sabato 5 dicembre 2009

ISTANZE DI PIAZZA, FINTA OPPOSIZIONE, VERI IMPUNITI ED ALTRE STORIE


E sicché non erano tifosi della Fiorentina.

Il milione (secondo gli organizzatori) o i 90.000 (secondo la Questurahahahahaha) o i 300 (secondo Frank Miller) è sceso in piazza ed ha compostamente chiesto le dimissioni di Berlusconi.

Perché hanno ritenuto una vergogna che un elemento del genere possa guidare un paese.

Tutto questo mentre in un'aula di tribunale un pentito di mafia, Gaspare Spatuzza, sta dicendo che di fatto la Berlusconi/Dell'Utri connection ha di fatto consegnato alla mafia il paese.
E, puntuale come la sigaretta dopo il caffè, arriva l'esibizione di due super-iper-mega-boss arrestati, uno in casa l'altro mentre passeggiava beatamente per Milano.
Ma chi vogliono prendere per il culo.
Come mai con tutti questi superboss incarcerati da millanta anni a questa parte la mafia ha continuato allegramente a fare il cazzo che gli è parso?
Semplice perché è un sistema che funziona tranquillamente anche se il boss o i boss di turno sono dentro. E' un sistema che agisce per effetto del "lavoro" di varie cosche, ben protette da interessi economici che coinvolgono anche uomini delle istituzioni, il problema è che quando gli uomini delle istituzioni vengono sgamati questa classe politica fa quadrato neanche si trattasse di difendere l'Italia dall'invasione di qualche potenza aliena.

Prendete La Torre, quello che durante una trasmissione RAI passò un bigliettino a Bocchino (quota AN) suggerendogli come levare le gambe da un contraddittorio con un politico dell'IdV nel quale era andato un pò in difficoltà.

Questo cialtrone ieri ed oggi ha avuto la faccia di commentare sia le dichiarazioni di Spatuzza che la manifestazione di Piazza San Giovanni.

E, naturalmente, ha fatto cadere i coglioni.

Ricordo al signor La Torre che noi cittadini sappiamo distinguere una sentenza da una dichiarazione di un pentito di mafia; e preferiamo però che sia la Giustizia a fare il suo lavoro senza che il politichicchio di turno venga fuori a pontificare siu metodi perché va da sè che alle dichiarazioni del pentito seguiranno i necessari accertamenti.
Gradirei invece sapere dov'erano i colleghi del signor La Torre quando si è trattato di dare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Nicola Cosentino.
Anzi, visto che la lista dei parlamentari che hanno votato e che invece si sono o astenuti o addirittura sono evaporati ce l'ho la vado a vedere. Minchia. Hanno votato in due. Gli altri o astenuti o in missione e chi c'era s'è alzato pochi minuti prima del voto.

E Pizzino La Torre c'ha pure la faccia di parlare.

Ai vertici del PD c'è una dirigenza che non si sa bene se c'è o ci fa. Secondo me entrambi.
Non si capisce come mai, a turno, si sfianchino a buttare merda su chiunque faccia un'opposizione di qualsiasi genere visto che il PD non si azzarda minimamente, con una qualche precisa presa di posizione, a dimostrare che sono un vero partito di opposizione.
C'è che a questo partito le istanze dei cittadini che si sono riversati a Piazza San Giovanni non interessano.

Non interessa combattere realmente il sistema di cosche mafiose, camorristiche, della 'ndrangheta e di qualsiasi altra consorteria che mina e stravolge l'economia italiana, il lavoro, la dignità del Paese e di chi cerca di trascinarlo lavorando onestamente.
Non interessa cambiare le regole del sistema politico che garantisce favori e prebende di alto lignaggio a lui ed a tutta la banda di delinquenti che popola numerosa i banchi del Parlamento, non interessa difendere la democrazia da un pericoloso corruttore, un virus che ha definitivamente infettato non solo la democrazia, ma tentato di scalzare dalle basi i fondamenti della Costituzione italiana mentre loro sbroccavano tra primarie ed elezioni del nuovo segretario, tanto per non disturbare troppo il manovratore e poi se ne escono con un partito che manda a pontificare i soliti Letta, Violante e, per l'appunto, La Torre.

Allora parliamoci chiaro, signori piddini.

Il VOSTRO sistema è un sistema CONNIVENTE.

Ci avete fresato i coglioni per anni con l'antiberlusconismo che non paga, è stata la vostra unica difesa capace di spaventare gli elettori.

