venerdì 2 ottobre 2009

L'ITALIA INDIRETTA,


La manifestazione per la libertà di stampa di domani é oggettivamente un'occasione.

Silviolo non poteva esimersi di dare il suo illuminato parere e quel dire "E' una farsa" dovrebbe rassicurare ogni libero pensatore sul fatto che a maggior ragione questa manifestazione è cosa buona e giusta, e comunque siamo ancora una spanna sopra la tragedia che il suo governo perpetra quotidianamente sulle spalle degli italiani onesti.

I suoi servi, poi, stanno raggiungendo picchi di servilismo, di mancanza di dignità non tanto professionale quanto umana, che per quanto mi riguarda hanno raggiunto un punto di non ritorno.
Abbassarsi ai livelli di un berluscones qualsiasi significa aver rinunciato a qualsiasi forma di convivenza civile e democratica; provo a mettermi nella testa di qualcuno che è fermamente convinto che lo scudo fiscale sia un'ottima trovata per risanare il bilancio dello Stato: impossibile.
Sapere cosa comporta per chi lavora l'agevolare il passaggio - non il rientro - di capitali accumulati grazie ad attività criminali in un paese in cui la criminalità organizzata scorazza allegramente ormai su tutto il territorio mentre quello che vedo intorno a me è gente che si fa un culo tanto per uno stipendio da fame non può assolutamente concepire di dare legittimità alcuna ad un governo che se ne esce con una pensata del genere.

A scanso di equivoci quindi preciso che quando parlo dell'attuale governo parto dal presupposto che sto parlando di DELINQUENTI, di gente priva di ogni scrupolo morale e che chiunque li abbia votati è da mettere sul loro stesso livello. Non dò neanche il beneficio del dubbio per la buonafede.
Anzi, Chi l'ha votati in buonafede dovrebbe essere privato immediatamente del diritto di voto.

Cerco di mettermi nella testa di uno dei suoi servetti che allietano le serate televisive in occasione dei talk-show tanto invisi a Silviolo e che sciorinano una filza di programmi "di sinistra" per confutare la convinzione che l'informazione è libera: "Anno Zero", "Ballarò" (dove in ogni puntata c'è qualche rappresentante governativo libero di sbavare), "Primo piano" (che va in onda quando normalmente le persone sono sotto le coperte in piena fase REM), e le new entries "Parla con me" (che è un programma d'intrattenimento di seconda serata) e addirittura il povero Fazio, colpevole di ospitare la Litizzetto e forse di essere fazioso nella misura in cui Vespa è vesposo e Magalli è magalloso ma che per il resto è talmente sottotono e di basso profilo quando intervista qualcuno da lasciar pensare che l'interlocutore stia parlando da solo.

Eccola qua la TV in mano alle sinistre.
Quella TV che, secondo loro dimostra che la libertà di informazione esiste e per meglio sottolinearne l'esistenza ne chiedono la chiusura un giorno sì e l'altro anche.
Della serie: abbiamo la faccia come un culo sporco di merda di una settimana e non ce ne vergognamo.

Vediamo con cosa risponde la TV che, secondo la destra, dovrebbe rappresentare un servizio pubblico pagato coi soldi degli italiani in fatto di informazione.
Porta a porta, il programma che va in onda 4 giorni la settimana e che, già che stiamo parlando di facce a culo, il TG2 di ieri ha osato definire "neutrale".
Ora, di solito se qualcuno vuole prendermi per il culo così sfacciatamente e sta in piedi di fronte a me posso cambiare la sua postura e renderlo orizzontale in un secondo con un calcio nelle palle, non ci vedo niente di male. Ma questi si permettono di dire una stronzata del genere proprio nel

TELEGIORNALE

Cioè il programma televisivo dove la maggioranza degli italiani prendono la loro dose di notizie ogni giorno ed ogni sera. Il fulcro dell'informazione nazionale.
In un paese dove l'emittenza privata è condizionata dal fatto che il proprietario delle 3 (TRE) reti di maggior ascolto hanno anche la maggior raccolta pubblicitaria dato che sia le reti che la maggior agenzia pubblicitaria sono controllate, guarda caso, dal Presidente del Consiglio (macchè voo dico affà) abbiamo anche i due principali telegiornali pubblici completamente zerbinati alle volontà del Presidente del Consiglio, e nel caso di RAI 1 in maniera così spudoratamente servile da chiedersi se questo è un telegiornale del servizio pubblico o uno spot per il PdL, basti vedere come è gestito l'ormai tristemente noto "panino", cioè dichiarazione - replica - controreplica dove l'opposizione sta puntualmente in mezzo e ne viene fatta uscire puntualmente a pezzi.
Sui TG di Mediaset calo un tendone pietoso, non ho sacchetti di carta a tiro.
Non sono servizio pubblico, ma fate un rapido percorso ragionato e cercate di scoprire chi è che alla fine paga la pubblicità dalla quale le reti Mediaset sono invase senza che nessuno si sia mai preoccupato di far rispettare un tetto decente. O meglio senza che nessuno abbia mai VOLUTO.

