Non vado in giro a proclamarmi artista.
Sì, canto, scrivo canzoni, pure i testi, se qualcuno vuole vedere la mia brutta faccia basta che vada su youtube o nel blog del gruppo, ma io la mattina mi alzo e vado a lavorare, di solito, quindi per campare lavoro, quindi sono un lavoratore. Poi sulla validità delle cose che faccio e sulle patenti di artista ci pensi qualcun altro.
Questo solo per far capire che se parlo di musica ed artisti, però, un minimo di cognizione di causa data dal provarci ce l'ho.
Ora, non sono un fan di Amy Winehouse.
Però riconosco che aveva una voce molto - molto bella.
Piena, carnale e sofferta. Poi che la sentissi sciupata da quel pop-soul-wannabejazze un pò plasticato che fa tanto mercato ma emoziona quanto una gita all'Ipercoop è un altro paio di maniche.
E' però sempre più sconfortante vedere, a proposito di diffonditori di odio, vedere certi commenti sui siti dei giornali e, perle su perle, sotto i video pubblicati da Youtube. Che mi guardo bene dal riportare qui, che io la spazzatura la tengo il più possibile fuori di casa.
Non è difficile imbattersi, infatti, nei soliti giudizi tranchant per cui fanculo, è morta una stronza tossica, una di meno, se l'è cercata e così via. Insomma, piccoli Giovanardi crescono, già un altro cattolico maitre a penser di cui mi pregio di non seguire l'esempio.
E poi bellissima quella ricorrente ed in stile "monito ispirato da saggezza popolare" per cui "chi gioca con le droghe e l'alcool fa quella fine".
C'è una notizia per questa gente: i drogati vi hanno fatto un culo così.
Uno ci governa.
Un altro ha diretto per decenni la più grande azienda italiana fra l'ammirazione ed il rispetto di milioni di italiani, pronti ad osannarlo per il suo stile, la sua classe e per l'orologio sopra il polsino.
Ma di cui altrettanti tutti, a bassa voce magari, esaltavano la lucentezza del materiale col quale s'era rifatto il naso bruciato da quantità indefinite di polverina.
Una bella infornata la trovate nel Parlamento che voi gonzi avete eletto.
No, tanto per dare un accenno così al volo.
Sennò parliamo dei vostri divi della TV.
O quelli del cinema.
I vostri eroi, insomma.
Scegliete pure.
Volendo restare nello specifico dei musicisti fra quelli che giocano, o hanno giocato tanto quanto neanche il mio cervello osa immaginarlo ci sono alcuni signori che ad età affatto sgarzoline vanno ancora in giro a raggranellare osanna e prebende che i pezzenti del "chi scherza con la droga" non vedranno mai neanche sommando quelli che avranno nelle prossime tre vite.
Ho visto dal vivo artisti come Lou Reed essere capaci di estasiare migliaia di persone con uno show indimenticabile (quello dell'album "Berlin").
Ho visto Iggy Pop non più di due mesi fa saltare come una gazzella sommerso da un centinaio di fans.
Forse questi drogati hanno deciso di non morire, forse sarebbe interessante sapere come mai non sono morti o come mai gente come Keith Richards fa la vita da pensionato d'oro alla faccia delle pensioni che magari non vedrete mai?
Il solito gioco delle proporzioni. Un mucchietto di grandi artisti che non hanno retto il gioco a fronte di migliaia che oltre a reggerlo sono ancora qui a raccontarcelo.
Chiunque decide per le vostre vite è drogato.
Chi guida le vostre emozioni è drogato.
Intorno a voi ci sono milioni di psicofarmacizzati che vi vessano a scuola, sul lavoro, quando parcheggiate e quando andate al ristorante. Milioni di cocainizzati che vi accendono quei 5 minuti di divertimento quando uscite la sera. Milioni di estasiati che decidono il mercato dei sabati sera, dove è trendy andare e dove no.
Drogati che scrivono sui giornali come dovete pensare, qual'è la nuova moda, qual'è quello che vale e quello che non vale.
"Chi scherza con la droga", ecco, "chi scherza con la droga" ha il tacco dello stivale sui vostri crani ed a voi piace da morire.
