sabato 13 agosto 2011

PERO' NON HO MAI DETTO CHE A CANZONI SI FAN RIVOLUZIONI

La penso come Guccini.

Però le canzoni sono importanti.
Ogni cambiamento storico del '900 dal dopoguerra in poi ha avuto una colonna sonora, da quando il rock'n roll bianco ha incrociato il blues nero ed ha scoperto che il linguaggio della libertà non aveva colore.

Quando negli anni '60 s'è messo in moto il più importante cambiamento di costumi a livello globale dell'era moderna queste cose venivano cantate proprio mutuando il linguaggio del blues già che anche i neri avevano iniziato a lavorare di chitarra elettrica per cui un certo Chuck Berry se non fosse stato nero, ingestibile e pure un pò stronzo, avrebbe almeno rubato qualche riflettore ad Elvis.

E comunque sia ogni decade ha avuto la propria, adeguata colonna sonora nella quale si può ascoltare la poesia della libertà, ogni epoca ha avuto i suoi cantori, i suoi menestrelli, i suoi dannati che per raccontare il loro romanzo ci rimettevano le penne, le icone, i deviati, i poco di buono ed i perdenti nati.
Ma non solo, le figure di granitica ed assoluta integrità artistica unita ad un concetto di autonomia dalle grandi manovre di mercato che ha permesso a gente come Frank Zappa di creare in completa libertà una delle più sterminate produzioni di grande musica che un artista da solo abbia mai potuto offrire sul mercato.

Oppure la disinvolta gestione dell'immagine, del ruolo di performer e di menestrello che rimescola ogni volta il suo messaggio come ha fatto David Bowie, la magìa della contaminazione "dal basso" che ha poi creato la scena newyorkese da cui sono uscite band sia come Ramones, Heartbreakers e Dead Boys, sia gente come Patti Smith, Talking heads e Television. Strada e poesia. E non venite a dirmi che quella è stata una colonna sonora da poco. C'era già la fine del '77 europeo, il nichilismo, il ritorno alla energia primale e rabbiosa di chi sa che lo aspettano solo quintali di macerie.

Perchè l'onda degli anni '60 s'era definitivamente spezzata e stava iniziando la risacca che poi è sfociata nel reaganismo. Cioè quando il capitale ha definitivamente messo la dentiera da squalo e deciso che non avrebbe fatto prigionieri.

E lì non ci sono stati menestrelli. Quello è stato il momento in cui sono venuti su spazi autogestiti, centri sociali occupati, circuiti artistici indipendenti, cioè tutto quel sottobosco creativo che finalmente poteva avere spazi di comunicazione meno angusti dei sottoscala. Tutto il circuito che si è creato ha fatto da tappeto ad una stagione musicale quella sì, per me irripetibile.
E' stata una reazione quasi pavloviana all'attacco che il reaganismo ed il thatcherismo stava portando a quelle che erano state conquiste per i ceti più deboli, conquiste spesso pagate col sangue.

Noi, da italiani, abbiamo avuto i nostri menestrelli, maestri di cui dobbiamo andare orgogliosi perché hanno saputo parlare non ad adolescenti già lobotomizzati ma ad intere generazioni.
Quindi i Guccini, i De Andrè, i Battisti, i Gaber, i Ciampi e ci metterei pure Modugno e Gabriella Ferri, tiè, questi sono stati i nostri bluesmen, i nostri punks, i nostri ramblin' men, che noi non abbiamo nè sterminate pianure dell'Arizona, nè i campi dell'Alabama nè un sacco di altre cose che gli americani hanno come immaginario.

In tutto ciò, ora che la crisi avanza mi rendo conto che in questo momento una colonna sonora non c'è.
Non c'è sia a livello di immaginario collettivo globale. E neanche a livello locale; cioè, abbiamo finito i menestrelli, oppure ce li hanno nascosti bene.
Almeno a livello di grande comunicazione di massa.

Qui in Italia, ad esempio, abbiamo Caparezza. Non so a quanti piaccia, a me diverte.
Capossela? Mah, mi sembra un pò dentro un suo personalissimo trip e non mi pare abbia ambizioni di essere portavoce di alcunché.
Le luci della centrale elettrica? Mi pare che parli ad una generazione ben definita. Di sicuro non la mia.
Insomma, non vedo elementi catalizzatori coi quali identificare i tempi. Mettiamola così.

Se poi la ragione sia la graduale scomparsa a cui stanno andando incontro le etichette discografiche, il modo in cui si viene proposti sul mercato io non lo so, ma dare la colpa a questo a mio parere è una cazzata sesquipedale.

Secondo me è successo qualcos'altro.
E' cambiata la percezione stessa della musica.
Siamo stati subliminalmente assaliti per anni, poi ancora fino ad ora, da un tunz-tunz ipnotico e senza anima, ad esempio.
Che copre la voce in ogni locale, in ogni luogo dove si aggregano giovani e meno giovani, che va dritto ai centri nervosi, che fa muovere anche se non si sta ascoltando ma di un movimento isterico, non cosciente.

Tunz-tunz.