Ma ora fate attenzione: c'è il pomeriggio.

Nel pomeriggio la gente che lavora, per l'appunto, lavora.
Chi ha fatto un notturno o un 6-2 riposa.
E quindi chi guarda la televisione? La risposta è nel palinsesto.

Guardatevi per una settimana "L'Italia in diretta" o "Festa italiana".
E poi ditemi se al confronto "Cronaca Vera" non diventa un sobrio ed elegante manuale di bon-ton.

Non credo sia possibile concepire miglior veicolo per sedimentare quelle mentalità di cui il berlusconismo si nutre e che a sua volta ritorna al mittente debitamente ampliate, ingigantite ed impacchettate a dovere per i futuri elettori.
L'esaltazione ipocrita dei "valori di famiglia" e del più volgare pietismo nazionalpopolare coincide con quanto questo governo vorrebbe instillare a forza nelle menti degli italiani ed i pomeriggi della TV pubblica sono esclusivamente appannaggio di questi programmi neanche tanto subliminali e che, tra beghe tarocche tra figli&genitori, suocera&nuora, fratelli&sorelle, exmariti&exmogli, è lì che si consuma il massacro dei cervelli meno dotati e meno inclini al pensiero individuale.

Fermiamoci qui, per il momento.
Due programmi di intrattenimento, uno di seconda serata ed uno all'ora di cene la domenica che solo delle facce a culo come quelle dei berluscones puà tacciare di faziosità, due programmi d'approfondimento dove regna il contraddittorio, un altro trasmesso per i pipistrelli.
E poi c'è RAI 3. I cui TG , va detto sono piuttosto stringati e di basso profilo, ma ormai la vulgata di TeleKabul (quanta idiozia e malafede siamo capaci di produrre in Italia?) nonostante Curzi sia stato probabilmente il miglior uomo di televisione degli ultimi 30 anni, va portata avanti, pena la mancanza di argomenti.

Contrapposti a ciò abbiamo i due TG nazionali delle due reti ammiraglie, i pomeriggi, i reality (altro ottimo veicolo per lobotomizzare menti poco sveglie) e la pestilenziale presenza di Vespa che allieta la settimana.

Per nessuno di questi programmi è mai stata invocata censura o qualsivoglia provvedimento, mentre l'attacco sistematico ad un pugno di programmi non dico "non allineati" ma che il 64% degli italiani che non ha votato Berlusconi può guardare senza rischiare conati di vomito è l'unica costante dell'azione di governo nei confronti dell'informazione televisiva.

Per chi auspicherebbe la meravigliosa ipotesi che i partiti ed i loro rappresentanti in Parlamento stassero

FUORI DAI COGLIONI

nella TV pubblica è abbastanza non solo per giustificare la manifestazione di domani, ma un'azione diretta affinchè questo processo abbia immediatamente inizio.
Che sia un inizio di una vera presa di coscienza di coloro che hanno ormai smascherato la natura antidemocratica e profondamente antitaliana di questo governo e di una buona fetta dell'opposizione attuale. Le condizioni ci sono. Tutte.

giovedì 1 ottobre 2009

NESSUNA PIETA'


Sono uno di quei pochi fortunati che non ha nessun conto aperto in nessuna banca.

Le cifre che girano tra le mie mani sono tali da potermi permettere di tenere il mio intero patrimonio fuori dalle grinfie di questa istituzione; e non aprirò mai un conto se non pesantemente obbligato e se questa fosse l'unica maniera per avere il mio stipendio. Per ora, comunque i miei accordi con le varie amministrazioni, in primis quella del teatro dove lavoro per il 95% della mia attività, sono chiari: pochi, maledetti e subito.

Avviso ai ladri: in casa non c'è NIENTE, i soldi li tengo alla Coop e sono talmente pochi che la cassiera mi guarda sempre con l'aria di chi si aspetta la richiesta di "dù spiccioli" da un momento all'altro.

Ordunque: essendo a me bastate le ordinarie rapine che gli istituti di credito perpetrano normalmente contando sul normale rapporto tra banca e cliente, quindi considerando l'etica di questi signori in materia di regolamentazioni e di lealtà verso il proprio utente non credo ci sia nefandezza criminale concepita tra le mura di un istituto bancario che possa sorprendermi.

Quindi vado prontamente ad illustrare questa illuminante esemplificazione della moralità di queste entità ologrammiche che sembrerebbero essere "le banche" e che in realtà hanno nomi, cognomi, forme fisiche e capacità di discernimento.


