sabato 12 settembre 2009

SHORT PEOPLE (PER GLI ESTIMATORI DEL'ARTE E DEL GENIO CREATIVO ITALIANO)



SHORT PEOPLE

Short people got no reason
Short people got no reason
Short people got no reason
To live

They got little hands
Little eyes
They walk around
Tellin' great big lies
They got little noses
And tiny little teeth
They wear platform shoes
On their nasty little feet

Well, I don't want no short people
Don't want no short people
Don't want no short people
`Round here

Short people are just the same
As you and I
(A fool such as I)
All men are brothers
Until the day they die
(It's a wonderful world)

Short people got nobody
Short people got nobody
Short people got nobody
To love

They got little baby legs
That stand so low
You got to pick em up
Just to say hello
They got little cars
That go beep, beep, beep
They got little voices
Goin' peep, peep, peep
They got grubby little fingers
And dirty little minds
They're gonna get you every time
Well, I don't want no short people
Don't want no short people
Don't want no short people
'Round here


Tanto per dare un'idea tramite una vecchia canzone di Randy Newman che in realtà è una canzone antirazzista (almeno così dice l'autore e si sa che nel rock l'uso del sarcasmo e dell'iperbole è pane quotidiano) ma nel caso del ministro Brunetta questo testo cade come il cacio sui maccheroni.

In verità era un pò che non si esibiva in qualche uscita nel suo stile ma, abbiate pazienza, stavolta ha fatto una rentreè degna di un vero berluscones DOCG e certificato ISO 9OO.

Ladies and gentlemen, il ministro più amato dagli italioti:


E se avrete cuore di leggere l'articolo ritroverete il termine "culturame" che magari a qualcuno farà tanto vintage ma a me fa mettere istintivamente la mano alla fondina della pistola, specie se viene da uno dei leccaculi del principale reaponsabile dell'invasione di tette&culi nonchè di StudiAperti & DeFilippate varie ammanite al popolo bue.

Bene: esaminiamolo questo avanzo malridotto di frustrazione e grettezza alla cartavetrata che solo un altro tappo incattivito come Berlusconi poteva avere il coraggio di mettere a dirigere un ministero.

Cominciamo alla sua guerra ai fannulloni.

Risultati: ZERO

Ossia: no. In realtà ha ulteriormente fatto incazzare i dipendenti pubblici tanto che le loro strategie per evitare le sue genialate hanno prodotto ulteriori disastri visto che quei dipendenti pubblici che intendeva mettere all'indice hanno sviluppato il know-how per andare sei metri nel culo col riporto di tre alle sue direttive naziste da nanetto frustrato mentre chi ci ha veramente rimesso sono stati quei dipendenti pubblici che avevano un minimo di coscienza nel proprio lavoro e, qui parlo per esperienza diretta,visto che sono tra coloro che con i dipendenti pubblici devono averci a che fare per lavoro.
In compenso abbiamo saputo che proprio il ministrello Brunetta, oltre ad essere uno dei meno ligi ai suoi doveri di ministro della Repubblica viste le sue reitrerate e continuate assenze sul posto di lavoro e le sue pennichelle improvvisate quando al lavoro miracolosamente ci va, si bea di continui attestati di stima da parte di quei caproini itaglioti convinti che basta sbraitare le stesse cose che sbraitano gli avventori ubriachi dei bar all'ora di pranzo (e il fatto che siano ubriachi già all'ora di pranzo è sintomatico sulla loro lucidità) tanto che ha alzato la cresta fino adautodefinirsi un "tombeur des femmes".

Torna sulla terra Brunetta, che già ci sei parecchio vicino.

Il tuo eloquio apoplettico è la tua carta d'identità e non ce ne frega un cazzo se vuoi rivalerti sul mondo della tua frustrazione nei confronti della Vita che così crudelmente si è accanita sulla tua forma presente.

Prendere, ad esempio, una vulgata storica come quella dei dipendenti pubblici che-non-fanno-un-cazzo e farne un cavallo di battaglia è argomento che avrebbe portato consenso anche ad un mongoloide ubriaco di Cointreau, il punto è risolvere seriamente la questione che, come ogni persona dotata di almeno mezzo neurone sa, può essere risolta ma non certo scaricando ogni colpa sugli impiegati e sui lavoratori del pubblico impiego.
Altrimenti se andiamo a sindacare su mezzi e mezzucci che i Parlamentari usano per non fare il proprio dovere facciamo buio, ad esempio.
O, più seriamente, se andiamo a vedere come dalle AAAAlte sfere viene organizzato il lavoro ai suddetti dipendenti pubblici verrebbe da dire che è un miracolo non solo se questi fanno quel minimo del proprio dovere ma addirittura non vengono a Roma un giorno sì e l'altro pure a prendervi a cazzotti nel viso.

La guerra al pubblico impiego in realtà doveva essere una guerra alla cattiva gestione degli uffici e delle regole che nel pubblico impiego sviliscono e demotivano gente che deve quotidianamente stressarsi su pinzillacchere fondamentali e Brunetta ha scelto la strada del populismo più becero e greve, con il risultato che i frustrati come lui pensano che nella PA le cose stiano finalmente girando a dovere mentre nella realtà tutto è peggio di prima.

