Sto cercando di immaginare un futuro prossimo.
Sto cercando di capire quando l'estate sarà finita cosa arriverà. Credo di non essere il solo.
Nella girandola di cazzate che quotidianamente cercano di propinarci a mò di dito che indica la luna ormai è difficile non intravedere qualcosa di piuttosto inquietante: sembra quasi che i politici stiano continuando a lavorare.
Oddio, sul come possiamo provare a discuterne, ma a parte le fanzine del Buffo Omino di Arcore c'è un'atmosfera plumbea di attesa che rimanda ai silenzi terrei ed esasperati che precedono una battaglia.
Ci saranno altri saccheggi nelle tasche di chi sta esaurendo ogni risorsa, ci saranno ancora più poveri, ci sarà uno Stato ancora più protervo verso chi sta perdendo tutto, ci sarà parecchia gente che da scontenta comincerà ad essere veramente incazzata.
Sono assolutamente convinto, però, che non faremo nulla che somigli a quello che sta succedendo in Inghilterra, ad esempio.
Questa convinzione è ulteriormente cresciuta dopo aver letto, ed essermi trovato completamente d'accordo, su questa analisi di Federico Campagna pubblicata su Infoaut, che secondo me probabilmente coglie un aspetto fondamentale del disagio crescente e che è il nostro rapporto con le MERCI.
Le merci, quelle prodotte dal capitale in un sistema capitalista.
E vendute dal sistema capitalista promuovendo un modello capitalista coi metodi che il capitalismo usa per promuovere le sue merci.
Ed è vero, come scrive Campagna, che la gente vuole la Roba e pochi cazzi.
E' vero che questi fenomeni di rivolta si verificano quando sta per arrivare un qualche pesante attacco al welfare, ed è anche vero che al di là delle politicizzazioni che ognuno legge da par suo in questi contesti, c'è una forte componente fra i rioters di quelli che un altro blogger che seguo assiduamente, Mastroviti, indica come "ratti ferali"
Il popolo vuole la Roba.
Se qualcuno vuole un esempio posso fargli quello del cambiamento storico ed antropologico, addirittura, che la figura del "portuale" ha avuto nell'immaginario collettivo quando le battaglie per i diritti sul lavoro ebbero l'effetto sperato.
Se qualcuno fra i miei concittadini ha ancora in casa qualche vecchio numero del "Vernacoliere" ai tempi del Decreto Prandini saprà cosa intendo.
La figura del portuale era passata comunque fra la schiera dei privilegiati, si era staccata dalla sua radice e, naturalmente, prese la forma della macchietta.
Il catenone d'oro, la macchinona, le settimane intere passate sotto la mutua, i prepensionamenti d'oro.
E così quando Prandini strinse i cordoni ci fu battaglia, di nuovo.
Ma stavolta i portuali si ritrovarono soli.
Il popolo vuole la Roba e gli italiani sono strapieni di Roba, ancora.
Spendiamo più per telefonini cellulari che per il cibo, in proporzione.
E questi sono status acquisiti che praticamente sono il nostro tappo del vaso di Pandora.
Ora è probabile che in una ancora più larga fascia di popolazione questi status debbano essere rimessi in discussione.
Dato che in discussione ci abbiamo fatto mettere cose fondamentali come la casa ed il lavoro, visto che a spingere per progetti di edilizia popolare ci sono rimasti comitati di facinorosi mentre nessuno ricorda o fa finta di ricordare che proprio l'edilizia popolare è il fondamento del substrato sociale sul quale si può decidere il futuro delle fasce più deboli, cioè creare quartieri-dormitorio dove coltivare ignoranza, violenza ed abbrutimento fin dalla più tenera età o creare luoghi dove si cresce con almeno il miraggio di una speranza.
Quale sia l'approccio di questo sistema e dei suoi esecutori non serve che ve lo scriva qui.
In tutto ciò, quello che manca e che mancherà sempre in queste situazioni in cui ci si troverà a fare i conti con la linea che separa il benessere dalla lotta per la sopravvivenza è l'annichilimento delle nostre coscienze individuali, la consapevolezza del reale nostro valore di esseri umani.
La nostra disconnessione dall'ambiente circostante mutuata in un delirio virtuale di merci e di possesso che viaggia a velocità che iniziamo a non poter più sostenere.
Nessuno di noi ambisce a diventare un "ratto ferale" che sfonda una, dieci, cento vetrine esclusivamente per la frustrazione di non avere un televisore al plasma o un i-pod.
