martedì 16 giugno 2009

ANCHE GLI ABRUZZESI NEL LORO PICCOLO S'INCAZZANO


La pantomima del dolore è finita da un pezzo.
Niente più Brunivespa che esibiscono peluche, niente più inviate arroganti e maleducate che pretendono di presenziare a matrimoni ai quali nessuno le ha invitate, niente più pseudogiornaliste che arrivano puntando fari da 1000 KW in faccia a due poveri anziani che si sono appena rifugiati in auto dopo il terremoto e chiedono "come mai siete in macchina?" pensando di fare un servizio.
Ma questo è il solo lato positivo della faccenda.
La realtà attuale parla di esigenze che non bussano più alla porta ma cominciano a caricare con tanto di ariete per gli sfollati abruzzesi; i quali oggi sono a Roma per cercare di avere quel minimo di certezze necessarie per sapere se la pantomima fin qui inscenata da Berlusconi e dai suoi squallidi leccaculi sia una lunga farsa che dovrà mettere alla prova le energie di chi già è stato privato del proprio spazio vitale e, in molti casi, dei propri affetti come e più del terremoto oppure se c'è la speranza che, seppur lentamente, seppur con altra fatica, altre lacrime ed altra rabbia, le condizioni per tornare a vedere uno spiraglio di normalità esiste.
Non credo di dire cose trascendentali affermando che in quelle condizioni il primo pensiero per queste persone già durissimamente provate sia il riavere un tetto proprio sulla testa sotto il quale riassemblare, insieme ai propri cari, quei pezzi ancora integri della propria vita; e che questa esigenza col tempo si faccia sempre più un'ossessione, a maggior ragione quando comincia a profilarsi uno stato di cose che fa salire il sospetto più terribile: quello di essere stati presi in giro.
O peggio.
Che questo governo stia testando la pazienza della gente coadiuvato da quel Bertolaso di cui spero risentiremo parlare a giochi fatti.
Ovviamente nessuno meglio di chi vive questa situazione sulla propria pelle può descrivere il clima e le emozioni di coloro che vivono questa realtà fatta di precarietà che investono ogni attimo, ogni pensiero ed ogni visione del passato, del presente e soprattutto del futuro, di pensieri popolati di mostri che succhiano energie, speranze e fiducia tenuti insieme dal solo argine del coraggio e della rabbia. Almeno chi se lo può permettere.
Lo scopo di questo post è quello di dare ai tre utenti di passaggio l'occasione di dare un'occhiata a quei territori liberi dove la cronaca delle giornate del popolo abruzzese è descritta in tempo reale, lì, sul campo di battaglia: rinnovo quindi l'invito a leggere il

BLOG DI MISS K

che proprio grazie alla passionalità ed alla combattività della sua titolare Anna è un punto di riferimento assolutamente imprescindibile per chi voglia capire le dimensioni del dramma umano che sta andando in fuorionda dai nostri ignobili mezzi di informazione; i quali hanno preferito inondarci di notizie sulle pessime frequentazioni del Presidente del Consiglio quando non si presenta vestito come lo Steve Jobs di Quarto Oggiaro in visita ai poveri terremotati piuttosto che rendere partecipe gli italiani che si sono attivati con tutta la solidarietà di cui dispongono delle condizioni delle tendopoli, della militarizzazione del territorio, delle assurde regole che governano i luoghi di accoglienza (sic); perchè la realtà è che alla gente d'Abruzzo è stata tolta la parola non appena questa ha finito di piangere.
Ed ora la gente d'Abruzzo è a Roma a chiedere il primo conto.
Un'altra testimonianza viene da QUESTA LETTERA di Andrea Gattinoni, che era a L'Aquila a presentare il film "Si può fare" del quale è uno dei protagonisti.
E consiglio anche una scorsa a QUESTO BLOG estremamente scarno nel quale il titolare sembra aver trovato l'unico spazio per poter in qualche modo comunicare lo smarrimento ed allo stesso tempo la voglia di rimettere insieme qualcosa che possa chiamare normalità in pochissimi, esplicativi post.
Basta cercare di leggere il cuore delle persone oltre le parole, oltre gli scritti ed oltre i comprensibili momenti di sbandamento per capire che la vera solidarietà all'Abruzzo comincia ora e che è una battaglia di solidarietà che ci riguarda tutti, non solo la gente d'Abruzzo.
Spero che chi passa di qui legga, e molto attentamente, i link che ho messo;
che veda anche quanta gente senza un briciolo di dignità si permette di dare il proprio parere non richiesto e non gradito esclusivamente in funzione di un sultanato (perchè è così che intendono la democrazia) da difendere sempre e comunque, spero che legga e si renda conto di quanto l'attuale informazione dei Media sia ormai una barzelletta per poveri di mente e di spirito e che la realtà è diventata una cosa che dovremo sempre più cercare con la lanterna magica; spero che ci si renda conto di quanto si è sciacallato sul dolore e sulla tragedia per poi abbandonare il campo quando ormai il Grande Affabulatore di Topolini Ammaestrati ha fatto le sue promesse lasciando all'aspirante gerarca Bertolaso la Sovranità del territorio da difendere almeno fino al G8.
Vedremo cosa succederà durante e dopo.
E' molto probabile che in quei giorni si decideranno molte cose, ed è altrettanto probabile che gli abruzzesi non potranno essere lasciati soli, proprio in quei giorni.

