lunedì 26 ottobre 2009

GUILTY OF BEING WHITE





I'm sorry
For something I didn't do
Lynched somebody
But I don't know who
You blame me for slavery
A hundred years before I was born

GUILTY OF BEING WHITE

I'm a convict
(guilty)Of a racist crime
(guilty)I've only served
(guilty)19 years of my time

GUILTY OF BEING WHITE

(Minor threat)

Ian Mc Kaye scrisse questo testo all'epoca in cui militava nei Minor Threat in pieno stile hardcore, secco e stringato, a 19 anni. Il miglior atto d'accusa possibile contro quelle generalizzazioni che ci rendono noi individui immediatamente bersagli. Non servono troppi giri di parole, infatti, per descrivere il disagio di chi conserva una sua personale diversità rispetto alla visione ed alla percezione comune che si ha della categoria di cui si fa parte.
Nel caso del testo menzionato è l'urlo di un giovane bianco americano che no, non ci sta a prendersi sul groppone i misfatti dell'uomo bianco perpetrati attraverso i secoli.

Mi è venuto in mente questo testo, che ai tempi (era la prima metà degli anni '80) provocò non poche polemiche grazie anche alla "normale" ottusità dei politically correct a gettone che impestano il pianeta i quali non si lasciarono scappare l'occasione per tacciare i Minor Threat, Ian Mc Kaye e già che c'erano tutta la scena punk di Washington di razzismo.

Il perché è presto detto.

Sono un maschio eterosessuale bianco.

Categoria che comprende un discreto numero di teste di cazzo, ne convengo.
Basta dare una scorsa alle statistiche che indicano il livello di quanto la categoria sia responsabile, ad esempio, di violenze assurde, inumane e bestiali contro l'altro sesso.
Ma le statistiche sono numeri, mentre i responsabili hanno nome e cognome. Tutti quei maschi bianchi eterosessuali che picchiano le loro donne, molestano le figlie, scamazzano di legnate le ex, umiliano le mogli, vanno a trans senza guanto e poi tornano dalle compagne magari infettandole, perpetrano una mentalità sessista, machista, maschilista, oppressiva ed opprimente e qualsiasi altra nefandezza possibile, sembra incredibile ma hanno nome e cognome tutti, uno per uno.

Ora, che mi si possa credere o no, non ho mai neanche lontanamente agevolato questo genere di andazzo.
Neanche nei conviviali discorsi "tra uomini"; sarà che i miei trascorsi buddisti hanno instillato nel mio modo di vivere la consapevolezza che c'è un karma che si evolve attraverso pensieri, parole ed azioni ed ognuna ha un suo peso specifico nelle nostre vite.
Non ci trovo niente di divertente nel tirarlo fuori e fare a gara a chi l'ha più lungo. Mi rispecchio molto di più nei sottotraccia che si dedicano nel non agevolare certe mentalità concretamente, in silenzio e lavorando ai fianchi lo schifo che circola in certe teste; in fondo se si vuole un mondo migliore non c'è niente di meglio che usare le proprie caratteristiche e gettare quelle sul campo di battaglia.
Così leggo, ascolto e vedo considerazioni che pongono, in ragione di quanto detto, il maschio bianco eterosessuale in ottima posizione nella classifica degli orrori del pianeta.
Molto sintomatico, ad esempio, un ormai vecchio libro della transgender Helena Velena, alias Jumpy Valente, ex cantante dei Rafpunk, ex produttore discografico (la attack punk records che pubblicò il primo LP dei CCCP-Fedeli alla linea era roba sua) e personaggio attratto dalle mutazioni sia corporee che tecnologiche molto "avant" rispetto al resto dei suoi coetanei; il libro si chiama "Dal Cybersex al Transgender" ed il Maschio Bianco Eterosessuale ne esce demolito in ogni suo aspetto: patetico, goffo, gretto, superato, praticamente inutile.
Ma basta anche leggere un qualsiasi saggio, articolo, libello, elzeviro o blog che parli della donna, della sua condizione e delle problematiche ancora in piedi oggi, A.D. 2009, il maschio bianco eterosessuale (o maschio italiano, tanto siamo lì col conto) viene regolarmente scorticato fino a destrutturarne ogni caratteristica proponendola in un qualsiasi palco d'onore nella mostra degli orrori del pianeta.
Ovviamente senza fare nomi e cognomi.

Io però mi sarei anche rotto i coglioni.

Perché io che non ho mai messo una mano addosso ad una donna, che ho sempre rispettato le donne prima come esseri umani e poi come donne, che ho sempre cercato di fare del mio meglio affinché il mio relazionarmi con l'altro sesso fosse un motivo di crescita per la comunità in cui vivo non faccio statistica, e come me non fanno statistica tutti quelli come me, i quali potrei aver motivo di pensare siano un numero molto consistente. Molto. Anche di più.

