Ordunque secondo le illuminate considerazioni di alcuni andare alla manifestazione di sabato in Piazza del Popolo sarebbe stata una legittimazione verso le elìte che finora hanno contribuito allo sfascio dell'informazione reale, una casta che richiama all'adunata in difesa di privilegi propri e che quando c'è da mettere nero su bianco le istanze dei lavoratori si chiudono a riccio in un tragico snobismo proprio di chi guarda, appunto, da una posizione di privilegio.
Ergo, non sono compagnucci nostri e quindi affanculo, se Berlusconi vi fa un mazzo tanto fa bene.
Ci sono i precari, le fabbriche che chiudono o delocalizzano, i morti sul lavoro, i nuovi poveri, sfrattati e disoccupati, c'è clientelismo e corruzione a livelli da tardo impero democristiano, Mafie che scorrazzano quasi fosse il paese di Bengodi e quindi non si vede perchè bisogna andare a dare manforte a poteri che attraverso le lotte di questa categoria di privilegiati cercano solo di perpetrare se stessi.
E il discorso potrebbe anche filare.
Poi uno riflette un attimo e guarda come è ridotta attualmente la sinistra in Italia.
Poi si chiede: ma sarà colpa di Berlusconi, del suo terribile potere mediatico? Della connivenza di quelle elìte che oggi manifestano in piazza del Popolo? Del complotto PippoPlutoMassonico? Dei Venusiani Revisionisti?
E, finito di riflettere attraverso il semplice ripercorrere il cammino della sinistra negli ultimi 20 anni si risponde: NO, niente di tutto questo.
La colpa è solo ed esclusivamente della sinistra stessa. E non sto parlando del PD, che quelli son democristiani nell'animo e senza neanche la minima capacità di costruire un'identità plausibile presso il proprio elettorato. Sto parlando della sinistra-sinistra, quella che si erge a paladina del popolo ma cade puntualmente e tragicamente in mano alla solita fucina di inarrivabili teste di cazzo che spuntano come folletti ogni volta che ci sarebbe da stabilire una strategia utile a togliere la sinistra dall'impasse autoreferenziale ed elitaria (quella sì ma non diteglielo, la loro elìte è un'elìte "diversa", eccheccazzo).
In realtà le ragioni per cui andare in piazza sabato erano ben più di una; il fronte dell'opposizione a questo regimetto da parata è in continua espansione ed in questa situazione si inserisce la crisi ormai endemica del Partito Democratico, ben descritta dalla figura da peracottari esibita durante le due votazioni alla Camera sullo scudo fiscale. Se si fa un minimo di attenzione alle reazioni dei cittadini espresse in giro per la rete si vedrà che molti di coloro che hanno espresso il loro schifo per il comportamento dei deputati piddini hanno manifestato l'intenzione di passare al voto per Di Pietro. In piazza hanno inoltre parlato gente come Saviano, Marcorè e Moretti, che non fanno parte del mondo della politica e però hanno un contatto ed un ascendente verso la piazza tale da togliere ogni dubbio riguardo alla radice popolare della folla dei 300.000 cittadini intervenuti.
Ora, saremmo molto grati di capire se queste menti illuminate che hanno voluto partecipare ad un evento così elitario quanti cittadini avrebbero saputo concentrare in piazza se una manifestazione per la libertà d'informazione (e cazzo se ne avrebbero bisogno) l'avessero organizzata loro.
E' chiaro che se il cittadino sente l'esigenza di essere presente ad un evento che sia funzionale a dare un'indicazione al paese di un grande disagio verso una delle colonne portanti della democrazia chi è veramente all'opposizione ha, tra le tante opzioni, presentarsi anch'egli in piazza e COMUNICARE con gli "utilizzatori finali" della politica, cioè i cittadini stessi.
Quelli che sono lì non per la FNSI o per "Repubblica" o per "L'Unità", ma perchè sentono la loro libertà minacciata dalla destra.
Perchè sono queste le occasioni in cui è possibile comunicare con il popolo anche presentando le proprie eccezioni, per puntualizzare l'esigenza di una stampa veramente libera e non asservita alle esigenze di comodo. Nessuna legittimazione quindi, ma un'azione critica e tesa anche a dimostrare che la fetta di cittadini che intende scuotere le elìte borghesi che ora si sentono minacciate c'è, cammina accanto al popolo, si muove ed informa proprio quando il fronte antiberlusconiano si raduna per contarsi.