lunedì 15 giugno 2009

STAY TUNED


E' sicuramente un lavoro, essere italiani.
Dovrebbero pagarci solo per questo.
C'è una storia di un tipo che, trapassato a miglior vita, viene ricevuto da Belzebù: "di dove eri?", domanda il demone.
"Di nessun posto in particolare, sono nato su una nave ed ho vissuto sempre un pò qua e un pò là in giro per il mondo." "allora puoi scegliere il tuo inferno, vieni ti porto a vedere"; Belzebù accompagna l'apolide in un terribile antro pieno di gente che spala merda addosso ad altra gente immersa nella merda, la quale con un martello si colpisce i coglioni: "questo è l'inferno dei francesi, ogni mezz'ora quelli che spalano danno il cambio agli altri e così via, per l'eternità" lo informa Belzebù.
"Vediamone un altro" chiede perplesso l'apolide.
Belzebù allora lo porta in un altro terribile antro pieno di gente che spala merda su altra gente che si prende a martellate i coglioni; "questo è l'inferno dei tedeschi!" lo informa di nuovo Belzebù.
"Non per essere scettico, ma vorrei vederne un altro", risponde ormai quasi rassegnato il dannato.
Belzebù allora entra in un altro terribile antro ma trova i dannati di quel girone comodamente sdraiati in perfetta postura da ozio conclamato, qualcuno si fuma anche una sigaretta e si beve una birra.
Belzebù sgrana gli occhi e dice all'esterrefatto apolide dannato:" Mah, questo sarebbe l'inferno degli italiani, però qualcosa non torna, aspetta qui" e si dirige verso uno degli italiani comodamente sdraiato con le mani dietro la testa che stava giusto facendo un riposino: "che succede, perchè non siete a spalare merda e martellarvi i coglioni?"
"Dottò, e qua nunn'è ccosa. Una volta mancano 'e pale, una volta mancano i martelli, una volta manca 'ammerda......".
Il livello di allegra approssimazione con cui l'opposizione sta cercando di contrastare il più patetico buffone che abbia mai rivestito la carica di Presidente del Consiglio mi fa puntualmente tornare in mente la storiella succitata.
Uno dei punti più applauditi del famoso discorso grazie al quale Debora Serracchiani ha acquisito la visibilità attuale era quello in cui l'avvocatessa chiede che il partito parli con una voce sola.
Detto, fatto.
Il giorno dopo le elezioni europee sul sito di "Repubblica" campeggiavano messe accanto in buona visibilità due dichiarazioni di due differenti esponenti del PD, una in cui si auspicava l'avvicinamento con l'UDC (ora non ricordo il nome del genio, credo di averlo spontaneamente rimosso), l'altra di Scalfarotto che auspica un avvicinamento alla sinistra appena cancellata anche dal Parlamento europeo anche e soprattutto grazie all'ultima allegra scissione in nome dell'unità delle sinistre.
E Franceschini non si fa intimidire.
Fermo restando che, appoggiando i desiderata della Serracchiani e di una consistente parte dei loro elettori, i due rappresentanti andavano convocati nella sede del partito e strinati come galletti vallespluga, se ancora l'avere una segreteria ha un senso, ma la cosa raccapricciante è stata l'aprire il vaso di Pandora e farne venire fuori quella iattura vivente che risponde al nome di Massimo D'Alema.
Che vuole Bersani segretario.
E che in "extrema ratio" è pronto ad immolare se stesso per la causa.
La situazione deve essere veramente seria se Baffino ha deciso di scendere tra noi umani e mettere direttamente la sua faccia.
L'uomo che quando Berlusconi poteva almeno essere messo in condizioni di non nuocere più di tanto gli ha invece steso un tappeto rosso, rendendo acclarata la propensione della sinistra a porgere le chiappe non appena c'è in vista la possibilità di scopare, si presenta alle turbe come l'"extrema ratio" dell'opposizione.
Ho idea che il prossimo congresso del PD sarà molto, molto divertente.
Stay tuned.

