lunedì 17 gennaio 2011

STADIO ITALIA, 17 GENNAIO 2010 ORE 22,38 TERRENO DI GIOCO IN PESSIME CONDIZIONI, ARBITRA IL SIGNOR NAPOLITANO DA NAPOLI

Il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ha da qualche giorno un'altra buona motivazione per una delle sue solite sbroccate contro la magistratura: sembra che si dilettasse in orge di varia estrazione e natura financo con zoccolette minorenni ma abbastanza mature da riscuotere cifre che per un operaio di Mirafiori potrebbero somigliare di più ai profitti della fabbrica al netto della Duna.

Vengono pubblicati i decreti di perquisizione nei confronti di Silvio Berlusconi e finiscono indagati il direttore del Telegiornale di una delle reti a diffusione nazionale di cui il detto Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana è proprietario ed il più famoso talent scout di icone ggiovanili per ggiovani della Repubblica.
Il quale è indagato pure per frequentazioni calabresi di dubbio gusto, mentre il Fido conduttore probabilmente deve aver rifilato al signor Medicinale Giuliani una bielorussa con l'herpes quindi è già nei problemi di suo (si pone qui una ideale lapide a memoria perenne del nobile gesto che l'invitto Cavalier Medicinale fiero e sprezzante del periglio fece in quel di Mediolanum nella pugnace lotta sul lagrimato suolo colpendo a manrovesci il conduttor tapino il quale ancor digrigna vendetta & maleficio).

L'Italia si solleva.
Si indigna.
Almeno credo.

La prima carica dello Stato è segnalata dalle parti dello scrittoio della sala grande in cerca di una Bic nero di china punta fine, la miglior penna mai esistita nelle varie ere geologiche.
Il Papa lancia un monito riempendo la Sala Udienze di un odore particolarmente sgradevole che gli ricorda tanto le fogne di Tubinga quando esondano in piena estate e quindi, come ha confessato a Padre George, "kvasi kvasi mi eccito".
In realtà le agenzie, se fosse per gli uffici stampa di Quirinale e Vaticano, potrebbero chiudere ed andarsene allegramente in vacanza alle Mauritius.

Bersani viene tirato per la collottola a commentare il videodiscorso del Presidente del Consiglio della Repubblica che in pratica dichiara di stare con una barista di Orzignano e che lui di andare in galera proprio non c'ha voglia, quindi muoia Sansone e tutti l'ebrei, al che ha dovuto subito rettificare perchè Frattini era stato  informato di un improvviso spostamento dei missili israeliani puntati un pò da tutte le altre parti, dirottati verso Casalpusterlengo e dintorni.

Il leader dell'opposizione











scusate, stavamo dicendo: niente da Quirinale e Vaticano.
Patria & famiglia.
I 150 anni dell'Unità d'Italia.
L'insegnamento dell'educazione civile e sessuale che limitano la libertà di religione.
Cosa stanno facendo alla figura della donna nell'immaginario collettivo.
L'immagine dell'Istituzione Famiglia (meraviglioso il padre della Minetti-boccasana, dice "Magari fosse lei la fidanzata")
I valori.
I portavalori.
Il MOIGE
Comunione & Liberazione
NO alle coppie di fatto
NO all'adozione alle coppie gay
NO a BDSM, LGBTQ, NWOBHM (una birra al musicofilo che si ricorda chevvordì) e RU486
Libero.
Un deficiente in quota PdL di nome Speranzon che vuole togliere dalle biblioteche venete i libri degli "Amici di Battisti".
Calderoli sta con gli adulteri e ci adultera tutti.
Stefania Craxi tesse pubblicamente sperticanti appelli a favore di un dittatore appena cacciato a calci nei denti dal suo popolo (dove l'ho già sentita, avrà detto).
La Gelmini che va a Ballarò per dimostrare che è degna della riforma che qualcuno ha concepito in sua vece.


E in tutto ciò:

a dichiarare lo Sciopero Generale, come sospettavo, non é la CGIL.
Eh no.
Vogliamo mettere in pericolo l'unico vero patto sociale esistente, quello fra sindacati confederali che fingono di contrapporsi e insieme ce lo stantuffano bene bene fra le 27 crespelle del buco del culo?
Proprio come hanno fatto paripari fra poli di destra e sinistra in politica?
Lo sciopero lo generale lo fanno quei cattivoni comunisti terroristi lanciatori di uova dei COBAS.
Chi si aspettava urli di guerra dalla Camusso può mettersi l'animo in pace.
Va in magistratura, lei.
Tanto per non perdere tempo.

