Passi dal libro "Il baratto - Berlusconi e la finta sinistra dagli anni '80' ad oggi" - di Michele De Lucia - Kaos edizioni
Ad aprile del 1985 esce a Milano il primo numero de Il Moderno, mensile (poi settimanale) della corrente “migliorista” del Pci (cioè la destra tecnocratica e filo-craxiana del partito, guidata da Giorgio Napolitano). Animato da Gianni Cervetti... all’insegna dello slogan “l’innovazione nella società, nell’economia, nella cultura” (p. 104).
Intanto a Milano il numero di febbraio 1986 de Il Moderno (il mensile della corrente “migliorista” del Pci) scrive che “la rivoluzione Berlusconi [è] di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si ostina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente i modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale televisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità produttive” (p. 115).
Il numero di aprile 1987 del mensile comunista Il Moderno esce con un’intera pagina pubblicitaria della Fininvest. È la prima di una lunga serie di inserzioni pubblicitarie dalla misteriosa utilità per l’inserzionista, dato che il giornale è semi-clandestino e vende meno di 500 copie... Intanto uno dei fondatori del Moderno, l’onorevole Gianni Cervetti, alla metà di aprile è di nuovo a Mosca... E il 18 aprile l’agenzia Ansa da Mosca informa che in Urss, insieme al compagno Cervetti, c’è anche Canale 5... (pp 126 - 127).
Nello stesso mese di febbraio 1988 la destra del Pci, attraverso Il Moderno, difende il monopolio privato Fininvest polemizzando col compagno Veltroni... Poi il giornale della destra comunista inneggia al miracolo imprenditoriale di Berlusconi, proiettato anche all’estero (pp 136 - 137).
A giugno 1989 il settimanale comunista Il Moderno pubblica un megaservizio su Giocare al calcio a Milano. Con un panegirico sul Berlusconi miracoloso presidente milanista che “ha cambiato tutto: adesso la sua squadra è una vera e propria azienda,” e così via. Il giornale della corrente di destra del Pci è ormai un bollettino della Fininvest, e le pagine di pubblicità comprate dal gruppo berlusconiano ormai non si contano (p. 148).
Nel numero di fine settembre del 1989, Il Moderno pubblica l’inserto Milanesi a Mosca. Dall’ecologia agli spot nella città di Gorbaciov. Il settimanale della corrente di destra del Pci inneggia ancora e sempre al magico Berlusconi, stavolta capace di “mostrare ai sovietici cos’è la pubblicità” (pp 152 - 153).
Nell’inchiesta Mani pulite, al capitolo relativo alle “tangenti rosse,” ci sono il periodico Il Moderno e la Fininvest, nonché il compagno Cervetti (p. 185).
Il 9 marzo 1995 (governo Dini succeduto al primo governo Berlusconi, fatto cadere dalla Lega Nord, nota nostra) l’ex comunista Giorgio Napolitano, già leader della corrente “migliorista” capeggiata a Milano da Gianni Cervetti, viene eletto presidente della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo (p. 195).
Allora, elettori del PD, bisogna farvi anche il disegnino?
10 commenti:
Il disegnino in capo all'articolo dovrebbe raffigurare Ruhullah Musavi Khomeini in un'espressione molto simile a quella sfoggiata da Ernesto Guevara de la Serna nel più diffuso dei ritratti che lo raffigurano.
Sono un elettore del PD, e lungi da me voler fare una polemica, ma avrei bisogno del disegno. Qual'è la relazione? Quale il baratto? Un po' di pubblicità per accreditarsi presso una rivista che non valeva nulla, un finanziamento che altro non era se non una briciola della pioggia di denaro che ricadeva generoso su tutti i partiti?
Non ho letto il libro della Kaos (pur avendone letti altri che erano pattume) quindi magari mi mancano elementi, ma a parte suggestioni non vedo altro.
"Le televisioni locali del Pci comprate da Berlusconi, secondo la testimonianza di Primo Greganti. Autunno 1984: l’incontro “riservato” fra Occhetto-Veltroni e l’ex piduista 1816. Il baratto veltroniano con Dc e Psi del gennaio 1985: via libera al decreto-Berlusconi del governo Craxi, in cambio di Raitre al Pci. Soldi berlusconiani al giornale della destra comunista “Il Moderno” e ai Festival de L'unità"... “Questo fu il baratto,anzi uno dei baratti.Dopo ce ne sono stati altri e nella storia recente,ancora di più.Tra l'altro, successivamente i ds-pd hanno piagnucolato, ad ogni perdita elettorale, contro lo strapotere dell'impero mediatico berlusconiano che hanno contribuito attivamente a creare e che anzi, non hanno minimamente scalfito,quando era possibile,con una legge sul conflitto di interessi. Questo sì è pattume,altro che libri della kaos.
