Mettiamo che un kamikaze si faccia esplodere nella piazza del mercato di un qualsiasi paese della nostra penisola: quanti morti potrebbe provocare?
Dieci? Quindici? Trenta?
E che reazione ci sarebbe dai media, dagli "opinionisti" e dai nostri politici?
Eddai, non c'è molto da sforzarsi.
E mettiamo che la cosa si ripeta.
Una, due, dieci volte.
Giustamente l'allarme salirebbe in maniera parossistica, magari si invocherebbero leggi speciali, magari la guerra santa totale contro il nemico, magari richiameremmo l'esercito dalle missioni estere.
Eppure di gente ammazzata ne abbiamo già a iosa.
Lentamente, inesorabilmente, scientificamente.
Gente che non viene calcolata come vittima, gente che semplicemente si ammala e muore.
Nessuno si è mai preoccupato, nè si preoccupa, di stabilire perché, però.
Perchè in certe aree dell'Italia l'incidenza di malattie tumorali è spaventosamente più alta delle normali incidenze, ad esempio?
Perché in certe aree del Sud e non solo c'è una vera e propria strage che continua nel silenzio delle istituzioni e che viene sommariamente citata come effetto collaterale di opere umane che hanno come fine il benessere dei cittadini.
In effetti sdraiati dentro una bara si deve stare piuttosto comodi e di sicuro problemi come il benessere, il posto di lavoro, le tasse e la ristrutturazione del tinello di casa si possono considerare risolti.
Nessuno sa dare numeri precisi. Nessuno sa dire quanto il business dei rifiuti è un fucile puntato alla tempia di centinaia di migliaia di cittadini in attesa di sapere quando l'effetto dell'aggressione indiscriminata alle risorse naturali si manifesterà su un altro, altri dieci, cento, mille ignari cittadini.
Poco tempo fa un'amica nonchè frequentatrice di questo blog ha invitato il giornalista Gianni Lannes a Livorno per parlare di smaltimenti di materiali tossici, radioattivi o comunque nocivi nei nostri mari: Lannes in pratica sta continuando quelle indagini che sono costae la pelle ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, difatti riceve costantemente minacce di morte e gira sotto scorta.
Questo un suo intervento che sono riuscito a reperire sul tubo e che non potrebbe essere più chiaro, e comunque vi invito a dare un'occhiata ai filmati riguardanti le inchieste di questo giornalista freelance che collabora con "La Stampa" ma che non è riuscito a far pubblicare nulla di ciò che riguarda le sue inchieste né dal suo giornale né da "La Repubblica": c'è comunque un sito dove trovare il lavoro suo e di altri impavidi e che è QUESTO
Dunque lo Stato.
E i suoi amici, manco a dirlo le cosche criminali.
Quindi riassumendo, oltre ai disastri ambientali che possono accadere da un momento all'altro e che potrebbero essere di entità inimmaginabile, sembra proprio che a breve l'Italia diventerà una penisola sulla quale cercare di vivere scansando quelle zone dove intendono piazzare inceneritori, smaltitori, rigassificatori, centrali nucleari, a biomasse, a carbonella o a Fernet Branca.
Le nostre coste rischiano di far arrivare sulle nostre tavole pesci stroboscopici buoni per essere appesi sui soffitti delle discoteche e già comunque si stanno manifestando, in certe zone, gli effetti collaterali di certi metodi spicci ai quali il nostro governo sembra essere particolarmente affezionato. Sulle nostre rotaie viaggiano merci su mezzi tutti da verificare, poi succedono cose come quella di Viareggio e rimane solo chi piange.
Noi gente comune siamo informati di tutto questo dai media nazionali in modo che la cosa abbia la stessa risonanza delle discariche nei fiumi e in mare, della ineluttabile presenza di polveri sottili, di tutto il troiaio che respiriamo ed assimiliamo da terra, acqua e aria (il fuoco, come al solito, continua a bruciare).
In poche parole zitti e crepate che qui c'è da fare gli affari nostri.
Sono questi gli "uomini di pace" che ci fanno vedere acclamati mentre vengono caricati sulla macchina della Polizia e la cui spettacolarizzazione - beh non serve essere sociologi di questi tempi - rende anche martiri agli occhi di tutta quell'Italia viscida e truffaldina che pensa ancora che il sistema attuale sia il migliore dei mondi possibili perché così dice Silvio.
Insomma, i Kamikaze ce li abbiamo in casa in compagnia di un discreto numero di complici.
Il problema è che mentre noi scoppiamo, quelli restano a pontificare dalle televisioni su quanto abbiamo necessità di nuclearizzarci ulteriormente.
Ora, nella Rossa Toscana sembra che il punto strategico dove piazzare un bel pò di questi impianti dediti a colorare il cielo sempre più di blu sia Livorno & zone limitrofe.
Questo solo per certificare che l'azione spietata di questa classe politica non conosce schieramento, in un momento in cui la crisi economica mostra i denti sempre più minacciosamente, per cui è perfettamente inutile sperare che una delle formazioni politiche parlamentari possa almeno cercare di porre un argine a traffici che coinvolgono ogni livello, dalla politica all'industria e alla criminalità organizzata.
E non sono neanche le cifre (inesistenti) di quanti ci italiani hanno già rimesso la pelle per via dell'inquinamento atmosferico.
Provate inoltre ad immaginare in quali condizioni deve lavorare chi indaga su questi criminali come ha fatto Lannes, che difatti ha perso il diritto di muoversi liberamente, così come Saviano.
Guardate gli altri video correlati sul lavoro di questi giornalisti, di questa gente che vive una non-vita solo perché cerca di informare i cittadini su chi li sta ammazzando speculando sulla loro pelle e su quella dei loro cari.
Francamente l'entusiasmo con cui è stata accolta la pantomima dei finiani mi trova piuttosto indifferente, non è con questi balletti rosa che risolveremo alcunché quando in gioco c'è una posta che parla dell'ambiente che siamo chiamati a lasciare alle generazioni future.
E che una delle soluzioni al riguardo sembra proprio debba comprendere una cacciata neanche tanto benevola di questa classe politica che governa e non solo inquina e fa ammalare, ma uccide.
Se qualcuno vuole ancora convincermi che bisogna innanzitutto fermare Berlusconi si accomodi pure, qua c'ho chinotto e popcorn.