mercoledì 8 giugno 2011

PRECARI DI TESTA

Una disamina sul rapporto del Censis che ha scandagliato le abitudini degli italiani l'ha già fatta Will sul suo blog ma anch'io sono rimasto molto incuriosito dai risultati, che definirei alquanto ottimistici.

Riassumo in breve:
l'85% degli italiani ritiene di essere l'arbitro unico dei propri comportamenti.

Ora resta da capire come mai i tribunali sono costantemente sommersi di cause, civili e penali visto che ognuno ritiene di essere giudice di se stesso.
Mi ricorda qualcuno. Qualcuno molto in alto ma molto basso, in tutti i sensi.

O forse è proprio perché ognuno pensa di essere giudice unico delle proprie cazzate che serve qualcun altro che intanto stabilisca chi è il giudice.
E questo in un paese che sta facendo dell'interpretazione legislativa un'arte trasformista da far invidia a Lon Chaney, a meno che una delle parti non si chiami Gerit Equitalia e l'altra sia un poveraccio.
(mi si perdonino i continui riferimenti agli strozzini di Stato, non devo loro un euro al momento, ma parimenti se i loro numi tutelari ed i loro esattori venissero spianati da una raffica di napalm  farei ugualmente carosello con la mia auto in Piazza della Repubblica a tutto clacson per tre giorni e potete giurarci che avrei un discreto seguito).

Per farla breve l'85% degli italiani pensa di essere Berlusconi.
Con la sottile differenza che rispetto al Buffo Omino di Arcore non contano un cazzo.
E questo già da un minimo la misura di quali ometti ridicoli stiamo parlando.

Dice poi che la trasgressione nel divertimento è ammessa soprattutto tra i più giovani (44,8%).
Merda.
Rispetto alla percentuale di Sticazzi sunnominata siamo a livelli di vergogna assoluta.
Che vuol dire, intanto, trasgressione?
Bere chinotto? Farsi dei bei tapironti a due cartine lunghe? Farsi le seghe col dito in culo?
Il Censis non lo dice. E immagino i nostri ggiovani cosa abbiano inteso per "trasgressione, almeno considerando che per una buona fetta é assolutamente normale sbriciolarsi le narici o sbombolarsi di pasticche (sorry, non sopporto nè cocaina - una vera droga da stronzi - nè le pasticche, il miglior viatico per continuare poi a finirsi di psicofarmaci per limitare almeno i danni, che comunque volenti o nolenti sono irreversibili).
Insomma, vai a sapere.

Dice poi che quando è necessario bisogna difendersi da sé, anche con le cattive maniere (48,6% e si sale al 61,3 nelle grandi città).
Gli altri, suppongo, hanno la scorta.

Oppure confidano nelle Forze dell'Ordine.
O nei tribunali.
O nella Giustizia Divina.
O in Capitan Findus.

Va da sé che solo gli ultimi hanno ancora un qualche contatto con il mondo reale.

Per raggiungere i propri fini, dice poi, è bene accettare dei compromessi (46,4%).
Ma cosa mi si dice mai. Nel paese di Machiavelli (sì, grazie, abbastanza).

Poi dice che si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità (63,5%).
Beh, vanno capiti.
Non a tutti piacciono i ragazzini.
Lo so che è una battuta scontatissima, ma una volta tanto potrebbero essere le zecche in tonaca ad essere meno scontate.
Comunque se ancora qualcuno avesse dei dubbi sulla doppia morale dei fans dell'Amico Immaginario eccoli serviti.

In compenso sono in crescita i comportamenti aggressivi: fra il 2005 ed il 2009 +35,3% fra minacce ed ingiurie (e qui però va considerato se sono rivolte agli stronzi appartenenti alle categorie precedenti, al che la percentuale sarebbe da ritenersi vergognosamente bassa), lesioni e percosse +26,5% cioè oltre a quelle normalmente somministrate negli anni precedenti.
Reati sessuali +26,3%.
I soliti buontemponi daranno certamente la colpa alla crescente incidenza degli extracomunitari.
Io sono più propenso a dare la colpa alla crescente stronzaggine degli italiani, viste le abitudini del maschio bianco, latino e cattolico e, dato che non ho la minima voglia di spulciare altre statistiche oltre a quelle che ho già letto da tempo aspetto qualcuno che mi smentisca.
Lo so, mi piace vincere facile.

Poi l'Uovo di Colombo.
Quello che Will nel suo blog mette in primo piano.

Dal 2001 al 2009 c'è un lievissimo +114,2% di aumento del consumo di antidepressivi.

Ma allora?