sabato 13 giugno 2009

FUORI I NOMI


Il Ddl sulle intercettazioni è ora in mano al Presidente della Repubblica chiamato a valutare quanto il Re pubblica mentre "Repubblica" raccoglie firme per cercare di fare in modo che la porcheria del Re non diventi pubblica.
A memoria d'uomo non ricordo in uno stato democratico un provvedimento così spudoratamente antidemocratico e che riesca in un sol colpo a favorire allo stesso modo sia la criminalità organizzata che quella istituzionale assisa in Parlamento. Ma d'altra parte la soglia massima del potere di scandalizzarsi, almeno per i cittadini che ancora ambirebbero vivere in uno Stato in cui le parole "regole", "democrazia" e legalità" abbiano un minimo di senso compiuto, è ormai abbondantemente superata ed oltre quella c'è rimasta la sola opzione del mettere in moto quei meccanismi grazie ai quali ci sono le possibilità di contrastare l'andazzo imposto da una sedicente maggioranza che, è bene ricordarlo, a fronte di un elettorato del 65,05% degli aventi diritto, ha una percentuale di sostenitori del 35,26% e quindi se aggiungiamo anche il 10,20% della Lega siamo ben lontani dal poter parlare della "maggioranza degli italiani".
Uno degli strumenti concessi dalla democrazia sono le opposizioni. Queste si fanno carico delle istanze di chi non si riconosce nelle politiche del governo in carica e cercano di portarne in Parlamento le ragioni.
Ora, mi si dice che la votazione di questa legge che avrà serie ripercussioni sulla vita democratica del paese, che favorirà sfacciatamente criminali, mafiosi, corrotti e disonesti, che imporrà un bavaglio inaudito alla libertà d'informazione e finanche alla libertà d'espressione, sia stata votata anche da VENTUNO parlamentari dell'opposizione.
Chiariamo: non so se nel termine "opposizione" si comprenda l'UDC.
A quel punto tutto il discorso cade, io mi faccio una crassa risata e chiusa lì.
No, perchè parliamo dell'UDC tutto casa-famiglia-Chiesa che attualmente vede insieme al PdL Vice-Presidente della Commissione Antimafia, Calogero Vizzini, l'inarrestabile Totò "Vasa-vasa" Cuffaro ed il segretario regionale Saverio Romano indagati nell'inchiesta sul tesoro dell'ex-sindaco Ciancimino, a suo tempo condannato per mafia.
L'UDC alla Camera ha 36 seggi. Spero che quei 21 voti siano partiti da lì.
E comunque la Legge è stata approvata con 318 voti a favore contro 224 contrari; PD e IDV hanno 239 deputati, ergo qualcosa non torna.
Ecco, credo che tra i diritti del cittadino che ha votato questi prodi difensori della libertà e della democrazia rientri il diritto, in casi come questo, di sapere chi ha votato a favore tra gli oppositori di questo governo. Nomi e cognomi. E possibilmente le motivazioni.
Se non altro, visto che la lauta paga da deputato la prendono grazie a chi li ha votati, rispondere di questi comportamenti mi parrebbe il minimo.
Indovinate invece come andrà a finire.

