martedì 26 gennaio 2010

IO NON CREDO


Quando la morte mi chiamerà
(parapapappa parapapà)
ho, come comprensibilmente ogni individuo, la speranza di non soffrire troppo.
Non sono precisamente a secco di esperienze indirette in materia, ho avuto lutti di amici che avevano malattie piuttosto impietose come l'AIDS, mio padre è morto di tumore ai polmoni e se qualcuno ha mai visto come se la passa un malato terminale credo si sia chiesto semplicemente che senso ha far passare ad una persona i suoi ultimi giorni annegato nella sofferenza atroce, ultima ed unica compagna di ogni cazzo di secondo che ti divide dalla morte.
Quando le tue difese immunitarie sono definitivamente andate, quando il tumore ti ha talmente riempito i polmoni che vai a cercare ogni filo d'aria come se fosse l'unica cosa importante al mondo di domande te ne fai.
E poi ti dai qualche risposta; tipo che speri che i dottori accompagnino adeguatamente la persona ad una morte il più possibile serena, non una morte che sopraggiunga mentre chi muore ti guarda con gli occhi sbarrati senza più riuscire a tirare fuori un suono ma che ti fa leggere solo un'implorazione rivolta chissà dove affinchè questo patimento finisca, e subito.

I più smaliziati tra chi legge le mie svagellate a questo punto saprà già dove voglio andare a parare e non ho certo intenzione di deluderli.

Credo semplicemente che lenire le sofferenze di un malato terminale accompagnandone la dipartita in modo che soffra meno possibile è un atto estremamente meritevole, coraggioso e pieno di vera compassione umana, forse la più alta. C'è già abbastanza gente al mondo che muore soffrendo atrocemente: di fame, ad esempio. O di freddo. Oppure a causa di violenze, magari reiterate e continuate con l'aggiunta di qualche tortura.
A maggior ragione quanto più è meritoria l'azione di chi risparmia all'individuo il "vivere" le sue ultime ore piegato in smorfie di dolore insopportabile, rendendogli almeno la serenità della morte.

Non so, sembrerebbe tutto così semplice. Così umano. Così pieno di amore.

Ma ovviamente non siamo capaci di farci mancare un MA neanche per questo.
E il MA, tanto per cambiare, ce lo mette la solita Santa Romana Chiesa Football Club.
Quella che per il Papa polacco certe delicatezze le ha avute, eccome.
Ma noi poveri disgraziati peccatori e miscredenti nati col peccato originale e quindi sudici come una porcilaia di Cenaia no; dobbiamo soffrire, fino in fondo e sentendola tutta, perchè la vita ce l'ha data Dio e solo Dio ce la può togliere.

Ora, il discorso è altrettanto semplice quanto quello della morte dolce: sono cattolici, hanno le loro cazzo di credenze, hanno i loro valori. Benissimo: prenderei ad esempio quello che altri culti fanno regolarmente, cioè lo mettono per scritto nero su bianco; quindi viene data loro una tessera che certifica la loro appartenenza al culto cattolico e da lì si evince che NON vogliono certi trattamenti in punto di morte, che NON vogliono sposare persone dello stesso sesso, che NON vogliono usufruire di cure derivanti dalla ricerca sulle staminali, che NON vogliono divorziare, nè, se sono donne, abortire, che insomma NON hanno intenzione di trasgredire nessuna delle linee guida che dal Vaticano quotidianamente impestano le nostre cronache.
Io non la prenderei quella tesserina, ad esempio.
Perché NON credo in Dio, perchè penso che la Chiesa sia un problema e non una soluzione, perchè non voglio seguire in nessun modo i suoi insegnamenti, perchè ritengo i suoi valori profondamente inumani, vecchi, stantìi se non putrescenti.

E' semplicissimo: in rispetto agli insegnamenti che si dichiara di professare ogni individuo può scegliere come regolarsi rispetto a questioni che, alla fine trovano per l'appunto l'individuo solo con la propria coscienza.

Troppo facile.

Ora, che le zecche vaticane, non contente della marea di privilegi assolutamente immotivati che il pavido Stato Italiano continua a concedergli, non concepiscano il semplice guidare il PROPRIO gregge (mai termine fu coniato più adeguatamente) è così palese che solo un cattolico può non accorgersene, il problema con la Chiesa è lo stesso che si pone con ogni aggregazione autoritaria, antidemocratica ed assolutista e questo tipo di aggregazioni si combatte in un modo solo: isolandole. Iniziando a contestarne in maniera inequivocabilmente netta l'autorità, e quando parlo di inequivocabilmente netta parlo di togliere loro ogni autorità morale sulle nostre vite e sui nostri cuori.