Non sarà mica che i Giudici del Proprio Destino, i moralisti a un tanto l'etto, gli spaccascoregge maneschi e violenti che per 20 anni si sono fatti incantare da un  venditore di acqua colorata spacciata per Pozione della Felicità siano in realtà niente più e niente meno che degli ometti di merda? Degli asini che si credono leoni ma che una volta davanti allo specchio delle proprie responsabilità vanno in pezzi come un puzzle da 600 pezzi colpito da una pallonata?

Sia chiaro che non considero l'uso degli antidepressivi prerogativa dei soli omini di merda sunnominati.
Ma il dato dimostra che siamo inseriti in un ingranaggio, un sistema che i nostri italianuzzi ex-fieri conquistatori del Mondo, Santi, Poeti e Navigatori non ce la fanno a sostenere.
Non gliela fanno proprio.

E allora paura.
Paura che della gente dalla pelle scura, povera, zozza ma con degli obiettivi precisi e soprattutto per niente depressa ci faccia un culo grande come il Traforo del Frejus.

Comincio a pensare che questa paura cominci ad avere i suoi perché.
Ma, detto fra noi, se il peggio succedesse potrei solo chiosare con il più classico dei

SE LA SONO CERCATA.

Per conto mio cambierebbe poco.

Fra il combattere degli zozzi presunti cattolici dalla doppia morale, voraci come piranha ed egoisti come Inzaghi sotto porta, ed il combattere qualsiasi altra categoria con la solita brama di potere, sempre dall'altra parte della barricata mi toccherà stare.

E fiero di starci.

domenica 5 giugno 2011

FAMIGLIE CRISTIANE

L'anatema di Stramalidetto XIV contro le coppie di fatto non ci coglie impreparati, sebbene ogni volta che l'Umile Vignaiuolo dà aria alle carie la raffica di stronzate che ne esce lascia sempre con un vorticoso movimento rotatorio dei testicoli tanto da consigliare l'astensione per ogni gentile signora che nell'immediato avesse intenzione di cimentarsi in un sontuoso pompino pena un raffreddore da fieno.

Non si capisce innanzitutto da dove una banda di pedofili e segaioli tragga l'autorità per sentenziare su scibili che li riguardano quanto la corretta accordatura della chitarra di André Segovia né quanto ci riguardi a noi il fatto che qualche milione di gente che parla con un amico immaginario gli dia pure retta. Cazzi loro.

C'è un post di qualche tempo fa scritto dall'amica Minerva Jones riguardo il concetto di famiglia e le trasformazioni che l'epoca sta apportando a questa struttura che sempre più sta mostrando la propria inadeguatezza a reggere da sola il tessuto connettivo sociale attuale. I concetti espressi possono apparire rivoluzionari anche a chi non sia attualmente coinvolto in beghe legali con ex-mogli, assistenti sociali e legislazioni in merito che a mio parere sono state scritte da un tossicomane in scimmia pesante e che andrebbero assolutamente cambiate, ma questo è un altro discorso.

Quello che appare ridicolo, se non fosse patetico, è questo continuo richiamo alla "famiglia" come nucleo imprescindibile di una società mentre è proprio il concetto di famiglia così come le zecche in tonaca ed i loro sgherri cercano di imporre quello dal quale è diventato assolutamente necessario affrancarsi se vogliamo vedere veramente crescere questa società.
Non si vede infatti ragione per cui, ad esempio, una coppia di precari (ma anche una coppia dove uno solo dei genitori ha un lavoro precario) debba andare a complicarsi ulteriormente la vita andando a certificare legalmente e con tutte le conseguenze immaginabili in caso di separazione, un'unione che nel caso rimanesse semplicemente una convivenza avrebbe sicuramente una minore incidenza nella vita dei due individui che formano una coppia sotto ogni aspetto.

Se due persone vogliono formare un nucleo familiare basato sull'amore non hanno certo bisogno di imbarcarsi in avventure nelle quali una firma comporta il sottostare a leggi idiote ed anacronistiche.
E comunque resta un problema di coscienza: c'è gente che si sposa in Chiesa altrimenti i genitori non cacciano i soldi per comprare l'appartamento (visti coi miei occhi), ma fondamentalmente i moniti di Stramalidetto XIV hanno nei fatti l'incidenza di una scoreggia in mezzo al tifone Katrina.

Anche perché.

Il loro è un concetto di famiglia piuttosto curioso.