venerdì 12 giugno 2009

MINUTEMEN


Gratificati dalla scelta di "Corona" come tema di "Jackass", ma ben lontani dal ricevere i riconoscimenti che gli spettano, i Minutemen sono uno di quei gruppi da riscoprire per chiunque abbia una predilezione per la musica dove ad una enorme tecnica strumentale si abbini la giusta dose di talento & furore; musica americana resistente e politica fatta con la lucidità e la passione degna erede di coloro che negli anni '60 hanno cambiato il mondo. Erano gli anni di Reagan, i Minutemen tirarono fuori almeno un paio di capolavori ("Double nickels on the dime" e "What makes a man start fire?") ed un altra mezza dozzina di bellissimi dischi. Poi D. Boon, chitarrista e leader, morì in un incidente stradale. Per chi ha voglia di caricarsi di sana rabbia costruttiva american-style in questi tempi bui:

martedì 9 giugno 2009

IL SOL DEL TRAMONTO


Primo dato importante, anzi fondamentale: NON sono andati alle urne il 34,5% degli italiani.
Se aggiungiamo le schede bianche e quelle nulle, cioè quelle in cui dei buontemponi scrivono "Viva Stalin", "Dvx", "Curcio libero" o ricorrono alla solita fetta di salame o prosciutto accompagnandolo con "e adesso mangiate pure questa" si aggiunge un altro 6,38%.
Totale degli italiani che NON hanno votato questo Parlamento: 40,88%.
Ora se non altro sia da destra che da sinistra, tanto per cominciare quando per avallare i loro teoremi chiamano in causa "gli italiani" ci vadano cauti perchè stanno parlando di poco più di metà degli aventi diritto al voto. Gli altri, con tutta probabilità, non li ritiene credibili.
I non votanti sono il primo partito d'Italia, ed è un partito molto meno eterogeneo di quanto si voglia far credere.
I populisti oltranzisti ormai sono schierati con Lega e Di Pietro, guarda caso i due partiti che hanno motivo di ridere leggendo i risultati.
Il partito degli astensionisti attuale non può essere identificato perchè non è affatto vero che, ad esempio, la destra ha perso consenso a causa degli astenuti: sia alle precedenti politiche che a quelle del 2006 la percentuale dei votanti era molto più alta, intorno all'80%, e nel 2006 vinse Prodi mentre nel 2008 è tornato Papi ad allietarci la vita.
C'è un problema di legittimità, quindi. Ed è un dato poco rassicurante per i partiti, perchè c'è un ulteriore bacino elettorale possibile preda di formazioni proprio come Lega e Di Pietro se non dei partiti estremisti da entrambe le parti. Questo considerando che la posizione assunta dai due partiti che più hanno incrementato i voti porterà ad una radicalizzazione dello scontro politico e sarà utile, ad esempio, che la sinistra faccia un passo fondamentale e lo faccia al più presto.
Il primo passo dovrebbe essere quello di creare un unico partito di sinistra.
Il secondo quello di ricreare una rete di attività per ricominciare un radicamento nelle realtà che risentono maggiormente dell'avanzare di questa crisi economica.
Il terzo di rinnovarsi radicalmente nel linguaggio e nelle segreterie; questa classe dirigente è ancora improntata su modelli stantìi, che non riescono più ad appassionare la generazione attuale, non propone altro che un movimento sterile, lontano dal popolo che dicono di rappresentare; ed infatti, tra i ragazzini, essere "fasci" comincia ad essere una moda.
I richiami ad uscire dai salotti, di piantarla col radicalismo chic e vagamente molto spocchioso, il politically correct fatto alla cazzo di cane come al solito, il terzomondismo vago e senza una proposta che abbia un minimo di riscontro con la realtà, hanno allontanato l'elettorato che una volta garantiva forza ed argine contro lo strapotere di mafiosi, affaristi e criminali, perchè è proprio grazie alla forza del Partito Comunista negli anni '60 e '70 se non abbiamo ceduto alle tentazioni autoritarie che ampi settori della DC coltivava subdolamente e senza neanche vergognarsene troppo.
E' tempo di rendersi conto che si può parlare anche alla generazione attuale, perchè ci sono ragazzi di questa generazione che sono tutt'altro che dei rincoglioniti sbombati di ecstasy o con l'unico scopo nella vita che arrivare a fare il coglione in diretta nazionale su qualche reality.
Intanto l'ennesima martellata sui coglioni è ora lì, impietosa, coi numeri stampati in bella vista sul sito del Viminale. Ogni altro discorso sta a zero.
Via il fioretto e fuori il machete, quella italiana è stata la sinistra più forte e radicata d'Europa, nel resto del continente tira un'aria tutt'altro che fresca, l'altra congrega piazzata lì come un avvoltoio è la Chiesa Cattolica, non so se mi spiego, quindi spero che non si perda troppo tempo perchè degli italiani s'è perso non solo il voto a sinistra, ma la dignità del proprio lavoro, la sicurezza della propria casa e non per colpa degli extracomunitari ma per colpa delle banche, per ora uno come Antonio Di Pietro è nelle condizioni di poter dettare delle regole, la Lega non ne parliamo, questa sinistra tra scissioni, Sansonetti, Luxurie e miserie varie non conta più un fragoroso cazzo.
E' ora di svegliarsi, perchè certi errori la Storia non li perdona molto facilmente.

