mercoledì 24 agosto 2011

UN MALATO

Nel corso della Storia sono state innumerevoli le categorie che si sono alzate con tanto di ditone puntato verso altre categorie indicandole come "malate" "perverse" "sbagliate" e tutto l'armamentario dialettico teso ad emarginarle dal resto della comunità.
E nonostante l'Uomo si sia lentamente evoluto, le categorie dal ditone puntato continuano a portare il loro verbo di Amore e Compassione senza colpo ferire, sostenute (ecchevòodicoaffà) dalle gerarchie religiose di ogni fatta, perché sia ben chiaro, se in questo blog me la prendo in special modo con quelle cattoliche non ho scritto da nessunissima parte che le altre siano migliori. Tutt'altro.
Ritengo invece ogni congregazione religiosa presente sulla faccia di questa terra qualcosa di molto vicino ad un escrescenza tumorale, e questo non perché non creda in niente, anzi.
E' l'esercizio del potere che rende le religioni qualcosa assolutamente avulso da qualsiasi accezione di spiritualità e di ricerca delle risposte di cui l'Uomo ha disperatamente bisogno.
Le religioni sono la goccia di cianuro che inquina il lago dello Spirito e dell'elevazione spirituale.
E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti coloro che hanno occhi per vedere.
Ma torniamo ai ditoni.
Il voler creare uno steccato fra "uguali" e "diversi" fa parte sia del loro esercizio del potere, sia del loro scopo principale: creare una società malata, che ha bisogno dell'Autorità Religiosa per sapere come discernere il bene dal male, cosa che invece andrebbe lasciata al percorso ed alla ricerca dell'individuo ed al proprio desiderio di superare la sofferenza propria e degli altri. Non di crearne ulteriore.

Ovviamente questa è una visione prettamente personale, alla quale sono arrivato dopo il MIO percorso, durante il quale ho avuto modo di approfondire scritti e libri sacri di cattolicesimo, Islam, buddismo ed ebraismo, nonchè dalla lettura di gente che della ricerca ne ha fatto un obbiettivo vitale come Renè Guenon, Thich Nhat Hahn, Baruch Spinoza e Sant'Agostino. Questo solo per chiarire che non cado dal pero o che mi son fatto una cultura leggendo i comunicati dell'UAAR.

Ed a questo punto del mio percorso ho la netta sensazione che coloro i quali ancora cercano di promuovere la convinzione che esistano esseri "diversi" è MALATO.
GRAVEMENTE MALATO.
Anzi, la vera espressione della malattia che ammorba questo pianeta.
Il "malato" non è diverso. Ma è malato.
E' malato perchè nega l'essenza stessa della Vita su questo pianeta. E' malato perchè nega il diritto ad altri individui di esprimere il proprio Amore, è malato perché nega all'individuo il diritto di conoscere, di esprimere, di dialogare, di capire, rinchiudendolo in un ghetto di sofferenza e negandogli la luce del sole e non solo al "diverso" ma anche a chi non avrebbe problemi nel condividere a qualsiasi livello il proprio percorso.
Praticamente negandogli una vita da essere umano.
Credo sia estremamente ipocrita, ad esempio, continuare ad agitare lo spauracchio del termine "NAZISTA" continuando a riferirsi con questo termine al regime hitleriano, il quale le categorie di "diversi" le accatastava nei campi di sterminio o comunque rendeva loro impossibile vivere.
Perché si continua a legittimare gente (e poteri) mossi ESATTAMENTE DALLO STESSO SISTEMA DI PENSIERO.
Dividere e ghettizzare.
Sono tra noi, parlano con noi, si nascondono sotto manti di agnelli mentre sotto sono belve corrose dall'odio.
Odio che le autorità ed i poteri hanno saputo instillare, coltivare e rendere parte integrante della vita quotidiana. Fino a mistificarne il tratto principale: "FA PARTE DELLA NOSTRA CULTURA".
No. Fa parte della vostra malattia. Ed è una malattia che è ora di curare.
Non lo faranno i poteri e non lo faranno le religioni.
I malati dei nostri tempi sono tutti coloro che ancora battono incessantemente il tasto delle "diversità" per accumulare consenso di altri malati.
Strano che si debba parlare di malati parlando di gente che, nella maggioranza dei casi, fa riferimento a "libri sacri" infarciti di peana sull'uguaglianza di tutti gli esseri viventi, sulla Pace, sull'Amore e sulla Felicità.

