domenica 10 maggio 2009

GLI OPERAI CHE VOTANO LEGA. (POST PESANTEMENTE OFFENSIVO)


Insomma, si dice che siano tanti.
Anzi, a destra se ne stanno facendo una bandiera.
Magari è vero che sono stati praticamente lasciati soli nelle fabbriche (poi succedono cose come quella successa nella Thyssen-Krupp e scoprono che a destra stanno cercando in tutti i modi di farla sfangare ai responsabili, e noi scopriamo che per molti operai la scoperta dell'acqua calda è ancora una novità); magari questo centrosinistra ma-anchista e inciucista farebbe incazzare anche Gandhi, magari si sono visti sfilare sotto il naso diritti fondamentali senza che nessuno muovesse concretamente un dito, magari hanno dovuto vedere manifestazioni di 3 milioni di persone senza che cambiasse di un capello la miseria di uno stipendio col quale arrivare a fine mese è un miracolo.
Sì, magari è giusto sentirsi traditi.
Ma (scusate la metafora) quale abnorme cretino per fare rabbia alla moglie che l'ha cornificato andrebbe a farsi mettere venti tosti centimetri di fava nel didietro?
Trovati.
E ho idea che gli piaccia pure.
E adesso che la vera natura della Lega è talmente chiara ed alla luce del sole e come se non fosse bastata a queste incredibili teste di cazzo andarsi a riparare sotto una coalizione guidata da un imprenditore stracolluso con la peggiore feccia mafiosa in circolazione, che ancora nessuno sa dire come abbia fatto i soldi e che ha dato prova manifesta che la sua capacità imprenditoriale è credibile quanto un maiale in tight (vedi Alitalia), abbiamo una classe operaia orgogliosamente xenofoba, razzista e pure parecchio fascistoide.
Ci credo che CISL e UIL firmano anche le cambiali in bianco.
Ma non mi risulta che sia scritto da nessuna parte che un operaio, nell'anno di grazia 2009 d.c. debba ancora farsi imboccare la pappa dal partito o dal sindacato per sapere quali siano i propri interessi.
Non mi risulta che se i Bertinotti ed i Cofferati (scelti a caso ma neanche tanto) si dimostrano degli incapaci sia vietato cacciarli a calci in culo facendo sentire il peso della propria forza, che non è quello del sindacato o del Partito, ma quello della classe operaia stessa.
Non mi risulta che nell'era di internet, della comunicazione globale e soprattutto con 150 anni di lotte operaie scolpite nella storia chi lavora in fabbrica non ha gli strumenti per capire cos'è una lotta di classe.
Di conseguenza non mi risulta che sia obbligatorio, premesse tutte le condizioni succitate, che un operaio abbia il diritto di ficcarsi le sinapsi su per il buco del culo e sostenere proprio coloro che con le vite di chi sta in catena di produzione ci fa il frullato per la colazione del mattino.
Queste merde (scusate il termine troppo languido ma oggi mi sento buono) pensano, no scusate il termine è troppo accondiscendente, grugniscono concetti secondo i quali sono proprio gli imprenditori i garanti del proprio lavoro, quindi se ne deduce che proprio quella classe che ha ridotto della metà il potere d'acquisto dei loro stipendi, che delocalizza a piacimento infischiandosene bellamente se centinaia di famiglie rimangono col culo per terra, che li tratta da pezzenti se solo provano a lamentarsi se non arrivano in fondo al mese, che ha elevato il precariato a modus operandi "normale" senza qualche straccio di ammortizzatore sociale decente, QUESTI sono il loro punto di riferimento.
Verrebbe da dire loro: ok, tenetevelo. Schiattate coi vostri stipendi da fame, mandate le vostre mogli a battere se queste non si sono rotte prima i coglioni di stare con dei deficienti che per paura di quattro africani si lasciano tagliare il potere d'acquisto del proprio lavoro della metà, e guai se osate lamentarvi.
Vi aspettiamo fuori dalla fabbrica e giù bastonate. Perchè quelle solo meritate.
Purtroppo non ci si può fermare ai deliri di qualche povero imbecille in tuta blu, ci sono ancora operai con una coscienza, che sanno benissimo quanto sia difficile riconquistare la dignità del proprio lavoro soprattutto oggi che la dignità del lavoro sta scivolando nelle fogne in compagnia delle camicie verdi e di quella banda di pagliacci che è mirabilmente rappresentata dalla destra italiana.
Qualche tempo fa (mi pare ad Anno Zero) trasmisero i pianti degli operai sardi ai quali stanno chiudendo la fabbrica nonostante le promesse di Berlusconi durante la campagna elettorale, e questi cercavano di muovere a compassione il giornalista interlocutore dichiarandosi delusi ed amareggiati nonostante avessero dato il voto al centrodestra perchè "BERLUSCONI HA PROMESSO CHE LA FABBRICA NON SAREBBE STATA CHIUSA".
Onore al giornalista che non gli ha risposto con uno scaracchio di 3 kilogrammi nel viso.
Io non sarei riuscito a trattenermi.
Mi sono fatto il culo facendo il facchino nelle cooperative per la grande distribuzione alimentare per anni, da quando me ne sono andato per tornare a fare il mio lavoro ripartendo dal gradino più basso e per evitare di non avere più la schiena entro pochi anni, i miei ex-colleghi non riescono più non solo ad arrivare a fine mese, ma anche alla metà; i capannoni sono stati delocalizzati ancora più fuori provincia, non c'è più diaria nè rimborso spese, niente più tredicesima o quattordicesima, sul lavoro le restrizioni sono diventate insopportabili, le medie di produzione da tenere sono aumentate (e se non ce la fai resti a casa o addirittura buttato fuori senza tanti fiocchini), i sindacati sono conniventi al massimo grado, nessuno osa fiatare. E l'andazzo sembra peggiorare: non bastano le fabbriche che chiudono a frotte, non basta quanto sta prospettando Marchionne con l'ultima trovata delle fusioni che faranno perdere migliaia di posti di lavoro.
Votano Berlusconi e votano Lega, quegli operai nuovo fiore all'occhiello della destra nostrana antioperaia ed anti-multietnica. Perchè, è chiaro, il nemico viene da fuori ed ha la pelle scura.
Ecco, spero vivamente che prima o poi i più consapevoli comincino a ringraziare quei colleghi entusiasti di votare Lega.
Con tanti applausi.
Direttamente sul viso.

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