E nel frattempo sono aumentate le RC Auto, è riaumentata la benzina, Tremonti non ha ancora lanciato un proclama ottimista, Renzi e Civati si son già scissi, Veltroni ancora non è andato a girare documentari sulla vita mondana di Yoaundé ed il Maestro Battiato minaccia di dare alle stampe un'altra lagna alla stregua di "Povera patria" e "Inneres auge" al fine di deprimerci ulteriormente gli ormoni della crescita.

Non mi posso più neanche rincoglionire col calcio perchè l'hanno trasformato in una sbrilluccicante imitazione di un laboratorio eugenetico dove si studia perlopiù la maniera di reprimere le aggregazioni spontanee e di creare mostri di laboratorio che scopano altri mostri di laboratorio di sesso femmina, quando invece sono ancora fermo ai tempi in cui una valletta televisiva non avrebbe mai scopato con uno che di cognome fa Pizzaballa o Longobucco, tempi in cui già tra le riserve delle squadre di serie A vedevi delle facce da cavatori di marmo incazzati, ed erano ragazzi di 20/25 anni.

Se mi trovano una canna devo pisciare per mesi nelle loro provette e andare dallo psicologo.
Io eh.
Se mi trovano 0,5 di alcool nel sangue mi levano la patente.
Se mi trovano l'accordatore pensano che sia un detonatore.
L'unica maniera di viaggiare tranquilli è mettersi una forma di pecorino scaduta da 3 anni sotto il sedile di guida.

Insomma, vediamo se riusciamo a vederci pure il governo più migliore degli ultimi 150 anni buttato giù da una zoccoletta marocchina, poi nel caso potremo passare anche al numero di Napolitano che attraversa il Quirinale in monopattino vestito da arbitro di hockey.

Noi tanto siamo qui, eh.

(nella foto: l'Agenda di Governo)

ESCALATION

E' una escalation.

Ma mica riguardo quello che il buffo omino di Arcore combina un giorno sì e lo stesso pure.
Dài, ormai l'omino è cotto.
Deve ridursi a scovare seduta stante una fidanzata solubile e pronta all'uso perché stavolta rischia per davvero il gabbio e, cosa ancor più esilarante, grazie ad una legge voluta dal suo impareggiabile governo più migliore degli ultimi 150 anni.
E' già tanto che non è estate altrimenti avrebbe detto che stava con una fìa del Bagno Luana.

La capacità di bere cazzate dei suoi elettori sta raggiungendo quella di bere fiaschi di vino di Ugo Balboa.
Chi bazzica Borgo Cappuccini m'ha capito.

L'escalation riguarda quello che i suoi servi riescono a dire in sua difesa ogni volta che c'è da giustificare qualcuna delle suddette cazzate presso il popolo bue.
Ricorderete, ad esempio, Monsignor Fisichella che si apprestò a puntualizzare, in merito ad una bestemmia del premier che, "bisogna contestualizzare".

E da parte mia giù una serie di bestemmie a nastro perchè se non ti viene da bestemmiare davanti a tanta sfacciata ipocrisia e leccaculismo non so dove queste potrebbero essere meglio contestualizzate.

Ora il colpo di genio dell'avvocato Pecorella:

"Abbassiamo il limite della maggiore età così evitiamo altri casi Ruby"

Ora voi vi aspetterete un commento.

Seh.

Vorrei sapere cosa c'è da commentare qui.

A parte che il proporre un argomento sul limite della maggiore età per legge solo perché c'è finito di mezzo il
buffo omino di Arcore è cosa che parla da sè.
Ma io questa cosa non riesco proprio a commentarla.

Dico solo che prima ci liberiamo di questa gente con qualsiasi mezzo o la vedo buia, veramente buia.

giovedì 13 gennaio 2011

L'UMILE VIGNAIUOLO ED ALTRI AMICI/2

Il bambino comincia a concepire cosa sia una sessualità senza che nessuno glielo chieda, lo fa da sè.

Gioca, scopre, si fa delle domande,poi le fa ai genitori cosicchè iniziano i problemi, quelli veri.

No, dai, non voglio dire che il livello medio del genitore italiano nell'informare i figli riguardo il sesso e la sessualità sia scadente. Tutt'altro.
Dev'essere qualcosa dentro l'Estatè che rovina tutto.

Insomma, una delle cose più belle ed affascinanti fra quelle per cui vale la pena di essere al mondo è proprio la scoperta del sesso e della sessualità.
E c'è un discreto manipolo di gente che passa per la tua vita al solo scopo di rovinartela.

Ad esempio:



L'umile vignaiuolo.