lunedì 8 giugno 2009

NEMMENO UNA "O" COL CULO


Dalle mie parti quando si vuole indicare una persona incapace di compiere anche la più semplice delle azioni si dice "un è bono nemmeno a fà un' O cor culo".
Ecco, a prescindere dai risultati delle elezioni che commenterò più tardi, ho appena parlato con la mia ragazza impegnata al seggio come scrutatrice; roba da togliere il diritto di voto almeno al 20% dei votanti; c'è chi esce dalla cabina con la scheda aperta reclamandone una nuova perchè "HA SBAGLIATO", c'è chi NON VUOLE LA SCHEDA DELLE EUROPEE ma solo quella del Comune o non vuole quella del Comune perchè vuole votare solo le Europee, c'è chi entra in cabina e poi esce per riguardare i candidati in tutta calma e altre amenità che mi racconterà alla fine degli scrutini quando ci vedremo.
E' proprio alle urne che si compie la tragedia di questo popolo ridicolo incapace anche di mettere una cazzo di semplicissima crocetta su una scheda elettorale e di sapere le regole minime del voto, il momento più importante della partecipazione alla vita sociale e democratica.
Il pensiero che le sorti del paese sia deciso anche da questa schiera di minus habens è ancora più preoccupante del 35% raggiunto da Papi, che seppure sia un risultato rassicurante per chi temeva una deriva plebiscitaria, è pur sempre il sintomo di quanto questo paese sia malato.
Ma le performances degli italianuzzi alle urne sono il vero dato sconfortante, quello di cui si parlerà meno e che invece deve fare più paura. Perchè a quanto pare non è solo il seggio della mia ragazza ad aver assistito a numeri da manicomio.
Per il commento ai risultati a più tardi.

sabato 6 giugno 2009

REGOLE ZERO


Una volta a 24 ore dalle elezioni si taceva.
Era una regola, contestabile quanto si vuole ma c'era e veniva rispettata.
Poi è arrivato il solito Berlusconi che non pago di sproloquiare 364 giorni l'anno, in occasione delle ultime elezioni politiche non è riuscito a stare con la bocca tappata neanche ad urne aperte.
E, come al solito, nessuno si è sognato di sanzionarlo; perchè in Italia, come spiega qui Marco Travaglio, le regole sono fatte tanto per permettere a qualcuno di infrangerle:














E, ovviamente, questo riguarda non solo la sicurezza stradale ma tutta la genìa schifosa che va dai politici a caccia di clientele ai "tengo famiglia" che usano qualsiasi mezzo pur di apparire più uguale degli altri.
In casa PdL il termine "regole" è usato esclusivamente in rapporto oligarca-suddito, e questa è una cosa che, neanche troppo paradossalmente ad una buona percentuale di italiani piace, e piace assai. Vedremo lunedì quanto.
Abbiamo un bel dire, io e tanti, tantissimi altri, la maggioranza degli italiani (contare astenuti, nulli, schede bianche, extraparlamentari, libertari, comunisti e democratici e vedete se non ho ragione) che questi schiavetti in cerca di master ci fanno schifo & ribrezzo.
Il padrone comanda e il popolo deve obbedire. Punto. Se poi il padrone è il peggior ceffo mai visto nell'agone politico dal dopoguerra poco importa. Venite, adoremus.
E così, anche oggi che le urne aperte suggerirebbero un bel tacere, le cloache del PdL non hanno mancato di sollazzare il popolo bue; naturalmente con una enorme stronzata.

Prego, leggere.