Leggiamo, ad esempio, come nella Chiesa si faccia elegantemente orecchi da mercante riguardo la vicenda delle "Maddalene" irlandesi e cioè di donne letteralmente imprigionate, vessate, torturate e spesso stuprate che venivano impiegate nelle lavanderie di ben quattro ordini religiosi di stanza nella simpatica penisola.
Una brutta storia sulla quale la Chiesa non ha mai ritenuto opportuno, come suo costume, prendersi le proprie responsabilità.
Stiamo parlando di stupri, di torture e di sequestri di persona, non di brodo di fagioli.
Non credo che a gente del genere affiderei il compito di sentenziare su alcunché, ma si sa, gli umani non hanno tutti una capacità di intendere e volere così definita. Almeno non tutti.
Eppure quello che, quando è commesso da un tunisino arrapato per il nostro popolino giustificherebbe la pena di morte, viene accolto dalle turbe quasi con sospetto.
Proprio come è successo quando si è cominciato seriamente a sollevare il problema delle violenze pedofile tra le fila delle zecche in tonaca, obbligando l'Umile Vignaiuolo ad una presa di posizione un tantinello diversa da quella espressa qualche anno fa nel suo breve trattato "Crimen Solicitationis".
Naturalmente a questo cambio di rotta ci abbiamo creduto, così come crediamo fermamente che le mucche normanne producono chinotto.

D'altra parte basti vedere quale sia la posizione della Chiesa nei confronti delle donne che regolarmente subiscono dai loro amorevoli mariti botte, sevizie e stupri (perchè, per quanto mi riguarda, un rapporto non consenziente è SEMPRE E COMUNQUE uno STUPRO).

Se vogliamo chiamare col proprio nome questa gente cerchiamo quindi di non girarci d'intorno.
Sono CRIMINALI. Niente di più e niente di meno.
Non vedo perché chi indossava una divisa nazista venisse considerato comunque un nazista, mentre chi indossa una tonaca venga considerato a priori una persona degna di rispetto sebbene sia agli ordini di cotanti delinquenti; delinquenti e pure impuniti.

Forse è proprio l'impunità il fattore che affascina decisivamente una discreta fetta di italiani dei quali non mi onoro manco per il cazzo di condividere la cittadinanza.
Sennò non avremmo ancora sulla sedia di Presidente del Consiglio la macchietta umana che abbiamo.

E' piuttosto sintomatico comunque che la Chiesa dimentichi puntualmente di porre accenti sulla conditio sine qua non che dovrebbe cementare ogni unione, di fatto o di fatti, in Chiesa o nei Palazzi Comunali o nelle Sale del Regno dei Testimoni di Geova: l'Amore ed il rispetto per la persona.
Condizioni che quando vengono meno ci chiedono di sopportare con cristiana rassegnazione.
Col cazzo.

Parlino per i loro fans, i Papa-boys, le beghine, le prefiche e quelli che senza il loro amico immaginario non trovano un senso nella vita.

Per conto mio mantengo la mia libertà di scegliere come ed in che forma creare il mio giro di affetti che chiamo "famiglia", sperando che le zecche in tonaca non ne rosichino troppo, chè la deforestazione comincia ad essere un problema assai grave.
(foto Archivio famiglia Pezzi)

lunedì 30 maggio 2011

IL SOLITO DIACCIAPONCI

"A Livorno un ci s'ha nulla, ma però siamo tanto ignoranti"
(Detto popolare labronico)

Io chi fosse Pisapia, prima della campagna elettorale, non lo sapevo.
E, detto fra noi, non è che ora ne sappia di più.
So che ha vinto le elezioni a Sindaco di Milano e che in ragione di ciò un branco di gente sta sbroccando in rete e fuori.

Il fatto è che il Buffo Omino di Arcore è sempre lì.
E se magari fra qualche tempo non ci sarà più levatevi dalla testa che il merito sarà da ascrivere alle brillanti menti del PD.
Basta leggere appena appena con calma i dati.
Paradossalmente il merito è di quei caproni che dopo 15 anni sono stati assaliti dal dubbio orribile che Berlusconi e la sua banda siano dei cialtroni e dei delinquenti, che non sono in grado di mantenere una promessa che sia una, che si sono fatti i miliardi sulle spalle nostre e grazie alle acquiescenze della feccia di questa nazione e non per le sue capacità imprenditoriali, cioè la stessa cosa che il resto degli italiani va urlando per l'appunto da 15 anni.
O magari perché non hanno visto i vagoni piombati pieni di comunisti, negri, ebrei e gay partire da Milano verso la tundra siberiana dell'amico Putin.

Ora i Risvegliati vorrebbero anche cappuccino e brioche a letto, immagino.
Eh no, ciccini.

Il quadro è questo: se cambiamento ci sarà non sarà grazie ai Pisapia e ai De Magistris, perché se ancora il barcamenarsi di questa classe politica non lo avesse dimostrato, qua non si deve delegare più nessuno.
I cittadini devono farsi prima di tutto un esame di coscienza sul come è stato possibile mettere un cialtrone come il Buffo Omino di Arcore non tanto al governo quanto a capo di una concentrazione di poteri mai vista in questo disgraziato paese e come si è permesso a dei generali con le capacità strategiche di un muflone fatto di peyote come D'Alema e Veltroni di distruggere un patrimonio politico ed umano come quello che aveva la sinistra italiana.