Stramalidetto XVI per gli amici, forte dell'autorità del Magistero di Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana Football Club, ci informa che educare i ragazzi a quello che è la cosa più bella che può capitarci nella vita ci porta lontano dalla religione. Anzi, minaccia la libertà religiosa. Specie se insegnata nelle scuole. 
Se non è una dichiarazione di guerra questa non so cosa altro potrebbe esserlo. 

Si sta parlando del conoscere il proprio corpo. Si sta parlando di educazione civile, quindi di imparare a relazionarsi con gli altri, si sta parlando della vita intorno a noi e del nostro corpo che interagisce con questa.

Mi chiedo: si può promuovere l'immagine dell'uomo che si avvicina al Sacro in maniera così gretta, antiumana e, fondamentalmente, idiota?

Qui siamo ancora alle seghe che fanno diventare ciechi.

E' forse per questo che il percorso spirituale dell'Italia è in rotta di collisione con il concetto stesso di Fede?
Non parlo di cattolici, laici, buddisti, musulmani o testimoni di Geova, ma del contenuto spirituale e del nostro approccio alla Fede, quale essa sia.

Lungi da me l'imbarcarmi in digressioni teologiche, vorrei solo rilevare che il messaggio dell'Umile Vignaiuolo è ottimo per allontanare dalla religione qualsiasi essere  pensante.

L'uomo non è una marionetta nelle mani di un dio. Sa vivere confortevolmente sapendo di non esserlo. 
E per esperienza personale posso dire che l'assenza di un Dio nella vita di una persona é perfettamente ammortizzabile dato che è la percezione che sviluppiamo della Vita nel suo termine primordiale che ci avvicina a qualcosa che potrebbe somigliare al Dio di cui parla Stramalidetto XIV.
E si può fare questo percorso anche leggendo qualcosa di diverso da un "Libro sacro" che altro non è che una opera dell'umano ingegno, parapara.

Ma non ho nessuna remora nel dire che il percorso spirituale di ogni individuo non ha bisogno di mantenere il carrozzone ignobile che le religioni teistiche hanno messo su in questo pianeta.

L'infelicità, la sofferenza, il sangue innocente che le religioni hanno versato in tutti questi secoli possono dire tutto quello che c'è da dire riguardo la libertà religiosa anelata dall'umile vignaiuolo.

Sono disposto a combattere una guerra infame e cruenta per difendere il terzo piano del mio condominio dai venusiani e dai gormiti, ma non ho nessuna intenzione di farmi una guerra di religione.

Le anime morte viaggiano sicure in questo mondo alzando i propri simboli ed i propri oggetti di culto.

Quelle vive passano il loro tempo a sfuggire i loro inganni e contrastare le loro infamità.

E a vivere.

mercoledì 12 gennaio 2011

DI PAROLE E PRESIDENTI

Per l'amor del cielo, lungi da me l'idea del voler convincere qualcuno che il buffo omino di Arcore, meglio conosciuto come Silvio Berlusconi, sia un buffone oltre che uno sfacciato mentitore.
Chiunque, dalla sua apparizione ad oggi, non lo abbia da par suo categorizzato probabilmente versa - ahilui - in uno stato di coma difficilmente reversibile.
L'omino è quello, prendere o lasciare.
Io lascerei, ma così come in un sacco di altre cose, molti italiani non la pensano come me fermo restando che rimango irremovibilmente orgoglioso di non pensarla come quei molti italiani.

Sta di fatto che apro uno dei miei blog preferiti e cioè quello di Mazzetta e mi leggo questo post.
Nel precedente post avevo scritto che con questa gente le parole non servono più a niente.
Allora sapeste quanto godo quando ho ragione.

Poi, pur essendo reduce da una corroborante giornata di lavoro, ho pensato:
"Aoh, ma noi ce l'avremmo un garante per le nostre parole!"
Ed è vero, sta in posto dove l'hanno messo apposta, per fare proprio quello, ce l'hanno messo votandolo e sta in un posto che si chiama Quirinale.

Visto che non legifera, non decreta, non risolve e non - qualsiasi altra cosa - e visto che rappresenta tutti gli italiani dal 1860 ad oggi mi aspetterei che, non dico tre volte al giorno, ma una volta ogni tanto mi facesse sentire difeso nella mia volontà di mantenere i significati della lingua italiana così come la conoscevo e che ho perfezionato nelle scuole elementari pubbliche italiane grazie ad una bravissima maestra di nome Marcella Barbanti vedova Cini, che voglio ricordare con nome e cognome perché trattavasi di una vera, Grande Maestra elementare.

