica continuare a goderveli in cinemascope, 3D e sensorround, ANCORA, dopo quello che hanno fatto agli italiani onesti?

Voi che dite?
Spariranno in silenzio, muti e costipati, o saremo costretti a descriverne ancora le infami gesta, magari con la spillettina recante un bel ramoscello d'ulivo sulla giacca?
O magari recitar tonitruanti invettive con il logo del Terzo Polo proiettato dietro di loro?

Intanto aspettiamo di vedere SE il buffo omino verrà messo da parte.

Poi comincerà la comica finale.

Ci gioco 3 euro a 4,25 alla SNAI.

(nella foto: provate un pò a riciclare questi)