Finché non ci rendiamo conto che NESSUNO può rappresentare NESSUNO  a prescindere e che quando qualcuno viene eletto significa che è stato messo SOTTO ESAME e non assurto a Vate della Buona Politica e quindi automaticamente Salvatore della Patria, vuol dire che non abbiamo capito una sega e potete giurarci che anche stavolta è andata così.

Come se il semplice fatto di aver dato un colpo di pennato al culo flaccido del Buffo Omino possa essere di per sè un motivo di esultanza.
Eh, magari mi faccio pure io una Tennent's con ruttino ma finita lì.

Quello che è successo è che stanno tornando i democristiani, col loro codazzo di pretaglia e imprenditori "illuminati" per i quali "flessibilità" e "precariato" sono ancora slogan da propinare senza vergogna per gli anni a venire.

Quindi sarà anche cambiato il vento, ma per far sì che si ricominci a parlare di giustizia sociale c'è ancora parecchio lavoro da fare.
Quindi altro che esultare, affilare ancora i forconi bisogna.
E quando sono belli lustri farli vedere per bene sotto le finestre di Municipi, Questure, Comandi della Municipale ed uffici Gerit Equitalia.

A 'sto giro ha vinto 'sto cazzo signori, non la buona politica.

E poi continuate a chiedervi perché il mio indirizzo mail si chiama diacciaponci.

venerdì 27 maggio 2011

VAI A LAVORA' VAGABONDO

Di che dovrei parlare?

Di lavoro, non potrei fare altro in questo periodo.
Almeno per la stragrande maggioranza del mio tempo sono occupato a lavorare.
Perché fra poco la stagione teatrale termina e da luglio ad ottobre devo trovare qualcuno che mi offra da lavorare oppure farmi bastare quello che riuscirò a raggranellare in questo periodo.
C'è l'indennità di disoccupazione, che sono riuscito ad avere e che invece parecchi miei colleghi, specialmente quelli che lavorano nel cinema, si sono visti rifiutare grazie ad una sentenza della Cassazione che esclude tutti coloro che operano nello spettacolo con preparazione specifica valutando caso per caso a discrezione degli uffici INPS competenti.
Per avere notizie precise su quanto sentenziato abbiamo dovuto aspettare tre mesi.
Per quanto mi riguarda, nonostante abbia avuto la mia, come tutti gli anni, ho dovuto constatare che attorno a questa faccenda è stata fatta una discreta cortina di fumo, tanto che il sindacalista CGIL che assiste gli iscritti del teatro in cui lavoro è riuscito a darci delle notizie certe solo l'altro ieri.

Nel frattempo, tra un contratto e l'altro, ho lavorato con una troupe cinematografica.
Non vi dico quale.
Mi sono divertito, ma dopo due settimane morivo dalla voglia di tornare in teatro, cosa che appunto ho fatto lasciando gli ultimi giorni di lavoro ad un amico a cui era scaduto il contratto da interinale e se ne stava a casa a grattarsi i cosiddetti.
Il teatro è una casa.
Nonostante credo sia l'unico teatro in Italia dove tra i lavoratori di palco non c'è un solo contratto a tempo indeterminato e almeno i lavoratori della mia fascia non possono certo sopravvivere con il solo stipendio che riusciamo a percepire e che quindi dobbiamo cercare qualsiasi altra cosa fra un contratto e l'altro (di solito 15 giorni) per arrivare ad uno stipendio decente.
Il cinema paga appena meglio, si lavora qualche ora in più ma gli straordinari sono un tasto dolentissimo, soprattutto per chi deve farseli pagare.
I set si spostano anche di giorno in giorno ed i lavoratori che hanno la stessa denominazione di quelli teatrali (macchinisti, attrezzisti, scenografi ecc.) ma in realtà fanno tutt'altre cose.
Quando devo alzarmi la mattina per andare a lavorare in teatro non mi girano mai le palle, anzi se mi girano il fatto di entrare in quel posto me lo fa passare. Ho letteralmente dato la schiena per arrivare a questa condizione, ho dei colleghi fantastici ed un superiore che sarebbe il sogno di ogni sottoposto.
Anzi, dei superiori. Parlo del direttore tecnico e del responsabile del mio settore, servizi, allestimenti e logistica.
Ora sono in una posizione diciamo più tranquilla, sulla mia scheda le mansioni che svolgo sono chiamate "servizi complementari di palcoscenico", in realtà sono un aiuto-tutto mentre per gli allestimenti interni sono direttamente responsabile insieme al mio collega col quale ho iniziato a lavorare fin dall'inaugurazione del teatro. Poi capita di lavorare come aiuto macchinista o come aiuto elettricista o di svolgere mansioni per sartoria, trucco o qualsiasi altro di cui ci sia bisogno.
E se c'è bisogno si torna anche ai cari vecchi facchinaggi ed agli scarichi di bilici di grandi casse nere e scenografie più o meno imponenti.
In teatro ho imparato un pò di tutto, cose che addirittura mi sono tornate utili anche per lavori di casa, cioè un campo che in precedenza era per me tabù.
Eppure quando mi viene chiesto di tornare a dare una mano ai facchini sento quasi una scossa di orgoglio.
Ci sono ragazzini alla prima esperienza che non sanno prendere in mano neanche una cantinella, laureandi che vengono a sbriciolarsi per mettersi in tasca qualche soldo, ragazzi un pò più adulti che hanno perso il lavoro e cercano di sbarcare il lunario nell'attesa. E' il mondo di chi non si arrende e che non ha paura della fatica, di fare le 4 di mattina e di trovare lo stesso il tempo di ridere e scherzare anche se le braccia cascano a pezzi e sprizzano acido lattico. In questa stagione teatrale m'è toccata 4/5 volte.
In quelle precedenti fino a due anni fa mi toccava sempre. Ora magari mi capita di restare di servizio per coordinare i facchini delle ditte esterne.
In questo periodo inoltre stiamo traslocando il magazzino delle scenografie e dell'attrezzeria in un nuovo capannone e quindi siamo tutti letteralmente sbriciolati.
Dato che l'aria che tira è quella del "non c'è una lira" nei posti dove di solito si lavora in estate (estate pucciniana, Castello Pasquini di Castiglioncello, Effetto Venezia) c'è da mettere fieno in cascina ora e chissà se basta.

