Quali sentimenti provare davanti a un Giovanardi che invita il Sindaco di L'Aquila manganellato di fresco ad andare a lavorare per aver sostenuto la sua gente venuta a chiedere conto ai buffoni assisi in Parlamento le ragioni della più patetica, squallida e infame presa per il culo ai danni di cittadini italiani vista da parecchi anni a questa parte?
Quali sentimenti provare davanti a uno Straquadanio che per spargere l'ultima penosa cortina di fumo davanti alla performance circense fatta dal governo sulla pelle degli aquilani sentenzia che "L'Aquila stava già morendo" e che quasi pretende le scuse?
Quali sentimenti provare davanti a un Manganelli, uno che dovrebbe stare in galera per quel che ha già combinato, che davanti all'ennesima prova d'infamia della polizia di stato (volutamente minuscoli) non trova di meglio che ritirare fuori i black bloc ed i centri sociali nonostante i filmati dimostrino chiaramente che i manganellati sono esclusivamente dei terremotati?
E quali sentimenti provare davanti a chi, cieco, sordo e muto davanti al dolore ed alla rabbia di chi ha perso ancora giustifica l'operato di questo governo omettendo e mistificando, come ad esempio il telegiornale principale del servizio pubblico?
Il solito: quello di essere consapevole che per i Berlusconi, i Giovanardi, gli Stracquadanio e tutta la feccia che altra feccia ha messo su quelle poltrone, la nostra vita vale meno di zero.
Che tutto viene fatto in funzione di un'unico grande ideale: il potere per il potere.
Che siamo non più cittadini ma strumenti per l'esercizio del potere.
Che non abbiamo una dignità.
Che fra cricche e P3 sta crescendo il numero di coloro che rimangono senza lavoro ed in mezzo ad una strada.
Che c'è un'opposizione guidata (ora è conclamato) da un emerito idiota la cui preoccupazione è di veder uscire fuori un altro Chavez. (nel link la lettera aperta di Senza Soste).
Che c'è una sinistra ancora prigioniera di grandi protagonismi di piccoli uomini.
Che in politica il settore giovanile è considerato ancora meno di quello calcistico.
Che la vera opposizione in questo momento è un immondo coacervo di ex-fasci, baciapile e sciacalli pronti a saltare in men che non si dica dall'altra parte, non si sa quale ma di sicuro quella giusta.
Che esiste un mondo virtuale dentro i monoscopi ed uno reale che si impegna per rendere tale anche quello virtuale dei monoscopi.
La sensazione è quella di sentirsi in pericolo, la reazione per ora è una cupa marea di invettive in rete, di manifestazioni dove i fili sono tenuti da chi agita i manganelli (maiuscolo o minuscolo a scelta, io scelgo il minuscolo comunque) e di tentativi di aggregazione guidati da ex-comici televisivi.
Chiediamoci allora: come sta cambiando il nostro quotidiano?
Abbiamo una soluzione o siamo una parte del problema?
A cosa cazzo serve Facebook?
The revolution will not be televised.
Ricordiamocelo.
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