Ma, appunto, non sarebbero malati.

E chiunque non riesca a vedere la natura di questa malattia non è al riparo dal contagio.
Veniamo fatti crescere in una società infarcita di superstizione, di paura, di esaltazione del dolore e della sofferenza, mostrando un ipotetico aldilà dove risiede la Salvezza.
Salvezza da cosa. Perché l'Uomo ha imparato DA SOLO come superare le sofferenze contando solo sul proprio coraggio, sulle proprie forze e sull'Amore che nonostante il nascere e crescere in un contesto malato riesce ancora a trasmettere? In QUESTA terra e non nell'aldilà.
I religiosi possono obiettare che è l'Entità Superiore a dare all'Uomo queste qualità.
Palle. La Fede è qualcosa che nasce e si sviluppa dentro l'essere umano e instilla forza e convinzione, ma è molto difficile spiegare a queste persone che questa forza è già dentro di loro.
Così come la cura alla loro malattia. Sono le nostre azioni, i nostri pensieri e le nostre parole quelle che determinano l'effetto nel mondo esterno che vediamo e viviamo.
E questa è una conclusione - sempre personale - alla quale sono arrivato dopo un percorso molto, molto impegnativo e -va da sè - doloroso. Nel quale il confronto con la Morte, il distacco, la sofferenza ed il vuoto della superstizione mi hanno messo con le spalle al muro più di una volta.

Per questo ritengo che la strada che conduce alla consapevolezza che non esistono forme di vita "diverse" sia l'unica percorribile se non vogliamo distruggerci nel modo più inglorioso che si possa concepire.
E' una presa di coscienza assolutamente necessaria.
Il nostro metro quadrato, da solo, non vale un cazzo. Ed è necessario prima di tutto cominciare a VIVERE seguendo, o cercando di farlo, questa semplicissima e normalissima presa di coscienza.
L'altro è qualcuno diverso da noi solo nella forma, non nella sua essenza.
Ed è quando il ditone punta su questa essenza che si manifesta questa malattia.
Ed è ora che qualcuno cominci a trattare "quelli col ditone" da MALATI.
Perché sappiano della loro malattia.
Ovvio che i poteri siano malati, lo sono per scelta, per convenienza, per sete di potere, per far sì che gli "altri", quelli che non hanno potere, siano occupati a scannarsi fra loro piuttosto che accorgersi di quanto i signori assisi sulle loro poltrone stanno realmente facendo.
E così si creano individui piccoli, miserabili e rancorosi, incapaci di concepire l'Amore come forza propulsiva universale, assolutamente funzionali all'esercizio del potere politico, economico e religioso che continua a fomentare divisioni, ghettizzazioni, odio e sofferenza.
Non sono così difficili da trovare.

Qua ce n'è uno.
Piccolo, miserabile, rancoroso e bisognoso di cure.
Ve lo passo così, a gratis, come a gratis l'ho preso dalla segnalazione di "Non si possono fermare le nuvole"

Questi sono i malati di questa epoca.
Ed è sulla malattia che è necessario agire, da subito.

