domenica 13 settembre 2009

LUI C'ENTRA


Pier Ferdinando Casini non è l'ultimo arrivato.
L'uomo che un tifoso del Livorno al quarto ponce potrebbe scambiare per Cristiano Lucarelli coi capelli bianchi faceva il portaborse ad un certo Arnaldo Forlani quando aveva un'età in cui di solito ci si scaricano gli ormoni in eccesso tra sesso, droghe e rock'n roll; ha attraversato il terremoto di Tangentopoli rimettendo insieme i cocci della DC con pazienza zen pur essendo cattolico, sapendo che sarebbe venuto il momento in cui sulla riva del fiume ad aspettare i cadaveri, quelli veri, lui ci sarebbe stato.
Ha guidato un partito che nel momento del massimo consenso berlusconiano era lì, a tessere i fili con i quali costruire la corda che sarebbe servita a zompare fuori dal carro proprio quando, alle ultime elezioni, si profilava una destra plebiscitaria.
Il perchè, ora, è sotto gli occhi di tutti.
Un vero democristiano non divide la torta, se proprio deve può concedere qualche fetta ma di quelle col cantuccio.
E Pier Ferdinando Casini, quando i suoi coetanei si divertivano con sesso, droga e rock' n roll frequentava le peggiori faine che calcavano il suolo dello stivale, ed ha imparato che gli italiani quando passa la sbornia plebiscitaria perchè i dittatori ed i dittatorelli prima o poi sempre ed invariabilmente pestano la zotta che non riescono più a togliersi dai piedi, e Berlusconi ne sta pestando una al giorno e sa che gli italiani si stanno preparando a tornare fra le braccia della Grande Mamma Moderata, cattolica, mafiosetta ma senza dirlo, ipocrita ma rassicurante, che va a braccetto con vescovi e cardinali come con mafiosi e trafficanti e che teorizza una presenza più discreta del vippume nostrale sui rotocalchi, più "Gente" che "Chi" o "Visto".

Il partito dei Cuffaro e dei Cosimo Mele come dei Buttiglione e dei Volontè sta scaldando i motori sotto l'amorevole sguardo delle tonache porporate e già c'è la fila per offrirsi come chauffeur; Rutelli è scattato impennando, seguito giusto il tempo di capire che cazzo stava succedendo da Franceschini ma che si è trovato davanti perfino il PISANO Letta. Non si hanno ancora notizie di Bersani, forse più navigato e quindi più strategicamente portato a ponderare i termini dell'intervento.

Ma, naturalmente, come una bellissima ragazzotta che si ritrova intorno una schiera di corteggiatori, Casini ha già messo in chiaro come selezionare i pretendenti: nessuna Santa Alleanza col PD (sembra che quello di prendere calci nei denti sia l'attività che questo partito ha elevato ad Arte, se "un senso a questa storia" ci deve essere ho paura che non ci voglia un grande sforzo per capire qual'è), petto in fuori e fiato alle trombe, chi vuol togliersi dai coglioni Silvio da qua deve passare.

E ora parliamo della leadership del Centrosinistra.

Anzi, no. Ho qualcosa di più serio da fare.

Vado a giocarmi tre euro alla SNAI.

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