Siamo persone normalissime, che lavorano e lottano ogni giorno con le proprie compagne, le proprie amiche e le proprie colleghe, che magari hanno tonnellate di ansie, complessi, insicurezze, dolori, retaggi ed implosioni; passiamo anche ore ad ascoltare, raccogliere sfoghi, pianti e deliri, diamo una parola nelle nostre possibilità, cerchiamo di trasmettere calore laddove è palese che questo è ciò di cui si sente il bisogno dall'altra persona, cerchiamo di dare forza, fiducia e speranza senza avere alcun patentino. E non facciamo statistica, non facciamo rumore, non facciamo proclami.
Neanche questo lo è.

Vorrei solo la si piantasse di generalizzare a cazzo.

Non sono neanche tra quelli sulla cui spalla le amiche vanno a piangere per poi uscire con l'Ale palestrato di turno, ho avuto poche donne ma rapporti molto lunghi ed intensi, sono ragionevolmente soddisfatto della mia vita sessuale ed ho ricevuto gratificanti attestati di stima dalle mie compagne. Cose che dico in quanto posizionato dietro ad un PC altrimenti le trasmetterei automaticamente a qualsiasi interlocutore e/o interlocutrice senza bisogno di entrare in merito.

Sono un maschio italiano, bianco ed eterosessuale e fiero di esserlo.

Perché ho un nome ed una storia.
E penso che se si vuole VERAMENTE iniziare a superare certe problematiche tra i sessi in un'epoca che ci sta fornendo i mezzi per farlo sarebbe CARINO piantarla con le generalizzazioni di categoria e di genere.
Probabilmente ce ne sono anche in questo blog, anche se ad esempio il voto porta automaticamente ad una assunzione di responsabilità, ad una chiamata di correo.
Ma d'ora in poi credo che farò un ottimo servizio a me stesso quando leggerò l'ennesima sparata col sale grosso sul maschio bianco italiano eterosessuale, sul suo dominio storico, iniquo ed ingiustificabile, sul suo belluino istinto di possessione, di oppressione e di violenza e mi incazzerò e l'unica considerazione che riterrò giusto fare a chi cercherà di mescolare me e tutti quelli come me in questa rannata di gente sarà un caldo invito a chiunque sia l'estensore dello scritto ad andare velocemente e senza biglietto

4 commenti:

brazzz ha detto...

bè,sai, questo è il secolo dlle generalizzazioni,delle banalizzaioni,della suerficialità nelle valutazioni..in definitivsa,delle semplificazioni..d'altronde,questo dipende dal fatto che il referente cultuurasle è la tv,xioè l'apice della banalità,e che grazie alla teconologia,tutto va più in freta,più veloce..in sè andar veloci sarebbe anvhe una buona cosa,ma si è trradotto,appunto,solo in banalizzazione,..questo vale per qualsisai forma di pensiero,e soprattutto per il pensiero che fa opinione..

sassicaia molotov ha detto...

Appunto. Non adeguarsi credo sia il minimo.

Franco Zaio ha detto...

Sottoscrivo, intonando Out of step, dei Minor Threat ;-)

Anonimo ha detto...

Sono le tipiche generalizzazioni politicamente corrette "razziste" spacciate per "antirazzismo".
A chi dice, in modo dogmaticamente ideologico se non "religioso", che il maschio bianco/europeo sarebbe il vero e unico male della storia, bisognerebbe ricordare che ci sono stati anche i vari ottomani, i vari tiranni orientali(Gengis Khan e company erano molto peggio) gli schiavisti arabi(che hanno schiavizzato sia neri che bianchi, e tra l'alto la schiavitù non è mica un'invenzione bianca ma c'era da tempi "immemori" in Africa e c'è ancora in parti dell'Africa e in alcuni paesi fondamentalisti islamici tipo l'Arabia Saudita) e che i femminicidi, gli stermini omofobi, il sessismo sono estremamente diffusi in India, in Giamaica e altre zone dell'Africa e dell'Asia molto più dell'Europa, dove in generale c'è maggiore emancipazione femminile...

Che poi, purtroppo queste generalizzazioni sono così diffuse e mi verrebbe da dire che l'ideologia "antirazzista" di quella "sinistra" sedicente "liberal" e "terzomondista"/mondialista in fondo in fondo sia l'altra faccia del suprematismo bianco.

Alla fine, ognuno può andare fiero di quel che è, della sua cultura o anche della sua origine etnica e un mondo in cui anche i bianchi/europei andrebbero fieri di essere quel che sono (e ce ne sarebbe, una buona parte del progresso umano c'è stata proprio grazie agli europei) così come fanno tutti gli altri popoli e etnie sarebbe e un mondo in cui ognuno andasse fiero della sua identità in rispetto con l'identità altrui sarebbe sicuramente un mondo migliore e realmente più inclusivo