Ecco, non importa che sia il ponte dei Frati Neri di Londra, ma se dovesse mai succedere che altri, da banchieri a direttori di banca, dovessero condividere il destino di Roberto Calvi, magari per mano di meno nobili mani, potete avere almeno questa sicurezza: non ci sarà traccia di afflizione in me.

mercoledì 30 settembre 2009

QUANTO SIAMO DISPOSTI A DARE?


Scusate, ma visto che in epoca di globalizzazione un'occhiata fuori dalle mutande di Papi tocca buttarcela, si corre il rischio di non capire cosa é successo in Guinea.
Cioè uno di quei posti dai quali qualcuno ogni tanto pensa di scappare.

Così ne dà notizia Il Sole 24 Ore con l'aplomb che si conviene al quotidiano di Confindustria il cui cuore batte solo all'apertura di Wall Street ed alla chiusura delle 600esima bottega in un mese, perchè il processo nel cercare di far diventare i centri commerciali l'agorà del futuro è uno dei piani sottilmente e scientificamente pensato al fine di disumanizzare il più possibile i rapporti tra le persone. Ma non divaghiamo.

In Guinea c'è stata un'esecuzione di massa.
138 morti.
Gente che era andata in uno stadio non con l'intenzione di mettere a ferro e fuoco la nazione ma per manifestare e chiedere più democrazia.
Dice le dittature funzionano così.
Quello che sappiamo della politica africana ogni tanto viene arricchito da notiziuole come questa, semplice ed agghiacciante al tempo stesso.

Ora, pensiamoci.

Non stiamo correndo rischi di massacri del genere, a confronto qua siamo in pieno tracollo morale ma non stiamo rischiando di certo stragi da stadio.
Solo che viene da pensare: ma io saprei difendere quel che resta della democrazia conscio che può succedere qualcosa come a quei disgraziati in Guinea?
Chi se la sentirebbe di contrastare una repressione che diventa opprimente, morbosa, che si impadronisce delle vite?
Se s'instaurasse veramente un regime militarizzato, o che so, a Silviolo sbrocca completamente la cotenna, si proclama Imperatore d'Italia e lascia finire il lavoro sporco a ronde, rondelle e picciotti?
Oppure mettiamo che veniamo invasi militarmente dalla Cina e cominciano a farci un trattamento alla tibetana.

Pensiamoci su, perché il problema va posto.
Quanto siamo disposti a dare per la libertà?

lunedì 28 settembre 2009

STRATEGIE MINIME


I colpi mediatici del PD normalmente sono quelle che in genere si definiscono "scoregge nel tifone", tanto per sottolinearne l'efficacia.
Ieri sera Berlusconi ha servito sul solito piatto d'argento l'occasione per gli aspiranti leaders del PD prossimo a venire l'occasione per testarne le capacità di reazione alla solita caciaronata da pecoraio in cui è incontrastato virtuoso, mettendo i timidi aspiranti segretari al livello di frange estreme dei centri sociali (magari, Silviolo, se Bersani & c. avessero la metà delle palle di quei ragazzi terresti il profilo molto ma molto più basso, dai retta).
Le reazioni: stile annoiato di Franceschini "Sta parlando in playback, sono 15 anni che ripete i soliti insulti".
Stile preoccupato Bersani: "Cosa facciamo, chiamiamo il 118?"
Non pervenuto Marino.
Indovinate chi ha fatto la mossa politica più adatta?
No, dite il nome di un politico dell'opposizione qualsiasi.
Se non lo sapeste già non l'avreste indovinato mai.
Casini, porcoilcristo, CASINI.
E' andato dal Presidente della Repubblica e gli ha chiesto una presa di posizione netta e decisa.
Che è arrivata quasi di rimbalzo.
Vi ricordo che il tizio bazzicava Andreotti e Forlani all'età in cui noi stavamo a farci le canne e trombare e sentire il rock'n roll.
Non é un cretino.
Ed ha fatto UNA delle innumerevoli cose che avrebbero dovuto fare gli aspiranti segretari invece di rispondere come allenatori di una squadra di serie C che devono giustificare una sconfitta in casa contro l'ultima in classifica sulla TV locale.
L'altra cosa che può essere catalogata tra le buone idee l'ha fatta un consigliere comunale del PD, tale Ettore Martinelli.
Ed ha fatto una cosa semplicissima.
A Silviolo, dico. L'ha portato là dove sta meno a suo agio di tutti i posti possibili che ci sono in Italia: in tribunale.
E con un avvocato anche cieco da un occhio, neolaureato e sofferente di dispepsia la causa la vince.
Così gli si può far pesare ulteriormente il Lodo Alfano davanti all'opinione pubblica. E non solo. Il messaggio è far perdere l'Invincibile. Anche a Subbuteo va bene. Ma in tribunale è sempre meglio.
Per questo non avrebbe dovuto querelarlo il solo Martinelli, ma tutti i deputati dell'opposizione che non dovessero riconoscersi con quanti bruciano le bandiere di Israele (ve lo immaginate Fassino? Ma ROTFL), o quelle americane o scrivono -6 sui muri.
Basta una sola audizione del comiziaccio sbracato di ieri per dimostrare che le rettifiche dei due robottini Frattini e Bonaiuti sono efficaci come una salva di bignè.
Chissà se la querela fosse partita da Franceschini, da Bersani, da D'Alema, da Veltroni, da Marino e pure da Vendola, tiè voglio esaggerare.
E magari costringere Silviolo a scusarsi e andare a giudizio lo stesso.
Non è che vinci la guerra, nemmeno ti danno qualche punto della Esso per vincere l'innaffiatoio di neoprene, per carità.