E c'era la foto di Saragat in classe.
Uno avrebbe cacciato il Buffo Omino a suon di rutti alla grappa e senza diritto di replica.

Insomma, quello che "tanto si sa da che parte sta" mi sembra che percepisca anch'egli una ricca prebenda per fare el sò mestè.

Allora, mi son detto, vuoi vedere che UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO può permettersi di non sapere che quello giudiziario non è un ordinamento ma UN POTERE? UNO DEI TRE, PER LA PRECISIONE? Dài, sarebbe troppo grossa.
Può permetterselo.
Oggesù.

Ma certo che lo sa, il buffo omino.

Ma avete presente quando si giocava a far irritare qualcuno nella maniera più fastidiosa possibile?
E cioè agitandogli le dita sotto il naso dicendogli "C'è tuo qui?"
Ecco, a lui piace giocare così.
Ed il nostro Garante che fa?
No, non interviene a reti unificate semplicemente per leggere senza commentare tutto il titolo IV sez.1 della  Costituzione Italiana, ci mancherebbe altro.
E nemmeno fa una qualsiasi dichiarazione, monito, esternazione, FIRMA. No, non firma.
Preoccupante, eh?

Un Presidente che facesse il suo lavoro, in queste condizioni create per volontà ed interessi di un marchio con un biscione stilizzato (non so se ci avete fatto caso ma ha rubato pure il simbolo all'Inter e se Moratti gli chiedesse i diritti gli verrebbe risposto col solito giochino delle dita davanti al viso), avrebbe avuto molto da fare per difendere la Costituzione e quello che contiene.

Lui firma e fa due borbottìi.
La riforma Gelmini passa in quel modo, mezza Italia s'infiamma e lui firma e borbotta.
Si cambiano in corse le regole ed i diritti per i lavoratori conquistati con anni di lotte e di sangue e lui borbotta perché non c'è niente da firmare. Per ora.

Borghezio insulta gli aquilani e gli abruzzesi tutti e lui si chiede se sia il caso almeno di borbottare.
Quando c'è da fare i festeggiamenti per l'Unità d'Italia manda la sua velina ai leghisti e si fa pure rispondere a male parole dell'emiparetico rantolante.

Sapete che c'è?

Io vorrei un normalissimo CAZZO DI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Se pò?

(nella foto: un'elettrice berlusconiana segue con malcelato entusiasmo il discorso di Capodanno del Presidente della Repubblica)

martedì 11 gennaio 2011

INTOLLERANTE SARA' LEI

Le parole con questa gente non servono più.

Anche le parole sono state svuotate di ogni significato da questa classe politica.
Pensate solo alla parola "Libertà".
Le parole sono importanti, ma Moretti lo diceva tanto tempo fa.
In mano a loro non contano più un cazzo.
E tu, popolo, dovresti interloquire con gente che non parla più neanche la tua lingua.


Se tre ragazzini bestemmiano doviziosamente ed istintivamente in uno di quei format di merda c'è la gogna, se lo fa il Buffo Omino di Arcore bisogna contestualizzare.
Neanche i termini "dissenso", "protesta", "terrorismo" o "valore" non significano più una cippa.
Il "dissenso" e la protesta ti pongono automaticamente "fuori" dai traffici ed i business che si svolgono allegramente sotto i nostri culi: c'è da fare un inceneritore, un rigassificatore, una centrale nucleare, un tratto di TAV, un nuovo ospedale inutile, un ponte tra Capraia e la Corsica, il tutto come, quanto e perché pare a loro; quello che importa, l'unica cosa che importa, sono i soldi che girano. I nostri soldi che amministrano come fossero i LORO soldi e solo i loro.
I referendum non li caga più neanche chi li promuove; è un istituto che ha perso significato, spinto all'eccesso dopo quelli storici su divorzio ed aborto.
Perché dovrebbe essere chi sta ben retribuito e ben assiso sulla sua poltroncina legiferare in nome di tutti gli italiani.
Quindi la classe politica attuale ha deciso che fa come cazzo gli pare e guai a chi fiata.
E allora quando le parole non servono più si passa ad altro.

Ad esempio, ieri mi leggo di come quella forma di vita su cui si dovrebbe studiare la curva parabolica ascensionale dell'involuzione del comportamento nei ceppi etnici suini e segnatamente Mario Borghezio, se n'è uscito con la solita favoletta del sud lavativo mettendo come icona i terremotati abruzzesi.