Allora partendo dal fatto che Berlusconi era un amico di Craxi, che Craxi era il segretario del PSI, e che il PCI nacque da una scissione del Partito Socialista sia pur nel 1921 ecco secondo la prova che sono in torta, che è tutto un magna magna. Se poi aggiungiamo che anche Mussolini era in principio un socialista ne consegue che anche non sapendolo siamo in Italia in un paese del socialismo reale. Però.
Possiamo facilmente ironizzare per non piangere,ma purtroppo questi sono fatti e te lo dico con l'amarezza di chi il pci l'ha votato ai tempi.Per la fantapolitica potrei aggiungere che in Italia abbiamo un opposizione che si chiama pd e che D'alema,Fassino,Bersani,Veltroni sono gente di sinistra
Son d'accordo che non c'è rimasto che piangere, ma quelle di Kaos sono parole in libertà.
Detto questo il problema della sinistra e pure il problema della politica in generale è che siamo rimasti alla prima repubblica, ma senza nemmeno i protagonisti del tempo ma con le seconde e le terze file, con i portaborse dei leader anni 70 e 80.
Che fare ora? L'unico che brilla di luce propria è Vendola ma da solo contro tutti è un po' pochino...che fare quindi? L'unica è provare a gestire il passaggio dalla prima alla seconda repubblica con il personale che c'è. Sarà dura e siamo in ritardo di 20 anni, ma prima o poi da qualche parte bisognerà cominciare a fare la transizione marcando le affinità e non le differenze e turandosi parecchio il naso.
Vendola è un inizio, se non ha altro sta focalizzando i problemi, li sta ponendo al centro dell'attenzione. Quando si comincerà a parlare seriamente del lavoro saremo sulla strada buona. D'Alema and co., saranno poi superati dalla storia per ora bisogna tenerli dentro e non perdersi nell'ennesima guerra intestina.
ciao.
@silvano: ecco il disegnino: nelle casse dei miglioristi, per mano del compagno Cervetti, sono entrati soldi Fininvest.
Quelli che, come saprai, hanno origini sui quali tuttora vige il silenzio/assenso di tutto l'arco parlamentare.
Questi sono solo passi, ma c'è un intero libro che non mi risulta sia stato sequestrato, nè che l'autore abbia ricevuto denunce da chicche e sia.
Pensavo che, dati questi minuscoli punti sopraelencati, la ragione per cui l'arcipelago della sinistra è finito nelle condizioni che vediamo sia chiara. D'altra parte 25 anni di politica partendo dalla fu dirigenza pci/pds/ds/pd risponda meglio di tante congetture, ma sai com'è, a volte meglio specificare.
Ti ricordo che stiamo parlando di Berlusconi, che quando già a quei tempi qualcuno lanciava velati allarmi di pericolo per il pluralismo si ritrovava impallinato da tutti e 4 i punti cardinali.
Ti ricordo che l'aver fatto inserire un simile corpo estraneo alla democrazia è stata una scelta consapevole proprio dei dirigenti della sinistra.
Quindi, A) vedi se riesci a quantificare se fossero "briciole" o invece qualcosina in più.
B) D'Alema & co. sono gli inviati in terra del nanetto, oppure credi che le scelte strategiche dei D'Alema e dei Veltroni siano frutto di ragionamenti politici? E tu vuoi ancora "tenerli dentro?". Ma ce l'hai un'idea di quanto elettorato hanno perso questi infami? Lo sai dove sarebbero in Francia, in Germania o in qualsiasi altro paese dove gli accordi non si fanno tradendo alle spalle gli elettori?
@Io sto con Oriana: E' lui è lui, ma ha un'espressione perfetta.
Le lotte politiche bisogna farle con chi c'è e non con chi non c'è. Anche a me piacerebbe non ci fossero. Loro sono il prodotto di quello che è la sinistra in Italia: litigiosità alla base e vertici che rispecchiano fedelmente la litigiosità e la pochezza della base.
Avessi la bacchetta magica, non ci sarebbero più, ma non ce l'ho. Trovo emotivamente capibile che siano insopportabili. Trovo anche la politica sia l'arte del possibile. D'Alema and co., avendo le capacità o le personalità alternative domattina sparirebbero: prendiamo atto che non ci sono leader capaci di fare pulizia e svoltar pagina.
Restano due vie alternative realisticamente: o ci si rimbocca le maniche e in attesa di tempi migliori si lavora a una classe dirigente degna e capace, oppure si va a giocare a biliardo e non si rimane per intere vite a recriminare sul destino cinico e baro.
Secondo me farebbero fatica anche col disegnigno... nel frattemoi vado a vomitare! Lo schifo mi sta massacrando.
un saluto
@Silvano: Ti assicuro che fuori dal PD si lotta. Eh, scusa, me le levi di bocca ;-)
Posta un commento