Ma nemmeno quello fanno.

Occasione persa.

Ancora.

E questi si preparano a difendere la democrazia.

Io comincio a costruirmi una fionda, eh. O chiamo il tizio della foto.

VIVERE IN NUOVA BEOZIA, OGGI


Quando appare Berlusconi in TV cambio immediatamente canale.
Nessuno al mondo riesce più di lui ad essere allo stesso tempo prevedibile e falso come un Chianti fatto ad Hong Kong ogni volta che apre bocca, quindi nonostante la possibile rilevanza delle sue dichiarazioni non riesco a tenere a freno il disgusto che mi provoca anche il solo ascoltare in sottofondo il suo sproloquiare.
Ma non vivendo da solo ogni tanto mi tocca.
E quello che ho visto ieri, col suo indignato puntare il dito sull'opposizione prendendo a pretesto 6 morti ammazzati sui quali ha una non indifferente responsabilità morale per il suo solito patetico pistolotto contro l'opposizione concluso con un "Vergogna!" ad libitum, è stato, come al solito, vomitevole.
Con chi l'aveva? Con il PD, con Franceschini? Con D'Alema? Con Casini?
No, loro non "bruciano le bandiere americane" visto che le guerre le hanno sempre votate con entusiasmo. E non scrivono "-6" sui muri o in Rete ma partecipano sempre compuntamente alle manifestazioni di cordoglio che seguono ad ogni caduta sul campo.
Però invece sì.
Ce l'aveva proprio con loro.
L'opposizione.
Ha voglia quel subumano di Bonaiuti a dire che in realtà ce l'aveva con la sinistra radicale. Quella manco più in Parlamento sta, anzi non ce l'ha mandata di certo lui fuori, ha avuto in quel senso una mano santa dal suo amichetto Veltroni.

D'altra parte se c'è una cosa talmente chiara che solo i fini strateghi del centrosinistra potevano non capire é che a lui del confronto democratico non gliene è mai fregato un cazzo, vuole comandare senza se e senza ma, punto.

Quindi col bacino elettorale che si ritrova a livello di quozienti intellettivi ha gioco facile nel far passare come plausibile qualsiasi stronzata mistificatrice gli passi per la testa.
Ogni tanto qualche elettore di questa destra si lascia scappare delle frasi che, al di là della normale becera dialettica politica adottata fin dalla discesa in campo di Silviolo, ne riassume la volontà e gli intenti: credo li abbiate sentiti tutti arrivare a dare del "comunista" persino ad un vecchio arnese democristiano come Prodi.
Questa non è strategia politica, almeno, non lo sarebbe in un paese dove il QI medio fosse stabilizzato su parametri plausibili per un Homo Sapiens.

Ma in Italia la percentuale degli scarsamente dotati di intelletto è di quelle da non sottovalutare, e questo è un punto sul quale gli strateghi di Silviolo hanno puntato fin dall'inizio.
Le trelevisioni sono state un mezzo, ma cerchiamo di renderci conto che, proprio come gli abitanti della Beozia a loro tempo costituirono materia per la creazione di un termine assai esplicativo riguardo certe qualità dell'intelletto, in Italia c'è materia a iosa per arricchire il Devoto-Oli anche se già termini come "italiota" o "itagliano" cominciano a diventare di uso comune.