Mi sa che la colonna sonora per questi tempi è proprio quella.

Se è così stiamo fregati.


11 commenti:

mozart2006 ha detto...

In sintesi: siamo di fronte al più gigantesco caso di strozzinaggio mondiale della storia recente.
Nessuna ricetta potrà funzionare se non si arresta lo strozzino colpendo i suoi profitti. Il resto è fuffa, compreso le ghigliottine (che però potrebbero essere un appagante passatempo).

Anonimo ha detto...

Tunz tunz che odio. Tunz tunz che è il suono che hanno molti cervelli!

Anche a me piace Caparezza, lo trovo geniale anche perché va contro i criteri "fissi" del rap (che come genere non mi piace affatto)

sassicaia molotov ha detto...

@Mozart: probabilmente un'azione concreta è fatta di molti passatempi...

@Inneres: Caparezza oltretutto dal vivo è una potenza. L'ho visto all'Italia wave scorso e m'ha veramente convinto. Il rap? bah, poi dicono che il rock 'n roll è sessista.......e mi fermerei qui.

Anonimo ha detto...

Interessante la storiella dei contrabbandieri pugliesi.

Allora la Guardia di Finanza ha vinto la guerra contro i contrabbandieri mostrando i coglioni.

Peccato pero' che negli ultimi 15 anni a Bari e provincia siano diminuiti i contrabbandieri e siano aumentati in modo esponenziale i mafiosi.

Pero' se c'era Fausto Bertinotti che piaceva tanto al Mastroviti col cavolo che con un governo neo-comunista aumentavano i mafiosi: i Rifondazionisti del Comunismo sanno benissimo come combattere la Mafia.

Speriamo comunque che il Governo Berlusconi-Bossi continui a mostrare i coglioni come ha fatto finora perche' se aspettiamo che i coglioni li mostri Vendola possiamo aspettare all'infinito: Vendola infatti, se ti deve mostrare qualcosa ti mostra il culo e l'orecchino.

Speriamo anche che il Mastroviti torni a Bari a fare qualcosa di utile per la sua Terronia mostrando i suoi grossi coglioni che continua a mostrare a Londra dove non si rischia nulla: a Londra infatti la mafia terronica non c'e': c'e' solo la solita negritudine rompicazzo alla quale dalla fine del colonialismo ai giorni nostri nessuno ha avuto mai il coraggio di mostrare i coglioni.

E siamo arrivati al punto che la black culture e' stata assorbita dalla underclass bianca e insieme vanno in giro a saccheggiare la citta'.

Troppo socialismo buonista!
Che sia al Governo o alla Opposizione il Buonismo Socialista fa solo danno.
Ma la madre dei Mastroviti e' sempre incinta.

Lucien ha detto...

Tante colonne sonore sempre più confuse, sovrapposte e frammentate come questa nostra epoca precaria.

sassicaia molotov ha detto...

@Anonimo: Olà Bertoldo, a te manco la bicicletta hanno toccato, scommetto.

Eva Aiko ha detto...

Vasco Brondi tende sempre a distanziarsi dalla definizione "gruppo generazionale"...Come gli Zen...Cosa mi dici degli Afterhours (anche se politicamente non hanno mai avuto grandi cose da dire...) o dei Subsonica,invece molto impegnati socialmente? Per il resto direi che la voce di questo decennio,e lo dico a malincuore...E' Lady Gaga!

sassicaia molotov ha detto...

@Violet: Il perché non riesca ad appassionarmi a gruppi come Subsonica o Afterhours è sommariamente descritto dal video in fondo al post.
Difficile apprezzare un Tavernello quando cresci a Barolo o a Brunello di Montalcino. Non mi accendono. Possono piacermi o meno, ma io sto parlando di gente che ha fatto da pifferaio magico a generazioni intere, che trasmette il senso del termine libertà facendotelo respirare, quasi toccare. Gioia e rivoluzione. E scopare tanto e bene.
Non trovo nè i subsonica nè gli afterhours liberatori, per farla breve, preferisco allora dei menestrelli sciagattati e da strada.
Non a caso dopo il diluvio a villa tempesta gli zen circus hanno dato la paga a tutti sotto i portici, e non c'entra nulla il fatto che li conosco, ma sono quelli che più si avvicinano al concetto di ciò che voglio dire.

Eva Aiko ha detto...

Si,capisco perfettamente...non volevo nominarli almeno in questo commento!! L'hai fatto tu per me! E capisco anche la similitudine tavernello/barolo....E' quello che mi dice sempre anche mio padre...

Ettore ha detto...

Affiancherei al tunztunz anche il takentshowismo, modalità di canto che ti fa gorgheggiare, stando ben attento a come battere l'indice sul microfono, mentre questo viene allontanato ed avvicinato alla bocca, a seconda del vibrato.
E poi:
Caparezza dal vivo è anche più bravo.

sassicaia molotov ha detto...

@Violet: hai libertà di nomina ;-) finché si parla di amici miei....

@Ettore: già, il talentshowismo, ancora più pernicioso. Mi vendicherò col prossimo post ;-)