domenica 29 agosto 2010

6 ANNI FA VENIVA UCCISO ENZO BALDONI


Credo che una volta messo sul tavolo l'argomento del giornalismo e su cosa significhi essere giornalista in Italia il pensiero corra subito ad epiteti perlopiù innominabili, questa è una delle poche certezze che il nostro paese porta in dote con sè e che con l'avvento del berlusconismo si è fatta sempre più granitica fino a diventare un assodato e giustificatissimo luogo comune.

D'altra parte quando le cronache sono dominate dagli strumenti cartacei del Padrone e del loro uso come mezzi di ricatto e di pressione, non importa se con notizie vere, false, costruite o sottratte dai cassetti di poteri amici, datosi che gente come Betulla è tutt'ora a libro paga ed a nessuno viene il sospetto che lasciare a giro per fare i suoi comodi uno del genere significa lasciar trasudare coscientemente veleno stantìo e puzzolente nel dibattito politico e sociale (oppure devo mettere mano a Google e cercare una qualche alzata di scudi della sedicente opposizione? Ho il sospetto che perderei meno tempo se decidessi di costruire un transatlantico di stuzzicadenti).

Ma ormai le due fanzine ben finanziate anche da soldi pubblici dei due lacchè Feltri & Belpietro possono essere considerata stampa giusto da quegli inguaribili buontemponi per cui ogni foglio di carta con dell'inchiostro buttato lì sopra a mò di riempitivo può essere considerato un giornale. Quindi non li calcoliamo.

Parliamo degli altri.
Mi aspettavo, ad esempio, che in occasione del 26 agosto qualcuno avrebbe avuto la buona creanza di ricordare Enzo Baldoni, ucciso in Iraq giustappunto ed esattamente il 26 agosto 2004, 6 anni fa.

Se qualcuno si è imbattuto in una nota, due righe, un ricordo, un saluto o un semplice cenno alla cosa mi farebbe un graditissimo dono nel segnalarmela.

Altrimenti sarei costretto a pensare che siamo messi ancora peggio di quanto la pur pessima classifica sulla libertà di stampa dove siamo sovrastati da nazioni come l'Alto Volta ed il Burundi, abbia la decenza di dirci.

Fra i bloggers ho trovato questo post di Alberto Pulafito, il quale si premura anche di ricordarci come i giornalisti che fanno il mestiere di giornalista come Baldoni sono stati trattati dalla razzumaglia  berlusconiana.
Quella razzumaglia che crede - potere delle facce toste - di essere superiore alle forme di vita animale e che invece, e gli scritti su Baldoni lo confermano, non sarebbero degni neanche di condividere un recinto nel quale i nobilissimi animali chiamati maiali sguazzano ogni giorno.

Intanto cerco di farmi un'idea di come stanno messi i loro colleghi nel caso davvero NON mi fosse sfuggito alcun articolo di commemorazione, di ricordo o almeno di saluto.

P.S. Avrei potuto caricare almeno 5 PRIME PAGINE di "Libero" (allora diretto da Feltri) ma non voglio assolutamente dare l'idea che quel tipo di scrittura su carta di giornale meriti spazio su questo blog.
Feltri può solo sperare di non incontrarmi per strada o  nel caso di avere una scorta nutrita, massiccia ed armata.

3 commenti:

Io Non Sto con Oriana ha detto...

"Feltri può solo sperare di non incontrarmi per strada o nel caso di avere una scorta nutrita, massiccia ed armata".

Non mi risulta sia mai venuto in Toscana a presenziare a questo o a quello, a presentare questo o quello; se lo ha fatto, dev'essersi limitato agli ambienti più che amici di certa Versilia o roba del genere. La probabilità che sappia benissimo di poter incorrere in contestazioni meritate e perentorie dev'essere abbastanza alta.

faustpatrone ha detto...

Baldoni era uno che si sporcava le mani. Questo al di là delle sue idee e della sua posizione politica, che può essere condivisibile o no. Tutti gli altri sono invece quelli che sporcano (la maggioranza) a servizio e comando del padronato.

Rommel chiamava certi generali "generali da scrivania", ossia gente che fa carriera smerdando gli altri col culo al comodo. Come per Rommel e questi generali la storia ha la sentenza pronta, e vedremo chi sarà più coperto di merda, fra cento anni: se Baldoni per le sue idee e la sua indipendenza umana e professionale, e questi cagnetti rabbiosi da attico con la tessera dell'OdG che gli spunta dal sottocoda, quando non è un'affiliazione dei servizi segreti.

la storia ha pazienza.
intanto noi continuiamo a ricordare.

sassicaia molotov ha detto...

@iononstoconoriana: è una questione di pulizia etica. Io dico che va bene finché sta alla larga.
Ma largalarga.

@Furio: quando la tessera dell'OdG non gliela levano. Se mi tolgono l'iscrizione all'ENPALS devo andare a fare il benzinaio, come mai questi qua continuano a scrivere nonostante radiazioni, cause perse e conclamate cialtronerie?
La risposta, ovviamente, è 42.