A parte che la prima battuta d'istinto sarebbe quella di consigliare a Cicchitto di evitare di dare ottime dritte se proprio vuole vedere il suo Signore & Padrone protetto, e a parte che fa sincera pena sentir discettare di privacy proprio coloro che hanno a libro paga quei giornalisti sciacalli che hanno compiuto, ad esempio, in occasione del terremoto a L'Aquila, dei veri e propri saggi di vomitevole intrusione nella privacy altrui con un'arroganza ed una protervia meritevole di un salutare fracco di sprangate nel cranio,





ma si metta comunque l'anima in pace il signor piduista Cicchitto: o il Salvifico premier rinuncia ai suoi bagni di folla, dove è infinitamente più semplice raggiungerlo e piantargli un calibro 33 nel cappione o in ogni occasione pubblica ripeta la immane figura di merda fatta a Firenze dove ha fatto blindare una piazza pubblica difeso dai robottini in divisa PAGATI DA TUTTI proibendo l'ingresso a chiunque non fosse un berluscones DOCG, roba da massoneria, sebbene i veri massoni hanno almeno la dignità di riunirsi in luoghi privati e con ogni probabilità pagati da loro stessi.

Bon, italiani, buon voto; dovessi mai cambiare idea all'ultimo minuto credo che andrò dritto sul segno con falce e martello, se non altro perchè so che la cosa lo disturba assai. In attesa che le dirigenze dei partiti a sinistra del PD vengano spianate e si costruisca un unico grande partito socialista, laico ed ecologista e soprattutto che tenga fuori la marmaglia cattolica a calci nei denti.

(nella foto, un sobrio e pacato manifesto del PMLI; lo so, lo so, però a me continuano a stare più simpatici loro del nanetto bulletto)

venerdì 5 giugno 2009

GHEDINI, DENUNCIAMI 'STO CAZZO


E Asta siempre, mi raccomando!

CAPITALLAH


Non so quanti, specialmente a sinistra, guardano al mondo arabo come fonte di arricchimento culturale e soprattutto come possibile frangiflutti allo sfrenato liberismo occidentale, quello che coi suoi artifici e - ça va sans dir - coi suoi farabutti, ha catapultato l'occidente nel pieno di una crisi che solo le immonde televisioni italiane asservite ad un pagliaccio pericoloso ed eversivo cercano di nascondere.
Lo schierarsi con le masse oppresse è da sempre un tratto fondamentale per chi si dichiara di sinistra, anche se vorrei far notare che potrebbe giovare uno studio un minimo più approfondito della storia dei paesi dell'emiciclo arabo affinchè almeno si intenda che la storia e l'evoluzione dei paesi della penisola araba non è fatta solo di scorribande di cattivi predatori occidentali infoiati di croci e di mazzate per l'infideli saracini e che anche laggiù, in nome di Allah che tiene buone le masse, hanno tranquillamente operato dei clamorosi figli di puttana simili in tutto e per tutto ai nostri Papi, Re, Signori & signorotti & loro vassalli che da sempre hanno usato le terre come il loro parco giochi (n.d.r. non sto parlando dell'Italia attuale ma del contesto storico europeo dall'anno mille in poi, credo che la precisazione sia doverosa); e comunque se qualcuno ancora avesse dubbi su come nella penisola arabica intendono strutturare un modus vivendi scevro dalle porcherie morali a cui l'occidente ci ha ormai saturato può avere un esempio molto indicativo:
Dubai.
Già, il tempio del lusso in salsa sceicca, meta di torme di investitori e di vacanzieri a budget stratosferico, in un paese che manco poco ci è stato descritto come la Nuova Frontiera.
Ok, mettetevi comodi, prendete birra e popcorn e leggetevi attentamente questo articolo dal blog di Mazzetta:

DUBAI, LA TRUFFA DEL SECOLO


Ecco, non vorrei urtare qualche sensibilità affermando che c'è un filo indistruttibile che lega questi criminali strapieni di potere a quelli di casa nostra in giacca e cravatta: la natura inestinguibile della malvagità, della sete di potere, del bisogno di opprimere e di far propria quanta più ricchezza possibile.
E, last but not least, che il popolo bue se ne stia al suo posto maltrattato, vessato, umiliato, senza voce e senza diritti, con l'unica opzione di poter pregare un Dio o un Allah sperando che questi idoli del nulla li riscattino dalla sofferenza.
E nel caso qualche sensibilità si senta urtata sento comunque l'urgenza di fargli notare che m'importa una ricca sega.