I quali, oltre  a vedersi tuttora la città ad uno spettro inquietante e desolato, con tutti i segni possibili ancora visibili, hanno dovuto sopportare imprenditori ridens, militarizzazioni, manganellate ed - en passant - lo sradicamento totale della propria vita, non senza il simpatico fardello di qualche tremendo lutto.

E allora sarebbe l'ora di farla finita con le parole.
Le loro, però.

Borghezio a Livorno non viene.
Non può venire.
Perché l'ultima volta che c'ha provato è finita così:





Io c'ero.
Non ero fra quelli che hanno avuto scontri con le forze dell'ordine ma c'ero.
Una giornata allucinante che, tanto per ribadire, dimostrò anche la gestione delinquenziale del coordinamento Comune-Questura, visto che l'incontro del suino leghista venne spostato ad un orario perfetto per accogliere gli ultras appena usciti da Livorno - Messina che si giocava alle 15.
Ma tant'è, ero all'imbocco degli Scali Finocchietti dove c'era una nutrita rappresentanza di gente che non aveva proprio l'aspetto del militante, anziani, famiglie con carrozzine al seguito, ragazzini, gente affacciata alle finestre, tutti ad urlare il proprio schifo verso quell'essere.
Ritorno sulla frase "Non condivido ciò che pensi ma darò la vita affinché tu possa dirlo".
Quello della città fu un fiero rigurgito di autodifesa, di distinzione alla marea nera di schifo che ci sta togliendo l'uso della parola e delle sue applicazioni.
E sarebbe una buona cosa se questi individui dovessero cominciare a non poter andare troppo in giro.
Perché Borghezio ha provato a tornare due anni dopo ma non gli è stato permesso di venire.
Motivi di ordine pubblico.
Ci va bene anche passare per intolleranti, nella loro lingua, o neolingua.
Se solo penso a cosa significa per loro libertà sono in una botte di ferro.
(nella foto: un livornese festeggia la cacciata di Borghezio nella piazza di un vicino borgo abitato da bifolchi che si muovono in curiosi barrocci)

sabato 8 gennaio 2011

HAPPY BIRTHDAY

Credo siano passati 36 anni da quando acquistai una copia di "Pin-ups" di David Bowie alla UPIM di Livorno.
Avevo 11 anni ed avevo iniziato da poco ad acquistare "Ciao 2001" mentre l'altra rivista musicale allora in giro ("Qui Giovani") aveva chiuso bottega da pochissimo.
Era il quarto LP che acquistavo dopo una preadolescenza passata ad infilare senza sosta 45 giri nel mangiadischi.
La ragione per cui acquistai quel disco fu il convincente articolo di presentazione di Ciao 2001 ma soprattutto quella copertina:


