La pantomima del dolore è finita da un pezzo.
Niente più Brunivespa che esibiscono peluche, niente più inviate arroganti e maleducate che pretendono di presenziare a matrimoni ai quali nessuno le ha invitate, niente più pseudogiornaliste che arrivano puntando fari da 1000 KW in faccia a due poveri anziani che si sono appena rifugiati in auto dopo il terremoto e chiedono "come mai siete in macchina?" pensando di fare un servizio.
Ma questo è il solo lato positivo della faccenda.
La realtà attuale parla di esigenze che non bussano più alla porta ma cominciano a caricare con tanto di ariete per gli sfollati abruzzesi; i quali oggi sono a Roma per cercare di avere quel minimo di certezze necessarie per sapere se la pantomima fin qui inscenata da Berlusconi e dai suoi squallidi leccaculi sia una lunga farsa che dovrà mettere alla prova le energie di chi già è stato privato del proprio spazio vitale e, in molti casi, dei propri affetti come e più del terremoto oppure se c'è la speranza che, seppur lentamente, seppur con altra fatica, altre lacrime ed altra rabbia, le condizioni per tornare a vedere uno spiraglio di normalità esiste.
Non credo di dire cose trascendentali affermando che in quelle condizioni il primo pensiero per queste persone già durissimamente provate sia il riavere un tetto proprio sulla testa sotto il quale riassemblare, insieme ai propri cari, quei pezzi ancora integri della propria vita; e che questa esigenza col tempo si faccia sempre più un'ossessione, a maggior ragione quando comincia a profilarsi uno stato di cose che fa salire il sospetto più terribile: quello di essere stati presi in giro.
O peggio.
Che questo governo stia testando la pazienza della gente coadiuvato da quel Bertolaso di cui spero risentiremo parlare a giochi fatti.
Ovviamente nessuno meglio di chi vive questa situazione sulla propria pelle può descrivere il clima e le emozioni di coloro che vivono questa realtà fatta di precarietà che investono ogni attimo, ogni pensiero ed ogni visione del passato, del presente e soprattutto del futuro, di pensieri popolati di mostri che succhiano energie, speranze e fiducia tenuti insieme dal solo argine del coraggio e della rabbia. Almeno chi se lo può permettere.
Lo scopo di questo post è quello di dare ai tre utenti di passaggio l'occasione di dare un'occhiata a quei territori liberi dove la cronaca delle giornate del popolo abruzzese è descritta in tempo reale, lì, sul campo di battaglia: rinnovo quindi l'invito a leggere il
BLOG DI MISS Kche proprio grazie alla passionalità ed alla combattività della sua titolare Anna è un punto di riferimento assolutamente imprescindibile per chi voglia capire le dimensioni del dramma umano che sta andando in fuorionda dai nostri ignobili mezzi di informazione; i quali hanno preferito inondarci di notizie sulle pessime frequentazioni del Presidente del Consiglio quando non si presenta vestito come lo Steve Jobs di Quarto Oggiaro in visita ai poveri terremotati piuttosto che rendere partecipe gli italiani che si sono attivati con tutta la solidarietà di cui dispongono delle condizioni delle tendopoli, della militarizzazione del territorio, delle assurde regole che governano i luoghi di accoglienza (sic); perchè la realtà è che alla gente d'Abruzzo è stata tolta la parola non appena questa ha finito di piangere.
Ed ora la gente d'Abruzzo è a Roma a chiedere il primo conto.
Un'altra testimonianza viene da
QUESTA LETTERA di Andrea Gattinoni, che era a L'Aquila a presentare il film "Si può fare" del quale è uno dei protagonisti.
E consiglio anche una scorsa a
QUESTO BLOG estremamente scarno nel quale il titolare sembra aver trovato l'unico spazio per poter in qualche modo comunicare lo smarrimento ed allo stesso tempo la voglia di rimettere insieme qualcosa che possa chiamare normalità in pochissimi, esplicativi post.
Basta cercare di leggere il cuore delle persone oltre le parole, oltre gli scritti ed oltre i comprensibili momenti di sbandamento per capire che la vera solidarietà all'Abruzzo comincia ora e che è una battaglia di solidarietà che ci riguarda tutti, non solo la gente d'Abruzzo.
Spero che chi passa di qui legga, e molto attentamente, i link che ho messo;
che veda anche quanta gente senza un briciolo di dignità si permette di dare il proprio parere non richiesto e non gradito esclusivamente in funzione di un sultanato (perchè è così che intendono la democrazia) da difendere sempre e comunque, spero che legga e si renda conto di quanto l'attuale informazione dei Media sia ormai una barzelletta per poveri di mente e di spirito e che la realtà è diventata una cosa che dovremo sempre più cercare con la lanterna magica; spero che ci si renda conto di quanto si è sciacallato sul dolore e sulla tragedia per poi abbandonare il campo quando ormai il Grande Affabulatore di Topolini Ammaestrati ha fatto le sue promesse lasciando all'aspirante gerarca Bertolaso la Sovranità del territorio da difendere almeno fino al G8.
Vedremo cosa succederà durante e dopo.
E' molto probabile che in quei giorni si decideranno molte cose, ed è altrettanto probabile che gli abruzzesi non potranno essere lasciati soli, proprio in quei giorni.
Nessun commento:
Posta un commento