Fanno tenerezza certi commentatori che spuntano dai tombini in forum, commentari e gruppi di discussione ragliando contro "quelli di sinistra che si credono superiori", compiendo un errore madornale.
Non è che sono quelli di sinistra che si credono superiori; ci sono cervelli dotatissimi, anche e più delle quasi totalità degli elettori di sinistra e che voterebbero volentieri a destra. Ma mai si confonderebbero con un elettorato come quello che é rappresentato da una manica di "undicenni neanche tanto svegli", come li ha chiamati il loro amato Silviolo.
Non è questione di schieramento.
E' che proprio gnaa fanno. Non c'arrivano. Sono tarati. E guarda caso si precipitano in massa a votare chi ne interpreta linguaggio, pulsioni, eticahahahaha ed ambizioni.
E se non sei come loro sei il nemico. E quindi si armano di clava virtuale e vengono a menare, solo che nel virtuale l'incontro con qualsiasi individuo dotato di capacità intellettive superiori a quelle di una giraffa termina con delle sconfortanti esibizioni degne di un cercopiteco impazzito tra l'ilarità dell'utenza generale.
Devo rimarcare che, avendo frequentato anche gruppi di discussione non moderati ad aaaalto contenuto di becerume (usenet, ad esempio), non è stato difficile constatare quanto gli adoratori di Silviolo hanno sempre rappresentato l'unica categoria capace di prendere schiaffoni sia da destra che da sinistra con eguale dedizione. Credo che presto farò un post con le migliori perle raccolte negli anni a perenne monito per le generazioni future.

Cerchiamo di tenere fermo questo punto, comunque.
La linfa vitale di Silviolo è questa gente.
In Francia, in Germania, in Danimarca, in Slovenia, in Inguscezia, in Mongolia, in Kamchatka ed in Jacuzia Silviolo verrebbe preso per la macchietta che è.
Qui no.
E smettiamola di dar loro una connotazione politica, questi qua la politica non sanno neanche a cosa serve. A loro occorre un nemico, un bersaglio per la loro clava e stop.
Se spostiamo la nostra attenzione da Silviolo a questa fauna che resiste a dispetto del naturale corso dell'evoluzione avremo fatto un passo avanti tutti.
Destra e sinistra.

sabato 26 settembre 2009

LA RABBIA E L'IMBROGLIO


La difesa della libertà di stampa sarebbe un argomento piuttosto capzioso se a difenderlo fosse veramente solo Repubblica o la FNSI, capirete.

Il problema é che c'è una pessima stampa la quale indice campagne di libertà per mollarle lì al primo abbaio pensando di avere svolto egregiamente il suo compito, mentre in realtà quello che ottiene è lasiciare con un palmo di naso, da solo e con l'urlo in gola chi vorrebbe mobilitarsi in modo serio , e questo è successo ogni volta che il signor Silvio Berlusconi ha fatto un passettino avanti verso la costruzione della Repubblica dei Cazzi Suoi.

Puntualmente, infatti, quando sarebbe stato il caso di picchiare duro e dimostrare quanto fosse ampio il fronte che intendeva impedire al suddetto signore di pensar di avere la possibilità di fare il cazzo che gli pareva in barba a leggi, Costituzione e regole democratiche, usciva dal tombino il solito intellettuale di polistirolo espanso seguito dalla solita macchietta con lo spillino dell'opposizione a dire che no, così non si fa, che non si può basare una politica sull'antiberlusconismo, che c'è ancora bisogno di un confronto, di idee nuove, e bla e bla e bla in un delirio di bava al quale i soliti tonni davano subito spago perchè in effetti, nella misura in cui, cioè cazzo, ci vuole una piattaforma programmatica, un approfondimento strategico e già che ci siamo un Mojito, grazie.

In queste frenate l'opposizione di centrosinistra ha dimostrato di non essere solo maestra ma di poter ambire allo status di Sua Magnificente e Compassiovole Caritatevole Grazia ed Unica Guida dei Suoi Umili Devoti Tonni Qualità Pinne Gialle.

Una banda di sesquipedali coglioni?
Non proprio.

Coglioni consapevoli e felici di esserlo?
Non proprio.

Aspiranti nuovi Berluschini?
Fuochino.

Dei berluschini più fessi e meno manigoldi?
Fuochino.

Per arrivare al fuoco bisognerebbe vederli all'opera in un governo di centrosinistra che durasse 5 anni.
Un pò come aspettare un conclave da dove esca Cristiano Malgioglio Papa.

La conferma è la ormai semicerta elezione di Bersani segretario. Il che significa quanto hai voglia di fare le primarie, secondo loro D'Alema è un politico scaltro, intelligente e l'unico capace di detronizzare Berlusconi.

Un atteggiamento piuttosto curioso visto che stiamo parlando del politico che probabilmente ha preso più roncolate in tutta la storia della Repubblica, eccetto forse il suo antagonista Veltroni.

E così al momento abbiamo tra le fila dell'opposizione due direttori di giornali, Ezio Mauro e Concita De Gregorio, che fanno le veci dei segretari politici e lanciano campagne, controbattono alle sparate della sempre più arrogante maggioranza e ne svelano gli altarini in un tourbillon di escort, magnaccia, pentiti, mafiosi ed i soliti immancabili uomini dei servizi che, ultima nuova, hanno collaborato con la 'ndrangheta al fine di rendere i nostri mari ed il nostro pesce sempre più versatili, del tipo che ci siamo accorti che basta una settimana di mare in Calabria e con un paio di scoregge ben assestate nella caldaia puoi rendere la tua casa termoautonoma per un anno.

Però la libertà di stampa c'è.

Quello che disturba è il continuo chiacchiericcio dei politici su ogni cosa esca stampata o ripresa in video come se fosse una cosa regolare che una classe politica che se messa in una pubblica piazza dovrebbe scappare sotto scorta di un esercito di godzillini si permetta di minacciare, anatemizzare e tentare continuamente con leggi da sultanato di imbavagliare non tanto la libertà di stampa quanto la libertà d'espressione.
E' chiaro anche a un cervello di elettore di destra che un'offensiva del genere non si porta puntando al bersaglio grosso. D'altra parte se si vuole conquistare Roma bisogna avere almeno la sicurezza che il resto del Lazio non si rivolti contro.

E quindi intanto fuori dalle palle la sinistra dal Parlamento, anche se alle ultime elezioni si sono limitati a spostare un gruppetto di chihuahua ubriachi fuori dal salotto, ma il processo di criminalizzazione e di smambramento era iniziato molto prima, con la gentile collaborazione del centrosinistra istituzionale.

Quindi il problema non sta tanto il difendere la libertà di stampa quanto difendere gli spazi di libertà d'espressione globalmente intesi; senza, e ribadisco senza, la gentile collaborazione delle istituzioni.

Per dire: quello che tiene in piedi Anno Zero è una cosa sola: gli ascolti.
Quello che tiene in piedi "L'Unità" è una cosa sola: le vendite.
Quello che tiene in piedi la libertà d'espressione é una cosa sola: la partecipazione.

Ascolti, vendite e partecipazione non presuppongono una tessera di partito, però.
Perchè l'esprimere una rabbia non può continuare a risolversi nell'imbroglio in cui l'attuale classe politica ambisce a continuare allegramente.

Una volta capito questo può darsi (dico può darsi, eh) che QUALCHE partito ricominci ad andare verso gli elettori e smetta di comportarsi come se la regola sia viceversa.

Forse.

50,000,000 SILVIO FANS CAN'T BE WRONG

Questo è il servizio tramesso da La7 sulla situazione a L'Aquila già postato da Anna.

Lo dedico a quelli che col culo al caldo e senza avere cognizione di cosa sia vedersi crollare in una notte tutta una vita, hanno dato prova di quanta idiozia, mancanza delle più elementari basi di capacità di convivenza civile e di grettezza d'animo possano essere capaci degli esseri che si qualificano umani ed hanno imbrattato il suo blog ed i forum che hanno trattato l'argomento.

Buon Berlusconi a tutti voi

http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=reality&video=30919

(copincollare l'indirizzo sul browser per vedere il servizio)

venerdì 25 settembre 2009

TOCCA A LORO

Francamente seguire questo video mi ha inquietato oltre il dovuto.
Quando si parla di lavoratori precari troppe volte si dà aria alla carie dicendo cose senza sapere di cosa si sta parlando.
Quando un contratto da precario non viene rinnovato, si può provare rabbia e sconforto, di sicuro non sorpresa.
Quando TUTTI i contratti precari di un'azienda non vengono rinnovati questi sono i risultati.
Nel settore della comunicazione e dello spettacolo la situazione non è diversa dalle altre categorie, anzi, e questa è una delle testimonianze.

L'azienda che ha fatto questa genialata è nientemeno che la TV dei ggiovani, MTV.





Avere Trent'anni (e lavorare a MTV) from bucknasty on Vimeo.


grazie a 7YEARWINTER

IL FERMACARTE


Ieri sera ad "Anno zero" uno dei collaboratori di Santoro è andato ad intervistare Vittorio Feltri nella sua stanza dalla quale dirige "Il Giornale" e ad un certo punto l'inquadratura si è soffermata su di un orpello che adornava la scrivania del direttore del quotidiano di casa Berlusconi.

L'orpello era un testone di Mussolini, nero.

Uno dei gadgets che ormai si possono trovare perfino negli autogrill, insieme ad altri simpatici articoli quali il manganello con la scritta "Me ne frego", i vini "Credere obbedire combattere" e tutta la nuova componentistica d'arredo per nostalgici recentemente sdoganata dalla Seconda Repubblica.

Ora, non so se qualcuno ci ha fatto caso ma in questo blog il termine "fascista" lo uso con un minimo di cautela almeno finché la foga non mi prende la mano.
"Fascista" è un termine che la Seconda Repubblica ha sottoposto alla stessa mutazione etimologica allo stesso modo in cui ha imposto al senso comune quella generalizzazione becera, qualunquista e mistificatrice alla quale ha sottoposto termini come "Sinistra", "Libertà", "Democrazia" e "Diritti".

Quisquilie, insomma.

Ed il termine "Seconda Repubblica" non l'ho usato a caso, visto che ancora esiste un'opposizione preposta a guardia delle scorribande linguistiche (in realtà etiche) della maggioranza e che si è rivelata non solo inaffidabile ma addirittura complice di questo scempio non solo di termini ma di valori.

Mussolini ha incarnato durante il ventennio l'etica e la realizzazione dell'ideale fascista; una destra autoritaria, identitaria, sociale e senza spazio alcuno per l'opposizione. Che ha sposato la causa del nazionalsocialismo quando si è trattato di prendere parte alla Seconda Guerra Mondiale, quella degli spazi vitali ad oriente, delle persecuzioni razziali, delle pulizie etniche, dell'orrore dei campi di sterminio ed una volta messa nelle condizioni di battere in ritirata dei rastrellamenti, delle stragi indiscriminate compiute a sangue freddo sui civili.
Mussolini incarnava quell'ideale di espansione coloniale mutuata dalle reminescenze dell'Impero Romano, propria dell'etica fascista secondo la quale la sottomissione di popoli "inferiori" rispecchia e ripristina l'ordine naturale delle convivenza della specie.
Al momento attuale vediamo la presupposta specie superiore rappresentata, tra gli altri, da Maurizio Gasparri, Renato Brunetta, Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Gabriella Carlucci e Mario Borghezio quindi si capisce che effettivamente ci sia un disperato bisogno di rimettere ordine in questo campo.
Ma non divaghiamo.
Dicevamo dei fascisti.
Attualmente per quanto mi riguarda chi può fregiarsi a pieno titolo dell'etichetta di "fascista" é tuttora situato nell'area extraparlamentare sotto sigle di vario genere e con distinguo che non sto qui ad elencare, anche perchè dopo la faticaccia compiuta per fare lo stesso lavoro con le sigle che si proclamano comuniste dovrei prendere un'aspettativa di sei mesi.
E non le ho neanche elencate tutte.
Comunque se qualcuno vuole scorrersi un elenco, da Forza Nuova in poi, può tranquillamente constatare che, oltre ad ammontare anch'esse ad un discreto numero, il loro atteggiamento nei confronti del governo Berlusconi non é esattamente entusiasta.
Credo che, seppure in modo troppo generico per distinguere poi la varietà delle posizioni dei vari gruppi, associazioni e comunità dell'estrema destra, questa puntualizzazione sia non solo necessaria ma doverosa.

Resta il fatto che l'uso della simbologia dichiaratamente fascista da parte di uno come Feltri la posso interpretare allo stesso modo in cui interpreterei il vedere un ritratto di Lenin dietro la scrivania di Scalfari.

Questi borghesucci che messi in mezzo ad un combattimento sarebbero campioni solo nella disonorevole arte della fuga lasciando dietro di sè una lunga strisciata di merda lunga chilometri, mentre sono bravissimi ad aizzare l'odio e l'intolleranza da dietro una comoda scrivania mi hanno sempre fatto un discreto ribrezzo.
Ma torniamo al punto e vediamo cosa un semplice fermacarte simboleggia, al di là della penosa figura fatta dal direttore del Giornale quando gli si è chiesto conto delle stronzate con le quali ha imbrattato delle pagine già di per sè inqualificabili:

Prendiamo atto che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, proprietario delle TRE televisioni private più potenti a diffusione nazionale e della praticamente unica concessionaria di pubblicità mediatica, nonchè di una grandissima casa editrice chiamata Mondadori, nonchè di altre cose che non sto qui ad elencare visto che ormai anche i celenterati trilobiti lo sanno, si pregia del contributo di un direttore del principale giornale organo di stampa della sua fazione che sfoggia simboli apologetici contrari allo spirito ed all'etica di questa Repubblica, contrari alla Costituzione Repubblicana e vieteti per legge. E stiamo parlando del suo Megafono principe nel campo della stampa.
Il tutto nel silenzio e nella più assoluta acquiescenza non solo dell'opposizione politica ma anche delle cariche dello Stato compreso il Presidente della Repubblica, il quale non ritiene necessario neanche di emanare un semplice richiamo ai valori fondanti della Costituzione, se non far presnte che l'apologia di fascismo costituisce un reato, almeno a quanto si ricorda.