Due maschere aliene che mi dettero un senso di irrequietezza e.....completezza, ecco credo sia il termine giusto.
Inoltre faceva molto irritare i miei genitori, quindi doveva per forza di cose essere cosa buona e giusta.
A quell'età si ragiona così, almeno il sottoscritto aveva adottato entusiasticamente tale weltaanschaung visto i reiterati e pedanti tentativi dei miei di fare di me un ragazzo "con la testa a posto" e datosi che i modelli di "teste a posto" che mi venivano indicati mi facevano vomitare altra soluzione che andare esattamente all'opposto non mi rimaneva.
In breve tempo avevo la allora piuttosto scarna discografia di David Bowie per intero.
"Diamond dogs" non era ancora uscito quindi feci abbastanza presto.
Per farla breve nel giro di un mese diventai un fan bowiano fino al midollo e tale sono rimasto ad oggi, per l'appunto 36 anni dopo.
Perché David Bowie non è solo un cantante o un artista.
E' la quintessenza dell'arte.
E' un personaggio che ha trasmesso il suo messaggio cambiando continuamente pelle rimanendo profondamente e coerentemente se stesso.
Ha dato al termine "rockstar" un significato a 360°, il primo che ha veicolato l'immagine come un fattore importante allo stesso modo in cui è importante la musica. Perchè l'immagine è un veicolo del messaggio proprio come la musica che l'immagine produce.
Non era Lady Gaga. Niente di paragonabile, neanche a quei tempi.
La musica non era spazzatura commerciale da consumare in poche settimane per poi far posto ad un'altro video e ad un'altro tormentone simil-Madonna.
"Pin-ups" ad esempio è un disco di covers, e che covers.
Ascoltate la versione di "See Emily play" dei Pink Floyd, quell'uscita al limite dell'atonale sulla quale entrano gli archi a sfumare definitivamente.
O la decadente e sfibrata eppure pervasa da un vigore nascosto ed irrefrenabile "Where have all the good times gone" dei Kinks.
O la fumigante "Anyway, anyhow. anywhere" degli Who.
Tanto per mettere due puntini sulle i.
Ma è stato poi, con gli "Hunky dory", gli "Aladdin sane", i "The rise and fall of Ziggy Stardust", gli "Space Oddity" che mi esplose qualcosa dentro, qualcosa che sentivo assolutamente, profondamente ed ineluttabilmente mio.
Senonchè il mio preferito nonché quello che affettivamente mi è più caro resta "The man who sold the world", un disco oscuro, cupo ed anche abbastanza ostico rispetto ai suoi capolavori.
Chitarre acide, basso decisamente sopra le righe, drumming spezzato e nervoso, ballate che toccano i nervi scoperti dell'inconscio ("After all", "All the madmen"), capolavori pop che per fortuna Kurt Cobain ha dissotterrato dall'oblìo ("The man who sold the world"), la perfetta epica pop ("The widht of a circle"), cavalcate acide e corrosive ("She shook me cold") e ciononostante l'album non era mai segnalato dalla critica, era praticamente il fratellino minore, la Cenerentola della discografia bowiana.
A me faceva letteralmente strippare.
E quel senso compiuto di assemblaggio delle emozioni e dei segnali del rock 'n roll come lo conoscevamo allora.
Beatles, Rolling Stones, Dylan, il beat anglosassone, il rock americano: ci sentivi di tutto, ma soprattutto ci sentivi Bowie. Perché era fin troppo evidente che l'allora Ziggy Stardust aveva ben metabolizzato gli anni '60 in tutte le loro componenti e ne aveva fatto una rilettura personale e personalizzata, dandola in pasto al pubblico con sembianze mai viste allora.
Era l'uomo delle stelle, la star che apriva l'armadio dell'immaginario giovanile più nascosto, il vero simbolo della rivoluzione sessuale, la traccia da seguire per chi avesse ben inteso da sè, individualmente il concetto di Libertà, quella fuori dallo schema ideologico ed ideologizzato.
Puoi essere qualunque cosa, se lo vuoi. Era questo il messaggio.
Recepii.
Ovviamente non ho mai avuto la minima intenzione di scimmiottare il personaggio, quindi non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di imitarlo a livello di immagine. Non ho la stessa fisicità androgina, né il magnetismo di Bowie che per quanto vedo in giro rimane unico ed inimitabile.
Però ho lussuriosamente esplorato, conosciuto, assorbito e carnalmente metabolizzato qualsiasi cosa mi affascinasse, anche cose diametralmente opposte tra loro, rivestendo l'abito mentale adatto per accoglierle e dismettendolo per trasformarlo in altro quando mi sentivo pronto per esplorare nuove esperienze con un bagaglio in più. E senza porre limiti in partenza.
Questo è il marchio che ho ricevuto dall'artista e dalla sua musica.
Questo marchio mi è rimasto addosso tuttora.
Cambiare pelle, espressioni corporee, sensibilità, esplorare ed esplorarsi, sempre rimanendo se stessi.
Il Bowie americano di "Young americans" e "David Live" e quello berlinese della trilogia, quello svagatamente dandy di "Black tie white noise" e quello maturo ma ancora presente nel tempo di "Earthling" e "Outside" mi hanno accompagnato come una presenza rassicurante e familiare, soprattutto dopo che l'ondata punk di fine anni '70 e quel che ne ha conseguito ha costituito un altro caposaldo del mio modo di pensare.
E non è un caso se Bowie viene definito uno dei padri del punk.
E' certo che gli artisti che eleggiamo fra i nostri preferiti spesso, anzi quasi sempre, sono una espressione di nostri desideri inconsci e che specialmente in giovanissima età ci aiutano a instradare aspetti della nostra personalità e da qui parte un processo di identificazione che spesso sfocia in manifestazioni non proprio "sane", ma la mancanza di regole che il rock 'n roll ha da sempre promosso è un sintomo di come sta poi a noi individui gestire il proprio equilibrio e la propria crescita.
Bowie è stato un modello di liberazione individuale come mai più ne vedremo in questa società spettacolarizzata ed appiattita su modelli che non propongono, ma impongono l'essere ragazzi "con la testa a posto" e che semmai possono esternare se stessi in maniera bizzarra, sì, ma a fini di profitto per l'industria della musica e quindi da questa manovrati ed edulcorati.
Bowie è stata un'altra delle espressioni nate dalla cultura pop warholiana che era di per sè stessa industria e messaggio, che costruiva da sè l'immagine ed il suo contenuto, per questo credo che un artista come David Bowie sia oggi assolutamente irripetibile.
Tra l'altro ho la fortuna di frequentare quasi quotidianamente Lindsay Kemp che è stato il suo primo maestro di mimo e di espressione corporea nonché il coreografo e mentore dello show che portava in giro sotto le spoglie di Ziggy Stardust. Ora cura i laboratori di teatro e danza per i giovani virgulti livornesi che vogliono affacciarsi al mestiere di attore teatrale.
Quando per la prima volta l'ho visto apparire nel teatro dove lavoro ho quasi avuto un infarto.
Solo che dopo due secondi un macchinista mio collega, Bobo, gli ha appioppato una possente manata sulla schiena seguito da un giovialissimo "Vieni, Linziiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!" spoetizzandomi il tutto a tempo di record.
Ovviamente il Maestro preferisce il bacetto ma abbozza soavemente.
Vabbé.
Oggi David Bowie compie 64 anni.
Auguri.