E, naturalmente, c'è il disco da terminare, che è quasi finito e dal quale abbiamo già tratto un video che da venerdì prossimo sarà disponibile in rete.
Non pretendiamo nulla se non divertirci lavorando, perché anche suonare in un gruppo comporta il lavorare, e duramente, su quello che fai.
Il blog del gruppo, comunque, è aggiornato puntualmente.

Una sola nota: quando la vita personale è piena di impegni e portata avanti con passione ed energia le imprese dei nostri politicanti appaiono ancora più meschine e miserabili.
Direi che con la considerazione in cui li tenevo già in precedenza è tutto dire.

domenica 22 maggio 2011

QUANDO PERDONO

Francamente non è che mi appassioni più di tanto la battaglia per Napoli e Milano se non altro per il fatto che un calcio in culo al Buffo Omino di Arcore ed ai suoi squallidi sgherri fa sempre piacere come una Pall Mall dopo il caffè.

La cosa curiosa è vederli quando perdono.
Vanno capiti.
Ormai in Italia ogni essere pensante ce li ha sul cazzo. Sono brutti, volgari, ignoranti e antipatici come bulletti di seconda media. Non sanno governare. Non saprebbero fare una O col culo se non avessero mafiosi e delinquenti a dettare le regole del gioco. Sono antiestetici e irritanti anche se non aprono bocca. Quando qualcosa non va per il verso giusto cominciano ad urlare come scimmie impazzite alle quali hanno appena fregato il casco di banane da sotto il naso. Offendono chiunque con argomenti che verrebbero presi per il culo anche dai bimbi dell'asilo.
Quando ad essere messo così è un'intero schieramento politico compresi i loro sostenitori è chiaro che più che il giudizio degli elettori è necessario un ottimo staff di assistenti sociali.

La battuta che a sinistra non si lavano l'ho letta appena uscito dalla doccia, ad esempio, e la prima cosa che ho pensato è stata che non vedo ragioni per ritenere questo Stato legittimo.
Non ci sono le condizioni minime di autorità ed autorevolezza affinché io sia tenuto a seguire le regole di questa banda di ladri, cialtroni, assassini e menomati mentali.

Non sono tenuto a seguire dettami che un manipolo di delinquenti bugiardi e falsi come una borsa di Prada a 10 euro vogliono imporre per affermare un modello di controllo sociale a loro esclusivo pro.
Sono il popolo sovrano, mica cazzi.
E quindi via, raus, fuori dalle palle, non contate un cazzo. E con le vostre divise andate a fare le comparse negli sceneggiati RAI.