E' finita. Chiuso, Non è più credibile, come non siete voi più credibili.
Vogliamo un'opposizione capace di fare delle scelte. Voi non ne siete capaci perché i sistemi che usate nelle amministrazioni locali, il vostro modo di troncare e sopire ogni alzata di scudi che possa veramente mettere in difficoltà Berlusconi davanti all'opinione pubblica, la vostra sfacciata connivenza nel proteggere amministratori della cosa pubblica in odor di mafia o camorra, ecco, è di questo che dovreste preoccuparvi.

L'appalto sull'opposizione a questo governo l'Italia ve lo sta togliendo da sotto i piedi per disperazione.
Ogni cittadino che si è preso la briga di documentarsi un minimo sa delle sentenze su Dell'Utri, sa dei punti oscuri che le stragi di Capaci e Via D'Amelio ancora si trascinano dietro, sa che a casa di Berlusconi è stato per anni ospite un pezzo grosso della mafia, sa che la nascita della sua fortuna ha più di qualche incongruenza rispetto al mito del "self-made-man" e vi siete alacremente impegnati affinché ci si dovesse inchinare alla "volontà del popolo al momento del voto".

Ora basta.

Se non avete intenzione di difendere la Costituzione e la legalità, se non avete intenzione di difendere neanche la Resistenza da cui è nata questa Repubblica, se per voi la sinistra è soltanto un motivo di imbarazzo, sappiate che i cittadini che auspicano un'Italia vivibile, civile ed onesta vi stanno abbandonando uno ad uno.
Il messaggio da Piazza San Giovanni, sottinteso alla richiesta di dimissioni di Berlusconi, è un ben assestato calcio nei denti anche a voi.
I cittadini stanno chiamando altra gente, nuova e completamente avulsa dai vostri sistemi; e state certi che verrà fuori nonostante cercherete di screditarla, infamarla e distruggerla.
Sono apparsi alcuni parlamentari PD oggi, a Piazza San Giovanni, buon per loro; ma il partito non ha preso una posizione, come da tradizione. Anche oggi la vostra logica bifronte ha timbrato il cartellino.

Per invitarvi meglio alla vergogna vi posto un articolo trovato su "Giornalismo partecipativo" e che riguarda un amico e suo padre, venuto a mancare giusto un anno fa.
Credo che il modo migliore di ricordarlo sia riportare qui e per intero quanto Alessandro ha scritto, perché al di là di tutta la storia dell'uomo, il ricordo che ne lascia suo figlio parla di orgoglio e passione, di onestà e lotta.
E leggendo questa lettera, se mai dovessero farlo, consiglio ai vertici del sedicente partito d'opposizione di riflettere un paio di minuti sul perché il loro modo di fare politica ci fa esemplarmente, splendidamente, ineluttabilmente SCHIFO.

La storia di mio padre in sintesi ripercorre il cammino di un uomo di sinistra, influenzato in gioventù dallo zio, (persona colta, sensibile, intelligente, ufficiale dell’esercito italiano di stanza in Jugoslavia, dopo l’8 settembre ‘43 si era unito ai partigiani di Tito, fu ucciso in combattimento da una pattuglia delle ss), che dopo aver vissuto sulla sua pelle di "balilla" i disastri del fascismo,si era iscritto giovanissimo al partito comunista.

A quei tempi, per iscriversi a quel partito, era necessario essere presentati da un iscritto più anziano che garantisse per il rigore morale integerrimo del nuovo candidato.

Eletto più volte nel comitato federale, associò all’impegno politico quello sindacale, arrivando negli anni’70, ai vertici regionali della cgil di categoria.

Quello però che, secondo me, ha reso straordinaria la sua esperienza, è stato il totale rifiuto del compromesso politico, della logica del nepotismo e delle raccomandazioni,del raggiungimento di fini personali approfittando della posizione. Questo approccio onesto alla politica, al sindacato, alla cosa pubblica in genere, se all’inizio lo fece prevalere, a lungo andare lo rese figura "scomoda" agli apparati.

Mi ricordo ancora i suoi scontri con la federazione del partito a causa della sua apertura, nella sezione centro del PCI della quale era segretario, ad una radio libera gestita da giovani non iscritti, a seminari su energia e ambiente molto partecipati da cittadini ed esperti del settore, ma sgraditi appunto ai vertici perché ritenuti contrastanti con le linee del partito.

