Domani non andrò a nessuna manifestazione.
Il motivo è molto terra-terra: sono a lavorare. 8/13 e 17/24 se va bene sennò oltre.
Quindi dovrò accontentarmi di godere delle acrobazie di questa compagnia che va in scena per l'appunto domani sera:
Ci sono compagnie di danza davanti alle quali anche i profani come il sottoscritto non possono far altro che togliersi il cappello (anzi l'elmetto viste le nuove norme sulla sicurezza) e ringraziare commosso dello spettacolo offerto.
Ho avuto, tra gli altri, modo di vedere per due volte la compagnia Kataklò,
nonché per tre volte i Momix di Moses Pendleton,
che sono completamente diversi nel messaggio, ma che danno la stessa sensazione straniante dell'immensità delle variabili che il corpo umano può esprimere per trasmettere la Bellezza.
In questi spettacoli le luci hanno un ruolo sicuramente suggestivo e di complemento fondamentale ma non riescono mai a togliere l'attenzione primaria nei confronti del corpo umano ed alle evoluzioni di queste meraviglie della natura che sintetizzano alla perfezione danza, arte ginnica ed espressività corporale.
Spesso dalle quinte ci ritroviamo danzatori e danzatrici che escono dal loro quadro e stazionano in quinta mentre attendono di rientrare: li osservi mentre si ricaricano per due minuti, ansimanti, sudati, immobili con l'occhio fisso alla scena occupata da altri e sembra di veder personificato l'albatross così come lo descrive Baudelaire.
(questa l'ho fatta durante lo spettacolo dell'Aterballetto di Reggio Emilia, altri "mostri" assolutamente da non perdere se vengono dalle vostre parti)
E poi vedi questi ragazzi che ripartono e cominciano letteralmente a volare ed a fare traiettorie che rimane difficile seguire anche solo col pensiero. Solo che dopo un pò dentro, senti anche tu il movimento che va in sincronia con quello collettivo di chi sta danzando e senti cosa può comunicare chi sta danzando.
Prima e dopo lo spettacolo questi ragazzi li incontri al bar del teatro o ai camerini e non hanno proprio le facce da reality Endemol.
Hanno facce pulite e segnate da tanto durissimo lavoro, da ore e ore estenuanti di prove, di allenamenti, di studio delle coreografie. Segnate anche dalla gioia di poter danzare e di contribuire ad uno spettacolo bellissimo che regala emozioni completamente diverse da quelle che possono venir trasmesse da un tubo catodico.
Non credo di poter descrivere a parole la sensazione di fierezza, dignità ma anche gentilezza e cordialità che ad esempio sanno trasmettere le ragazze delle compagnie di danza più quotate. Non hanno minimamente il piglio delle ragazze in cerca di riflettori facili, nè atteggiamenti da personaggio, né la squittente vacuità trasmessa dalle loro colleghe televisive. Questo sul lavoro, poi nel privato faranno "icchèvogliono", come dice il mio capo; ora chiaramente penserete che farò una comparazione fra "artiste" e "veline", "amici" o roba del genere.
Nah.
Non è nè pertinente nè serio.
Oltretutto ho lavorato per un anno nello stesso teatro del coreografo Garrison, al Belsito di Roma e l'americano é persona che sa perfettamente fare il suo lavoro, il problema in quei contesti non è certo chi insegna a danzare, è l'uso e lo spirito con cui si avvicinano dei ragazzi alla danza che é completamente differente.
Dico solo che ammazzando il teatro si uccide anche questa possibilità per noi, per il nostro corpo e per il nostro spirito: quella di ammirare dal vivo uno spettacolo in cui con l'ausilio della danza e di qualche luce, ci viene donato un qualcosa che il nostro corpo sente ma non riesce ad esprimere, e queste compagnie lo fanno al nostro posto.
E alla fine di questi spettacoli lo sentiamo bene che non é stata una danza fine a se stessa e che qualcosa ci ha lasciato.
E' stata solo questione di lasciarlo entrare.
(ancora Aterballetto)
AA.VV. - Musica concreta. A cura di Stefano Ghittoni
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*Stefano Ghittoni* si è premurato di raccogliere le testimonianze di una
quarantina di musicisti, artisti e "affini" in relazione al concetto di
musica ("...
14 ore fa
1 commento:
lasciano veramente senza fiato!..e sai, non credo poi che nella vita privata facciano "icchevogliono" inteso come qualcuno potrebbe pensare...se sei permeato di questa atmosfera, se ti stronchi di allenamento (senza diventare milionario) è solo perchè ami quel che fai e il resto, quel resto "facile", "regalato" "rubato" non ti interessa proprio....
Spero di riuscire a vederli prima o poi nella mia città.....
Comunque hai fatto un'azzeccatissima descrizione di come ci si sente difronte a questo "spettacolo"...
Mi viene in mente questa frase, contenuta nel famoso "Se di Kipling"
...Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c’è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: “reggete!”.......................
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