Se vi interessa sapere perchè sono così categorico vi dirò che sono dipendente di una Fondazione privata che spesso deve lavorare con gli uffici comunali, che ha amici, parenti e conoscenti impiegati nella pubblica amministrazione e che vista la posizione decisamente meno agiata rispetto ai suddetti avrebbe di che sputare merda col ventilatore su di loro se le stronzate del volgo che Brunetta ha eletto come sua Weltanschaaung avessero un fondamento degno di esssere preso in considerazione.

E che, naturalmente, è allegramente elevato a Verbo Divino da quella massa di frustrati itaglioti che non posssono godere dei benefici dei lavoratori della PA solo perchè non hanno avuto il santo in paradiso giusto (ma che, credete perdavvero che all'italiota interessi che TUTTO l'apparato delle assunzioni nella PA funzioni secondo delle regole?)

Ora Brunetta pensa di sollevare altre ondate di consensi tra l'ormai nutritissima schiera dei mononeuronici asserviti al Verbo telecratico sputando ulteriore merda sul "culturame" di scelbiana memoria, come gli ha fatto notare un Maestro come Citto Maselli.

Purtroppo per lui ha toccato la categoria sbagliata.

Dette da un PARASSITA come lui, campione di assenze dal posto di lavoro, le parole pronunciate riguardo il modo di esprimere l'arte cinematografica appaiono squallide e dettate da convenienza esclusivamente politica e, visto che invoca ulteriori tagli al FUS, tese a demolire anche quella scarna realtà squisitamente e realmente culturale che l'Italia è ancora in grado di esprimere nonostante il macello operato dal suo Padrone in un paese che prima del suo avvento aveva di che insegnare a tutto il mondo nel campo del cinema, del teatro e delle rappresentazioni su palcoscenico in generale.
E, oltretutto, operando il suo padrone praticamente in regime di monopolio nel campo della televisione e del cinema si ha buon gioco nel rinfacciare da parte dei servi senza talento e senza arte nè parte in quanto a meriti artistici l'uso dell'unico forziere disponbile per chi voglia produrre qualcosa che abbia un budget anche solo appena dignitoso.

Sì, perchè sarei estremamente cuorioso di sapere cosa avrebbe in serbo come alternativa Brunetta e, naturalmente, la cricca berlusconiana all'attuale scempio operato nei confronti della produzione artistica nazionale, ormai ridotta agli sforzi immani delle compagnie che si reggono grazie ai nomi di professionisti eccelsi e difficilmente eguagliabili (ve ne dò uno a caso, tò, Gigi Proietti o altrimenti per i nemmeno tanto raffinati connoisseurs Marco Paolini, Ascanio Celestini, Antonio Rezza, Pippo Delbono ma anche nomi che se ve li nominassi fareste un sobbalzo sulla sedia con tanto di patta in fronte al grido "toh, ma che fine aveva fatto?"). Tengo a precisare che quando c'è il "chi è di scena" le questioni politiche vanno a farsi fottere, avendo avuto a che fare anche con artisti non necessariamente "di sinistra" come, ad esempio, Luca Barbareschi che può stare sul cazzo quanto volete ma sulla sua professionalità e sulla sua bravura c'è poco da fare ironia (e parlo sia di palco che di retropalco).

Io lavoro in un teatro, una fondazione privata, quindi non un ente lirico cioè dove anche grazie ai sindacati del settore spettacoli ci sono situazioni allucinanti che sono alla fine un cancro proprio per i lavoratori stessi del settore e dove sarebbe utile mettere mano per riportare un minimo di decenza nel settore.
Il problema è che le soluzioni alla Brunetta, oltre a non risolvere un beneamato cazzo colpiscono le fasce più deboli dei lavoratori, tipico di chi usa senza un minimo di cognizione di causa le mostrine della divisa laddove sarebbe utile usare con discernimento la motosega e lo spazzolino altrimenti l'effetto sarà invariabilmente quello di aggiungere danno a danno. E la somma è danno al quadrato.

L'Italia è uno dei paesi più belli del mondo perchè nonostante i domini più biechi ed antidemocratici avuti nei secoli ha conservato il rispetto per l'estro e la creatività artistica dei suoi figli.
Abbiamo prodotto, pur essendo quasi uno sputo nel mappamondo, opere pittoriche, scultoree, teatrali, musicali, liriche, scenografiche e cinematografiche, per non parlare della tradizione dei nostri attori, danzatori, musicisti e collaterali vari, che hanno fatto scuola IN TUTTO IL MONDO, non a Cassano Magnago o a Petrella sul Monte.
E questo perchè del valore dei nostri artisti ne sono stati sempre consci anche tutti i poteri succedutisi nella nostra penisola fin dall'alba della civilizzazione, dall'antica Roma in poi. E' il nostro patrimonio più grande, è la nostra Storia, il nostro orgoglio, il nostro marchio in questo pianeta.

Non credo sia saggio permettere ad un nanetto frustrato dalla sua bassa statura finire di distruggere la già immane opera di abbrutimento che un altro tappo, oltretutto suo mentore, ha già fatto nei confronti del nostro bene più prezioso.

Regoliamoci di conseguenza finchè siamo in tempo.

Nessun commento: