venerdì 25 settembre 2009

SUI PROCLAMI


La libertà di stampa è minacciata?

Sì, fin dalla sua invenzione.

Pensateci su; se Gutenberg avesse presentato al mondo come prima opera stampata i sonetti di Pietro L'Aretino invece della Bibbia avremmo dovuto aspettare almeno altri 300 anni prima di veder stampata una seconda opera.

Ma volevo parlare d'altro, e precisamente della inutilità dei proclami delle autorità puntualmente messi in risalto come fossero chiavi per il Satori o, nel caso di frasi del Papocchio, del Terzo Mistero di Fatima.

Un esempio:


seguita da:

"LE SCUOLE SIANO MIGLIORI, NON DI ELITE"

E perché mi son capitate queste di oggi, tra l'altro da annoverare tra le meno banali rispetto a quelle che puntualmente arrivano dalle massime autorità politiche e spirituali che gigioneggiano nel Belpaese.

Ricordo fragorose ovvietà ratzingeriane come "Il lavoro sia dignitoso", una frase che lì per lì suscita ammirazione nel popolo bue, il quale evita accuratamente di considerare che la prospettiva di un lavoro non dignitoso é avallata solo dai palchi dove svetta quell'aquilotto similnazista sotto forma di lode al progresso, ma che ai poveri ed agli ultimi suona come una fervente presa per il culo; se i destinatari fossero i devoti dell'aquilotto il Papocchio potrebbe direttamente rivolgersi ai loro guru, con nomi e cognomi, eccheccazzo, e così per le altre fragorose ovvietà con cui le nostre autorevoli guide tempestano la già avvilente stampa nostrana.

Ma da ora in poi c'è una soluzione: è nato un sito dove il Papa, il Presidente, il Vescovo, il Re, l'Imperatore, perfino un Cardinale possono direttamente usare per i loro roboanti proclami al cui cospetto il detto livornese "Chi c'ha i vaìni se la passa bene" (vaìni=quattrini) assume la complessità di un appunto di Tesla.

Il sito é


E ne consiglio caldamente la visione. Rinfrescando la pagina appare ogni volta una frase diversa.

Buon divertimento.

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