Ricordo i turni festivi di lavoro saltati volontariamente, per recuperare i giorni di permesso sindacale che lo impegnavano fuori città, evitando i “privilegi” che il suo incarico gli avrebbe permesso.
In prima persona posso ricordarmi, per esempio, dei miei primi lunghi periodi da disoccupato, quando per uno nella sua posizione, seguendo le sgradevoli logiche dell’italietta, sarebbe bastata una telefonata per trovarmi un lavoro.

E infatti, anche nei primi anni ‘80, non lo capivo. Non capivo la sua ostinazione a non adeguarsi, come la maggioranza della società, al "cambiamento dei tempi", al rifiutare il consumismo dilagante, il modernismo rampante della società dell’immagine, dell’impoverimento culturale nei media, nella televisione. I suoi tentativi di far ripudiare ad un adolescente quale ero, i vestiti alla moda, il motorino di marca, i primi programmi televisivi dell’era berlusconiana, erano per me patetici, erano il segno che i suoi valori erano "vecchi" e non sarebbero più stati utili per noi giovani. Non capivo che il suo fine non era tanto rifiutare quelle cose in quanto tali, ma le idee, i concetti che rappresentavano, parte di quel declino culturale che avuto l’epilogo nell’egemonia del pensiero unico che viviamo oggi. Poi l’ho capito.

Nemmeno il suo partito, il suo sindacato corrispondevano più a lui, che incarnava la parte della sinistra "radicale", operaista, poco incline ai compromessi del periodo "migliorista". Infatti sul finire degli anni ‘80, arrivato alla pensione, lasciò il sindacato e, sciolto il PCI, aderì con entusiasmo a Rifondazione comunista. Anche qui a Livorno la mia città, ri-nasceva 70 anni dopo da una scissione, tra mille difficoltà, un nuovo partito comunista e mio padre a 60 anni suonati raccoglieva la sfida di ripartire da zero. Ancora una volta, negli organismi dirigenti e come tesoriere data la sua "rettitudine cristallina".

Questi aggettivi, benché appropriati, se scollegati dal contesto della persona davano un immagine di lui come un moralista, invece della persona curiosa e aperta verso ogni differenza quale era.

Il suo rapportarsi strettamente più con le nuove generazioni che con i coetanei, fece sì che il suo impegno nel volontariato si traducesse in 2 mandati consecutivi alla presidenza provinciale dell’AVIS donatori sangue e del CESVOT poi. Il centro servizi volontariato gestisce i finanziamenti da destinare a progetti validi di attività di formazione e volontariato appunto, per cui, è inevitabile che il rigore morale di chi lo presiede sia ineccepibile.
Ma gli impegni personali in politica e nel volontariato non avevano contrastato in lui la consapevolezza della deriva culturale e morale del nostro paese. Negli ultimi tempi della sua vita avvertivo in lui la somatizzazione in dolore fisico del dilagare dell’indifferenza, dell’individualismo, dell’egoismo, dell’ignoranza della società italiana.

Lo vedevo soffrire nel prendere coscienza della sconfitta delle battaglie faticose e dolorose di una vita i cui risultati, in fondo, si erano vanificati e involuti nel giro di pochi anni. La curva del bilancio di conquiste dei diritti civili, sul lavoro, della partecipazione politica e sociale delle persone che aveva raggiunto l’apice negli anni 70, volgeva ora inevitabilmente al basso, in negativo. Ogni notizia di questo riflusso involutivo la sentiva personalmente sulla sua pelle, come un peso in più da portare.

Ma la consapevolezza che "un altro mondo era possibile" non lo faceva arrendere completamente e la partecipazione ad eventi tipo Genova 2001 erano ricariche al suo entusiasmo.

A 75 anni lo sentivo discutere con i coetanei in privato e in pubblico di apertura mentale verso le differenze,gli omosessuali,i migranti,i rom,di vera uguaglianza con le donne;di un altro metodo di sviluppo che non presupponesse produrre sempre di più per consumare sempre di più;di ricercare una nuova politica coerente e onesta meno di apparato e più vicina ai giovani,alla gente.

Parole che si infrangevano su mentalità ristrette dal qualunquismo, maschilismo, ignoranza, razzismo, di menti rincoglionite dalla televisione.

D’altronde si sentiva sempre più spinto al di fuori del sentire e del vivere comune, quasi un estraneo, con le sue centinaia di libri, con i suoi 2 o 3 quotidiani al giorno e internet, ai quali, la maggioranza della sua generazione, contrapponevano tanta televisione e partitine a carte al barrino.