Giova ricordare che il signor Feltri, oltre ad essersi ingrassato notevolmente il conto in banca grazie alle libertà che questa Repubblica gli ha concesso, ha continuamente messo la propria penna al servizio di qualsivoglia causa di convenienza, come dimostrano ampiamente i suoi trascorsi che non risalgono ai tempi della guerra ma che possono essere facilmente rintracciati nell'arco degli ultimi 15 anni in qualsiasi archivio di rassegne stampa.
D'altra parte il quadretto che ne ha fatto Filippo Facci ieri sera ad Anno Zero più che inconfutabile è semplicemente una rappresentazione di fatti nudi e crudi.

L'esibizione della iconografia mussoliniana, quindi, assume ancor di più un carattere tanto volgare quanto sintomatico della belluina concezione che questa destra ha dell'etica politica.
Detto in parole povere, questi non sono uomini, sono spazzatura.

E neanche della migliore.

E' quella destra borghese che chiama alle armi e manda dei ragazzi a morire non appena gli si presenta l'occasione senza pensare minimamente di smuovere il culo dalla poltrona, che agita odio e proclama una guerra di valori a mò di sagoma di cartone in difesa delle proprie succulente prebende rastrellate seguendo il ducetto di turno e soprattutto ai profitti di quel capitalismo selvaggio e regolato da meccanismi criminali che dà loro da mangiare e per questo disposti ad ogni infamia.

La sua lotta è fatta di intrighi, inganni e servizievoli lecchinaggi nei confronti di quel potere parallelo che trama nell'ombra mettendo davanti a sè come simbolo identitario un ideale, che per quanto sia agli antipodi col mio, non mi risulta predichi questo tipo di comportamento nei confronti dell'elite capitalista della quale i Berlusconi sono degni rappresentanti.

Non ho alcuna difficoltà ad affermare che il principale fattore di degrado dell'Italia risieda da questa continua mistificazione perpetrata attraverso la commistione di ideali e di simboli che la classe dominante ha usato per svuotare il paese di ogni consapevolezza trascinando con sè coloro che preferiscono spegnere il cervello e trovare la prima guida, possibilmente la più comoda e remunerativa, alla quale delegare il corso della propria vita.

Sta qui il massacro operato dalla Seconda Repubblica in nome di un riformismo ed un modernismo già decomposto e putrescente nella sua genesi, vecchio come vecchi sono gli intrighi e le infamie di chi, al di là di ogni etica, di ogni ideologia, di ogni concetto, brama esclusivamente il potere per il potere.

Niente di nuovo, forse. Ma basta che lor signori sappiano che la loro maschera è visibilissima a molta più gente di quanto possano sperare. E che, nei tempi adatti, ad ogni causa corrisponde un effetto.

SUI PROCLAMI


La libertà di stampa è minacciata?

Sì, fin dalla sua invenzione.

Pensateci su; se Gutenberg avesse presentato al mondo come prima opera stampata i sonetti di Pietro L'Aretino invece della Bibbia avremmo dovuto aspettare almeno altri 300 anni prima di veder stampata una seconda opera.

Ma volevo parlare d'altro, e precisamente della inutilità dei proclami delle autorità puntualmente messi in risalto come fossero chiavi per il Satori o, nel caso di frasi del Papocchio, del Terzo Mistero di Fatima.

Un esempio:


seguita da:

"LE SCUOLE SIANO MIGLIORI, NON DI ELITE"

E perché mi son capitate queste di oggi, tra l'altro da annoverare tra le meno banali rispetto a quelle che puntualmente arrivano dalle massime autorità politiche e spirituali che gigioneggiano nel Belpaese.

Ricordo fragorose ovvietà ratzingeriane come "Il lavoro sia dignitoso", una frase che lì per lì suscita ammirazione nel popolo bue, il quale evita accuratamente di considerare che la prospettiva di un lavoro non dignitoso é avallata solo dai palchi dove svetta quell'aquilotto similnazista sotto forma di lode al progresso, ma che ai poveri ed agli ultimi suona come una fervente presa per il culo; se i destinatari fossero i devoti dell'aquilotto il Papocchio potrebbe direttamente rivolgersi ai loro guru, con nomi e cognomi, eccheccazzo, e così per le altre fragorose ovvietà con cui le nostre autorevoli guide tempestano la già avvilente stampa nostrana.

Ma da ora in poi c'è una soluzione: è nato un sito dove il Papa, il Presidente, il Vescovo, il Re, l'Imperatore, perfino un Cardinale possono direttamente usare per i loro roboanti proclami al cui cospetto il detto livornese "Chi c'ha i vaìni se la passa bene" (vaìni=quattrini) assume la complessità di un appunto di Tesla.

Il sito é


E ne consiglio caldamente la visione. Rinfrescando la pagina appare ogni volta una frase diversa.

Buon divertimento.