Il messaggio è stato dato chiaramente anche qui a Livorno, dove il comandante della Polizia Municipale s'è messo in testa di essere il fottuto Sergente Hartman e dove invece le sua merdose squadracce vengono regolarmente prese a sputazzi quando in 5 contro 1 pretendono di far rispettare Legge & Ordine malmenando un senegalese che vende paccottiglia.
Fanno sinceramente schifo.
L'apoteosi dei forti coi deboli e deboli coi forti.
E lo stesso trattamento meriterebbero anche i "controlli" fiscali alle botteghine, ai bar di quartiere, a quei negozi dove i proprietari stanno giusto per mantenere la linea di sopravvivenza.
Per non parlare degli strozzini di Gerit Equitalia, anzi pare che qualcuno abbia cominciato a dialogare con loro nel modo corretto, cioè scamazzandoli di botte dopo che un solerte impiegato gli ha presentato una cartella di non so quante migliaia di euro.
Intanto a Torino e Livorno gli hanno già preannunciato l'aria che tirerà per loro fra non molto.
Consiglio ai signori strozzini di Equitalia di tapparsi bene nel futuro immediato.
Ne abbiamo già abbastanza dei delinquenti che dagli scranni di governo ci avviliscono la vita, figuriamoci dei suoi robottini in divisa da esattore che gli tengono mano, per tacer di ogni altra divisa.
Ne ha già parlato l'apofantico Venturik in un suo post qualche tempo fa. Si chiama "Quando li toccano" ed andrebbe distribuito e volantinato.

Quindi.
Italiani, a voi la palla.
Votate in modo da far sì che questa feccia che c'ha ammorbato per quasi vent'anni venga rimessa sulla ruotina da criceto a piangere per colpa di gay, comunisti, negri, ebrei, pisani e sarcazzaltro oppure......

sarebbe il caso passare direttamente all'oppure comunque.
Io lo dicevo per voi.

domenica 1 maggio 2011

IL DIALOGO E' FINITO

Travolti.

Letteralmente travolti.

I nostri media hanno sfornato uno tsunami di peana per due eventi che hanno monopolizzato ogni anfratto dell'informazione ufficiale, tanto che per sapere qualche altra notizia bisognava munirsi di bastone da rabdomante.

E' questo ciò che gli italiani vogliono?
Sbavare davanti allo sfoggio di cappellini idioti delle dame di corte inglesi e alla passerella di famiglie irreali?
Prostrarsi ginocchioni davanti ad un sostenitore di tiranni ed assassini ed al suo/loro amico immaginario?

"Scusate non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera" , diceva un barbuto cantautore sposatosi da poco.
Ma non basta.
Perché questa marea di liquame non si limita a sommergere coloro che in questo liquame repellente sono ben felici di sguazzarci, ma ci viene solennemente imposta come strada maestra per la sopravvivenza in seno a questa società governata da poteri che definire assassini è una vergognosa edulcorazione.
E poi, a ridosso di un 25 Aprile che sempre in meno sono degni di festeggiare.
L'anno prossimo sarebbe il caso di presenziare a qualsiasi manifestazione pubblica dove si presenti una qualsiasi autorità politica in modo che queste cariche vengano allontanate a calci in culo, visto che non sono degni di rendere onore a chi ha dato il sangue per cercare di rendere l'Italia un paese libero da una dittatura nata dalla violenza squadrista collusa con i poteri borghesi, proprio come adesso, visto che hanno avuto la strada spianata da altrettanti delinquenti che sulle conquiste del popolo dovevano sorvegliare e difendere.
Come oggi, 1 Maggio, che vorrebbero spogliare del suo significato in nome del produttivismo bottegaio ed infame, in culo a quella categoria che lascia sul campo ogni anno centinaia di morti e che in nome del loro profitto rubano il futuro di migliaia di giovani e meno giovani precarizzando le loro vite ed a cui si vuole negare anche il diritto di festeggiare per un giorno.

Il tempo del dialogo con questa gente è finito.

Cerchiamo di prenderne atto il prima possibile, non quando cercherete i 5 euro per ricaricare l'I-phone e scoprirete che non avete più manco quelli.

giovedì 21 aprile 2011

AUTOSPAM

Sono coinvolto pure in un altro blog appena nato, chiamato "Ladri di bellezza" dove appena avrò tempo a sufficienza comincerò a postare, nel frattempo visitandolo probabilmente vi trovereste già in buona compagnia.
Anzi, finchè non arriverà il sottoscritto lo sarete sicuramente.
Per la presentazione  degna di tanto nome c'è bisogno di un padrino che gli dia adeguato battesimo da parte mia.
Qualcosa di esasperatamente e disperatamente bello.

Direi che qualcosa come questa qua sotto svolge il ruolo alla perfezione:


martedì 19 aprile 2011

DEPORTATELI A GAZA

Non avevo scritto nulla finora sull'omicidio di Vittorio Arrigoni, semplicemente perché in questo periodo la vita reale occupa quasi il 100% per cento del mio tempo disponibile ma non per questo il fatto non ha mancato di colpirmi ed occupare una parte non esiziale dei miei pensieri, perché quando una persona come era Vittorio Arrigoni ci rimette le penne in quel modo siamo obbligati comunque a farci delle domande e per quanto possibile cercare delle risposte.