Giovedì 18 agosto 
una intera pagina per un episodio di «discriminazione» contro una «coppia» gay. Chiarisco subito di non avere alcunché contro il sig. Bosio ma colgo l’occasione per alcune considerazioni di carattere generale.
Francamente non se ne può proprio più di questa favola della «discriminazione» dei gay. In italiano, il significato della parola è il seguente: «trattare cose uguali in modo diverso». Ora, sostenere che tra una «coppia gay» ed una uomo-donna non vi sia alcuna differenza offende il buonsenso e la realtà prima ancora che il pudore ed il buongusto: è pura ideologia. Che l’uomo sia fatto per la donna, e viceversa, è un fatto che ci portiamo «stampati» nel corpo, cioè nel modo stesso in cui veniamo al mondo: negarlo fa a pugni con la ragione, non con il cattolicesimo o con chissà quale potente lobby, con buona pace dell’Arcigay e del sig. Davide Bosio.
Se questo non è riconosciuto, ne segue subito una distorsione del concetto di «diritto», infatti spesso citato a sproposito. Lasciando perdere qualunque considerazione di tipo morale («Non stava facendo nulla di male o di sbagliato», ma di fronte a quale criterio di giudizio? A quale metro? Rimpiango gli umili «esami di coscienza» di una volta, oggi si fanno i più moderni «outing»… e ne vediamo i risultati), e venendo al merito, poniamoci la questione: è più rilevante, ai fini pubblici, la libertà di educazione (da genitore a figlio) o, ad esempio, la «libertà» (lèggi: desiderio di ostentazione) di effusioni in pubblico di due gay? Fa più violenza un genitore che chiede (con educazione) di spostarsi a due gay che si baciano in pubblico o i due gay che costringono dei bambini ad assistere ad uno «spettacolo» contro natura e non adatto alla loro età? Chiarito che buonsenso ed opportunità, oltre che il pudore, consigliano anche ad una coppia (uomo-donna) di evitare baci appassionati in presenza di bambini, va detto che un genitore ha il sacrosanto diritto di educare i propri figli secondo la legge naturale. Altra cosa è la maleducazione o il disprezzo per la persona o le minacce, che vanno sempre condannati, ma questo a prescindere dagli orientamenti sessuali dell’interlocutore. Ma se Davide ed il suo compagno si stavano baciando in pubblico davanti a dei bambini, la richiesta di quel papà era non solo fondata ma necessaria.
Ma oggi, purtroppo, il pudore è disprezzato e la ostentazione è un pregio. Di più: avanza un nuovo tipo di intoccabili: gli omosessuali, che hanno solo diritti, ma mai doveri. Una vera e propria specie protetta, che, si sa, ha un animo molto sensibile, molto più di noi comuni mortali a cui piacciono ancora le donne. Una «minoranza» e, si sa, le minoranze vanno tutelate, non vanno «discriminate» (e daje). Al diavolo se a scapito della stragrande maggioranza delle persone, che continuano a guardare le cose senza filtri deformanti.
C’è chi vuole considerare «normali» le coppie omosessuali? Liberissimo. Purché non pretenda di elevarsi a paradigma della società. L’omosessualità esiste da sempre ma è solo oggi che, con arroganza travestita di politically correct, essa pretende di possedere uguale dignità rispetto alle relazioni uomo-donna, se non addirittura di ergersi a misura stessa della realtà. La cultura, ed importanti esponenti della politica (giunta Paroli docet, ahimé, cfr. caso S. Valentino 2011), stende ponti d’oro a queste lobbies, che pretenderebbero perfino la possibilità di contrarre «matrimonio» (per i gay un ossimoro), «dimenticando» che il fondamento giuridico della tutela che lo Stato riserva alle famiglie non è costituito tanto dall’esistenza del rapporto affettivo tra le persone quanto dal ruolo sociale stabile che gli sposi si assumono nell’educazione dei figli e nella crescita della società (se non fosse così, andrebbero regolamentate per legge anche le amicizie o le convivenze tra parenti).
Se solo venisse approvata la legge sulla cosiddetta «omofobia», ad esempio il giorno in cui dovessimo raccontare una barzelletta o esprimere in pubblico l’idea che gli omosessuali sono malati, potremmo essere oggetto di una denuncia penale (lo stesso Magistero della Chiesa sarebbe fuorilegge al riguardo!). E tutto questo, si badi, in nome della libertà. Nel nome della tolleranza, massimamente intolleranti. Ma solo con qualcuno.
Fabio Trevisani
FASANO DI GARDONE RIVIERA



Eccolo qua.
Un malato, e pure grave.
Patetico, nel tentativo in very perfect catholic style, nel rigirare la frittata e porsi come vittima invece che come carnefice.
Nessuno gli ha mai dato neanche uno scappellotto per quello che dice o fa. Lui è "normale".
Nessuno gli ha mai detto che è un malato, un fattore di odio e divisione, un pervertito. Lui è "normale".
Nessuno gli ha mai detto che senza la sua malattia e quella degli altri come lui il mondo sarebbe un posto infinitamente migliore.
Allora glielo dico da qui, magari senza nessuna possibilità di essere letto.
Gli dico che proprio nel suo linguaggio "ragionato" si esplica tutta la putredine del suo modo di pensare, la sua malattia, il suo far parte di un disegno malato ed odioso che nega l'umanità stessa di un numero cospicuo di forme di vita.
Magari questo tizio sarebbe anche capace di dire che lui "rispetta gli animali".
Di sicuro non ha capito un cazzo, nè degli animali, nè degli uomini.