Negli anni '70 l'Italia è riuscita a scardinare due leggi morali carissime alla Chiesa, il divorzio e l'aborto: dominavano i democristiani, tanto per capirci, eppure la Chiesa prese due bastonate di proporzioni epiche.
E' questa una delle ragioni per cui predico l'assoluta necessità di una sinistra unita, compatta, granitica, laica, decisa ed incompromissoria prima di tutto sui temi etici. Ed è per questo che mi incazzo come un muflone quando qualcuno se ne viene fuori con l'importanza dell'elettorato cattolico. Vedremo nelle elezioni regionali in Lazio, ad esempio, quanto contano i cattolici e quanto sia decisivo il loro peso. Io sto già provando qualche sghignazzata feroce allo specchio da esibire.

Questo corpo, questa vita, me l'ha dato l'amore tra due persone, la capacità di curare il mio spirito me l'ha data la mia intelligenza, aiutata da alcuni miei simili che ritengo straordinari, più una moltitudine di persone ordinarie come me, più le amorevoli cure di alcune rappresentanti del gentil sesso che mi hanno fatto scoprire la Bellezza e il Tormento dell'amore terreno. Nessuno aveva una tonaca.

Ed essendo ragionevolmente soddisfatto del mio bagaglio di valori non vedo la necessità di abbracciare forzatamente quelli di gente con cui non sento nulla da spartire.

Sembra facile, siamo in democrazia.

Dicono.

8 commenti:

jesup ha detto...

Si viene a sapere che il papa precedente aveva lasciato disposizioni per le quali,se fosse rimasto in stato vegetativo a causa della malattia,avrebbe voluto essere accompagnato dolcemente dal presunto creatore.Quindi,non solo la chiesa impone i propri dogmi anche a chi cattolico non è e non li vuole,ma oltretutto da posizione privilegiata,se ne fa un baffo a seconda delle convenienze.Cioè quello che per noi non va bene,per il papa sì.Anche mio padre aveva lasciato a me privatamente,le stesse disposizioni del papa.Fortunatamente (o sfortunatamente)non ho avuto bisogno di esaudirle perchè l'ho trovato seduto sul divano,fulminato da un infarto avvenuto un ora prima che arrivassi.E non è bello,vi assicuro, scuotere e chiamare il proprio padre (ne chiunque amiamo) che non risponde,e logorarsi nel pensare "se magari fossi arrivato un po prima"....Niente a che vedere comunque,con il vederselo consumare da sofferenze indicibili, giorno dopo giorno, da una malattia inesorabile.Se comunque avessi malauguratamente dovuto seguire le disposizioni di mio padre,sarei stato un assassino per la legge.E chi invece avesse seguito quelle del papa?Niente giustizia terrena?Solo quella divina.
PS W la sora col bonjo!

SCIUSCIA ha detto...

Una sola via: una pistola non denunciata sotto il cuscino. E sperare di non perdere anche l'uso delle mani, nell'istante supremo.

NoirPink - Modello PANDEMONIUM ha detto...

Ti consiglio la lettura del bellissimo albo di Dylan Dog "Mater Morbi", uscito il mese scorso. Offre riflessioni interessantissime sulla malattia, quella bestia che si cerca sempre di negare...

Se davvero volessimo capire la malattia - e non nasconderla o fuggirle o negarla in altri mille modi - credo che il dibattito sulle cure, sulla ricerca e anche sulla "dolce morte" semplicemente sparirebbe di fronte all'evidenza di un'unica necessità: quella di salvaguardare, il più possibile, la dignità e il benessere della persona. Il che significa non solo consentirgli di decidere quando non ce la fa più con le sofferenze (tanto fisiche quanto psicologiche o morali), ma anche non negargli l'opportunità di vivere pienamente la propria esistenza.

Ti vorrei segnalare una nostra serie di interviste la cui pubblicazione sta partendo proprio in questi giorni perché abbiamo raccolto testimonianze davvero molto interessanti: La malattia e i suoi nemici

sassicaia molotov ha detto...

@L'iniziativa mi sembra meritoria e molto interessante. Ho visto morire in totale 6 amici di AIDS, mentre uno è ancora vivo e convive con la sieropositività da oltre 20 anni. Penso che sia fondamentale per noi che siamo stati o continuiamo ad essere vicini ed a rapportarci con persone colpite dall'HIV ascoltare il maggior numero di testimonianze possibili. C'è ancora gente che pensa che L'AIDS sia una malattia con un'unica diagnosi ed un unico decorso, e l'ignoranza è da sempre il miglior veicolo per malattie peggiori dell'AIDS come l'intolleranza.