Ma chi non ha coltivato o non ha potuto coltivare la propria coscienza individuale e cercare di sottrarsi ai continui bombardamenti che la società edonista apparsa all'inizio degli anni '80 ha operato e continua ad operare senza risparmio è fregato.
Se qualcuno vuole ancora avere le fette di carpaccio davanti agli occhi padronissimo, altrimenti possiamo parlare di come sia messa l'Istituzione Famiglia, quella che i nostri cristianissimi governanti indicano come fondamento della società.
Oppure quale sia attualmente in certi strati della società, la considerazione che ha il lavoro, il profitto, il rapporto del lavoro con l'Uomo.
Quando qualcuno, e qui lo fa Faustpatrone che pure appartiene ad un'area opposta alla mia, si accorge quali livelli di asservimento e disumanità certa gente è ancora capace di esprimere, il bisogno di sedare gli istinti omicidi diventa quasi una priorità.
Questo sistema ha creato una serie di cyborg che antepone il Profitto alla Vita e finchè ha la sua Roba ragiona come hanno ragionato finora i berluscones che hanno tenuto lassù il Buffo Omino di Arcore dandogli modo di operare tranquillamente la sua macelleria sociale; quando la Roba verrà a mancare non ci sarà nessuna esitazione da parte dei sempre più sparuti possessori di beni, nell'invocare per poveri e nuovi poveri, una ulteriore stretta alla libertà individuali, proprio quello che sta accadendo in maniera sempre più acclarata.
Proprio per quello credo che non faremo ciò che è successo in Inghilterra.
Le gang qui sono un'altra cosa. Abbiamo brevettato dei modelli che sono stati un esempio in tutto il mondo.
Per quello sto cercando di capire che succederà nel futuro prossimo e non sono per niente tranquillo.
Too Much Too Young. Ska, antirazzismo e ribellione Kanalino, Modena
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Sabato 23 novembre
Kanalino, via Canalino 78, Modena
Ore 16.
Si parla di ska e 2Tone con Pier Tosi e Robertò Gagliardi di Hellnation,
partendo dal libro d...
1 giorno fa
6 commenti:
Già, analisi perfetta che è pure la ragione del mio scoramento. E parimenti sono convintissima che qui non accadrà nulla. Ci uccideranno solo, giorno per giorno, spegnendoci.
Tengo gli occhi aperti anche io però, ché la cosa non mi piace affatto: se intravedo qualcosa lancio un urlo (la questione NoTav è già moltissimo, proprio per ciò che sta accadendo, per la democrazia diretta e i processi strategici attuati, per l'esempio come sorta di comunità autoliberata dalle mille anime che pur stanno convivendo, e per le vittorie lente che sta ottenendo malgrado la sofferenza anche fisica di chi la promuove, ma dobbiamo riuscire a farla uscire dai confini troppo locali in cui versa - tanto per dirne una).
@Minerva: forse ci è venuta fretta. Giustificata e motivata. Ma i processi hanno un loro corso che non tengono conto delle nostre ansie ;-)
Al proposito, se volessimo, potremmo collegare la situazione NO TAV della Val Susa con quella appenninica, che le magagne stanno uscendo fuori anche lì, con la situazione rigassificatori OLT, con la situazione discariche.
Però, facci caso quanto sono bravi a tenere tutto scollegato e scisso, come se non fosse un'unico aspetto del loro gestire affari alla faccia di salute e territorio.
E' anche di questo che sono preoccupato, nel caso iniziasse a fare molto caldo, quest'autunno.
Uhm... blog aggregatori di tutte queste situazioni/realtà di discussione/pratiche/lotte contro queste devastazioni non ve ne sono?
Intanto mi informo...
Siamo schiavi del progresso (o di quello che viene spacciato per tale) e non ci accorgiamo che le cose veramente importanti non dobbiamo comprarle nè cercarle nella propaganda di questo o quel politico.
la classe media che cala, che tende a sparire; le differenze sociali e di censo che si amplificano, sempre più polarizzate, cristallizzate e senza centro; la disoccupazione endemica; sembra la foto di qualche paese del sudamerica. Questi sono gli effetti della globalizzazione selvaggia, quella che piace ai grandi capitalisti, alle multinazionali. Questi delocalizzano oltre la forza lavoro anche i consumatori e, infatti, a giudicare da quali nazioni danno la spinta agli utili record di Apple (tanto per citarne una) ci stanno sostituendo o, almeno, ci stanno provando. La politica all'interno di tutto questo? Non pervenuta.
@HokutoJen: La politica ormai è soltanto il braccio armato del capitale. Solo che in Italia abbiamo un braccio armato che spara cazzate a ritmo quotidiano. E, almeno a me, non fa per niente ridere.
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