Cercherò di non entrare in strampalate disamine della situazione israelo - palestinese anche perché la mia posizione è stata ampiamente espressa in precedenti post, e se qualcuno non li avesse letti vado prontamente a ricordare che per quanto riguarda il sottoscritto Israele dovrebbe essere sistematicamente cancellata dalla carta geografica ed i suoi abitanti rieducati a vivere in mezzo alle altre persone così come facciamo tutti noi esseri umani normali e scientificamente comprovatamente appartenenti alla razza umana.

E che quello che hanno combinato per continuare a chiamare Israele un pezzo di terra è semplicemente criminale, assassino e genocida.

Al fatto che sia stata una cellula impazzita dei salafiti ad uccidere Vittorio lascio crederci gli elettori del PD.

Che la questione sia intricata la dò per buona.

Quello che mi interessa è sottolineare come le persone come Vittorio siano percepite presso certa gente, e come questa gente non abbia mancato di manifestarsi in tutta la sua splendida essenza anche in questa occasione.

Parlo di gente per cui il titolo di Libero ( "Lasciamolo a Gaza" ) è un titolo dettato dal buonsenso.

Parlo quindi dei vari lettori de "Il Giornale" che hanno impestato il sito con commenti nei quali si dileggiava, nel migliore dei casi, la figura di Vittorio come se qualsiasi figura che si adoperasse per i diritti di un popolo praticamente segregato fosse un'anomalia da compatire e che non meritasse nessun pensiero in quanto "comunista, idealista, etc.etc.".
Il solito repertorio già visto in occasione di altri rapimenti come quello delle due Simone, dell'uccisione di Enzo  Baldoni, del rapimento di Giuliana Sgrena e dell'assassinio di Calipari.
E cioè lo sciacallaggio greve e volgare sul cadavere o sull'orrore passato di persone che cercavano di fare bene e del bene in una polveriera su cui tutto il mondo ha gli occhi puntati. Gente che va direttamente al cuore della situazione e che dà tutta se stessa e che solo per quello meriterebbe almeno rispetto.

Ecco, riguardo chiunque abbia detto o scritto infamie su Vittorio Arrigoni in rete o su carta stampata sarà bene che metta in chiaro che io appartengo ad un'altra razza.

Ed in questo sono fieramente ed orgogliosamente razzista.

Non so o non mi interessa se queste forme di vita siano vagamente simili ad esseri umani come me.

Certamente sono qualcos'altro che con me non ha nulla a che fare.
Magari hanno due occhi, due orecchi, due gambe e due braccia, ma per il resto nella loro manifestazione terrena, nelle loro azioni e nei loro comportamenti, nel loro modo di elaborare e nella loro espressione puramente ed antropologicamente manifesta nel mondo reale sono qualcosa non solo di diverso ma di incompatibile con il sottoscritto.

Mi rifiuto di pensare che cose del genere possano definirsi umane.
Non ho nemmeno tutta questa voglia di mettermi qui a spiegare il perché.
Dovrebbe essere una questione di logica.

Quando nel post precedente parlavo di farla finita con certa gente parlavo realmente di farla finita e se c'è una cosa che sta lentamente montando in questo periodo è proprio l'incompatibilità di certi umani con altri umani per ragioni varie, una delle quali l'ho esemplificata citando i cercopitechi di "Libero".
E' una questione di puro approccio alla vita, in fondo.

Lo so che pensarla in un certo modo ha delle precise conseguenze, anzi, speriamo che queste conseguenze abbiano al più presto una manifestazione concreta.
Continuare a sopportare certa gente sta diventando ormai insostenibile se solo vogliamo continuare a credere in un futuro.
Ed è ormai diventata una priorità fondamentale cominciare a mettere delle basi concrete affinché il processo sia ragionevolmente veloce e proficuo. Sul come rimando al post precedente.

(nella foto: un'impiegata raccoglie i commenti dei berluscones per trascriverli sul sito de "Il Giornale")

P.S. Tutta la mia solidarietà a Barbara/Cloro  che ha comunque mantenuto il sangue freddo per rispondere e combattere le infamie piovutegli addosso dalla potentissima lobby sionista incancrenitasi in entrambi gli schieramenti politici istituzionali. Ricorderemo tutto al momento giusto.

mercoledì 13 aprile 2011

POST- UN PAR DI PALLE

Il post-berlusconismo è una fregnaccia buona buona per gli idioti e per gli iscritti al PD.

E' bene che lo dica subito, non sia mai che qualche romantico burlone ancora sogni un paese dove tutto quello che si è iconizzato nel Buffo Omino di Arcore possa finire da un giorno all'altro.
Forse è per questo che la sedicente opposizione non si sta scalmanando più di tanto mentre le truppe dei berluscones stanno per preparare l'ennesima legge delinquente per salvare Culo Flaccido e nel frattempo fare marameo alle vittime di Viareggio e di L'Aquila.
Roba da infamoni, vero?
E che, niente niente quella "maggioranza degli italiani" non lo sapeva chi stava mandando al governo?