Era quasi strano, quest’uomo che in tutta la vita aveva fatto quello che aveva pensato e detto di fare, che aveva mantenuto inalterati i suoi valori, non plasmandoli per adattarli di volta in volta agli eventi.
Per questo era inorridito da una cosa su tutte: l’indifferenza. Era come il nuovo sinonimo del "fascismo", dilagato indifferentemente in tutti i ceti sociali,a destra e a sinistra, come un virus.

Tornò sconvolto dalla commemorazione dei 4 bambini rom morti carbonizzati nella loro roulotte per un incidente, nella periferia della nostra città.
I commenti che aveva sentito da alcuni dei presenti (ma perché non se ne tornano a casa loro… tanto da grandi avrebbero rubato sicuramente…) lo avevano nauseato e ancora una volta, reso consapevole di una società sempre più rozza e ignorante, della quale non si sentiva più parte.
Con tutti i suoi limiti e difetti, di uomo "normale" non di eroe, tutti i suoi errori e debolezze e i dovuti paragoni, quanto dista questa figura da molte di quelle politiche e pubbliche attuali.

Che distanze siderali dalla "normalità" sentiamo oggi nella malafede e nel servilismo verso il potere o il potente nei loro discorsi nauseanti.

E’ ancora possibile in questo paese per un uomo "normale", sentirsi parte integrante di una società e poter avere incarichi relativamente di rilievo senza dover per forza, nel migliore dei casi, rimestare nel fango, non avere scrupoli, schiacciare tutto e tutti per i propri interessi.

La cronaca recente ha evidenziato, se mai ce ne fosse bisogno, che il degrado e l’aggettivo più democratico del nostro paese, delle nostre classi dirigenti, è bipartisan, ben spalmato ovunque.

Come ovunque sono le chiacchiere sulle questioni morali, che nessuno ha veramente volontà di affrontare, nemmeno il popolo italiano che volentieri assume con ammirazione, i comportamenti ignobili di chi sta ai vertici.
Mi manca, mio padre, mi mancano i suoi punti di vista, i suoi commenti, la sua esperienza, dalla quale partivo e mi rapportavo per cercare di comprendere meglio le cose.

Pensieri che non necessariamente condividevo ma che tenevo ben in evidenza perché sicuro che erano frutto di un ragionamento obbiettivo e coerente e non il risultato di opportunismi e faziosità nascoste.

Mi manca, ma non solo inevitabilmente per l’affetto di figlio, ma per l’esempio che mi trovavo sempre accanto che ho condiviso con tanti, ma sfruttato troppo poco.

L’esempio che incarichi pubblici e rigore morale possono stare nella stessa persona.

Che coerenza,onestà e obbiettività non sono un optional ma valori da tenere sempre in primo piano.

Che si può continuare a lottare anche dopo la sconfitta dell’impegno e del sogno di una vita.

Un esempio che paradossalmente risultava a volte troppo ingombrante anche per me.

La figura di un uomo "normale" e proprio per questo oggi, straordinaria.



E grazie Ale.

5 commenti:

Leandro Giovannini ha detto...

"E sicché non erano tifosi della Fiorentina."
Beh, io lo sono.
A parte gli scherzi, condivido quel che dici, speravo che dopo le primarie e l'allontanamento di Rutelli questi individui avessero aperto gli occhi, ma ahimè è stata una speranza mal riposta, come sempre.
Come spero che questa manifestazione non partorisca il solito partitino.
Bel blog, arrivo tramite l'amico Venturik, ti linkerò sul mio.
Ciao.

jesup ha detto...

grazie a te S.M.(che non è sado maso ma va bene uguale).Aldilà delle storie personali,comunque interessanti, mi premeva evidenziare,come rimarchi te, proprio la distanza delle persone "normali"da quelle che attualmente si trovano ai vertici della politica,della cosa pubblica.Anche quelli che hanno contribuito,nel loro piccolo,a migliorare la società,se ne sentono oggi paradossalmente,spinti al di fuori.Grazie ancora.

Lindalov ha detto...

Tu ci sei andato?

sassicaia molotov ha detto...

Macché, a casa a curare una ferita all'inguine che non mi fa camminare, m'avrebbero dovuto far sfilare su un transpallet. Però ho una camicia viola elettrico da ieri che si vede da Antignano.

sassicaia molotov ha detto...

@Jesup: comunque eri un bravo bassista. E' giusto che si sappia anche questo ;-)