Chiaramente ho preso un esempio; gli omosessuali sono un bersaglio così facile che ogni potere li ha usati come valvola di sfogo per l'odio che intendevano propagare. Così come lo hanno fatto per ogni fattore di "diversità" che individuano in quanto proficuo per il mantenimento del loro sistema.
Poveri, zingari, libertari, i poveri soprattutto.
I poveri. Ne riparlerò. Perché è ORA che stanno cercando di renderci tutti più poveri.
Superare questa logica può essere uno dei fattori che potrebbero contribuire a far scricchiolare le loro sedie.
Pensiamoci su.

8 commenti:

Lordbrady ha detto...

Bellissimo post Sassicaia Molotov. Convengo che il sig Trevisani, lui si catholic politically correct, è un malato. Ma sono proprio questi che sono il vero pericolo gli "avvelenatori di coscienze". Ah... dimenticavo.. anche Hitler amava gli animali ed era vegetariano.

brazzz ha detto...

si è vero bellissimo post..la straordinaria abilità nel rigirare le frittate è peculiarmnte cattolica,del resto..ciao

Unknown ha detto...

Gran pezzo. Il livello di rabbia continua a salire.

Anonimo ha detto...

Pero' io, mia moglie e le nostre due bambine, a Londra, in una pizzeria affollatissima di Covent Garden, abbiamo dovuto sorbirci 45 minuti di soft porno da parte di due giovani lesbicacce schifose che sedute fianco a fianco al tavolo vicino si passavano la bava di bocca slinguazzandosi e palpeggiandosi come troie in calore nella stagione della monta.

Comica la scena quando la cameriera arrivo' con le pizze e dovette interrompere le focose effusioni per posarle sul tavolo. Al che le due troie lesbiche reagirono con un'occhiata del tipo:
"Ma non vedi che ci stiamo ciucciando le labbra e che la fica e' tutta bagnata di libidine perche' sotto il tavolo ci stiamo anche sditalinando il clito?"

Una volta c'erano gli atti osceni in luogo pubblico.
Poi sono diventati di moda i froci e le lesbicacce e quella legge e' diventata obsoleta.

Tornando a casa le mie bambine chiedevano perche' il papa' e la mamma non le baciavano mai con la lingua.

Naturalmente le effusioni erotiche avevano sollecitato l'attenzione di almeno un centinaio di persone in quella pizzeria, ma in tutti, compresi me e mia moglie, e' prevalsa l'idea che ci si dovesse comportare in modo politicamente corretto con i "diversi", trattandoli con la dovuta "compassione".

Un po' come quei due froci del Colosseo che si stavano inculando dietro una siepe e s'incazzarono neri quando due carabinieri li arestarono per atti osceni in luogo pubblico.

Forse si aspettavano una reazione simile a quella dei clienti e dei gestori di quella pizzeria di Covent Garden, io e mia moglie inclusi, che per evitare di essere chiamati omofobi fascisti si guardarono bene dall'intervenire.

sassicaia molotov ha detto...

@Anonimo: Bertoldo, puoi anche firmarti. O t'hanno segato l'account?

Bertoldo ha detto...

Si, con Gugol il commento non mi passava e allora ho dovuto ricorrere all'anonimato.

Mi perdonerai tu?

sassicaia molotov ha detto...

@Bertoldo: eccerto, basta che non ti deprimi.

Bertoldo ha detto...

Io mi deprimo solo quando leggo il Guardian (della Rivolutione Bolscevica), l'E-comunist, la Repubblica dello Zuccone e il Fatto del Travaglio Quotidiano.

Quando leggo il "Fatto" del "Cavaliere dell'Apocalisse: morte al Cainano!", mi deprimo in particolare quando incrocio le corrispondenze di Caterina Soffici, la blogger anglo-leccaculo laburista che deve la sua carriera alle raccumandazzzzioni di tutto l'apparato del PD.
E fa mastodontiche figuracce dimmmmmmerda!