Non so quanti, specialmente a sinistra, guardano al mondo arabo come fonte di arricchimento culturale e soprattutto come possibile frangiflutti allo sfrenato liberismo occidentale, quello che coi suoi artifici e - ça va sans dir - coi suoi farabutti, ha catapultato l'occidente nel pieno di una crisi che solo le immonde televisioni italiane asservite ad un pagliaccio pericoloso ed eversivo cercano di nascondere.
Lo schierarsi con le masse oppresse è da sempre un tratto fondamentale per chi si dichiara di sinistra, anche se vorrei far notare che potrebbe giovare uno studio un minimo più approfondito della storia dei paesi dell'emiciclo arabo affinchè almeno si intenda che la storia e l'evoluzione dei paesi della penisola araba non è fatta solo di scorribande di cattivi predatori occidentali infoiati di croci e di mazzate per l'infideli saracini e che anche laggiù, in nome di Allah che tiene buone le masse, hanno tranquillamente operato dei clamorosi figli di puttana simili in tutto e per tutto ai nostri Papi, Re, Signori & signorotti & loro vassalli che da sempre hanno usato le terre come il loro parco giochi (n.d.r. non sto parlando dell'Italia attuale ma del contesto storico europeo dall'anno mille in poi, credo che la precisazione sia doverosa); e comunque se qualcuno ancora avesse dubbi su come nella penisola arabica intendono strutturare un modus vivendi scevro dalle porcherie morali a cui l'occidente ci ha ormai saturato può avere un esempio molto indicativo:
Dubai.
Già, il tempio del lusso in salsa sceicca, meta di torme di investitori e di vacanzieri a budget stratosferico, in un paese che manco poco ci è stato descritto come la Nuova Frontiera.
Ok, mettetevi comodi, prendete birra e popcorn e leggetevi attentamente questo articolo dal blog di
Mazzetta:
DUBAI, LA TRUFFA DEL SECOLOEcco, non vorrei urtare qualche sensibilità affermando che c'è un filo indistruttibile che lega questi criminali strapieni di potere a quelli di casa nostra in giacca e cravatta: la natura inestinguibile della malvagità, della sete di potere, del bisogno di opprimere e di far propria quanta più ricchezza possibile.
E, last but not least, che il popolo bue se ne stia al suo posto maltrattato, vessato, umiliato, senza voce e senza diritti, con l'unica opzione di poter pregare un Dio o un Allah sperando che questi idoli del nulla li riscattino dalla sofferenza.
E nel caso qualche sensibilità si senta urtata sento comunque l'urgenza di fargli notare che m'importa una ricca sega.
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