mercoledì 5 gennaio 2011

LE PROVO TUTTE

All'unico visitatore di questo blog proveniente dalle Maldive (vedi contatore) chiedo:

Ce ne sono teatri da quelle parti?

E non è che nel caso potresti sentire se c'è bisogno di un bravo macchinista?

IN FILA PER TRE




Finite le feste l'anno nuovo riporta tutti ad una realtà che presuppone un 2011 molto interessante.
E per interessante intendo che siamo chiamati a fermare il massacro sociale a cui questo governo sta alacremente lavorando e dal quale i settori vitali del paese sono chiamati a difendersi e/o attaccare.


Quello che siamo chiamati a difendere però non è il solito nostro piccolo orticello, c'è un sistema di pensiero al quale va dato per l'ennesima volta l'assalto.
Quale?
Quello che - a grandi linee - coincide con quello descritto da Edoardo Bennato, che a mio parere era un signor cantautore prima di iniziare a inseguire gol nelle notti magiche.


Altri tempi. Forse.












IN FILA PER TRE


presto vieni qui ma su non fare cosi'
ma non li vedi quanti altri bambini


che sono tutti come te
che stanno in fila per tre
che sono bravi e che non piangono mai

e' il primo giorno pero'
domani ti abituerai
e ti sembrera' una cosa normale

fare la fila per tre
risponder sempre di si
e comportarti da persona civile

vi insegnero' la morale
a recitar le preghiere
e ad amar la patria e la bandiera

noi siamo un popolo di eroi
e di grandi inventori
e discendiamo dagli antichi romani

e questa stufa che c'e' e
basta appena per me
percio' smettetela di protestare

e non fate rumore
e quando arriva il direttore
tutti in piedi e battete le mani

sei gia abbastanza grande
sei gia abbastanza forte
ora faro' di te un vero uomo

t'insegnero' a sparare
t'insegnero' l'onore
t'insegnero' ad ammazzare i cattivi

e sempre in fila per tre
marciate tutti con me
e ricordatevi i libri di storia

noi siamo i buoni percio'
abbiamo sempre ragione
andiamo dritti verso la gloria

ora sei un uomo e devi cooperare
mettiti in fila senza protestare
e se fai il bravo ti faremo avere

un posto fisso e la promozione
e poi ricordati che devi conservare
l'integrita' del nucleo familiare

firma il contratto e non farti pregare
se vuoi far parte delle persone serie
ora che sei padrone delle tue azioni

ora che sai prendere le decisioni

ora che sei in grado
di fare le tue scelte

ed hai davanti a te
tutte le strade aperte
prendi la strada giusta e non sgarrare

se no poi te ne facciamo pentire
mettiti in fila e non ti allarmare
perche' ognuno avra'
la sua giusta razione
a qualche cosa devi pur rinunciare
in cambio di tutta la liberta'
che ti abbiamo fatto avere

percio' adesso non recriminare
mettiti in fila e torna a lavorare
e se poprio non trovi niente da fare

non fare la vittima
se ti devi sacrificare
perche' in nome del progesso
della nazione
in fondo in fondo puoi sempre emigrare