Magari ci sarebbe stata l'occasione per avere un proprio rappresentante sul palco per esporre le problematiche più profonde che hanno portato all'esigenza di questa manifestazione, prima fra tutte la correttezza nei confronti delle lotte che nascono dal basso, l'acquiescenza verso quelle figure politiche che hanno sfasciato la sinistra italiana, insomma una corposa e possente presenza della sinistra movimentista avrebbe costituito un ulteriore passo avanti nella creazione di un fronte unitario, solo se qualcuno dei fini strateghi che hanno guidato tutti i movimenti di opposizione ad oggi avesse avuto la volontà di fare dei passi avanti in questo senso.
Bisogna invece constatare che siamo ancora alla logica dei compagnucci della parrocchietta.
Siamo ancora al punto in cui gli errori che hanno portato all'attuale situazione non hanno insegnato un grosso, enorme, turgido cazzo.
Forse qualcuno dei Benaltristi di sinistra pensa che per recuperare dignità ed elettorato sia sufficiente continuare a latrare dai propri gruppetti da prefisso telefonico, che prima o poi qualcuno si accorgerà di loro.
Ma non si stanno accorgendo che il popolo, i lavoratori, i cittadini che non necessariamente indossano una tuta per lavorare, sono comunque persone che desiderano ripristinare una democrazia normale e se i messaggi forti arrivano da altre parti mai e poi mai questi avranno cuore di seguire chi sta ritirato e stizzito nei propri appartamenti per non sfilare accanto a una casta che non sente ideologicamente schierata a regola d'arte.
Difatti il cittadino dovrebbe seguire coloro che hanno fatto della sinistra un accrocchio mal congegnato di partitini, gruppetti e movimenti non di rado in lotta fra loro su questioni epocali come l'uso del dito in culo durante la masturbazione.
Il messaggio che arriva da Piazza del Popolo è chiaro. Se ci si aspettava l'inizio di una lotta che finalmente avrebbe riportato sul tavolo la costruzione di un movimento più ampio e più incisivo, nonché numericamente importante, che presupponesse il tentativo di riportare una sinistra unita e forte come fulcro del disagio verso il governo delle destre ci si metta l'anima in pace, NON stanno lavorando per noi.
L'attitudine elitista, quella sì assai presente in quantità industriale in certa sinistra, porta puntualmente ad evitare il confronto diretto sulla piazza quando questa non è direttamente gestita da loro stessi in modo assolutamente autoreferenziale; non capire che sviluppare l'attitudine al confronto non significa cedere o compromettersi ma al contrario aprire a ragioni più vaste una aggregazione di cittadini che, rimasti delusi e schifati dall'ondivaga politica del PD si sono buttati fra le braccia dei Grillo e dei Di Pietro. Un comico ed un poliziotto.
Evitare questo confronto significa ragionare per logiche di classe da dopoguerra, ne fa testo la manifestazione dei precari della scuola svoltasi separatamente e privata della propria visibilità e, visto che l'argomento era l'informazione, a sbugiardare le menzogne di Gelmini e Tremonti come sta troppo timidamente facendo una parte minorotaria della stampa nazionale, un intervento davanti ad una platea del genere sarebbe stato ben più incisivo.
Chiaramente FNSI permettendo ma sarebbe stato curioso sapere se e quali passi siano stati fatti per realizzare un'eventualità del genere.
Io dico pochi.
La questione della libertà di stampa, inoltre coinvolge direttamente le lotte operaie in corso, visto che di appoggio da parte dell'informazione contraria al regime ne occorrerà parecchia sia ora che in futuro, quindi mi sembrava evidente l'esigenza di creare un canale o almeno di iniziare un lavoro più profondo di collegamenti fra tutto l'arcipelago del dissenso. O Saviano non è abbastanza comunista né abbastanza marxista per essere degno di un confronto.
Spero di vedere in futuro segnali positivi in qualche senso, diversamente la condanna a sparire dalla Storia è dietro l'angolo.
Per essere sostituiti da un comico ed un poliziotto.
Ma finchè si continuerà ad usare la strategia di aspettare che i cittadini vengano a noi come pargoletti desiderosi del Kinder Bueno invece di muovere il culo e mescolarsi con coloro che si aggregano con quei numeri su temi come gli spazi di libertà e l'informazione al punto in cui siamo ho la sensazione che non si farà nessun passo avanti, laddove il regimetto di Berlusconi i suoi passi continua a farli con le proprie truppe da sbarco, i Minzolini alla direzione del TG nazionale, i Vespa ed i Feltri.
Tanto vi dovevo.