Che gente è quella che lo ha votato e rivotato, ve lo siete mai chiesto aldilà della facile categorizzazione che imporrebbe il mettere tale schiera fra i minus habens senza neanche starci a ragionare su più di un secondo?
Prima di tutto è gente che continuerà a votare ed impestare la società civile con o senza Berlusconi, anzi con qualsiasi tipo di governo e sistema.
Ed è gente per cui il concetto di bene comune è rappresentato dalla regola per cui chi si fa i cazzi suoi, possibilmente nuocendo al vicino o, se possibile, rubandogli quanto possibile, è degno del massimo rispetto.
E per il dialogo e la convivenza sociale vale la regola del tifoso.

E' questa la gente che ci ha regalato questo governo.

Ora vedrete che al di là dei sofismi e dei distinguo ed al di là delle capacità dialettiche, non è difficile individuare quali siano queste persone, quante ne conosciamo e quanto fanno parte del tessuto sociale in cui viviamo.

Il modo migliore per partire è, come sempre, da se stessi.
Cioè scoprire se in questa disgraziata stagione in cui una massa di beoti ha messo a guidare il paese un pessimo piazzista di pentole (nonchè di tegami, soprattutto nelle istituzioni pubbliche) siamo per primi noi individualmente  a sentirci più brutti e più volgari.

Discorso difficile da affrontare già partendo dai diversi parametri di Bellezza e Raffinatezza, però capita che io abbia il mio e non avendo ritenuto soddisfacenti gli altri che mi sono visto proporre nel corso della vita non vedo perché almeno per i gusti che riguardano il Bello ed il Brutto debba adeguarmi a visioni che non mi corrispondono.

Il segreto sta nell'essere onesti con noi stessi. Se e quanto possiamo migliorare la nostra vita rispetto alla inconfutabile decadenza (molto più appropriato il termine "sprofondo", ma c'è tempo per girare il dito nella piaga) di una società che si permette di esprimere nei suoi uomini di governo gente che non sa fare una O col culo e crede di avere titolo per cambiare addirittura la Storia, vedi quell'improbabile arredo da salotto kitsch chiamato Gabriella Carlucci (naturalmente quell'altro tentativo malriuscito di cercopiteco della Gelmini non poteva non fare sissì come i cagnolini da lunotto posteriore) o da quell'altro esperimento da pervertiti che è Castelli, il quale invoca l'uso delle armi al più presto contro i disperati che arrivano in Italia.
Per tacere di tutti gli altri.

Se effettivamente scopriamo di non esserci arresi ci si renderà conto che non c'è un minuto da perdere per continuare a sgretolare questo schifo dalle fondamenta. E questo vuol dire cominciare a non accettare più i modelli che il volgare, gretto e delinquenziale sistema che il Buffo Omino di Arcore rappresenta e vivere per 24 ore al giorno con noi stessi e chi ci è vicino rappresentando in ogni nostra espressione il rifiuto totale per l'immondizia che questa gente ha fatto dell'Italia.

E parlarne, e prendere sempre più coscienza che nessuno  farà questo lavoro al nostro posto, non lo faranno i politici di sinistra, non lo faranno le associazioni, nè i centri sociali, nè i volontari nè la Guardia Nazionale.
Perchè in ogni gruppo, aggregazione, partito e associazione c'è, sempre, puntuale come la cartella delle tasse, la testa di cazzo che è perfettamente funzionale al sistema che ha fatto di questo paese quello che è.

Quello che pensa di essere più furbo. Quello che rompe il cazzo perchè è un frustrato. Quello che vuole sempre e comunque comandare. Quello che gode a vederti fregato. Quello che pensa solo al suo metro quadrato.

Ecco, è con questa gente che bisogna farla finita.

Se non altro cominciare a ricreare un senso comune più solido riguardo l'etica dei rapporti e della partecipazione alla vita civile.
Le nostre azioni valgono più di centomila fondi di Feltri o di qualsiasi altro stracciacazzi che si firma sui quotidiani, la determinazione con cui giorno dopo giorno possiamo erodere la barricata di schifo con cui cercano di inquinare le nostre vite è molto più potente di qualsiasi telegiornale.
Se ancora possiamo dire a noi stessi di non aver ceduto dobbiamo solo continuare e perseverare.

Ma per fare questo dobbiamo prendere veramente la nostra vita in mano, cercare un raccordo fra quello che siamo e quello che vorremmo essere, confrontarci ed all'occorrenza scontrarci ma andare sempre più precisamente nella NOSTRA direzione, non quella che altri decidono per noi.

Questi sono i veri calci in culo a Berlusconi.
Ormai per quelli veri è troppo tardi, quando e se gli verranno dati non ce li godremo nemmeno se non avremo fatto un buon lavoro nel frattempo.

(nella foto: il Governo al capezzale dell'Italia)