lunedì 3 gennaio 2011

AL PASSO COI TEMPI

Questa storia di essere “al passo coi tempi” sta diventando sospetta.
Eppure a dirla così sembra una buona cosa.
Quando internet ha fatto irruzione nel modo di vivere di tutto il pianeta mi sono fatto trovare pronto.
Ho avuto l’approccio di quello la cui esperienza informatica si era fermata al guardare per 3 secondi il fratello della mia fidanzata che armeggiava su un Commodore64 e che avevo giudicato troppo tecnologico per suscitare il mio interesse. Me la dicevo poco anche coi videogiochi, figuriamoci. Le combinazioni di sostanze legali ed illegali in quantità variabili garantivano ancora scenari molto più divertenti che non ammazzare, distruggere e conquistare.
Poi però ho dovuto mettermi alla tastiera e cominciare a prendere quello che poteva essermi utile  visto che tutto quello che succede in rete, piano piano, è entrato nella realtà, e neanche come comprimario.
Quindi ho cercato di essere al passo coi tempi, ed è stata una buona cosa.
Poi, per fare un altro esempio, è entrata in vigore la legge antifumo.
E un fumatore compulsivo come il sottoscritto si è dovuto – giustamente – adeguare ai ghetti all’aperto dove quattro coglioni stretti nei giacconi spippano velocemente una Pall Mall sotto la pioggia e con una temperatura vicino allo zero. Nel frangente sono molto interessanti le conversazioni monosillabiche ed a denti stretti fra i suddetti coglioni in ragione del fatto che fondamentalmente sanno di essere dei coglioni ad essere lì nella tormenta per fare quattro tiri ad una sigaretta, quindi ogni argomento risente di questo senso di colpa di base. Però mi sono adeguato, anche perché credo sia l’unica legge promulgata in questo paese che manifesta un rispetto per la comunità umana nel suo intero. E riconosco che è una legge che hanno dovuto fare perché i fumatori sono fondamentalmente dei caca cazzo costantemente immersi in una nuvola di tabacco e che non portano rispetto a nessuno, donne incinte, bambini, sommelier e altre categorie che non traggono certo beneficio da un ambiente profumato con Marlboro N°5.
E mi sono messo al passo coi tempi, cercando di ridurre anche per mio conto al massimo la nocività del mio vizio.
Ora succede che in un tripudio di fanfare bipartisan, si annuncia che i due titoli FIAT vanno forte in borsa.
E senza neanche aspettare il coro “Masticazzi cor campanello" sull’aria dell’ “O Fortuna” dei Carmina Burana il maglioncino munito Marchionne si affretta ad elargire alla stampa il monito per il quale bisogna stare “al passo coi tempi”.
Ora, a me basterebbe dire a Marchionne che il fatto che mi sia adeguato alla legge antifumo non significa che lo stare al passo coi tempi implichi il sentirmi ridurre ad un servo della gleba prono ad ogni desiderata del Mio Signore.
Siamo nel 2010, l’uomo si è in qualche maniera evoluto ed ha scoperto che le leggi dei mercati sono semplicemente l’espressione dei voleri di pochi delinquenti e di qualche loro fidato amico.
Quindi, per favore vai a fare in culo con la tua FIAT e vediamo quando gli italioti smetteranno di comprare le vostre carriole a quale stato andrai a chiedere soldi. Immagino i finanziamenti a pioggia del governo serbo.
Oltretutto forse i tempi richiederebbero una bella ripensata riguardo la circolazione di tutte le carriole a giro per la penisola, perché non so se qualcuno ci ha fatto caso ma la mia impressione è che siano decisamente troppe. E le strade non sono adeguate. E che il trasporto pesante è decisamente a livelli insostenibili. E che il territorio della penisola ne risente.
A quali tempi si cerca di stare al passo?
Perché i signori non si pongono mai una questione fondamentale, cioè che non è MAI E POI MAI il tempo di distruggere.
Non so in base a quale strategia aziendale una casa come la FIAT sia in grado di assecondare un piano che renda alla nostra penisola criteri di vivibilità che ambiscano alla decenza, ma permettetemi di avere dei dubbi.
Quindi forse i tempi stanno dicendo che la FIAT è una azienda inutile, anzi dannosa perché fondamentalmente inutile. Non abbiamo più bisogno di migliaia e migliaia di nuovi modelli ogni giorno, non abbiamo bisogno di migliaia e migliaia di camion, TIR, furgoni, pullmann, cellulari della Polizia (meno che mai) e altri veicoli ingombranti. Non abbiamo bisogno dei SUV (alla FIAT pensano ancora che la Multipla sia la risposta alla Land Rover, mi raccomando non ditegli niente e fate sì con la testa), non abbiamo bisogno di avere tre macchine in famiglia, non abbiamo bisogno di strade nuove quanto inutili.
E non abbiamo bisogno di Marchionne.
Questi dovrebbero essere i tempi.
Se solo ci rendessimo conto di cosa abbiamo veramente bisogno.
Io cerco ancora una volta di stare al passo coi tempi. Che non coincidono con quelli dettati da Marchionne.
Mi piacerebbe avere ragione.