Ernest ha detto...

sottoscrivo tutto quello che hai scritto. Basta pensare che noi laici non imponiamo mai nulla ai cattolici è sempre il contrario, c'è sempre qualcosa da vietare.
Saluti

Gioia ha detto...

Condivido anch'io il tuo punto di vista, tranne per una cosa - che però è essenziale come "la" cosa: e parlo del colpevole.
Dice Ernest che "noi laici non imponiamo mai nulla ai cattolici".
Ora, dire questo è come dire che.. per esempio:
noi "orientali" nn imponiamo mai niente agli occidentali
noi "mussulmani" nn imponiamo mai niente ai cattolici
no "ebrei" non imponiamo mai niente ai non ebrei
noi "neri" nn imponiamo mai niente ai bianchi
noi "democratici" non imponiamo mai niente.. a chi? a quelli con regimi totalitari? e già qui si ribalta tutto. Nn basta avere subito come "minoranza", per avere ragione, né è giusto dare la croce addosso alle "democrazie" perché l'Occidente storicamente ha depredato con l'Imperialismo. E il discorso è un po' lo stesso. Alla fine, oggi, mi sento più rappresentata, sul piano della civiltà, da uno come Montanelli che da persone più a "sinistra" e come tali (a parole) molto più paladini della libertà di espressione di quanto potesse essere considerato lui (visto da sinistra). E allora chi è chi? Noi "laici" siamo anche quelli che abbiamo perseguitato i credenti in Russia e che li perseguitiamo in Cina, proprio come i "mussulmani" perseguitano le altre religioni nei loro paesi, per il semplice fatto che NON di religione tratta la Sharia, quanto di politica: è solo una dottrina politica su cui si basa un sistema di leggi repressive.
E comunque, per esempio, io sono laica ma molto credente - di che? di tutto, sono una boccalona - in particolare, nella religione credo praticamente a tutte. Ma proprio per questo so che il problema non è in che categoria ti metti, ma COME ci stai. Dx, sx, laico, credente.. cosa cambia? cambia solo la percezione dell'essere parte di qualcosa - che comporta amicizia e tolleranza- oppure il fatto di nn averla - che comporta l'homo homini lupus.
La Chiesa è una struttura umana come un'altra, che cambia in relazione alle energie che riescono a prevalere al suo interno.
(vedi differenze fra Bindi e Binetti)

jesup ha detto...

Per Gioia.Personalmente non mi riferivo ai cattolici in quanto tali,ma alla chiesa e le gerarchie ecclesiastiche che attuano profonde ingerenze nella politica, quindi nelle scelte di tutti i cittadini,cattolici e non.Se una donna cattolica non vuole abortire per me va benissimo,ma per loro non è lo stesso se una donna laica(o anche cattolica)vuole (o deve) farlo.La differenza è tutta lì.Sui temi etici è la chiesa che vuole condizionare la vita di tutti i cittadini,a prescindere dalle loro scelte religiose,non sono i cittadini che vogliono condizionare le scelte della chiesa.Padronissimi di esprimere i loro dogmi e i loro precetti(oltretutto ipocriti,inadeguati ai tempi,intolleranti,fatti da posizione privilegiata),ma non di imporli a chi non li vuole,se siamo uno stato democratico e laico.

sassicaia molotov ha detto...

@Gioia: per "laico" intendo non solo chi non ha un'appartenenza ad un qualsiasi credo, ma chiunque che pur avendo una fede la vive su un piano strettamente personale preoccupandosi, ad esempio, di mettere in pratica nella sua vita questo o quell'insegnamento riguardo la propria sfera privata. C'è una sottile differenza tra il dialogare con una persona di fede e vedersi imposte per legge le convinzioni di una gerarchia ecclesiastica grazie alle lobby che si è creata in politica e grazie alla sua potenza economica.
Noi laici usiamo i valori in cui crediamo per risolvere ciò che ci provoca sofferenza, esattamente come un credente, ma trovo l'imporre un dato comportamento sulla base di una fede religiosa una aberrazione nei confronti della Vita.
Perchè se c'è una cosa che la Storia dell'Uomo ha insegnato è che la Vita ha troppe sfaccettature per poter essere mortificata da un credo dogmatico ed assoluto; il buddismo è l'unica religione che ha colto questo punto.
Se veramente credi a tutte le religioni dai un'occhiata a questo sito:

http://spaghettovolante.wordpress.com/

pensa che c'è anche l'opzione di divertirsi un pò mentre si cerca qualche verità....;-)