"Here it comes, a new dark age". Adrian Borland aveva visto l'inizio di una nuova era oscura e non ha retto al pensiero. Era il 26 Aprile 1999 quando la mente dei Sound decise di buttarsi sotto un treno della subway londinese. I Sound non hanno fatto la storia del rock, ma è uno di quei gruppi che meriterebbero una considerazione più attenta anche in questa epoca povera di talenti e di nuovi grandi songwriters di rock britannico (e il resto del mondo non se la passa meglio); la tradizione albionica di esprimere talenti pop di levatura stratosferica negli anni '80 ha conosciuto vertici ancora inesplorati, se si pensa ad Andy Partridge e Colin Moulding (in pratica XTC), Ian Mc Culloch degli Echo & the Bunnymen, quello strippato di Julian Cope (non a caso il mio preferito) e Morrissey coi gladioli nel culo e Johnny Marr con quella cazzo di chitarrina.
Adrian Borland aveva toni preferibilmente cupi, non molto amichevoli, ma aveva scrittura e talento; era sofferto ed incisivo, decisamente infelice. Ma anche aggressivo e passionale come un depresso cronico può esserlo, questa è una delle sue canzoni più belle.
Degli anni '80 e del poco politicamente corretto pop britannico ne riparleremo.
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