L'autodistruzione è qualcosa che fa parte della sfera più intima dell'essere.
E' un meccanismo perfido, che parte come una ricerca dell'oscurità, trovare una risposta a domande che diventano parte della nostra vita ed a cui non sappiamo dare una risposta che convinca al perché così tante, troppe cose non ci tornano.
Perché troppe cose non sono giuste e troppe persone si danno da fare affinché nessuno riesca a farle diventare giuste. Staccare, cercare un altro posto, un altra dimensione, una caverna dove ritirasi ed andare a morire, dimenare le ali freneticamente come una farfalla che sa di non poter più volare, annullare quello che vediamo, annullarci, non vivere per salvarsi la vita, chiudere a compartimenti stagni ogni emozione per evitare di andare in giro con un set di coltelli piantati sul corpo.
Un'ammissione di debolezza che si espande tanto quanto vengono meno i motivi per vivere.
E nessuno può decidere per noi i motivi per cui vivere, quelli veri, non quelli falsi ma molto glamour che il sistema imperante vorrebbe imporci.
I piccoli Giovanardi sono, manco a dirlo, per la Rupe Tarpea.
Per i deboli.
I drogati.
E quindi alcoolizzati, impasticcati, depressi, malinconici, ipertesi e magari si potrebbe poi passare ai logorroici, ai meteorici, agli ipocondriaci ed ai miopi. Il compagno Pol Pot aveva cominciato una cosa del genere, credo.
A saperlo c'era da investire subito in un cantiere di costruzione e collaudo di vagoni piombati.
La cristianissima italia che rompe i coglioni a tutta l'Europa per il suo cazzo di crocefisso.
Perché se dirigi la più grande azienda italiana e ti sfarini le narici sei un ganzo, ma se sei un cazzo di nessuno e ti fai il muro grattato sei uno sfigato stronzo che deve morire.
Nessuno dice che se Amy Winehouse aveva quella voce lì lo doveva alla stessa anima che l'ha uccisa.
Nessuno dice che c'è chi vede un vuoto senza fondo e cerca di comunicarlo usando la cosa più bella che sente di dare: può essere la voce, il corpo, una mano per dipingere o scrivere.
Ho visto morire un numero sufficiente di amici per garantire che ammazzarsi per loro è solo un unico sentiero di dolore insopprimibile sedato soltanto dal sopore della droga fino a trovare quello della morte. Sono tra quelli che gli unici aghi che si fa infilare sono quelli che le infermiere mi obbligano a prendere alla vista annuale per l'idoneità al lavoro. Molto del merito del fatto che non ho mai voluto avvicinarmi a certi tipi di droghe è stato proprio degli amici che hanno cominciato a farsi. Bastava vedere come si riducevano in poco tempo.
Eppure molti erano ragazzi di incredibile spessore umano, alcuni di intelligenza sopraffina. Ma deboli.
Eppure qualcuno, se vuole, può venire a dirmi in ghigna che meritavano di morire.
Chi è debole può diventare forte. Ma non tutti hanno la forza di allenarsi da soli. Purtroppo.
Anni ed anni di sforzi per tenere in piedi persone che non avevano nessuna voglia di rimanerci mi hanno convinto che la cosa migliore da fare è cercare una risposta al dilagare della debolezza indotta. Quella per cui l'attenta distribuzione di droghe e farmaci e tutto quanto può annichilire la volontà in un mercato come quello attuale è così studiata da porre un bel pò di questioni sul se e quanto la cosa sia pianificata. Quella che permette di non vedere le risposte che non vogliamo vedere.
Nessuno ragiona, davanti alla tragedia di una vita buttata nel cesso a 27 anni dicendo "devo diventare più forte anche per queste persone qui", per autoconservazione ed anche per empatia, una cosa può non escludere l'altra.
I Piccoli Giovanardi selezionano, giudicano e seppelliscono.
Se questi ci sono stati spacciati per esseri umani spero bene che il loro Creatore abbia un reparto reclami.
(Nella foto: Genesis P-Orridge, a 61 anni s'è fatto pure le tette e va a tutti un bel 6 metri nel baugigi)